Baroncini cade ancora, Bennati lo chiama e non lo molla

06.03.2023
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Rialzarsi immediatamente dopo una caduta fa parte del ciclismo, prima risali in bici e meglio è, così da non perdere tempo nei confronti dei rivali. La caduta di Baroncini alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne si è però rivelata più tosta delle altre. Infatti, il referto medico parla di frattura del radio al braccio destro, non il modo migliore per iniziare una stagione che voleva essere quella della ripartenza dopo le sfortune dello scorso anno.

In aeroporto – racconta Baroncini con la voce frustrata – prima di partire per il Belgio ho comprato un libro: “La sottile arte di fare quello che c***o ti pare” di Mark Manson. Parla di come affrontare le situazioni negative che ti si parano davanti, al di là del titolo è un libro davvero interessante. Sembra che lo abbia comprato apposta (dice con un sorriso appena accennato, ndr). Quello che l’autore scrive, già lo faccio di mio, quindi mi dà anche un po’ di morale, come se fossi sulla strada giusta per riprendermi».

La voglia di ripartire di Baroncini era molta, tant’è che era ripartito addirittura dal ciclocross quest’inverno (gs_ph.oto)
La voglia di ripartire di Baroncini era molta, tant’è che era ripartito addirittura dal ciclocross (gs_ph.oto)

Di nuovo ai box

Baroncini si trova di nuovo fermo ai box, in attesa di poter impugnare nuovamente la bici: potrebbe già mettersi a pedalare sui rulli, ma per il momento aspetta ancora. Da quando è passato professionista ha subito continui rallentamenti, degli stop che possono fare male, sia dal punto di vista fisico, ma soprattutto da quello psicologico. Il corridore della Trek Segafredo ha trovato però un grande alleato nella strada verso la convalescenza: il cittì Daniele Bennati

«Ci siamo sentiti subito dopo la caduta di domenica – dice Bennati, mentre viaggia verso Siena alla volta delle Strade Bianche – sicuramente è frustrato. Si tratta della terza frattura al radio, è un evento singolare. Gli ho telefonato anche questa mattina (venerdì, ndr) ero in compagnia di un mio amico ortopedico. Ci siamo confrontati ed è stato rassicurato anche da lui, l’intervento, dal suo punto di vista, è andato molto bene. Chiaro che non vogliamo scavalcare i medici della Trek ma un parere in più fa bene dal punto di vista morale, soprattutto se positivo».

Baroncini poi era volato in Spagna con la Trek per il ritiro di gennaio
Baroncini poi era volato in Spagna con la Trek per il ritiro di gennaio

La forza della mente

Quello che deve affrontare Baroncini è l’ennesimo stop in pochi mesi. Ad aprile del 2021 aveva subito la frattura del radio, allo stesso braccio. Un anno fa lo stop è durato 38 giorni, ora pensare di star fermo così tanto dà fastidio, soprattutto quando ormai credeva di essersi lasciato tutto alle spalle. 

«Ora – riprende il cittì – il problema lo vedo più dal punto di vista mentale, la squadra sicuramente ha tutti gli strumenti per seguirlo al meglio. Ma per la testa è un brutto momento, Filippo ha bisogno di qualcuno che gli stia accanto. Credo che la figura del cittì debba ricoprire anche questo lato: quello umano. La voglia di ripartire deve iniziare da lui, non deve fare in modo che questo evento rallenti la sua carriera. Di certo non è iniziata nel migliore dei modi. L’anno scorso, nello stesso periodo, aveva subito il medesimo infortunio e anche l’anno scorso lo abbiamo aspettato. Sono e sarò sempre fiducioso nei suoi mezzi, e il fatto di averlo portato al campionato europeo di Monaco di Baviera ne è la testimonianza. Può essere uno dei corridori sui quali costruire la nazionale».

La stagione di Baroncini era partita presto: dall’Australia e dal Tour Down Under
La stagione di Baroncini era partita presto: dall’Australia e dal Tour Down Under

Obiettivo ripartire

L’obiettivo di Baroncini deve essere quello di ripartire, non con la fretta ma con giudizio. Percorrendo volta per volta i passi giusti, con la consapevolezza di avere al suo fianco la fiducia del cittì Bennati

«Bisogna prendere atto della sfortuna – continua Bennati – con la consapevolezza che ha un conto aperto contro di lei. Chiaro che c’è poco da fare, ma non sarà la prima e l’ultima caduta. Deve pensare che la sua carriera da qui in poi sarà in discesa, perché ora la sfortuna lo ha ostacolato. In questi mesi da cittì, conoscendo Baroncini, ho capito che ha tanta determinazione, è un ragazzo che non fa fatica a fare sacrifici. A me è successa la stessa cosa quando mi sono rotto due volte la clavicola. Nell’inconscio ti rimane un po’ la paura ma questi rischi fanno parte dell’essere corridore, non ci deve pensare. L’unico modo che ho per dargli una mano è questo: stargli vicino e sostenerlo. Come ho fatto con il messaggio che gli ho mandato su Instagram: “Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi”».

«Le parole del cittì – ci dice infine Baroncini – mi fanno piacere, sapere di essere considerato per la maglia azzurra è un grande onore. Diciamo che è uno degli obiettivi che mi spinge a ripartire e non arrendermi, la fiducia di Bennati mi fa vivere questa, ennesima, brutta esperienza con maggiore tranquillità».