Futuro Venturelli, viaggio tecnico con Daniele Fiorin

08.09.2023
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Federica Venturelli continua a crescere. L’abbiamo vista vincere nel cross, poi in pista, su strada e nelle crono. Quest’anno ha superato la maturità e alla fine della stagione riceverà il kit del UAE Adq Development Team in cui correrà per la prossima stagione. Il talento c’è e non si discute, ma dove può arrivare questa diciottenne che sembra sempre protesa verso la perfezione? Lo abbiamo chiesto a Daniele Fiorin, milanese classe 1971, in passato tecnico federale del settore giovanile e ora direttore tecnico del Vigorelli, che della cremonese è il mentore da quando era poco più di una bambina.

Per Venturelli ai mondiali di Cali, altra pioggia di medaglie: oro nell’inseguimento e nella madison, argento nel quartetto
Per Venturelli ai mondiali di Cali, altra pioggia di medaglie: oro nell’inseguimento e nella madison, argento nel quartetto
Da quanto la conosci?

E’ arrivata da me per caso alla fine dei giovanissimi. Avevo il papà amico su Facebook e dato che ero tecnico nazionale, mi chiedeva pareri sull’allenamento o la posizione. Mi mandava dei video affinché gli dessi consiglio su come metterla in bicicletta. Però un giorno lessi un post in cui diceva che probabilmente Federica avrebbe smesso di correre. Gli scrissi per chiedergli cosa fosse successo e mi spiegò che era per motivi familiari. La mamma e la nonna non ne volevano sapere che lei passasse esordiente e iniziasse ad allenarsi in strada.

Come le convincesti?

Viviamo lontani, loro sono di San Bassano, a 150 metri da Marta Cavalli, io invece vivo a Seveso. Però gli dissi che piuttosto di farla smettere, avrebbe potuto fare un po’ di ciclocross e poi a febbraio avrebbero preso una decisione. Così Federica fece la stagione del cross, dimostrando subito di avere dei numeri. A gennaio vinse l’italiano esordenti di primo anno a Roma e da lì non ci siamo più fermati. Ha fatto i quattro anni da esordiente e gli allievi da noi come Cicli Fiorin.

Al primo anno da esordiente, prova il cross e vince il tricolore. Doveva smettere, invece spicca il volo
Al primo anno da esordiente, prova il cross e vince il tricolore. Doveva smettere, invece spicca il volo
Perché il passaggio alla Gauss?

Perché grazie a un abbinamento, avevo già portato lì mia figlia e Beatrice Caudera. Era una squadra giusta per crescere, ma l’anno scorso Sara e Beatrice sono passate in UAE perché sono più grandi e a quel punto la situazione era un po’ troppo tranquilla per un talentino come Federica. Per questo ho preferito portarla alla Valcar-Travel&Service continuando ad allenarla, in modo che potesse avere delle situazioni di gara in un gruppo competitivo, dove potesse crescere ancora.

L’hai definita “un talentino”…

In realtà è un vero talento, togliamo il diminutivo. Io credo da sempre nella multidisciplina, così Federica è cresciuta alternando ogni settimana allenamenti diversi, a seconda delle necessità. Siamo andati avanti così e i risultati si stanno vedendo. Ogni tanto ha qualche problemino di salute, è un po’ cagionevole perché pretende molto da se stessa. In bicicletta ma soprattutto a scuola e quindi si stressa anche oltre il necessario.

Tricolore su strada al secondo anno da esordiente: l’accoppiata Fiorin-Venturelli funziona da subito
Tricolore su strada al secondo anno da esordiente: l’accoppiata Fiorin-Venturelli funziona da subito
Dove può arrivare?

Può arrivare veramente in alto, perché non ha ancora fatto grossi carichi di lavoro. Abbiamo sempre lavorato bene, ma in modo specifico, senza fare quantità. La mia idea è quella di lavorare sulle qualità neuromuscolari dei ragazzi in giovane età e non sulla resistenza, altrimenti rischi di appiattire le loro qualità e di “bruciarli”. Per questo Federica ha ancora notevoli margini. Nel momento in cui comincerà a inserire dei carichi di lavoro, anche se di fondo, e se manterranno le sue qualità, potrà crescere davvero tanto.

In qualche modo ha avuto il vantaggio della precocità?

Federica è sempre stata precoce, nel senso che già da esordiente di primo anno era alta così, intorno a 1,80. Però non abbiamo mai lavorato sulla quantità, per cui ha davvero tanto margine.

Il ciclocross resta il grande amore, ma Fiorin le ha consigliato un inverno meno intenso
Il ciclocross resta il grande amore, ma Fiorin le ha consigliato un inverno meno intenso
Verrà un momento in cui dovrà scegliere dove specializzarsi?

Secondo me sì. A lei piace molto il cross, siamo cresciuti così, ma le ho consigliato di non fare una stagione invernale troppo impegnativa. Ha bisogno di tirare un po’ il fiato. Siamo cresciuti attuando una doppia periodizzazione: durante la stagione della strada, gli altri corrono e noi ad agosto invece ci fermiamo. Poi abbiamo il secondo stacco di 15-20 giorni a fine periodo del cross. Le ho chiesto di rallentare, ma la tirano tutti per la maglia e alla fine non vuole deludere nessuno.

Che rapporto ha con la preparazione?

Con i miei atleti, ho una chat su Whatsapp dove io metto gli allenamenti e loro giornalmente mi dovrebbero mandare i file, le sensazioni e valori come peso e pulsazioni. Come un diario, diciamo. E lei è una di quelle che immancabilmente la mattina, alle 7, che sia a scuola oppure a casa, manda un messaggio super dettagliato. Se ha preso degli integratori, tutto nei minimi particolari.

Il terzo posto ai recenti mondiali di Stirling, in Scozia, dice che anche a crono il livello sale forte
Il terzo posto ai recenti mondiali di Stirling, in Scozia, dice che anche a crono il livello sale forte
E’ sempre così determinata?

Caratterialmente non molla una virgola da nessuna parte, è una guerriera. Ha finito le superiori perché era avanti di un anno, ma in pagella ha tutti dieci. Nella sua chat ci sono anche Bragato e Villa, perché Federica è un patrimonio della Federazione, quindi è giusto che ci sia un confronto anche con loro e che tutti sappiano cosa sta facendo.

Fisicamente ricorda un po’ Vittoria Guazzini: quale potrebbe essere il suo terreno?

Siamo intorno ai 68-70 chili, volendo può calare anche lì. Ha iniziato da quest’anno un discorso nutrizionale, per i problemi di salute che aveva sotto forma di intolleranze che le causavano delle infiammazioni. Diciamo che anche sotto questo aspetto è tutta da costruire, come quantità dell’allenamento e nutrizione è ancora al livello di un’allieva. Non voglio mettermi nei panni dei tecnici della nazionale, ma secondo me rischiamo di vederla in pista a Parigi nel quartetto. Soprattutto se comincia a lavorarci seriamente.

Pieno di medaglie per la Fiorin ai mondiali di Cali, con Matteo Fiorin, Carola Ratti di bronzo, Anita Baima, Federica Venturelli ed Etienne Grimod
Pieno di medaglie per la Fiorin ai mondiali di Cali, con Matteo Fiorin, Carola Ratti di bronzo, Anita Baima, Federica Venturelli ed Etienne Grimod
La scelta della UAE Development?

Lo scorso anno è andata lì mia figlia e mi avevano chiesto anche Federica. Lei aveva già tante altre offerte, anche all’estero, anche WorldTour direttamente. Però il mio consiglio è stato quello di crescere gradualmente. Avrà bisogno di un primo periodo di adattamento, non essendo abituata a fare determinati carichi di lavoro, per cui magari all’inizio potrebbe pagare qualcosa e lì non le faranno pressioni.

Vorresti seguirla anche il prossimo anno?

Io da una parte mi fermerei qua, nel senso che sono abituato da sempre a lavorare con le categorie giovanili e sopra non ci ho mai voluto mettere il naso. Dall’altra mi piacerebbe non allenarla in prima persona, ma collaborare con chi la prenderà in mano, dato che la conosco da così tanto. Questo però non dipende da me né da lei: dipenderà dalla squadra.

Dalla Colombia ritorna un Villa fiducioso nel futuro

05.09.2023
5 min
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Si può ben dire che il lavoro di Marco Villa non finisce mai. Neanche il tempo di rifiatare dalle fatiche di Glasgow e riflettere su quel che era avvenuto in Scozia, soprattutto in proiezione olimpica, che sono state rifatte le valigie, destinazione Cali e i mondiali juniores su pista. Nuovo contesto, nuovi impegni ma la stessa passione. E un bilancio decisamente più positivo.

Le ragazze hanno portato a casa 3 ori, 2 argenti e 2 bronzi confermandosi la nazionale di riferimento, proseguendo su quell’onda che si era già vista agli europei di Anadia e Villa, dall’alto della sua esperienza, sottolinea proprio come la rassegna continentale sia stata propedeutica per quella iridata, prendendo spunto anche per quel che riguarda le “più grandi”.

«Rispetto alle elite, le junior hanno fatto qualcosa in più – sottolinea Villa – l’appuntamento europeo ci ha dato quei riferimenti tecnici e quella consapevolezza che serviva per la rassegna mondiale. C’era chi aveva già contezza di un simile contesto e chi era all’esordio, ma nel complesso tutte se la sono cavata bene e proprio considerando la categoria, ci tenevo che tutte avessero la loro occasione per gareggiare, cosa che mi ha spinto a mescolare un po’ le carte».

Venturelli e Grassi sul podio della madison, davanti ad Australia e Repubblica Ceka
Venturelli e Grassi sul podio della madison, davanti ad Australia e Repubblica Ceka
Rispetto alle più grandi, queste ragazze come riesci a seguirle?

E’ diverso. Con le elite c’è stato già lo scorso anno che mi ha dato modo di conoscerle, di valutarle, sicuramente siamo più avanti nel lavoro. La categoria junior cambia ogni anno, c’è chi entra e chi esce. Bisogna imparare a conoscerle, valutarne le caratteristiche, è un lavoro difficile. Io prima degli europei ho avuto solo i tricolori per poterle vedere in azione, non avendo ancora Montichiari a disposizione per allestire gare. Ma si gareggiava su una pista in legno e lì cambia tutto.

Come giudichi la trasferta?

Il bilancio è chiaramente positivo. Segue un trend che si era già visto lo scorso anno. In Colombia la qualità delle gare è stata molto alta: nelle prove a squadre chi aveva subito gravi distacchi agli europei ha rinunciato, ma nelle prove di gruppo c’erano davvero tutte le migliori, per questo i risultati ottenuti hanno tanto valore.

Per la Venturelli altra pioggia di medaglie: oro nell’inseguimento e nella madison, argento nel quartetto
Per la Venturelli altra pioggia di medaglie: oro nell’inseguimento e nella madison, argento nel quartetto
Chiaramente, per medaglie ottenute e per il suo ruolo di guida della nazionale, Federica Venturelli è il riferimento assoluto. I risultati ottenuti che cosa dicono?

Federica era con noi già lo scorso anno e proprio misurandola in base a quanto fatto nel 2022, è evidente come sia capace di spostare sempre più in avanti i propri limiti. I suoi miglioramenti sono costanti e questi valgono in prospettiva anche più delle medaglie.

Guardando al futuro che cosa ti aspetti da lei, visto che il prossimo anno passerà di categoria?

Bisogna darle il tempo che è stato dato alle altre. L’anno prossimo cambierà tanto, ad esempio nell’inseguimento individuale passerà da 2 a 3 chilometri e dovrà cambiare impostazione della gara. La Venturelli ha caratteristiche non tanto veloci, per cui ha una partenza accelerata che poi paga nel finale. Sui 3 chilometri potrà partire più controllata e quindi avrà le energie per gestire la seconda parte di gara, ma dovrà abituarsi a questo. Poi cambieranno le avversarie, troverà gente che già da un paio d’anni è nella categoria, senza contare i confronti con le elite.

Anita Baima, vera scoperta della spedizione. Villa l’ha scelta per le prove di gruppo
Anita Baima, vera scoperta della spedizione. Villa l’ha scelta per le prove di gruppo
Con le ragazze di Cali il lavoro è in prospettiva Los Angeles 2028?

Chiaramente, ma è un lavoro che non deve fermarsi e ad esempio dovranno già confrontarsi con le elite, accumulare esperienze. Le attende un lavoro importante già dal prossimo anno, ma d’altronde è la stessa strada che ha portato in alto i maschi: c’era Viviani che si è trascinato Ganna che si è trascinato Milan e così via…

A Cali ha stupito la Baima, con tre gare di alto profilo…

E’ una primo anno, ma avevo visto subito che corre bene e sa muoversi e devo fare un plauso a chi l’ha avuta fra le mani come allieva. So che Fiorin l’ha fatta crescere insegnandole il mestiere, portando lei e le pari età a fare esperienze, anche al centro Uci di Aigle e i frutti si vedono. Dopo che aveva fatto molto bene nello scratch e nell’eliminazione ho deciso di schierarla nell’omnium per dare un giorno di riposo alla Venturelli in vista della madison (che poi ha vinto con la Grassi, ndr), Anita si è disimpegnata bene anche se era stanca. D’altronde come detto volevo che corressero tutte.

Continua il proficuo lavoro di Quaranta nella velocità: bronzo a squadre con Bertolini, Ratti e Sgaravato
Continua il proficuo lavoro di Quaranta nella velocità: bronzo a squadre con Bertolini, Ratti e Sgaravato
Dando uno sguardo in generale, che cosa hanno detto questi mondiali geograficamente tanto lontani?

Le gerarchie sono quelle viste agli europei, a me non hanno stupito neanche le tante medaglie dei russi in gara sotto la bandiera dell’Uci. Prima che scoppiasse la guerra sapevamo che stavano costruendo una nazionale molto forte e sono convinto che il loro quartetto under 23 ci avrebbe dato problemi anche per la qualificazione olimpica, sarebbe stato un pretendente in più alle medaglie. La situazione purtroppo è quella che è, ma i talenti continuano a tirarli fuori…

Un passo dopo l’altro, Venturelli andrà lontano

10.08.2023
5 min
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STIRLING – Come ieri avevamo tutti lo spauracchio di Segaert, oggi solo Kate Ferguson poteva scalzare Federica Venturelli dal podio. Ma la britannica delle meraviglie ha subito la pressione ed è crollata dopo l’arrivo sotto il peso di un passivo inaspettato. A quel punto, Felicity Wilson-Haffenden ha avuto la certezza di aver vinto l’oro, Izzy Sharp ha tenuto l’argento e l’azzurra ha conquistato una medaglia di bronzo che parla di un altro pezzetto di crescita.

Vigilia serena

A Stirling fa caldo, quasi piove. Il meteo è asincrono rispetto alle stagioni e in questi giorni abbiamo capito che anche gli scozzesi ne hanno le scatole piene. Il mattino nella zona del pullman Vittoria che fa da base alle squadre azzurre è trascorso in relativa tranquillità. Vedere Venturelli riscaldarsi ha ricordato le scene di dolore dello scorso anno, quando cadde alla vigilia della crono e nel giorno di gara quasi non riusciva a salire sui rulli. Questa volta l’avvicinamento è stato buono, la gara su strada ha dato sicurezza. Stamattina Federica rideva.

Velo si è avvicinato, agitandole un computerino sotto al naso: «Adesso lo sincronizzo, così dalla macchina vedo come vai e ti dico di aumentare!».

Federica si è voltata a sua volta: «Non voglio che vedi i miei watt – gli ha risposto – poi mi sento spiata!».

L’occhio di Diego Bragato sul riscaldamento di Venturelli: lo stesso protocollo delle gare in pista
L’occhio di Diego Bragato sul riscaldamento di Venturelli: lo stesso protocollo delle gare in pista

La cronaca dice che Federica Venturelli è partita molto forte e ha pagato pegno sulla salita finale. Si poteva pensare di impostare una tattica diversa, ma in una crono di appena 13,5 chilometri non c’è troppo spazio per il ragionamento. Si va sempre a tutta e si corre il rischio di piantarsi nel finale.

E’ andata così?

E’ andata così. In un campionato del mondo, partire piano è sempre un rischio, perché potresti non riuscire a recuperare nel finale. Conoscendomi, so che anche partendo piano, alla fine sarei stata comunque stanca. Quindi ho preferito giocarmi le mie carte in questo modo e alla fine nel complesso è uscita una prestazione molto soddisfacente. Perciò sono contenta.

Quanto è duro questo muro finale?

E’ più di quello che pensassi, soprattutto gli ultimi 500 metri in ciottolato sembrano più lunghi di 500 metri. Però quando sei lì, devi spingere sino alla fine e non mollare, perché è un campionato del mondo che si gioca sul filo dei secondi ed è importante spingere sino alla linea finale.

Ricordiamo tutti con dolore la vigilia dello scorso anno, come è andata invece questa volta?

Fisicamente sono in una forma migliore ed ero anche più tranquilla. Sicuramente avevo delle aspettative dopo il quarto posto della gara su strada, però questo non mi ha impedito di rimanere tranquilla. Ho dormito bene, ho riposato e mi sono presentata nelle migliori condizioni.

La nazionale ti ha creato attorno una bella struttura. Stamattina avevi vicino Bragato, Velo, si è affacciato anche Villa e c’è sempre Eisabetta Borgia.

Essendo anche coinvolta anche nella pista, sono sotto gli occhi di tutti (sorride, ndr). Quindi lo staff mi segue, perché ha puntato molto su di me in questa categoria. D’altra parte so che il progetto di questa nazionale prevede di continuare il percorso di crescita anche nei prossimi anni e questo è quello che mi fa stare un po’ più tranquilla.

Diciamo che la nazionale è il riferimento fisso, mentre quest’anno sei passata alla Valcar: come sta andando con loro la tua crescita?

Mi sono trovata molto bene e sono passata comunque in una squadra con delle buone compagne (la Valcar-Travel&Service, ndr), che mi possono aiutare sia nelle gare sia anche mentalmente. Mi sono sempre vicine quando ho dei momenti cattivi e quindi secondo me l’importanza della squadra è anche questa. Il fatto di avere delle compagne che mi supportano qualunque cosa succeda, anche quando capita di fare dei quarti posti, dato che questa stagione ne ho fatti tanti…

Il bronzo è un altropasso avanti nella sua progressione personale, psicologica e atletica
Il bronzo è un altropasso avanti nella sua progressione personale, psicologica e atletica
Ti rendi conto che ad ogni appuntamento sali un gradino?

Si, più mentalmente che fisicamente. Quest’anno sento di essere maturata tanto rispetto all’anno scorso, quando prima delle gare ero così agitata, quasi da mettermi a piangere. E invece questi mondiali li ho vissuti bene, sono riuscita a risparmiare anche delle energie dal punto di vista mentale, che poi mi sono tornate utili in gara.

Se ne va, con i capelli sciolti e leggermente commossa, in direzione dell’antidoping, poi la sua giornata sarà finita e potrà pensare anche di far festa. La campionessa del mondo nel frattempo ha raccontato di essere salita per la prima volta su una bici nel 2021 e di sentirsi a suo agio solo nelle crono, perché in gruppo è un disastro. Dice che non crede di essere la campionessa del mondo e racconta l’orgoglio di aver fatto ben figurare il suo paese e il suo coach Matthew Hayman. Noi che siamo fedeli alla politica dei piccoli passi, ci mettiamo a scrivere ben orgogliosi di raccontare la giornata di Federica Venturelli, contenti che sia italiana e sicuri che là in alto presto o tardi ci arriverà anche lei.

Bego imprendibile, Venturelli a un passo dal bronzo

05.08.2023
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GLASGOW – Quando si sono rese conto che la francese là davanti fosse imprendibile, dietro le ragazze hanno iniziato a cincischiare, pensando che toccasse alle inglesi chiudere il buco sull’imprendile Julie Bégo. Pioveva. La strada è diventata viscida, come sul ghiaccio. La stessa fuggitiva a un certo punto ha rischiato. Federica Venturelli a quel punto sentiva di avere gambe e voglia di allungare, ma da sola non si andava da nessuna parte e inesorabilmente la corsa si è chiusa. Dallo sprint per l’argento, l’azzurra è uscita con il quarto posto. E per questo, quando ce la troviamo davanti, non sa se essere felice.

«Non saprei darmi un voto – dice – però è stata un’esperienza positiva. Ci abbiamo provato fino alla fine, il risultato è mancato per poco. E’ l’ennesimo quarto posto di questa stagione (sorride con una punta di ironia, dopo due quarti posti agli europei in pista, ndr). Però direi che abbiamo condotto una buona gara, soprattutto nei primi tre giri. Siamo state unite, poi quando si è fatta la selezione purtroppo sono rimasta da sola. Ci stava su un percorso così impegnativo. Insomma, c’era da aspettarsi che non tutte riuscissero a reggere. E’ andata così, alla fine non siamo riuscite a chiudere sulla francese, che ha fatto un buon attacco. Io ho provato a prendermi un posto del podio. Però è andata male per pochi centimetri».

Il podio finale con da sinistra Ferguson, Bégo e Moors. Tre big della categoria, ma la Venturelli era all’altezza
Il podio finale con da sinistra Ferguson, Bégo e Moors. Tre big della categoria, ma la Venturelli era all’altezza

Buono in prospettiva

La zona dei bus è giusto alle spalle di George Square, il cuore della città e di questi mondiali sparsi per miglia e miglia nei dintorni. Dato che il pullman della nazionale l’hanno parcheggiato davanti al velodromo e da lì non si può muovere, per le corse di oggi è arrivato quello Vittoria e Daniele Callegarin, che lo guida, ha gli occhi dell’innamorato. Il ritorno ai mondiali ha un gran buon sapore.

Paolo Sangalli, tecnico delle ragazze, è vicino al furgone col meccanico Foccoli in attesa che le ragazze tornino tutte, per poter fare il punto.

«Il quarto posto – dice – è la medaglia di legno, la posizione più brutta in cui puoi arrivare. Però hanno fatto quello che hanno potuto. Nelle nostre previsioni, c’era di restare davanti in due, ma Eleonora La Bella non era in giornata. Se ci fosse stata lei, qualcosa di meglio avremmo fatto. Non ho ancora parlato con Federica Venturelli, mi dirà com’è andata. So solo che era un percorso molto, molto duro. Con la pioggia, ogni curva è diventata un pericolo.

«Sapevamo che la Francia avrebbe attaccato, ma io pensavo anche che la Gran Bretagna chiudesse, invece non hanno avuto gambe neanche loro. Diciamo che il quarto posto può essere una mezza delusione, ma in prospettiva di crescita è stata una buona esperienza. E ha confermato che il percorso, come si è sempre detto, è un percorso da classiche. Arriveranno davanti i corridori da classiche, fra le donne elite e anche gli uomini. A ruota fai fatica perché ad ogni curva devi rilanciare…».

Onore alle britanniche

Venturelli è come se avesse sentito, ma quando parla con noi deve ancora confrontarsi con il tecnico azzurro. Non ci sta a pensare che qualcuna delle avversarie abbia fatto la furba, ma è innegabile che le gambe di alcune siano mancate all’appello.

«Le inglesi – dice – hanno corso in modo più che onesto. Hanno chiesto anche il mio contributo per chiudere e io ho dato qualche cambio. Però alla fine quando hanno capito che ero da sola e che non avrei tirato come tutte loro messe insieme, non mi hanno detto più niente. Quindi, al contrario dell’omnium in pista, dove la Ferguson ha giocato d’azzardo stando sulla mia ruota, in questo caso hanno lavorato come una squadra e non hanno sicuramente ostacolato il mio risultato».

Per Federica un altro quarto posto, il quarto in gare titolate tra pista e strada
Per Federica un altro quarto posto, il quarto in gare titolate tra pista e strada

Rimpianti? Sì, no, forse…

L’ultima annotazione è sul percorso, mentre gli addetti dell’antidoping pressano perché la lasciamo andare. Dice che per lei asciutto o bagnato non è cambiato molto e che in questo la scuola del cross è preziosa.

«Però – sorride la Venturelli – penso che per alcune altre ragazze gli ultimi giri abbiamo fatto la differenza. Ho visto anche qualcuna ragazza che si è staccata, quindi la pioggia ha reso più insidioso un percorso che già di per sé era complicato da comprendere e su cui muoversi. Non ho rimpianti quando la francese ha attaccato, perché ero davvero tirata, davvero a tutta e quindi non sarei riuscita a starle a ruota. Nel finale, il progetto era quello di attaccare sull’ultimo strappo, però non mi sono sentita le gambe. Forse se fossi entrata in una delle tante fughe, mi avrebbe permesso di far andare la gara in un altro modo, però era troppo dura per correre dietro a chiunque. Sono stati 70 chilometri assolutamente impegnativi, anche senza fare attacchi inutili».

Francia, 13 anni dopo

Il mondiale delle donne junior è andato a Julie Bégo (18 anni), partita al penultimo giro, quando mancavano 22 chilometri al traguardo. La ragazza di Chambery, stagista alla Cofidis da appena quattro giorni, ha mantenuto un vantaggio di una quindicina di secondi in cima alla salita principale del circuito, Montrose Street, e ha finito per vincere da sola davanti alla britannica Cat Ferguson e alla belga Flower Moors. Per gli amanti delle statistiche, la Francia non vinceva un mondiale junior da 13 anni, dai tempi di Pauline Ferrand-Prevot.

Venturelli, due colpi all’estero prima di rimettersi sui libri

13.05.2023
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Questo weekend è il primo a casa per Federica Venturelli. Bici solo un po’, per tenere la gamba in condizione e il resto del tempo da passare sui libri, perché la scuola giustamente richiede concentrazione e attenzione. D’altronde la campionessa della Valcar-Travel&Service viene da due trasferte all’estero che hanno detto chiaramente qual è il suo valore nella categoria junior.

Per niente spaventata dalle nuove leve, la Venturelli si è presentata al via di due prove di Nations Cup, entrambe a tappe, EPZ Omloop Van Borsele in Olanda e Tour du Gevaudan Occitanie in Francia, portando a casa un secondo posto e una vittoria nelle classifiche generali. Una dimostrazione generale di superiorità che ha colpito soprattutto i selezionatori stranieri e che apre nuove prospettive.

«Non pensavo di andare così forte – ammette la diciottenne azzurra – avevo iniziato con calma, mi ero presentata a queste gare soprattutto per capire un po’ di più quale sia il mio valore da un anno all’altro. Sono arrivati due risultati insperati».

Proviamo a ripercorrere queste tre settimane così importanti. Presentando la corsa olandese avevi specificato come non fosse adatta alle tue caratteristiche…

La prima tappa a cronometro era piatta, oltre 14 chilometri, ma il vento l’ha resa molto dura. E’ stata quella a costruire la classifica perché le due frazioni successive erano piatte. Ho chiuso la prova contro il tempo al secondo posto, a 14” dalla britannica Sharp, una vecchia conoscenza perché ci siamo affrontate spesso in pista. Nelle tappe successive ho provato a rimontare attraverso i traguardi volanti che davano abbuoni, infatti ho più che dimezzato il divario. Entrambe si sono concluse in volata e quello non è davvero il mio forte.

Eppure sei finita sempre nelle zone alte, a cavallo della decima piazza.

Sapevo di dover comunque rimanere davanti per evitare rischi, io le volate le ho fatte, provavo a emergere per quanto possibile. Alla fine sono finita dietro per 4”, di più non si poteva davvero fare.

La seconda gara, due settimane dopo?

Era più breve, solo due tappe, ma molto più dure dal punto di vista altimetrico. C’erano molte salite, soprattutto nella prima parte e il gruppo si è frazionato. Nel finale siamo andate via io e la francese Bego e l’ho battuta allo sprint. La seconda era un po’ più semplice ed è diventata molto tattica, le nazionali hanno lavorato tantissimo e devo dire grazie alle mie compagne di squadra che hanno svolto un grande compito. Alla fine ho chiuso seconda dietro la Ferguson, ma davanti alla Bego e così ho conquistato la vittoria.

Che impressione hai tratto del livello generale?

L’impressione è che il livello non sia tanto diverso dallo scorso anno per la semplice ragione che era già molto alto. Sicuramente ho visto la francese molto cresciuta rispetto al 2022, era già una delle più forti al mondo di categoria, ma ora ha qualcosa in più. Poi vanno molto forte le due gemelle canadesi Holmgren ma loro le conosco bene, sono già ai vertici nel ciclocross e anche nella mtb, quando si va in salita sono davvero eccezionali. Fra le nuove spicca la Ferguson, sapevo che ne parlavano tutti ed è davvero di altissimo livello, non è un caso se ha vinto la seconda tappa in Francia.

Il podio del Tour du Gevaudan, con la francese Bego e la belga Van Sinaey
Il podio del Tour du Gevaudan, con la francese Bego e la belga Van Sinaey
E la Federica Venturelli di adesso è diversa da quella dello scorso anno?

Domanda difficile, perché mi accorgo che i parametri sono diversi. Cambiano le avversarie, ma sono cambiata anche io. Sento che dei miglioramenti ci sono, queste due trasferte mi hanno detto soprattutto che sono in grado di tenere un rendimento più costante, l’anno scorso andavo più a sprazzi. Riesco ad adattarmi di più a quel che mi propone ogni singola gara e questo fa parte della crescita.

E’ chiaro che stiamo parlando di juniores, ma emergere in due gare a tappe non è da poco. Pensi di avere una propensione per questo tipo di gare?

Io lo spero, diciamo che per ora vado bene, ma so bene che due corse che non vanno oltre i tre giorni di gara non fanno molto testo. Per ora vado bene in salita, ma non ho certo il fisico da scalatore. Quindi non posso sapere quale sarà il mio rendimento da elite fra qualche anno. So che dovrò fare tanta fatica, questo è sicuro.

A cronometro un ottimo 2° posto, ma c’è da lavorare…
A cronometro un ottimo 2° posto, ma c’è da lavorare…
Hai altre trasferte in programma?

Il 21 maggio c’è il Giro delle Fiandre dove vorrei far bene, poi ci sarà un periodo dedicato agli allenamenti in cui vorrei preparare bene il campionato regionale a cronometro. Ho visto in Olanda che, pur finendo seconda, sono lontana dai livelli dello scorso anno proprio perché non avevo fatto allenamenti specifici. E poi…

Poi?

Poi devo dare la precedenza allo studio. Ogni volta che torno a casa mi ritrovo con una caterva di compiti, di materie dove devo recuperare, ora sono le settimane decisive e mi devo concentrare sullo studio, quindi la mia amica bici verrà un po’ trascurata. Ma ci rifaremo, questo è sicuro.

Sangalli, dal Nord garanzie solide dalle sue azzurre

28.04.2023
6 min
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Quasi come un lampo, la prima parte di stagione del ciclismo femminile è volata via ed è già in archivio. All’orizzonte c’è una lunga sequela di giri a tappe che daranno altri spunti e indicazioni. Col cittì Paolo Sangalli abbiamo tracciato un bilancio sulla campagna del Nord delle nostre ragazze, tra elite e junior.

Quella di quest’anno non è stata sicuramente la grande primavera del 2022, ma dietro ci sono in maniera altrettanto certa più motivazioni che giustificazioni. Alla luce di tutto sono mancate alcune vittorie, non però risultati e prestazioni. E questo il tecnico azzurro, oltre che sul proprio profilo instagram, lo ha sempre riconosciuto a tu per tu con le sue atlete.

La nazionale junior schierata da Sangalli alla Omloop Van Borsele in Olanda (foto instagram)
La nazionale junior schierata da Sangalli alla Omloop Van Borsele in Olanda (foto instagram)
Paolo iniziamo dalle juniores, per le quali volevi che facessero innanzitutto esperienza estera. Come sono andate?

Sono molto contento di loro. In Belgio e Olanda hanno toccato con mano cosa significa correre lassù. Quest’anno ho voluto fortemente che cambiassero alcuni regolamenti in modo che anche un nostro team potesse partecipare. La BFT-Burzoni è venuta alla Gand-Wevelgem mentre la Valcar Travel&Service era presente alla recente Omloop Van Borsele. Direi che il loro contributo lo hanno dato ai fini della nazionale stessa. Dopo la Gand eravamo settimi nel ranking, ora invece siamo secondi. Tenete conto che le prime cinque nazioni della Nations Cup possono portare cinque atlete al mondiale, quindi una in più rispetto alle altre. E questo cambia tanto. Fra una settimana saremo al Tour du Gevaudan Occitanie con nazionale e BFT-Burzoni ed è l’ultima prova valida prima di Glasgow. Dobbiamo solo completare l’opera mantenendo o migliorando il nostro punteggio.

A livello individuale cosa puoi dirci?

Ho avuto buone risposte da tutte le ragazze. Venturelli è in crescita. Ha fatto seconda sia alla crono sia nella generale della Van Borsele tra le due britanniche Sharp e Ferguson. Iaccarino ha collezionato piazzamenti. Quarta alla Gand, poi terza e quinta di tappa in Olanda. Anzi, è stata pure sfortunata. Nella crono inaugurale dopo una svolta a destra si è trovata davanti a sé un camion che procedeva occupando tutta le sede stradale per tanti metri. Mai visto una cosa del genere. Ha perso comodamente trenta secondi e magari poteva piazzarsi anche lì. Hanno corso bene anche Baima e La Bella ma anche loro non sono state troppo fortunate con una serie di cadute. Anita (Baima, ndr) che aveva fatto ottava alla Gand, si è rotta una clavicola. Peccato ma so che tornerà presto in forma.

Venturelli ha corso la Van Borsele con la Valcar chiudendo al secondo posto nella generale (foto Ossola)
Venturelli ha corso la Van Borsele con la Valcar chiudendo al secondo posto nella generale (foto Ossola)
Passando alle elite invece come valuti questo periodo delle classiche?

In tutte le gare le ragazze sono state protagoniste e ben presenti negli ordini d’arrivo. Al netto di tante considerazioni, mi ritengo molto soddisfatto. Finora è stata una stagione un po’ falsata da varie defezioni o stati di forma che hanno stravolto le dinamiche di gara. Se in corsa ti mancano elementi come Longo Borghini o Van Dijk e la stessa Van Vleuten non è quella che siamo abituati a vedere, è ovvio che la gara può prendere una certa piega più facilmente. Sia chiaro, il valore di una corazzata come la SD-Worx non si discute perché sarebbe ingrato dire il contrario, ma possiamo dire che quest’anno i team rivali hanno pagato più del dovuto alcuni intoppi.

Come hai viste le tue ragazze specialmente nell’ultimo mese?

Una bella vittoria è senza dubbio quella di Persico al Brabante. Ha battuto in volata la dominatrice Vollering e credo che questo significhi qualcosa. Si vede che Silvia ha imparato la lezione del Fiandre. Longo Borghini è una garanzia, ormai non so più come definirla (sorride, ndr). Dopo un mese ferma per covid è rientrata facendo subito risultati. Peccato per il secondo posto alla Liegi ma a me ha entusiasmato il terzo al Fiandre. Dopo che aveva tirato tutto il giorno, senza risparmiarsi, ha avuto la forza di fare quel tipo di sprint. Per le altre posso andare un po’ in ordine sparso?

La vittoria di Persico su Vollering ha avuto un grande significato per Sangalli
La vittoria di Persico su Vollering ha avuto un grande significato per Sangalli
Certo, prego…

Un’altra costante è Paladin. Ha fatto bella figura ovunque. Il suo quinto posto all’Amstel meritava qualcosa in più dopo che aveva fatto una bella azione solitaria nel finale. Sono di parte, certo e ci mancherebbe altro, ma forse le sue compagne potevano fare qualcosa in più per proteggerla poco prima del Cauberg. Alla Roubaix davanti c’erano Tomasi e Ragusa. Laura è stata brava ma sfortunata nel cadere in uno degli ultimi settori altrimenti poteva arrivare col gruppetto di testa. Katia finalmente è stata ripagata di tutto il lavoro fatto. E’ un’atleta generosa ed ha avuto del coraggio andando in fuga da lontano. Non ha mollato e ha centrato un grande secondo posto. Sono contento per lei.

Andiamo pure avanti.

Una menzione la faccio volentieri per entrambe le sorelle Fidanza. Martina ha vinto a Mouscron grazie alla volata tirata da Arianna. Anche Gasparrini e Bastianelli, che ha vinto Le Samyn, hanno fatto molto bene. Uguale Consonni per i suoi podi e Bertizzolo, che ha avuto diversi problemi fisici. Sono contento di Barale e Ciabocco che non hanno sfigurato in generale. Mi dispiace per l’infortunio di Guazzini perché penso che avrebbe potuto ottenere qualcosa di importante. Barbieri ha corso poco, ma era impegnata con la Nations Cup in pista. Poi non posso dimenticare di tre ragazze come Sanguineti, Guarischi e Cecchini. Loro non compaiono in cima agli ordini d’arrivo ma prima svolgono sempre un lavoro encomiabile per le loro capitane.

Sangalli sorpreso del veloce ambientamento di Realini ai vertici delle gare WT
Sangalli sorpreso del veloce ambientamento di Realini ai vertici delle gare WT
Che impressione ti ha fatto Realini?

Gaia è stata davvero una sorpresa in positivo. Il terzo posto alla Freccia Vallone e il settimo alla Liegi sono davvero tanta roba. Quest’ultimo piazzamento per me vale di più di quello che dice la classifica. Conoscevo Realini ma non mi aspettavo che andasse subito così forte e che corresse come una che ha più esperienza. Merito suo e merito della Trek-Segafredo, dove si vede che è seguita molto bene. Questa sua crescita è un’ottima risposta in prospettiva Tour de l’Avenir ed anche mondiale 2024, visto che dicono che a Zurigo ci sarà un percorso molto duro.

Facciamo gli ultimi due nomi. Il primo è Balsamo.

Non è stata la stessa primavera per Elisa. Non tutte le stagioni sono uguali e direi che sta facendo un suo programma. Elisa ha fatto seconda a De Panne, poi è caduta alla Gand. Anche lei ha disputato la Nations Cup ed ha risentito in squadra di assenze come Longo Borghini e Van Dijk, come dicevo prima. Con Balsamo abbiamo un obiettivo ben preciso ed è quello iridato di Glasgow ad agosto. Sta lavorando per arrivare al top in quel periodo.

Il secondo è Cavalli.

Neppure Marta ha avuto lo stesso aprile dell’anno scorso e anche lei, seppur con obiettivi diversi, sta facendo un proprio percorso. Ci vuole più tempo e pazienza. Sta recuperando bene e con la calma necessaria. Ha subito un trauma importante e solo l’opinione pubblica pensava che dovesse essere già là davanti in testa al gruppo a fare risultato. Mi sento spesso con lei e capisco che è ancora una questione mentale per sentirsi sicura in gruppo. I dati che ho visto parlano di una atleta in forze, da corridori di vertice. Ha fatto una buona Liegi. Come dicevo a lei, vedrete che da un giorno all’altro le passerà questo timore. Ora iniziano le gare a tappe dove si corre in un altro modo e lei potrebbe già farsi vedere un po’ di più. Noi la aspettiamo senza fretta.

E’ tornata Venturelli e le ha suonate anche alle elite

20.04.2023
5 min
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Quella ottenuta a Cantù il 10 aprile è stata, per Federica Venturelli (in apertura, foto Ossola), una vittoria dal sapore speciale. Non solo la prima di questa stagione su strada, la prima dal suo ritorno dopo il ciclocross e l’esito sfortunato del mondiale finito a ridosso del podio, ma soprattutto il primo successo in una gara open, che per una ragazza ancora junior ha sempre un sapore speciale. Così motivante che dopo appena sei giorni è arrivata anche la vittoria di Corridonia.

Nel corso della sua ancor breve carriera, Federica ha vissuto tante esperienze vittoriose, considerando che sin da allieva fosse stata indicata come una predestinata, oltretutto esempio della multidisciplinarietà che contraddistingue le nuove generazioni. Ma quella di Cantù è stata una vittoria particolare, che le ha dato una spinta ulteriore verso i grandi appuntamenti della stagione.

Il podio di Cantù dove Venturelli ha preceduto Carmela Cipriani e Matilde Vitillo
Il podio dove Venturelli ha preceduto Carmela Cipriani e Matilde Vitillo

«Era una gara di 97 chilometri – racconta la diciottenne cremonese – con tanta salita degli ultimi due giri. Ci tenevo particolarmente, infatti al venerdì ero andata in ricognizione per studiare i punti salienti del percorso e avevo capito che non ci sarebbe stato un arrivo in volata. C’è stata tanta selezione sin dalle prime battute, tanto che ancor prima di metà gara sono entrata nella fuga che sarebbe stata decisiva. Eravamo in 4, poi siamo rimaste 3 e alla fine l’ho spuntata io».

Perché questo successo era così importante?

La fine della stagione invernale non è stata semplice, ho avuto problemi di salute che mi avevano un po’ rallentato nella preparazione. Questo era un test importante, proprio perché l’affrontavo ancora non al top della forma.

Il fatto di avere vinto contro le più grandi di età?

E’ qualcosa di nuovo, rappresenta un passaggio importante in vista del futuro perché saranno le mie avversarie principali in ambito italiano. Ora però torno alla mia categoria in ambito internazionale, con la EPZ Omloop van Borsele in Olanda nel prossimo fine settimana, composta da un prologo e due tappe piatte. Non sono percorsi a me propriamente adatti, ma il vento potrebbe scombinare le carte ed essendo gara internazionale ci tengo a fare bene. Ci saranno praticamente tutte le più forti. Servirà anche per farsi un’idea in vista delle gare titolate.

Tu sei ora al secondo anno di categoria: che cosa è cambiato?

Molto e poco allo stesso tempo. Ho visto intanto che le ragazze di primo anno sono tutte mediamente forti, anzi qualcuna che spicca c’è come la Ferguson. Quelle mie coetanee le conosco, il livello medio mi accorgo che è molto alto. Io nel frattempo ho cambiato squadra e molto è mutato intorno a me. La Valcar Travel & Service è molto ben strutturata, rappresenta davvero un passo in avanti. Quel che non è cambiato è il mio allenamento, anche se è in programma di aumentare progressivamente i carichi per abituarsi sempre più a quel che mi troverò di fronte dall’anno prossimo.

Con Ciabocco, sua amica-rivale, ha realizzato un 2022 molto proficuo per il ciclismo italiano
Con Ciabocco, sua amica-rivale, ha realizzato un 2022 molto proficuo per il ciclismo italiano
Non ti senti un po’ orfana della tua “gemella” Ciabocco?

La sua compagnia e la sua concorrenza in gara erano stimolanti, alle fine ci siamo spinte insieme verso risultati importanti. Non posso negarlo, un po’ manca nelle gare di categoria, ma so che ci reincontreremo spesso lungo le strade. Mi sono già accorta che le nuove leve danno filo da torcere…

Tu sei famosa per le tue varie “vite ciclistiche”, compresa quella della pista. Continuerai a competere nei velodromi?

Certamente, non ho intenzione di cambiare, anzi ho già ripreso la preparazione al velodromo di Montichiari con le trasferte ogni settimana. Io penso che quell’attività sia un aspetto fondamentale per il mio rendimento su strada. Il problema è l’abbondanza di appuntamenti nel calendario: soprattutto nei mesi a venire, bisognerà fare delle scelte.

Il ciclocross resta il suo grande amore, ma dovrà giocoforza ridurre le sue apparizioni nel prossimo inverno
Il ciclocross resta il suo grande amore, ma dovrà giocoforza ridurre le sue apparizioni nel prossimo inverno
E il ciclocross, resterà anche lui?

Sì, sapete che a me piace tantissimo, è la specialità che per certi versi prediligo, ma dovremo rivedere qualcosa. Penso che nella prossima stagione affronterò solo appuntamenti mirati per conciliare maggiormente l’attività con la preparazione per la stagione estiva.

Obiettivamente, parlando proprio di calendario, su che cosa hai puntato la tua attenzione?

Il mio sogno è di riconfermarmi nei miei successi internazionali su pista, mantenere il titolo europeo sia nello scratch che nel quartetto e quello mondiale di inseguimento. Per molti versi vincere è bellissimo quando lo fai per la prima volta, ma riconfermarsi è molto più difficile e proprio per questo intrigante.

Donne junior ed esperienza internazionale. Parla Sangalli

17.03.2023
6 min
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«Quest’anno vorrei far capire meglio alle junior cosa si dovranno aspettare quando faranno il grande salto nel WorldTour». Paolo Sangalli, cittì della nazionale femminile, ha già indicato la mission da perseguire nei prossimi mesi per le azzurre più giovani.

Il pensiero del tecnico milanese scatta d’obbligo considerando che gli esempi di Barale un anno fa e Ciabocco quest’anno (entrambe passate al Team DSM) potrebbero ripetersi a fine 2023, quando i team più importanti busseranno al mercato di casa nostra per prendere le migliori giovani. Parafrasando lo stesso Sangalli, quella delle junior è una categoria molto didattica, nella quale si insegna alle ragazze a diventare corridori, specie fuori dai propri confini. Dopo le due gare iniziali (in apertura foto Franz Piva), concluse con risultati un po’ a sorpresa, il calendario propone i primi appuntamenti internazionali che daranno il definitivo “la” ad un’annata da seguire con particolare interesse.

Il cittì Sangalli vuole preparare le junior all’eventuale salto nel WorldTour
Il cittì Sangalli vuole preparare le junior all’eventuale salto nel WorldTour
Paolo in questo weekend c’è il Piccolo Trofeo Binda. Cosa ti aspetti?

Come sempre, la gara di Cittiglio è il primo appuntamento internazionale in cui ci dobbiamo rapportare con le straniere. Cambia tanto, forse tutto, per le ragazze che hanno corso le prime due gare in Italia. Per me Cittiglio sarà una tappa di avvicinamento alla Gand-Wevelgem del 26 marzo, che a sua volta mi darà ulteriori indicazioni per la Omloop Van Borsele (21-23 aprile, ndr), il Tour dell’Occitania (6-7 maggio, ndr) e il nuovo Giro delle Fiandre del 21 maggio. Ricordiamoci che fare risultato in queste corse significa poi poter schierare una ragazza in più al mondiale.

Di questo inizio di stagione hai già qualche primo riscontro?

A dire il vero mi sono sentito solo con diversi diesse. Rossella (Callovi, la sua collaboratrice, ndr), che era con me al Nord per seguire in particolar modo la van Drenthe delle elite che si correva sul percorso degli europei, è riuscita a seguire la gara di Gossolengo appena siamo atterrati. Abbiamo visto che le due gare le ha vinte entrambe la Bft Burzoni con La Bella e Baima che sono due junior del primo anno. Non nascondo che questi risultati ci abbiano incuriositi però voglio vedere tutte le ragazze con i miei occhi e lo farò a Cittiglio. Abbiamo un movimento sano, con tante buone realtà che lavorano bene ma per me questo sarà un anno importante e diverso per queste ragazze.

Per quale motivo?

Le attuali junior sono quelle esordienti o allieve che durante la pandemia hanno perso quella continuità psicofisica che è fondamentale a quell’età. Tre anni fa facevano fatica ad allenarsi le elite, figuratevi ragazzine di 13/15 anni. All’epoca qualcuna di loro non aveva in casa rulli o ciclomulini per allenarsi e restare ferme due mesi è stato dannoso. Mentre invece altre hanno fatto pure troppo. E’ vero che sono passati tre anni, ma non avevamo precedenti su cui poter contare e quindi alcune situazioni le vedremo proprio nei prossimi mesi. Spero che il 2023 possa essere una stagione in cui colmare questo gap e in cui ritrovare la vera, giusta continuità.

E sul discorso dei rapporti cosa ci dici?

Anche le ragazze come i maschi non saranno più obbligate ad usare le classiche combinazioni. Ad esempio, chi era già forte prima a crono, ora potrà sviluppare ancora più potenza. Anche questo aspetto andrà seguito con molta attenzione.

Per europei e mondiali Sangalli vuole junior veloci, reattive e che tengano sugli strappi (foto Franz Piva)
Per europei e mondiali Sangalli vuole junior veloci, reattive e che tengano sugli strappi (foto Franz Piva)
Per la Gand sai già chi portare?

Sicuramente il Piccolo Binda mi aiuterà a sciogliere le riserve. Una pre-lista di convocate va comunicata tre settimane prima senza veri dati alla mano. Così dobbiamo affidarci anche a ciò che ci dicono i diesse delle varie squadre. Per la verità loro in maniera molto onesta, come sempre hanno fatto, ci danno un riscontro sulle ragazze più in forma in base ai loro parametri. E questo tipo di dialogo trasparente è stato fortemente promosso dalla Federazione per radicare ancor di più la collaborazione tra nazionale e club. In ogni caso di nomi ancora non ne faccio perché non ho nulla di certo in mano.

Proprio la Bft Burzoni correrà in Belgio. Sarà un ulteriore modo di visionare ragazze.

Sapete che noi cerchiamo di vedere più gente possibile all’opera. Consideriamo sia la ragazza che ogni domenica corre da sola sia quella che è in un team molto più numeroso. Per il resto mi fa piacere che alla Gand ci saranno dodici italiane che faranno esperienza in campo internazionale. D’altronde, come dicevo prima, abbiamo interesse comune a fare punti. A parte il risultato, in queste corse vorrei che arrivasse un messaggio forte. Ovvero capire ciò che c’è fuori dall’Italia. Uno degli obiettivi è far fare più esperienza possibile a più atlete possibili. Se arriva un team WorldTour che, ad esempio, si prende la campionessa italiana, io vorrei che lei sapesse già cosa c’è di là.

Venturelli e Toniolli sono le due ragazze che guidano la nidiata. C’è qualche altra ragazza da cui il cittì Paolo Sangalli si attende qualcosa in particolare?

Ripeto che di nomi non ne faccio (sorride, ndr), ma ovvio che loro due siano quelle più esperte, visto che sono già nel giro azzurro stabilmente. Federica (Venturelli, ndr) adesso sta recuperando perché tra ciclocross e scuola ha passato un inverno intenso. Non può essere sempre performante ed è necessario che tiri il fiato. Rientrerà con calma. Con Alice (Toniolli, ndr) invece approfondiremo il discorso crono. Diciamo che in generale mi aspetto conferme da tutte, a cominciare dalle junior del secondo anno, che dovrebbero fare la differenza.

E in vista di europeo e mondiale che atlete ci vorranno?

Serviranno ragazze esplosive, reattive e veloci. Entrambe le corse, seppur con qualche differenza, prevedono strappi, curve secche e rilanci. Ne abbiamo diverse di corridori così ma dovremo lavorare assieme affinché ci arrivino in forma visto che il mondiale ad agosto ci scombussola un po’ i piani. Abbiamo tempo per prepararci e farci trovare pronti.

Hoogerheide, apriamo i mondiali con due quarti posti

04.02.2023
6 min
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Dopo la vittoria degli “Oranje” ieri nella prova “relay misto”, oggi si sono disputate le gare junior donne, U23 uomini e donne Elite.  Come da copione, se si organizzano dei mondiali in Olanda, ad Hoogerheide, a febbraio, non sono venuti a mancare freddo e pioggia. Così il percorso, già di per sé impegnativo è diventato duro… o meglio morbido e scivoloso. Come è andata? Bene le azzurre e le azzurrine, male gli uomini U23.

Federica Venturelli e Silvia Persico sono state le nostre migliori protagoniste con due quarti posti entrambi sudati e meritati. Brave anche Valentina Corvi (decima tra le Junior) e Sara Casasola (dodicesima tra le Elite).

Valentina Corvi ha chiuso la gara delle juniores al 10° posto a 1’47” dalla vincitrice, Isabella Holmgren
Valentina Corvi ha chiuso la gara delle juniores al 10° posto a 1’47” dalla vincitrice, Isabella Holmgren

Amaro in bocca

A conti fatti rimane un sapore agrodolce, non quello delle centinaia di litri di birra venduti sul percorso, ma quello di due medaglie che avrebbero coronato il bellissimo lavoro svolto da atlete e staff in questa stagione. 

Diverse le dinamiche per come sono arrivati i piazzamenti e diverse le espressioni delle protagoniste dopo aver transitato il traguardo. Lacrime per la Venturelli, sorriso per Persico. Nuova delusione, purtroppo, per i maschi U23 come accennato… Davide Toneatti solo 23° e Filippo Agostinacchio 24°, maglia iridata al belga Thibau Nys.

Venturelli battuta al colpo di reni da Gery nello sprint per il bronzo
Venturelli battuta al colpo di reni da Gery nello sprint per il bronzo

Venturelli in lacrime

Le ragazze junior hanno aperto le danze, e solo il fotofinish ha tolto la gioia del bronzo alla Venturelli battuta di un soffio nella volata finale dalla francese Célia Gery, mentre le gemelle canadesi Holmgren si sono meritatamente aggiudicate l’oro (Isabella) e l’argento (Ava). 

«Ho avuto qualche problema in partenza – ha spiegato la Venturelli – perché mi sono toccata con la ragazza di fianco a me. Sono riuscita a rimanere concentrata e recuperare per rimanere con le prime e fare i primi giri con loro. Penso di aver corso al meglio che potevo. Mi sono giocata tutte le mie carte, però la Gery è stata più forte di me in volata».

«Un rammarico? Non sarei riuscita ad andare via prima, dunque tatticamente sono abbastanza soddisfatta di quello che ho fatto, purtroppo mi è venuta a mancare un po’ di brillantezza nello sprint finale». Sprint che per l’accortezza arrivava in salita e dopo la lunga scalinata.

Sul podio di Hoogerheide delle donne junior, le sorelle Holmgren ai primi due posti, poi la francese Gery
Sul podio di Hoogerheide delle donne junior, le sorelle Holmgren ai primi due posti, poi la francese Gery

Onore alle rivali

Malgrado la comprensibile amarezza per il podio sfiorato, Federica ha trovato la forza per onorare le sorelle Holgrem e la sfortunata olandese Molengraaf, solo settima e fuori dalla lotta per causa di una foratura.

Poi tra uno sfogo di lacrime e l’altro la Venturelli ha voluto aggiungere: «Con la stagione problematica che ho avuto posso ritenermi contenta per il quarto posto, ma dispiace soprattutto per la mia squadra, per la nazionale, per tutti quelli che hanno fatto degli sforzi per me, perché un podio sarebbe stato il miglior ringraziamento per quello che hanno fatto».

Delusa invece Valentina Corvi: «Sì… mi aspettavo di più, ero partita bene poi purtroppo è venuta a mancare la gamba. Era un percorso che richiede tanta spinta ed ho sofferto nella parte centrale, ma in generale non ero brillante».

Venturelli ha corso con grande piglio. Il bronzo le è sfuggito allo sprint, che non è il suo forte
Venturelli ha corso con grande piglio. Il bronzo le è sfuggito allo sprint, che non è il suo forte

Soddisfazione Persico

Soddisfazione invece per Silvia Persico, come conferma l’abbraccio con il cittì Pontoni una volta arrivata davanti al pullman della nazionale.

Malgrado uno start dalla terza fila, Silvia è partita a razzo agganciandosi al terzo posto fino al quarto giro. Poi purtroppo le tulipane Vam Empel (prima), Pieterse (seconda) e Brand (terza), galvanizzate dal tifo casalingo da stadio, hanno aperto il gas e Silvia ha dovuto accontentarsi del quarto posto battendo in volata l’altra olandese Alvarado. 

«Ho cercato di prendere subito le prime posizioni – ha detto la Persico a fine gara – sapendo che parto abbastanza bene perché la gara pensavo si giocasse già dal primo giro e mezzo. Poi purtroppo mi sono fatta scappare Lucinda Brand, ma ho dato tutto fino alla fine».

E in effetti la rabbiosa volata sulla rampa finale ne è la conferma.

«L’ambiente? Bellissimo – prosegue la lombarda – c’era davvero tanta gente oggi, un tifo bellissimo. Ho sentito parecchie volte gridare il mio nome e questo mi ha fatto piacere considerando che abbiamo corso in Olanda. Poi devo anche ringraziare la mia famiglia, un gruppo di venti persone venute dall’Italia, credo di aver veramente onorato la maglia e adesso testa alla strada. 

Il punto di Pontoni:

«Le medaglie di legno – ha detto il cittì azzurro – sono state tante oggi. Ma siamo comunque soddisfatti. Due quarti posti che se si guardano nel dopo corsa danno fastidio, perché sono il peggior piazzamento che si possa fare, però siamo stati in corsa fino alla fine, siamo stati protagonisti, e questo conta per il futuro.

«Bravissima la Silvia, ricordiamoci che è partita in terza fila ed ha corso contro otto olandesi… Poi certo, alla fine tutti ricordano le medaglie ma il settore ha lavorato bene. Brave anche la Corvi e la Casasola».

Persico ha fatto una gara di rimonta, chiudendo al 4° posto
Persico ha fatto una gara di rimonta, chiudendo al 4° posto

Maluccio gli U23…

«E sì – prosegue Pontoni – purtroppo abbiamo bucato con loro. Magari un po’ più di sincerità da parte di qualcuno ci stava. Ma tutto sommato ci teniamo stretti questi risultati».

Ma il tecnico friulano già guarda avanti e domani ci sono ancora carte importanti da giocare. «Domani? La categoria juniores è un punto di domanda, chissà magari i ragazzi ci fanno un regalo inaspettato. Invece con le ragazze U23 e Filippo Fontana, un piazzamento nella top 10 sarebbe un bel risultato».

Riposo meritato per tutti i protagonisti, mentre pubblico e addetti ai lavori crepitano già per lo scontro dei titani di domani tra Van der Poel e Van Aert.