Israel retrocessa e clavicola: Nizzolo fugge alle Canarie

22.11.2022
4 min
Salva

Giacomo Nizzolo si sta godendo le ultime ore a Gran Canaria, in un avvio di stagione rallentato dalla frattura della clavicola. Viste le foto in moto pubblicate sui suoi social, è venuto da scherzare sul fatto che sia caduto invece con la bici e la risposta è stata quella che ci aspettavamo.

«Ho sempre detto – dice – che andare in moto è meno pericoloso che in bici. Stavo affrontando una delle prime uscite dell’anno e a pochi chilometri da casa sono scivolato. La frattura era aperta, ma comunque sufficientemente stabile da permettermi di provare a pedalare. Diciamo che mi avevano suggerito almeno due settimane senza bici, dopo 3-4 giorni avrei potuto ricominciare sui rulli. Però, dato che i rulli sono una cosa che non riesco a fare e in realtà sarei dovuto partire il giorno dopo l’incidente, ho consultato un medico che mi ha detto di aspettare. Ma la frattura era abbastanza stabile, così ho prenotato un volo per Gran Canaria, dove comunque sarei dovuto venire, e ho fatto qui una settimana che concluderò domani, il 23 novembre».

Il Gran PIemonte chiuso in 47ª posizione è stato l’ultima corsa 2022 di Nizzolo
Il Gran PIemonte chiuso in 47ª posizione è stato l’ultima corsa 2022 di Nizzolo
E hai ricominciato a pedalare nonostante il medico?

Il caldo qui a Gran Canaria è sempre spettacolare e mi ha dato una grossa mano. Quando rientrerò, farò degli altri controlli radiografici, però in teoria il peggio dovrebbe essere passato. Dalla situazione in cui ero tre giorni dopo la caduta, essere risalito in bici mi ha sorpreso positivamente. Chiaramente sono contento. I recuperi tante volte partono dalla testa. Ero convinto di ripartire e cosi ho fatto.

Intanto la Israel non è più nel WorldTour, cosa cambia?

Per me onestamente non cambia molto, nel senso che i miei obiettivi sono le corse di un giorno e abbiamo comunque il diritto/dovere di partecipare a tutte le corse di un giorno WorldTour. Significa le Monumento, ma anche le varie Amburgo, Plouay, Canada, eccetera. Invece per le corse a tappe, bisognerà aspettare gli inviti e poi decideremo quale sarà per me la scelta migliore. Quella cui tengo è la prima parte di stagione con le classiche e quella non è in discussione. La Sanremo sarà il primo vero grande obiettivo.

Avresti fatto un inverno diverso?

A differenza delle altre stagioni, dove recuperavo quattro settimane restando completamente inattivo, quest’anno mi ero mosso una settimana in anticipo. Quindi ho recuperato solo tre settimane, ma poi ho perso i giorni per la clavicola, quindi più o meno siamo in pari.

Alla Vuelta Castilla y Leon, Nizzolo ha conquistato la sua unica vittoria 2022
Alla Vuelta Castilla y Leon, Nizzolo ha conquistato la sua unica vittoria 2022
Pensavate di finire fra le professional?

Sono arrivato alla Israel quest’anno, quindi non a giochi fatti però comunque all’ultimo momento. La squadra ha ottenuto la licenza nel primo dei tre anni subentrando alla Katusha ed era ancora tutto in divenire. L’anno scorso hanno fatto un’ottima annata e quest’anno, come tante altre squadre, per vari motivi siamo stati un po’ in difficoltà. Io però posso parlare della mia stagione, sapere la motivazione degli altri è sempre difficile.

E come è stata la tua stagione?

Il mio 2022 posso racchiuderlo sostanzialmente nei due momenti di picco di forma, dove stavo trovando il colpo di pedale per realizzare quello che mi ero prefissato. Ho avuto due cadute importanti. La prima alla Sanremo, scivolando nella discesa del Poggio, che era proprio l’ultimo posto dove mi aspettavo di cadere. Avevo scollinato con i primissimi e non ho potuto capitalizzare il lungo lavoro fatto per prepararla. In più mi sono fratturato il polso, che ha pregiudicato la costruzione verso il Giro d’Italia e mi ha fatto saltare tutte le classiche.

Il casco con il testo di “Ciao Ciao” non basta per evitargli la sfortuna: alla Sanremo cade nella discesa del Poggio
Il casco con il testo di “Ciao Ciao” non basta per evitargli la sfortuna: alla Sanremo cade nella discesa del Poggio
E poi?

Sono ripartito da Livigno e appena sono sceso, ho vinto subito (una tappa alla Vuelta Castilla y Leon, ndr). Poi sono andato in Belgio e sono caduto ancora. E da lì è stato molto difficile, perché è stata una bella botta con trauma cranico. La ripresa è stata lenta. Questo è in breve il disegno della stagione.

Come si riparte?

E’ più difficile ripartire, c’è poco da girarci intorno. Le soddisfazioni fresche sono sempre quelle che ti aiutano di più. E avendo avuto un anno, senza volermi giustificare, toccato dalla sfortuna, è chiaro che rimettersi in moto è un po’ più difficile di testa. Però è proprio in questi momenti che bisogna tirar fuori, insomma, gli attributi…