Milesi 2022

Milesi come Mattio, ora con una Roubaix in più

25.04.2022
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Un paio di settimane fa, parlando con Pietro Mattio ci aveva accennato a quella sana rivalità che sta nascendo nell’ambiente con Nicolas Milesi, che si trasborda dalla strada alla mtb e viceversa. Dopo aver sentito il piemontese non potevamo non ascoltare l’altra campana, solo che nel frattempo quest’ultimo ha messo nel carniere un appuntamento importante, la sua prima esperienza alla Parigi-Roubaix juniores e lo ha fatto in maniera encomiabile, con un 17° posto, primo degli italiani, che ha molto valore.

Parlare con lui non è semplice. Le sue giornate sono piene, tra scuola, allenamenti e trasferte così si finisce per prendere un appuntamento in tarda serata e dalla sua voce si sente che quella esperienza sulle pietre gli è rimasta nel cuore prima ancora che nei muscoli doloranti: «E’ qualcosa di unico. Mi è piaciuta tanto, sin dalla ricognizione non stavo nella pelle per disputarla. Avevo capito che mi potevo trovare a mio agio e così è stato, ci tenevo a far bene perché era la mia prima convocazione nella nazionale su strada e credo di aver onorato la maglia azzurra come meglio non si poteva». 

Milesi Roubaix 2022
Nicolas Milesi è giunto 17° a Roubaix, a 32″ dal vincitore lussemburghese Michotte (foto Philippe Seys)
Milesi Roubaix 2022
Nicolas Milesi è giunto 17° a Roubaix, a 32″ dal vincitore lussemburghese Michotte (foto Philippe Seys)
Quanto ti è servita la tua esperienza in mountain bike?

Tantissimo su quel percorso. Ci sono settori dove se sai guidare riesci non solo a procedere con maggiore sicurezza ma anche a guadagnare. Conta più la tecnica che le gambe, anche se poi chiaramente la resistenza ha un peso, ma su questo ero tranquillo grazie alla preparazione svolta con Luca Quinti.

Mattio ci raccontava della vostra rivalità che passa da un mezzo all’altro, anche tu hai questo saltare di disciplina in disciplina anche nello stesso weekend…

Con Pietro siamo amici, ci confrontiamo spesso proprio perché condividiamo questa passione per la multidisciplina. Ho letto del suo weekend, anch’io ho fatto la gara al sabato a Nalles in Mtb, ma ho avuto molti problemi con il fango e non è andata bene (è finita con un ritiro, ndr). Meglio alla domenica su strada dove sono rientrato nei primi 20, poi è arrivata la bella notizia della convocazione in azzurro.

Milesi Verona 2022
In mtb Milesi è protagonista all’Italia Bike Cup, con un 2° posto ad Albenga (foto Billiani)
Milesi Verona 2022
In mtb Milesi è protagonista all’Italia Bike Cup, con un 2° posto ad Albenga (foto Billiani)
La vostra duttilità è qualcosa di assolutamente nuovo nel ciclismo italiano, da che cosa nasce per te?

Bella domanda, se si pensa che fino a quando ho corso fra gli Allievi 2° anno non avevo neanche mai preso in mano la bici da strada. Un giorno, dopo che avevo vinto il titolo italiano di categoria nella mountain bike, il diesse della Ciclistica Trevigliese, Diego Brasi, mi ha proposto di provare e mi ha iscritto al Campionato Regionale. Poteva essere un salto nel buio, forse un po’ troppo per un neofita, invece ho chiuso 5° e la volta dopo sono giunto secondo. Così si è deciso per la doppia attività.

Una scelta loro o sei stato tu a chiederlo?

No, sono sempre stati favorevoli, anzi posso dire che lo scorso anno ero il solo a seguire il doppio calendario, ora invece ci sono altri due ragazzi della società che fanno lo stesso. I benefici sono evidenti.

Milesi pietre 2022
Sul pavé della Roubaix Milesi ha potuto sfruttare le sue doti di guida da biker (foto Seys)
Milesi pietre 2022
Sul pavé della Roubaix Milesi ha potuto sfruttare le sue doti di guida da biker (foto Seys)
Pratichi ciclocross?

No, perché fino all’inverno 2020-2021 ho fatto sci alpinismo a livello agonistico. L’ultimo inverno invece sono stato fermo per un incidente avuto a settembre, dovevo riprendere la preparazione e non avevo possibilità di inforcare gli sci. E’ una specialità che mi piace molto, ora è anche diventata disciplina olimpica, ma io voglio investire tutto nel ciclismo, credo che anche i prossimi inverni saranno dedicati alla preparazione su due ruote.

In base ai tuoi risultati su strada, anche tu sembri il classico passista-scalatore…

Direi di sì, in salita tengo, ma quel che amo è arrivare al traguardo da solo, fare davvero la differenza. Credo però che la mia evoluzione sia ancora parziale, ad esempio non ho mai disputato una cronometro e se non vai bene contro il tempo, che passista sei?

Da simili caratteristiche emerge un corridore che potrebbe far bene nelle corse a tappe.

Lo spero, ma come ho detto bisogna fare esperienza per capirlo. Lo scorso anno ho partecipato al Giro della Lunigiana, sono finito terzo fra i primo anno e 15° in assoluto, un risultato più che soddisfacente, ma è solo un risultato. In salita c’è gente che va più di me, che è più leggera – io peso 60 chili – diciamo che è un po’ tutto da scoprire.

Podio Roubaix junior 2022
Il podio della Parigi-Roubaix per juniores, con Michotte (LUX), fra l’estone Pajur e il francese Lozouet (foto Seys)
Podio Roubaix junior 2022
Il podio della Parigi-Roubaix per juniores, con Michotte (LUX), fra l’estone Pajur e il francese Lozouet (foto Seys)
Continuerai a fare la doppia attività?

Finora l’ho fatto, ma ora le sovrapposizioni sono troppe. Ci sono molte gare importanti nel calendario su strada e non bisogna dimenticare che c’è anche la scuola. Per ora la mtb la metto da parte, d’altronde sono dell’opinione che è meglio fare una sola cosa ma bene, che rischiare di far troppo e non ottenere nulla. Poi più avanti vedremo, soprattutto nel 2023 faremo le scelte necessarie.

Guardando un po’ più in là ti vedi come un corridore alla Van Der Poel o Pidcock, in grado di seguire strade diverse nello stesso anno?

Stiamo parlando di fenomeni assoluti, è difficile fare come loro. Quando avrò fatto le mie esperienze e capito dove potrò emergere, dovrò fare una scelta. Il mio obiettivo è avere un futuro nel ciclismo, trovare un ingaggio importante, vedremo come e dove.

Prossimi obiettivi?

Beh, visto come sono andato alla Roubaix ora guardo con molto interesse all’Eroica del 22 maggio, credo che si sposi bene alle mie caratteristiche.

Merida e Dolomiti Paganella Bike: una collaborazione naturale

02.04.2022
3 min
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Dolomiti Paganella Bike Area e Merida fondono la propria esperienza con la voglia di crescere e di comunicare nel settore della bici definendo un prezioso accordo di collaborazione. Il comprensorio trentino è riconosciuto come una tra le destinazioni più qualificate e attrezzate per la pratica della Mtb, in tutte le sue forme: dal gravity, per gli amanti della discesa, all’escursionismo per chi vuole scoprire in modo più “rilassato” il territorio. 

I Bike Patrol di Dolomiti Paganella Bike sono dotati di biciclette elettriche Merida
Dolomiti Paganella Bike Area ha dotato i propri Bike Patrol di biciclette elettriche Merida

Dolomiti Paganella Bike

In vista della stagione estiva (la cui inaugurazione ufficiale è prevista per il 27/29 maggio), Dolomiti Paganella Bike Area ha dotato i propri Bike Patrol di biciclette elettriche Merida della famiglia eONE-Sixty. Dei “veicoli” davvero perfetti a disposizione degli stessi addetti per poter pattugliare e monitorare al meglio la fitta e diversificata rete dei sentieri.

«Conosciamo da molto tempo Dolomiti Paganella Bike – ha dichiarato Dario Acquaroli, Marketing Manager di Merida Italy – e soprattutto sappiamo bene quanto nello specifico l’offerta Mtb sia cresciuta in questi anni. La Dolomiti Paganella Bike Area rappresenta senza alcun dubbio un punto di riferimento nel settore del ciclismo fuoristrada. Noi ne condividiamo gli obiettivi e valori, e ci è sembrato assolutamente naturale avviare questo percorso congiunto per il prossimo futuro».

Sonny Colbrelli, qualche mese fa, in visita presso la sede di Merida Italy a Reggio Emilia
Sonny Colbrelli, qualche mese fa, in visita presso la sede di Merida Italy a Reggio Emilia

Il ruolo dei Bike Patrol

«All’interno della nostra struttura – ha ribattuto Luca D’Angelo, il Direttore di Dolomiti Paganella Bike – abbiamo ben quattro Bike Patrol a tempo pieno durante la stagione estiva ai quali è assegnato il compito specifico di presidiare tutta la nostra superficie. Per questa ragione, gli stessi Bike Patrol hanno la necessità di spostarsi con la loro e-bike in modo rapido e sicuro. L’accordo con Merida va proprio in questa direzione: fornire biciclette elettriche affidabili e performanti a chi deve sorvegliare i nostri tracciati e dare massima assistenza ai biker che ci scelgono per le proprie escursioni».

Come anticipato, Merida metterà a disposizione dei Bike Patrol di Dolomiti Paganella Bike sei e-mtb della famiglia eONE-Sixty. In modo particolare, il modello eONE-SIXTY 775 è caratterizzato da un telaio in alluminio a triplo spessore Prolite 66 HFS-hydroformed. E’ dotato di una doppia ammortizzazione e da una escursione della ruota posteriore di 150 mm per garantire al biker una posizione estremamente bilanciata. Il motore è uno Shimano EP8, con 85Nm di coppia, mentre il telaio è in grado di ospitare una batteria da 750 Wh.

Merida

Dolomiti Paganella Bike

All’Elba con Velasco: mare e montagna. Vero spettacolo!

11.03.2022
7 min
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Ma chi l’ha detto che l’Isola d’Elba è solo mare? La splendida isola toscana è un vero paradiso per gli amanti dell’avventura sportiva: canoisti, trekker, subacquei, ma soprattutto ciclisti… Addirittura questa isola ha visto crescere un professionista, Simone Velasco, oggi in forza all’Astana Qazaqstan.

Simone è di Procchio, paesino nella costa settentrionale dell’Elba. Uno di quelli che spuntano quasi all’improvviso, tra un golfo ed un altro, immersi nel verde della macchia mediterranea. E’ lui il nostro “Cicerone”.

L’anello Occidentale

«Partiamo – inizia Velasco – col dire che l’Elba non è un’isola enorme (anche se è la terza per estensione in Italia, ndr) e si riesce a girarla tutta, ma proprio tutta in bici. Io ho i mei giri e chiaramente non possono essere molti, ma ci si può divertire. E tanto…

«Quando posso faccio il giro dell’Anello Occidentale o della Costa del Sole. Si parte da Procchio e si e si arriva a Marina di Campo, una cinquantina di chilometri in cui si può ammirare il paesaggio elbano in tutto il suo splendore. In pratica si percorre la Sp dell’Anello Occidentale: Procchio, la spiaggia di Cavoli, Pomonte, la spiaggia di Fetovaia e si prosegue verso Marina di Campo».

A Pomonte c’è un relitto a poca distanza dalla costa che è meta di molte escursioni con dei piccoli traghetti con scafo a vetro per ammirarlo.

Periplo: 140 chilometri

«All’Elba di pianura ce n’è ben poca – racconta Velasco – però volendo si possono evitare le pendenze più dure.

«Il giro completo dell’isola misura 140 chilometri. E negli ultimi anni, da quando è stata aperta la strada di Falconaia, c’è anche qualche chilometro in più, costeggiando Bagnaia e Nisporto. Il dislivello complessivo è di 2.500 metri, ma come ho detto le salite sono abbordabili, specie se le si affrontano col proprio passo».

Percorrere il periplo di un’isola ha sempre un grande fascino. Si ha un senso di potenza e di libertà allo stesso tempo, difficili da spiegare. Solo la curiosità del ciclista forse può comprenderli sino in fondo.

Il bello del giro dell’Elba è che si possono ammirare anche due geologie distinte: i graniti della parte occidentale e le rocce sedimentarie di quella orientale. Il tutto sempre accompagnato dagli odori della macchia mediterranea e da scorci unici. Il verde acceso delle pinete, il blu profondo o turchese del mare. 

Spazio agli scalatori

Ma non solo salite facili. Anche l’Elba ha il suo Mortirolo e si chiama Monte Capanne (1.019 metri sul livello del mare).

«Il Capanne è il monte vero e proprio – spiega Velasco – in bici si arriva invece sul Monte Perone a quota 630 metri. E il dislivello non è poco visto che si parte da zero (in pratica è come scalare il Pordoi da Arabba, ndr).

«Il Perone ha due versanti, entrambi sui 10 chilometri. Quello da Marciana Marina lo faccio spesso in allenamento ed è un po’ più regolare. E’ il lato classico per così dire. Pensate che qui si tiene anche una cronoscalata amatoriale ogni anno. La prima parte va su al 6-7%, poi dopo il bivio per Poggio e Marciana Alta si prosegue con tratti al 12-13%. Poco prima della cima c’è un tratto di respiro, che annuncia l’impennata finale».

«Il versante di Marina di Campo invece si potrebbe dividere in due vie: San Piero e Sant’Ilario. Quest’ultimo è un po’ più costante. Entrambi vanno su intorno al 6-7 per cento di pendenza media. Quando poi si ricongiungono c’è dapprima un tratto molto facile e poi… l’inferno: 4 chilometri durissimi, con punte al 20%».

In vetta lo scenario è incredibile e si ha una vista che spazia dalla costa italiana a quella della Corsica, si vede l’Argentario e tutto l’arcipelago toscano. E’ un qualcosa d’indescrivibile.

Elba e Mtb: che connubio

Ma se per la bici da strada l’Elba è un paradiso, per la Mtb è il tempio, una meta ormai dal richiamo mondiale. Merito dei tanti sentieri, ma anche dei due bike park. Il Capoliveri Bike Park e quello del Monte Capanne.

«La zona del Perone si presta di più al gravity – spiega Velasco – vale a dire ai sentieri più tecnici, con salti, drop, rock garden… insomma più da enduristi. Mentre per il cross country il vero totem è la zona di Capoliveri, il suo bike park sul promontorio del Monte Calamita. Tanto che l’anno scorso vi si è tenuto persino il campionato del mondo marathon.

«I ragazzi di Capoliveri sono bravissimi. Hanno fatto un lavoro incredibile e ci sono sentieri per ogni livello. Non a caso ha un fortissimo richiamo turistico. Il promontorio del Monte Calamita e tutto quel tratto che si estende verso Sud è chiamato Costa dei Gabbiani».

E Velasco la Mtb la conosce bene. E’ proprio sulla ruote grasse che ha iniziato la sua carriera. Anche per questo i sentieri dell’isola li conosce a menadito.

«E’ davvero bello girare in Mtb. Vedo moltissime ebike, ideali per risalire anche il Monte Perone o la zona di Rio nell’Elba (porzione orientale, ndr). Anche lì ci sono molti sentieri.

«A me piacerebbe fare il tratto della GTE (Grande Traversata Elbana) che va da Rio a Pomonte. Mi piacerebbe farlo a piedi in un solo giorno. Dei miei amici ci sono riusciti. Sarà l’obiettivo del prossimo inverno!»

Che ci si vada per allenarsi (anche d’inverno il clima è ottimale), per fare della passeggiate, per andare in Mtb o per stendere l’asciugamano sulla spiaggia: l’Elba è pronta ad accogliervi. Non mancano guide, nolo bici e strutture bike friendly. E tra cultura e natura c’è davvero tanto da scoprire.

Visit Elba

Tornano gli eventi gravel e mtb firmati All4cycling

08.03.2022
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All4cycling, realtà di riferimento nel mondo dell’e-commerce legato al ciclismo, si appresta a “ritornare in sella” organizzando per tutto il 2022 una serie di eventi gravel e mountain bike destinati a coinvolgere i praticanti della provincia di Varese e non solo loro.

L’obiettivo è quello di creare una vera e propria community coinvolgendo un pubblico nuovo, che vuole scoprire gli angoli della provincia di Varese lungo strade e sentieri, spesso sconosciuti, immersi nella natura. 

A fine 2021 erano già stati organizzati degli eventi test (foto apertura di Samuele Baratella). Visto il successo ottenuto, per tutto il 2022 è stato previsto un calendario più ricco e soprattutto è stato affinato il format. Si parte il prossimo 12 marzo e si andrà avanti fino a novembre con un evento al mese in programma sempre di sabato.

Il primo evento dedicato al gravel sarà sabato 12 marzo (foto Samuele Baratella)
Il primo evento dedicato al gravel sarà sabato 12 marzo (foto Samuele Baratella)

Un format collaudato

Per fare in modo che ciascun evento possa soddisfare al meglio le aspettative dei singoli partecipanti lo staff di All4cycling ha studiato un format ben preciso. Al fine garantire la massima sicurezza si è optato per il numero chiuso. In questo modo ciascun partecipante potrà godere di un’assistenza completa per tutta la durata dell’evento. Le iscrizioni saranno sempre gratuite e verranno gestite tramite Ticket Tailor. 

Un ruolo importante sarà svolto dalle community locali che forniranno il loro supporto per la buona riuscita di ciascun evento. Anche per quel che riguarda il food saranno coinvolte delle realtà locali che gestiranno l’accoglienza prima della partenza e dopo il ritorno da ciascun giro in bici. Per alcuni eventi sarà inoltre prevista la presenza di uno speaker chiamato ad animare la giornata.

All4cycling ha deciso di associare di volta in volta a ciascun evento due brand di settore che omaggeranno con dei gadget tutti i partecipanti e metteranno in palio dei premi attraverso un’estrazione in programma al ritorno da ogni escursione.

Il ritrovo è sempre davanti alla sede di All4Cycling, a Gazzada Schianno, (foto Samuele Baratella)
Il ritrovo è sempre davanti alla sede di All4Cycling, a Gazzada Schianno, (foto Samuele Baratella)

Come funziona?

Per ciascun evento è previsto il ritrovo il sabato mattina presso l’ampio parcheggio della sede di All4cycling di Gazzada Schianno dove sarà allestito un mini villaggio per accogliere tutti i partecipanti. Qui sarà effettuato il check-in e si potrà gustare un buon caffè prima mettersi in sella. Tutti i percorsi saranno realizzati e comunicati attraverso la piattaforma Koomot.

Ogni giro avrà una lunghezza intorno ai 30 chilometri, sufficienti per divertirsi pedalando lontano dal traffico e a contatto con la natura. Al ritorno presso la sede di All4cycling sarà previsto un aperitivo e la distribuzione a tutti i partecipanti di gadget, oltre all’estrazione dei premi messi in palio dalle aziende presenti all’evento.

Il 9 aprile ci sarà il primo evento della stagione dedicato agli appassionati di mountain bike (foto Samuele Baratella)
Il 9 aprile ci sarà il primo evento della stagione dedicato agli appassionati di mountain bike (foto Samuele Baratella)

Si parte il 12 marzo!

Ad oggi sono stati previsti complessivamente 8 eventi. Sei dedicati al gravel e due alla mountain bike. Sono già state stabilite anche le date dei primi tre. Si parte sabato12 marzo con un evento realizzato in collaborazione con Alé e DMT. Vista la vicinanza all’8 marzo, l’evento avrà un focus mirato sulle donne. Seguiranno un evento mountain bike il 9 aprile, con la presenza di Pirelli e Muc-Off, e uno 14 maggio dedicato al gravel con il supporto di rh+ e Fsa.

L’evento del 9 aprile terrà a battesimo l’inaugurazione di un’area lavaggio bici della quale potranno usufruire tutti i partecipanti al termine di ciascuna escursione.

Per essere sempre aggiornati sul calendario degli eventi 2022 consigliamo di seguire i canali social All4cycling.

Juri Zanotti: dalla Bardiani all’azzurro, sempre su strada

04.03.2022
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Avevamo lasciato Juri Zanotti con i colori della Bardiani-CSF-Faizanè, squadra con cui ha corso da stagista nella seconda metà della stagione 2021. Il biker di Lecco, con la squadra di Reverberi, aveva chiuso il calendario italiano alla Coppa Agostoni.

Nel 2022 Juri ha cambiato squadra nella sua disciplina principale, passando al Team BMC Mountain Bike Racing. «Non avevo voglia di abbandonare completamente l’attività su strada» queste le parole con cui aveva concluso la scorsa intervista. Detto fatto, dopo aver chiuso il calendario italiano eccolo di nuovo ai nastri di partenza alla prima prova in territorio nostrano: il Trofeo Laigueglia.

Non lo accompagna più la maglia della Bardiani, ma quella azzurra. Zanotti ha infatti preso il via con la formazione guidata dal cittì Bennati, alla sua prima esperienza in ammiraglia. Daniele ci aveva già anticipato come la collaborazione tra le varie discipline fosse importante e che probabilmente Zanotti avrebbe preso parte a qualche corsa.

Juri Zanotti durante lo stage con la Bardiani-CSF-Faizanè
Juri Zanotti durante lo stage con la Bardiani-CSF Faizanè
Ci siamo lasciati a ottobre e ci ritroviamo a marzo, come hai passato questo inverno?

Bene, la preparazione non è cambiata molto rispetto al solito, ho usato molto la bici da strada. Ho fatto tanti allenamenti di endurance lavorando sulla soglia aerobica con uscite tra le 4 e le 5 ore. 

Che differenze hai trovato nella tua prestazione di ieri rispetto a quelle della scorsa stagione?

A livello di sensazioni mi sentivo molto meglio, mi sono stancato più tardi rispetto alle esperienze precedenti. Alla Milano-Torino dopo 3 ore e mezza ero sfinito. A Laigueglia, invece, mi sono staccato alla fine del secondo giro del circuito finale, dopo 180 chilometri e 4 ore e mezza di corsa. Non avendo esperienza in questo genere di corse, Bennati mi aveva dato un compito ben preciso.

Assieme a filippo Conca (a destra), così Zanotti al via del Trofeo Laigueglia
Assieme a filippo Conca (a destra), così Zanotti al via del Trofeo Laigueglia
Quale?

Mi ha raccomandato di stare accanto a Oss e di affidarmi a lui, per farmi trovare bene in tutte le fasi della gara. Poi se ne avessi avuto la possibilità e la gamba, lo avrei dovuto aiutare a stare davanti nel finale.

Com’è stato correre accanto a Daniel?

Molto bello ed istruttivo, standogli sempre vicino ho avuto modo di vedere come ci si posiziona in gruppo e come si affrontano le varie fasi di corsa. Nonostante abbia cercato di rimanere sempre davanti, mi sono fatto sorprendere un paio di volte rischiando di trovarmi nella seconda metà del gruppo.

C’è qualche consiglio particolare che ti ha dato?

Qualcosa sull’alimentazione e sulla posizione in gruppo. Io non ho mai imparato ad ascoltare le esigenze del mio corpo, stare accanto a Daniel mi ha aiutato anche nel ricordarmi di mangiare. Sapete, nelle gare di cross country ci nutriamo solamente con dei gel, non abbiamo questa dimestichezza. Poi ho potuto vedere da vicino come corre uno della sua esperienza. Sa quando accelerare, quando risparmiare energie…

Com’è il rapporto con Bennati?

E’ stato bello fin da subito. Ci siamo incontrati per la prima volta al Giro d’Onore a dicembre e lì, insieme al cittì della Mtb Celestino, gli ho detto del mio interesse di fare anche attività su strada. 

Oltre a Juri Zanotti correva anche un altro crossista, si tratta di Nadir Colledani del team MMR Factory Racing Team
Oltre a Zanotti correva anche un altro crossista, si tratta di Nadir Colledani del team MMR Factory Racing Team
Qual è la finalità del tuo impegno su strada?

E’ sicuramente quella di portare beneficio alla mia principale attività: il cross country. Su strada, soprattutto nelle gare, sei sempre in spinta ed alzi molto la tua soglia aerobica. La bici da corsa la uso spesso anche per gli allenamenti durante la stagione, mi aiuta molto a fare dei lavori di ripetute sui 5-10 minuti che in Mtb mi risulterebbe difficile fare.

Ci sono state delle situazioni di gara dove ti è stata utile la tua abilità di crossista?

Nel circuito finale mi è tornata utile per rientrare in gruppo dopo nella discesa di Colla Micheri quando alla fine del secondo passaggio mi ero fatto sfilare dal gruppo. In generale vedevo come certi corridori fossero rigidi in alcune situazioni di corsa dove c’era da guidare la bici. Io, invece, grazie alle mie abilità sono riuscito più volte a recuperare posizioni in gruppo.

E la tua squadra di cross country è favorevole a questo tuo doppio impegno?

Molto, come detto aiuta ad alzare il livello di competitività. Già dalla prossima stagione potrei fare delle gare con qualche team satellite BMC. Cosa che sta già facendo un mio compagno: Filippo Colombo.

Al Borgo Pieve a Salti si respira ciclismo, in tutte le sue forme

27.01.2022
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Esiste un luogo, in Toscana, tra Buonconvento e la splendida Montalcino (siamo a circa 25 chilometri a sud da Siena percorrendo la consolare Via Cassia) che da qualche anno è indubbiamente riconosciuto quale uno dei migliori “bike hotel” del territorio. Ad essere onesti, il Borgo Pieve a Salti è molto più di una struttura turistica con una specifica inclinazione ad accogliere ospiti-ciclisti. Ma scopriamone il motivo, scambiando quattro chiacchiere con colui che del “Pieve a Salti” può esserne considerato il riferimento: Gian Paolo Sandrinelli.

Allora Gian Paolo, raccontaci un poco la storia di questo piccolo angolo di paradiso…

Siamo sulle colline che guardano Montalcino, e Pieve a Salti nasce come piccolo borgo – considerato tra i più belli d’Italia – prendendo il proprio nome dall’antica Pieve Santa Maria in Salti, una chiesa battesimale del VI/VII secolo. All’interno della nostra struttura tutto è letteralmente pervaso di storia: il corpo centrale ad esempio è un fabbricato risalente al XVII secolo. Il nostro ristorante è un luogo dove poter gustare i piatti tipici senesi e bere dell’ottimo Brunello, mentre le camere sono suddivise in standard, superior, deluxe ed appartamenti: questi ultimi davvero ideali per gruppi di ciclisti. Completano l’offerta due piscine, una coperta ed un’altra scoperta, campi da tennis, il centro SPA con sauna e bagno turco e il nostro fantastico maneggio. Da noi posso dire che si respira un’atmosfera di tranquillità assoluta».

Come nasce, o meglio da dove arriva la vostra passione per il ciclismo?

La passione per il ciclismo è qualcosa che mi porto dentro da tantissimo tempo. Sono trentino, di Mori, e dunque non poteva essere altrimenti. E’ il cuore che mi ha portato in Toscana, qui a Pieve a Salti. Ma il legame con la mia terra, con lo sport della bicicletta e con i miei amici corridori professionisti non è mai venuto a mancare. Da molti anni il Borgo Pieve a Salti ospita diversi team WorldTour in occasione della Strade Bianche. Su tutti mi piace ricordare la Lotto-Soudal e, in modo particolare, la squadra femminile della SD Worx. L’anno scorso portammo anche parecchia fortuna, considerando la vittoria della Chantal Blaak. E poi qui da noi Anna Van Der Breggen è davvero di casa: appassionatissima di buona cucina, la consideriamo davvero una di famiglia. E’ e sarà sempre la benvenuta. Quest’anno poi c’è una grande ed importante novità: siamo difatti orgogliosi di aver rafforzato la nostra partnership con il team Mtb Soudal Lee Cougan del due volte campione del mondo marathon Leonardo Paez, con il nostro logo (foto di apertura, ndr) ben evidente sulla nuova divisa!

Gian Paolo Sandrinelli General Manager del Borgo Pieve a Salti con Anna Van der Breggen
Gian Paolo Sandrinelli General Manager del Borgo Pieve a Salti con Anna Van der Breggen
Hai citato Strade Bianche: raccontaci qualcosa di più…

Per noi quella settimana è davvero magica. E’ un rito. Si respira un’atmosfera vera, di grandissimo ciclismo. Al pari di quelle che ho vissuto nelle Fiandre in coincidenza con i loro grandi eventi… Altro aspetto che vale la pena ricordare riguarda poi la collocazione geografica di Borgo Pieve a Salti. Siamo esattamente lungo uno dei tratti di sterrato del percorso (il numero 6, lungo ben otto chilometri, a circa metà gara) e dunque la stessa struttura è davvero ideale anche come base di partenza per dei sopralluoghi, per degli intensi allenamenti, oppure, più in generale, per delle bellissime escursioni sul territorio.

Borgo Pieve a Salti è anche Eroica, giusto?

Esattamente. Il rapporto con Eroica è di lunga data. Abbiamo organizzato per loro dei ristori memorabili, considerando che siamo anche sul percorso. Oggi rivestiamo ancora il ruolo di partner ufficiali, e diamo la possibilità a tutti i partecipanti di trovare nei loro pacchi gara, e così di provare, i nostri prodotti biologici: delle vere e proprie eccellenze…

Il Borgo Pieve a Salti, fin dagli inizi della sua attività nel 1978 produce alimenti biologici
Il Borgo Pieve a Salti, fin dagli inizi della sua attività nel 1978 produce alimenti biologici
Perchè la vostra attività è ben avviata anche in quel settore, corretto?

Sì, è così. L’azienda agricola Fattoria Pieve a Salti è nata nel 1978. Sin dalla propria fondazione il metodo di produzione adottato è stato di tipo semi-estensivo, e questo ha comportato l’ampio ricorso a rotazioni lunghe incentrate sul ruolo delle foraggere miglioratrici (leguminose) coltivate in alternanza con i cereali antichi e minori tipici di questa zona. Questo ha determinato col tempo l’adesione allo schema di certificazione volontaria in materia di agricoltura biologica per la produzione in modo sostenibile di alimenti sani. La costante volontà nel voler ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività, e nel voler chiudere il ciclo di produzione e trasformazione per poter produrre alimenti realmente a Km zero, ha poi determinato – a partire dal 1998 – la messa in opera di un impianto aziendale di trasformazione dei cereali completamente auto prodotti.

Borgo Pieve a Salti

Jakob Dorigoni, San Fior 2020

Jakob Dorigoni: «Alla strada preferisco le marathon»

14.12.2021
4 min
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Jakob Dorigoni è uno degli atleti azzurri che domenica si è cimentato nella prova di coppa del mondo in Val di Sole, appuntamento stravinto da Van Aert. Questo è stato lo spunto per il nostro editoriale del lunedì. I corridori che dominano le corse di ciclocross sono gli stessi che troviamo poi a giocarsi la vittoria tutto l’anno su strada. E’ ormai chiaro come praticare due discipline ad alto livello aumenti lo stress e la fatica, ma una volta che si gestiscono i periodi di corsa, i risultati parlano da soli. L’Italia ha perso ottimi crossisti passati su strada e più tornati, ma è il modo giusto per gestire questi ragazzi? Non sarebbe meglio dare loro la possibilità di correre ad alto livello anche su strada per potersela giocare nel cross? Cambierebbe qualcosa nella carriera di Dorigoni se durante l’estate potesse disputare delle corse a tappe?

Dorigoni Sant'Elpidio 2021
Jakob Dorigoni nel ciclocross corre per il team Selle Italia Guerciotti
Dorigoni Sant'Elpidio 2021
Jakob Dorigoni nel ciclocross corre per il team Selle Italia Guerciotti
Innanzitutto Jakob, com’è andata domenica?

Bene, mi sono divertito molto, è stata una prima volta speciale sulla neve. Il percorso era bello anche se tanto tecnico.

Correre sulla neve è tanto diverso?

No, la formazione del percorso è simile a quando c’è il fango. Si creano le canaline e bisogna stare attenti a quale prendere per non finire al di fuori della traiettoria ideale e perdere così troppo tempo.

L’insidia più grande?

Essendo il percorso per lo più all’ombra, le basse temperature si facevano sentire. Anche durante il riscaldamento avevo freddo nonostante fossi al sole, quindi pensate che temperatura c’era… Una delle maggiori insidie era dovuta proprio all’ombra sul percorso perché la neve andava via via ghiacciandosi e mantenere l’equilibrio era fondamentale.

Ha vinto Van Aert con quasi un minuto sul secondo…

Lui è un fenomeno, domenica è atterrato un alieno in Val di Sole.

Jakob Dorigoni ha corso il Giro d’Italia under 23 nel 2018, 2019 e 2020
Jakob Dorigoni ha corso il Giro d’Italia under 23 nel 2018, 2019 e 2020

Doppia attività sì, ma quale?

I primi 5 della classifica di ieri alternano una buona, se non ottima, attività su strada a quella invernale di ciclocross. Anche Jakob fino al 2020 ha corso su strada in estate, ha partecipato al Giro d’Italia under 23 con la Work Service Dynatec Vega. Nella stagione appena conclusa però non lo ha fatto.

Che disciplina hai praticato quest’estate?

Ho corso in mountain bike, ho deciso di cambiare attività.

Come mai?

Ho sempre praticato questa disciplina e mi piace molto. Mi diverte e mi mantiene attivo nella stagione estiva.

Non pensi che l’attività agonistica su strada porti dei vantaggi maggiori in termini di preparazione?

Anche la mountain bike permette di fare molto fondo, non serve correre per forza su strada. Ho partecipato a gare marathon, che sono più lunghe di quelle classiche, e questo comunque fornisce molti vantaggi e comunque mi alleno spesso con la bici da strada.

Jako Dorigoni ha corso anche la prima edizione della Serenissima Gravel con la maglia della nazionale
Jako Dorigoni ha corso anche la prima edizione della Serenissima Gravel
Come ti alleni quindi in estate?

Per 4-5 i giorni della settimana uso la bici da strada, i restanti allenamenti li faccio con la mountain bike, poi ovviamente c’è il giorno della gara. Uso la bici da corsa perché mi permette di fare meglio determinati lavori come quelli ad alta intensità. Sui sentieri incontri spesso degli ostacoli che ti tolgono ritmo, mentre se vado su una salita posso fare lavori dai 5 ai 20 minuti senza interruzioni.

Per lo stesso motivo allora fare gare su strada ti permetterebbe di fare sforzi più prolungati mentre in mountain bike questo diventa più complicato…

Per questo faccio anche le marathon dove i percorsi presentano lunghi tratti senza curve ed ostacoli. Correre d’estate in mountain bike è tanto diverso rispetto al ciclocross. Intanto il clima rende il terreno più secco, di conseguenza hai una maggiore scorrevolezza del mezzo e ti alleni a condurre la bici anche a velocità più elevate.

Il re della Roubaix a casa Merida. C’è una mtb che lo aspetta

01.12.2021
5 min
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Una grande vittoria, dicono che ti cambi la vita. Figuratevi tre. A Sonny Colbrelli di sicuro stanno cambiando l’inverno. I trionfi al campionato italiano, al campionato europeo e alla Parigi-Roubaix lo hanno reso uno degli uomini più ricercati per eventi celebrativi nel periodo di off season. Se nel 2021 ha disputato 61 giorni di gara, nell’ultimo mese e mezzo ha avuto l’agenda fitta di impegni quasi ogni giorno. E il suo telefonino non smette di notificargli chiamate e messaggi su whatsapp o profili social.

Il tour de force di Colbrelli lo porta nella zona artigianale di Reggio Emilia. Il cielo è terso, un bel sole caldo si fonde ad un’aria cruda. Forse per l’atleta della Bahrain Victorious sarebbe stata una giornata ideale per allenarsi ma l’appuntamento in questione vale la sua presenza.

Al centro del salone di Merida Italiy c’è un tavolino con sopra il trofeo della Roubaix e accanto un drappo rosso ricopre la sagoma di una bici. E’ una sorpresa per Sonny. Lui stesso e Dario Acquaroli, responsabile marketing di Merida Italia, sfilano il tessuto e scoprono una MTB.

La Ninety Six RC “Cobra One”. La livrea è semplice ma accattivante. Un verde acceso colora in modo predominante il telaio e la serigrafia richiama le squame di un cobra, appunto. Un esemplare unico, a Sonny brillano gli occhi. E’ il nostro momento per sentire da lui come sta gestendo questi impegni.

Merida ti ha appena consegnato una MTB limited edition in tuo onore. Stai realizzando quello che hai fatto quest’anno?

Intanto ringrazio la casa del regalo. Loro sanno quanto io ci tenga ad usarla, tant’è che la mia vittoria da bambino l’ho ottenuta su una mountain bike. Adesso però, vi dico la verità, che ho quasi paura ad usarla e rovinarla perché è davvero bellissima. Qualcuno mi dice che non ho ancora realizzato ma forse è meglio, perché così non mi pongo dei limiti. Voglio correre mentalmente sereno come ho fatto negli ultimi mesi della stagione. Dimostrare che questa annata non è stata solo fortuna o casualità ma frutto dell’impegno e dei sacrifici.

La pietra, premio per il vincitore della Roubaix, per un giorno ha… illuminato la sede di Merida Italy
La pietra di Roubaix, per un giorno ha… illuminato la sede di Merida Italy
Come ti è cambiata la vita?

Sono richiestissimo, anche a distanza di più di un mese. Vincendo questo masso (intanto accarezza la pietra-trofeo della Roubaix, ndr), che per me vale tantissimo, ora sono inserito in una lista di grandi campioni. Sono entrato in un albo d’oro importantissimo in cui leggo i nomi di Merckx, Moser e Boonen, al quale mi ispiravo. Non può che farmi piacere, ho realizzato un grandissimo sogno. Lo speravo fin da piccolo di vincere una grande classica.

Dai un aggettivo alla Roubaix.

Epica. Siamo arrivati ricoperti di fango, completamente irriconoscibili. E’ stata una gara che in tanti ricorderanno. Sono contento non tanto per la vittoria in sé ma perché ho riportato la Roubaix in Italia dopo Tafi, dopo più di vent’anni (ultima volta fu nel 1999, ndr). E in tanti adesso mi chiamano “il ragazzo dalla maschera di fango”.

In questo periodo sei alle prese con una lunga serie di celebrazioni…

Sì, ho sempre cercato di dare la massima disponibilità a tutti ma purtroppo non ho potuto essere presente ad ogni evento. E mi dispiace essere stato costretto a fare un po’ di selezione. Mi fa piacere che la gente mi cerchi, sia per i miei risultati sia per la persona che sono.

Richieste particolarmente strane ne hai avute?

Ne ho ricevute tante (ride, ndr). Alcuni su Instagram mi chiedono di fare gli auguri di compleanno a qualcuno, magari il padre o il fratello. Tutte cose belle. Sono miei fans, mi supportano e lo faccio volentieri.

Sei stato richiesto in modo esponenziale. Qualcosa era già cambiato dal campionato italiano in avanti?

Già ad Imola mi erano arrivati molti messaggi e mi avevano chiamato in molti. Ho risposto ad ognuno perché mi piace rispondere a tutti. Magari ci metto un po’ di giorni ma io sono fatto così. Stessa cosa dopo l’europeo. Infine alla Roubaix non vi dico quanti messaggi e telefonate perse ho trovato. Dopo la conferenza stampa, quando ho preso in mano il cellulare scottava letteralmente.

In quanti sono saliti sul carro del vincitore?

In tantissimi ma sono uno che capisce chi mi vuole bene veramente e chi ha sempre creduto in me. Quest’ultimo aspetto è fondamentale per me, perché in tanti fanno anche presto a scendere dal carro.

Hai fatto tanti piazzamenti in carriera. Ti senti di mandare un messaggio a qualche tuo detrattore?

Chi mi conosce veramente sa il Sonny che ero prima. Non ero mai riuscito a sbocciare prima come ho fatto quest’anno ma avevo già vinto gare o sfiorato vittorie all’Amstel o al Giro d’Italia. Ho sempre alzato l’asticella ogni anno e in questa stagione ho avuto la mia consacrazione. Spero però che non finisca qua.

Tutta questa popolarità rischia di distoglierti l’attenzione dalla preparazione per il 2022?

Sicuramente qualcosa comporta perché sono sempre in giro. Finora queste giornate le ho fatte tutte volentieri perché ho ritrovato molte persone che avevano stima di me. Tuttavia quello di oggi sarà uno degli ultimi eventi. Non sto snobbando gli allenamenti ma ultimamente non sto facendo la vita che dovrebbe fare uno sportivo al 100 per cento. Oltre ad allenarsi, bisogna anche recuperare mentalmente. La mia testa ora è già focalizzata all’anno prossimo.

rh+ e il suo casco “3 in 1”: la soluzione per tutti i terreni

25.11.2021
3 min
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Le bici ormai si sono evolute e grazie ad un semplice cambio di ruote è possibile passare dalla strada ai sentieri fangosi. Anche gli accessori devono essere multiuso, così rh+ pensa in grande e propone un nuovo casco 3 in 1. Un prodotto versatile e perfetto in ogni situazione grazie alle sue 3 configurazioni. Il casco “3 in 1” è venduto con due visiere di diverse lunghezze ed intercambiabili che si adattano alle esigenze e lo stile del ciclista.

Un casco dotato di ottima aerazione, con rete interna anti-insetto e cinturino traforato.
Dotato di ottima aerazione, con rete interna anti-insetto

Comodo e regolabile

La comodità è un fattore fondamentale in un accessorio delicato come il casco. Costruito con la tecnologia In-Moulding: uno stampaggio che rende il casco leggero e con una miglior resistenza agli urti. Questo processo permette di stampare la calotta in policarbonato termoformato. Il macchinario prende un foglio di materiale plastico e lo modella su uno stampo. La calotta interna è, invece, modellata con materiale EPS: isolante, leggero e resistente agli urti.

Il divider permette una regolazione facile ed intuitiva spostandolo verso l’lato o il basso e chiudendo la fibbia.

La sicurezza al primo posto

L’imbottitura del casco “3 in 1” di rh+ è realizzata nel tessuto anallergico rh+ Fire Dry, leggero e capace di disperdere facilmente il sudore. Completamente removibile e lavabile per contrastare l’accumulo di batteri. La sicurezza è sempre al primo posto quando si parla di bici, soprattutto quando si affrontano percorsi off-road o si esce dai centri abitati. Per questo rh+ ha inserito degli adesivi rifrangenti nella parte posteriore del casco.

Il sistema di taglie è il PowerFit Evo Light confortevole e preciso permette di avere una triplice regolazione in altezza. La dimostrazione che questo sistema funziona è il numero di taglie proposto da rh+, solamente: XS-M e L-XL.

Il peso è di 225 grammi. Il prezzo di vendita è di 99,90 euro.

rh+