Verso Parigi. Uno sguardo alla mtb con il cittì Celestino

21.05.2024
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E’ l’anno olimpico e la mtb trova spazio anche sulle nostre pagine web. In particolare la mtb azzurra. Con la Coppa del mondo che entra sempre più nel vivo e con l’approssimarsi delle convocazioni, il cittì Mirko Celestino ci spiega chi sono i papabili olimpici e anche come sarà il cammino azzurro da qui a Parigi.

La situazione non è facile, ma neanche nera. Se senatori e senatrici sono un po’ mancati sin qui, abbiamo avuto belle risposte dai giovani. E la vittoria del team relay e di Simone Avondetto (in apertura) ai recenti europei in Romania è la prova di un buon gruppo. In attesa delle convocazioni ufficiali, che avverranno dopo la tappa di Nove Mesto ecco cosa ci dice Celestino.

Il cittì Mirko Celestino con Luca Braidot prima dell’ultimo europeo (foto UEC)
Il cittì Mirko Celestino con Luca Braidot prima dell’ultimo europeo (foto UEC)
Mirko, come procedono dunque i tuoi lavori in vista di Parigi?

Si va avanti. Veniamo da alcuni eventi internazionali importanti e ora si avvicinano alcune prove di Coppa del mondo, a partire da quella di Nove Mesto dopo la quale avrò le idee un po’ più chiare. Anche se dentro di me già lo sono.

All’europeo una bella vittoria di Simone Avondetto…

Lui è quello che sin qui ha fatto meglio di tutti e non solo all’europeo. Simone viene da un buon periodo e ha “fame”. E’ molto giovane. Nel suo ultimo anno da under 23 ha messo a segno una tripletta importante vincendo il campionato italiano, quello europeo e quello mondiale. Lo scorso anno, il primo tra gli elite, ha avuto problemi, anche fisici: una stagione non dico da buttare ma complicata. Ma è ripartito col piede giusto.

Lui quindi è chiaramente inserito nella lista lunga per le Olimpiadi. E gli altri?

Gli altri sono i fratelli Luca e Daniele Braidot, Juri Zanotti per gli uomini e per le donne Martina Berta, Chiara Teocchi, Greta Seiwald e Giada Specia. Dico che nomi importanti come Luca Braidot e Martina Berta sin qui hanno fatto vedere davvero poco e infatti già da Nove Mesto mi aspetto segnali importanti da loro. Okay, sapevo che in Brasile (prima tappa di Coppa, ndr) non sarebbero partiti forte, ma poi non hanno mai brillato. E se pensano che la condizione arrivi da una settimana all’altra si sbagliano.

Simone Avondetto, 24 anni, con la maglia di campione europeo. La certezza di Celestino sin qui (foto UEC)
Simone Avondetto, 24 anni, con la maglia di campione europeo. La certezza di Celestino sin qui (foto UEC)
Quindi, sono nella lista ma devono mostrare qualcosa…

Esatto. Voglio delle risposte. Risposte che mi sarei aspettato anche prima. Il fatto che fossero sicuri del pass olimpico non significa che debbano prendersela comoda. Non è giusto. E se non dovessero arrivare segnali da parte loro… mi metterebbero in grossa difficoltà. Io non dico che a Nove Mesto debbano vincere, ma voglio almeno una top dieci.

Tornano in discussione dunque?

Se tra Nove Mesto, Val di Sole e Crans Montana, le due prove di giugno, non arrivano prestazioni importanti la vedo dura anche per Parigi. La mia esperienza mi dice questo. Okay, partire più piano per essere al top a Parigi, ma già in Brasile ad inizio stagione gente che punta all’oro ha vinto, o era davanti. E da Luca Braidot e Martina Berta mi aspetto che vadano alle Olimpiadi per portare a casa una medaglia, perché hanno l’esperienza, la maturità e i numeri per farlo.

Ora come procede il tuo lavoro?

Dopo Nove Mesto, l’UCI, visti alcuni cambiamenti sul percorso di Parigi, ci ha concesso due giorni di prova, di allenamento, a fine mese (28-29 maggio). Lì porterò tre uomini e tre donne. I due titolari e la riserva. Ad ora Luca Braidot, Juri Zanotti e Simone Avondetto, tra gli uomini. E Martina Berta, Chiara Teocchi e Greta Seiwald tra le donne. Quindi non più nove atleti come lo scorso anno per il test event, quando furono cinque uomini e quattro donne. Significa che una scrematura già sarà stata fatta.

E come staff?

Anche quello sarà lo stesso che vedremo impegnato a Parigi. Quindi due meccanici, un massaggiatore e anche Nicola Casadei, ex downhiller ed endurista. Lui è bravissimo, è importante per la scelta delle linee, per i nuovi modi di guidare. E’ una figura molto determinante visti i percorsi di oggi e poi sa comunicare bene con i ragazzi.

Da inizio stagione Chiara Teocchi è stata la migliore delle nostre biker (foto Red Bull content Pool)
Da inizio stagione Chiara Teocchi è stata la migliore delle nostre biker (foto Red Bull content Pool)
Tra i nomi fatti non è emerso quello di Gioele Bertolini

Se è per questo neanche quello di Nadir Colledani. Gioele sta andando fortissimo. Ha vinto tre gare, ma serviva più costanza anche prima. Vediamo, anche per lui, come andranno queste ultime gare. 

Mirko, su strada ormai si punta forte sugli juniores, anche nella mtb è così?

Non proprio, qui la categoria under 23 ha ancora il suo bel peso. Ci sono step tecnici, fisici e tattici molto ampi. Il salto tra juniores ed elite è enorme. Anche in virtù dello sforzo fisiologico che sono chiamati a fare: ormai è un’ora e 20′ a tutta, serve una potenza enorme. Ai tempi di Kerschbaumer dopo le partenze forti c’era una fase di stallo, di studio e infatti “Kersch” recuperava. Oggi questa cosa non esiste più. 

E il nostro movimento come è messo? Come sono i numeri della base?

I numeri non sarebbero neanche male è che poi ragazzi e ragazze fanno fatica ad emergere quando bisogna fare davvero la vita da atleti, i sacrifici… Tu puoi avere i migliori mezzi, il miglior staff, ma se poi non hai quel fuoco dentro è dura. Serve fame, fame agonistica. E infatti chi sono i nuovi emergenti? Ragazzi che vengono da Romania, Brasile, Cile…