Bastianelli e Longo Borghini, le due azzurre che il cittì Salvoldi ha indicato come le due possibili leader per le Olimpiadi di Tokyo, non hanno perso l’occasione. E anche se non sono ancora al miglior livello, ciascuna delle due si è data da fare a suo modo. La prima, risultando la migliore delle italiane nella volata alle spalle di Anna Van der Breggen che ha vinto (foto di paertura). La seconda, facendo il diavolo a quattro sui muri, senza riuscire ad andar via. Niente male come debutto, con l’inserimento fra le due di un’altra Marta, la Cavalli che da quest’anno corre in Francia alla Francaise des Jeux e alle Olimpiadi ci pensa, eccome…
Volata scarica
Marta Bastianelli è passata nella zona mista infreddolita e livida. Consapevole di non essere al top, ha provato quello che fra gli uomini è riuscito a Ballerini: stare in gruppo fino all’ultimo e poi giocarsi la volata. La differenza l’ha fatta Anna Van der Breggen che, rispetto ad Alaphilippe e Moscon, non si è fatta riprendere.
«Per me è andata bene ma non benissimo – dice la leader della Ale BTC Ljubljana – perché sono abituata ad altri risultati qui in Belgio. Ci accontentiamo di un sesto posto, con la consapevolezza che se fosse valsa per la vittoria, la volata avrebbe avuto un senso diverso. Credo si debba guardare oltre, per cui la prossima gara sarà la Strade Bianche e poi torneremo qui in Belgio. Mi auguro di fare bene in Toscana».
Viva il freddo
Elisa Longo Borghini e la sua maglia tricolore sapevano che dal momento in cui si fosse andati verso l’arrivo in volata, ci sarebbe rimasto ben poco da fare. Per questo prima ha attaccato e poi si sarebbe buttata nello sprint, anche per quello che ha concordato con Giorgia Bronzini, ma è arrivata al traguardo con 3 secondi di ritardo dal gruppetto impegnato nella volata.
«Ci ho provato come sempre – sorride con una mezza punta di rammarico – ma alla fine la svizzera della Ale Cipollini è andata dritta in una curva e mi ha portato un po’ fuori. Non che nello sprint avrei fatto chissà che cosa, però mi dispiace per il mio team. E’ una corsa che dice molto. Sostanzialmente si è visto che in questo momento la SD Works è la squadra più forte e ha tante carte da giocare. Ho provato ad anticipare, ma non è stato possibile, ero in inferiorità numerica. E’ tattica anche questa. Oggi il freddo si è sentito, un bel freddo da Nord. Nei giorni scorsi aveva fatto anche troppo caldo, ma è stato meglio così. Quassù deve anche essere freddo, sennò che Belgio è?».
La francesina
La terza incomoda, Marta Cavalli, ha cominciato la stagione con dichiarazioni modeste e caute. Solo da una frase nell’intervista di qualche tempo fa si poteva percepire che in realtà la cautela fosse più che altro scaramanzia: «Magari mi servirà un po’ di tempo per metabolizzare il cambiamento – aveva detto – io farò del mio meglio per stare vicino a Cecile, ma se starò bene avrò anche io carta bianca».
Oggi le cose sono andate esattamente all’opposto: Cecile ha tirato e lei ha fatto la volata…
«La squadra negli ultimi chilometri ha lavorato per me – dice – e Cecile mi ha portato a sprintare nella miglior posizione. Purtroppo la concorrenza era elevata, ma sarebbe potuto andare meglio. La condizione è buona e questa è la cosa migliore. Col team mi devo amalgamare ancora un po’, ma siamo pronte e motivate per le Strade Bianche».
Il tempo per un’ultima annotazione e gli auguri di buon compleanno a Elisa Balsamo, che ha compiuto 23 anni. Il 19° posto dopo tanto girare in pista va letto in prospettiva: la condizione è in arrivo. Come lei si sono ritrovate un po’ in difficoltà anche Vittoria Guazzini e Chiara Consonni, ma diciamo pure che debuttare in una corsa come l’Omloop Het Nieuwsblad presenta dei rischi non indifferenti. Ora si va tutti alla Strade Bianche e vedremo cos’altro ci sarà da scrivere…