Oldani: «In Alpecin ho fatto test mai visti in vita mia»

30.12.2021
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«Il loro shampoo ancora non me lo hanno dato, ma per ora in Alpecin-Fenix devo dire che sta andando tutto bene». Scherza, Stefano Oldani. Il lombardo, reduce dal primo ritiro in Spagna con il suo nuovo team, ha assaggiato l’ambiente di questa importantissima squadra. La più importante tra le non WorldTour.

La Alpecin si è radunata a Benicasim, sulla costa valenciana (foto Instagram – B. Vernon)
La Alpecin si è radunata a Benicasim, sulla costa valenciana (foto Instagram – B. Vernon)

Come una WorldTour

«Ho trovato una grande professionalità – spiega Oldani – e devo dire che mi ha impressionato. Mi aspettavo che stessero più sul pezzo rispetto a dove ero prima, alla Lotto-Soudal, ma non credevo così tanto… nonostante non sia una WorldTour».

«Abbiamo fatto moltissimi test, alcuni dei quali non li avevo mai visti in vita mia. Per esempio abbiamo fatto un test nel quale dovevamo arrivare ad un determinato wattaggio e ad una determinata temperatura corporea. Guardando poi i battiti loro monitoravano il variare delle frequenze cardiache. E da queste variazioni riuscivano a capire se si era portati per corse più o meno calde, vedevano dove si perdeva potenza».

«E anche a livello di alimentazione, ho trovato una grande professionalità: grammatura di ogni cosa in quantità e qualità, liquidi da mangiare dentro e fuori dalla bici… No, no, davvero un grande team che mi ha stupito. I colleghi più esperti mi dicono che sono praticamente all’altezza, o quasi, di Jumbo e Ineos».

In squadra sono stati eseguiti moltissimi test (foto Instagram – Alpecin Fenix)
In squadra sono stati eseguiti moltissimi test (foto Instagram – Alpecin Fenix)

Grammi e stimoli

Che l’Alpecin fosse un team ben organizzato lo si sapeva, ma forse neanche noi credevamo così tanto stando ad una voce diretta che arriva dall’interno. Oldani però non sembra spaventato di fronte a tutto ciò: test, alimentazione super programmata, allenamenti… Anzi è piuttosto motivato.

«Se mi piace? Molto! E’ esattamente quello che cercavo – dice – in Lotto c’era un ambiente più blando, molto basato sul relax. Ma da neoprofessionista non sai cosa ti devi aspettare, come devi lavorare. Nell’ultimo anno invece ho capito che questi dettagli erano molto importanti. Che dovevo concentrarmi su di questi per fare il salto di qualità definitivo.

«E’ vero, tanti corridori prendono come uno sbattimento mangiare secondo i grammi, bere in un certo modo, ma per me non è un peso. E’ un qualcosa che non ho mai fatto e che anzi mi stimola. Dover bere questo o quello a tavola o in bici: volevo uscire da un limbo e ci sono riuscito adesso voglio capitalizzare tutto ciò».

Tour de Pologne 2021, Stefano Oldani (casco rosso) è terzo nella quinta tappa
Oldani Polonia 2021
Tour de Pologne 2021, Stefano Oldani (casco rosso) è terzo nella quinta tappa

Scienza sì, stress no

Dunque nel team belga regna la scienza, siamo in pieno terreno di “marginal gains”. Oldani parla di bere e mangiare non chissà quali cose ma di farlo in un determinato modo in sella e non, o più semplicemente con più consapevolezza.

«Per esempio – spiega l’ex Lotto – mi hanno fatto notare che io bevevo poco. Questo era un mio tallone di Achille. Facciamo una call a settimana proprio per parlare di tutto ciò, alimentazione, allenamenti. Facciamo il punto sulla settimana appena conclusa e poi programmiamo quella successiva. C’è molto scambio di idee e di informazioni. C’è molto feedback in generale. 

«Però resta un ambiente tranquillissimo, non bisogna pensare chissà cosa sia. Per certi aspetti la mentalità belga della Lotto resta, è molto easy. Perché al di fuori di questi momenti tutti sono molto amichevoli e tranquilli. Lo stesso Van der Poel è molto semplice e tranquillo e simpatico.

«I tecnici sono molto fiscali, ci dicevano di andare tranquilli, di non fare fuorigiri però ogni tanto partiva un po’ di bagarre e Van der Poel era, come dire, abbastanza giocoso. Lui si gode gli allenamenti».

Tutti in squadra seguono i preparatori del team. La piattaforma comune è quella ormai nota di Training Peaks. Sin qui non si è fatta molta qualità, chiaramente, ma ore di sella volte principalmente a creare il fondo e a bruciare qualche grasso in eccesso.

Oldani Giro d'Italia 2021
Scorso anno Oldani ha corso un buon Giro. Ha colto un terzo posto di tappa (a Foligno) ed è stato più volte in fuga
Oldani Giro d'Italia 2021
Scorso anno Oldani ha corso un buon Giro. Ha colto un terzo posto di tappa (a Foligno) ed è stato più volte in fuga

Gli italiani e il Giro

Dall’Alpecin è passato Sacha Modolo, sono arrivati Oldani, appunto, e Mareczko. E già c’era Sbaragli. Soprattutto Kristian aveva dato qualche informazione a Stefano.

«Con Modolo – dice Oldani – non avevo parlato molto, anche perché non lo conosco bene. Mentre con “Sbara” ho parlato prima di venire qui e anche dopo. E’ un ragazzo che sa darmi molti consigli e l’ha fatto volentieri. Mi ha aiutato ad integrarmi. Con chi sono in camera? Con Mareczko».

Si chiude così con grande entusiasmo e grossissimi aspettative il primo approccio di Oldani con la Alpecin. Stefano è ancora giovanissimo e ha tutto il tempo di crescere e migliorare. Sentir dire da lui stesso che ha trovato ciò che cercava conta moltissimo.

«Avremo i programmi precisi nel prossimo ritiro a Benicasim, sempre in Spagna – conclude Oldani – Partirò dall’Etoile de Bessèges, farò poi la Ruta del Sol e l’obiettivo principale è il Giro che dovrei fare all’80-90%. Forse anche la Strade Bianche, mentre è da vedere la squadra per la Sanremo. 

«Sul Giro d’Italia ci conto tanto, non per ambizione di classifica ma per andare a caccia di tappe, non solo con le fughe ma anche con arrivi più “sprintosi”. E già la prima tappa potrebbe essere adatta».