Questo weekend è il primo a casa per Federica Venturelli. Bici solo un po’, per tenere la gamba in condizione e il resto del tempo da passare sui libri, perché la scuola giustamente richiede concentrazione e attenzione. D’altronde la campionessa della Valcar-Travel&Service viene da due trasferte all’estero che hanno detto chiaramente qual è il suo valore nella categoria junior.
Per niente spaventata dalle nuove leve, la Venturelli si è presentata al via di due prove di Nations Cup, entrambe a tappe, EPZ Omloop Van Borsele in Olanda e Tour du Gevaudan Occitanie in Francia, portando a casa un secondo posto e una vittoria nelle classifiche generali. Una dimostrazione generale di superiorità che ha colpito soprattutto i selezionatori stranieri e che apre nuove prospettive.
«Non pensavo di andare così forte – ammette la diciottenne azzurra – avevo iniziato con calma, mi ero presentata a queste gare soprattutto per capire un po’ di più quale sia il mio valore da un anno all’altro. Sono arrivati due risultati insperati».
Proviamo a ripercorrere queste tre settimane così importanti. Presentando la corsa olandese avevi specificato come non fosse adatta alle tue caratteristiche…
La prima tappa a cronometro era piatta, oltre 14 chilometri, ma il vento l’ha resa molto dura. E’ stata quella a costruire la classifica perché le due frazioni successive erano piatte. Ho chiuso la prova contro il tempo al secondo posto, a 14” dalla britannica Sharp, una vecchia conoscenza perché ci siamo affrontate spesso in pista. Nelle tappe successive ho provato a rimontare attraverso i traguardi volanti che davano abbuoni, infatti ho più che dimezzato il divario. Entrambe si sono concluse in volata e quello non è davvero il mio forte.
Eppure sei finita sempre nelle zone alte, a cavallo della decima piazza.
Sapevo di dover comunque rimanere davanti per evitare rischi, io le volate le ho fatte, provavo a emergere per quanto possibile. Alla fine sono finita dietro per 4”, di più non si poteva davvero fare.
La seconda gara, due settimane dopo?
Era più breve, solo due tappe, ma molto più dure dal punto di vista altimetrico. C’erano molte salite, soprattutto nella prima parte e il gruppo si è frazionato. Nel finale siamo andate via io e la francese Bego e l’ho battuta allo sprint. La seconda era un po’ più semplice ed è diventata molto tattica, le nazionali hanno lavorato tantissimo e devo dire grazie alle mie compagne di squadra che hanno svolto un grande compito. Alla fine ho chiuso seconda dietro la Ferguson, ma davanti alla Bego e così ho conquistato la vittoria.
Che impressione hai tratto del livello generale?
L’impressione è che il livello non sia tanto diverso dallo scorso anno per la semplice ragione che era già molto alto. Sicuramente ho visto la francese molto cresciuta rispetto al 2022, era già una delle più forti al mondo di categoria, ma ora ha qualcosa in più. Poi vanno molto forte le due gemelle canadesi Holmgren ma loro le conosco bene, sono già ai vertici nel ciclocross e anche nella mtb, quando si va in salita sono davvero eccezionali. Fra le nuove spicca la Ferguson, sapevo che ne parlavano tutti ed è davvero di altissimo livello, non è un caso se ha vinto la seconda tappa in Francia.
E la Federica Venturelli di adesso è diversa da quella dello scorso anno?
Domanda difficile, perché mi accorgo che i parametri sono diversi. Cambiano le avversarie, ma sono cambiata anche io. Sento che dei miglioramenti ci sono, queste due trasferte mi hanno detto soprattutto che sono in grado di tenere un rendimento più costante, l’anno scorso andavo più a sprazzi. Riesco ad adattarmi di più a quel che mi propone ogni singola gara e questo fa parte della crescita.
E’ chiaro che stiamo parlando di juniores, ma emergere in due gare a tappe non è da poco. Pensi di avere una propensione per questo tipo di gare?
Io lo spero, diciamo che per ora vado bene, ma so bene che due corse che non vanno oltre i tre giorni di gara non fanno molto testo. Per ora vado bene in salita, ma non ho certo il fisico da scalatore. Quindi non posso sapere quale sarà il mio rendimento da elite fra qualche anno. So che dovrò fare tanta fatica, questo è sicuro.
Hai altre trasferte in programma?
Il 21 maggio c’è il Giro delle Fiandre dove vorrei far bene, poi ci sarà un periodo dedicato agli allenamenti in cui vorrei preparare bene il campionato regionale a cronometro. Ho visto in Olanda che, pur finendo seconda, sono lontana dai livelli dello scorso anno proprio perché non avevo fatto allenamenti specifici. E poi…
Poi?
Poi devo dare la precedenza allo studio. Ogni volta che torno a casa mi ritrovo con una caterva di compiti, di materie dove devo recuperare, ora sono le settimane decisive e mi devo concentrare sullo studio, quindi la mia amica bici verrà un po’ trascurata. Ma ci rifaremo, questo è sicuro.