Pinarello ha lanciato nuove combinazioni cromatiche per una serie di modelli. La endurance X-Series, la elettrica Nytro nelle versioni road e gravel, arricchimento delle livree cromatiche riguarda anche la top di gamma ciclocross Crossista F.
Pinarello Crossista F è la bici specifica per il ciclocross, sviluppata a braccetto con Pidcock e già Campione del Mondo 2022. Entriamo nel dettaglio.
Pidcock con la maglia iridata conquistata con la Crossista FPidcock con la maglia iridata conquistata con la Crossista F
Due nuove combinazioni cromatiche
Sono la cross black e la lizard green, la prima una colorazione nera molto aggressiva, la seconda una sorta di bianco ghiaccio che si mescola ad un verde acceso. Entrambe le livree cromatiche sono contestualizzate al modello F9 della Pinarello Crossista F.
Tutto in carbonio e DNA Pinarello
Stiamo parlando di un mezzo che nasce per le competizioni di massimo livello, una bicicletta pensata e sviluppata per il mondo dei professionisti. Crossista F è sinonimo del “nessun compromesso”. Tornando alla disponibilità dei nuovi colori, questi si aggiungono ai due già disponibili per la F9 e alla red/black disponibile per la versione F7.
La cross blackColorazione lizard greenAsimmetria, un marchio di fabbrica PinarelloUna bici da cross più alta da terra rispetto agli standardLa cross blackColorazione lizard greenAsimmetria, un marchio di fabbrica PinarelloUna bici da cross più alta da terra rispetto agli standard
Telaio e forcella sono completamente in carbonio, con un design che ha fatto la storia delle biciclette in carbonio, unico e distintivo, forme che sono funzionali prima di tutto alla resa tecnica. La tecnologia adottata per il frame è monoscocca (carbonio T900 unidirezionale, T700 per la F7), con una scatola centrale voluminosa (rigidissima) che adotta la soluzione del passo italiano per il movimento centrale.
Significa che le calotte dei cuscinetti sono esterne e avvitate su filetto in alluminio, un aspetto tecnico particolarmente apprezzato dai meccanici quando è necessario un intervento di manutenzione. Rispetto ad una bici una Dogma F da strada, oppure ad una endurance della serie X, la Crossista F è più alta da terra, questo per agevolare il passaggio degli ostacoli. La forcella è la Onda, ma specifica per il cx.
DNA Pinarello, l’impatto estetico parla da soloSterzo con design unico e cockpit MostDNA Pinarello, l’impatto estetico parla da soloSterzo con design unico e cockpit Most
Orizzontale e nodo sella disegnati per la “bici in spalla”
Oltre ad una asimmetria marcata di ogni singolo profilato, anche degli spessori dei tubi, che però colpisce solo in modo marginale al colpo d’occhio, la bici ciclocross di Pinarello attira l’attenzione per la forma del profilato orizzontale e per il nodo sella. Il primo ha un restringimento importante nella parte centrale, il nodo sella ha una sorta di arrotondamento. Entrambi hanno il compito di facilitare i momenti di portage della bici.
Gli allestimenti previsti tramite il sito ufficiale portano in dote il pacchetto Shimano Ultegra Di2 2×12 e ruote Most in carbonio per la versione F9. Per la F7 invece il pacchetto previsto è uno e si basa Su Sram Rival 2×12. Le bici da catalogo non hanno il manubrio integrato Most, ma una piega ed uno stem specifici.
In ambito ciclocross, il mezzo fà la differenza. La gestione delle gomme da cx è fondamentale ai fini del risultato, Lorenzo Masciarelli ci dà qualche dritta.
Un altro treno da prendere per Francesca Baroni, che si avvicina al debutto su strada con la squadra di Fidanza. Un mondo tutto da scoprire, ma senza paura
Poco più di un anno fa, nel settembre del 2023, Pinarello ha presentato la Dogma X, la Dogma dedicata all’endurance. Oggi l’azienda trevigiana ha lanciato tre nuove colorazioni: Xolar White, Xolar Yellow e Xolar Sea, che vanno ad aggiungersi a Xolar Black, Xolar Green, Xolar Blue e Xolar Sun già presentati in precedenza.
Verniciatura “prospettica”
I punti forti di questa bici sono il passaggio ruota generoso – che arriva fino a 35 mm – e soprattutto la nuova tecnologia “X-STAYS”. Si tratta di un ponte a forma di X nella parte alta dei foderi in grado di assorbire le vibrazioni garantendo allo stesso tempo la leggerezza del telaio.
Le scelte cromatiche sono state pensate proprio per valorizzare questo aspetto. Come i precedenti, anche i tre nuovi modelli presentano una base nera (in questo caso opaca) che incornicia l’attacco dei foderi posteriori sul tubo sella, il cuore della nuova tecnologia.
Allo stesso tempo la base nera è presente anche sulla forcella e sul tubo orizzontale, con delle linee di verniciatura che indirizzano l’occhio verso il sistema X-STAYS. Da questa “prospettiva nera” partono le tre nuove tonalità in bianco, giallo e blu.
Xolar White è la più elegante del lotto, con il bianco perlato portatore di charmeQuando passa la Xolar Yellow, impossibile non voltarsi: una Dogma X che reclama attenzioneLa colorazione Xolar Sea della nuova Dogma X discende dalla precedente Xolar BlueXolar White è la più elegante del lotto, con il bianco perlato portatore di charmeQuando passa la Xolar Yellow, impossibile non voltarsi: una Dogma X che reclama attenzioneLa colorazione Xolar Sea della nuova Dogma X discende dalla precedente Xolar Blue
Un colore per ogni carattere
Lo Xolar White è forse il più elegante del trittico. Questo grazie alla combinazione tra il bianco lucido, quasi perla, il nero opaco unito e le decalcomanie nere. Minimal come lo Xolar Black, ma con la raffinatezza dell’avorio.
Lo Xolar Yellow è invece caratterizzato da un giallo lucido su scritte nere che, come dicono in Pinarello, «rende la bici più elettrizzante che mai». Certamente è la scelta per chi non vuole passare inosservato.
Infine Xolar Sea, una rivisitazione Xolar Blue. A differenza della precedente, questa versione punta su due tonalità lucide di blu, una leggermente più chiara e una più scura. Le decalcomanie, in questo caso argentate, danno un tocco di luce alla bici. Il giusto mix tra ricercatezza e senso di performance.
Il sistema X-STAYS resta il fulcro della Dogma X, con il carro che diventa così più resistente e amortizzanteLa scatola del movimento centrale è monolitica e garantisce rigidità e trasmissione topBianco avorio e decal nere per la Xolar WhiteIl telaio nasce per un ciclismo di endurance, la curvatura dei tubi assorbe e disperde, ma non compromette l’efficienzaLa Dogma X nelle nuove colorazioni monta gruppi Shimano, Sram e CampagnoloLei è la Xolar Sea. La base nera è presente in tutti i modelli anche sulla forcellaIl sistema X-STAYS resta il fulcro della Dogma X, con il carro che diventa così più resistente e amortizzanteLa scatola del movimento centrale è monolitica e garantisce rigidità e trasmissione topBianco avorio e decal nere per la Xolar WhiteIl telaio nasce per un ciclismo di endurance, la curvatura dei tubi assorbe e disperde, ma non compromette l’efficienzaLa Dogma X nelle nuove colorazioni monta gruppi Shimano, Sram e CampagnoloLei è la Xolar Sea. La base nera è presente in tutti i modelli anche sulla forcella
Nuove tonalità, stessa qualità
La Dogma X nasce come una bici endurance top di gamma e anche nell’allestimento delle nuove colorazioni si potrà scegliere solo il meglio disponibile sul mercato, con gruppi Shimano, Sram e Campagnolo, ruote Princeton e Campagnolo.
Il modello con Shimano Dura Ace Di2 R9200 12v con ruote Princeton Grit 4540 DB, quello con Sram Red Etap AXS 12v con ruote Princeton Grit 4540 DB e infine il montaggio con Campagnolo Super Record WRL 12v e ruote Campagnolo Bora WTO.
Pinarello ha recentemente annunciato ufficialmente il lancio di una nuova docu-serie in sei episodi, intitolata “Fausto Talks”, in cui Fausto Pinarello stesso condivide la storia e i segreti di alcune delle biciclette più iconiche della sua straordinaria collezione personale. La serie si propone di offrire uno sguardo unico sulle innovazioni e le trasformazioni del design ciclistico attraverso il racconto di chi queste bici le ha progettate, create e viste in azione.
Il primo episodio è dedicato ad un capitolo fondamentale nella storia del ciclismo: l’impresa di Miguel Induráin, che esattamente trenta anni fa stabilì il Record dell’Ora, segnando una pietra miliare nella disciplina. L’impresa ebbe luogo il 2 settembre 1994, al Velodromo du Lac di Bordeaux, in Francia. La bici che lo accompagnò in quella impresa fu la mitica Pinarello Espada: un vero e proprio capolavoro ingegneristico in grado in quel preciso momento storico di rivoluzionare il concetto di aerodinamica applicata al ciclismo.
La Espada è stata progettata e costruita in collaborazione con l’Università di Firenze, appositamente per il tentativo di Record di Induráin. All’epoca, quella bicicletta si distingueva per il suo design innovativo, frutto di studi approfonditi volti a ridurre la resistenza aerodinamica. Questo approccio pionieristico è stato particolarmente rilevante dopo che l’UCI (l’Unione Ciclistica Internazionale) aveva vietato la cosiddetta posizione della “mantide religiosa”, che aveva aiutato il ciclista scozzese Graeme Obree a conquistare il Record dell’Ora poco tempo prima. La Espada di Pinarello ha quindi segnato una vera e propria svolta, dimostrando come la tecnologia e il design potessero essere decisivi nell’ottenere prestazioni eccezionali.
Uno dei prototipi su cui si lavorò perché Indurain arrivasse a stabilire il record dell’Ora di 53,040 chilometriUno dei prototipi su cui si lavorò perché Indurain arrivasse a stabilire il record dell’Ora di 53,040 chilometri
Una visione al futuro
La docu-serie Pinarello “Fausto Talks” non si limita solamente a raccontare storie del passato, ma esplora anche il significato che queste super biciclette hanno avuto nel mondo del ciclismo e nell’evoluzione tecnica di questo sport. Oltre all’episodio dedicato alla Espada, la serie prevede altre cinque puntate, ognuna delle quali si concentrerà su una bici storica diversa, raccontata con la passione e la competenza di Fausto Pinarello. Ogni nuovo episodio sarà rilasciato il giorno 4 di ogni mese, da settembre a febbraio 2025.
“Fausto Talks” rappresenta dunque un’occasione unica per tutti gli appassionati di ciclismo per entrare in contatto con pezzi di storia e di design che hanno contribuito a modellare il mondo delle due ruote. Non solo una celebrazione del passato, ma anche una riflessione su come l’innovazione e la ricerca continuino, oggi a maggior ragione, a guidare il futuro del ciclismo.
Pinarello ha recentemente presentato una versione aggiornata della sua innovativa piattaforma MYWAY che consente ad ogni singolo utente che lo desideri di personalizzare le nuovissime Dogma F e Dogma X, ampliando così ulteriormente la già vasta gamma di opzioni di colore disponibili.
Il mese scorso, Pinarello ha presentato la nuova Dogma F in sette colori. Ora, grazie all’aggiornamento della piattaforma MYWAY, lo stesso modello top di gamma è disponibile in una miriade di nuove combinazioni. Tra i quali spiccano tre colori completamente nuovi: Borealis Luxter Blue, Borealis Luxter Venice e Borealis Luxter Red Gold. Questi colori si aggiungono alle opzioni già esistenti, rendendo la Dogma F disponibile in tutte le colorazioni Edge personalizzate e nei popolari design Mono, Cut e Faded.
Anche il modello Dogma X, per la prima volta, beneficia delle stesse opzioni di colore e design introdotte per la Dogma F, ampliando così la gamma precedentemente disponibile. Con l’aggiornamento, il sistema MYWAY consente di scegliere tra sei layout grafici e 24 colori, con cinque tipi di decalcomanie e due finiture distinte. L’aggiornamento della piattaforma MYWAY rappresenta un notevole passo avanti nella personalizzazione delle biciclette Pinarello, offrendo ai ciclisti un’esperienza ancora più ricca e coinvolgente. Con una gamma ampliata di colori, design e opzioni di finitura, Pinarello continua a distinguersi come brand di vertice per quanto riguarda l’innovazione.
La personalizzazione di Pinarello ha raggiunto nuovi standardLa personalizzazione di Pinarello ha raggiunto nuovi standard
Una personalizzazione immersiva
Pinarello ha lanciato MYWAY nel 2022, offrendo ai clienti un’esperienza 3D divertente, immersiva e realistica per personalizzare l’aspetto delle biciclette di punta, che possono poi essere trasformate in realtà. Ogni telaio MYWAY è considerato un’opera d’arte, poiché ogni design viene ricreato a mano da abili artigiani presso la sede centrale di Pinarello.
Il processo di produzione dei design MYWAY è altamente tecnico, e solo i migliori verniciatori del marchio – con oltre 30 anni di esperienza – lavorano su questi progetti. Il processo inizia con l’attenta preparazione di ogni singolo telaio, prima lucidato a mano in modo da creare una superficie perfettamente liscia e priva di pori che potrebbero compromettere la finitura finale. Successivamente, il telaio viene pulito e preparato per la verniciatura, avvolto e “nastrato” con precisione prima di applicare eventuali strati secondari di vernice. Dopo aver rimosso le pellicole protettive, si applicano con cura i dettagli di finitura e le ombreggiature utilizzando un aerografo e una pistola a spruzzo di precisione. Ogni passaggio richiede diverse ore di asciugatura e polimerizzazione, rendendo questo un processo lungo e impegnativo. Una volta completata la verniciatura, il telaio riceve una finitura lucida o opaca e una pellicola protettiva trasparente.
Ora è possibile scegliere tra ben 24 colorazioni diverseOra è possibile scegliere tra ben 24 colorazioni diverse
Dopo la verniciatura, il telaio riposa per 24 ore prima dell’ispezione finale e della lucidatura. Il passaggio finale è l’applicazione delle decalcomanie Decaplus, che vengono “cotte” direttamente sul telaio. Queste decalcomanie sono state appositamente progettate per ridurre il peso rispetto alle versioni tradizionali. Inoltre permettono di ottenere una superficie incredibilmente liscia con una splendida gamma di colori, inclusi effetti metallici. Il telaio subisce un controllo finale e una pulizia prima di essere sottoposto a un’ispezione tecnica completa. Questa include: esame delle viti, delle filettature e della chiusura del reggisella. Solo allora il telaio è pronto per essere assemblato in una bicicletta da sogno davvero… unica.
Ci siamo. Con la gara delle donne che si svolgerà nel primo pomeriggio, alle 16,32 scenderanno in strada i professionisti della crono. Le Olimpiadi di Parigi entrano nel vivo e il confronto al vertice sarà tiratissimo. I mondiali di Stirling dello scorso anno consegnarono alla storia la vittoria di Evenepoel con 12 secondi di vantaggio su Ganna e 48 su Tarling. Si ragionò a lungo su quel passivo così esiguo del piemontese e si concluse che gli interventi da fare fossero prevalentemente tecnologici, con la constatazione che l’aerodinamica del piccolo belga fosse migliore rispetto a quella dell’azzurro. Dal momento in cui è stato aperto il file olimpico, non sono stati lesinati sforzi. Per realizzare la nuova Bolide F TT, Pinarello ha deciso di investire in modo importante, coinvolgendo nuovamente Luca Oggiano e la sua NabaFlow, specializzata in studi sull’aerodinamica.
Il design aggiornato ha ottenuto una riduzione del CdA del 2,28% rispetto al modello precedenteLa tecnologia AirStream deriva dalle pinne delle megattere: una scelta adottata già per l’Ora di GannaIl design aggiornato ha ottenuto una riduzione del CdA del 2,28% rispetto al modello precedenteLa tecnologia AirStream deriva dalle pinne delle megattere: una scelta adottata già per l’Ora di Ganna
Tra comfort e prestazione
Le tempistiche sono state ridotte. Le scadenze olimpiche prevedevano che tutto fosse consegnato prima dei mondiali 2023. Alcuni progetti pertanto sono stati spinti per rispettare la scadenza, mentre il lavoro sugli atleti e sulla posizione sono andati avanti anche oltre agosto. Il primo passo è stata la scansione 3D completa degli atleti, per fare l’ottimizzazione della posizione in maniera digitale, che è la base del lavoro fatto con Ganna nel progettare la bici per il record dell’Ora. In NabaFlow per certe procedure si fa ricorso a tecniche di animazione miste a simulazioni sul cloud, ricorrendo a un software proprietario utilizzato anche per l’Ora di Pippo.
Tuttavia quello che va bene per la prova di un’ora in velodromo non è ripetibile su strada, con la differenza di sollecitazioni previste dalla crono. Perciò si è lavorato con i triatleti, rincorrendo il bilanciamento tra comfort e aerodinamica. Ganna ha sposato la causa senza preclusioni, avendo capito che alcuni passaggi possono comportare della fatica aggiuntiva per trovare la soluzione migliore. Giorni di test supplementari in più in galleria o in velodromo. Ogni atleta la prende in maniera diversa: alcuni sono molto aperti, altri quasi infastiditi. Ganna si è rimboccato le maniche e dagli studi, le simulazioni e i tanti test, è nata la Bolide F TT.
La Bolide F TT debutterà nel pomeriggio con tutti gli atleti del team Ineos GrenadiersIl triangolo posteriore è esiguo, ma garantisce ugualmente la rigidità che serveLa borraccia è ben integrata nel tubo obliquo, come pure l’attacco manubrio è un tutt’uno con l’orizzontale
Lo spunto della pista
La nuova bici da crono di Pinarello è stata disegnata e realizzata per i corridori del team Ineos Grenadiers e debutterà stasera nella cronometro olimpica. Inizialmente si era pensato che la prima uscita sarebbe avvenuta al Tour de France, invece il debutto è stato affidato a Kwiatkowski, Sheffield, Tarling, Foss e ovviamente Ganna. La loro bici avrà una colorazione unica, che fonde Luxter Red Gold e Luxter Blu, riportando i colori delle nazioni sul tubo sella.
La Bolide F TT ha rielaborato molte delle tecnologie adottate per la Bolide F HR ottimizzate dal team dell’inseguimento a squadre della nazionale italiana. Il design che se ne è ottenuto ha portato a una riduzione del 2,8 per cento del coefficiente adimensionale che misura la resistenza aerodinamica, riassumendo in sé una serie di altre caratteristiche e tecnologie.
Ieri l’ultimo allenamento degli azzurri, ma otto la pioggia. Ecco Bettiol, Longo Borghini e Ganna (foto FCI)Ieri l’ultimo allenamento degli azzurri, ma otto la pioggia. Ecco Longo Borghini e Ganna (foto FCI)
Le pinne delle megattere
La prima è la tecnologia AirStream che fece tanto parlare in occasione dell’Ora di Ganna. Sviluppata in collaborazione con l’Università di Adelaide e con NablaFlow, essa trae ispirazione dai tubercoli presenti sulle pinne delle megattere, le balene. Sulla parte anteriore del piantone e del reggisella è stato integrato un modello di AeroNode, che grazie alla particolare zigrinatura riduce i vortici generati dai movimenti delle gambe, migliorando il flusso d’aria.
Il carro posteriore e la zona del movimento sono stati resi più rigidi e questo ha permesso di aumentare la misura del passaggio ruota, passando dalla tolleranza di 28 mm fino a 32, senza che ne vengano compromesse reattività e la rigidità.
Il colore della bandiera nazionale è riportato sul piantone: questo l’azzurro ItaliaIl carro posteriore è stato irrigidito, con l’aumento del passaggio ruote fino a 32 mmIl colore della bandiera nazionale è riportato sul piantone: questo l’azzurro ItaliaIl carro posteriore è stato irrigidito, con l’aumento del passaggio ruote fino a 32 mm
Foderi e forcella maggiorati
Gli studi più recenti di telaistica hanno visto lo spostamento della tendenza verso foderi, forcella e pendendi più larghi per ridurre il drag aerodinamico dell’insieme bicicletta + ciclista. Per ottenere lo standard raggiunto, sono stati eseguiti duemila test computazionali di fluidodinamica. Si è determinato che assottigliando gli spessori e aumentando le superfici, si ottiene un peso inferiore, raggiungendo prestazioni altissime di velocità, qualunque sia la provenienza del vento.
Per finire, fra le novità della nuova Bolide c’è l’ottimizzazione della geometria del manubrio, puntando a rientrare nelle misure imposte dall’Uci e ottenere la miglior aerodinamica con il ricorso ai software che d’abitudine NabaFlow utilizza per la Formula Uno.
La Bolide F TT ha rigidità aumentata ache su grandi misure come quella di GannaL’aumento della superficie dei foderi forcella e il loro essere più sottili migliora l’aerodinamica in modo sensibileLa Bolide F TT ha rigidità aumentata ache su grandi misure come quella di GannaL’aumento della superficie dei foderi forcella e il loro essere più sottili migliora l’aerodinamica in modo sensibile
Direttamente dalla F1
La collaborazione con NablaFlow ha permesso di condurre innumerevoli simulazioni utilizzando il software AeroCloud: la soluzione cloud preferita dalla FIA e da molti team di F1, per determinare il design più efficiente. Il ricorso a simili tecnologie con simulazioni 3D, fatte in maniera molto più accurata, molto più veloce, molto più scalata, hanno fatto sì che si sia ottimizzata l’aerodinamica in qualsiasi comparto. Se tutto questo darà risultati eccezionali in pista, siamo certi che offrirà risconti positivi anche su strada. Per averne conferma, a questo punto, basterà aspettare qualche ora. E tifare tutti per Pippo Ganna!!!
Era il 1991 quando Franco Chioccioli si riprese la maglia rosa persa nel 1988. Un Giro esaltante e prepotente. Tanto pubblico. E grandi avversari italiani
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
VENITE SU BICI.STYLE
bici.STYLE è la risorsa per essere sempre aggiornati su percorsi, notizie, tecnica, hotellerie, industria e salute
Quando si pensa a Challenge il primo pensiero va immediatamente al ciclocross. Senza andare molto indietro nel tempo, nel 2022 negli Stati Uniti, esattamente a Fayetteville, Thomas Pidcock diventava campione del mondo montando coperture Challenge sulla sua Pinarello. Un sodalizio davvero incredibile quello fra il fuoriclasse britannico e Challenge. Il campione originario di Leeds ha saputo conquistare in carriera la maglia iridata del ciclocross nelle categorie Junior, U23 ed Elite, ed in tutte queste occasioni l’ha fatto montando coperture Challenge.
Luca e Silvio Ponente, fondatori di Cycled ProjectLuca e Silvio Ponente, fondatori di Cycled Project
Non solo gare
Challenge ha deciso di recente di non limitarsi alla semplice progettazione e produzione di coperture altamente performanti….e nel caso di Pidcock vincenti. Ha voluto infatti dare nuova vita alle proprie coperture una volta giunte alla naturale conclusione del loro ciclo di vita. Per farlo Challenge ha attivato una collaborazione davvero speciale con Cycled Project, realtà specializzata nella trasformazione di pneumatici riciclati in accessori eleganti ed ecologici.
A creare nel 2014 Cycled Project sono stati due fratelli veneziani, Luca e Silvio Potente, desiderosi di dare vita ad un progetto fondato sulla passione per il ciclismo e sulla ricerca di infiniti modi per dare nuova vita agli pneumatici per bici da corsa. A guidarli un solo credo, come segnalato sul loro sito: l’economia circolare!
I prodotti di Recycled Project sono realizzati a manoNascono dagli scarti dei prodotti di Challenge che vengono riutilizzatiI prodotti di Recycled Project sono realizzati a manoNascono dagli scarti dei prodotti di Challenge che vengono riutilizzati
La sostenibilità
L’economia circolare è strettamente collegata al tema della sostenibilità, da sempre al centro delle politiche aziendali di Challenge. Ogni fase nella lavorazione di ogni singola copertura è finalizzata a ridurre al minimo l’impatto con l’ambiente, senza però che questo vada minimamente a discapito della qualità del prodotto finale. La riduzione dell’impatto sull’ambiente passa oggi anche attraverso la capacità di trasformare gli pneumatici usati in accessori durevoli e alla moda. Tra questi ci sono cinture eleganti e pratici portachiavi, ciascuno realizzato a mano da Cycled Project con meticolosa attenzione ai dettagli e l’impegno appunto nell’utilizzo di materiali riciclati.
Nelle intenzioni di Challenge e Cycled Project gli accessori creati non solo devono mettere in mostra la durabilità e la qualità dei materiali riciclati degli pneumatici, ma anche incarnare i valori condivisi della loro collaborazione: innovazione, sostenibilità e dedizione a fare una differenza positiva nel mondo.
L’invito che arriva oggi da Challenge e da Cycled Project è quello di regalare o regalarsi un accessorio elegante, e soprattutto sostenibile, che ci accompagni nel nostro tempo libero. E’ possibile vedere gli accessori nati dalla collaborazione con Cycled Project sulla pagina dedicata all’interno del sito internet di Challenge.
Il mondo del ciclismo ha recentemente registrato il ritorno di un’icona sportiva nella famiglia Pinarello. Il leggendario Miguel Indurain ha ripreso la sua collaborazione con l’iconico marchio trevigiano, unendo le forze con Fausto Pinarello per progettare una colorazione unica del modello top di gamma Dogma F. Questo evento segna non solo un ritorno simbolico, ma anche una celebrazione dell’eredità e del successo condiviso tra Indurain e il marchio trevigiano.
Martedì 9 luglio, Miguel Indurain ha ufficialmente segnato il proprio ritorno in Pinarello pedalando una Dogma F personalizzata durante la Maratona dles Dolomites. Il cinque volte vincitore del Tour de France ha collaborato direttamente con Fausto per creare un design unico per la sua bicicletta. La nuova colorazione, denominata “rosso full luxter”, è stata presentata ufficialmente presso la sede centrale di Pinarello a Villorba, Treviso, dove Induráin ha ritirato personalmente la bicicletta prima di prendere parte all’evento alto atesino.
La Dogma F di IndurainLa Dogma F di Indurain
Dogma F personalizzata
La Dogma F, lanciata ufficialmente il 20 giugno, rappresenta l’ultimo capolavoro di Pinarello. Questo modello combina prestazioni incredibili e tecnologia all’avanguardia con un’estetica sbalorditiva. La bicicletta è il risultato di anni di ricerca e sviluppo, mirati a offrire un prodotto che soddisfi i più alti standard di qualità e innovazione nel mondo del ciclismo.
«Sono felice di riavere Miguel nella famiglia Pinarello – ha dichiarato Fausto – e questo perché Miguel è il ciclista con cui sento il legame più profondo. La nostra amicizia dura da oltre trent’anni ed è parte integrante della storia di Pinarello. Le sue incredibili prestazioni e le sue vittorie più importanti ci hanno aiutato a crescere fino a diventare il marchio che siamo oggi».
La storia di Pinarello e Induráin è strettamente intrecciata. Negli anni ’90, Miguel Indurain ha dominato il mondo del ciclismo, vincendo cinque Tour de France consecutivi, due Giri d’Italia, due Campionati del Mondo e stabilendo il record dell’ora sull’iconica bicicletta Espada: tutti successi esclusivamente colti pedalando biciclette Pinarello. Questa collaborazione non solo ha elevato la carriera di Induráin, ma ha anche consolidato la reputazione del marchio come uno dei più prestigiosi e innovativi nel mondo delle biciclette da corsa.
Fausto Pinarello con Miguel IndurainI due ammirano la Dogma F realizzata per il campione navarroFausto Pinarello con Miguel IndurainI due ammirano la Dogma F realizzata per il campione navarro
Una storia di successi
Il ritorno di Miguel Indurain segna l’inizio di una nuova fase per la partnership con Pinarello. L’evento alla Maratona dles Dolomites è stato un momento di grande orgoglio per entrambi, simbolizzando il continuo impegno di Pinarello per l’eccellenza e l’innovazione.
«È stato un momento di grande orgoglio vedere Miguel in sella alla nostra nuova Dogma F – ha aggiunto Fausto – e non vediamo davvero l’ora di iniziare questa nuova fase della nostra partnership».
Questa rinnovata collaborazione promette di portare ulteriori successi e innovazioni nel mondo del ciclismo, celebrando una storia ricca di trionfi e una visione condivisa per il futuro. La nuova Dogma F non è solo una bicicletta, ma un simbolo del legame indissolubile tra due giganti del ciclismo.
Dopo 4 anni, Leonardo Basso lascia la Ineos e approda all'Astana assieme a Moscon. Le attese. Il curriculum. La bici. E il sogno di fare un grande Giro
Dal 2 luglio in Austria inizierà l’ultima corsa di preparazione di Filippo Ganna, che si concluderà cinque giorni dopo: venti esatti prima della cronometro olimpica di Parigidel 27 luglio. Dopo il campionato italiano su strada, chiuso al quarto posto su un percorso molto duro per le sue caratteristiche, il piemontese è tornato a lavorare in pista. E noi abbiamo approfittato dei pochi giorni prima del Tour of Austria per fare il punto della situazione con il suo allenatore Dario Cioni. Curiosamente, parlando di crono olimpica, nella Ineos Grenadiers correranno l’Austria anche Tobias Foss e Magnus Sheffield: due che con le loro nazionali saranno in lizza per le stesse medaglie.
«L’Austria è l’unica corsa a tappe per quelli che non fanno il Tour – spiega Cioni – e che hanno ancora del lavoro da fare. Non è neanche per il prologo, che forse si farà con la bici da strada, ma per quegli 800 chilometri di gara in cui si potrà lavorare cercando anche il risultato. Filippo ha appena concluso due giorni di lavoro in pista e poi uno di volume su strada. Se facesse tre giorni in velodromo, ne uscirebbe troppo stanco e senza portare a casa qualcosa di utile».
Il rendimento di Ganna in salita al tricolore è la somma dei lavori del Giro, dell’altura e della pistaIl rendimento di Ganna in salita al tricolore è la somma dei lavori del Giro, dell’altura e della pista
Ti aspettavi che andasse così forte nella gara tricolore su strada?
Dopo il Giro ha lavorato un po’. Ha assorbito il lavoro, poi è stato in altura e ha fatto un po’ di specifico. La settimana prima, sceso dall’altura era stato anche in pista. La vittoria del tricolore crono e quel quarto posto sono stati il risultato di tutto messo insieme.
Come mai in pista fa blocchi di due giorni e non più di tre?
Nei primi tempi si era iniziato con blocchi più lunghi, però proprio da Tokyo in avanti non si sono più ripetuti. In pista fai tanta qualità e secondo noi il terzo giorno si inizia a pagare. Ogni tanto ha rifatto anche tre giorni, non c’è una preclusione, ma volendo lavorare bene è meglio farne due per dedicarsi poi a un lavoro di volume. Quindi di fatto sono triplette, ma col terzo giorno su strada.
Il Tour of Austria ha le sue belle salite: può essere gestito oppure la corsa è corsa?
La corsa è corsa, non puoi prevedere più di tanto, a meno di non decidere che in qualche giorno particolare tiri a salvarti. Magari decidi che su cinque giorni, due li fai a tutta, due stai in gruppo e uno salvi la gamba o comunque cerchi di arrivare al traguardo avendo ancora energie nel serbatoio. Però non puoi gestirti come quando sei in allenamento e stabilisci quando lavorare in soglia e quando al medio. In gara dipende anche dagli altri, con la fortuna che non dovendo fare classifica, hai la possibilità di non andare ogni giorno fuori giri.
Il leit motiv di tutto l’anno ha visto Ganna e gli azzurri alternarsi fra strada e pistaIl leit motiv di tutto l’anno ha visto Ganna e gli azzurri alternarsi fra strada e pista
Dopo i campionati italiani, Ganna ha detto che a casa avrebbe usato la bici da crono simulando situazioni di gara.
Ha iniziato a farlo a Livigno, dove aveva quella nuova e l’ha usata un po’ di volte. Con lui grosse necessità non ci sono, perché passa molto bene da una bici all’altra. In pista ad esempio ha le stesse misure della bici da crono e poi comunque, essendo uno specialista, si adatta facilmente alla posizione. E comunque, se dovesse esserci da fare una sessione sui rulli perché fuori piove, molto probabilmente la farebbe con la bici da crono invece che con quella da strada.
Capita mai di fare dietro moto con Ganna sulla bici da crono?
E’ un po’ difficile, bisognerebbe andare a 70-80 all’ora e sulle strade statali sarebbe rischioso, in caso del minimo imprevisto. Servirebbe una superstrada, ma sono più problemi che altro. Tendenzialmente lui sulla bicicletta da crono, specialmente se è un allenamento assistito, cioè con qualcuno dietro, tende a fare il lavoro specifico e recupera fra un intervallo e l’altro. O al massimo capita di fare una salita, se vuole farla in posizione.
Avete già tutti i riferimenti che servono per il percorso di Parigi oppure è qualcosa che toccherà a Velo quando saranno là?
Il pacing, il ritmo di pedalata, l’ho sempre gestito io, anche nel mondiale e gli altri eventi con la nazionale, con la collaborazione che c’è sempre stata. Marco (Velo, ndr) fa soprattutto la parte esecutiva e gestisce l’avvicinamento nei giorni immediatamente prima, essendo il responsabile del settore crono. Abbiamo sempre fatto così, perché sarebbe assurdo cambiare il metodo di lavorare proprio in prossimità dell’evento, dopo che per tutto l’anno si è fatto in un certo modo e si è visto che funziona. Per cui va organizzata l’attività di supporto affinché Filippo senta il meno possibile la differenza.
La posizione in sella è praticamente perfetta, le alette del casco portano vantaggio, la bici nuova farà il restoLa posizione in sella è praticamente perfetta, le alette del casco portano vantaggio, la bici nuova farà il resto
Questa di Parigi è una crono che ha qualcosa di particolare dal punto di vista del pacing e della gestione dello sforzo oppure è abbastanza lineare?
Secondo me nessuno lo sa, finché non arriviamo lì e vediamo come metteranno le transenne. Può essere l’unica vera incognita, cioè vedere quanto rendono tecnico il percorso, soprattutto nelle curve. Quello influenza i rilanci. E poi c’è il meteo, se fa caldo o meno o se magari piove. Invece altimetricamente parliamo di poco o nulla. Quelli che sono andati a vederla riferiscono di un percorso molto veloce, perché comunque le poche curve che ci sono si fanno su strade grandi, per cui dipende da come metteranno le barriere restringendo la sede stradale.
Il vento?
Su un percorso cittadino così, difficilmente sarà un fattore. Per cui ci troviamo di fronte un percorso molto molto diverso da quello di Tokyo. L’ultimo setup da tutti i punti di vista si fa una volta che sei lì e hai visto come hanno tracciato le curve, per capire il pacing e capire in che modo distribuire le potenze. Però più è veloce e meno c’è da fare differenze di strategia.
L’anno scorso, dopo i mondiali, si parlava dei 12 secondi fra Evenepoel e Ganna, dici che sono stati colmati?
Avevamo parlato dei 12 secondi e del peso forma, ricordo. Per come poi abbiamo visto il percorso, qui il peso non è determinante: l’incidenza di un chilo è poco o nulla. Abbiamo lavorato molto, siamo stati in galleria per un totale di tre giornate, fra quelle con la squadra e quelle che ha fatto con la nazionale. Abbiamo affinato vari elementi. C’è una bici nuova, c’è un body nuovo. Credo ci sia tutto quello che serve, siamo convinti di arrivare a quel giorno pronti al punto giusto.
Ganna a Tokyo realizzò il quinto tempo nella crono su un percorso da scalatori: vinse Roglic su Dumoulin e DennisGanna a Tokyo realizzò il quinto tempo nella crono su un percorso da scalatori: vinse Roglic su Dumoulin e Dennis
La nuova bici da crono
La nuova Pinarello da crono di Ganna e del Team Ineos Grenadiers debutterà al Tour de France e il piemontese non potrà usarla in gara prima delle Olimpiadi. Pare fosse da escludere l’anticipazione del lancio ai campionati nazionali. Da quello che si sa, dovrebbe essere la sintesi di quella in lega usata per il record dell’Ora e la Bolide da crono. Fra i dettagli, ma solo per sentito dire, sembra che la parte bassa del manubrio abbia corna rivolte verso l’alto, anziché verso il basso.
Debutto in gara, dunque, il 5 luglio nella Nuit Saint Georges-Gevrey-Chambertin, crono di 25,3 chilometri: 7ª tappa del Tour. Quel giorno invece Ganna correrà una bella tappa di montagna al Tour of Austria, con arrivo a St Johan/Alpendorf.
Due dati italiani molto forti (successi e forte vendita di biclette) fanno pensare che su questo fronte l'Italia ha saputo gestire bene i mesi del Covid
IL PORTALE DEDICATO AL CICLISMO PROFESSIONISTICO SI ESTENDE A TUTTI GLI APPASSIONATI DELLE DUE RUOTE:
VENITE SU BICI.STYLE
bici.STYLE è la risorsa per essere sempre aggiornati su percorsi, notizie, tecnica, hotellerie, industria e salute
COLFOSCO – Nel magnifico scenario delle Dolomiti dell’Alta Badia viene presentata la tredicesima generazione di una delle bici più iconiche di sempre. La Pinarello Dogma F.
Più leggera di oltre 100 grammi (a parità di taglia), più aerodinamica e sempre rigidissima, certamente identificativa con il suo design. La nuova Pinarello è la prima bici ad utilizzare il carbonio Torayca M40X, con un modulo ancora più alto rispetto alla T1100. Entriamo nel dettaglio anche grazie a Fausto Pinarello e Scott Drawer (performance manager del Team Ineos-Grenadiers).
Fausto Pinarello con la “sua” Dogma FFausto Pinarello con la “sua” Dogma F
La creatura di Fausto Pinarello
«Questa è la Dogma numero 13. E’ tanto cambiata – ci dice FaustoPinarello – ma in ogni epoca è sempre stata un riferimento. La prima Dogma è stata quella in magnesio, sono passati 22 anni tra evoluzione e sviluppo, anche per quello che riguarda i materiali. La nuova Dogma inizia a prendere forma due anni fa. L’apporto ed il supporto del Team Ineos-Grenadiers, con il suo contributo, capacità di analisi e ovviamente grazie ai suoi atleti, sono stati fondamentali nel processo di realizzazione della nuova bici. Anche per questi motivi, abbiamo firmato con loro per altri quattro anni».
Carlos Rodriguez, vittorioso al Delfinato con la nuova Dogma FCarlos Rodriguez, vittorioso al Delfinato con la nuova Dogma F
Ogni dettaglio fa la differenza
«Amo ascoltare i corridori tutto l’anno – racconta Pinarello – mi piace portare al mio staff i feedback degli atleti, perché ogni parola è uno spunto per far evolvere la bici. Ogni corridore ha delle necessità, ha il suo modo di correre e vivere la bicicletta. La nuova Dogma rappresenta alla perfezione la filosofia Pinarello, un concentrato di tecnologia, prestazioni e bellezza.
«Abbiamo combinato i numeri – prosegue Pinarello – anche quelli più piccoli. Designer, ingengeri e partner hanno lavorato duramente per arrivare a questo risultato, dove io metto la firma e dove il design deve essere identificativo con DNA Pinarello».
Scott Drawer è il responsabile performance di Ineos GrenadiersScott Drawer è il responsabile performance di Ineos Grenadiers
Marginal gains per grandi differenze
«La ricerca delle prestazioni è cambiata tantissimo negli utlimi anni e non si tratta esclusivamente di marginal gains – ci dice Drawer – o meglio, ogni dettaglio è parte integrante di un grande processo evolutivo. Il nostro approccio negli anni non è cambiato, si è evoluto e la conferma della bontà del lavoro arriva anche dal fatto che tutti i team hanno investito tantissimo per seguire la nostra linea di pensiero.
«Quando abbiamo iniziato a ricercare ed analizzare, i margini di miglioramento erano elevati ed immediati, perché non c’era uno storico in questo senso. Ora i miglioramenti sono costanti, è ancora possibile migliorare tutto quello che è legato alla performance – conclude Drawer – ma il processo è più lento. La nuova Dogma F è parte di un sistema che chiamiamo performance planning. Come corriamo? Come ci alleniamo? Quale supporto tecnico utilizziamo? Possiamo dire che le bici Pinarello si sono evolute con noi».
L’inusuale design dello stelo Supporto deragliatore standard (non rivettato) per corone fino a 40 dentiL’inusuale design dello stelo Supporto deragliatore standard (non rivettato) per corone fino a 40 denti
La prima bozza nel 2022
Le analisi e gli studi che hanno permesso di realizzare la Dogma F partono dal Tour de France 2022. E’ stato preso in esame tutto quello che ha fatto Geraint Thomas. Cosa accade in ogni singolo momento di un Grande Giro? Non c’è esclusivamente la salita, o la discesa, oppure i tratti in pianura percorsi a velocità folli.
Una gara non è fatta solo di sprint ed accelerazioni, oppure di asfalto perfetto, perché ci sono anche il pavè ed il gravel. Numeri e dati, analisi su analisi, tutto doveva collimare per dare una bici totale. Più leggera di 108 grammi, sviluppata con i nuovi modelli CFD e con un coefficiente di efficienza aerodinamica migliore dello 0,2% (tantissimo).
Simile e diversa al tempo stesso, rispetto alla versione precedenteUn simbolo di potenza e rigiditàDesign derivato dalla pistaVista da dietro è una spadaSimile e diversa al tempo stesso, rispetto alla versione precedenteUn simbolo di potenza e rigiditàDesign derivato dalla pistaVista da dietro è una spada
La nuova Pinarello Dogma F
Il carbonio Torayca M40X, che compare per la prima volta nell’ambito bici, ha un modulo ancora maggiore del T1100 grazie ai 377 fili per pollice quadrato (rispetto ai 324). L’impiego del nuovo tessuto di carbonio e l’evoluzione delle forme di ogni profilato hanno obbligato a variare in modo importante l’impatto estetico (ed i volumi) di alcune parti della bici. La scatola del movimento centrale ad esempio, più grande, più arrotondata nella sezione inferiore, ma sempre fedele alla larghezza da 65 millimetri e alle calotte filettate per il movimento centrale. La sua forma deriva (Aero-Keel) da quella utilizzata per la bici da pista di Ganna. Tutto il carro posteriore e la forcella hanno passaggi più larghi degli pneumatici (fino a 30 millimetri di larghezza).
La tubazione obliqua è stata ridisegnata ed ha subito una cura dimagrante. E’ stata ridotta la superficie interna tronca, a favore di un risparmio di peso e senza sacrificare rigidità ed efficienza aerodinamica.
Il tubo sterzo è stato ridotto complessivamente di 8 millimetri (per quello che concerne i volumi), anche in questo caso senza perdere sostanza e rigidità. E’ stata cambiata la serie sterzo che è compatibile con i soli gruppi elettronici.
Sono stati calottati e resi cechi i punti di innesto dei perni passanti. Il blocchetto del reggisella è stato alleggerito ed è più funzionale. Non in ultima la forcella Onda, anche in questo caso completamente ridisegnata. Ha un rake di 47 millimetri, comune a tutte le taglie. Ha uno stelo con due protuberanze laterali (rinforzato e ottimizzato per il passaggio interno delle guaine, nessuna ostruzione, eliminati gli attriti e maggiore precisione nella guida, il tutto con un peso ridotto).
Il meteo non ci ha dato tregua, ma la gratificazione è stata elevata (foto Pinarello)L’obliquo, unico nel suo genere Le tipiche “alette” e la calottatura (nuova) della forcellaSmagrita anche l’inserzione degli obliquiMassiccia ed aero la zona di innesto al piantoneFoderi calottati e filo del cambio nascosto, ottima soluzioneIl meteo non ci ha dato tregua, ma la gratificazione è stata elevata (foto Pinarello)L’obliquo, unico nel suo genere Le tipiche “alette” e la calottatura (nuova) della forcellaSmagrita anche l’inserzione degli obliquiMassiccia ed aero la zona di innesto al piantoneFoderi calottati e filo del cambio nascosto, ottima soluzione
Dogma F e l’arte dell’asimmetrico
Ogni sezione della nuova Pinarello Dogma F è asimmetrica, proprio come da tradizione Dogma. La Pinarello Dogma F è disponibile in quattro configurazioni per quanto concerne la trasmissione (Sram Red AXS, Shimano Dura Ace con e senza power meter, Campagnolo Wireless e prezzi di listino che partono da 14.500 euro). Sono 3 invece le tipologie di ruote, tra Princeton, DT Swiss e Campagnolo. E’ disponibile anche il kit telaio. Sempre ampia la disponibilità della taglie (ben 11), dalla 43, alla 62.
Per gli amanti dei numeri: l’allestimento con il Red AXS ha un valore alla bilancia dichiarato di 6,63 chilogrammi (taglia 53), mentre il Dura-Ace 6,77 (entrambi con le Princeton 4550). Il montaggio Campagnolo Wireless (con le Bora WTO 45) è dichiarato a 6,88 chilogrammi.
Sempre ampia e sfruttabile la sezione piattaLe prime pedalate sull’anello del Sellaronda (foto Pinarello)Affidabile e precisa fin dalle prime pedalate (foto Pinarello)Sempre ampia e sfruttabile la sezione piattaLe prime pedalate sull’anello del Sellaronda (foto Pinarello)Affidabile e precisa fin dalle prime pedalate (foto Pinarello)
Manubrio Talon Fast
Ora adotta il suffisso Fast. Segue il filone attuale che vuole i manubri full carbon ed integrati con il flare della piega, il tutto a norma UCI. La svasatura delle curve è di 7°, ma è anche il design (leggermente ondulato) della piega che permette di fare una grande differenza in termini di comfort e precisione nella presa bassa. Ogni misura ha un attacco manubrio con angolazione di 8° e un’ampiezza della curva di 125 millimetri.
Paris-Roubaix 2022, tanta tecnica nelle biciclette e nelle scelte dei corridori. Vince una Pinarello, vincono ancora i tubeless e noi abbiamo sbirciato in giro