Reusser suona la nona sinfonia e si prende la prima “rosa”

06.07.2025
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BERGAMO – Oggi chiamatela pure Marlen “Rosa” Reusser. La 31enne svizzera della Movistar domina la crono d’apertura del Giro d’Italia Women rifilando 12” a Kopecky, 16” a Longo Borghini e 20” a Van der Breggen. Non distacchi abissali, ma importanti considerando come ultimamente spesso molte gare a tappe si siano giocate proprio sul filo di margini ristretti.

E non era un caso se molte atlete nel dietro le quinte della team presentation avessero fatto subito il nome di Reusser sia per questa prima frazione contro il tempo che per la generale. In effetti per come è arrivata al Giro – e per le sue caratteristiche – non si poteva sbagliare. Negli ultimi dieci giorni di gara, Marlen ha ottenuto sette vittorie. Sommando la vittoria di inizio stagione in Spagna, quella sul traguardo di Bergamo è la nona sinfonia stagionale, 35a in carriera.

Reusser ha vinto la crono di Bergamo coprendo i 14,2 km in 17’22” alla media oraria di 49 km/h
Reusser ha vinto la crono di Bergamo coprendo i 14,2 km in 17’22” alla media oraria di 49 km/h

Pronostico rispettato

Curiosamente questa al Giro Women è la seconda affermazione di Reusser sulle nostre strade dopo il campionato europeo a crono di Trento nel 2021. Il rapporto col nostro Paese è sempre stato buono, anche per i trascorsi nella Alè BTC Ljubljana. Marlen capisce bene la nostra lingua e la parla discretamente, ma preferisce risponderci in inglese perché, dice ridendo e facendoci il gesto con la mano sopra la testa, il suo cervello è troppo pieno.

«Oggi tutti mi davano come la più accreditata – racconta relativamente alla crono – ma non ho avvertito più di tanta pressione, anche se chiaramente ce n’era. Penso di aver fatto una delle mie prove migliori, ma soprattutto volevo fare un buon ritmo, cercando di vincere. Ci ho lavorato duramente, questa crono del Giro Women era un obiettivo da tanto tempo, tanto da averla visionata a marzo. Stamattina ho sentito buone sensazioni durante la ricognizione. Ero motivata a fare bene ed ora sono ovviamente molto felice di aver raggiunto questo obiettivo»

«Rispetto ad un anno fa – prosegue facendo riferimento al suo momento di crisi – mi sento mentalmente molto bene. Penso che sia qualcosa di importante, ma solo se hai spalle larghe puoi sentirti bene anche di testa. Attualmente mi sento più completa».

Il Giro che verrà

Nell’ordine, i secondi posti finale alla Valenciana, alla Vuelta sommati alle vittorie nella generale della Vuelta a Burgos e Tour de Suisse hanno fatto di Reusser un corridore molto più incline alle gare a tappe rispetto al passato. Il suo crescendo sembra ancora… in crescita.

«E’ un enorme onore – continua in mixed zone – sapere che una grande atleta come Longo Borghini ha fatto il mio nome e quello della Movistar tra le rivali più pericolose. E’ bello sentirsi così forte ed è anche molto motivante che le tue colleghe ti prendano così sul serio. Sono felice di questo».

«Non so se domani la maglia rosa inizierà a pesare – analizza Reusser – però è ovvio che l’obiettivo è vincere il Giro. Cercheremo di farlo andando al “full gas”. Anzi, anche con Liane (Lippert, ndr) cercheremo di vincere un paio di tappe, sarebbe bellissimo per noi. Tuttavia penso che non sarebbe un problema se dovessi lasciare la maglia rosa per qualche giorno nelle prossime tappe a chiunque la voglia. Diciamo che è importante riprenderla prima della fine e tenerla (dice sorridendo, ndr). E comunque questa maglia rosa è davvero speciale».

Durante la recon del mattino, Reusser aveva avvertito ottime sensazioni. Notare il nuovo casco Abus
Durante la recon del mattino, Reusser aveva avvertito ottime sensazioni. Notare il nuovo casco Abus

Gli albori

Ha più di un motivo per pensarlo tenendo conto del suo avvicinamento al ciclismo. Reusser si era tuffata nello sport di endurance senza sapere cosa la aspettasse.

«Non ho mai pensato – ricorda Marlen – a vincere mondiali o gare simili quando ho iniziato a pedalare, che era relativamente tardi. Avevo poco più di vent’anni. Però mi avevano sempre detto che avevo un super motore e che dovevo farlo funzionare per arrivare lontano. Bisognava capire quali fossero i miei limiti e se penso a dov’ero dieci anni fa, ora non mi sembra vero e mai avrei immaginato di vivere una giornata come quella di oggi».

Col 14° posto, Niedermaier è la prima maglia bianca del Giro Women
Col 14° posto, Niedermaier è la prima maglia bianca del Giro Women

La “bianca” di Niedermaier

La crono di Bergamo ha assegnato tre maglie su quattro, perché la azzurra dei “gpm” verrà assegnata domani sul traguardo di Aprica. Rosa e rossa sono sulle spalle di Reusser (quella della classifica a punti sarà indossata da Kopecky), mentre la maglia bianca di miglior giovane è andata ad Antonia Niedermaier. La 22enne tedesca della Canyon//Sram zondacrypto è un altro di quei nomi fatti prima del via per la classifica di specialità e per la generale. In mixed zone mostra un bel sorriso per il risultato (quattordicesima assoluta a 48” da Reusser) guardando ai prossimi giorni con fiducia.

«Non è stata la gara perfetta per me – spiega Niedermaier – però penso che sia un buon inizio e alla fine sono abbastanza soddisfatta del mio piazzamento. Ora aspetto come sarà il resto del Giro, dove il podio è il mio obiettivo reale. Credo che siamo attrezzate per raggiungere questo risultato e penso che sia possibile. In squadra stiamo tutte bene e siamo molto pronte.

«Nel 2022 avevo corso il mio primo Giro – torna indietro con la memoria – riuscendo a vincere la tappa di Ceres (dovendo abbandonare la gara il giorno dopo per una caduta, ndr). Sono cresciuta e cambiata molto. Ho accumulato esperienza e soprattutto più consapevolezza di me stessa. Come dicevo prima, vedremo come sarà il resto del Giro Women».

La seconda frazione partirà da Clusone per concludersi ad Aprica dopo 92 chilometri. Il finale è in salita, adatto a tante atlete che sanno tenere su pendenze morbide. Non dovrebbero esserci soprese, anche se le prime inseguitrici di Reusser potrebbero tentare qualche colpo gobbo per sfilarle la leadership.

“Longo” e il Giro da difendere: consapevolezza e pochi proclami

05.07.2025
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BERGAMO – Il clima esterno va in contrapposizione a quello della UAE Team ADQ alla vigilia del Giro d’Italia Women. Fuori dal Radisson Blu di Chorus Life si boccheggia per l’afa, dentro alla sala meeting, dove la formazione emiratina ha organizzato la propria conferenza stampa, si avverte il fresco non solo della climatizzazione, ma dello spirito di squadra.

L’occasione è quella dell’annuncio del rinnovo della sponsorizzazione fino al 2029 ed anche quella per tastare il polso delle atlete. Al tavolo si alternano dirigenti prima e ragazze dopo. Yana Seel, Head of Business e Communications della squadra, introduce la presidentessa Melissa Moncada e Anas Jawdat Albarguthi, il direttore operativo del gruppo ADQ. I due vertici societari sono chiaramente felici della crescita del team e una parte di questa crescita passerà per forza dalla Corsa Rosa femminile. Di pressioni non ce ne sono, il prolungamento di questi giorni ne è la testimonianza, però è normale che si voglia fare centro al Giro con la detentrice.

Yana Seel (Head of Business e Communication), la presidente Melissa Moncada e Anas Jawdat Albarguthi (direttore operativo di ADQ)
Yana Seel (Head of Business e Communication), la presidente Melissa Moncada e Anas Jawdat Albarguthi (direttore operativo di ADQ)

Piedi per terra

E’ il turno delle atlete per focalizzarci sul Giro Women. Mancano Gasparrini e Chapman ed assieme a Longo Borghini si siedono Silvia Persico, Erica Magnaldi, Greta Marturano e Alena Amialiusik. Sono tutte serene e piacevolmente sorprese della numerosa presenza alla conferenza. Normale che Longo Borghini sia la più richiesta prima e dopo, soprattutto perché si ripresenta al via con la riconfermatissima maglia tricolore.

«Dopo il campionato italiano – racconta Elisa – che è stato anche un successo di squadra, ho solo pensato di venire al Giro per fare una buona prestazione. Non sono una persona che fa grandi proclami. Posso solo dire che sono in un’ottima condizione di forma e che cercherò di fare il mio meglio, poi vedremo come finirà ad Imola».

«L’avvicinamento – prosegue – è stato molto simile a quello del 2024, ma la vera differenza è che l’anno scorso avevo corso il Giro di Svizzera prima dell’italiano, mentre quest’anno ho preferito restare in altura fino a poco prima della crono tricolore per preparare meglio il Giro».

Longo Borghini è il faro della UAE, ma sa che le sue compagne sono preziose per ogni risultato (foto @facepeeters)
Longo Borghini è il faro della UAE, ma sa che le sue compagne sono preziose per ogni risultato (foto @facepeeters)

Probabilità ed imprevisti

Una corsa a tappe può essere come il percorso di un “monopoli”. Per vincere bisogna sapere affrontare tutte le situazioni ed una risorsa straordinaria di Longo Borghini è proprio quella di avere sempre la risposta in corsa o anche quando si prova ad uscire dagli schemi classici di qualche domanda.

«Sulle percentuali – dice Elisa – di essere in rosa già dal primo giorno o l’ultimo non saprei cosa dirvi. E’ vero che un anno fa ho portato la maglia rosa dalla prima all’ultima tappa, però è qualcosa di quasi impossibile. Ripeto, a me piace stare con i piedi per terra ed essere realista. Sarà molto difficile vincere la cronometro perché c’è un altissimo livello. Come squadra cercheremo di fare il nostro meglio per difenderci e per attaccare».

Per sua stessa ammissione, in passato Elisa aveva sempre dovuto fare i conti con la “giornata no” che le aveva precluso la conquista del Giro. Il trionfo dell’anno scorso le ha dato una consapevolezza in più, qualora ce ne fosse stato bisogno per un’atleta del suo livello.

«E’ vero – risponde chiudendo con un pizzico di ironia – normalmente negli anni scorsi ho sempre avuto un giorno di crisi. Quest’anno abbiamo cercato di fare un adattamento al caldo facendo saune e quant’altro. Poi cosa posso dirvi? Che chiaramente non arrivi il giorno di crisi».

Rispetto al 2024 quando aveva corso lo Svizzera prima degli italiani, quest’anno Longo Borghini ha preferito restare in altura (foto @facepeeters)
Rispetto al 2024 quando aveva corso lo Svizzera prima degli italiani, quest’anno Longo Borghini ha preferito restare in altura (foto @facepeeters)

Punti chiave

Il disegno del Giro Women 2025 ricalca a grandi linee quello della edizione precedente. Forse con una punta di difficoltà maggiore. Longo Borghini sa quali possono essere i punti chiave.

«La tappa – analizza Elisa – che tutti si aspettano possa essere decisiva sarà quella di Monte Nerone, che è anche quella più scontata. La salita l’abbiamo vista su VeloViewer e sembra molto impegnativa. E’ esposta molto al sole e anche al vento. E sappiamo che quando si va in salita non è piacevole correre in queste condizioni. Penso che per me sarà una salita da gestire bene.

«Credo però che già l’arrivo a Pianezze alla quarta tappa – prosegue – possa dare un accenno di quello che potrebbe essere la classifica generale. Attenzione anche alla sesta tappa, quella che passa per San Marino, che per quanto mi riguarda non è da sottovalutare. Poi bisogna tenere conto anche della cronometro iniziale. Una prova contro il tempo in un giro a tappe di 8 giorni incide tanto. Ha fatto la differenza in passato. L’anno scorso a me ha dato un vantaggio che è risultato impossibile da colmare per le avversarie. Secondo me può delineare o indirizzare in qualche modo la classifica generale anche quest’anno».

Avversarie. Reusser è il primo nome fatto da Longo Borghini, che tuttavia terrà d’occhio anche altre atlete
Avversarie. Reusser è il primo nome fatto da Longo Borghini, che tuttavia terrà d’occhio anche altre atlete

Ricordi e rivali

Fra poco Longo Borghini e compagne saliranno sul palco del Giro Women per la team presentation e domani a quest’ora avrà già un’indicazione di che cosa l’aspetterà tra gara e rivali.

«Dell’anno scorso – riavvolge il nastro per un attimo – ricordo bene gli ultimi cento metri dell’arrivo a L’Aquila. E’ stata una grande emozione ed anche un grande thriller. L’ho sempre detto che a me piacciono le cose che diventano un po’ elettrizzanti».

La concorrenza quest’anno sarà ancora più alta ed Elisa non si scompone, anzi tutt’altro. «Tra le rivali dico Reusser, ma non è l’unica. Personalmente sono molto contenta che ci sia un’avversaria in più come Van der Breggen e di quel calibro. Labous e Muzic partono entrambe alla pari, però credo che chi andrà più forte diventerà la capitana. Sicuramente le controlleremo entrambe perché non si può fare partire né una né l’altra. Noi siamo pronte.

E scommesse pazze per la vittoria ne sono state fatte? «Non sono a livello di mio marito Jacopo – conclude Elisa ridendo – che si è rasato a zero per la rosa di Pedersen! Non ci abbiamo pensato, ma se dovessimo vincere, prendiamo i biglietti per andare a vedere tutte assieme il primo concerto disponibile dei Pinguini Tattici Nucleari».

Persico, Magnaldi, Marturano e Amialiusik sono motivate ad aiutare Longo Borghini a rivincere il Giro Women
Persico, Magnaldi, Marturano e Amialiusik sono motivate ad aiutare Longo Borghini a rivincere il Giro Women

Tutte per una, una per tutte

Elisa Longo Borghini è il faro della squadra, ma lei sa perfettamente che non si vince senza la squadra. Lei lo ha sempre riconosciuto in ogni formazione in cui è stata e le sue compagne di club gliene rendevano merito. La compattezza di un gruppo si forma da queste fondamenta, non si scappa.

«Sicuramente avere Elisa con noi – dice Magnaldici ha dato una spinta in più. C’è tanto affiatamento in squadra, grazie ad un’ottima preparazione tutte assieme. Siamo tutte molto motivate per fare un gran lavoro per Elisa e di portare a casa un successo di squadra. Questo, ne sono certa, ci spingerà ad andare oltre i nostri limiti».

Persico e Amialiusik, rispettivamente bergamasca di nascita e di adozione, sono ulteriormente emozionate di partire da casa. Per Silvia, che ha un paio di tappe adatte a lei, gli obiettivi personali eventualmente si prefiggeranno giorno dopo giorno. Mentre Marturano individua in Movistar e SD-Worx Protime le formazioni più agguerrite sapendo di essere in una squadra ben attrezzata per rispondere a tutte.

Realini: cambio di programma, ora l’obiettivo è il Tour

02.07.2025
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DARFO BOARIO TERME – Il sorriso non manca mai sul volto di Gaia Realini, nemmeno in questo momento difficile che l’ha vista restare lontana dalle corse e dalle posizioni di testa per diversi mesi. Una frattura al gomito in allenamento le ha portato tanti problemi e qualche complicazione in più del previsto, tornare in bici non è stato affatto semplice. I passaggi per tornare ad essere l’atleta che l’anno scorso  tanto aveva stupito prima al Giro d’Italia Women e poi al Tour de France Femmes sono lunghi ma non impossibili. Serve pazienza e Gaia Realini ha imparato ad armarsi anche di questa e non solo della sua instancabile energia. L’abruzzese sabato non sarà al via del Giro d’Italia Women che partirà da Bergamo. Un’assenza difficile da digerire ma giusta, con l’obiettivo di tornare presto ad alti livelli.

«Piano piano mi sto riprendendo – ci racconta poche ore prima del campionato italiano donne – ma non mi metto fretta. Vediamo giorno per giorno come procede il tutto. L’infortunio al gomito si è rivelato più complicato del previsto e molto lungo da curare. Mi sono trovata a dover rallentare di parecchio gli allenamenti e i carichi di lavoro, è come se avessi perso tutta la preparazione invernale. Ora mi ritrovo con le altre atlete che sono a giugno, mentre per me è come se fosse febbraio

Gaia Realini ha subito una frattura al gomito in allenamento a gennaio
Gaia Realini ha subito una frattura al gomito in allenamento a gennaio
Sei tornata a competere ad alti livelli al Tour de Suisse Women, com’è andata?

E’ stato un primo banco di prova come a dire: «Ributtiamoci nella mischia». Mi sono messa a disposizione della squadra, credo si sia visto. Ero spesso davanti a tirare quando partiva la fuga, oppure andavo all’ammiraglia a prendere le borracce per tutte nei giorni più caldi. Per il momento è quello che posso fare e in vista di una ripresa totale mi diverto a fare anche questo

Cosa vuol dire fermarsi e ripartire praticamente da zero?

Che quando le altre si stavano allenando, io ero a casa e non potevo fare nulla. Ho dovuto lavorare molto sulla testa, diciamo che è stato un allenamento per la mente. Spesso mi dicevo: «Okay, ora è successo a te però con calma puoi riprenderti senza problemi». Ho imparato a gestire tutto con la giusta serenità.

Gaia Realini ha ripreso a correre gradualmente, qui alla Freccia del Brabante a metà aprile
Gaia Realini ha ripreso a correre gradualmente, qui alla Freccia del Brabante a metà aprile
La parte più difficile quando è arrivata?

Quando mi hanno dato il via libera per ripartire, ma a causa dei dolori e di alcune complicazioni mi sono dovuta fermare ancora. Però grazie allo staff medico e a tutta la squadra ho trovato il modo giusto di affrontare la situazione e continueremo per questa strada. 

Risalire in bici è stato così complicato?

All’inizio si pensava fosse più semplice come infortunio, una pensa: «Il braccio che vuoi che sia? Tanto pedali con le gambe». Però poi capisci che in tante cose serve forza e mobilità nel braccio e ripartire non è facile soprattutto quando ti devi alzare sui pedali o fai dei piccoli movimenti che pensi siano banali. Invece nel ciclismo la parte superiore (il cosiddetto core, ndr) è estremamente importante

Realini dopo aver corso il Tour de Suisse senza terminarlo si è presentata all’italiano (in foto) al servizio di Elisa Balsamo
Realini dopo aver corso il Tour de Suisse senza terminarlo si è presentata all’italiano (in foto) al servizio di Elisa Balsamo
In questa stagione saresti felice se?

Se riuscissi a ritrovarmi e a trovare una buona condizione, anche se sto rincorrendo. Spero di arrivare tra qualche mese e di essere ancora più vicina alle migliori, diciamo di essere all’80 per cento. 

Si può pensare di arrivare a quell’80 per cento già al Tour?

Secondo me sì perché comunque sono un’atleta che con il caldo riesce a dare il meglio. Quindi perché no?

Per le tappe o per la classifica?

Tappe, senza dubbio. 

Castelli e il Giro Women: tecnologia e passione vestono rosa

02.07.2025
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L’iconico marchio dello scorpione si riconferma anche quest’anno fornitore ufficiale delle maglie per le leader di classifica della Corsa Rosa, un sodalizio che unisce l’eccellenza del Made in Italy alla crescente spettacolarità del ciclismo femminile internazionale. Nel mondo del ciclismo professionistico, poche partnership sono così cariche di significato come quella tra un Grande Giro e il brand che ne veste i leader. Per il prossimo Giro d’Italia Women, Castelli riafferma così il proprio ruolo di prestigio in qualità di fornitore ufficiale delle maglie di classifica. Una collaborazione che va ben oltre la semplice sponsorizzazione, rappresentando un impegno tangibile verso l’evoluzione e la valorizzazione del movimento ciclistico femminile.

Vedere le atlete più forti del pianeta contendersi i simboli del primato – la leggendaria Maglia Rosa, la Maglia Ciclamino, la Maglia Azzurra e la Maglia Bianca – indossando capi performanti e tecnologicamente avanzati è motivo di profondo orgoglio per il marchio italiano. Questa sinergia tra Castelli e il Giro d’Italia Women è la celebrazione dell’alta performance, della determinazione e della passione che definiscono questo sport.

Il Giro d’Italia Women partirà il prossimo 5 luglio da Bergamo per terminare il 13 luglio a Imola
Il Giro d’Italia Women partirà il prossimo 5 luglio da Bergamo per terminare il 13 luglio a Imola

Ingegneria tessile al servizio della performance

Ogni maglia che le leader indosseranno sarà un vero e proprio concentrato di tecnologia e innovazione, frutto di un meticoloso processo di ricerca e sviluppo condotto in stretta collaborazione con le atlete professioniste. Non si tratta di semplici indumenti, ma di veri e propri strumenti progettati per massimizzare la performance in condizioni di gara estreme. Tessuti come il ProSecco Air Donna e lo Strada Micromesh garantiranno una traspirabilità e una gestione del sudore eccezionali, mantenendo le atlete asciutte e a una temperatura corporea ideale.

La vestibilità è un altro elemento chiave. Il taglio anatomico, studiato sulla fisionomia femminile in posizione aerodinamica, e le maniche con taglio al vivo, assicurano un “fit” impeccabile, riducendo la resistenza all’aria e garantendo piena libertà di movimento. Dettagli come la zip YKK Vislon, scorrevole e resistente, e le tre tasche posteriori rinforzate, dimostrano un’attenzione quasi maniacale al dettaglio, finalizzata a offrire la migliore esperienza possibile a chi pedala per superare i propri limiti.

Castelli nel 2025 ha vestito tutte e tre i Giri d’Italia organizzati da RCS (professionisti, under 23 e donne)
Castelli nel 2025 ha vestito tutte e tre i Giri d’Italia organizzati da RCS (professionisti, under 23 e donne)

Un sogno che si veste di colore

Indossare una maglia di leader al Giro d’Italia Women è un’emozione indescrivibile, il culmine di anni di sacrifici e allenamenti. La Maglia Rosa, in particolare, è un’icona globale del ciclismo, un simbolo di tenacia e trionfo il cui colore, ispirato alle pagine de “La Gazzetta dello Sport”, ha scritto capitoli indelebili nella storia di questo sport. Fornire questi simboli del primato significa per Castelli vestire i sogni delle atlete e condividerne la gloria

«Essere al fianco del Giro d’Italia Women come sponsor – ha dichiarato Steve Smith, brand manager di Castelli – è per noi molto più che una partnership: è un impegno concreto verso il presente e il futuro del ciclismo femminile. Questa visione si traduce in un supporto costante alla crescita del movimento, con l’obiettivo di ispirare le nuove generazioni. Quello che vogliamo è continuare a garantire la migliore esperienza possibile a chi ogni giorno pedala per superare i propri limiti e, allo stesso tempo, ci impegniamo a far crescere il ciclismo femminile, perché sogniamo un futuro in cui ogni bambina possa immaginarsi ciclista e desiderare fin da piccola di indossare Castelli».

La partnership tra Castelli e il Giro d’Italia Women è in definitiva una fusione di valori: l’innovazione e l’eccellenza del Made in Italy si intrecciano con la determinazione e la passione delle atlete in gara, dando vita a uno spettacolo sportivo che promette emozioni e ispirando il futuro del ciclismo.

Castelli

Giro d’Italia, prospettive azzurre con l’occhio della “Bastia”

02.07.2025
6 min
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Dice Marta Bastianelli di trovarsi molto bene con Marco Velo nei panni di tecnico delle donne. A suo dire è colui che più meritava l’incarico: presente da oggi anche in pista, prima di partire per il Giro d’Italia Women, e curioso delle juniores. Le conosceva per le convocazioni nelle crono e quel che gli manca è proprio lei a raccontarglielo. La seconda maternità è avviata sulla strada giusta. E la romana, che da anni fa base in Abruzzo, ha ricominciato a girare per il mondo del ciclismo, senza aver mai interrotto i contatti con le atlete. Per questo, a pochi giorni dal via della corsa rosa, le abbiamo chiesto di fare il punto sulle azzurre che vedremo in azione da domenica.

«E comincerei – sorride Bastianelli – con la ragazza che ha vinto il Giro d’Italia lo scorso anno, vale a dire Elisa Longo Borghini (nella foto di apertura dopo la vittoria del sesto tricolore, ndr). Nella nuova squadra direi che si sia inserita benissimo, lo dimostrano le vittorie. Penso che sia molto motivata per questo Giro d’Italia, come lo sarà anche per il Tour. Sarà ovviamente una delle favorite per la classifica generale».

Marta Cavalli arriva al Giro d’Italia Women dopo il Giro di Svizzera e il campionato italiano
Marta Cavalli arriva al Giro d’Italia Women dopo il Giro di Svizzera e il campionato italiano

La nuova Cavalli

Come accade da tempo per gli uomini, anche nel gruppo delle donne la suddivisione fra Giro e Tour si sta trasformando in un solco piuttosto profondo . Questo fa sì che le atlete al via della sfida rosa abbiano un alto profilo, ma manchino le top rider che si sfideranno per la maglia gialla. Ugualmente non mancano le figure di riferimento. Torna ad esempio Anna Van der Breggen, che chiuse il conto col Giro vincendo quello del 2021 prima di ritirarsi. Sempre lei l’anno prima aveva vinto il mondiale sulle strade di Imola che saranno il teatro dell’ultima tappa. Al suo fianco ci sarà anche Lotte Kopecky, seconda per un soffio lo scorso anno. La belga è forse solleticata da un percorso che nel finale appare simile a quello che si concluse con il Block Haus e poi la tappa dell’Aquila?

«Fra le nostre – prosegue Bastianelli – ci sarà anche Monica Trinca Colonel, che ho visto bene al campionato italiano (seconda alle spalle di Longo Borghini, ndr). E poi c’è Marta Cavalli che già da qualche tempo ha ripreso a dare dei buoni segnali. Ho parlato con lei e ho parlato con il papà. Marta si era presa un momento di pausa dopo gli infortuni e qualche contrattempo, ma ora la vedono tutti molto serena. Ha voglia di riprendersi quel che ha lasciato lungo la strada. Si è preparata bene in altura, magari avrà bisogno di un po’ per adattarsi ai ritmi di gara, ma confido che per il Giro sarà in forma».

Silvia Persico sarà angelo custode e semmai alternativa per Longo Borghini al Giro d’Italia Women
Silvia Persico sarà angelo custode e semmai alternativa per Longo Borghini al Giro d’Italia Women

La doppia opzione

L’occhio torna per un momento in casa UAE Adq, la sua ultima squadra da atleta che con l’arrivo di Elisa Longo Borghini ha cambiato pelle e caratura. La sovrapposizione di nomi, che fa della SD Worx-Protime una delle corazzate da cui guardarsi, trova nella squadra emiratina la risposta più efficace nella presenza accanto alla piemontese di compagne di livello come Silvia Persico, Erica Magnaldi ed Eleonora Gasparrini. Atlete che potrebbero correre da leader e saranno alternativa e supporto per la campionessa italiana.

«Da qualche stagione – analizza Bastianelli – le squadre vanno al via delle grandi corse con un piano A e insieme il piano B. Facendo tutti gli scongiuri, può succedere che un capitano abbia qualche contrattempo, quindi è logico che ci siano pronte delle alternative, soprattutto nei team più forti. Se riesci a portare alla partenza due atlete con la stessa forma e con lo stesso profilo, che magari si intendono anche tra di loro, è proprio il massimo. Detto questo, avere una Longo Borghini in forma è una bella sicurezza. Lei secondo me è forte di testa e già questo è un buon punto di partenza. Ovviamente aver vinto il Giro dello scorso anno le dà la consapevolezza di poterci riprovare ed è un punto a suo favore. Però non credo che se non l’avesse vinto, quest’anno non ci avrebbe provato lo stesso».

Consonni, Guazzini e il tricolore. Purtroppo per la toscana la corsa è finita con una brutta caduta
Consonni, Guazzini e il tricolore. Purtroppo per la toscana la corsa è finita con una brutta caduta

Consonni e gli sprint

Tolta dal mazzo Vittoria Guazzini, nuovamente con un braccio al collo dopo la caduta dei tricolori, e con Elisa Balsamo che correrà soltanto il Tour de France, il fronte delle velociste azzurre che dovranno vedersela con Lorena Wiebes è animato da Chiara Consonni. La Canyon//Sram zondacrypto ha infatti scelto di schierare la leader Niewiadoma soltanto al Tour, dando spazio a Cecile Uttrup Ludwig e dedicando attenzione alla velocista bergamasca che avrà il supporto di Soraya Paladin.

«Con Chiara – spiega Bastianelli che di Consonni è stata a lungo l’ispiratrice – ho parlato proprio al campionato italiano. E’ molto contenta, direi serena. La squadra le piace, vanno d’accordo. Sono state da poco in Austria a fare altura, mi ha parlato di un bellissimo training camp in cui si è creata un’atmosfera veramente serena e tranquilla. La vedo molto bene, in una squadra molto forte che la può aiutare nelle tappe adatte a lei. Sicuramente anche loro punteranno a fare classifica, per cui sapranno loro come gestire la corsa. Sarà un Giro con facce diverse, che permetterà anche a noi della nazionale di osservare le ragazze che potrebbero diventare interessanti per il mondiale, che sarà certamente molto duro».

Monica Trinca Colonel è arrivata seconda ai tricolori di Darfo Boario Terme, nel primo anno di WorldTour
Monica Trinca Colonel è arrivata seconda ai tricolori di Darfo Boario Terme, nel primo anno di WorldTour

Lo spazio delle continental

E qui i nomi da segnare saranno anche quelli di Barale e Ciabocco, oltre a quelli delle tante italiane che prenderanno il via nelle continental che costituiscono il serbatoio dei talenti e rischiano dal prossimo anno di avere vita più difficile a causa della riforma del ciclismo femminile e la volontà di spingere sulle squadre professional.

«Sarebbe davvero un danno se dovessero sparire – piega Bastianelli – perché una buona parte delle ragazze che oggi vediamo nelle WorldTour vengono tutte dalle continental. Ricordiamoci che Monica Trinca era una cicloturista, che poi è passata con Zini e adesso la vediamo esordire in una squadra del massimo livello. Quindi io do molta fiducia a queste piccole squadre, perché possano mettersi in luce loro per i loro sponsor e perché diano la possibilità alle ragazze di distinguersi e puntare al salto di categoria. Quindi, anche se il Giro sarà certamente impegnativo, nulla toglie che possano dire la loro. In attesa di capire se sarà una corsa da giocare sul filo dei secondi o se ci saranno distacchi più ampi. L’anno scorso credevamo tutti che con il Block Haus in finale sarebbe successo il finimondo, ma non fu così. Quest’anno le ultime due tappe sono veramente dure, ma il livello si è alzato tantissimo e le atlete sono arrivate ad una forma strepitosa. Sarà dura decifrarlo da subito, credo che sarà un bel Giro e porterà un bello spettacolo».

Trinca Colonel: un podio con il suo idolo e ora sotto con il Giro

29.06.2025
5 min
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Superato il traguardo lascia scorrere la bici e prosegue a zigzag tra giornalisti e fotografi, si ferma solamente quando trova un fazzoletto d’ombra a bordo strada. Monica Trinca Colonel ha appena terminato la prova tricolore riservata alle donne elite e under 23 al secondo posto. Beve sperando di reintegrare subito dopo lo sforzo e per abbassare la temperatura corporea. Poi si siede sul marciapiede, un’addetta all’antidoping le chiede se ha a portata di mano un documento, lei indica il parcheggio alle sue spalle come a dire: «E’ lì». 

Non parla, nemmeno quando arriva Letizia Paternoster, sua compagna di squadra alla Liv Jayco AlUla (che ieri ha corso con le Fiamme Azzurre). La trentina la abbraccia riempiendola di complimenti, mentre Monica Trinca Colonel continua a cercare energie e fiato. Riacquista la voce una volta scesa dal podio delle premiazioni, quando le chiediamo di parlare ha gli occhi lucidi.

«Ero già contenta di come era iniziata la stagione – dice mentre la voce dello speaker annuncia le classifiche della Coppa Italia delle Regioni ma questo secondo posto ripaga di tutti i sacrifici fatti fino ad ora, anche se non era d’obbligo. Non è detto che tutte le volte in cui ci si impegna arrivino dei risultati, per me è un sogno che si avvera».

Gli occhi lucidi per cosa sono, o per chi sono?

Sono tornata al ciclismo solamente un anno fa dopo un lungo periodo di stop durante l’adolescenza. Per me è surreale ritrovarmi qui oggi (ieri, ndr) alle spalle di Elisa Longo Borghini che è sempre stata un idolo e un punto di riferimento per me e per il ciclismo femminile. E’ come una vittoria. Non so davvero che dire, forse troppe cose. 

Vederla così vicina ti fa venire voglia di prenderla?

Sì ma dobbiamo ammettere che è ancora superiore, va bene così per il momento. C’è tempo e ci sono tanti anni davanti nei quali posso crescere, spero. Sapevo che in questo tipo di sforzi brevi e su percorsi del genere è ancora superiore, lo ha dimostrato con una bellissima azione. 

Prima del via il caldo ha costretto le atlete a cercare riparo dai raggi del sole un po’ ovunque
Prima del via il caldo ha costretto le atlete a cercare riparo dai raggi del sole un po’ ovunque
Quando è partita hai pensato di restare alla sua ruota, o di provarci?

Sinceramente no. Sapevo che sarei esplosa, quindi ho cercato di gestirmi il più possibile. Il secondo posto al campionato italiano è un risultato comunque fantastico. 

Un altro tassello importante in una stagione ricca di progressi e ottime prestazioni.

Sì, una gara come quella di oggi (ieri, ndr) mi dà tanta fiducia in vista del Giro d’Italia Women che è il mio grande obiettivo della stagione. 

Per Trinca Colonel una gara solida e costante, il premio è stato il secondo posto dietro a un’immensa Elisa Longo Borghini
Per Trinca Colonel una gara solida e costante, il premio è stato il secondo posto dietro a un’immensa Elisa Longo Borghini
Si andrà al Giro per?

Puntare a una top 5. Partirò con l’idea di prendere quello che viene dando sempre il massimo. Il ciclismo è imprevedibile per cui vedremo. E’ una grande ambizione quella della top 5 ma sono consapevole di esserci vicina, ne ho avuto conferma alla Vuelta. La condizione credo stia emergendo, spero. Se tutto andrà bene questo obiettivo potrebbe avverarsi.

Quanto è stata importante la Vuelta nell’avere questa consapevolezza?

Mi ha fatto capire che sono un’atleta portata per i giri a tappe, poi mi piacciono molto come tipo di gara. Bisogna sperare che vada tutto bene. In queste corse di più giorni c’è sempre una tappa storta, speriamo cada in un giorno che non risulti poi decisivo. Ci sarà da stringere i denti, ma lo fanno tutte.

Dietro al podio Trinca Colonel ha ritrovato le sue compagne della Bepink con le quali ha corso nel 2024 una volta tornata al ciclismo
Dietro al podio Trinca Colonel ha ritrovato le sue compagne della Bepink con le quali ha corso nel 2024 una volta tornata al ciclismo
Sei tornata al ciclismo la scorsa stagione dopo tanto tempo, in questo anno cosa hai scoperto di nuovo su di te e di questo sport?

Mi sento più sicura e un po’ più consapevole delle mie forze. Manca ancora un piccolo step, come migliorare sugli sforzi brevi o a livello di tattica. Sono consapevole di esserci e di poter migliorare, spero un giorno di riuscire a essere come Elisa Longo Borghini. 

Correre un campionato italiano così è una bella risposta a livello tattico…

Vero, però si poteva prevedere dove ci si doveva far trovare pronte. Sono contenta di esserci riuscita, poi però contavano solo le gambe e sono felice di averle avute

Longo Borghini: il sesto titolo arriva col brivido

28.06.2025
5 min
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DARFO BOARIO TERME – Questa mattina vedere Elisa Longo Borghini senza il tricolore addosso ci ha fatto quasi strano. La campionessa della UAE ADQ ha rimesso le cose in chiaro a trenta chilometri dall’arrivo quando con un’azione che è sembrata semplice ha spazzato via Eleonora Ciabocco e Monica Trinca Colonel. Per Elisa Longo Borghini è arrivato così il terzo titolo italiano consecutivo, il sesto in carriera. Nemmeno la foratura nel finale l’ha fatta tremare. 

«Quella foratura – racconta con un sorriso dopo l’arrivo di nuovo vestita con il tricolore – ha fatto più paura al meccanico che a me. Devo ancora sincerarmi delle sue condizioni dopo il volo che ha fatto per scendere di corsa dall’ammiraglia. Speriamo stia bene!». 

«Indossare il questa maglia oggi – continua subito – è un’emozione nuova e diversa perché è la prima conquistata con la UAE ADQ. In generale sono molto affezionata a questo simbolo e al campionato italiano in sé. Penso sia una corsa da rispettare e da correre sempre, al netto di problemi fisici o di salute. Quando parto per questa gara cerco sempre di dare il meglio di me perché vestire il tricolore un anno intero è una cosa bellissima e un grande onore». 

Una vittoria di tutte

Il UAE team ADQ questa mattina nella piazza dove si è tenuta la presentazione delle squadre, e poi la premiazione finale, era l’unica squadra ad avere il pullman. La formazione emiratina è arrivata con la consapevolezza di avere l’atleta più forte in gruppo e una squadra di altrettanto valore pronta a darle sostegno. La corsa è sempre stata nelle loro mani, complice la superiorità numerica, e quando è arrivato il momento di fare selezione Longo Borghini ha fatto quello che le riesce meglio, terminare il lavoro con una vittoria. 

«Sinceramente credo che sia stata una vera vittoria di squadra – spiega sorridente – non è mai semplice partire da favoriti, però oggi non abbiamo avuto paura di ricoprire questo ruolo. Dal primo momento la squadra ha preso in mano la corsa grazie al lavoro svolto da Pellegrini e Venturelli, le quali hanno mantenuto il ritmo alto fin da subito. A loro due vanno i miei complimenti perché sono delle ragazze promettenti e molto giovani che in futuro vedremo spesso». 

Il forcing sulla salita di Colle Maddalena ha dato il colpo di grazia…

Si sono messe all’opera Magnaldi, Marturano, Persico e Gasparrini che aveva il compito di rimanere sempre insieme a Elisa Balsamo. Il ritmo imposto è stato talmente elevato che alla fine ci siamo ritrovate in tre (Ciabocco, Trinca Colonel e Elisa Longo Borghini, ndr) e ho cercato di “sfruttare” la presenza delle altre due fino al primo dei tre passaggi sullo strappo finale. 

Era previsto che rimanessi da sola già dai trenta chilometri dall’arrivo?

In realtà no, l’obiettivo era far soffrire la Balsamo e creare un gruppetto ristretto. Alla fine, nell’arco di pochi chilometri mi sono ritrovata da sola.

Il piano del UEA Team ADQ era di mettere in difficoltà Elisa Balsamo facendo un ritmo alto sulla salita più impegnativa di giornata
Il piano del UEA Team ADQ era di mettere in difficoltà Elisa Balsamo facendo un ritmo alto sulla salita più impegnativa di giornata
Cosa hai pensato in quei venticinque chilometri?

A quello che è stato il lavoro fatto in queste settimane e alle incertezze che accompagnano sempre un’atleta una volta che ritorna a gareggiare. Devo un enorme grazie, oltre a quello per le mie compagne, al mio preparatore Paolo Slongo perché ha creduto in me anche quando io ho avuto dei piccoli dubbi. 

Il cambio bici non ti ha preoccupata?

Era qualche chilometro che sentivo di avere una perdita di pressione, infatti vedevo il copertone sempre più quadrato (dice ancora con un sorriso, ndr). Non mi sono fermata subito perché volevo mettere la distanza sufficiente per far arrivare l’ammiraglia alle mie spalle e fare il cambio con la massima serenità.

Marco Velo, cittì della nazionale femminile si confronta con le ragazze del UAE Team ADQ sotto al podio
Marco Velo, cittì della nazionale femminile si confronta con le ragazze del UAE Team ADQ sotto al podio
I risultati di queste due prove tricolore, cronometro e gara in linea, sono i risultati che ti aspettavi in vista dei prossimi obiettivi?

sono delle buone risposte in vista del Giro d’Italia Women, chiaro che troverò un altro livello ancora ma credo che come atlete italiane avremo un ottima condizione.

Arriverai alla partenza della cronometro di Bergamo con addosso ancora il tricolore e per difendere la maglia rosa?

Certo, le motivazioni saranno altissime. E’ sempre difficile andare a un appuntamento del genere per riconfermarsi, preferisco resettare e ripartire come se fosse l’anno zero. Andrò per vedere cosa riuscirò a fare. 

Chiara e Soraya al servizio della Canyon per puntare in alto al Giro

25.06.2025
6 min
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Prima la squadra, poi gli obiettivi personali. La mira della Canyon//Sram zondacrypto al Giro d’Italia Women sarà concentrata sulla classifica generale. Lo si evince dalla video-conferenza organizzata ieri dalla formazione tedesca direttamente dai 2.000 metri di Kuthai in altura nella quale Chiara Consonni e Soraya Paladin appaiono come “moschettiere” al servizio della loro leader Antonia Niedermaier (in apertura foto facebook Canyon//Sram zondacrypto).

I gradi di capitana infatti ricadranno sulla 22enne ex fondista di vertical race, già vittoriosa nella tappa di Ceres nel 2023 al termine di una lunghissima fuga. Niedermaier ha fatto un ulteriore salto di qualità negli ultimi anni. La tedesca avrà il compito di confermare e possibilmente migliorare il terzo posto finale ottenuto l’anno scorso da Neve Bradbury e sa che potrà contare sull’apporto anche delle due compagne italiane. Tuttavia sia Consonni che Paladin sanno che hanno un paio di frazioni adatte a loro per potersi giocare le proprie carte. Ed entrambe sabato 28 giugno correranno il campionato italiano di Darfo Boario Terme con differenti ambizioni.

L’emozione di Chiara

Solitamente questo genere di conferenze on-line sono anche l’occasione per fare un piccolo bilancio della stagione fin lì disputata. Consonni ha il volto sorridente come sempre. Si gode la giornata del suo 26esimo compleanno assieme alla squadra giusto ventiquattro ore dopo aver celebrato – lei che è stata oro a Parigi nella madison con Guazzini – l’Olympic Day.

«Quest’anno – spiega la velocista bergamasca – sono cambiate un po’ di cose, tra squadra nuova e nuovo preparatore. Non è mai facile adattarsi subito e alla luce di questo posso dire che è mancata solo la vittoria. Per il resto è andato tutto molto bene e sono contenta.

«Sono emozionata di correre il Giro Women con la Canyon – prosegue – perché inizia a pochissimi chilometri da casa e so che sarà speciale. Non vedo l’ora di iniziare e poter essere di supporto alle mie compagne».

Consonni, ma anche Paladin, stanno correndo con la Canyon Aerod. Proprio in vista del Giro e ancor più del Tour potrebbero arrivare delle sorprese in termini di colorazioni
Consonni, ma anche Paladin, stanno correndo con la Canyon Aerod. Proprio in vista del Giro e ancor più del Tour potrebbero arrivare delle sorprese in termini di colorazioni

Consonni e il lead out

La mente di Chiara però è proiettata al Giro d’Italia Women e su come affrontare questo impegno, prima eventualmente di correre anche il Tour de France Femmes, per cui saprà qualcosa più avanti.

«Al Giro Women ci sono due tappe per gli sprint – analizza Consonni correggendosi immediatamente – anzi forse solo quella di Monselice perché quella di Trento al terzo giorno prevede all’inizio il Passo del Tonale che potrebbe scombinare i piani. Io proverò a puntare a vincere una tappa (ne ha sempre vinta una negli ultimi tre anni, ndr), però prima di tutto cercherò di essere di aiuto alla squadra e ad Antonia».

La lista delle sue rivali in volata ancora non è ben definita, ma ci sarà sicuramente Lorena Wiebes. L’olandese della SD Worx è già a quota 11 successi e in tre occasioni Chiara le ha chiuso alle spalle. Il duello si rinnova.

«Lorena – dice facendo un sospiro – allo sprint ha quei tre secondi iniziali di potenza che fanno paura e la differenza. Le volate che ho fatto con lei ci hanno dato dei riferimenti. In ritiro abbiamo lavorato in funzione di questo allenando e perfezionando il nostro lead out. Una tattica potrebbe essere quella di anticipare il suo sprint. Vedremo come si metteranno le cose nelle tappe adatte a noi e cercheremo di cogliere il massimo risultato. Io sono pronta».

A Copenaghen Consonni chiude terza (qui podio invertito) dietro Wiebes e Balsamo, che non sarà al Giro Women
A Copenaghen Consonni chiude terza (qui podio invertito) dietro Wiebes e Balsamo, che non sarà al Giro Women

Soraya e un occhio al tricolore

Collegata accanto a Consonni c’è anche Paladin, alla quarta stagione alla Canyon. La 32enne trevigiana fa eco alla sua compagna, ma per lei prima c’è un tricolore in linea incline alle sue caratteristiche.

«Il percorso – risponde Soraya – è duro e può essere adatto a me. Non corro dall’Itzulia a metà maggio, però in altura in Austria ho lavorato bene quindi spero di aver belle sensazioni, anche se so che scendendo direttamente dal ritiro è sempre un punto di domanda. Poi so anche che il campionato italiano è una gara sempre strana. Se starò bene spero in una corsa abbastanza selettiva in modo da staccare le ruote veloci e giocarmi le mie possibilità in modo intelligente».

A maggio Paladin centra il secondo posto dietro Ferguson al Navarra’s Women. Ora punta a bel campionato italiano prima del Giro
A maggio Paladin centra il secondo posto dietro Ferguson al Navarra’s Women. Ora punta a bel campionato italiano prima del Giro

Garanzia Paladin

Soraya al Giro femminile ha sempre sfiorato il successo nelle frazioni più congeniali e dopo tanti anni meriterebbe un’affermazione personale importante per consacrare definitivamente il suo ruolo di donna-squadra.

«Guardando il tracciato – continua – potrebbero esserci diverse opportunità per le fughe. Con tante tappe dure si potrebbe correre in maniera più conservativa e pertanto bisognerà essere brave a entrare nelle azioni giuste. Io potrei ritagliarmi il mio spazio in un paio di occasioni, ma come ha detto Chiara la priorità resta quella di curare la generale con Antonia e aiutarla in ogni situazione. Gli ultimi tre giorni e l’ultima tappa non sarà certamente una passerella finale. L’altimetria della tappa di Imola potrebbe far succedere di tutto se i distacchi saranno minimi.

Sempre in Spagna Paladin finisce terza dietro Bredewold e Lipper nella seconda tappa dell’Itzulia
Sempre in Spagna Paladin finisce terza dietro Bredewold e Lipper nella seconda tappa dell’Itzulia

«L’esperienza mi ha insegnato – conclude Paladin poco prima dei saluti – che contano molto le energie mentali in una gara a tappe, specialmente se stai in un ambiente buono. Noi della Canyon siamo messe molto bene sotto questo punto di vista e ne siamo consapevoli. Poi personalmente anche a me dà molto morale avere una tappa vicino a casa. Anche questo aiuta ad affrontare meglio una corsa come il Giro Women».

Suzuki partner ufficiale del Giro d’Italia Women e del Giro Next Gen

21.06.2025
3 min
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Suzuki consolida il suo ruolo di protagonista nel panorama ciclistico internazionale. Dopo l’esperienza al Giro d’Italia, la casa giapponese è stata confermata come Mobility Partner – sia per auto che per moto – di due delle competizioni più significative del calendario italiano: il Giro d’Italia Women e il Giro Next Gen. L’annuncio ufficiale è arrivato il 10 giugno all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, durante la presentazione delle due gare, firmate RCS Sport & Events.

Il Giro d’Italia Women prenderà il via da Bergamo il 6 luglio, mentre il Giro Next Gen è attualmente in pieno svolgimento. Due eventi diversi per pubblico e protagonisti, ma accomunati da un unico obiettivo: valorizzare e sostenere il ciclismo del presente e del futuro. A supporto dell’organizzazione ci sarà una flotta integrata composta da 50 moto e 30 auto Suzuki, fondamentale per la gestione logistica e operativa lungo l’intero tracciato di gara.

La flotta dei mezzi Suzuki al servizio delle corse organizzate da RCS Sport & Events
La flotta dei mezzi Suzuki al servizio delle corse organizzate da RCS Sport & Events

Una partnership fondata sui valori

Con questo nuovo impegno, Suzuki rafforza la propria presenza nel ciclismo professionistico, dimostrando una vicinanza sempre più solida al mondo delle due ruote.

«Siamo orgogliosi di essere stati scelti come auto e moto ufficiali del Giro d’Italia Women e del Giro Next Gen – ha dichiarato Massimo Nalli, Presidente e CEO di Suzuki Italia – due eventi simbolo della crescita e della trasformazione del ciclismo. Condividiamo profondamente i valori di dedizione, passione e sostenibilità. In particolare, siamo fieri di legare il nostro nome alla Maglia Bianca del Giro Next Gen, che celebra i giovani talenti del ciclismo internazionale. Il Giro Next Gen, infatti, rappresenta la vetrina ideale per i corridori under 23, spesso trampolino di lancio verso il professionismo. Suzuki sarà partner ufficiale della Maglia Bianca, riconoscimento riservato al miglior giovane della classifica generale. Un’iniziativa in perfetta sintonia con la mission del brand: promuovere l’innovazione sostenendo le nuove generazioni».

Massimo Nalli, Presidente Suzuki Italia
Massimo Nalli, Presidente Suzuki Italia

Presenza costante nei grandi eventi

Quella tra Suzuki e le corse firmate RCS è una relazione ormai consolidata. Oltre al Giro d’Italia, l’azienda ha messo a disposizione la sua flotta in eventi come Strade Bianche, Milano-Sanremo, Tirreno-Adriatico e il recente debutto del Giro d’Abruzzo. Una presenza capillare che conferma la centralità di Suzuki nel sistema organizzativo del ciclismo professionistico.

La fornitura di veicoli – composta da moto agili e auto versatili – garantisce supporto tecnico e logistico alle carovane, assicurando efficienza negli spostamenti e interventi rapidi in caso di necessità. Un contributo fondamentale per la buona riuscita delle competizioni, in cui ogni secondo può fare la differenza.

Il legame tra Suzuki e il Giro d’Italia è più profondo di quanto si immagini. Entrambi nascono nello stesso anno, il 1909: da un lato la Suzuki Loom Works a Hamamatsu, in Giappone, dall’altro la prima edizione della Corsa Rosa, organizzata dalla Gazzetta dello Sport. Due storie parallele, unite da oltre un secolo da valori come innovazione, progresso e passione per le due ruote.

Suzuki