Fuglsang va avanti un anno in più: «Ho ancora grandi stimoli»

18.10.2024
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La notizia è arrivata un po’ a sorpresa: Jakob Fuglsang continua ancora un anno. Giusto 12 mesi fa avevamo parlato con il campione della Israel-Premier Tech. Eravamo al via della Veneto Classic (che si correrà domenica prossima) e il danese ci diceva che si preparava ad affrontare la sua ultima stagione da professionista. Che aveva piacere di fare il Tour de France perché partendo dall’Italia poteva unire in qualche modo i due Giri. E invece ecco questa, bella, notizia.

Ex biker, iridato U23 della mtb, re di due classiche monumento quali la Liegi e il Lombardia, medaglia d’argento a Rio 2016, lo stesso Fuglsang ci ha spiegato meglio il perché di questa decisione e come è nata. 

E’ il 28 aprile 2019 quando Fuglsang vince la Liegi. L’anno dopo conquisterà anche il Lombardia
E’ il 28 aprile 2019 quando Fuglsang vince la Liegi. L’anno dopo conquisterà anche il Lombardia
Insomma, Jakob: sarai corridore per un altro anno…

Esatto! Alla fine a novembre scorso, quando avevo ripreso ad allenarmi per questa stagione, mi sono subito reso conto che avevo tanti stimoli. Mi dicevo: «Sono troppo motivato per dire basta». Così ho deciso: aspetto il Tour e vedo come va. Se va male, se proprio non riesco a stare in gruppo, mi fermo, altrimenti vado avanti. Neanche l’inizio di stagione, che è andato male, mi ha fatto perdere fiducia. Dopo le Ardenne ho cambiato preparazione. Sono tornato ai miei metodi e infatti la condizione è arrivata. Ho fatto un buon Delfinato e ho aiutato parecchio Derek Gee. Da lì non ho avuto più dubbi: faccio un anno ancora. Un anno in cui darò tutto.

Cosa significa che sei tornato ai tuoi metodi?

In pratica avevo seguito le nuove preparazioni, quelle dei giovani! Tanta Z2 e dei fuori soglia, ma almeno con me non ha funzionato. Guardate come vanno le gare: si va sempre molto forte. Non si sta poi così tanto in Z2, mentre si viaggia parecchio in Z3. E la Z3, il vecchio medio per farla semplice, mi mancava. Sì, forse i numeri massimi erano anche migliori, ma il problema è che dopo tre ore ero finito. Vuoto. Non andavo avanti. Avevo consumato tutti i carboidrati. Non avevo resistenza e così quei numeri buoni diventavano inutili. Tornando a lavorare in Z3 ho ripreso i miei standard.

Quando si dice l’esperienza! Secondo noi, voi “vecchietti” potete ancora dare molto a questo ciclismo…

Lo penso anche io. Noi vecchi possiamo dare parecchio… Oggi vedo tanti ragazzi legatissimi ai numeri, ai watt/chilo. I team prendono i ragazzi in base ai numeri, e ci sta. Ma se poi non sanno gestirsi nella vita, non sanno correre, non sanno stare in gruppo a cosa servono i watt? A me piace insegnare ai ragazzi. E’ un ruolo che so fare.

Fuglsang con a ruota Gee: Jakob è un aiuto prezioso per la crescita del canadese
Fuglsang con a ruota Gee: Jakob è un aiuto prezioso per la crescita del canadese
Si dice che tu abbia stretto un bel rapporto con Derek Gee. E’ così?

Ho corso con lui per la prima volta al Delfinato e poi al Tour e sì, si è creato un bel rapporto. Derek mi ha dato subito fiducia, ha visto come mi muovevo in corsa. Poi il Delfinato è andato bene sia a me che soprattutto a lui e la stima è aumentata. Per la squadra quella prestazione è stata importantissima e questo ruolo mi va bene. Ho anche iniziato così: sono stato vicino agli Schleck nei primi anni su strada, poi a Nibali e Aru. Come dicevo è un lavoro che mi piace e che ritengo di saper fare meglio di molti altri.

Non è facile per i team oggi prolungare il contratto di un atleta che va per i 40 anni: come è andata la trattativa? Ammesso ci sia stata.

All’inizio del Tour ho chiamato Jean Bélanger, il proprietario di Premier Tech. Io sono qui grazie a lui. Gli ho detto delle mie intenzioni e se quindi poteva parlare con la dirigenza della squadra. Da lì un po’ di trattativa c’è stata, ma l’intenzione era di restare. Anche perché che senso avrebbe avuto cambiare squadra per una sola stagione a 40 anni? Dover cambiare tutto, nuovo staff, nuovi materiali. Alla mia età sarebbe stato difficile.

Fuglsang è stato una pedina fondamentale dell’Astana dei tempi d’oro: quella di Nibali
Fuglsang è stato una pedina fondamentale dell’Astana dei tempi d’oro: quella di Nibali
Se non ti avessero tenuto avresti smesso quindi?

No, avrei cercato ancora, ma se non avessi trovato quello che cercavo, cioè buone condizioni, sarei stato disposto a fermarmi. Alla fine ho fatto una buona carriera. Non faccio questo anno in più perché mi serve un contratto o perché devo ottenere chissà quale risultato. Vado avanti perché sento di stare bene, di poter aiutare la squadra… Vado avanti perché mi piace correre! Altrimenti non avrei continuato. Alla mia età non è facile. Anzi, è sempre più difficile. I giorni lontani da casa sono tanti, ho due bambine. Insomma, se non avessi trovato, sarebbe andata bene comunque.

Chiaro…

Sylvain (Adams, il team manager della Israel-Premier Tech, ndr) mi ha proposto un anno con opzione di rinnovo, ma io ho detto no: «Devo sapere che questo è l’ultimo anno e voglio dare il 120 per cento per questo». Volevo idee chiare e precise proprio per essere ancora più concentrato.

Al dopo hai già pensato?

Non troppo. Lo farò quando sarà il momento giusto. Con mia moglie abbiamo messo su un brand di abbigliamento sportivo e il da fare non manca. Poi sono convinto che quando davvero avrò smesso qualcosa succederà. Tutto è aperto.

Fuglsang: «Anno sfortunato, ma ho ancora fame»

27.10.2023
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Tosto, sfortunato, esperto: Jakob Fuglsang non si smentisce. Il danese della Israel–Premier Tech ci racconta della sua stagione e soprattutto di quella che verrà. Di questo ciclismo che cambia alla velocità della luce. Sembra passato un secolo da quando vinse la Liegi, invece è storia del 2019. E lo stesso vale per il Lombardia dell’anno successivo.

Quest’anno Jakob era partito benino. Discrete sensazioni e programmi importanti. Ma già la sua prima gara, il UAE Tour, era terminata con un ritiro. Fuglsang aveva avvertito dei dolori al soprassella. Fu costretto a fermarsi anticipatamente. Da lì il dolore è dilagato. Problemi ai testicoli. Mesi di stop. Alle fine il bilancio del suo 2023 agonistico ha detto: 33 giorni di gara e due sole top ten.

Jakob Fuglsang (classe 1985) in carriera vanta successi di prestigio e anche la medaglia d’argento olimpica a Rio 2016
Jakob Fuglsang (classe 1985) in carriera vanta successi di prestigio e anche la medaglia d’argento olimpica a Rio 2016
Jakob, una stagione difficile…

Sì, decisamente. Non è stato di certo il miglior anno. Ma non c’è niente da fare. Lo butto via e penso a quello prossimo. 

Dopo i tuoi problemi iniziali, alla ripresa questa estate hai avuto altri intoppi in Lussemburgo…

Ho avuto un virus intestinale. Lo aveva preso tutta la famiglia. All’inizio pensavo di averlo evitato, ma la mattina della prima tappa ho vomitato anche io. Davvero una stagione da buttare. Era difficile già ritrovare un buon livello dopo lo stop d’inizio anno, figuriamoci dopo. In più anche il calendario non mi favoriva (la Israel non ha fatto la Vuelta, ndr). Non avevamo moltissime gare da fare. Se ti alleni sempre devi ogni volta fare almeno la prima gara solo per ritrovare il ritmo. Anche questa poca continuità non mi ha aiutato. Il team ha corso molto nella prima parte della stagione. Ma dal Tour de Suisse in poi non c’era tanto da fare… se non facevi il Tour de France.

Come si fa a mantenere la concentrazione e i nervi saldi dopo un’annata del genere?

Posso dire che almeno in queste ultime settimane dell’anno ho corso un bel po’ e non mi sono dovuto allenare troppo. Per il resto, cosa si pensa? Che è il mio lavoro. E in qualche modo si cerca sempre di farlo al meglio in ogni condizione. 

La mente è già all’anno prossimo?

Sì, sì… Già sto pensando che voglio partire bene. E mostrare che quel che mi è successo quest’anno non è perché sono vecchio o non abbia voglia, ma solo perché sono stato davvero sfortunato.

Il danese ama la Strade Bianche anche in virtù delle sue doti di ex biker (iridato U23 nel 2007). Qui con Alaphilippe nel 2019
Il danese ama la Strade Bianche anche in virtù delle sue doti di ex biker (iridato U23 nel 2007). Qui con Alaphilippe nel 2019
Jakob, hai detto che comunque ti sei allenato molto, ma hai corso poco. Come ci si regola in queste situazioni? Continuerai a spingere ancora un po’, oppure osserverai il classico periodo di riposo?

No, riposo. Dopo l’ultima gara (la Veneto Classic, ndr) faccio almeno un paio di settimane di riposo assoluto. Poi riprendo a metà novembre. Magari nel mezzo farò qualcosa altro, non so, correre un po’ a piedi, andare in palestra. Provo sempre a lasciare la bici per un po’. Mi serve anche per la testa e per avere poi la fame di bici quando devo tornare ad allenarmi.

A proposito di palestra, dopo lo stop d’inizio anno quando hai ripreso l’hai fatta?

Assolutamente sì. Sono proprio dovuto ripartire da zero. Dovete pensare che per un mese intero non potevo, e non dovevo, toccare la bici, né fare alcuna attività fisica. Addirittura non potevo stare troppo in piedi. In più dovevo prendere gli antibiotici: cicli intensissimi. Quindi per forza sono dovuto ripartire dalla base.

Sagan ha detto di voler finire come ha iniziato, con la Mtb. Anche tu sei stato un grande biker. Farai la stessa cosa? Ci pensi a questa soluzione?

No, no – ride – io ho ancora un contratto per un anno e non è detto che il prossimo sia l’ultimo. Sto pensando di fare ancora una stagione, specie se andrà bene il 2024. Chiaro che se andrà come quest’anno non ha senso.

E questo ipotetico anno in più è legato alla sfortuna di questa stagione?

No, questa è andata. L’anno in più dipenderà da come andrà la prossima stagione. Ho voglia, voglia di finire ad un buon livello e con le gambe per essere competitivo.

Fuglsang è un ottimo discesista…
Fuglsang è un ottimo discesista…
Hai già in mente qualche obiettivo per il 2024?

Mi piacerebbe fare il Tour de France, anche perché parte dall’Italia, che mi piace tanto, ed è un po’ particolare. In più arriva vicino casa, a Nizza. E poi potrebbe essere il mio ultimo Tour. Per il resto l’obiettivo è quello di partire bene, come ho detto, trovare subito una buona condizione. Anche perché ad inizio anno ci sono classiche, una su tutte la Strade Bianche, in cui vorrei fare bene.

Sei ormai un veterano, i giovani ascoltano oggi? O sanno già tutto, come ci dicono molti?

Pensano di sapere tutto, ma alla fine non è così! Alla fine per me i corridori con esperienza servono ancora. Lo so che tante squadre guardano molto ai giovani e sono tutte alla ricerca del nuovo Remco o del nuovo Pogacar, ma anche ad atleti così servono vicino corridori di esperienza. Anche sotto questo punto di vista per esempio sento di avere ancora molto da dare. Ho anche corso come gregario in passato e so cosa vuol dire. Quindi spazio a noi vecchi!

Ultima domanda, abbiamo toccato il capitolo dei giovani. Nella tua squadra ce n’è uno, italiano, che promette molto bene: Marco Frigo. Cosa ci dici lui?

Marco è fortissimo. Sereno, sostanzioso. Per me può diventare un gran bel corridore e conquistare vittorie di peso. Come si sa, ha qualche problema in discesa, ma ci sta lavorando. Ed è già migliorato molto da quando è venuto da noi. 

Beh, tu ne sai qualcosa delle discese! Avete mai lavorato insieme in tal senso?

Un po’ sì, nei ritiri… 

EKOI e Israel Premier Tech: accordo fino al 2025

20.12.2022
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Dall’avvio della prossima e attesa stagione 2023, il team Israel Premier Tech inizierà a collaborare con EKOI per quanto riguarda la fornitura tecnica di abbigliamento, caschi ed occhiali. Questo importante accordo – di durata triennale e dunque valido fino alla fine della stagione agonistica 2025 – consentirà al brand francese produttore di abbigliamento ed accessori per il ciclismo di continuare a proporre importanti innovazioni sempre al servizio della performance dei propri clienti. 

Nel corso dei recenti ritiri di inizio stagione, diversi membri dello staff tecnico EKOI hanno avuto modo di viaggiare in Spagna per permettere ai corridori di provare individualmente abbigliamento, caschi e occhiali. Non a caso, proprio questo servizio “su misura”, oltre alla disponibilità EKOI nei confronti dei propri atleti, rappresentano entrambe due qualità ben definite nel Dna dell’azienda. E in occasione di questi primi meeting tecnici, campioni del calibro di Chris Froome, Jakob Fuglsang e Michael Woods hanno avuto modo di trasferire immediatamente il proprio feedback sia al responsabile della sponsorizzazione EKOI Pietro Cicoria quanto ai tecnici, con l’obiettivo di perfezionare tutti i dettagli. 

L’accordo tra Ekoi e Israel Premier Tech sottolineato dalla stretta di mano fra il manager Carlstrom (a sinistra) e Pietro Cicoria di Ekoi
L’accordo tra Ekoi e Israel Premier Tech nella stretta di mano fra Kjell Carlstrom (a sinistra) e Pietro Cicoria di Ekoi

Tecnica e performance

«Come squadra, eravamo alla ricerca di un marchio in grado di offrirci attrezzature di alta qualità – ha dichiarato Kjell Carlstrom, il General Manager della Israel Premier Tech – e con EKOI abbiamo trovato molto di più. Siamo stati conquistati dalla loro reattività e dalla loro volontà di offrirci il miglior materiale possibile per l’ottimizzazione delle prestazioni. Inoltre, abbiamo anche potuto visitare la loro sede e comprendere meglio la bellissima etica del marchio».

«Sin dalla propria creazione – ha ribattuto Jean-Christophe Rattel, il fondatore di EKOI – il brand è sempre stato molto attento all’attività dei professionisti e dei loro team. Essere i fornitori tecnici di alcuni dei grandi campioni che hanno segnato la storia del ciclismo rappresenta per noi un vero e proprio onore… e siamo orgogliosi di poter da loro essere riconosciuti per il nostro lavoro e per il nostro know-how». 

Il marchio francese è produttore di abbigliamento ed accessori per il ciclismo
Il marchio francese è produttore di abbigliamento ed accessori per il ciclismo

Disponibile sono online

Anche Chris Froome ha avuto importanti parole di apprezzamento nei confronti di EKOI in occasione di questi primi incontri tecnici.

«Le mie prime impressioni quando ho avuto modo di indossare i capi e gli accessori EKOI – ha dichiarato il quattro volte vincitore del Tour – sono state estremamente positive. In primo luogo perché la qualità dei materiali è evidente e la finitura eccellente. In seconda battuta, perché questo marchio sa bene cosa i ciclisti professionisti si aspettano».

Chris Froome sarà ancora uno dei corridori di prim’ordine della Israel
Chris Froome sarà ancora uno dei corridori di prim’ordine della Israel

Creato nel 2001, EKOI si è rapidamente affermato come brand leader in Francia per quanto riguarda la produzione di abbigliamento e accessori per ciclisti. Pioniere della vendita diretta online fin dal 2008, EKOI ha così scelto di eliminare alcuni passaggi commerciali intermedi proponendo ai consumatori prodotti “premium” in grado di combinare design e tecnicità. La costante collaborazione con alcuni dei migliori ciclisti professionisti in circolazione permette ad EKOI di offrire prodotti estremamente innovativi, favorendo così le prestazioni e le… vittorie in molteplici e grandi competizioni sportive al mondo.

Ekoi

Fuglsang, altri due anni di contratto e qualche spina

04.12.2022
4 min
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Probabilmente a 36 anni si smette di cercare l’ambiente giusto e si punta al miglior ingaggio. La Israel-Premier Tech è una squadra WorldTour, deve crescere, ma tanto male non sarà. Probabilmente Jakob Fuglsang deve aver pensato questo lo scorso anno quando ha accettato il triennale con la squadra israeliana, che lo porterà sino alla soglia dei 40 anni. Ma le cose non sono andate come il danese si aspettava. Parecchi dei corridori che se ne sono andati e anche alcuni che sono rimasti fanno fatica a comprenderne i meccanismi, nonostante ai suoi vertici ci siano uomini di comprovata esperienza.

Forse non è per caso che la stagione si sia conclusa con la retrocessione tra le professional, che porta via ogni certezza di partecipare ai grandi Giri. Per Fuglsang invece il 2022 è andato in archivio con la vittoria alla Mercan’Tour Classic Alpes-Maritimes e in precedenza il terzo posto al Giro di Svizzera. Il ritiro dal Tour dopo la caduta nella 15ª tappa con tanto di frattura di una costola non ha contribuito a rendere l’estate un posto migliore. Resta pendente il ricorso al Tas da parte del team, ma è opinione diffusa che la manovra non sortirà grandi effetti.

Giusto una settimana fa, Fuglsang ha partecipato a Beking 2022, evento di solidarietà a Monaco
Giusto una settimana fa, Fuglsang ha partecipato a Beking 2022, evento di solidarietà a Monaco
Come stai?

Bene. Ho ricominciato piano piano. Non so da dove partirò, dovremo vedere. Alla fine l’obiettivo è sempre vincere, ma bisognerà capire cosa succede con la squadra. C’è il ricorso, ma se andiamo giù bisognerà vedere che gare potremo fare. Secondo me non c’è ancora nulla di certo al 100 per cento. L’UCI non ha ancora ufficializzato niente, come pure non ha annunciato l’ingresso nel WorldTour delle squadre promosse. Stiamo aspettando.

Hai ancora due anni di contratto, giusto?

Sì, esatto. In teoria dovremmo poter fare tutte le corse WorldTour in linea. Anche le corse Monumento. Se va così, sicuramente riusciamo a fare un bel programma. E poi spero che ci diano l’invito per fare il Giro. Se davvero arrivasse, mi piacerebbe tornare a fare il Giro d’Italia.

La scorsa estate, Fuglsang era arrivato al Tour in buona condizione: qui sesto nella tappa di Mende
La scorsa estate, Fuglsang era arrivato al Tour in buona condizione: qui sesto nella tappa di Mende
A che punto sei della carriera?

Al punto che non penso più alle classifiche dei grandi Giri, mi vedo più per vincere delle tappe. E’ quello che vorrei fare. Ho già fatto una top 10 al Giro e una top 10 al Tour e a questo punto per me fare un quinto o sesto posto in classifica generale cambia davvero poco. Invece vincere una tappa è qualcosa su cui punto molto.

Parlando con Kreuziger, è venuto fuori che Bjarne Riis è stato il tecnico che ha più stimato. Per te è stato lo stesso?

Quelli con Bjarne forse non sono stati gli anni migliori, ma ho imparato tanto. Tutti quelli che hanno corso per lui, ma anche i meccanici e i massaggiatori, parlano sempre bene di lui. Sono sempre orgogliosi di avere avuto l’esperienza di lavorare con lui. Con chiunque io ne parli, mi dice la stessa cosa. Anche Nizzolo la pensa così, anche se lui ci ha lavorato per un breve periodo alla Qhubeka.

Il Lombardia ha chiuso il 2022 di Fuglsang, stagione con 59 giorni di corsa e 9 piazzamenti fra i 10
Il Lombardia ha chiuso il 2022 di Fuglsang, stagione con 59 giorni di corsa e 9 piazzamenti fra i 10
Bjarne era il mago dell’organizzazione, questa squadra è nata da zero, a che punto si trova?

C’è ancora da migliorare in tutte le cose, ma non c’è niente di strano: tutte le squadre possono migliorare.

Se volesse, Fuglsang potrebbe chiedere la rescissione del contratto, come succede quando una squadra perde lo status di WorldTour, ma si torna al ragionamento di partenza. Due anni di quel buon contratto rendono più accettabile anche il fatto di dover a volte alzare lo sguardo al cielo.

Fuglsang: alla Israel idee chiare e la Strade Bianche in testa

09.02.2022
5 min
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Jakob Fuglsang cambia ancora pelle. Il danese dopo ben nove stagioni ha lasciato il gruppo Astana. Tra i grandi del WorldTour solo Valverde, Ulissi, Pinot e Puccio sono rimasti altrettanto tempo nello stesso team. E questo per chi va per i 37 anni non è una cosa da poco. Significa rimettersi in gioco, accettare nuove sfide, uscire da quella che oggi è la comfort zone.

Per l’ex biker approdato alla Israel – Premier Tech gli obiettivi non saranno più i grandi Giri, come già aveva dichiarato lo scorso anno, ma le classiche. E stavolta non si tratta solo della “sua” Liegi (che vinse nel 2019). 

Fuglsang verso obiettivi inediti come il Fiandre
Fuglsang verso obiettivi per lui inediti come il Fiandre

Nuove avventure

Fuglsang ha pagato un bel po’ lo scotto del Covid, anche se proprio al rientro nel 2020 era stato il migliore. Aveva dominato l’insolito Lombardia d’estate e “pagato dazio” al Giro d’Italia in autunno. E il 2021 è andato così così, fra strascichi del 2020 e qualche intoppo.

«Quella passata non è stata la mia stagione migliore – ha detto tempo fa Fuglsang – e per questo ho voglia di rifarmi partendo subito bene. Cercherò di lottare per una vittoria fin dall’inizio della stagione. La Strade Bianche è sicuramente uno dei primi grandi obiettivi. Successivamente farò anche il Fiandre. Poi penserò alle Ardenne». 

A stargli vicino ci sarà un altro “vecchietto” tosto, Michael Woods. Il canadese, che ha un anno in meno, è stato uno dei corridori più regolari dell’anno passato e proprio nelle Ardenne mostrò forse la sua versione migliore. Durante la ricognizione della Doyenne mostrò una concentrazione pazzesca ed affrontò, sotto i nostri occhi, la Redoute in modo feroce.

«Se ci sarà la possibilità di essere in due nel finale di una classica monumento – ha ripreso Fuglsang – sarà un vantaggio. Avremmo la possibilità di giocarci le nostre carte e fare la differenza. L’importante è che uno dei due vinca una grande gara quest’anno».

Fuglsang (classe 1985) con i nuovi compagni della Israel – Premier Tech
Fuglsang (classe 1985) con i nuovi compagni della Israel – Premier Tech

Cozzi soddisfatto 

Fuglsang stavolta non ha nel mirino “solo” la Liegi-Bastogne-Liegi. La Strade-Bianche e il Giro delle Fiandre lo aspettano al varco. Due corse prestigiose, durissime e che richiedono una certa abilità di guida. E in tal senso l’ex iridato U23 di Mtb non dovrebbe avere problemi.

Quest’anno il Fiandre vedrà al via più campioni del solito. Oltre agli specialisti, hanno alzato il braccio anche Nibali, Pogacar e adesso il danese. Anche se Jakob ha corso solo una volta la Ronde.

Il suo esordito con la Israel – Premier Tech è stato davvero pimpante. Il danese ha chiuso la Valenciana al sesto posto. Ma quel che lo ha reso felice sono state le sensazioni.

«E’ stata una gara difficile, ma ideale per me. Un buon inizio di stagione e un buon inizio di avventura con la Israel-Premier Tech. Sono molto contento di come è andata la gara, delle sensazioni che ho avuto e anche molto contento di come ha corso la squadra. Ho avuto un fantastico supporto dai miei compagni. Ci stiamo conoscendo».

«Ho visto un Fuglsang molto determinato – ci ha detto il diesse, Claudio Cozzi – Jakob non è venuto qui per essere “uno di passaggio”. Mi è sembrato un ragazzo molto serio. Un ragazzo che sa quel che vuole.

«Il programma? Lo abbiamo stilato insieme, cosa che facciamo soprattutto con i leader. Con loro cerchiamo di fare un calendario personalizzato, anche in base alle loro preferenze. I buoni corridori sono un potenziale che va “sfruttato”, per loro e per il risultato della squadra. Se un corridore non vuole andare ad una corsa è inutile portarcelo. Sì, è stato lui a chiedere di fare il Fiandre».

Insomma Fuglsang è sul pezzo. E ogni sua scelta è stata ben ponderata.

Il danese è più che soddisfatto della sua Factor Ostro Vam (foto Instagram)
Il danese è più che soddisfatto della sua Factor Ostro Vam (foto Instagram)

Sterrato nel Dna

E per quanto riguarda lo sterrato (e sul fatto di partire forte) tutto torna, visto come è andato alla Comunitat Valenciana, appunto. «Sono contento di come sia andata sullo sterrato. Ho dato tutto in quei 1.700 metri… forse troppo in una curva! Ma va bene così», ha detto il danese.

Anche il feeling con la bici è ottimo a quanto pare. Il danese, solitamente molto pacato, ha detto che la sua Factor Ostro Vam è probabilmente la migliore bici da strada che abbia mai avuto. «E’ una bici così ben bilanciata che è una gioia guidarla».

Bici o no, il danese è come il buon vino: più invecchia e più esalta le sue qualità. In gruppo non ci sono solo i “bimbi” della nuova generazione a fare la voce grossa. Prima di vincere devono battere i veterani.

«Dopo la Valenciana riprenderò alla Ruta del Sol. Spero che la mia forma continui a migliorare. Già lì vorrei ottenere un risultato migliore della Valenciana. Il mio obiettivo è continuare ad accrescere la mia forma fisica in vista dei miei prossimi obiettivi».

Fuglsang con il meccanico Gabriele Tosello alla vigilia della Strade Bianche 2021
Fuglsang con il meccanico Gabriele Tosello alla vigilia della Strade Bianche 2021

Strade Bianche in testa

E occhio davvero a queste due gare italiane, la Strade Bianche e la Tirreno-Adriatico. 

«Alla Strade Bianche Jakob ci tiene davvero – dice Cozzi – arriveremo in Toscana il 2 marzo (tre giorni prima della gara, ndr) e ne approfitteremo per fare delle ricognizioni approfondite». Anche nella messa a punto della bici il danese è un vero cecchino. Lo scorso anno, proprio alla vigilia della gara senese, discuteva coi meccanici dell’Astana, su sensazioni, millimetri… e aveva fatto fare degli interventi sulla pedaliera.

«Jakob – conclude Cozzi – sa cosa è meglio per lui. Come ho già detto, è molto professionale e il suo palmares parla per lui. Ha capito dove può fare bene e quali possono essere le corse più adatte al suo potenziale in questo periodo della sua carriera».

L’Astana investe su Fuglsang e si tiene stretto Vlasov

20.04.2021
3 min
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L’Astana Premier Tech è considerata dai suoi stessi dirigenti una squadra “work in progress”. L’addio di Miguel Angel Lopez, che era ormai da qualche anno l’uomo di riferimento per i grandi Giri, ha come prima finalità quella di dare maggiore responsabilità ad Alexander Vlasov, corridore che ha dimostrato grandi qualità e propensione per le corse a tappe medio-brevi, al quale però ora si chiede un ulteriore salto di qualità. Questo libera anche Jakob Fuglsang, che se da una parte resta uno dei maggiori interpreti delle classiche altimetricamente più severe, dall’altro ha ormai messo da parte le sue ambizioni di classifica nelle prove di più settimane.

Vlasov in sella alla Wilier Turbine nella crono finale della Vuelta 2020
Vlasov in sella alla Wilier Turbine nella crono finale della Vuelta 2020

La squadra è costruita per offrire spettacolo in ogni situazione: Vinokourov ha sempre voluto gestire un team capace di lottare per la vittoria su ogni traguardo e il totale dei successi raccolto negli anni la dice lunga sul valore del team kazako. L’Astana unisce a una forte presenza dell’Est, un altro zoccolo duro spagnolo, con i fratelli Izagirre ai quali si chiede non solo di svolgere compiti di luogotenente nei grandi Giri, ma anche di puntare alle brevi corse a tappe. Battitore libero è Alexey Lutsenko, kazako che ha già dimostrato di poter fare bene in vari ambiti.

Il lavoro del team di Astana è come detto puntato anche al futuro e qui vengono coinvolti i giovani italiani, Samuele Battistella, Matteo Sobrero e Andrea Piccolo, ai quali si chiede innanzitutto di fare esperienza, ma anche di mettersi in evidenza dove possibile per far vedere sprazzi di quella classe mostrata nelle categorie inferiori.

La Astana-Premier Tech corre su bici Wilier Triestina
La Astana-Premier Tech corre su bici Wilier Triestina

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Alex DebaEzkio ItsasoEsp19.09.10052015
Samuele BattistellaCastelfrancoIta14.11.19982020
Manuele BoaroBassanoIta12.03.19872011
Gleb BrussenskiyKazKaz18.04.20002021
Rodrigo PinzonVillapinzonCol02.06.19942015
Stefan De BodWorcesterRSA17.11.19962016
Yevgeniy FedorovKazKaz16.02.20002020
Fabio FellineTorinoIta29.03.1990
Omar FraileSantzurtziEsp17.07.19902012
Jacob FuglsangGinevra(SUI)Den22.03.19852006
Yevgeniy GidichKoksetavKaz19.05.19962018
Jonas WilslyHerlevDen30.07.19962019
Dmitriy GruzdevAstanaKaz13.03.19862011
Hugo HouleSainte PerpetueCan27.09.19902013
Gorka IzagirreOrmaiztegiEsp07.10.19872009
Ion IzagirreOrmaiztegiEsp04.02.19892010
Merhawi KudusAsmaraEri23.01.19942014
Alexey LutsenkoPetropavlKaz07.09.19922013
Davide MartinelliBresciaIta31.05.19932016
Yuriy NatarovTalgarKaz28.12.19962019
Benjamin PerrySt.CatharinesCan07.03.19942015
Andrea PiccoloMagentaIta23.03.20012020
Vadim PronskiyAstanaKaz04.06.19982020
Oscar RodriguezBurladaEsp06.05.19952017
Javier Oliver Villafranca Esp06.01.19992021
Luis Sanchez GilMulaEsp24.11.19832004
Matteo SobreroAlbaIta14.05.19972020
Nikita StalnovaAstanaKaz14.09.19912017
Harold CanacuePitalitoCol27.04.19972020
Aleksandr VlasovVyborgRus23.04.19962018
Artyom ZakharovPetropavlKaz27.10.19912014

DIRIGENTI

Alexandr VinokurovKazGeneral Manager
Dmitry FofonovKazDirettore Sportivo
Steve BauerCanDirettore Sportivo
Bruno CenghialtaItaDirettore Sportivo
Giuseppe MartinelliItaDirettore Sportivo
Dmitriy MuravyevKazDirettore Sportivo
Sergey YakovlevKazDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Terzo anno di vita per la partnership tra l’Astana e la Wilier Triestina: i successi del team kazako sono stati favoriti anche dal grande lavoro dell’azienda veneta, che oltre all’Astana fornisce le bici anche alla Total Direct Energie. Appena terminata la stagione 2020, la Wilier ha subito portato a termine il lavoro sul nuovo modello, la Filante SLR, una bici estremamente leggera, naturale evoluzione rispetto al precedente prototipo 0 SLR.

CONTATTI

ASTANA – PREMIER TECH – KAZ

37, Rue des Scillas, L-2529 Howard (LUX)

info@astana.lu – www.astanaproteam.kz

Facebook: @AstanaPremierTech

Twitter: @AstanaPremTech

Instagram: proteamastana

Jakob Fuglsang Bollé

La famiglia Bollé si allarga con Fuglsang e altri cinque

22.03.2021
3 min
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Le novità in casa Bollé sembrano proprio non voler terminare. Solo poche settimane fa il brand francese annunciava la propria partnership con la B&B Hotels p/b KTM. La squadra transalpina a inizio febbraio ha ottenuto l’invito per partecipare al prossimo Tour de France. La corsa a tappe più importante del mondo permetterà così a Bollé di dare grande visibilità ai suoi prodotti come il nuovo casco Furo Mips, agli occhiali Shifter, Lightshifter e Chronoshield.

Non solo Fuglsang

Per il 2021 sono state definite nuove partnership individuali che andranno ad affiancare la collaborazione con il team B&B Hotels p/b KTM. Saranno infatti sei i corridori professionisti che utilizzeranno in gara gli occhiali Bollé. Fra questi il più famoso è sicuramente il campione danese Jakob Fuglsang, nella foto di apertura (photo credit Dom Daher) . Il leader del team Astana – Premier Tech vanta un palmares di assoluto prestigio impreziosito negli ultimi due anni da due Classiche Monumento come la Liegi-Bastogne-Liegi e Il Lombardia. Fuglsang non sarà il solo atleta della formazione kazaka ad indossare occhiali Bollé. Con lui ci saranno l’italiano Samuele Battistella, campione del mondo junior 2018, e il canadese Benjamin Perry.

Samuele Battistella Bollé Chronoshield
Samuele Battistella con i Chronoshield (photo credit Giovanna Franco)
Samuele Battistella Bollé Chronoshield
Il giovane Samuele Battistella con i Chronoshield (photo credit Giovanna Franco)

C’è anche Niccolò Bonifazio

Bollé fornirà gli occhiali anche ad un altro ciclista italiano. Stiamo parlando di Niccolò Bonifazio del team Total Direct Energie. Il velocista ligure ha collezionato nella sua carriera già diciotto vittorie tra le quali spicca un bellissimo successo di tappa alla Parigi-Nizza dello scorso anno. Con lui ci sarà il suo compagno di squadra Victor de la Parte, forte atleta spagnolo che vanta un palmares di quattro vittorie.
A concludere l’elenco di queste nuove partnership individuali troviamo l’inglese Jake Stewart della formazione transalpina Groupama FDJ. Si tratta di una giovane promessa del ciclismo britannico. In questa prima parte di stagione lo ricordiamo secondo classificato all’Omloop Het Nieuwsblad alle spalle del nostro Ballerini. Va anche segnalata la conquista della maglia di miglior giovane all’Etoile de Bessèges – Tou du Gard, breve corsa a tappe francese.

Nicolò Bonifazio con i Lightshifter (photo credit Dom Daher)
Niccolò Bonifazio con i Lightshifter (photo credit Dom Daher)
Nicolò Bonifazio con i Lightshifter (photo credit Dom Daher)
Niccolò Bonifazio con i Lightshifter (photo credit Dom Daher)

Un pubblico più ampio

La scelta di atleti così diversi fra loro è stata fortemente voluta dal management Bollé con il preciso scopo di far conoscere la qualità dei propri prodotti ad un pubblico di appassionati di ciclismo sempre più vasto. Da questa esperienza l’azienda francese vuole inoltre ricavare importanti feedback per poter sviluppare prodotti sempre più performanti.

Jake Stewart con gli occhiali Bollé Shifter (photo credit Bettini Photo)
Jake Stewart con gli occhiali Shifter (photo credit Bettini Photo)
Jake Stewart con gli occhiali Bollé Shifter (photo credit Bettini Photo)
Il giovane britannico Jake Stewart con gli occhiali Shifter (photo credit Bettini Photo)

Accordo con Haute Route

Il 2021 di Bollé prevede un’ultima importante novità. Di recente è stata infatti annunciata una nuova partnership triennale con Haute Route, realtà internazionale che si occupa di organizzare eventi e viaggi per far vivere a ciclisti amatori esperienze uniche portandoli a pedalare sulle salite che hanno fatto la storia del ciclismo sulle Alpi, i Pirenei e le Dolomiti.

bolle.com