Per super Realini, strada azzurra fino al Tour de l’Avenir

13.02.2023
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Paolo Sangalli sfoglia il calendario delle trasferte, incrociate con quelle delle sue ragazze. La stagione del WorldTour è iniziata e da questo momento in avanti il programma delle più forti seguirà il corso dettato dai club: il cittì le osserverà, aspettandole sui traguardi concordati. Semmai la sua attenzione si va concentrando sulle juniores e le under 23, le categorie per cui l’intervento dell’attività azzurra può essere provvidenziale.

Il tecnico azzurro è rientrato pochi giorni fa da un altro raduno di Calpe, in cui ha avuto con sé Arianna Fidanza che poi ha vinto ad Almeria e un gruppo di giovani.

Alla Valenciana torneranno su strada Balsamo e Guazzini qui agli europei di Grenchen
Alla Valenciana torneranno su strada Balsamo e Guazzini qui agli europei di Grenchen
Stagione iniziata, con il mondiale di agosto che sta facendo ragionare le squadre e i tecnici…

Già da tempo con Villa abbiamo iniziato a parlare e siamo già sulla stessa lunghezza d’onda. I mondiali fatti a quel modo sono una prova generale per le Olimpiadi e bisognerà conciliare le esigenze dei vari gruppi. In realtà credo che il problema più grande ce l’abbia proprio la pista. Il Tour Femmes finisce il 31 luglio e mi pare che le prime prove dell’inseguimento saranno il 2 agosto. E’ un calendario complesso…

Anche perché delle ragazze del quartetto parecchie faranno il Tour.

Esatto. Penso alla Guazzini, che corre in una squadra francese e punta alle cronometro, con il Tour che ha l’ultima tappa proprio contro il tempo. Anche Elisa Balsamo ha detto che farà il Tour e non il Giro. Il quadro è questo, anche se da qui ad agosto può succedere di tutto, ma i programmi al momento sono questi. Sarebbe bastato mettere una settimana fra le gare su pista e quelle su strada e non avremmo avuto problemi.

Continuerai a seguire le ragazze nelle loro corse?

Andrò a vedere le gare, questo lo farò sempre. Ma farò anche tanta attività con le junior. Parto dalla Gand-Wevelgem. Poi a fine aprile faccio un’altra gara di tre giorni, la Van Morseel in Olanda. Ai primi di maggio vado al Giro d’Occitania e alla fin del mese, il Giro delle Fiandre messo quest’anno. Poi faccio un raduno premondiale, ma questo sarà comune alle tre categorie, ovviamente per tutte le ragazze che non sono impegnate a correre. E’ un po’ come avere una casa comune per tutte.

Eleonora Gasparrini è passata al UAE Adq Team e sarà riferimento nel blocco U23 (foto Instagram)
Eleonora Gasparrini è passata al UAE Adq Team e sarà riferimento nel blocco U23 (foto Instagram)
E dopo il mondiale?

Dopo il mondiale si ricomincia. Novità di quest’anno per le under 23 è il Tour de l’Avenir di fine agosto. Si correrà anche per club, ma daranno la precedenza alle nazionali, anche perché nei programmi delle squadre di club non l’ho ancora visto.

Di quali ragazze parliamo?

Potrei parlare di Gasparrini e di Gaia Realini. Oppure Piergiovanni, Cipressi e Ciabocco. Ne abbiamo tante, capito? E poi chi fa l’Avenir potrebbe fare l’europeo, perché l’arrivo potrebbe essere impegnativo. Per questo dalla Francia non le mando a casa. Facciamo un altro raduno, adesso vediamo dove. E poi andiamo in Olanda a fare una gara che c’è sia per le le junior, sia per le under 23: la Watersley Ladies Challenge dal 15 al 17 settembre. E poi da lì, sono 200 chilometri e andiamo a Emmen, nella zona del Drenthe, dove ci saranno gli europei. Non sarà il solito piattone, l’arrivo sarà in cima alla discarica e potrebbe cambiare tutto. Una bella attività quest’anno.

Quindi non c’è pericolo che dopo il mondiale cali un po’ la tensione…

Proprio no. Anzi, forse il calendario è meglio dopo che prima. Anche perché il mondiale delle U23 resta una corsa strana. Per correrlo dovranno entrare in squadra con le elite e bisognerà dimostrare di essere all’altezza.

L’azzurra Eleonora Ciabocco è parte integrante del gruppo delle U23 di Sangalli (foto El Toro Media/DSM)
L’azzurra Eleonora Ciabocco è parte integrante del gruppo delle U23 di Sangalli (foto El Toro Media/DSM)
Sembra di capire che avrai da fare più con juniores e U23 che con le elite…

Proprio così. Le grandi hanno già il calendario strapieno, quindi non ci sarebbe neanche lo spazio di portarle a correre. Potrei andare dove non c’è la UAE, ma dove non ci saranno loro, ci sarà la ex Valcar che ora è il loro Devo Team. Una realtà interessante, perché con Villa ancora al comando, capisci che l’impronta della Valcar resta quella.

Punterai su juniores di secondo anno o cerchiamo anche le più giovani?

Entrambe, anche perché pare ci sia una bella infornata venuta su dalle allieve. All’inizio bisognerà affidarsi alle osservazioni dell’anno scorso e alle sensazioni più dirette dei direttori sportivi, chiedendo quello che hanno visto in allenamento. Poi con le gare, piano piano si comincerà a selezionare e a capire quello che c’è. Con le juniores punto a fare una bella esperienza azzurra, perché sono diverse dai coetanei uomini. I maschi magari passano U23, le ragazze invece si ritrovano sparate fra le elite.

In altri sport si nota che le ragazze del 2005-2006 pagano il periodo fermo del lockdown: ti risulta che accada anche nel ciclismo?

Purtroppo sì, lo stiamo pagando caro anche noi, anche se spero di essere smentito. Nelle società più piccole, tanti erano impreparati. Magari non avevi neanche il ciclomulino o i rulli. Solo alcune hanno avuto la fortuna di trovarlo e solo poche in casa avevano una cultura sportiva. Comunque non mi lamento, c’è tanto lavoro da fare. E poi c’è anche la volontà di qualche squadra di fare attività all’estero. Quindi magari in qualche gara oltre alle sere azzurre, ce ne saranno altre sei per fare esperienza.

Nella spedizione azzurra di Calpe, c’era anche Federica Piergiovanni (foto Instagram)
Nella spedizione azzurra di Calpe, c’era anche Federica Piergiovanni (foto Instagram)
Prossima trasferta del cittì alla Valenciana?

Ci saranno da vedere la Balsamo, ci sarà la Guazzini e un po’ di altre ragazze. Oltre all’importanza di vedere le corse dal vivo, credo che sia importante anche la vicinanza. Non sono il tecnico che compare 15 giorni prima del mondiale, anche se con le squadre italiane e con le straniere già a dicembre avevo definito tutti i programmi.

Programmi condivisi?

Per forza. L’anno scorso avevo detto un mese e mezzo prima che ai mondiali avrei dato una maglia azzurra alla Bertizzolo, se avesse fatto il percorso che avevo indicato. Insomma, la sua squadra ha accettato e abbiamo visto mondiale ha fatto… 

Elisa e Gaia regine a Jebel Hafeet. Un piano ben riuscito

12.02.2023
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«Questo è il modo di vincere che ognuna di noi sogna di fare». Elisa Longo Borghini taglia il traguardo di Jebel Hafeet tenendo per mano Gaia Realini ed indicandola qualche metro dopo. E’ il trionfo della coppia della Trek-Segafredo in vetta alla montagna totem del UAE Tour Women nella terza tappa, nella quale Silvia Persico completa un podio tutto italiano.

Elisa rende merito a Gaia appena dopo l’arrivo e fa bene. Intanto perché con questa vittoria la 31enne di Ornavasso ipoteca anche il successo nella generale (le due compagne sono divise da soli 7”). Poi perché l’abruzzese ha dimostrato subito di essersi calata nella parte di perfetta donna-squadra al servizio della propria capitana durante quegli ultimi 10,8 chilometri di salita, in cui ogni avversaria ha dovuto alzare bandiera bianca.

Elisa prende per mano Gaia per il meritato arrivo in parata
Elisa prende per mano Gaia per il meritato arrivo in parata

Tattica rispettata

Dopo aver aperto la stagione coi due secondi posti di Amanda Spratt al Tour Down Under e alla Cadel Evans Great Ocean Race, era facilmente intuibile che la Trek-Segafredo fosse volata negli Emirati per puntare alla generale, possibilmente con una vittoria di tappa, nella terza corsa del calendario WorldTour. E a quel punto che volesse fare la gara nella frazione regina era evidente da tante cose.

Nelle due precedenti frazioni per velociste sembrava che la formazione guidata da Paolo Slongo avesse fatto le prove generali coi ventagli. La recita vera e propria è andata in scena ieri. Backstedt, Hanson e Sanguineti hanno menato in pianura, specie quando hanno saputo che nella rete dei ventagli erano finiti pesci grossi.

Sanguineti è stata preziosa nei ventagli e nella tattica prevista da Slongo
Sanguineti è stata preziosa nei ventagli e nella tattica prevista da Slongo

«Durante la riunione mattutina – spiega Slongo – avevamo detto che nei punti in cui c’era il vento dovevamo essere davanti e attenti. Se poi qualche squadra avesse promosso anche un’azione degna di nota, dovevamo contribuire dando continuità. E così è stato. Quando abbiamo visto che si era staccata la Cavalli con tutta la Fdj-Suez e successivamente anche la Lippert con la sua Movistar, abbiamo dato ancora più forza a questa azione.

«La salita è andata come volevamo – continua il tecnico trevigiano – anche se le cose non vanno sempre come le progetti. Volevamo lasciar fare il passo agli altri e se avessero fatto un ritmo troppo basso, avremmo preso in mano noi la situazione. Ad un certo punto Elisa ha deciso che il passo doveva essere più alto e Gaia si è messa davanti. Quando sono rimaste da sole hanno dato tutto per guadagnare il più possibile fino all’arrivo. A pochi metri dal traguardo ho dato l’ordine via radio alle ragazze che si parlassero e decidessero fra loro. Elisa voleva che vincesse Gaia però alla fine è andata come avete visto tutti».

Longo Borghini con la maglia di leader della generale che guida con 7″ su Realini e 1’18” su Persico
Longo Borghini con la maglia di leader della generale che guida con 7″ su Realini e 1’18” su Persico

Vittoria da sogno

Tra Longo Borghini e Realini ci sono dieci anni esatti di differenza. Sono il presente ed il futuro del movimento italiano, oltre che della Trek-Segafredo, cui hanno aggiornato pure una statistica. Elisa e Gaia hanno messo a segno una doppietta che al team statunitense mancava dal 22 giugno 2021. All’epoca, vittoria di Van Dijk davanti a Backstedt nel prologo del Lotto Belgium Tour, ma il primo-secondo in cima a Jebel Hafeet vale molto di più.

«Oggi – racconta Longo Borghini – dobbiamo molto a Gaia Realini. Per me è stata l’MVP della giornata (Most Valuable Player, cioè l’atleta più importante, ndr). E’ stata semplicemente incredibile, imponendo un forcing serrato. All’improvviso ci siamo ritrovate io e lei. Ci siamo dette che dovevamo continuare così e poi festeggiare insieme al traguardo. Sì, è vero, abbiamo parlato per la vittoria di tappa ma confrontandoci ancora con Paolo (Slongo, ndr) e facendo dei calcoli abbiamo deciso di arrivare così».

«Con Gaia c’è stata sintonia sin dall’inizio – prosegue Elisa mentre è in pullman verso l’hotel – è una ragazza frizzante e giocherellona alla quale è impossibile non voler bene. Pensate che ad un paio di chilometri dal traguardo mi ha detto “mi viene da piangere” in pescarese. Mi ha fatto morire dal ridere. Non vedo l’ora di restituirle questa vittoria.

«Oltre a Gaia – conclude Longo Borghini – devo dire un grande grazie al resto della squadra. Ilaria, Elynor e Lauretta sono state fortissime e hanno corso nel vento per me. Ho accanto a me quattro campionesse».

Felicità Realini

Una di queste è proprio la giovane Realini, prelevata dalla Isolmant. Ha aperto il 2023 cogliendo il suo primo podio, ma non si scompone troppo. Abbiamo imparato a conoscerla come una ragazza pragmatica. Poche parole, alcune dette nel suo dialetto per smorzare la tensione. Sorride infatti anche lei mentre ci fa rivivere quel simpatico momento. E fa eco alla sua capitana relativamente ai ringraziamenti alle sue compagne.

«Sapevamo che oggi – dice Gaia – potevamo dire la nostra fin dalle prime battute in pianura. Abbiamo lavorato come un team unito. Poi in salita Elisa ed io eravamo consapevoli dei nostri mezzi. Abbiamo lavorato bene e portato a casa il classico “tappa e maglia”. Personalmente sono ancora incredula di questa situazione e penso che mi ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di realizzare il tutto. Voglio godermi tutto questo giorno per giorno senza pressioni».

Primo gennaio, inizia il viaggio di Realini alla Trek

01.01.2023
6 min
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Oggi è il giorno da cui si può indossare la nuova divisa e usare le nuove bici, senza il rischio che una foto di nascosto o per errore possa rovinarti le vacanze. Oggi è il giorno che Gaia Realini ha atteso silenziosamente per mesi e noi per contro potremo pubblicare le foto che le scattammo in Spagna durante il primo ritiro con la Trek-Segafredo, quando ci siamo fatti raccontare le sensazioni connesse al nuovo viaggio. Cominciando da cosa provi avendo saltato completamente la stagione del cross che per lei è stato a lungo il senso stesso dell’andare in bicicletta.

«Mi manca l’adrenalina delle partenze a tutta – dice – mi manca la gara, perché comunque è breve ma intensa. Però diciamo, essendo entrata in questa grandissima realtà, che ho trovato il modo per distogliermi da questa nostalgia, guardando da tutt’altra parte. Ecco…».

La vittoria di tappa al Giro di Campania di maggio e classifica generale per Gaia Realini (foto Ossola)
La vittoria di tappa al Giro di Campania di maggio e classifica generale per Gaia Realini (foto Ossola)

Da buona abruzzese, ha tenuto la bocca chiusa. E quando proprio non ha potuto sottrarsi alle domande, ha iniziato a dire che avrebbe corso in una squadra WorldTour. Ma l’ambiente è piccolo, le voci circolano, eppure anche di fronte alla comune consapevolezza, Gaia ha continuato a negare, sia pure con sorrisi sempre più evidenti, tenendo fede al suo impegno con la Isolmant-Premac e Giovanni Fidanza. Finalmente però, con 21 anni compiuti a giugno e dopo due sole stagioni su strada, la ragazza di Pescara sale lo scalino più alto.

Ti aspettavi un’accelerazione così violenta della tua carriera?

Beh, sinceramente no. Però ci speravo come ogni ciclista. Anche se sono molto giovane, un punto di svolta bisogna cercarlo sempre e io ci speravo. E ora che ci sono riuscita, adesso tocca solo a me dare il meglio, farmi notare ancora di più e guadagnarmi la fiducia che la Trek mi ha concesso, continuare per questa strada.

Nella prima intervista – bici.PRO era appena nato – dicesti che la bici da strada era il mezzo per preparare la stagione del cross. Che cosa è cambiato?

Proprio due anni fa, col mio vecchio allenatore ci siamo chiesti se non fosse il caso di concentrarsi un po’ di più sulla strada. Così sono passata con la squadra di Giovanni Fidanza, che mi ha dato la possibilità di fare il Giro d’Italia e gare di alto livello. Per questo con il mio allenatore, che poi era Francesco Masciarelli, abbiamo cambiato e stravolto tutto, a partire dagli allenamenti e l’alimentazione. E’ cambiato anche il mio modo di vedere le cose e da lì ho capito che la strada poteva salire al primo posto fra i miei interessi. E infatti adesso è il mio primo pensiero

Assieme a Ilaria Sanguineti, Realini si prepara per l’allenamento del mattino
Assieme a Ilaria Sanguineti, Realini si prepara per l’allenamento del mattino
Qual è la differenza tra la squadra di Fidanza e la Trek-Segafredo?

Sicuramente a primo impatto – Realini sorride – dico che non mi è mai capitato al primo ritiro di avere 1.000 riunioni, 1.000 impegni, meeting con direttori sportivi, allenatori e con tutto lo staff. E’ una cosa mai fatta prima. Questa ovviamente è una banalità, però basta guardare anche tutto l’abbigliamento che ci è stato dato. Mi hanno consegnato dei borsoni che non so nemmeno come li riporterò a casa. E poi parliamo di attenzione anche nei minimi dettagli. Quando vai per allenarti trovi 3-4 camion con tutti i modelli di bici da provare, mentre prima avevamo un camper, un piccolo camper. Non ci mancava niente, ma qui è tanto di più…

Che cosa ti resta degli ultimi due anni?

Sicuramente alla Isolmant mi hanno fatto fare un grande salto di qualità, perché, come ripeto, mi hanno dato la possibilità di iniziare a competere nelle gare che più contano. Dal Giro d’Italia al campionato italiano, che sono le due gare più grandi che ho fatto. Però sono bastate per capire che c’è un altro mondo rispetto a quello delle gare open in cui si corre con le junior e in cui ognuno pensa un pochetto per sé. Qui invece bisogna lavorare tutte insieme per un solo scopo.

Qual è stato il giorno in cui hai visto la Gaia migliore degli ultimi due anni su strada?

Sicuramente l’exploit più bello è stato al Giro d’Italia 2021. Anche quest’anno non era iniziato male, poi con il colpo di calore della terza tappa, quella di Cesena dopo il trasferimento dalla Sardegna, ho accusato un ritardo pazzesco (11’10” dalla vincitrice Van Vleuten, ndr). A livello psicologico è pesato parecchio. Però nella nona tappa ho provato a giocarmi le mie carte e anche quel giorno è stato una bella esperienza, un bel successo per me (a San Lorenzo Dorsino, Gaia si è piazzata quinta, subito dietro il duo Van Vleuten-Longo Borghini, ndr).

Settima sul traguardo del Maniva: il Giro di Gaia Realini cambia marcia dopo il colpo di calore di Cesena
Settima sul traguardo del Maniva: il Giro di Gaia Realini cambia marcia dopo il colpo di calore di Cesena
L’obiettivo sarà provare a fare classifica?

Sinceramente non ho aspettative. Voglio prima inserirmi completamente in questa squadra. Devo imparare meglio la lingua, perciò andrò alle gare e farò quello che mi diranno di fare. Sarò a completa disposizione, quindi mi aspetto tutto e non mi aspetto niente. 

Che effetto fa avere come compagne le due Elise, la Deignan e tutte le altre?

Mi sento molto piccola! Già lo sono di mio (sorride, ndr), però diciamo mi sento molto piccola perché correre per loro, per grandi nomi del ciclismo, non è da tutti. E’ un mix di emozioni che non so nemmeno spiegare e forse non ci crederò fino a che non attaccherò per la prima volta il numero dietro la schiena con la maglia Trek-Segafredo. Ecco, mi sembra ancora un sogno, una cosa irreale.

La notizia era uscita già da un po’, quanto è stato difficile tenersela dentro?

Sinceramente non è stato molto difficile, perché non sono una ragazza che si esalta molto. Le cose preferisco tenermele dentro, lavorarci piano piano, giorno per giorno, senza farmi prendere dalla fretta. Insomma, non è stato molto difficile…

La Trek di Gaia pronta per l’allenamento
La Trek di Gaia pronta per l’allenamento
Quale proposito facciamo per il prossimo anno?

Sicuramente a cronometro ci sarà da fare passi da gigante, ma bisogna crescere dovunque. Salita, discesa e pianura. Questa è la scuola che mi permetterà farlo. Prenderò l’insegnamento di tutte le cose nei minimi dettagli e ne farò tesoro.

La Trek è anche l’unica squadra WorldTour con tre abruzzesi. Ti capita mai di allenarti con loro?

Prima di venire qui in ritiro, qualche volta è capitato di allenarmi con Giulio (Ciccone, ndr), mentre con Dario (Cataldo, ndr) capita meno, perché siamo lontani e poi è spesso in Svizzera. Vediamo se capiterà di incontrarsi durante le feste.

Da dove cominci?

Me lo diranno, non lo so ancora. E se mi manderanno in Australia, andrò in Australia. Mi adatterò, farò tutto quello che mi dicono

La Isolmant raddoppia. Nasce anche il team junior

05.12.2022
5 min
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Come un piccolo orto che dà buoni prodotti per un grande mercato, la Isolmant Premac Vittoria si prepara al 2023 raddoppiando gli sforzi e senza le sue gemme migliori. Il team continental diretto da Giovanni Fidanza avrà anche una formazione junior, nel segno della filiera giovanile, mentre la prima squadra ripartirà priva di Gaia Realini ed Emanuela Zanetti, entrambe autrici di tre vittorie stagionali.

La piccola scalatrice abruzzese, come noto, è passata alla Trek-Segafredo con in tasca un triennale, la velocista bresciana invece va in Spagna alla Zaaf Cycling Team, ma Fidanza sa già che l’anno prossimo alcune delle sue ragazze potranno mettersi in mostra a dovere. Anzi, per qualcuna di loro si potrebbe parlare di vera e propria scommessa.

Giovanni Fidanza nel 2023 avrà entrambe le figlie alla Ceratizit-WNT
Giovanni Fidanza nel 2023 avrà entrambe le figlie alla Ceratizit-WNT
Giovanni, che 2022 è stato per la Isolmant?

E’ stato un anno importante. Abbiamo iniziato così così. Siamo stati condizionati da diversi casi di Covid e da problemi fisici, acciacchi vari. Strada facendo però le ragazze hanno ritrovato compattezza e continuità. Il nostro è un calendario italiano, tra gare open e tutte le internazionali, ma siamo soddisfatti, tenendo conto della nostra realtà. Alla fine abbiamo ottenuto numerosi piazzamenti e otto vittorie totali. Due di queste, fatte con Rossato e Zontone, mi hanno fatto particolarmente piacere perché hanno premiato la loro crescita.

Ti peserà non avere più Realini e Zanetti?

Ero preparato alle loro partenze. Anzi sono contento che possano giocarsi le proprie opportunità in formazioni più forti o all’estero. Significa che abbiamo fatto un buon lavoro con loro. Gaia è sempre stata il nostro punto di forza. E’ stata brava a riconfermarsi sui suoi livelli, crescendo a livello tattico e come persona. E’ il momento giusto per lei per fare il salto di qualità. Emanuela è stata costante negli ordini d’arrivo delle volate. Affronterà una nuova avventura ed anche per lei era arrivato il momento per provare qualcosa di nuovo.

Chi saranno le ragazze da cui ti aspetti uno scatto in più?

Ce ne sarebbero tante per la verità. Rossato è una certezza per la sua disponibilità verso la squadra e per come fa conciliare ciclismo e lavoro. L’anno prossimo sarà professoressa di ruolo di matematica in una scuola media nella zona di Asiago e potrebbe avere più tempo per allenarsi rispetto alle stagioni passate. Zontone è stata una bella sorpresa. Lei arriva dal fuoristrada e nel 2023 sono convinto che farà ancora meglio. Conto molto su Eremita, passista-scalatrice dal buon motore. Se riusciremo a correggere un paio di cose, sarà fondamentale per noi. Infine anche la spagnola Ainara Albert potrebbe dire la sua su certi percorsi.

Poi ci sono le nuove arrivate…

Esatto, anche da loro mi aspetto buone cose. Cipriani è una ragazza esperta che sa vincere. Borello arriva da una buona stagione. Papo è giovanissima, viene dal ciclocross e può ripetere il percorso di Zontone. Raimondi e Pepoli (figlia dell’ex pro’ Cristian, ndr) arrivano dalle junior e dovranno crescere con calma. Poi ci sarà anche Valeria Curnis che merita un discorso a parte. Lei è maestra federale di sci ma ha tanta passione per il ciclismo. Era già aggregata con noi nell’ultima stagione, in cui ha corso qualche gara. Sta facendo le cose seriamente, può essere un esempio per le più giovani per la sua dedizione. Ha 28 anni, deve imparare a stare in gruppo e altre cose simili ma le ho voluto dare una possibilità concreta. Sarà una bella sfida la sua.

Com’è nata la formazione junior?

E’ l’evoluzione della collaborazione che c’era con la Biesse-Carrera per effetto di sponsor comuni come Isolmant e la stessa Carrera. Il Team Zambelli aveva tante allieve che passavano junior e, visto che anche con loro avevamo rapporti, abbiamo unito le forze. Seguirò l’organizzazione di entrambi i team, ma ognuno avrà il suo staff. Valuteremo il nostro operato al termine dei due anni della categoria, ma vogliamo creare una filiera.

In pratica andrete alle gare open tutte assieme. Quanto sarà importante questo aspetto?

Molto. Dal punto di vista aggregativo sarà una grande esperienza per le junior che potranno confrontarsi con le proprie compagne più grandi, vedendo come ci si prepara prima di una gara. Le elite saranno un riferimento per le nostre giovani. In corsa però avranno tattiche separate. Le junior dovranno curare la loro categoria per crescere gradualmente. Se poi una di loro saprà stare con le più grandi, tanto meglio per lei e per noi.

Che obiettivi si sono prefissati Fidanza e la sua Isolmant per il 2023?

Vogliamo confermarci sui nostri standard nel calendario italiano, comprese le gare internazionali. Il Giro Donne sarà la solita vetrina, se verremo invitati. Abbiamo obiettivi ponderati e graduali. Il nostro compito principale comunque resta quello di fare crescere le nostre atlete per poi mandarle in team continental stranieri o WorldTour. Alle più giovani vogliamo far capire quanto sia alto attualmente il livello del ciclismo femminile. E pertanto vogliamo che possano inserirsi adeguatamente nella categoria maggiore. La nostra filosofia è sempre la stessa.

WorldTour e testa sulla strada. Ecco la “nuova” Realini

15.10.2022
5 min
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Solitamente, quando iniziava la stagione di ciclocross, Gaia Realini era lì, subito tra le protagoniste. Quest’anno non si è ancora vista e probabilmente ci sarà molto da attendere, perché la pescarese sta diventando sempre più una stradista. Nelle stesse ore dell’inizio della stagione sui prati, la Realini era d’altronde ancora impegnata nelle ultime classiche italiane, peraltro con risultati abbastanza lusinghieri.

Facendo il bilancio della sua stagione Gaia si dice decisamente soddisfatta anche se qualcosa non ha funzionato: «Ripensandoci mi resta un po’ di rammarico per il Giro d’Italia. Ho accusato enormemente la giornata di riposo. Il giorno dopo sono andata subito in crisi e ho perso le opportunità sia per la classifica che per lottare per la maglia bianca che era il mio obiettivo. E’ stata un’esperienza sulla quale ragionare, perché quello stop l’ho accusato molto. Sapevo che nel ciclismo si è sempre detto che il riposo in un grande giro è un’arma a doppio taglio, ma non credevo così tanto…».

La Realini è andata in crescendo nel finale di stagione. Ora vuole un 2023 subito a tutta
La Realini è andata in crescendo nel finale di stagione. Ora vuole un 2023 subito a tutta
E’ però anche vero che dal Giro sei uscita con una buona condizione…

Sì e me la sono portata dietro a lungo. Mi sono sentita meglio rispetto allo scorso anno e ho potuto affrontare le altre gare con maggior convinzione. Tenevo particolarmente al Giro di Toscana, volevo confermare la maglia verde di leader della classifica della montagna e ci sono riuscita. Poi nel Giro dell’Emilia e alla Tre Valli sono venute due top 15 che per me hanno molto valore, perché erano gare con al via le formazioni WorldTour, trovare spazio là in alto non era per nulla scontato.

WorldTour che ora diventerà la tua casa. Quand’è nato il contatto con la Trek Segafredo?

Già lo scorso anno avevo avuto contatti e nel periodo invernale la cosa si era già concretizzata, ma avevamo deciso insieme che un altro anno di esperienza mi avrebbe fatto bene. Ora è arrivato il momento di fare il salto e sono eccitatissima al solo pensiero.

Dopo gli inverni nel ciclocross la pescarese vuole concentrarsi sulla preparazione su strada
Dopo gli inverni nel ciclocross la pescarese vuole concentrarsi sulla preparazione su strada
Che cosa dicono nel nuovo team della doppia attività?

Loro sono favorevoli, tanto è vero che ci sono le olandesi Brand e Van Anrooij che gareggiano in entrambe le discipline. Mi hanno lasciato ampia libertà, ma per quest’anno il ciclocross per me passa in secondo piano perché voglio concentrarmi sulla strada. Non ho mai fatto una preparazione invernale canonica, seguendo tutti i ritmi e credo che sia il caso di farlo proprio pensando a quel che mi aspetta.

Come ti avvicini a questa nuova esperienza?

In punta di piedi, con molta umiltà e un pizzico di apprensione. Non so che cosa mi aspetta, ma quel che è certo è che si tratta di un grande salto di qualità. Il livello sale e temo sia pesante perché la stagione è molto lunga e impegnativa, non sono più gare open con tutto il rispetto per esse. Io non mi pongo obiettivi, se non quello di apprendere il più possibile.

La vittoria di tappa al Giro di Campania con la Realini che alla fine ha portato a casa la classifica generale (foto Ossola)
La vittoria di tappa al Giro di Campania con la Realini che alla fine ha portato a casa la classifica generale (foto Ossola)
Conosci già lo staff e le compagne?

Per ora ho avuto contatti solo con le italiane, aspetto il primo ritiro per conoscere tutti gli altri.

Che effetto ti fa essere nella stessa squadra con i riferimenti del ciclismo italiano, Balsamo e Longo Borghini?

Per me è solo un onore. Elisa Balsamo ha solo 3 anni più di me ma ha già vinto tantissimo, la Longo Borghini la guardavo in tv e sognavo un giorno di poterla imitare, ora potremo gareggiare insieme.

Oltretutto vi unisce la capacità di emergere in salita…

Infatti spero tanto che avremo occasione di gareggiare insieme e io potrò mettermi a sua completa disposizione appena la strada si rizzerà sotto le ruote. Per me lei è un riferimento e io sarò a sua disposizione al 100 per cento.

Al Giro l’abruzzese è stata terza fra le giovani, ma si aspettava di più
Al Giro l’abruzzese è stata terza fra le giovani, ma si aspettava di più
Guardandoti indietro che cosa lasci?

Non lascio una squadra, ma una famiglia. Alla Isolmant mi hanno fatto fare tutto al meglio, Fidanza stesso non è un direttore sportivo, ma un papà che sa dare sempre i consigli giusti e poi legge la corsa come nessun altro. E’ davvero incredibile come possa cogliere piccoli particolari che alla fine hanno una grande importanza. Mi dispiace molto aver lasciato quell’ambiente, ma dovevo fare il salto e quello è stato il migliore dei trampolini.

Quindi non ti vedremo nel ciclocross?

Magari qualche gara di preparazione la farò nella seconda parte della stagione, ma senza particolari velleità. La mia mente è già concentrata su un 2023 dove mi metterò in gioco su strada e penso unicamente a quello.

Gaia di nome e di fatto: Realini pronta per la Trek-Segafredo

25.08.2022
6 min
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Il suo nome è lo stato d’animo col quale una settimana fa ha condiviso sui suoi profili social l’ufficialità di una notizia che era nell’aria da inizio anno. A partire dal 2023 Gaia Realini correrà per la Trek-Segafredo. E la 21enne pescarese ha tutto il diritto di essere felice per questo trasferimento considerando il contratto triennale.

«Quando si viene a gare come il Giro Donne – ci aveva detto Luca Guercilena, il general manager del team statunitense WorldTour, a Reggio Emilia al termine della quinta frazione – non si guardano solo le proprie atlete, ma si valutano anche altre da poter inserire nel roster per le annate successive. Gaia è ancora molto giovane e deve fare tanta esperienza, però quando l’abbiamo vista all’opera l’anno scorso abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto lavorare con lei. Vogliamo aiutarla a crescere».

La scalatrice ora in forza alla Isolmant-Premac-Vittoria andrà a rinfoltire la pattuglia italiana team americano, in cui troverà Balsamo e Longo Borghini (e, stando ai rumors, molto probabilmente anche Ilaria Sanguineti) a farle gli onori di casa. Però Realini resta concentrata con la sua attuale squadra, con la quale sta disputando il Giro di Toscana (da oggi fino al 28 agosto).

Gaia innanzitutto quali sono gli obiettivi in questi giorni?

Ultimamente abbiamo fatto buoni risultati alle gare open, ci facciamo sempre notare. A Ferragosto abbiamo vinto con Rossato a Vittorio Veneto ed io ho fatto quarta, come a Tarzo. Poi domenica scorsa abbiamo vinto con Zanetti a Noventa di Piave, la sua terza vittoria stagionale. Qui in Toscana cercheremo di fare bene nelle tappe pianeggianti. Sono qui a lavorare per la squadra, anche se la frazione di Montecatini Terme è adatta alle mie caratteristiche.

Finalmente possiamo parlare del tuo passaggio. Che effetto ti fa?

Ovviamente mi fa molto piacere, sono contenta. Considerando che la nostra squadra ha sempre fatto un calendario più contenuto a livello internazionale, ho sempre cercato di fare del mio meglio mettendomi in mostra. Gli ultimi due Giri Donne sono state le vetrine più importanti. L’anno scorso avevo attirato l’attenzione della Trek-Segafredo e da lì è nato tutto. Però devo ringraziare almeno un miliardo di volte Giovanni Fidanza (il team manager della Isolmant, ndr) ed il resto della società per avermi dato la possibilità di giocarmi le mie carte. Senza di loro non ce l’avrei fatta.

Gaia Realini aveva firmato il contratto con la Trek-Segafredo già nel 2021 restando “in prestito” alla Isolmant per una stagione
Gaia Realini aveva firmato il contratto con la Trek-Segafredo già nel 2021 restando “in prestito” alla Isolmant per una stagione
Questo trasferimento sarà anche una scelta di vita. Cosa ti hanno detto lo stesso Fidanza e i tuoi genitori?

Giovanni è molto orgoglioso del mio passaggio. Se pensiamo che da una formazione così piccola negli ultimi anni in tre, tra le sue figlie e me, siamo finite nel WorldTour o in team più grandi, credo che sia un bel riconoscimento al proprio lavoro. Anche i miei genitori sono contenti. Per loro, che mi portavano alle corse quando ho iniziato a correre da G1, è una bella soddisfazione vedermi in una squadra importante come la Trek-Segafredo.

Cosa ti aspetti dall’anno prossimo?

Cercherò di godermi ogni momento della mia prossima avventura. Per me sarà tutto nuovo e stimolante. Sono pronta a stare molto più lontano da casa. Sapevo a cosa andavo incontro, così come lo sa anche la mia famiglia. So che entro in un bel gruppo ed onestamente mi tranquillizza sapere che troverò due compagne italiane che mi aiuteranno nell’inserimento della squadra. In ogni caso da circa sei mesi ho iniziato a prendere lezioni d’inglese per migliorare il mio livello scolastico. Sto leggendo libri e riviste, guardando film in inglese per abituarmi ed essere pronta. Certo che al momento lo sto parlando poco…

A proposito, alla penultima tappa del Giro Donne hai fatto tanti chilometri di fuga con la Faulkner. E’ stata un’occasione per testare il tuo inglese?

No no, ero a tutta e chissà cosa potevo dirle (ride, ndr). Battute a parte, eravamo concentrate e abbiamo parlato poco, però ci siamo sempre intese con poche parole e qualche cenno.

Una curiosità. Alla partenza della settima tappa, seduta dal vostro camper, ti avevamo vista seduta con accanto una musette della Trek-Segafredo. Ce l’avevi per un motivo particolare?

No guardate, è stato solo un caso. Il giorno prima nella tappa che arrivava a Bergamo, mentre eravamo impegnate nella zona del rifornimento, un nostro massaggiatore ha raccolto la loro borsa buttata da una delle loro ragazze. Così il mattino dopo me l’ha consegnata sapendo dove sarei andata a correre. Una sorta di regalo in anticipo (sorride, ndr).

Col ciclocross invece come farai?

Nel 2023 inizierò un nuovo capitolo della mia carriera e al momento ho deciso di mettere da parte il ciclocross. E’ stata una scelta mia. Da una parte mi dispiace perché è una disciplina a cui tengo. Dall’altra no, perché concentrandomi solo sulla strada ho più tempo per migliorare. Quando ho firmato con la Trek avevo informato i Guerciotti (Paolo ed Alessandro, rispettivamente padre e figlio, padroni dell’azienda e dirigenti del team, ndr) che ci sarebbe stata questa possibilità. A loro dispiace, come a me naturalmente, però hanno capito e rispettato la mia decisione.

Nel frattempo contatti con il tuo futuro staff ne hai avuti?

Al momento solo con l’ufficio stampa per le dichiarazioni di rito. Al Giro Donne invece, specie nelle ultime frazioni, ci si trovava con gli sguardi. Qualcuno al traguardo o in partenza mi faceva un cenno per le buone prestazioni, ma nulla di pù. Per il resto non ho sentito nessuno. Giustamente credo che non vogliano distrarmi dagli impegni con la Isolmant. Avremo tempo di sentirci più avanti.

E con le future compagne invece? Ad esempio nelle tappe di montagna al Giro sei stata spesso in fuga o a fianco di Longo Borghini.

No, nemmeno con loro. Anzi al Giro non avrei saputo cosa dire loro. Se penso alle campionesse che sono lei o la Balsamo, io sono davvero piccolissima. E’ giusto che ci sia un po’ di timore reverenziale. Ad esempio nel finale della nona tappa mi sono trovata con Longo Borghini a tirare. Lei, che stava inseguendo il terzo posto del podio, mi ha chiesto se le davo una mano. Finché ho potuto l’ho fatto, ma ormai ero con poche forze perché ero in avanscoperta da molti chilometri. Mi dispiace non averla potuta aiutare di più. Ma dall’anno prossimo non vedo l’ora di essere a sua completa disposizione.

Labous si porta a casa il Maniva, ma in cima si rivede Realini

07.07.2022
5 min
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Fare il pronti-via e arrivare fino in fondo, in cima in questo caso. Ci riesce Juliette Labous che conquista la settima tappa del Giro d’Italia Donne con arrivo in cima a Passo Maniva, al termine di una fuga di più di cento chilometri. La 23enne francese del Team DSM è stata l’ultima superstite di un’azione scattata appena dopo il via da Prevalle insieme ad altre tredici atlete prima che il gruppo delle migliori le fagocitasse tutte.

A 1’37” chiude Van Vleuten che rosicchia qualche altro secondo a Mavi Garcia e Cavalli, finite nell’ordine e che ora sono rispettivamente a 31” e 1’10” in classifica. Quinta Longo Borghini che ha ceduto nel finale e settima una rediviva Gaia Realini, brava a restare con le big fino a pochi metri dal traguardo.

Paura sconfitta

La Labous ha ottenuto la quinta vittoria della carriera, l’ultima è stata la generale della Vuelta a Burgos verso fine maggio. Sulla montagna della Val Trompia la francese ha rafforzato il suo feeling con la corsa rosa. L’anno scorso aveva chiuso settima nella generale mentre nel 2019 aveva conquistato la maglia bianca.

«E’ stato davvero difficile – racconta una raggiante Juliette, nata in Borgogna in un paesino di duemila abitanti – ero un po’ spaventata da questa salita finale. Ma alla fine sono riuscita a resistere. Quando siamo rimaste in poche, ho deciso di prendere il mio passo e salire regolare. Le prossime tappe sono da scalatrici, e forse domani sarò un po’ stanca dopo le fatiche di oggi, ma sono felice di aver potuto dire la mia».

Gaia c’è

In vetta al Passo Maniva si assiste ad una sequenza di volti. Dal sorriso di Labous a quelli quasi trasfigurati delle atlete arrivate dietro di lei. Chi mostra di meno la fatica, chi di più. In mezzo a loro fa capolino la Realini che giunge al traguardo affaticata ma, ne siamo certi, col morale molto alto. La 21enne abruzzese col piazzamento odierno ha fatto un balzo in classifica di quasi venti posizioni ed ora è diciottesima a 14′. Non ha la condizione dell’anno scorso ma l’undicesimo posto finale (a quasi 11′ da Van der Breggen) del 2021 non sembra così lontano.

L’avevamo intercettata dopo il podio-firma e ci aveva confidato che avvertiva buone sensazioni, benché non si aspettasse nulla di particolare dalla giornata. Nel post tappa invece la ritroviamo che, dopo essersi cambiata sul pullmino della squadra, sta raggiungendo in fretta la sua ammiraglia sotto una pioggia battente. Sale davanti sul sedile del passeggero mentre aspetta di ripartire. La vediamo soddisfatta.

«E’ stata una tappa non semplice – spiega la scalatrice della Isolmant Premac Vittoria – con un inizio molto nervoso dovuto ai tre giri del circuito di Prevalle in cui c’era da stare molto attenti a rotonde, strettoie e spartitraffico. Poi una volta imboccata la vallata che portava al traguardo, le squadre che volevano fare la gara per le loro capitane hanno iniziato a menare forte. Negli ultimi 25/30 chilometri nessuna si è più guardata più in faccia. E’ stato un tana libera tutti, chi più ne aveva stava davanti. Il ritmo è salito ulteriormente quando la fuga ha accumulato fino a 10′ di vantaggio e le migliori volevano andarle a riprendere per giocarsi la tappa».

Assaggio di World Tour

Per la pescarese che nei prossimi due anni correrà con la Trek-Segafredo, quello di oggi, dopo il sesto posto di un anno fa nella frazione di Prato Nevoso, è stato un altro assaggio di WorldTour.

«Sicuramente arrivare proprio lì con la maglia rosa – continua Realini – è stato per me un grande onore. E dal punto di vista morale è stato anche un riscatto perché mi sono ripresa dopo la tappa di Cesena in cui avevo accusato molto il caldo. Ero stata male, ma oggi sono contenta.

«Oggi ho fatto la salita del mio passo – conclude – hanno attaccato Van Vleuten, Mavi Garcia e Cavalli poi io con Longo Borghini e Fisher-Black siamo rientrate. E’ andata così un altro paio di volte ma ero sempre lì col mio passo. Ci siamo giocati il secondo posto fino alla fine però mi fanno piacere le sensazioni che ho avuto. Questa è la strada giusta. Domani e sabato ci sono tante altre salite, ma non ci penso. Adesso mi godo le giornate così come vengono, come oggi, dando tutta me stessa».

Domani prima delle due frazioni trentine. L’ottava propone la Rovereto-Aldeno di 104,7 chilometri con i gpm di Passo Bordala e Lago di Cei con trenta chilometri totali di salita negli ultimi sessanta. Chi vuole attaccare la Van Vleuten e stravolgere le gerarchie ha sempre meno tempo per farlo.

Realini al Giro per crescere ancora, poi il WorldTour

28.06.2022
4 min
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L’anno passato abbiamo imparato a conoscerla meglio al Giro d’Italia Donne prima e al campionato europeo U23 dopo. Lei è una ragazza che parla poco, ma si fa sentire bene quando pedala, specie se la strada sale. Gaia Realini (in apertura, foto Ossola), dopo un avvio di stagione piuttosto opaco, è tornata sotto i riflettori alla vigilia della gara che l’ha fatta scoprire a tutti, tanto da avere già in tasca un biennale con una formazione WorldTour a partire dal 2023.

La classe 2001 della Isolmant-Premac-Vittoria a maggio al Giro di Campania in Rosa ha sbaragliato la concorrenza conquistando una tappa e la classifica generale. Nella frazione ondulata che si snodava nelle colline irpine con l’arrivo in salita a Montefalcione, la scalatrice pescarese ha praticamente fatto gara a sé chiudendo con più di due minuti sulle inseguitrici. A inizio giugno poi ha nuovamente infiammato le salite del Memorial Bandini a Meldola ottenendo un buon quinto posto. Insomma, il modo migliore, soprattutto morale, per guardare ai prossimi appuntamenti.

Realini a braccia levate a Montefalcione al Campania in Rosa a maggio. Il covid-19 preso a marzo è alle spalle (foto Ossola)
Realini a braccia levate a Montefalcione al Campania di maggio. Il Covid è alle spalle (foto Ossola)

L’abbiamo incontrata a Medolla prima della partenza del campionato italiano donne organizzato da ExtraGiro nella bassa modenese. «Non mi aspetto nulla da questo tricolore – ci ha raccontato Realini dopo aver attaccato il dorsale di gara sul retro della maglia – mi metterò a completa disposizione della squadra visto che abbiamo un paio di ragazze veloci che possono puntare al titolo U23.». E Gaia si è fatta poi vedere negli ultimissimi chilometri tirando per le sue compagne prima dello sprint finale.

Com’è andata la stagione finora?

L’ho iniziata senza staccare dal ciclocross, poi ho preso il Covid a marzo e non sono stata molto bene. E’ assurdo dirlo, ma è stato quasi provvidenziale il virus, perché ho potuto approfittarne per recuperare sia dagli sforzi di inizio anno sia dallo stesso Covid. Quando sono guarita, ho ripreso ad allenarmi e correre. Ho fatto il Campania e Meldola con bei risultati, poi altre corse per riprendere ritmo. Infine ho fatto due settimane di altura a Livigno per preparare al meglio campionato italiano e Giro d’Italia Donne, gli appuntamenti più importanti della stagione.

La Realini è dotata di grande grinta e lo dimostra in ogni gara
La Realini è dotata di grande grinta e lo dimostra in ogni gara
Al Giro l’anno scorso sei stata la rivelazione. Con che obiettivi parti?

Come ho sempre detto, non ci vado con grandi ambizioni perché sono una ragazza che non si pone tanti obiettivi. Vivo un po’ alla giornata. Guarderò tappa dopo tappa, voglio godermi la corsa e capire cosa salta fuori strada facendo.

In classifica avevi chiuso all’undicesimo posto ad 11” dalla top ten. Hai dei termini di paragone in generale rispetto al 2021?

No, nessuno. Ovviamente voglio e cercherò di fare meglio visto il piazzamento di un anno fa, però voglio partire senza stress. Se non dovesse andare bene la prenderò come un insegnamento per il futuro. Sono ancora giovane e ho molto da imparare. Tuttavia mi sento bene e parto con una condizione giusta.

A proposito di futuro, sappiamo che nei prossimi due anni correrai con la Trek-Segafredo. Come hai vissuto questa notizia?

Attenzione, vi posso solo dire che ho firmato con una formazione WT, ma non in quale. In ogni caso per me è un ulteriore stimolo a farmi notare sempre di più o fare bene al Giro. Prendo questa situazione come trampolino di lancio per imparare da atlete più grandi ed esperte di me. E’ una grande soddisfazione, non mi aspettavo assolutamente la loro chiamata. Ma, ripeto, è un punto di partenza per crescere.

Al Giro Donne non ci saranno tantissime salite, ma Realini vuole essere protagonista (foto Ossola)
Al Giro non ci saranno tantissime salite, ma Realini vuole essere protagonista (foto Ossola)
Il primo contatto quando c’è stato?

Dopo il Giro dell’anno scorso. Per quanto mi riguarda, posso dire che la corsa rosa per me è stata una grande vetrina. Anzi mi sento di dire a tutte le ragazze giovani come me che il Giro Donne è un grande stimolo per mettersi in mostra in qualunque circostanza. Una gara così ti dà uno sprone in più per fare sempre meglio nelle gare successive e in quelle più importanti.

Nel frattempo con qualche tua futura compagna o tecnico hai già avuto modo di parlare?

No, zero. Sarà tutto nuovo. Ora resto concentrata totalmente sulla mia attuale squadra e sulle corse che mi attendono.

Realini spinge Guerciotti anche su strada

29.01.2022
4 min
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Nei giorni scorsi il team Isolmant Premac Vittoria ha ufficializzato una nuova e prestigiosa partnership tecnica. A partire da questa stagione e complessivamente per tre anni, il team diretto da Giovanni Fidanza avrà l’opportunità di gareggiare con biciclette Guerciotti. Per l’azienda milanese si tratta di un ritorno importante nel mondo del ciclismo professionistico femminile. In passato hanno infatti corso e vinto su bici Guerciotti campionesse del calibro di Fabiana Luperini e Edita Pucinskaite

Per farci raccontare qualcosa in più su questo nuovo e importante accordo abbiamo incontrato Alessandro Guerciotti, amministratore Guerciotti Export Srl, presso la sede dell’azienda di famiglia che guida insieme a suo padre Paolo.

Il Team Isolmant Premac Vittoria di Giovanni Fidanza con a destra Gaia Realini
Il Team Isolmant Premac Vittoria di Giovanni Fidanza con a destra Gaia Realini
Alessandro, come mai questo ritorno nel mondo del ciclismo professionistico femminile?

Dopo tanti anni come partner tecnici di team maschili abbiamo deciso di prenderci un anno “sabbatico”. Non volevamo però restare del tutto fuori dal mondo del professionismo ed abbiamo così iniziato a guardare al ciclismo femminile che in passato ci aveva visto protagonisti. Con le nostre bici hanno vinto il Giro d’Italia Donne e tante altre corse di prestigio atlete del calibro di Fabiana Luperini e Edita Pucinskaite. Cercavamo una squadra ben strutturata e con un calendario gare importante e la Isolmant-Premac-Vittoria faceva al caso nostro. Pur non essendo una WorldTeam avrà un calendario di assoluto rilievo a partire dal Giro d’Italia.

Nella Isolmant Premac Vittoria gareggia Gaia Realini che con voi corre la stagione ciclocross. La cosa vi ha agevolato?

Assolutamente sì. La storia di Gaia è l’esempio perfetto di quanto avevamo in mente. La nostra idea è quella di collaborare a 360 gradi con il team di Giovanni Fidanza per garantire alle ragazze che fanno ciclocross l’opportunità di gareggiare anche su strada con un team che non le ostacoli, ma anzi le agevoli nella loro attività invernale. Sto pensando a ragazze come Federica Venturelli, ora junior al Team Gauss Fiorin, e Arianna Bianchi che attualmente gareggia nel ciclocross nella formazione Guerciotti Development. Sono ragazze competitive sia nel ciclocross che su strada. Ora avranno l’opportunità, terminata la categoria juniores, di poter correre come professioniste in una formazione che non le ostacolerà nella loro passione per il ciclocross.

Guerciotti E-740, una delle due bici in dotazione al Team Isolmant Premac Vittoria
Guerciotti E-740, una delle due bici in dotazione al Team Isolmant Premac Vittoria
Volendo si potrebbe fare anche il discorso inverso. Ragazze che arrivano dalla strada e che vogliono fare ciclocross…

Esatto! Queste ragazze avranno l’opportunità di continuare a praticare d’inverno ciclocross. La partnership con il team Isolmant-Premac-Vittoria non si limiterà quindi ad una semplice sponsorizzazione tecnica. Per noi si tratta di un vero “progetto” finalizzato a creare una sinergia che possa permettere di avere in un unico team atlete forti sia su strada che nel ciclocross. E’ un progetto che guarda al futuro e proprio per questo motivo abbiamo deciso di partire con una sponsorizzazione triennale.

Con quali bici gareggeranno le ragazze dirette da Fidanza?

Metteremo a loro disposizione i modelli E-740 e Eureka Air. Entrambe le bici saranno realizzate con design custom e livrea personalizzata nero rosso per richiamare la maglia del team. Nel corso della stagione Gaia Realini avrà poi l’opportunità di utilizzare la nuova Eclipse S.

Bici Guerciotti Eureka Air l’altra bici a disposizione di Realini e compagne
Bici Guerciotti Eureka Air l’altra bici a disposizione di Realini e compagne
Lasciando le ragazze, immaginiamo che continueremo a vedere le vostre bici in gara anche con i maschi.

Assolutamente sì. Nella categoria U23 abbiamo confermato le collaborazioni con G.S. Maltinti Lampadari e Viris Vigevano. A queste due squadre quest’anno si aggiungerà la U.C. Trevigiani, una società che ha fatto la storia del ciclismo dilettantistico. Fra gli junior saremo sempre accanto al Team F.lli Giorgi e al Club Ciclistico Canturino (quest’anno avrà anche una formazione femminile). Sempre fra gli junior forniremo per la prima volta le bici alla Ciclistica Trevigliese mentre negli allievi all’U.C. Mirano. Tornando alle ragazze, anche quest’anno correranno sulle nostre bici le atlete del Racconigi Cycling Team»

Prima di salutarci Alessandro, che anno è stato il 2021 per l’azienda Guerciotti?

E’ stato un anno davvero importante. Abbiamo quasi raddoppiato il nostro fatturato. Siamo stati fra i pochi che sono riusciti a consegnare le biciclette con regolarità. Il nostro obiettivo per il 2022 è riorganizzarci a livello commerciale per supportare al meglio la nostra rete vendita non solo in Italia ma in tutto il mondo. Vogliamo lavorare per avere sempre in casa il materiale necessario a consegnare in qualsiasi momento le biciclette che ci vengono ordinate.

Guerciotti