Fra colpi di tosse, la strada di Conti verso il Giro

28.03.2022
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Che fine ha fatto Valerio Conti? Ricordavamo l’entusiasmo per il nuovo inizio con l’Astana. La voglia di non accontentarsi come gli era successo al UAE Team Emirates e l’esigenza di mettersi nuovamente alla prova. E poi? Debutto a Murcia: ritirato. Seconda corsa ad Almeria: ritirato. E poi di nuovo in gruppo al Catalunya dopo 40 giorni, senza finirlo. Ce n’è abbastanza per una telefonata e la raffica di colpi di tosse che accoglie è più eloquente delle parole che seguono.

«Ho debuttato a Murcia – dice dopo un po’ – sono caduto, mi sono tagliato una mano e ho dovuto mettere i punti dal pollice al palmo. Impossibile prendere in mano il manubrio. Tra una cosa e l’altra sono andati via dieci giorni. Poi sono andato al Catalunya e mi sentivo un po’ strano. E alla fine è venuta fuori una febbrona a 39. La dottoressa della squadra ha fatto un doppio kit per capire se sia Covid o influenza ed è venuto fuori che è influenza. E ha detto che probabilmente (colpo di tosse, ndr) sono partito per il Catalunya avendola già addosso…».

In queste settimane, Martinelli è alle prese con diverse sostituzioni per motivi di salute
In queste settimane, Martinelli è alle prese con diverse sostituzioni per motivi di salute

Jella Astana

Come dire che il momento nero dell’Astana Qazaqstan Team prosegue. La Parigi-Nizza in cui Felline è stato il solo corridore del team kazako (e anche il solo italiano) a tagliare il traguardo finale, i malanni di Moscon, gli acciacchi che hanno impedito a Nibali di correre la Tirreno-Adriatico e la caduta di Lutsenko che mentre si allenava sul Teide si è rotto clavicola e spalla. Eppure il romano, che in questi giorni è a casa dei suoceri in Veneto, appare ancora molto motivato.

«Mi trovo benissimo – dice dopo un altro colpo di tosse – ho ritrovato umanità e tranquillità. Sono contento, potevo decidermi di cambiare prima. Certo, ho fatto poche corse, ma ad esempio il gruppo del Catalunya era spettacolare. In UAE vivevo più stress (colpo di tosse, ndr), si partiva per fare punti in tutte le corse, mentre qui la stagione è focalizzata sui grandi obiettivi, principalmente i grandi Giri. Non a caso hanno sempre preso corridori per le gare a tappe, perché c’è una bella organizzazione per quel tipo di corse».

Baschi fra 7 giorni

E adesso dove lo rivedranno i suoi tifosi? Quando ripartirà Conti sulle tracce di quel se stesso che nel 2019 vestì a lungo la maglia rosa e autorizzò speranze mantenute soltanto a sprazzi?

«Il programma era di correre al Gp Indurain e poi al Giro dei Paesi Baschi – spiega – ma il primo non lo farò sicuramente. Inizia a una settimana esatta da oggi, il 4 aprile. Stamattina (colpo di tosse, ndr) ho preso il primo antibiotico, provo a rientrare per i Baschi, poi si vedrà come sto. Se riesco a prendere ritmo gara, potrei andare in altura a preparare il Giro. Altrimenti, se non si riesce a rientrare, si può pensare di stare anche senza altura e fare il Giro di Sicilia e poi il Tour of the Alps. Con questo fatto che i più forti stanno male, vedo che a Martinelli sta fumando il cervello. Lui sta sempre attento ai programmi (colpo di tosse, ndr) e spostare un corridore per sostituirne un altro significa squilibrare un’altra situazione. Il momento non è dei migliori».

Conti è pro’ dal 2014: da quest’anno è all’Astana. E’ alto 1,72 e pesa 61 chili
Conti è pro’ dal 2014: da quest’anno è all’Astana. E’ alto 1,72 e pesa 61 chili

Tutto sul Giro

In ogni caso, il suo focus resta il Giro d’Italia: le classiche ardennesi non sono nei programmi. E al Giro si arriva correndo o andando in quota, come nei piani di Nibali.

«Il leader per la maglia rosa – colpo di tosse – dovrebbe essere Lopez, che ad ora non ha avuto niente. E poi c’è Vincenzo, che non si può mai dire. Certo se sta con i primi, saremo tutti pronti ad aiutare anche lui. E poi lo sapete com’è all’Astana, non si fa catenaccio come magari potrebbe fare il Team Ineos. Qui si sgancia gente in fuga perché possa giocarsi le sue carte e io spero di riuscire a fare anche questo. L’importante sarà arrivarci e possibilmente bene. Per adesso (colpo di tosse e risata sconsolata, ndr), il mio obiettivo è solo questo…».

Froome 12 anni con Sidi: «Shot 2 le mie preferite»

25.03.2022
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Anche Chris Froome ha fatto… tappa in Sidi. Il campione britannico con Sidi ha vinto tutto: il Giro d’Italia 2018 e ben quattro volte del Tour de France. Froome ha recentemente approfittato della sua partecipazione alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali per passare dalle parti di Maser (Treviso) dove sorge il quartier generale Sidi. E proprio nel corso di questa graditissima visita aziendale, Chris ha raccontato come stia recuperando il proprio stato di forma e quanto i prossimi appuntamenti siano fondamentali per avvicinarsi al meglio ai grandi obiettivi di questa stagione. 

L’emozione del Giro

«Nel corso della mia lunga carriera – ha affermato Chris Froome in Sidi – ho avuto il privilegio di vivere tantissimi momenti a dir poco indimenticabili. Non nego che tra questi il successo al Giro d’Italia del 2018 sia stato probabilmente il risultato più straordinario. Ero difatti perfettamente cosciente che dovevo fare qualcosa di assolutamente sensazionale per ribaltare la classifica generale, e così ho attaccato sullo sterrato del Colle delle Finestre: dando tutto quello che avevo e senza sapere come sarebbe andata. E alla fine, come spesso succede nel ciclismo, il coraggio ha pagato…

«Parlando poi degli anni successivi a quel bellissimo successo – ha aggiunto con una punta di malinconia – sfortunatamente con l’incidente prima della cronometro del Critérium du Dauphiné le cose non sono andate così bene… Ma questo fa parte della vita e dello sport. Quello che oggi posso dire è che per me è davvero importante poter fare ciclismo ad alti livelli e correre con una mentalità che sento ancora più forte di prima».

Froome indossa scarpini Sidi da 12 anni, le sue preferite sono le Shot2
Froome indossa scarpini Sidi da 12 anni, le sue preferite sono le Shot2

Shot 2: potenza e sostegno

Chris Froome ha ovviamente anche parlato del rapporto che lo lega a Sidi, raccontando in modo particolare quanto l’aspetto tecnico sia per lui una parte fondamentale nella professione del ciclista.

«Fidarsi di una squadra che lavora con te e per te – ha aggiunto Froome – è davvero molto, molto importante, ed io sono estremamente felice di poter affermare di avere un rapporto speciale con tutte le aziende che mi sostengono. E tra queste c’è la Sidi. Pensate, mi alleno e corro con calzature Sidi da ben 12 anni, e oggi sono affezionatissimo al modello Shot 2. Quel che amo di queste scarpe è il doppio rotore in posizione centrale in grado di eliminare tutta la zona di pressione sul collo del piede migliorando la sensazione di chiusura.

«Ma anche la suola – ha aggiunto – realizzata con l’impiego di fibra di carbonio di ultima generazione, grazie alla speciale conformazione della zona metatarsale, è in grado di aumentare la trasmissione della potenza direttamente sui pedali, garantendo un sostegno e un supporto davvero ideali. Due dettagli… concreti in grado di rendere questo paio di calzature davvero speciali».

Sidi

Il Giro, la maglia rosa: 10 milioni di ungheresi aspettano Valter

25.03.2022
4 min
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Cresce l’attesa per il via del Giro d’Italia. Cresce per questa insolita partenza dall’Ungheria, al netto di un guerra che è appena al di là del confine. Ma se noi aspettiamo il Giro in quanto è la “nostra” corsa, c’è un corridore che più di altri aspetta proprio la partenza da Budapest. E’ Attila Valter.

Abbiamo imparato a conoscerlo lo scorso anno proprio sulle nostre strade, quando per tre giorni indossò addirittura la maglia rosa. Fu Bernal, il vincitore finale, a sfilargliela.

“Motivazione alle stelle” aveva scritto Valter alla news della partenza da Budapest (foto Instagram)
“Motivazione alle stelle” aveva scritto Valter alla news della partenza da Budapest (foto Instagram)

Emozione e pressione

«Quando sento la musica del Giro è sempre un’emozione – racconta Valter – E quest’anno sarà davvero strano partire da Budapest (la sua città natale, ndr). Mi piace correre in Italia, le gare sono belle e la maggior parte è adatta a me, quindi sì: è strano.

«Sento molto questo appuntamento, ovviamente. L’ho aspettato a lungo, ma ho anche un po’ di paura perché ora c’è sempre più gente che mi guarda nel mio Paese. Penso che a maggio ci saranno 10 milioni di persone che si aspettano dei buoni risultati da me. Non è una cosa facile. E anche io metto pressione su me stesso».

«L’organizzazione è “affamata”. So che stanno facendo un ottimo lavoro. Hanno coinvolto parecchie persone, ci sono eventi di lancio. E poi vedo le reazioni sui miei social. Ho migliaia di commenti. Persone che mi dicono che ci saranno. Che arriveranno sulla linea di partenza. Il Giro sarà l’evento principale nel mio Paese».

Attila ci tiene, ed era auspicabile tutto ciò. La scorsa volta dal team ci avevano detto che la conquista della maglia rosa aveva apportato una svolta alla sua notorietà, ma sinceramente non immaginavamo a tal punto. Però fa piacere e ci dice, ancora una volta, di cosa sia il Giro nel mondo. Magari vendendolo diversamente si potrebbe essere un po’ meno “tour-centrici”. Ma questo è tutt’altro discorso. Usciamo dalle divagazioni.

Attila Valter contento al termine della Strade Bianche (dove è stato 4°). Una risposta positiva dalla preparazione invernale
Attila Valter contento al termine della Strade Bianche (dove è stato 4°). Una risposta positiva dalla preparazione invernale

Gambe buone 

La voglia di fare bene però non basta. E Valter lo sa bene. Bisogna allenarsi, migliorare costantemente per essere al passo e migliorare ancora di più per scalare le classifiche. E nella Groupama-FDJ è proprio quel che stanno facendo con Attila.

Una crescita graduale per lui. Il motore c’è ma va sviluppato, così come lo stare in gruppo. In tal senso il quarto posto a Siena è un ottimo indizio. Certo le tappe ungheresi non saranno facili per lui. Sia perché non sono adattassime alle sue caratteristiche, sia perché sarà marcatissimo.

«Ho avuto un inizio di stagione normale – dice Attila – Mi sentivo forte nelle prime due gare soprattutto, poi mi sono calmato un po’. Ho un buon numero di corse nella gambe, sto bene, ma andare forte in un grande Giro è davvero difficile, non è solo questione di allenamento». 

Lo scorso anno ha capito che un grande Giro è molto di più. E’ concentrazione costante, rendimento sempre alto, pressioni… è il superare le giornate no. E in quei tre giorni in rosa ha davvero imparato molto.

Valter a tutta verso Campo Felice per difendere la rosa. Il suo impegno non basterà, Bernal gliela sfilerà per 43″
Valter a tutta verso Campo Felice per difendere la rosa. Il suo impegno non basterà, Bernal gliela sfilerà per 43”

Attila e il ciclismo ungherese

Come ci accennava anche il diesse Mauduit, Valter ha impresso una bella svolta alla diffusione del ciclismo in Ungheria, se non altro per il seguito. E tutto sommato lui stesso conferma.

«Ci sono sempre più professionisti – dice il corridore della Groupama-FDJ – per questo penso sia una progresso normale. E questo aiuta molto. Due o tre anni fa mi sono reso conto che c’erano tante persone a cui piaceva andare in bici in Ungheria, ma lo facevano quasi di nascosto perché non era il nostro sport principale. Poi ho capito che molti guardavano Tour de France e tanti il Giro e dopo la mia maglia rosa ci sono più persone che guardano le gare».

“In bici quasi di nascosto”: anche il suo inizio con la bici non è stato così scontato o lineare.

«Tutti i bambini – spiega Valter – sanno andare in bicicletta e tutti la usano qui come ovunque, ma un bambino francese, tedesco o olandese vede i corridori in qualche corsa e dice: voglio essere come loro. In Ungheria non era possibile. Al liceo sono andato in una scuola di sport. Tutti giocavano a pallamano, calcio, nuoto… quindi era un po’ strano che l’unico tra 500 persone ad andare in bici fossi io».

Van der Poel: la Coppi e Bartali, il Fiandre e il piano Giro

24.03.2022
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Ogni giorno alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali c’è sempre un gran via e vai attorno ai mezzi della Alpecin-Fenix. Curiosi, tifosi, appassionati e addetti ai lavori, arrivati da Belgio e Olanda. C’era da aspettarselo quando nella lista dei partenti della gara a tappe del Gs Emilia si è palesato il nome di Mathieu Van der Poel.

Di fatto il 27enne olandese ha scelto l’Italia per rientrare in gara e, contemporaneamente, cercare la miglior forma. Che poi ha dimostrato di avercela già buona perché – dopo un inverno senza ciclocross a causa del problema alla schiena sbattuta a Tokyo – non si inventa per caso un terzo posto alla Milano-Sanremo.

La Alpecin-Fenix ha portato Van der Poel, qui col d.s. Roodhooft (con la felpa grigia), alla Coppi e Bartali per ritrovare il ritmo gara
La Alpecin-Fenix lo ha portato alla Coppi e Bartali per ritrovare il ritmo gara

Nel piazzale dei bus, Van der Poel è appoggiato alla sua bici e si gode gli ultimi istanti di tranquillità con alcuni suoi compagni prima di andare verso la partenza della terza tappa, quella disputata tutta attorno a San Marino. Accanto a loro c’è anche Christoph Roodhooft, storico diesse del fuoriclasse olandese, che dà le ultime disposizioni. Avviciniamo proprio il manager belga per scambiare qualche battuta.

Come stanno andando i programmi di Mathieu?

Abbiamo deciso solo poche settimane fa di venire qua. Non voglio dire che l’abbiamo presa come un allenamento perché non è corretto per gli organizzatori. La Coppi e Bartali per lui, dopo i suoi allenamenti, è una buonissima opportunità come ultima preparazione in vista la Dwars door Vlaanderen e Giro delle Fiandre. Pensiamo che questi siano cinque giorni eccellenti di gara fatti su bei percorsi ondulati, anche se forse per Mathieu sono stati un po’ troppo duri. Al momento credo che sia una cosa buona per il nostro team essere tornati tutti assieme alle corse. Stiamo alzando la percentuale di affiatamento per le prossime classiche.

In questi primi giorni italiani, l’olandese appare di buon umore, ma sempre schivo
In questi primi giorni italiani, l’olandese appare di buon umore, ma sempre schivo
La sua condizione com’è? Immaginiamo sia legata alla sua schiena…

Certo. La schiena sta decisamente bene. E’ tutto a posto, ha recuperato appieno. E la sua condizione è buona. La forma crescerà ancora o almeno io lo spero. Senz’altro è meglio essere qui a correre che a casa ad allenarsi. Questo era il miglior modo da seguire per migliorare ancora. Qui in Italia abbiamo trovato poi un bellissimo clima e naturalmente aiuta tanto.

I suoi prossimi obiettivi quali sono?

Noi speriamo di essere là davanti nelle classiche fiamminghe, dove ci saranno almeno venti potenziali vincitori o comunque che avranno la loro miglior forma. Penso che quando ogni cosa si evolverà un po’ di più verso la strada giusta, Mathieu sarà uno dei grandi favoriti di queste corse. Vincere è l’obiettivo, ma vince sempre solo uno e quindi non sarà facile.

Nella tappa di Longiano, Van der Poel ha stretto i denti sugli strappi
Nella tappa di Longiano, Van der Poel ha stretto i denti sugli strappi
Lo rivedremo al Giro d’Italia? E poi al Tour?

Sì, ci sarà al Giro. Cioè forse (ride cercando di restare ancora sul vago, ndr). Dopo le classiche vivremo alla giornata, un passo alla volta. Quindi vedremo di conseguenza anche la sua partecipazione in Francia a luglio. Non vogliamo mettere troppa pressione a Mathieu. Dobbiamo anche vedere quale potrà essere il modo migliore per chiudere la stagione. Perché ai mondiali in Australia lui andrà solo se starà bene, anche se sappiamo che è importante che lui possa parteciparvi.

Al Giro punterà a qualcosa in particolare?

In una gara di tre settimane non bisogna avere fasi di errori. Certamente nella prima settimana ci sarà battaglia per la maglia rosa tra i corridori simili a Mathieu. In sostanza la nostra idea è di fare quello che abbiamo fatto l’anno scorso nei primi sette giorni al Tour, ma a differenza di adesso, a maggio ci saranno molte più opportunità per arrivare davanti.

Dmt e RCS rinnovano: è la scarpa ufficiale del grande ciclismo

12.03.2022
4 min
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Squadra che vince non si cambia… e fedele a questa arcinota (e verissima) affermazione, Dmt ha rinnovato anche per questa stagione la propria partnership di sponsorizzazione e collaborazione con le gare targate RCS Sport. Dalle Strade Bianche, andata in scena appena una settimana fa e stravinta da Tadej Pogacar (che di Dmt è il primo testimonial) fino al Giro di Lombardia, passando per Milano-Sanremo, Giro d’Italia e Tirreno-Adriatico, il brand produttore di calzature per ciclismo di proprietà del Gruppo Zecchetto affianca la propria immagine e i propri prodotti alle corse più storiche, iconiche e seguite del nostro paese.

Strategia e pianificazione

Ma il rapporto tra Dmt e RCS Sport non si esaurisce esclusivamente in un semplice accordo di sponsorizzazione. Va oltre, ma molto oltre. E per capirlo fino in fondo, o meglio per comprendere quanto sia strategica ed organizzata questa iniziativa Dmt, abbiamo colto lo spunto della Tirreno Adriatico per scambiare qualche battuta con Mauro Scovenna, che dello stesso brand calzaturiero è Marketing e Events Manager.

Allora Mauro, raccontaci qualcosa in più di questo vostro impegno con RCS Sport…

Siamo partiti l’anno scorso proprio con la Tirreno-Adriatico. Una partenza in corsa, come si suol dire, considerando che decidemmo di chiudere l’accordo con RCS appena qualche giorno prima del via della Corsa dei due Mari. Quest’anno abbiamo rinnovato. Convinti e sospinti dagli ottimi risultati commerciali delle nostre linee di calzature per il ciclismo. Un accordo che a tutti gli effetti ci qualifica come la scarpa ufficiale di tutte le più grandi manifestazioni ciclistiche in Italia, e non solo.

Quanto è importante questa vostra presenza itinerante?

Moltissimo. Seguiamo tutte le corse con un nostro mezzo. Siamo sempre presenti in zona arrivo. Ma soprattutto ogni giorno organizziamo esposizione e test, per chiunque lo desideri, mettendo a disposizione tutta la collezione Dmt in tutte le misure disponibili. Questo è un aspetto che merita di essere messo in evidenza. Chi ci raggiunge sul truck Dmt può provare la scarpa che desidera nel numero che vuole (abbiamo anche le cosiddette mezze misure…) per così essere certo di poter poi acquistare presso il proprio negoziante di fiducia esattamente la scarpa Dmt desiderata e soprattutto nella misura più corretta. Tutte le scarpe in prova sono naturalmente igenizzate nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di Codid-19, e per ciascun test regaliamo come gadget un esclusivo paio di calzini firmati Dmt.

Il vostro rapporto con i professionisti è trasferibile verso i cicli amatori?

L’impegno di Dmt con i corridori professionisti, e più in generale con il mondo delle corse professionistiche, ha origini lontane. Fa parte della nostra tradizione, è nel nostro Dna aziendale. Oggi Dmt è ai piedi di corridori del calibro di Tadej Pogacar, Elia Viviani e del giovanissimo fenomeno spagnolo Juan Ayuso. Come team forniamo la Eolo Kometa e la Intermarché Wanty Gobert. Tutta la nostra tecnologia, tutto il nostro know-how e i feedback preziosissimi dei corridori sono costantemente messi a disposizione per realizzare le scarpe migliori per la nostra clientela. E la nostra clientela sono i ciclo amatori. Iniziative come quelle che organizziamo alle corse RCS sono proprio mirate sia a fidelizzare la nostra clientela quanto a fornire un servizio concreto a quelli che decideranno di sceglierci in futuro per poter… pedalare assieme.

Mauro Scovenna, Marketing & Events Manager Dmt
Mauro Scovenna, Marketing & Events Manager Dmt
Che riscontro stanno avendo nello specifico i modelli KR0 e KRSL?

Molto, molto positivo. Viviani è il testimonial perfetto per il modello KR0, lanciato l’anno scorso  in occasione della rassegna expo Eurobike in settembre e caratterizzato dal sistema di chiusura con il doppio Boa. Elia è un grande amico di Dmt e lo sviluppo della nostra tecnologia lo ha sempre visto attivo protagonista, sia su strada quanto su pista. Le KRSL invece sono semplicemente le scarpe di Tadej… quelle con i lacci, con già due Tour de France sulle spalle ed una Strade Bianche che a ricordarla mi viene ancora la pelle d’oca!

Dmt

Petilli 2022

Pozzovivo, in Petilli hai trovato la spalla giusta…

10.03.2022
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Tanta attenzione non se l’aspettava, non ne ha mai avuta intorno. Simone Petilli, dopo il nono posto (primo degli italiani) alla Strade Bianche è tornato nella sua Colico per ricaricare le batterie, ma in questi giorni il telefono ha continuato a squillare. D’altronde la classica toscana sullo sterrato non è mai stata prodiga di soddisfazioni per i colori italiani e anche un’entrata nella Top 10 ha un valore, considerando anche i campioni che ogni anno la compongono.

Questo piazzamento non è stato però un caso e questo Simone ci tiene a sottolinearlo: «Certamente non me l’aspettavo, ma intanto abbiamo interpretato la gara tutti noi della Intermarché Wanty Gobert nella maniera che ci è più congeniale, attaccando sempre. Poi sono stato anche fortunato, ad esempio evitando la grande caduta, ma è grazie alle mie gambe che mi sono ritrovato davanti, questo è sicuro»

Petilli Strade Bianche 2022
Simone Petilli è professionista dal 2014. Alla Strade Bianche era stato 44° nel 2019 e 91° lo scorso anno
Petilli Strade Bianche 2022
Simone Petilli è professionista dal 2014. Alla Strade Bianche era stato 44° nel 2019 e 91° lo scorso anno
Quante volte avevi già corso la Strade Bianche?

Questa era la terza, ma devo dire che mi ci sono sempre trovato bene. Lo scorso anno sono anche andato in fuga. E’ una corsa diversa da tutte le altre, una delle più difficili ma anche delle più intense, nella quale tutto deve girare dritto per ottenere il risultato.

C’è un segreto per riuscire a centrare l’obiettivo?

Non devi mai mollare, perché è tutta un inseguimento, è come se fosse una gara a eliminazione. Bisogna sempre essere vigili e controllare come si evolve la corsa, per questo qui un piazzamento è così importante.

Parlando di una gara con un percorso così particolare, verrebbe da pensare che ci siano i prodromi per far bene anche alla Parigi-Roubaix…

Io non l’ho mai fatta, ma da quel che so ci sono molte differenze. Alla Strade Bianche ci sono comunque 3.500 metri di dislivello, emerge chi è molto leggero e ha un buon passo da scalatore. Alla Roubaix si pedala in pianura ma su terreno sconnesso come il pavé, per questo emergono sempre corridori di potenza. Per me la gara toscana è più vicina a quelle delle Ardenne o al Lombardia.

Petilli Vuelta 2021
Il corridore di Bellano (LC) era stato protagonista alla Vuelta 2021, con tutta la sua squadra
Petilli Vuelta 2021
Il corridore di Bellano (LC) era stato protagonista alla Vuelta 2021, con tutta la sua squadra
Non è un caso quindi se Pogacar sia emerso in queste classiche…

Non è scontato che possa far bene anche sulle pietre. Un giorno correrà anche quella e magari ci stupirà tutti, ma da osservatore posso dire che mi incuriosisce molto la sua presenza al Fiandre, quella è una gara più vicina come caratteristiche alla Strade Bianche.

Veniamo a te: che cosa farai ora?

Volta a Catalunya e Giro di Sicilia sono nei miei programmi, poi preparerò il Giro d’Italia dove tutta la squadra conta di far bene, soprattutto ora che è arrivato Pozzovivo.

Parliamo proprio di Domenico: vi conoscevate?

Avevamo parlato qualche volta, ma quando ho saputo che aveva firmato sono stato contentissimo e l’ho subito contattato tramite social. Era entusiasta, e io con lui. Abbiamo già corso insieme al Laigueglia e alla Strade Bianche e ci siamo subito trovati in sintonia.

Considerate le vostre caratteristiche, tu avrai molto da fare la suo fianco al Giro.

Sì e non vedo l’ora. All’ultima Vuelta ho visto che posso davvero fare bene in appoggio al capitano di turno nelle tappe di salita e con Domenico sarà un piacere fargli da spalla. Io credo che anche tecnicamente possiamo lavorare bene insieme.

Il suo arrivo secondo te quanto influisce sulle caratteristiche del team?

Non più di tanto. La filosofia di base resta, è quella che Valerio Piva ha introdotto lo scorso anno, noi non abbiamo il grande campione che deve vincere la classifica o la classica, dobbiamo correre alla garibaldina e inventarci sempre qualcosa per sovvertire i pronostici. Guardate ad esempio quel che è successo all’ultimo Trofeo Laigueglia: la fuga da lontano che ha deciso la corsa l’abbiamo lanciata noi…

Pozzovivo Tirreno 2022
Pozzovivo alla Tirreno-Adriatico, tappa per preparare un grande Giro d’Italia
Pozzovivo Tirreno 2022
Pozzovivo alla Tirreno-Adriatico, tappa per preparare un grande Giro d’Italia
Con Pozzovivo la Intermarché diventa sempre più italiana…

E questo mi fa molto piacere, non perché mi trovi male con gli altri, anzi, ma con Rota, Pasqualon, ora Domenico c’è un bel gruppo, c’è feeling, poi Piva ha impostato la squadra con una struttura molto tradizionale e i risultati si vedono. Certamente ora con Pozzovivo guarderemo alla classifica, ma senza farci assillare.

Tu per tuo conto che cosa ti aspetti?

Non ho traguardi particolari ai quali ambisco, anche se nel profondo del cuore un successo di tappa al Giro d’Italia dopo una fuga sarebbe il compimento di un’intera carriera. Quel che voglio comunque è semplicemente continuare a emergere, a fare bene come nello scorso anno e in questo avvio di stagione, essere utile alla squadra sapendo che ogni volta può essere la mia giornata. E’ questo il bello della Intermarché: tutti hanno spazio, l’occasione può capitare per ognuno e dobbiamo essere pronti e bravi a coglierla.

Dì la verità: come stavi domenica dopo la gara?

Sfinito… Ma è proprio questo il bello della Strade Bianche, infatti avevo già voglia di rifarla. Ci vediamo nel 2023…

Intermarché al Giro per la classifica di “Pozzo” e per le tappe

09.03.2022
4 min
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L’anno scorso sono stati tra i più attivi al Giro d’Italia. Hanno attaccato, hanno vinto una tappa con Taco Van der Hoorn e quest’anno come si comporteranno i ragazzi di Valerio Piva? Alla Intermarché Wanty Gobert, infatti, è arrivato all’ultimo secondo (per non dire ai tempi supplementari) Domenico Pozzovivo.

“Pozzo” è un corridore importante e non ha nascosto la sua voglia di fare classifica nella corsa rosa. Dove potrà arrivare dunque? Cosa può dargli la squadra? Per adesso sta correndo alla Tirreno-Adriatico. E lo scorso giorno lo abbiamo visto alla Strade Bianche, con la bici da crono già pronta in caso di ritiro. Cosa più che plausibile su un percorso del genere per uno scalatore super puro come lui. Il lucano non voleva perdere neanche un secondo di allenamento.

Valerio Piva (classe 1958) è alla Intermarché Wanty Gobert dal 2021
Valerio Piva (classe 1958) è alla Intermarché Wanty Gobert dal 2021
Valerio, come cambiano i vostri piani con l’arrivo di Pozzovivo?

Cambiano in meglio! Abbiamo un corridore che è un leader e lo sarà anche al Giro. Lui e Lorenzo Rota proveranno a fare classifica. Quello di Domenico è un inserimento importante. E’ un tipo di corridore che non avevamo e va a completare il nostro organico. Ci può dare una grossa mano, può fare risultato e, cosa molto importante, ha grande esperienza.

E quale potrebbe essere un obiettivo concreto al Giro?

Una top 10 nella generale credo possa essere alla portata e un buon obiettivo per noi.

Cambierà il vostro modo di correre?

Credo proprio di no! Le caratteristiche della nostra squadra sono quelle di cercare una vittoria di tappa. Di certo non posso sacrificare tutti i giorni, tutti gli uomini per ottenere un decimo posto. E questo Domenico lo sa bene. Con lui, come ho detto, ma anche con Rota e Girmay possiamo fare bene, cercare qualche tappa. Certamente Pozzovivo sarà sostenuto dal team, ma bisogna anche essere realisti: non abbiamo Pogacar che vince quasi certamente il Giro e gli si mette a disposizione l’intero team. E poi dipenderà anche dagli avversari, da come si muoveranno, dalla corsa…

Come sta andando il suo inserimento?

Ci stiamo conoscendo adesso. Sono quattro giorni in pratica che ce l’ho sottomano. Però “Pozzo” è un vero professionista. Ha passato un inverno anomalo perché si è allenato come se avesse una squadra pur senza contratto. Non ha mai mollato. Ha fatto i suoi ritiri, l’altura. E infatti si è presentato in buone condizioni.

Anche se qualcuno aveva già più giorni di corsa nelle gambe…

Sì, ma stava bene. Non era così indietro. Certo, su alcune cose ancora doveva trovare il feeling giusto. Per esempio la bici da crono l’ha usata una sola volta prima di Camaiore. E di certo non è stata la sua miglior crono della carriera. Ma è stato fatto tutto così all’ultimo minuto e di fretta che ci sarà tempo per sistemare le cose. Però è motivato e anche ieri mi ha detto di aver avuto buone sensazioni in corsa.

E con Rota in particolare come va?

E’ la prima corsa che fanno da compagni di squadra. Non credo si conoscessero molto. Ma non penso che tra loro ci saranno problemi, almeno da quello che ho visto. Domenico sa bene come ci si comporta in un team nuovo… Noi non abbiamo un solo leader. Da noi tutti hanno le possibilità. Se ci sarà da dare una mano la darà anche Pozzovivo, così come Rota,

No, no, ma noi intendevamo il contrario: quanto l’esperienza di Pozzovivo potrà essere una risorsa per Lorenzo…

Ah, di sicuro tanto. Lorenzo non ha ancora fatto tutto quello che ha fatto Domenico. Lo potrà aiutare nel suo percorso. Uno serio come lui ha molto da insegnare, a Lorenzo come a tutta la Intermarché.

A proposito di serietà, sappiamo che Domenico ama avere tutto sotto controllo. Vi ha chiesto di vedere qualche tappa?

Ah beh… non credo che Pozzovivo debba vedere ancora qualche tappa o qualche salita: a parte quelle in Ungheria ormai le conosce tutte! Se ci sarà la possibilità, e lui vorrà vedere qualcosa in particolare, cercheremo di accontentarlo. Ma vediamo. Abbiamo una riunione tecnica sul Giro proprio prima della Sanremo. Poi lui tornerà anche in altura. E’ tutto in divenire. Intanto vediamo come va questa Tirreno, è qui che ha iniziato davvero con me.

Ciclo Promo Components tinge di rosa il suo 2022

07.03.2022
4 min
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Ciclo Promo Components, commerciale italiana tra le più conosciute ed apprezzate, ha di recente definito due partnership molto importanti che la vedranno nel 2022 al fianco di due eventi sportivi di assoluto prestigio. Stiamo parlando del Giro d’Italia e degli Internazionali d’Italia Series.

Sede Ciclo Promo Components
Questa la sede di Ciclo Promo Components
Sede Ciclo Promo Components
Questa la sede di Ciclo Promo Components

Arriva il Giro

Poco prima di Natale è stato ufficializzato l’accordo con RCS Sports & Events e CairoRCS Media grazie al quale la commerciale veneta è diventata sponsor del prossimo Giro d’Italia con la qualifica di “Fornitore Ufficiale”

A raccontarci qualcosa di più di questo prestigioso accordo è Loris Campagnolo, socio-fondatore e Responsabile Marketing dell’azienda di Castione di Loria che guida insieme al fratello Roberto. 

«L’accordo – spiega – nasce da una espressa richiesta che ci è arrivata dalla stessa RCS Sports & Events e CairoRCS Media. Erano interessati ad uno dei marchi da noi distribuiti, da coinvolgere come partner del Giro d’Italia 2022. Visto però che il marchio per cui ci avevano contattati non era interessato all’operazione, abbiamo deciso di proporci direttamente noi come Ciclo Promo Components. Per la nostra azienda si tratta di una grande opportunità. Pensiamo che essere Fornitori Ufficiali del Giro d’Italia sia un riconoscimento dell’autorevolezza che Ciclo Promo Components ha saputo conquistarsi nel corso degli anni agli occhi dei propri fornitori e dei propri clienti».

Non solo il Giro

L’accordo raggiunto non si limiterà al solo Giro d’Italia ma coinvolgerà il Giro di Sicilia e tutte le classiche organizzate dalla stessa RCS Sports & Events a partire dalla Strade Bianche che si è disputata nello scorso fine settimana. 

Grazie a questa nuova partnership, Ciclo Promo Components potrà disporre di pass in zona partenza e arrivo da offrire ai propri clienti e fornitori. Un modo elegante per far sentire loro la vicinanza dell’azienda e renderli partecipi di un grande evento sportivo come il Giro d’Italia

Per festeggiare al meglio l’accordo raggiunto, per tutto il 2022 in tutte le sue comunicazioni con clienti, fornitori, media e non solo, Ciclo Promo Components utilizzerà una “firma” speciale per ricordare il ruolo di “Fornitore Ufficiale” del Giro d’Italia.

Ciclo Promo Components sarà sponsor anche degli Internazionali d’Italia Series (foto Mario Pierguidi)
Ciclo Promo Components sarà sponsor anche degli Internazionali d’Italia Series (foto Mario Pierguidi)

Anche la Mtb

La scelta di affiancare il Giro d’Italia è solo una delle tante iniziative promosse nel 2022 dalla commerciale veneta a sostegno dei principali eventi ciclistici nazionali. Negli ultimi giorni si è aggiunta la sponsorizzazione degli Internazionali d’Italia Series, il più importante circuito italiano di Cross Country. A motivare la scelta di questa ulteriore partnership è sempre Loris Campagnolo.

«L’accordo che prevede la sponsorizzazione degli Internazionali d’Italia Series – spiega – è molto più di una semplice partnership. E’ un importante segnale di ripartenza dopo questo periodo di incertezza e, allo stesso tempo, rappresenta per noi l’opportunità di poter affiancare il nostro nome al più importante circuito italiano di mountain bike di fama mondiale, dove atleti di altissimo livello e prestigio potranno mettersi alla prova». 

Grazie all’accordo raggiunto la società di gestione del circuito CM Outdoor Events, Ciclo Promo Components sarà sponsor dei 5 eventi in calendario per Internazionali d’Italia Series. La partenza è avvenuta sabato 5 e domenica 6 marzo per la prima volta da San Zeno di Montagna (VR). Seguiranno le tappe storiche di Nalles (BZ), Capoliveri (LI) e La Thuile (AO), oltre alla nuova gara di Trento-Bondone. 

Ciclo Promo Components

Le difficoltà di ripetersi dopo un exploit: ce ne parla Cunego

24.02.2022
5 min
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Appena dopo un exploit le aspettative si alzano e la domanda che tutti si pongono è: riuscirà a mantenerle con gli occhi di tutti puntati addosso? Gli sguardi pesano e quando corri in bici, dove la leggerezza (in tutti i sensi) la fa da padrona, si sentono. Ti curvano la schiena, ti riempiono la mente di domande e a volte rischi di dubitare anche delle tue qualità. E se gli sguardi pesano, le parole di più e anche quelle possono far male. Ne parliamo con Damiano Cunego, uno che di aspettative se ne intende. Gli chiediamo come faranno Colbrelli e Caruso a lavorare serenamente cercando di ripetere la stagione passata.

Caruso e Colbrelli saranno chiamati al difficile compito di ripetere gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 (foto Instagram)
Caruso e Colbrelli saranno chiamati al difficile compito di ripetere gli ottimi risultati ottenuti nel 2021 (foto Instagram)

Il rapporto con se stessi e gli altri

«La prima cosa che cambia – incalza Damiano Cunego – e che il corridore nota, è la preparazione. L’anno precedente si ha avuto modo di poterla fare con calma preparando gli appuntamenti che più si desideravano. Ora, invece, viene il bello. Forte e consapevole dei risultati fatti il corridore alza l’asticella. Sei tu per primo che hai aspettative più alte su te stesso e quello che hai fatto l’anno precedente lo consideri la base dalla quale ripartire. Poi si aggiungono le aspettative e le pressioni di sponsor e tifosi, alla fine ci sono due ipotesi…».

Caruso ha fatto il suo esordio stagionale alla Vuelta Ciclista a Andalucia (foto Team Bahrain Victorious)
Caruso ha fatto il suo esordio stagionale alla Vuelta Ciclista a Andalucia (foto Team Bahrain Victorious)
Quali?

La prima è quella che anche lavorando bene, con delle ottime sensazioni a livello di numeri, poi arrivi in gara e ti accorgi che ti manca la sicurezza. Non riesci a rendere come l’anno precedente e fai fatica, è la testa che pesa, piena di pensieri. Il cervello lavora il doppio e alla fine la paghi.

La seconda?

E’ quella secondo la quale anche con le pressioni che ti circondano rimani lucido e concentrato. C’è da aggiungere un particolare importante, questa piccola percentuale di corridori che non soffre le pressioni entra nella categoria dei campioni. Che è quella in cui spero rientrino Sonny e Damiano.

Colbrelli farà il suo esordio stagione alla Omloop Het Nieuwsblad sabato 26 febbraio
Colbrelli farà il suo esordio stagione alla Omloop Het Nieuwsblad sabato 26 febbraio
Caruso cambia obiettivo, dal Giro al Tour, mentalmente potrebbe essere come ripartire da zero?

Ripartire nella stagione nuova con un nuovo obiettivo aiuta a resettare mentalmente, questa è una giusta chiave di lettura. Alla fine fare una competizione nuova potrebbe porlo ancora in una situazione di vantaggio, nessuno sa cosa aspettarsi da lui lì. E’ anche vero che la squadra gli ha alzato l’asticella, questo vuol dire che crede nelle sue potenzialità. Vedremo cosa succederà.

Al contrario di Sonny che torna subito dove ha vinto, in Belgio.

Per lui non c’erano molte scelte viste anche le sue caratteristiche.

La differenza è anche che lui ha vinto, deve difendere il titolo…

Nelle corse di un giorno hai anche un “obbligo” verso i tifosi, l’organizzazione e gli sponsor. In più una volta vinta hai anche voglia di dimostrare che non lo hai fatto per caso, poi dipende anche dalla mentalità dei corridori. C’è anche chi si sente più sereno e la vittoria non la vede come una pressione ma una carica in più, pensa: «Ho dimostrato di poter vincere una volta, lo posso fare ancora».

Colbrelli Caruso 2021
Colbrelli e Caruso, il loro 2022 culminerà in estate col Tour, in base alle esigenze di squadra
Colbrelli Caruso 2021
Per Caruso e Colbrelli due approcci differenti alla nuova stagione
Di sicuro in gruppo non passano inosservati.

Lo senti che in corsa hai gli occhi tutti su di te, sia del pubblico che degli avversari. Cambia anche il modo di correre, non puoi nasconderti o tentare di anticipare perchè ora sanno tutti della tua forza e non ti lasciano libertà di azione.

Colbrelli e Caruso hanno avuto questo exploit rispettivamente a 31 e 34 anni che è diverso rispetto ad averlo da giovani.

Mentalmente sono più maturi e questo li potrebbe aiutare. Si dice che superati i 30-32 anni si abbia un calo fisiologico, si ha meno esplosività ma più fondo e scaltrezza. Sai correre meglio e posizionarti nei posti giusti senza sprecare energie.

I social hanno cambiato il rapporto con il pubblico, ora i corridori sono sempre sotto la lente d’ingrandimento
I social hanno cambiato il rapporto con il pubblico, ora i corridori sono sempre sotto la lente d’ingrandimento
Una cosa che è cambiata è anche il rapporto con i tifosi, ora ci sono i social, prima i corridori li vedevi solo alle gare ora sai sempre cosa fanno.

Sei alla mercé di tutti i tifosi: buoni o cattivi, gentili o maleducati. I commenti negativi si cerca di non leggerli ma alla fine quasi ci inciampi. Quelli positivi possono darti più motivazione e alzare il morale oppure metterti ancora più pressione, non è un mondo facile.

Anche la squadra deve cambiare modo di correre?

Sì, anche la squadra deve trovare un modo differente di correre, più di controllo e di presenza. Devi avere i compagni giusti al tuo fianco, soprattutto nei momenti cruciali altrimenti gli avversari ti mettono in mezzo. E’ capitato tante volte che il corridore dovesse vincere la grande corsa ma la squadra non lo ha supportato a dovere.