Dal fallimento della Delko alla Bahrain. Rajovic dice grazie all’Italia

07.11.2022
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Con 7 vittorie in stagione, Dusan Rajovic ha visto schiudersi le porte del WorldTour, approdando alla Bahrain Victorious. Per il serbo rappresenta un passo importante, il chiudersi del cerchio che si era aperto un paio di anni fa, quando sembrava lanciato da buoni risultati nel Team Delko. Era tranquillo, Dusan, nel 2021, ma il fallimento della squadra professional francese lo ha improvvisamente gettato nella disperazione. Accettando il Team Corratec, ha fatto un passo indietro e sembrava che il sogno di diventare pro’ rimanesse tale. Invece è stata la scelta giusta.

Una delle 7 vittorie del serbo nel 2022, la volata vincente al Tour of Antalya
Una delle 7 vittorie del serbo nel 2022, la volata vincente al Tour of Antalya

Rajovic però ha imparato che non ci si può mai adagiare sugli allori, né sentirsi appagati e soddisfatti: «La stagione è andata bene – dice – sarebbe strano criticare ben 7 vittorie, ma sono convinto che potevo fare molto meglio. Dopo il problema avuto con il fallimento della Delko, è venuta fuori una stagione valida, grazie anche a un buon calendario in giro per il mondo. Purtroppo è finita presto, ad agosto ho preso la mononucleosi e ho dovuto chiudere la stagione anzitempo».

Che cosa rappresenta per te entrare nella Bahrain, c’è anche un po’ di rivalsa dopo la vicenda Delko?

E’ sempre stato il mio obiettivo entrare nel WorldTour e per com’erano andate le cose nel 2021 temevo davvero che rimanesse tale. Ho trovato un contratto con una delle squadre più forti del panorama mondiale, so che davanti a me ci sono le gare più importanti e questo mi dà molta voglia di rimettermi in gioco. Quello della Delko è stato un incidente di percorso che ha allungato i tempi: sono convinto che stavo ottenendo i risultati per proiettarmi nel “mondo dei grandi”, per fortuna ci sono riuscito altrimenti. Non posso però dire che sia una rivincita, piuttosto un filo che si è riannodato con il passato.

Nel 2021 Rajovic aveva “assaggiato” la Roubaix, chiudendola anzitempo
Nel 2021 Rajovic aveva “assaggiato” la Roubaix, chiudendola anzitempo
Tu hai vinto 7 corse, spesso allo sprint, ma dici di non essere un velocista. Che corridore sei allora?

E’ vero che molti pensano che sia uno sprinter, ma chi mi conosce e ha visto le mie gare sa che mi difendo bene in salita, in particolare su quelle corte e che la mia dimensione ideale è quando entro in una fuga con un gruppo ristretto, allora sì che posso far valere le mie doti veloci. Io penso di essere un corridore da classiche, anche abbastanza impegnative.

In Serbia le tue vittorie ti hanno reso popolare?

Il ciclismo dalle mie parti resta uno sport di nicchia. In Serbia da sempre si guarda agli sport di squadra: basket, calcio, quelli sono i più visti e l’obiettivo dei ragazzi. Poi c’è il tennis: da quando è arrivato Novak Djokovic tutti giocano a tennis e guardano le sue partite che hanno uno share enorme. Il ciclismo è uno sport piccolo anche se in ambito dilettantistico e giovanile e anche nella mtb c’è stato un aumento dei praticanti. Io non sono ancora molto conosciuto, le mie vittorie non hanno avuto grande risalto, spero però che le cose cambino presto…

Un giovanissimo Rajovic sulle strade serbe. Il ciclismo da quelle parti è ancora poco considerato
Un giovanissimo Rajovic sulle strade serbe. Il ciclismo da quelle parti è ancora poco considerato
Che cosa ti rimane dell’esperienza al Team Corratec?

L’ho detto, se sono passato pro’ è grazie al team italiano. Ho trovato un grande gruppo, persone eccezionali. In Italia mi sono fatto tanti amici, ho anche imparato un po’ la lingua insieme allo spagnolo e al francese. Mi è dispiaciuto lasciare quel gruppo, anche perché avrei voluto restare in Italia di più, ma con gli amici, gli altri corridori siamo rimasti in contatto, si è costruito qualcosa di duraturo.

Sappiamo che il tuo sogno è correre il Tour de France, che cosa rappresenta per te?

Il Tour è qualcosa di speciale perché nessun serbo lo ha mai corso. Da noi è visto come qualcosa di alieno, ma resta l’evento principale del ciclismo e io voglio davvero essere il primo del mio Paese a disputarlo e magari anche a lasciare il segno. In generale comunque voglio “assaporare” anche gli altri grandi Giri, spero di averne presto la possibilità.

La vittoria al GP E3 di Harelbeke junior nel 2015, quando Dusan si è innamorato delle corse belghe
La vittoria al GP E3 di Harelbeke junior nel 2015, quando Dusan si è innamorato delle corse belghe
La Bahrain è squadra molto forte nelle classiche. Ce n’è una che ti piace particolarmente e vorresti un giorno vincere?

Io credo che nel loro complesso le classiche belghe siano tutte abbastanza adatte a me. Le ho disputate da junior, ho visto quelle strade, ho anche vinto e soprattutto ho visto il calore della gente intorno. E’ un qualcosa di speciale, non nascondo che il primo pensiero che ho fatto approdando alla Bahrain Victorious è stato proprio quello delle opportunità che mi si aprono davanti per gareggiare da quelle parti. E magari fare anche qualcosa di importante…