All’ombra di Kooij si è rivisto il Mareczko che punge

15.06.2023
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Di Jakub Mareczko si parla sempre abbastanza poco, pur facendo parte di un team WorldTour. Chiamato a correre lo ZLM Tour in Olanda, il corridore bresciano di origine polacca ha risposto presente alla sua maniera, con una vittoria e due podi, dimostrando di essere ancora un velocista di primissimo piano. Per lui non è ancora passato il valico dei trent’anni, eppure molti lo considerano uno dei più maturi sprinter del momento e in un ciclismo che punta sempre verso la giovinezza sfrenata, il termine “maturi” per qualcuno assume una concezione negativa.

Pochi si sono accorti ad esempio che con il successo olandese, Mareczko ha toccato quota 62 vittorie fra i professionisti e si ha un bel dire che fra queste non ci saranno grandi classiche, ma è pur sempre un traguardo che vale e che pochi possono vantare. La verità è che in Olanda Jakub ha raggiunto finalmente la forma, in un consesso non di poco conto.

«Lo ZLM Tour era una corsa con tracciati adatti a me, questo è certo – spiega Mareczko – sapevo che poteva essere foriero di soddisfazioni e volevo farmi trovare pronto, quindi mi sono preparato con cura. C’erano tutti percorsi pianeggianti salvo la prima tappa che era un cronoprologo e di fatto ha costruito la classifica».

La volata vincente di Mareczko a Buchten, con l’aiuto di Robbe Ghys (a sinistra) terzo
La volata vincente di Mareczko a Buchten, con l’aiuto di Robbe Ghys (a sinistra) terzo
Guardando le classifiche ci si accorge che, al di là del vincitore Kooij, c’erano molti velocisti di spicco e soprattutto molti sprinter italiani, essere riuscito a svettare in quel consesso vorrà pur dire qualcosa.

Assolutamente, quando ho tagliato il traguardo vittorioso ero davvero soddisfatto, ma anche i due podi successivi sono stati importanti perché hanno dimostrato la mia costanza di rendimento e la mia forma. Avevo già gareggiato lo scorso anno, ma non c’era il prologo quindi ci si giocava tutto con gli abbuoni, questa volta sono emersi velocisti capaci di far bene anche a cronometro.

Come Kooij, che ha confermato la sua predisposizione per le classifiche delle corse a tappe…

Non solo lui, anche l’australiano Welsford. Sapendo che i percorsi erano a loro congeniali, sia la Jumbo Visma che il Team DSM hanno tenuto la corsa molto chiusa, non dando grandi possibilità per andare in fuga, quindi ci si giocava tutto allo sprint e come detto c’era gente di peso, dagli stessi sopra nominati a Cavendish.

Per Mareczko finora poche apparizioni in gara ma con ottime percentuali di risultati
Per Mareczko finora poche apparizioni in gara ma con ottime percentuali di risultati
Tu finora hai gareggiato piuttosto poco, appena 20 giorni di gara con un bilancio statisticamente lusinghiero: 2 vittorie e altre 5 presenze nella Top 10. Come mai così poche apparizioni?

E’ una scelta del team, che è molto ampio come ogni squadra del WT. Considerando Philipsen e Groves come gli sprinter principali per i grandi Giri, per me è stato scelto un calendario ridotto, ma con appuntamenti adatti alle mie caratteristiche, ricalcando un po’ quello dello scorso anno, ma con differenze sostanziali.

Quali?

Il primo anno alla Alpecin è stato fondamentale per capire le gare alle quali partecipavo, le prove del Nord Europa che non sono certo quelle italiane o quelle che vai a fare in giro per il mondo. Pian piano sono entrato nel mood di questo modo di correre e infatti, se si va a guardare ci sono stati miglioramenti in quasi tutte le gare alle quali ho partecipato.

La doppietta vincente dell’Alpecin al Tour de Bretagne, con l’azzurro davanti a Dehairs (BEL)
La doppietta vincente dell’Alpecin al Tour de Bretagne, con l’azzurro davanti a Dehairs (BEL)
Vorresti gareggiare di più?

Il sistema dimostra di funzionare, quando sono stato chiamato in causa mi sono fatto trovare pronto. Nel team mi trovo molto bene, quando non sono in gara con loro posso allenarmi a casa oppure in Spagna per qualche ritiro ben posizionato nella stagione. Ora ad esempio farò il Giro di Polonia e poi staccherò dalle gare per un paio di settimane per poi preparare la seconda parte di stagione.

Parlando dei tuoi colleghi Philipsen e Groves, che velocisti sono?

Fortissimi e per Jasper direi quasi atipico, perché è uno che tiene bene anche in salita. Uno che vince sui Campi Elisi al Tour e giunge secondo alla Roubaix dietro Van Der Poel non puoi certo considerarlo un velocista comune, è davvero tanta roba.

Un altro centro per Olav Kooij, primo in classifica con 13″ su Welsford e 15″ su Eekhoff
Un altro centro per Olav Kooij, primo in classifica con 13″ su Welsford e 15″ su Eekhoff
Nella seconda parte di stagione speri di avere più occasioni di confronto?

Dipende dal calendario, considerando che Jasper e Kaden presumo si divideranno fra i grandi Giri. Io voglio continuare su questa strada, prendere parte a corse che si adattano alle mie caratteristiche, per aumentare le mie possibilità di vittoria e, perché no, potermi presentare alle trattative per il rinnovo del contratto con risultati, che ci sono, e con un rendimento costante e anche pienamente integrato nel gruppo.