Alla Tirreno si fatica di brutto. E se magari le prime due tappe in linea sulle strade toscane hanno concesso il tempo per tirare il fiato, la tripletta dalla quarta alla sesta e poi la stessa tappa conclusiva di San Benedetto del Tronto con i suoi 1.700 metri di dislivello hanno segnato le gambe dei corridori. Le tappe e il freddo in cui si è corso nel giorno di Sassotetto. E così la corsa, che solitamente veniva utilizzata da alcuni corridori per fare la gamba in vista della Sanremo, ha forse cambiato profilo e funzione.
Nel WorldTour dal Covid in poi non ci sono più gare di preparazione e tantomeno da prendere sotto gamba. Resta da vedere poi in che modo metabolizzare certe fatiche, come spiegava sabato Davide Ballerini sul traguardo di Osimo. Piegato sul manubrio, cercando l’ispirazione per togliersi dal rettilineo di arrivo e tornare al pullman.
«Tutte queste fatiche – diceva – sono a buon fine? Vedremo. Sono stati tre giorni difficili, anche se è stata dura dall’inizio. Percorsi sempre impegnativi, tappe da cinque ore e passa. Ho cercando di tenere più duro possibile ogni giorno. Poi quando le gambe non me lo permettevano, ho cercato di fare gruppetto. I dati in corsa si guardano relativamente, si cerca sempre di dare il massimo per la squadra. Se poi sarà stato utile, ve lo dirò il mese prossimo…».
Nel giorno di Sassotetto, quinta tappa, Ballerini è stato in fugaNel giorno di Sassotetto, quinta tappa, Ballerini è stato in fuga
Prima la Sanremo
Ballerini ha la preferenza scritta nel nome, ma prima della Roubaix che gli mangia i sogni, è atteso sabato prossimo alla sfida di Sanremo, in cui si vede di supporto per Alaphilippe più che primo attore.
«Non sto male – spiegava – anche se oggi (sabato, ndr) ho pagato la fuga di venerdì verso Sassotetto. Però da metà gara sono stato molto meglio e speriamo sia il segno della condizione che sta crescendo. Se così sarà, è quello che volevo perché quest’anno punterò tutto sulle classiche. La settimana di avvicinamento sarà nel segno del recupero. Voglio riposare e recuperare le forze il più possibile fino a Sanremo. Non parliamo della Milano-Torino né di sopralluoghi sul finale della Sanremo. Sono stato a farci un giro il mese scorso. Ho visto bene le discese e so quanto sia importante recuperare bene. Non è una gara facile. Dopo 300 chilometri serve energia. Ovviamente vedremo come sta Alaphilippe. Il mio spazio semmai me lo devo un po’ procurare. Lo avrò solo se riesco a scollinare, ma non sarà facile».
Dopo la tappa di Foligno, Ballerini assieme ad AlaphilippeDopo la tappa di Foligno, Ballerini assieme ad Alaphilippe
Corsa d’attacco
Nello stesso giorno di Osimo, la trenata di Van Aert sul Muro di Costa del Borgo ha fatto vedere che anche la condizione del grande belga è in crescita, per cui si va delineando una Sanremo nel segno degli attaccanti, più che bloccata a logiche da velocisti. L’eco delle vittorie di Pogacar dalla Parigi-Nizza rafforza questa sensazione. Ma Ballerini oppone le mani, come a rifiutare l’invito e chiarisce il suo punto di vista.
«Nella mia testa c’è la Roubaix – ha ribadito prima di sparire fra i corridori alla volta dei pullman – sempre la Roubaix, senza nulla togliere alla Sanremo. Bisogna anche essere realistici, si vedrà sabato se riuscirò a scollinare davanti. Di sicuro in quel caso non mi tiro indietro, però vediamo come sta la squadra, come sta “Loulou”. Sappiamo che lui può fare la differenza come gli è già successo. Quindi vediamo: abbiamo più di una carta da giocarci».
Voci dalla partenza. Tutti aspettano Van der Poel e lui studia un piano B. Velocisti e attaccanti cercano di trovare la chiave della corsa. E poi si va...
Il suo contratto è in scadenza al termine di questa stagione. Per Matteo Fabbrola Bora Hansgrohe ha rappresentato una svolta nella carriera che lo ha portato al ciclismo WorldTour al fianco di campioni e con responsabilità mai banali. L’anno scorso, complice una bronchite arrivata in un momento delicato, subito dopo la Tirreno-Adriatico, non è riuscito a disputare corse al livello delle sue aspettative. Il 27enne friulano nel 2020 e 2021 ha dimostrato di essere un ottimo gregario con anche tanto margine di crescita personale.
In cerca del giusto spazio per cogliere l’occasione giusta, viene da sé che il 2023 sarà un anno spartiacque sia per l’età che per la sua carriera. Così Matteo ha accettato di darci qualche spunto e aspettativa sulla stagione alle porte.
A dicembre Matteo Fabbro è stato in ritiro con la squadra a MallorcaA dicembre Matteo Fabbro è stato in ritiro con la squadra a Mallorca
Sei già stato al caldo per il ritiro invernale?
Sì, abbiamo fatto un ritiro a dicembre a Mallorca e a gennaio siamo liberi. Io andrò per conto mio a Gran Canaria e poi andrò diretto alla Volta a la Comunitat Valenciana il 1° febbraio.
Come sta andando la preparazione?
Buone sensazioni, tutto nella norma. Abbiamo affrontato una preparazione diversa dall’anno scorso perché nel 2022 era più incentrata sul Giro d’Italia. Quest’anno mi preparo lo stesso per il Giro, ma sto cercando di avere un po’ più spazio nelle corse prima e quindi farmi trovare pronto.
Quali obiettivi ti ha indicato la squadra?
Essere di supporto al Giro per Vlasov e, se ci sarà l’opportunità, di giocare le mie carte magari con attacchi da lontano oppure su alcune tappe diciamo che mi lasceranno un po’ più di libertà. Siamo i vincitori uscenti con Hindley quindi avremo gli occhi puntati addosso. Ci ripresentiamo con una squadra forte, ma riconfermarsi non è mai facile. Vedremo a ridosso quale sarà la condizione. A me basta non ammalarmi prima e dover dare forfait come ho dovuto fare l’anno scorso a causa della broncopolmonite dopo la Tirreno-Adriatico.
Per questo il tuo 2022 non ha brillato?
E’ stato un brutto anno. Ho fatto uno stop di tre settimane post Tirreno appunto senza toccare la bici. Una battuta d’arresto così lunga in quel periodo è cruciale per tutta la stagione. Infatti ho iniziato ad avere buone sensazioni e andare forte a fine 2022 come al Lombardia, ma ormai le occasioni erano sfumate.
Matteo Fabbro è del 1997, è passato pro’ nel 2018. Al termine del 2023 scadrà il contratto con la Bora-HansgroheMatteo Fabbro è del 1997, è passato pro’ nel 2018. Al termine del 2023 scadrà il contratto con la Bora-Hansgrohe
Quali sono i tuoi appuntamenti importanti del 2023?
Dovrei fare Giro e Vuelta, però manca ancora tanto, le variabili sono infinite, quindi mi pongo degli obiettivi più vicini che sono andare forte al Giro e al Catalunya.
Quindi al giro sarete presenti con altre punte?
Hindley non difenderà la maglia rosa, ma ci saranno Vlasov e Kamna che punteranno alla classifica. Noi saremo tutti di supporto e qualora ci fosse l’occasione saremo pronti a giocarci le nostre carte.
Ti sei già fatto un’idea dei percorsi?
Quello della Vuelta non è un brutto percorso, ma secondo me il Giro è ancora più duro. Penso che sarà simile a quello del 2020. Ci sono tappe lunghe e specialmente l’ultima settimana non perdonerà. Specialmente quello che verrà sprecato nella prima parte, si pagherà alla fine. Ci sono due crono da non sottovalutare. Sulla carta è a mio avviso più impegnativo del 2022.
Il tuo contratto scadrà a fine stagione, come vivi questa situazione?
Sicuramente da una parte è uno stimolo. Io sono motivato a riscattarmi dalla stagione scorsa penalizzata dagli infortuni e vicende varie. Ho passato un anno a rincorrere la condizione e sicuramente proverò a farmi vedere nella prima parte. Non farò a malincuore la Tirreno, perché è una corsa cui tengo particolarmente. Però sarò al Catalunya e vedendo il percorso, non è semplice nemmeno quello.
Fabbro alla Vuelta ha visto crescere la sua condizione dopo un 2022 in salitaFabbro alla Vuelta ha visto crescere la sua condizione dopo un 2022 in salita
Tornando alla tua preparazione, hai fatto modifiche durante l’inverno?
Ho modificato un po’ la posizione in ritiro e mi sono arretrato leggermente. Poi sono passato al manubrio aero della Roval, perché quello che usavo era un modello precedente.
Come mai questo arretramento?
Mi sentivo un po’ scomodo. La mia sensazione era quella di non riuscire a chiudermi specialmente quando mettevo le mani basse. Da quando ho iniziato a pedalare questo inverno in ritiro, con i tecnici Specialized abbiamo deciso di fare questa piccola modifica.
Sono cambiamenti di posizione naturali o è dovuto ad altro?
Ero molto estremo prima, al limite in avanti. Un altro elemento che ha forse inciso è l’aver cambiato le scarpe. Avevo le S-Works ed essendo andate fuori produzione da quest’anno sono passato alle Ares. Siamo arrivati a questa conclusione. Ogni tanto ci sta fare qualche piccolo cambiamento. Poi si parla di millimetri, finezze che a livello mentale rappresentano accortezze che possono aiutare.
Siamo certi che la parabola di Sagan non anticipi ciò che accadrà fra 10 anni con Pogacar e gli altri? Intanto Peter studia il francese e tiene duro...
Tadej Pogacar e Dmt rinnovano oggi, in occasione della Milano-Sanremo, prima grande Classica della stagione, il proprio e “fruttuoso” accordo di collaborazione. Un “deal” importante, considerando la scadenza di questa partnership di sponsorizzazione che le parti hanno fissato, pensate, al 2027! Ancora 5 anni di contratto e di sviluppo del prodotto attendono dunque il campione sloveno, che con le calzature Dmt ha già fissato nel proprio albo d’oro ben due Tour de France, oltre a Classiche Monumento del calibro di Lombardia e Liegi Bastogne Liegi. E la strada da percorrere, in termini di successi prestigiosi, immaginiamo, sarà ancora molto, ma molto lunga…
Pogacar e Dmt hanno chiuso una collaborazione fino al 2027Pogacar e Dmt hanno chiuso una collaborazione fino al 2027
Lo sviluppo del prodotto
La collaborazione sportiva tra il brand calzaturiero di Bonferraro di Sorgà (Verona) ed il grandissimo campione sloveno si è avviata nel 2019. Partita come una vera e propria scommessa, la partnership si è rivelata da subito vincente. Nel 2020 Pogacar ha conquistato il suo primo Tour de France a soli 20 anni, lo ricordiamo tutti, con quella crono il penultimo giorno di gara dove ha letteralmente strappato la maglia Gialla al connazionale Primoz Roglic. Dopo un brillante bis in occasione del Tour 2021, oltre alle già citate vittorie nelle “Monumento” Liegi-Bastogne-Liegi e Lombardia, non va dimenticato che Pogacar con Dmt ha lasciato il segno anche alla Tirreno Adriatico e all’UAE Tour (entrambe le due brevi corse a tappe WorldTour sono state “centrate” sia nel 2021 che nel 2022).
Ecco la scarpa usata da Pogacar: la KRSL white
La suola anatomica è realizzata in fibra di carbonio SL con spessore variabile
Ecco la scarpa usata da Pogacar: la KRSL white
La suola anatomica è realizzata in fibra di carbonio SL con spessore variabile
«Siamo estremamente orgogliosi ed entusiasti – hanno dichiarato Federico e Philippe Zecchetto, i proprietari del Gruppo Zecchetto al quale il brand Dmt fa parte – di poter annunciare il rinnovo fino al 2027 di questo importantissimo accordo di sponsorizzazione con quello che tutti consideriamo il corridore più forte al mondo. Questa è una relazione sportiva unica, siglata da un giovane campione che si affida ad un brand che con lui non vuole porsi alcun limite in termini di successi e di sviluppo dei prodotti futuri».
Pogacar ha aggiunto alla sua già lunghissima lista di successi anche la Strade Bianche, considerata la “sesta monumento” Pogacar ha aggiunto alla sua già lunghissima lista di successi anche la Strade Bianche, considerata la “sesta monumento”
Il modello preferito? KRSL
In questi primi anni con Dmt, Tadej Pogacar ha optato per il comfort, il design e per la scelta future-vintage dei… lacci. E indossando il modello KRSL lo sloveno non ha davvero posto alcun limite ai propri sogni di gloria…
Questa specifica calzatura Dmt si caratterizza per essere una scarpa estremamente leggera (appena 205 grammi nella misura 42, la regolabilità dei tacchetti anteriore e posteriore di 8mm…) merito della tomaia ultraleggera e “mono-pezzo” senza cuciture in 3D Engineered Knit – una vera e propria “specialità della casa” in Dmt – della suola anatomica realizzata in fibra di carbonio SL con spessore variabile e delle strutture in maglia estremamente traspiranti a garanzia sia dell’eliminazione dei punti di pressione quanto di un comfort davvero elevatissimo.
Due chiacchiere con Marco Selleri, organizzatore del Giro U23, dei tricolori e dei mondiali di Imola. Mancano risorse. Il ciclismo giovanile è a rischio?
Pogacar vola sul Cippo di Carpegna e santifica la vittoria nella Tirreno. Un modo di correre all'antica che distrugge ogni tatticismo. E ora la Sanremo?
Sulle dolci colline della Val di Cecina, nel Relais La Pieve Vecchia di Riparbella, c’è un team femminile ben organizzato – la Liv Racing Xstra – che ha deciso di passarci il proprio ritiro invernale. Un piccolo angolo di paradiso in provincia di Pisa da cui si vede il mare con le sue famose Spiagge Bianche (già in terra livornese) lontano solo 10 chilometri in linea d’aria. E la mattina, quando il sole inizia a scaldare l’aria, le ragazze della formazione WorldTour olandese partono per allenarsi nei dintorni guidate da una ciclista che indossa la maglia di Tuscany Love Bike.
Ma quali strade fanno? E perché hanno scelto la Costa degli Etruschi – dove si correva l’omonima gara per pro’ dal 1996 al 2017 – rispetto all’attuale Calpe in Spagna? Queste risposte (e tante altre informazioni) ce le dà Silvia Parietti, campionessa italiana nel 2005 ed ora guida cicloturistica sportiva proprio per Tuscany Love Bike. Con lei abbiamo approfondito il discorso della sua attività partendo proprio dal contatto con la Liv Racing Xstra.
Silvia Parietti fa la guida cicloturistica sportiva a Vada, in provincia di Livorno. Nel 2005 vinse il campionato italiano eliteSilvia Parietti fa la guida a Vada, in provincia di Livorno. Nel 2005 vinse il campionato italiano elite.
Bronzini al telefono
«A fine 2021 – racconta la 43enne di Vada, elite dal 1999 al 2009 – mi aveva chiamato Giorgia Bronzini (sono state compagne di squadra alla Gauss nel 2008, ndr) per chiedermi se qua vicino ci fosse una bella struttura che potesse ospitare la sua squadra e se di conseguenza potessi disegnare per loro gli itinerari degli allenamenti. Naturalmente mi sono subito attivata. Non dimentichiamoci che in questa area tra la fine degli anni ’90 e inizio anni 2000 venivano quasi tutte le squadre pro’ in ritiro.
«Le ho trovato da dormire – prosegue la Parietti, che è anche consigliere dell’ACCPI nella campagna per la sicurezza del ciclista – e poi ho creato percorsi, sempre all’interno di un anello di strade, in base alle esigenze dei lavori da fare, come le ripetute. Ho scaricato tutte le tracce gpx da dare alle sue atlete e agli stessi diesse in modo che fossero tutti autonomi. Durante il ritiro sono uscita in bici con loro per qualche giorno, accompagnandole nei posti migliori in cui pedalare con tranquillità».
Il primo ritiro della LIX Racing-Xstra si è svolto proprio in Toscana (foto Michiel Maas)Il primo ritiro della LIX Racing-Xstra si è svolto proprio in Toscana (foto Michiel Maas)
Silvia quando hai iniziato questo lavoro?
Ho iniziato nel 2009 durante il mio ultimo anno da elite. Già all’epoca disegnavo itinerari per turisti o amici e mi appoggiavo ad altri organizzatori. Poi mi sono messa in proprio aprendo la mia società insieme ad altri collaboratori. Ho fatto tutti i corsi necessari di Federciclismo, alcuni dei quali durante il periodo del lockdown 2020, conseguendo anche i vari brevetti di guida. Mi piace il mio lavoro perché alla fine rappresentiamo un territorio e vogliamo che il cliente rimanga contento sotto ogni forma.
Come è strutturata la tua figura?
A livello di legislazione, non siamo autorizzati a dare informazioni turistiche o artistiche. A quello pensano le guide ambientali, con cui collaboro e che incontro quando porto un mio gruppo in un determinato posto nel quale servono le loro spiegazioni. Su questo servirebbe una maggiore uniformità dando anche a noi l’abilitazione a dare le informazioni turistiche. Certo, durante la pedalata ci può stare che io ne dia, ma in realtà mi limito sempre a raccontare aneddoti legati alle mie precedenti uscite. Oppure legati alla mia carriera, alle ex compagne o alle gare della zona.
I clienti poco allenati di Tuscany Love Bike possono contara su e-Mtb per pedalare sulle strade bianche
Cipressi e strade bianche caratterizzano l’entroterra della Val di Cecina
Tuscany Love Bike accompagna i propri gruppi sia sulle strade dei campioni sia su quelle meno conosciute
Le centrali geotermiche e i soffioni boraciferi fanno parte del panorama attorno a Larderello
I clienti poco allenati di Tuscany Love Bike possono contara su e-Mtb
Cipressi e strade bianche caratterizzano l’entroterra della Val di Cecina
Tuscany Love Bike accompagna i gruppi sulle strade dei campioni e su quelle meno note
Le centrali geotermiche e i soffioni boraciferi fanno parte del panorama attorno a Larderello
Qual è il target medio dei tuoi clienti?
Naturalmente, ho sia italiani che stranieri. I primi per la maggior parte arrivano dal Nord e sono per lo più famiglie che vogliono scoprire l’entroterra in modo tranquillo. Dall’estero invece arrivano molti olandesi, svizzeri, tedeschi e britannici. Loro vogliono girare il più possibile, sia su strada che fuori. Un giro classico che tutti mi chiedono e che facciamo è quello in mezzo ai vigneti con fermate di degustazione. Spesso nelle cantine in cui andiamo, faccio arrivare anche altri produttori come quelli di miele, salumi, pasta e olio. Viceversa faccio la stessa cosa quando facciamo tappa in un frantoio della zona. E così via, cerco sempre di coinvolgere le attività con cui lavoro.
La tua Tuscany Love Bike noleggia anche le bici?
No, ma ci appoggiamo a negozianti di fiducia della zona. Lì si possono affittare le bici normali, da corsa ed anche le e-bike. Ora ci stiamo attrezzando anche con le gravel perché sono molto richieste. E’ la moda del momento, ma sono perfette per le nostre strade bianche. Con quelle si respira la vera essenza toscana.
Alaphilippe trionfa a Pomarance (davanti a Van Avermaet e Bettiol) nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico 2019Alaphilippe trionfa a Pomarance nella seconda tappa della Tirreno-Adriatico 2019
La tua zona è terra di ciclismo e di campioni. C’è qualcuno che ti chiede itinerari legati alle grandi corse?
Onestamente è difficile dire quali siano le strade più famose qua attorno. Tra classiche toscane per pro’ o dilettanti, Giro d’Italia o Tirreno-Adriatico abbiamo sempre tante corse. Diciamo che potrei portare più spesso i miei gruppi a Pomarance. Negli ultimi anni ci è arrivata tre volte la Tirreno-Adriatico. Ero presente nel 2019 quando vinse Alaphilippe (nel 2016 successo di Stybar, nel 2017 di Geraint Thomas, ndr). L’aspetto che caratterizza quella zona è il poco traffico. Le strade sono in mezzo al verde dei boschi locali. Un contesto ideale per pedalare e magari trovare l’ispirazione dei campioni.
Qual è la zona in cui porteresti obbligatoriamente un gruppo non necessariamente appassionato di ciclismo?
Difficile dire anche questo. La zona dei soffioni geotermici di Larderello, ad esempio, merita tantissimo. Ma direi senza ombra di dubbio la via Bolgherese, tra Bibbona e Castagneto Carducci. E’ una strada parallela alla Via Aurelia che passa più all’interno delle prime colline. Ci sono i nostri classici mangia e bevi in mezzo alla natura che profumano di vera Toscana. Poi a metà c’è quel bellissimo drittone ondulato di 5 chilometri con i cipressi che porta a Bolgheri. Quello è un giro immancabile a mio avviso. Vi aspetto a farlo assieme, non ve ne pentirete.
Kristian Sbaragli confermato nel ruolo di braccio destro di Van der Poel nelle classiche. Ecco come si allena per essere all'altezza del delicato ruolo
Siete pronti per la Tirreno Adriatico? Bene, perché c’è qualcuno che è ancora più pronto di noi e che ha già allestito truck e mezzi per seguire la Corsa dei Due Mari, tutti i giorni, in carovana, in veste di partner commerciale. Parliamo di Dmt, il brand italiano produttore di calzature tecniche per ciclismo, che della edizione 2021 della “Tirreno” è titolare della qualifica di “scarpa ufficiale”.
KR1: sigla vincente…
Dmt, letteralmente “ai piedi” di Pogacar, Viviani, dei team Intermarchè Wanty Gobert ed Eolo Kometa, e di moltissimi altri atleti in gruppo, “parteciperà” dal 10 al 16 marzo prossimo alla gara WorldTour con un proprio mezzo brandizzato. Questa iniziativa ha il triplice obiettivo di supportare i propri atleti in gara, di promuoversi, ovviamente, oltre a quello di creare una fitta scaletta di incontri itineranti, presso le località sia di partenza che di arrivo di tappa, con la propria rete di rivenditori ufficiali.
Tadej Pogacar con le KR TdF
Elia Viviani con le sue Dmt KR1
Anche Alberto Contador usa scarpe Dmt
Dmt è a fianco di numerosi campioni
Tadej Pogacar con le KR TdF
Elia Viviani con le sue Dmt KR1
Anche Alberto Contador usa scarpe Dmt
Dmt è usata da molti campioni del ciclismo
Dmt: le scarpe del Tour
«In modo particolare – ci ha confidato Mauro Scovenna, Events specialist Diamant – daremo l’opportunità tutti i giorni e a tutti gli interessati, presso il nostro riconoscibilissimo truck, di provare la fantastica calzata delle Dmt KR1 e delle KR TdF: le scarpe che Tadej Pogacar ha portato al successo al Tour de France 2020. Queste ultime erano state originariamente progettate come prototipo di prova per lo stesso giovane corridore sloveno, che poi però ha deciso di indossarle durante la sua impressionante e spettacolare rincorsa verso la vittoria».
«Un grandioso successo anche per noi di Dmt – continua Mauro Scovenna – la costruzione di queste calzature è decisamente innovativa. E’ caratterizzata da una tomaia senza cuciture e da una rivisitazione della classica/storica chiusura con i lacci. Il comfort è eccezionale, ed è conferito in modo particolare sia dalla leggerezza che dalla traspirabilità e della metodologia di costruzione: la nostra brevettata Engineered Knit, che elimina i punti di pressione adattandosi al piede dell’atleta davvero come un guanto, e permettendo un trasferimento di energia solido, potente e stabile grazie anche alla esclusiva suola anatomica in fibra di carbonio».
Durante il Giro d’Italia, ma non solo, l’Assistenza Neutrale Shimano è uno dei punti di riferimento per i corridori nel caso abbiano degli inconvenienti meccanici. Noi di bici.PRO abbiamo parlato durante il primo giorno di riposo al Giro d’Italia con Massimo Rava, team leader dell’Assistenza meccanica Shimano e anche titolare del negozio Mania Bike ad Alessandria. A Massimo l’esperienza non manca, infatti ha iniziato a fare assistenza neutrale in corsa nel 2006, prima con Mavic, poi con Vittoria e dal 2018 con Shimano.
Massimo come è andata fino ad oggi al Giro d’italia?
Finora tutto bene, abbiamo fatto diversi interventi ma direi tutto nella norma. Sai è sempre complicato muoversi in gruppo e fare gli interventi giusti, pensa che in macchina abbiamo nove ruote tutte diverse.
A cosa è dovuto il fatto di avere così tante ruote?
Pensa che anche se noi siamo Shimano,dobbiamo assistere tutti anche chi ha Campagnolo e Sram. Questo vuol dire che dobbiamo avere ruote Campagnolo sia per disco che per i rim brake, lo stesso vale per Shimano, mentre Sram abbiamo solo le ruote disco. Poi ci sono squadre che hanno i freni tradizionali ma con rim stretto e altre con rim largo.
A proposito di freni a disco, ci sono diametri diversi?
Si perché alcuni corridori al posteriore usano dischi da 140 millimetri, quindi dobbiamo avere le ruote posteriori con i dischi sia da 140 che da 160 millimetri. Ti faccio un esempio, alla Tirreno-Adriatico Van der Poel montava dischi da 140 millimetri sia all’anteriore che al posteriore, quindi dovevamo avere anche quella misura all’anteriore. La capacità di un cambio ruota sta anche nel capire in un secondo chi è e cosa monta.
Massimo Rava controlla che sia tutto in ordineMassimo Rava durante il Giro d’Italia, controlla che tutte le bici siano in ordine
Quali sono gli interventi che fate più spesso?
La sostituzione delle ruote è certamente quello più frequente. Poi capita una giornata come al mondiale di Imola dove si inchiodavano i cambi. In quel caso abbiamo fatto molti interventi appesi al finestrino della macchina mentre i corridori andavano. Però abbiamo anche le borracce e le barrette nel caso che qualche corridore ce li chieda. Spesso ci passano le mantelline, come è successo a Roccaraso con la pioggia e il freddo. A fine tappa andiamo dalle squadre a riportare tutto quello che ci hanno dato. Oltre alle ruote abbiamo anche le bici complete. Per esempio all’ultima Tirreno abbiamo dato la bici a Froome e ci ha finito la tappa.
Come fate con le misure delle biciclette?
Abbiamo un database con tutte le misure dei corridori e sulla base di questi facciamo delle medie. Prendiamo tutta una serie di parametri e regoliamo le bici di conseguenza. Capita che i corridori arrivino al traguardo con le nostre bici, come appunto Froome quest’anno o Antonio Nibali. Devo dire che abbiamo delle bici ottime, infatti i telai sono dei Bianchi Xr3 montate con il Dura Ace Di2, ruote Shimano C40 e manubri PRO.
Il database utilizzato per le misure delle biciGli uomini Shimano usano un ricco database per assettare le loro biciclette
Fate più cambi di ruote con freni a disco o con i caliper?
Ormai la maggior parte sono disco. Al Giro quest’anno con i freni tradizionali sono rimaste la Ineos-Grenadier, la Jumbo-Visma e la UAE Team Emirates.
Usate i tubeless o i tubolari?
Le ruote che abbiamo in macchina sono con i tubolari, mentre le C40 montate sulle bici sono con i tubeless. Con le ruote singole cerchiamo di dare il massimo di leggerezza e per ora il tubolare pesa un po’ meno del tubeless.
Avete solo ruote in carbonio o anche in alluminio?
Le ruote montate Shimano sono le C40 in carbonio, mentre quelle montate Sram e Campagnolo sono in alluminio.
Le Oltre XR3 utilizzate da ShimanoLe Bianchi Oltre XR3 utilizzate da Shimano per dare l’assistenza ai corridori
A proposito di coperture, le forature sono aumentate o diminuite rispetto al passato?
Sono nettamente diminuite. Pensa che prima facevo assistenza con Vittoria e contavamo una media di 15/16 forature al giorno. A questo Giro d’Italia siamo a una media di 2 forature. C’è stato solo il giorno dei ventagli, la tappa con arrivo a Brindisi, che ci sono state molte forature. Evidentemente i corridori erano a tutta e non guardavano troppo dove passavano e magari transitavano sullo sporco.
Durante le cronometro fate qualche tipo di assistenza?
Se c’è bisogno e qualche squadra ce lo chiede, facciamo assistenza a qualche corridore. A Palermo abbiamo seguito quattro atleti. Però devo dire che sono i giorni più noiosi.
Per finire ci dici se il traffico in gruppo è migliorato o peggiorato rispetto ad alcuni anni fa?
Calcolando che il numero dei mezzi è sempre lo stesso, anzi alla Sanremo adesso fanno partire anche le seconde ammiraglie quindi ci sono più mezzi in corsa, devo dire che la situazione è migliorata. Ho notato che c’è più disciplina. Una volta era una guerra, c’erano delle tappe in cui si faceva a sportellate. Per il momento le cose stanno andando così, magari però ci aggiorniamo al prossimo giorno di riposo…..
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