Mattio 2022

Mattio, un po’ biker, un po’ stradista, ogni giorno

08.04.2022
5 min
Salva

Domenica nell’Internazionale juniores di San Vendemiano, settimo e secondo degli italiani è risultato Pietro Mattio (Vigor Cycling). Dov’è la notizia? Essa risiede nel fatto che meno di 24 ore prima il giovane piemontese (immagine di apertura mv_photo_) era stato protagonista a Nalles (BZ) nella seconda prova degli Internazionali d’Italia di Mtb. La particolarità sta proprio in questo: tanti fanno la doppia attività, ma è davvero singolare saltare da una bici all’altra nello spazio di poche ore, considerando tutti gli aspetti tecnici.

La sua poliedricità non è passata inosservata, richiamando l’attenzione di grandi team: in queste ore Pietro sta sostenendo una sorta di provino in Olanda, per accedere al team Development di un grande team del WorldTour, perché in lui si intravedono quelle qualità che hanno fatto grandi personaggi come Mathieu Van Der Poel o Tom Pidcock. Il nome preferisce non dirlo, per scaramanzia perché il cambio rappresenterebbe un passo fondamentale nella sua rincorsa al ciclismo che conta.

Mattio strada
A 18 anni Mattio si è ben distinto su strada, con molti piazzamenti lo scorso anno e l’accesso alla nazionale
Mattio strada
A 18 anni Mattio si è ben distinto su strada, con molti piazzamenti lo scorso anno e l’accesso alla nazionale

Un continuo cambio di bici

Il suo rimbalzare da una specialità all’altra, come una pallina da ping pong, è iniziato già a inizio stagione: «Ho cominciato con la Mtb, qualche gara di rodaggio e poi la vittoria a Verona, nella tappa inaugurale dell’Italia Bike Cup seguita dal terzo posto due settimane dopo ad Albenga. Ho gareggiato nella tappa di Marsiglia delle Junior Series Mtb con la nazionale, poi ho iniziato a dedicarmi alla strada e anche lì sono andato in nazionale alla Gand-Wevelgem dove ho provato più volte la fuga e stavo per preparare la volata per il 5° posto, ma sono caduto a 150 metri dal traguardo. Siamo così all’ultimo weekend, con il 12° posto di Nalles, 3° degli italiani e il 7° di San Vendemiano».

Come si riesce a saltare da una bici all’altra in così poco tempo?

So che non è propriamente una cosa semplice. Cambia il tipo di allenamento e conseguentemente le prestazioni in gara. Molto però lo fa la testa: a me piace variare di continuo, mi libera dallo stress e i risultati arrivano probabilmente proprio per questa impostazione mentale.

Come ti gestisci però con la preparazione?

Durante la settimana effettuo prevalentemente lavori su strada, almeno 3 uscite con una dedicata invece alla Mtb per curare la tecnica. Io credo però che ognuna delle due specialità aiuti l’altra. Nel weekend cerco solo di recuperare, facendo molto stretching.

Mattio papà 2022
Pietro con suo padre Silvio, titolare di un importante negozio di bici a Piasco (CN)
Mattio papà 2022
Pietro con suo padre Silvio, titolare di un importante negozio di bici a Piasco (CN)
Quando capitano weekend intensi e particolari come quello scorso, che cosa succede quando scendi da una bici e sali sull’altra?

In effetti non è subito automatico: domenica a San Vendemiano ho un po’ faticato a prendere il ritmo, i primi 40 chilometri sono stati più faticosi del solito. E’ chiaro che quando si passa da una specialità all’altra serve un po’ di riadattamento e sicuramente è più difficile il caso inverso, perché nella Mtb si parte subito a tutta, non c’è tempo per riabituarsi.

Scorrendo la classifica di San Vendemiano, si scopre che non sei il solo a fare questi cambi repentini: in gara c’era anche Nicolas Milesi, tuo avversario nella classifica dell’Italia Bike Cup…

Sì, lui ha avuto problemi al primo giro ed è rimasto indietro. Non siamo ancora tantissimi a fare la doppia attività in questa maniera, ma credo che col passare degli anni saremo sempre di più perché la nostra generazione è quella che è nata nel segno dei VDP, dei Van Aert, dei Pidcock tutti corridori che vincono sempre e su più bici. Noi vogliamo fare lo stesso, seguendo l’esempio di questi fenomeni.

Com’è iniziata questa passione?

In bici sono sempre andato da che mi ricordi, ho iniziato a fare gare fra i G1, ma da ragazzino ho sempre gareggiato poco. Ho iniziato a fare sul serio da esordiente e allievo. Lo scorso anno ero concentrato più sulla mountain bike, quest’anno la bilancia sarà ancora un po’ pendente sull’offroad, ma quel che è certo è che continuerò nella doppia attività perché per me è la maniera migliore.

Mattio azzurri
Il cuneese ambisce a un singolare primato: essere in nazionale per gare titolate sia in Mtb che su strada
Mattio azzurri
Il cuneese ambisce a un singolare primato: essere in nazionale per gare titolate sia in Mtb che su strada
Su strada che caratteristiche hai?

Sono il classico passista-scalatore, che se la cava nelle volatine ristrette e che ha più modi per cercare di vincere, sia partendo da lontano, sia cercando la fuga, sia correndo di rimessa. Sto anche cercando di migliorare la mia base di velocità per emergere in qualche volata.

Ora che stai affrontando questo stage all’estero, ti senti pronto per un’avventura oltreconfine più lunga?

La farei, ma non subito. Fino al giugno del 2023 c’è la scuola che viene prima di tutto, poi si vedrà. Frequento il Liceo Scientifico e devo dire grazie alla preside del mio istituto che ha una grande sensibilità sportiva e molte assenze legate all’attività ciclistica non me le segna. Io comunque riesco a conciliare tutto, a scuola ho un buon rendimento e ci tengo che sia così fino alla maturità prevista per il prossimo anno.

Mattio Verona 2022
La vittoria di Mattio nella Verona Mtb International dello scorso 27 febbraio (foto Billiani)
Mattio Verona 2022
La vittoria di Mattio nella Verona Mtb International dello scorso 27 febbraio (foto Billiani)

Tanti ragazzi fanno come lui

Il caso di Pietro Mattìo (con l’accento sulla i) è figlio anche di una nuova concezione che sta prendendo piede in alcuni team. Il suo diesse alla Vigor, Salvatore Cirlincione, ci ha infatti raccontato che il suo esempio è seguito da un po’ tutti i ragazzi del sodalizio: «La nostra filosofia è far fare loro un po’ di tutto, seguiamo l’esempio che in Francia è in voga da sempre e i risultati si vedono. Chi va forte in Mtb va bene anche su strada e viceversa, poi con il tempo ogni corridore sceglierà la sua disciplina preferita. Non facciamo il ciclocross perché da noi la tradizione si è un po’ persa e preferiamo lasciare l’inverno più libero dalle gare e da dedicare alle basi della preparazione».