Svegliateci pure, è (quasi) tutto vero. Ieri Ciro Scognamiglio della Gazzetta dello Sport ha lanciato la news: Tadej Pogacar alla Parigi-Roubaix. Manca l’ufficialità, ma la non smentita del team vale quasi altrettanto. L’avevamo lasciato in quel video in cui “volava” sulle pietre della Foresta di Arenberg. Sembrava non avesse fatto altro prima di allora. E quando ne è uscito, ci aveva raccontato Baldato, era contento come un bambino al parco giochi.
Alla luce di tutto questo abbiamo parlato con Sonny Colbrelli. I due hanno una cosa in comune: presentarsi alla prima Roubaix con serie possibilità di vittoria. Sonny ci è riuscito, Tadej vedremo. L’attuale direttore sportivo della Bahrain-Victorious ha un possibile erede del quale non poteva non parlare.
Sonny, Pogacar alla Roubaix…
Guardate – parte d’entusiasmo Colbrelli – quando un campione come Pogacar va a provare le corse e vede che può farcela, sicuro che vuole provarci. Sinceramente non pensavo che lo facesse già quest’anno, però dicono che ormai sia certa la sua presenza. Di certo è più facile che vinca una Roubaix che una Sanremo, perché la Sanremo è sempre più difficile.
Per di più ad inizio stagione con tanti campioni con le gambe piene…
Esatto, Pogacar a Sanremo deve arrivare da solo, ma con corridori così esplosivi come Van Aert, Van der Poel, Philipsen e gli altri è davvero complicato per lui. Però la sua presenza sul pavé mi incuriosisce molto perché può dare filo da torcere a tutti, anche a gente come Van der Poel. La notizia fa rumore, perché un corridore come lui si adatta a ogni gara.
Tu vincesti al debutto. Vedi similitudini tra te e Pogacar?
Sì e no. Lui ha la stoffa. Io quello che ho ottenuto l’ho costruito con gli anni, con maturità ed esperienza. E persino guardando le corse in tv. Lui invece è il Maradona del ciclismo, il Messi, il Ronaldo. Sono talenti che sbocciano così, a cui serve la metà o un quarto dell’allenamento o dei tentativi per ottenere risultati che altri raggiungono in una vita. Il paragone è molto diverso. Pogacar non ha eguali, entusiasma sempre. Quando attacca, è un altro sport.
Quando si muove un corridore così, che succede in gruppo. Davvero ha delle chances concrete?
Sì, sì… Chiunque deve aver paura, che sia Van der Poel, Van Aert o chiunque altro. Quando si muove Pogacar, tutti devono stare attenti, anche il suo stesso team.
Quale potrebbe essere la sua difficoltà alla Roubaix?
Quando hai gambe come le sue è difficile sbagliare. Forse l’unico timore è una caduta, una foratura. In quel caso serve anche fortuna, oltre a delle buone gambe.
Tadej ha provato la Roubaix con Wellens, in teoria il capitano. Cambieranno i ruoli?
Giocheranno su più frangenti. Penso che anche Florian Vermeersch possa essere un’opzione per la UAE Emirates. Non so se sia stato preso come gregario o come capitano, ma è già arrivato secondo alla Roubaix quando ho vinto io. Hanno una squadra fortissima. Meglio avere due capitani che uno solo. Se uno ha una giornata no, si punta sull’altro. Se uno cade o fora, c’è l’altro. Sempre meglio avere più opzioni, specie in una gara del genere.
Pogacar va molto bene con il maltempo e la pioggia, ma alla Roubaix potrebbe essere un problema? Un problema diverso?
Magari Tadej non avrà l’occhio di un corridore da classiche o di uno che corre sul fango come Van der Poel e forse un po’ gli si complicheranno le cose. Forse… Però, ripeto, parliamo di Pogacar, l’eccellenza del ciclismo. Quello che tocca è oro. Che sia pioggia o sole, lui si adatterà, ne sono sicuro.
Quindi ti stupirebbe se vincesse subito?
No, assolutamente no. Uno che fa certi numeri al Fiandre e in tante altre corse può fare tutto.
In effetti non è nuovo ai tratti in pavé, giusto?
No, ha già corso su pavé, ha già capito, e vinto il Fiandre. E non solo (il pensiero va alla tappe del pavé al Tour del 2022, ndr). La stoffa ce l’ha.
Sonny, tu dici che ce la può fare, che ci sa fare e che si adatterà. Ma ci deve pur essere un dettaglio per chi non è del tutto uomo da classiche e che al debutto in una gara tanto complicata come la Roubaix che potrebbe metterlo in difficoltà?
Forse la poca conoscenza del percorso. Magari potrebbe cercare di evitare il pavé andando sul lato della strada, dove è vero che non ci sono le pietre e si scorre di più, ma al tempo stesso ci sono più insidie. Lì può esserci di tutto: buche, “crateri”, rischi di forature o cadute. Quella, se non hai esperienza, potrebbe essere l’unica vera incognita.
La sua presenza cambia l’economia della corsa?
Sicuro. Tutti lo guarderanno. Anche Van der Poel ci penserà. E le altre squadre lo aspetteranno. La corsa potrebbe ruotare su di lui.