Search

EKOI e Israel Premier Tech: accordo fino al 2025

20.12.2022
3 min
Salva

Dall’avvio della prossima e attesa stagione 2023, il team Israel Premier Tech inizierà a collaborare con EKOI per quanto riguarda la fornitura tecnica di abbigliamento, caschi ed occhiali. Questo importante accordo – di durata triennale e dunque valido fino alla fine della stagione agonistica 2025 – consentirà al brand francese produttore di abbigliamento ed accessori per il ciclismo di continuare a proporre importanti innovazioni sempre al servizio della performance dei propri clienti. 

Nel corso dei recenti ritiri di inizio stagione, diversi membri dello staff tecnico EKOI hanno avuto modo di viaggiare in Spagna per permettere ai corridori di provare individualmente abbigliamento, caschi e occhiali. Non a caso, proprio questo servizio “su misura”, oltre alla disponibilità EKOI nei confronti dei propri atleti, rappresentano entrambe due qualità ben definite nel Dna dell’azienda. E in occasione di questi primi meeting tecnici, campioni del calibro di Chris Froome, Jakob Fuglsang e Michael Woods hanno avuto modo di trasferire immediatamente il proprio feedback sia al responsabile della sponsorizzazione EKOI Pietro Cicoria quanto ai tecnici, con l’obiettivo di perfezionare tutti i dettagli. 

L’accordo tra Ekoi e Israel Premier Tech sottolineato dalla stretta di mano fra il manager Carlstrom (a sinistra) e Pietro Cicoria di Ekoi
L’accordo tra Ekoi e Israel Premier Tech nella stretta di mano fra Kjell Carlstrom (a sinistra) e Pietro Cicoria di Ekoi

Tecnica e performance

«Come squadra, eravamo alla ricerca di un marchio in grado di offrirci attrezzature di alta qualità – ha dichiarato Kjell Carlstrom, il General Manager della Israel Premier Tech – e con EKOI abbiamo trovato molto di più. Siamo stati conquistati dalla loro reattività e dalla loro volontà di offrirci il miglior materiale possibile per l’ottimizzazione delle prestazioni. Inoltre, abbiamo anche potuto visitare la loro sede e comprendere meglio la bellissima etica del marchio».

«Sin dalla propria creazione – ha ribattuto Jean-Christophe Rattel, il fondatore di EKOI – il brand è sempre stato molto attento all’attività dei professionisti e dei loro team. Essere i fornitori tecnici di alcuni dei grandi campioni che hanno segnato la storia del ciclismo rappresenta per noi un vero e proprio onore… e siamo orgogliosi di poter da loro essere riconosciuti per il nostro lavoro e per il nostro know-how». 

Il marchio francese è produttore di abbigliamento ed accessori per il ciclismo
Il marchio francese è produttore di abbigliamento ed accessori per il ciclismo

Disponibile sono online

Anche Chris Froome ha avuto importanti parole di apprezzamento nei confronti di EKOI in occasione di questi primi incontri tecnici.

«Le mie prime impressioni quando ho avuto modo di indossare i capi e gli accessori EKOI – ha dichiarato il quattro volte vincitore del Tour – sono state estremamente positive. In primo luogo perché la qualità dei materiali è evidente e la finitura eccellente. In seconda battuta, perché questo marchio sa bene cosa i ciclisti professionisti si aspettano».

Chris Froome sarà ancora uno dei corridori di prim’ordine della Israel
Chris Froome sarà ancora uno dei corridori di prim’ordine della Israel

Creato nel 2001, EKOI si è rapidamente affermato come brand leader in Francia per quanto riguarda la produzione di abbigliamento e accessori per ciclisti. Pioniere della vendita diretta online fin dal 2008, EKOI ha così scelto di eliminare alcuni passaggi commerciali intermedi proponendo ai consumatori prodotti “premium” in grado di combinare design e tecnicità. La costante collaborazione con alcuni dei migliori ciclisti professionisti in circolazione permette ad EKOI di offrire prodotti estremamente innovativi, favorendo così le prestazioni e le… vittorie in molteplici e grandi competizioni sportive al mondo.

Ekoi

Fuglsang, altri due anni di contratto e qualche spina

04.12.2022
4 min
Salva

Probabilmente a 36 anni si smette di cercare l’ambiente giusto e si punta al miglior ingaggio. La Israel-Premier Tech è una squadra WorldTour, deve crescere, ma tanto male non sarà. Probabilmente Jakob Fuglsang deve aver pensato questo lo scorso anno quando ha accettato il triennale con la squadra israeliana, che lo porterà sino alla soglia dei 40 anni. Ma le cose non sono andate come il danese si aspettava. Parecchi dei corridori che se ne sono andati e anche alcuni che sono rimasti fanno fatica a comprenderne i meccanismi, nonostante ai suoi vertici ci siano uomini di comprovata esperienza.

Forse non è per caso che la stagione si sia conclusa con la retrocessione tra le professional, che porta via ogni certezza di partecipare ai grandi Giri. Per Fuglsang invece il 2022 è andato in archivio con la vittoria alla Mercan’Tour Classic Alpes-Maritimes e in precedenza il terzo posto al Giro di Svizzera. Il ritiro dal Tour dopo la caduta nella 15ª tappa con tanto di frattura di una costola non ha contribuito a rendere l’estate un posto migliore. Resta pendente il ricorso al Tas da parte del team, ma è opinione diffusa che la manovra non sortirà grandi effetti.

Giusto una settimana fa, Fuglsang ha partecipato a Beking 2022, evento di solidarietà a Monaco
Giusto una settimana fa, Fuglsang ha partecipato a Beking 2022, evento di solidarietà a Monaco
Come stai?

Bene. Ho ricominciato piano piano. Non so da dove partirò, dovremo vedere. Alla fine l’obiettivo è sempre vincere, ma bisognerà capire cosa succede con la squadra. C’è il ricorso, ma se andiamo giù bisognerà vedere che gare potremo fare. Secondo me non c’è ancora nulla di certo al 100 per cento. L’UCI non ha ancora ufficializzato niente, come pure non ha annunciato l’ingresso nel WorldTour delle squadre promosse. Stiamo aspettando.

Hai ancora due anni di contratto, giusto?

Sì, esatto. In teoria dovremmo poter fare tutte le corse WorldTour in linea. Anche le corse Monumento. Se va così, sicuramente riusciamo a fare un bel programma. E poi spero che ci diano l’invito per fare il Giro. Se davvero arrivasse, mi piacerebbe tornare a fare il Giro d’Italia.

La scorsa estate, Fuglsang era arrivato al Tour in buona condizione: qui sesto nella tappa di Mende
La scorsa estate, Fuglsang era arrivato al Tour in buona condizione: qui sesto nella tappa di Mende
A che punto sei della carriera?

Al punto che non penso più alle classifiche dei grandi Giri, mi vedo più per vincere delle tappe. E’ quello che vorrei fare. Ho già fatto una top 10 al Giro e una top 10 al Tour e a questo punto per me fare un quinto o sesto posto in classifica generale cambia davvero poco. Invece vincere una tappa è qualcosa su cui punto molto.

Parlando con Kreuziger, è venuto fuori che Bjarne Riis è stato il tecnico che ha più stimato. Per te è stato lo stesso?

Quelli con Bjarne forse non sono stati gli anni migliori, ma ho imparato tanto. Tutti quelli che hanno corso per lui, ma anche i meccanici e i massaggiatori, parlano sempre bene di lui. Sono sempre orgogliosi di avere avuto l’esperienza di lavorare con lui. Con chiunque io ne parli, mi dice la stessa cosa. Anche Nizzolo la pensa così, anche se lui ci ha lavorato per un breve periodo alla Qhubeka.

Il Lombardia ha chiuso il 2022 di Fuglsang, stagione con 59 giorni di corsa e 9 piazzamenti fra i 10
Il Lombardia ha chiuso il 2022 di Fuglsang, stagione con 59 giorni di corsa e 9 piazzamenti fra i 10
Bjarne era il mago dell’organizzazione, questa squadra è nata da zero, a che punto si trova?

C’è ancora da migliorare in tutte le cose, ma non c’è niente di strano: tutte le squadre possono migliorare.

Se volesse, Fuglsang potrebbe chiedere la rescissione del contratto, come succede quando una squadra perde lo status di WorldTour, ma si torna al ragionamento di partenza. Due anni di quel buon contratto rendono più accettabile anche il fatto di dover a volte alzare lo sguardo al cielo.

Fuglsang: alla Israel idee chiare e la Strade Bianche in testa

09.02.2022
5 min
Salva

Jakob Fuglsang cambia ancora pelle. Il danese dopo ben nove stagioni ha lasciato il gruppo Astana. Tra i grandi del WorldTour solo Valverde, Ulissi, Pinot e Puccio sono rimasti altrettanto tempo nello stesso team. E questo per chi va per i 37 anni non è una cosa da poco. Significa rimettersi in gioco, accettare nuove sfide, uscire da quella che oggi è la comfort zone.

Per l’ex biker approdato alla Israel – Premier Tech gli obiettivi non saranno più i grandi Giri, come già aveva dichiarato lo scorso anno, ma le classiche. E stavolta non si tratta solo della “sua” Liegi (che vinse nel 2019). 

Fuglsang verso obiettivi inediti come il Fiandre
Fuglsang verso obiettivi per lui inediti come il Fiandre

Nuove avventure

Fuglsang ha pagato un bel po’ lo scotto del Covid, anche se proprio al rientro nel 2020 era stato il migliore. Aveva dominato l’insolito Lombardia d’estate e “pagato dazio” al Giro d’Italia in autunno. E il 2021 è andato così così, fra strascichi del 2020 e qualche intoppo.

«Quella passata non è stata la mia stagione migliore – ha detto tempo fa Fuglsang – e per questo ho voglia di rifarmi partendo subito bene. Cercherò di lottare per una vittoria fin dall’inizio della stagione. La Strade Bianche è sicuramente uno dei primi grandi obiettivi. Successivamente farò anche il Fiandre. Poi penserò alle Ardenne». 

A stargli vicino ci sarà un altro “vecchietto” tosto, Michael Woods. Il canadese, che ha un anno in meno, è stato uno dei corridori più regolari dell’anno passato e proprio nelle Ardenne mostrò forse la sua versione migliore. Durante la ricognizione della Doyenne mostrò una concentrazione pazzesca ed affrontò, sotto i nostri occhi, la Redoute in modo feroce.

«Se ci sarà la possibilità di essere in due nel finale di una classica monumento – ha ripreso Fuglsang – sarà un vantaggio. Avremmo la possibilità di giocarci le nostre carte e fare la differenza. L’importante è che uno dei due vinca una grande gara quest’anno».

Fuglsang (classe 1985) con i nuovi compagni della Israel – Premier Tech
Fuglsang (classe 1985) con i nuovi compagni della Israel – Premier Tech

Cozzi soddisfatto 

Fuglsang stavolta non ha nel mirino “solo” la Liegi-Bastogne-Liegi. La Strade-Bianche e il Giro delle Fiandre lo aspettano al varco. Due corse prestigiose, durissime e che richiedono una certa abilità di guida. E in tal senso l’ex iridato U23 di Mtb non dovrebbe avere problemi.

Quest’anno il Fiandre vedrà al via più campioni del solito. Oltre agli specialisti, hanno alzato il braccio anche Nibali, Pogacar e adesso il danese. Anche se Jakob ha corso solo una volta la Ronde.

Il suo esordito con la Israel – Premier Tech è stato davvero pimpante. Il danese ha chiuso la Valenciana al sesto posto. Ma quel che lo ha reso felice sono state le sensazioni.

«E’ stata una gara difficile, ma ideale per me. Un buon inizio di stagione e un buon inizio di avventura con la Israel-Premier Tech. Sono molto contento di come è andata la gara, delle sensazioni che ho avuto e anche molto contento di come ha corso la squadra. Ho avuto un fantastico supporto dai miei compagni. Ci stiamo conoscendo».

«Ho visto un Fuglsang molto determinato – ci ha detto il diesse, Claudio Cozzi – Jakob non è venuto qui per essere “uno di passaggio”. Mi è sembrato un ragazzo molto serio. Un ragazzo che sa quel che vuole.

«Il programma? Lo abbiamo stilato insieme, cosa che facciamo soprattutto con i leader. Con loro cerchiamo di fare un calendario personalizzato, anche in base alle loro preferenze. I buoni corridori sono un potenziale che va “sfruttato”, per loro e per il risultato della squadra. Se un corridore non vuole andare ad una corsa è inutile portarcelo. Sì, è stato lui a chiedere di fare il Fiandre».

Insomma Fuglsang è sul pezzo. E ogni sua scelta è stata ben ponderata.

Il danese è più che soddisfatto della sua Factor Ostro Vam (foto Instagram)
Il danese è più che soddisfatto della sua Factor Ostro Vam (foto Instagram)

Sterrato nel Dna

E per quanto riguarda lo sterrato (e sul fatto di partire forte) tutto torna, visto come è andato alla Comunitat Valenciana, appunto. «Sono contento di come sia andata sullo sterrato. Ho dato tutto in quei 1.700 metri… forse troppo in una curva! Ma va bene così», ha detto il danese.

Anche il feeling con la bici è ottimo a quanto pare. Il danese, solitamente molto pacato, ha detto che la sua Factor Ostro Vam è probabilmente la migliore bici da strada che abbia mai avuto. «E’ una bici così ben bilanciata che è una gioia guidarla».

Bici o no, il danese è come il buon vino: più invecchia e più esalta le sue qualità. In gruppo non ci sono solo i “bimbi” della nuova generazione a fare la voce grossa. Prima di vincere devono battere i veterani.

«Dopo la Valenciana riprenderò alla Ruta del Sol. Spero che la mia forma continui a migliorare. Già lì vorrei ottenere un risultato migliore della Valenciana. Il mio obiettivo è continuare ad accrescere la mia forma fisica in vista dei miei prossimi obiettivi».

Fuglsang con il meccanico Gabriele Tosello alla vigilia della Strade Bianche 2021
Fuglsang con il meccanico Gabriele Tosello alla vigilia della Strade Bianche 2021

Strade Bianche in testa

E occhio davvero a queste due gare italiane, la Strade Bianche e la Tirreno-Adriatico. 

«Alla Strade Bianche Jakob ci tiene davvero – dice Cozzi – arriveremo in Toscana il 2 marzo (tre giorni prima della gara, ndr) e ne approfitteremo per fare delle ricognizioni approfondite». Anche nella messa a punto della bici il danese è un vero cecchino. Lo scorso anno, proprio alla vigilia della gara senese, discuteva coi meccanici dell’Astana, su sensazioni, millimetri… e aveva fatto fare degli interventi sulla pedaliera.

«Jakob – conclude Cozzi – sa cosa è meglio per lui. Come ho già detto, è molto professionale e il suo palmares parla per lui. Ha capito dove può fare bene e quali possono essere le corse più adatte al suo potenziale in questo periodo della sua carriera».

L’Astana investe su Fuglsang e si tiene stretto Vlasov

20.04.2021
3 min
Salva

L’Astana Premier Tech è considerata dai suoi stessi dirigenti una squadra “work in progress”. L’addio di Miguel Angel Lopez, che era ormai da qualche anno l’uomo di riferimento per i grandi Giri, ha come prima finalità quella di dare maggiore responsabilità ad Alexander Vlasov, corridore che ha dimostrato grandi qualità e propensione per le corse a tappe medio-brevi, al quale però ora si chiede un ulteriore salto di qualità. Questo libera anche Jakob Fuglsang, che se da una parte resta uno dei maggiori interpreti delle classiche altimetricamente più severe, dall’altro ha ormai messo da parte le sue ambizioni di classifica nelle prove di più settimane.

Vlasov in sella alla Wilier Turbine nella crono finale della Vuelta 2020
Vlasov in sella alla Wilier Turbine nella crono finale della Vuelta 2020

La squadra è costruita per offrire spettacolo in ogni situazione: Vinokourov ha sempre voluto gestire un team capace di lottare per la vittoria su ogni traguardo e il totale dei successi raccolto negli anni la dice lunga sul valore del team kazako. L’Astana unisce a una forte presenza dell’Est, un altro zoccolo duro spagnolo, con i fratelli Izagirre ai quali si chiede non solo di svolgere compiti di luogotenente nei grandi Giri, ma anche di puntare alle brevi corse a tappe. Battitore libero è Alexey Lutsenko, kazako che ha già dimostrato di poter fare bene in vari ambiti.

Il lavoro del team di Astana è come detto puntato anche al futuro e qui vengono coinvolti i giovani italiani, Samuele Battistella, Matteo Sobrero e Andrea Piccolo, ai quali si chiede innanzitutto di fare esperienza, ma anche di mettersi in evidenza dove possibile per far vedere sprazzi di quella classe mostrata nelle categorie inferiori.

La Astana-Premier Tech corre su bici Wilier Triestina
La Astana-Premier Tech corre su bici Wilier Triestina

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Alex DebaEzkio ItsasoEsp19.09.10052015
Samuele BattistellaCastelfrancoIta14.11.19982020
Manuele BoaroBassanoIta12.03.19872011
Gleb BrussenskiyKazKaz18.04.20002021
Rodrigo PinzonVillapinzonCol02.06.19942015
Stefan De BodWorcesterRSA17.11.19962016
Yevgeniy FedorovKazKaz16.02.20002020
Fabio FellineTorinoIta29.03.1990
Omar FraileSantzurtziEsp17.07.19902012
Jacob FuglsangGinevra(SUI)Den22.03.19852006
Yevgeniy GidichKoksetavKaz19.05.19962018
Jonas WilslyHerlevDen30.07.19962019
Dmitriy GruzdevAstanaKaz13.03.19862011
Hugo HouleSainte PerpetueCan27.09.19902013
Gorka IzagirreOrmaiztegiEsp07.10.19872009
Ion IzagirreOrmaiztegiEsp04.02.19892010
Merhawi KudusAsmaraEri23.01.19942014
Alexey LutsenkoPetropavlKaz07.09.19922013
Davide MartinelliBresciaIta31.05.19932016
Yuriy NatarovTalgarKaz28.12.19962019
Benjamin PerrySt.CatharinesCan07.03.19942015
Andrea PiccoloMagentaIta23.03.20012020
Vadim PronskiyAstanaKaz04.06.19982020
Oscar RodriguezBurladaEsp06.05.19952017
Javier Oliver Villafranca Esp06.01.19992021
Luis Sanchez GilMulaEsp24.11.19832004
Matteo SobreroAlbaIta14.05.19972020
Nikita StalnovaAstanaKaz14.09.19912017
Harold CanacuePitalitoCol27.04.19972020
Aleksandr VlasovVyborgRus23.04.19962018
Artyom ZakharovPetropavlKaz27.10.19912014

DIRIGENTI

Alexandr VinokurovKazGeneral Manager
Dmitry FofonovKazDirettore Sportivo
Steve BauerCanDirettore Sportivo
Bruno CenghialtaItaDirettore Sportivo
Giuseppe MartinelliItaDirettore Sportivo
Dmitriy MuravyevKazDirettore Sportivo
Sergey YakovlevKazDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Terzo anno di vita per la partnership tra l’Astana e la Wilier Triestina: i successi del team kazako sono stati favoriti anche dal grande lavoro dell’azienda veneta, che oltre all’Astana fornisce le bici anche alla Total Direct Energie. Appena terminata la stagione 2020, la Wilier ha subito portato a termine il lavoro sul nuovo modello, la Filante SLR, una bici estremamente leggera, naturale evoluzione rispetto al precedente prototipo 0 SLR.

CONTATTI

ASTANA – PREMIER TECH – KAZ

37, Rue des Scillas, L-2529 Howard (LUX)

[email protected] – www.astanaproteam.kz

Facebook: @AstanaPremierTech

Twitter: @AstanaPremTech

Instagram: proteamastana

Jakob Fuglsang Bollé

La famiglia Bollé si allarga con Fuglsang e altri cinque

22.03.2021
3 min
Salva

Le novità in casa Bollé sembrano proprio non voler terminare. Solo poche settimane fa il brand francese annunciava la propria partnership con la B&B Hotels p/b KTM. La squadra transalpina a inizio febbraio ha ottenuto l’invito per partecipare al prossimo Tour de France. La corsa a tappe più importante del mondo permetterà così a Bollé di dare grande visibilità ai suoi prodotti come il nuovo casco Furo Mips, agli occhiali Shifter, Lightshifter e Chronoshield.

Non solo Fuglsang

Per il 2021 sono state definite nuove partnership individuali che andranno ad affiancare la collaborazione con il team B&B Hotels p/b KTM. Saranno infatti sei i corridori professionisti che utilizzeranno in gara gli occhiali Bollé. Fra questi il più famoso è sicuramente il campione danese Jakob Fuglsang, nella foto di apertura (photo credit Dom Daher) . Il leader del team Astana – Premier Tech vanta un palmares di assoluto prestigio impreziosito negli ultimi due anni da due Classiche Monumento come la Liegi-Bastogne-Liegi e Il Lombardia. Fuglsang non sarà il solo atleta della formazione kazaka ad indossare occhiali Bollé. Con lui ci saranno l’italiano Samuele Battistella, campione del mondo junior 2018, e il canadese Benjamin Perry.

Samuele Battistella Bollé Chronoshield
Samuele Battistella con i Chronoshield (photo credit Giovanna Franco)
Samuele Battistella Bollé Chronoshield
Il giovane Samuele Battistella con i Chronoshield (photo credit Giovanna Franco)

C’è anche Niccolò Bonifazio

Bollé fornirà gli occhiali anche ad un altro ciclista italiano. Stiamo parlando di Niccolò Bonifazio del team Total Direct Energie. Il velocista ligure ha collezionato nella sua carriera già diciotto vittorie tra le quali spicca un bellissimo successo di tappa alla Parigi-Nizza dello scorso anno. Con lui ci sarà il suo compagno di squadra Victor de la Parte, forte atleta spagnolo che vanta un palmares di quattro vittorie.
A concludere l’elenco di queste nuove partnership individuali troviamo l’inglese Jake Stewart della formazione transalpina Groupama FDJ. Si tratta di una giovane promessa del ciclismo britannico. In questa prima parte di stagione lo ricordiamo secondo classificato all’Omloop Het Nieuwsblad alle spalle del nostro Ballerini. Va anche segnalata la conquista della maglia di miglior giovane all’Etoile de Bessèges – Tou du Gard, breve corsa a tappe francese.

Nicolò Bonifazio con i Lightshifter (photo credit Dom Daher)
Niccolò Bonifazio con i Lightshifter (photo credit Dom Daher)
Nicolò Bonifazio con i Lightshifter (photo credit Dom Daher)
Niccolò Bonifazio con i Lightshifter (photo credit Dom Daher)

Un pubblico più ampio

La scelta di atleti così diversi fra loro è stata fortemente voluta dal management Bollé con il preciso scopo di far conoscere la qualità dei propri prodotti ad un pubblico di appassionati di ciclismo sempre più vasto. Da questa esperienza l’azienda francese vuole inoltre ricavare importanti feedback per poter sviluppare prodotti sempre più performanti.

Jake Stewart con gli occhiali Bollé Shifter (photo credit Bettini Photo)
Jake Stewart con gli occhiali Shifter (photo credit Bettini Photo)
Jake Stewart con gli occhiali Bollé Shifter (photo credit Bettini Photo)
Il giovane britannico Jake Stewart con gli occhiali Shifter (photo credit Bettini Photo)

Accordo con Haute Route

Il 2021 di Bollé prevede un’ultima importante novità. Di recente è stata infatti annunciata una nuova partnership triennale con Haute Route, realtà internazionale che si occupa di organizzare eventi e viaggi per far vivere a ciclisti amatori esperienze uniche portandoli a pedalare sulle salite che hanno fatto la storia del ciclismo sulle Alpi, i Pirenei e le Dolomiti.

bolle.com

Fuglsang si promuove e sogna la Roubaix

24.11.2020
3 min
Salva

Con Jakob Fuglsang abbiamo fatto un bilancio della sua stagione. Il corridore dell’Astana è stato a lungo il dominatore del 2020. Non a caso è anche tra i 15 nominati per il Vélo d’Or. Ha vinto Il Lombardia, il suo secondo “monumento” dopo la Liegi 2019, con una superiorità disarmante. Ha fatto il bello e il cattivo tempo alla Tirreno. E al Giro dell’Emilia, se non avesse vinto il compagno Vlasov, ci sarebbe stato lui a stracciare tutti sulle rampe del San Luca.

Ma in parte è stato anche “deludente”. Proprio per quanto fatto, era lecito aspettarsi un super Giro d’Italia da lui. Addirittura c’era chi lo vedeva in maglia rosa a Milano. Forse troppo, ma certo il podio ci poteva stare. Anche se poi come abbiamo visto è venuto fuori un Giro rivoluzionario. Inaspettato. E alla fine il suo sesto posto non è neanche così male.

L’arrivo trionfante del Lombardia
L’arrivo trionfante del Lombardia

Con il danese siamo riusciti a scambiare qualche battuta su questa stagione e quella che verrà. E sapete una cosa? Fuglsang ha un sogno da realizzare, la Parigi-Roubaix, che per un ex biker e ottimo passista come lui, potrebbe essere una sfida più che concreta.

Ciao Jakob, partiamo dalla stagione appena conclusa: puoi fare un bilancio del tuo 2020?

Al di là della pandemia globale e dei cambiamenti del calendario, è stato un buon anno per me, con la vittoria del Lombardia, un obiettivo e un sogno diventato realtà. Anche il Giro è andato tutto sommato bene. Sono riuscito a finire nella top 10.

Dopo un Lombardia corso così, cosa ti è mancato al Giro? Eri in forma troppo presto?

Penso mi sia mancata un po’ di fortuna ma questo è il ciclismo. No, non credo sia stata una questione di forma, quella era buona, ma con qualche intoppo come una foratura si perde tempo, difficile poi da recuperare.

Si dice che i nuovi giovani siano fortissimi: ma tu o Nibali eravate davvero ai massimi livelli? E come si può colmare questo divario?

I giovani corridori sono forti anzi, come hai detto tu, fortissimi. Vincenzo ed io abbiamo l’esperienza. Ma tutti i corridori del WorldTour sono ai massimi livelli, altrimenti non si presenterebbero neanche alle corse.

E ‘stata la prima volta che ti sei presentato al via di un grande Giro come leader unico: ti sei preparato in modo diverso? Hai sentito la pressione?

Un obiettivo, come la classifica generale del Giro deve essere valutato diversamente da una gara di un giorno. Quindi la mia preparazione era ovviamente diversa. Però sono stato già più volte il leader della squadra quindi non c’era più pressione del solito. Quella era la stessa di quando vuoi vincere.

Fuglsang sistema la borsa del freddo prima di una tappa al Giro
Fuglsang sistema la borsa del freddo prima di una tappa al Giro
Con Lopez e Vlasov al tuo fianco, sarebbe stato diverso?

Forse. Non possiamo controllare tutte le cose. Avevamo programmato di averli entrambi e giocare con due punte, ma la sfortuna (per Vlasov, ndr) e un terribile incidente (per Lopez, ndr) hanno cambiato quei piani.

Passiamo al 2021: quali sono i tuoi progetti? Martinelli ci ha detto che le classiche saranno ancora una volta il tuo primo obiettivo…

Stiamo programmando insieme al mio allenatore le mie gare del 2021. Se saremo in grado di tornare alla “vecchia normalità” vedremo quali gare ci saranno nel mio calendario.

C’è qualche corsa che non hai ancora fatto e che vorresti fare? Insomma, modifichi un po’ il tuo solito calendario?

Non credo che ci saranno “nuove” gare nel mio programma nel ’21, ma un giorno mi piacerebbe provare la Parigi-Roubaix.

Ti vediamo correre con tua moglie, fai altri sport? Quali passioni hai al di fuori del ciclismo? Esci ancora in Mtb?

Sì, è una bella alternanza oltre alla bicicletta. Mi piace passare il tempo con la mia famiglia visto che è sempre limitato, quindi cerchiamo di fare più cose possibili insieme come fare escursioni, correre o semplicemente stare fuori con nostra figlia e fare una passeggiata.

Vincenzo Nibali, Piancavallo, Giro d'Italia 2020

Piancavallo gela il ciclismo dei numeri

18.10.2020
4 min
Salva

Martinelli davanti al pullman dell’Astana sulla cima di Piancavallo si ferma volentieri a parlare, poco più avanti Slongo ha appena detto la sua davanti a quello della Trek-Segafredo. I due, che hanno in comune anni di lavoro con Nibali, questa volta sono su posizioni opposte.

Giovani e vecchi

Di colpo è come se il solco fra corridori giovane e più esperti venga scavato dall’assuefazione alla tecnologia. Tanto sembrano smaliziati e aggressivi i primi, quanto bloccati sui numeri gli altri. Oppure certe volte semplicemente i numeri sono l’alibi più utile?

Jakob Fuglsang, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Fuglsang a Piancavallo nel gruppetto di Nibali a 1’36”
Jakob Fuglsang, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Fuglsang a Piancavallo con Nibali a 1’36”

«Questa generazione di giovani – dice Martinelli – va più forte e non ha paura di menare. Sento invece corridori più anziani che continuano a parlare e snocciolare valori. C’è solo da menare e semmai guardare i numeri la sera. Si va tanto forte. Oggi abbiamo detto a Felline di tirare a 420 watt. Lui ha fatto 7 chilometri a 430 watt e quando è calato a 415, lo hanno subito passato. Ed erano in 25. C’è ancora da scalare lo Stelvio e da quello che ho visto oggi, non so quanti ci arriveranno. Nibali l’ho visto come ho visto il mio. Quando accelerano, non hanno numeri sufficientemente alti e si staccano. Quando a Fuglsang ho detto di stringere i denti, ha detto che non ne aveva».

Il tempo passa

Slongo a quei numeri li legge per spiegare il passo falso di Nibali, che ha pagato 1’36” a Geoghegan Hart e Kelderman. La sensazione che già ieri non fosse brillante nella crono è tornata quando Vincenzo, asfissiato dal ritmo frenetico della Sunweb, si è rialzato a circa 7 chilometri dall’arrivo e si è attaccato alla borraccia.

«Per la corsa è andato male – ha detto il suo allenatoreper i suoi valori è andato discretamente. Il ritmo di Sunweb era così forte che ha dovuto mollare. Kelderman è uno dei pochi che ha la squadra compatta. Sicuramente diventa l’uomo faro ».

Domenico Pozzovivo, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Fra i corridori esperti in difficoltà, anche Pozzovivo, 12° a 1’54”
Domenico Pozzovivo, Piancavallo, Giro d'Italia 2020
Anche Pozzovivo in difficoltà: 12° a 1’54”

Quel che si fatica a capire è se il miglior Nibali di oggi sia tanto lontano dal Nibali degli anni d’oro.

«Se prendo la crono di San Marino dell’anno scorso in cui andò bene – ha spiegato Slongo – o quella di Logroño alla Vuelta del 2017 in cui arrivò terzo e fu vinta da Froome, come wattaggi medi siamo in quei valori. Anche oggi penso che Vincenzo sui 20 minuti abbia fatto uno dei suoi best della stagione. Siamo in linea con un Nibali competitivo nei grandi Giri, ma va dato atto che attualmente c’è chi va più forte. Non so se sia da attribuire a un corridore vecchio, anche se per me ha ancora tanto da dare. I valori sono quelli di un bellissimo Nibali».

La terza settimana

L’ammissione, sia pure solo accennata dopo l’arrivo di Piancavallo, lascia riflettere. In questi momenti si deve aver fede nella possibilità di riscatto. Nibali venne già dato per spacciato nel 2016 dopo la tappa di Andalo, poi però la storia andò diversamente. I quattro anni passati nel frattempo non sono una distanza banale, ma Slongo non molla la presa

«Il morale non è male – ha detto – perché Vincenzo è nei suoi valori e per questo proveremo a inventarci qualcosa. E’ un Giro dove i primi sono ad un altissimo livello, bisognerà aspettare per vedere se qualcuno va in crisi. Sfrutteremo il lavoro degli altri e cercheremo fino alla fine di cogliere l’attimo, come è nel nostro stile. Il Giro per i primi 7-8 è tutto aperto, con le tappe che ci aspettano. Nella terza settimana può succedere che qualcuno vada in crisi. Noi non possiamo migliorare più di tanto, la nostra forza negli anni è stata la costanza. Perché non pensare che Vincenzo rimanga uguale e gli altri invece scendano?».

La speranza non muore per prima e con il riposo che bussa, coltivarla può essere un utile esercizio. Poi però, quando si tornerà a combattere, dimenticarsi dei numeri potrebbe essere un altro esercizio su cui applicarsi.