Tafi Roubaix

La Roubaix in ottobre, per Tafi sarà speciale

19.09.2021
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Le menti di tutti sono proiettate verso il Mondiale di Leuven, a maggior ragione dopo l’esito della cronometro maschile che ha inaugurato la rassegna iridata, ma poi? Poi il calendario stilato dall’Uci proporrà altri due weekend di fuoco, perché domenica 3 ottobre, esattamente una settimana dopo, ci sarà il recupero della Parigi-Roubaix e 6 giorni dopo ancora il Lombardia. Una sequela senza fine di grandi eventi, concentrata in poche giornate un po’ per forza di cose, considerando che il calendario è stato dovuto rimodellare in base alle esigenze Covid (e già si parla di un nuovo spostamento della Roubaix 2022, ma questa volta per esigenze elettorali).

Una Parigi-Roubaix a fine stagione che cosa significa, soprattutto che cosa comporta per chi vuole o forse avrebbe voluto esserne protagonista? Da questa domanda si dipana la chiacchierata con Andrea Tafi che non è solo uno degli uomini capaci di entrare nella leggenda della classica del pavé e l’ultimo italiano a riuscirci, ma ne è rimasto un profondo appassionato ed esperto di tutte le sue sfumature.

«Correre la Roubaix a inizio ottobre cambia molto, principalmente negli equilibri che mette in campo – spiega il toscano – solitamente quelli che preparano la stagione delle classiche del Nord non sono gli stessi che poi puntano a quelle di fine stagione e la prova francese spostata di calendario sicuramente rimescola un po’ le carte, ma io sono convinto che quelli che davvero puntano alla vittoria saranno gli stessi degli anni scorsi, quelli che lo avrebbero fatto anche ad aprile».

Roubaix folla 2019
I tratti in pavé della Roubaix sono sempre stati un richiamo incredibile per il pubblico: potrà essere così anche il 3 ottobre?
Roubaix folla 2019
I tratti in pavé della Roubaix sono sempre stati un richiamo incredibile per il pubblico: potrà essere così anche il 3 ottobre?
Dal punto di vista tecnico, quanto cambia per la corsa?

Dipende, io credo che il fascino rimanga intatto anche se si corre in ottobre. Secondo me la corsa sarà molto influenzata da quel che avverrà al Mondiale, considerando anche che si corre in Belgio. Sarei portato a dire che belgi e olandesi saranno un po’ più avvantaggiati rispetto al solito, ma molto dipenderà da chi sarà davvero mentalizzato verso la corsa, perché è chiaro che la Roubaix è una classica diversa da ogni altra.

Il clima influirà correndosi a inizio ottobre?

Io non credo proprio. Se andiamo a guardare, il clima di marzo-aprile da quelle parti non è molto diverso da quello di ottobre, anzi forse uscendo dall’estate c’è possibilità di trovare temperature leggermente più alte rispetto al solito. Poi come sempre molto dipenderà se ci sarà pioggia o meno: ricordo che in un periodo gli organizzatori andavano a bagnare i tratti di pavé per renderli più spettacolari e epici…

Parigi Roubaix 1981
La Parigi-Roubaix del 1981, corsa sotto un vero diluvio con l’iridato Bernard Hinault dominatore
Parigi Roubaix 1981
La Parigi-Roubaix del 1981, corsa sotto un vero diluvio con l’iridato Bernard Hinault dominatore
Il percorso invece resta quello di sempre…

Quello non cambia, i corridori si troveranno ad affrontare oltre 257 chilometri di cui 55 in pavé, diviso in 30 settori, uno diverso dall’altro, molti semplici nel complesso, altri dove davvero si potrà fare la differenza in base alla difficoltà del selciato e alla lunghezza.

Il Lombardia si correrà sei giorni dopo: non c’è il rischio che la “corsa delle foglie morte” (ma anche quelle di contorno nell’arco della settimana) venga penalizzata nella partecipazione?

Forse avverrà, ma teniamo presente che si tratta di un evento eccezionale, di un recupero in extremis per non togliere la Roubaix dal calendario per il secondo anno consecutivo. Io poi sono convinto che siano due gare così diverse nella loro conformazione richiedano quindi caratteristiche così particolari che chi punterà alla prova francese non sarà lo stesso di chi vorrà emergere in Italia. Poi come detto molto dipende dal Mondiale, non è improbabile che entrambe le gare possano diventare delle rivincite, ma lì dipenderà dalle condizioni psicofisiche dei protagonisti dopo Leuven.

Van Aert Roubaix 2019
Un distrutto Wout Van Aert dopo la Roubaix del 2019: finì 22°, ma non era ancora esploso…
Van Aert Roubaix 2019
Un distrutto Wout Van Aert dopo la Roubaix del 2019: finì 22°, ma non era ancora esploso…
Tu avresti puntato a questa Roubaix così particolare?

Senza ombra di dubbio: la mia stagione ottimale ha sempre avuto un andamento standard. Io mi preparavo per essere al meglio per la Campagna del Nord, poi staccavo e ricominciavo a emergere d’estate, spesso al Tour, non è un caso se abbia fatto 6 Grande Boucle contro soli 3 Giri d’Italia. Il Tour mi dava la spinta per il finale di stagione, per puntare alle ultime grandi classiche, quindi la Roubaix di ottobre l’avrei finalizzata senza problemi.

Te la senti di fare qualche nome?

I nomi da fare sarebbero tanti, ma è chiaro che i primi sono Van Aert e nel caso Van Der Poel, anche per la loro capacità di andare nel ciclocross. Fra gli italiani sarebbe stato bello vedere Bettiol, io però una speranza su Davide Ballerini e anche su qualche altro ce l’ho…