Balsamo allo sprint, “Bastia” libera, “Longo” e Cavalli sui muri

25.09.2021
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Se con le junior è tutto più incerto, perché il gruppo ha meno riferimenti e la capacità di prestazione non permette grossi giochi di squadra, quando parla del mondiale delle donne elite, dei suoi muri, del vento e delle rivali, il discorso di Dino Salvoldi si fa più dettagliato.

«Quando giovedì abbiamo rifatto il sopralluogo – dice – abbiamo avuto la conferma che il percorso di per sé non è troppo impegnativo. L’esito della corsa sarà condizionato da due fattori. Uno è l’Olanda e l’altro è il meteo e non è detto che non siano legati fra loro. Se c’è vento nella prima parte, le olandesi sono capaci di trarne vantaggio. Se riescono a crearsi la superiorità numerica, poi dovranno solo scegliere chi mandare all’attacco. Per questo il nostro piano A è arrivare in volata con quello che resterà del gruppo».

In caso di sprint, sarà Confalonieri a tirare la volata a Elisa Balsamo
In caso di sprint, sarà Confalonieri a tirare la volata a Elisa Balsamo
Resti dell’idea che la deputata a fare lo sprint sarà Elisa Balsamo?

Direi proprio di sì.

Quindi Longo Borghini servirà soltanto per tenere cucita la corsa?

Niente affatto, perché di sicuro nel tratto dei muri attaccheranno e a quel punto lei e Marta Cavalli, le due ragazze con la miglior predisposizione per i dislivelli, dovranno entrare negli attacchi e non collaborare. Poi dovranno fare delle valutazioni. Vedere quante sono, chi sono e quali i rapporti di forza. Poi dovranno guardare indietro per capire cosa fa il gruppo. E se valutano che ci siano le condizioni per andare via, potranno anche collaborare.

Se non va via la fuga?

Immagino un gruppetto di 25-30 ragazze con italiane, tedesche e belghe che vorranno tenere la corsa per arrivare in volata. Ma dobbiamo stare svegli. Se va via un’olandese e prende 15 secondi, è finita. A meno che non trovi accordi sempre difficili da fare. Loro si caricano a fare la differenza, corrono a questo modo e se vedono il vantaggio, sono capaci di tenerlo. Solo loro possono fare la corsa, senza Olanda non c’è selezione. 

E se si arriva in volata c’è una tattica?

Lo schema è che a tirarla sia Confalonieri. La volata va fatta da destra verso sinistra, con l’ultima che si sposta al centro, ma non prima degli ultimi 150 metri. Forse anche oltre, perché prima la strada tira.

Cavalli sui muri del circuito esterno, Balsamo per la volata: il piano è chiaro
Cavalli sui muri del circuito esterno, Balsamo per la volata: il piano è chiaro
E la Bastianelli?

Le ho lasciato carta bianca fino alla campana. Può entrare nelle fughe e se riuscisse ad andare via bene, a noi farebbe solo piacere visto che è velocissima. Al momento della campana, tutti per la Balsamo ed eventualmente per la stessa Bastianelli se Elisa non stesse bene. In assoluto sono divise per coppie.

Coppie?

La prima fase sarà affidata a Cecchini e Guazzini. Poi ci saranno le due ragazze per i muri. Bastianelli libera, infine Confalonieri e Balsamo. Mi sarebbe piaciuto far correre Barbara Guarischi, che sa fare bene l’ultima in volata e viene da una grnade stagione, ma si corre soltanto in cinque e ho dovuto fare delle scelte.

Con le junior siamo in piena terra di nessuno?

Sarà una gara di ripartenze, non si vedranno azioni scriteriate, perché nessuna squadra è in grado di organizzarsi e inseguire. Per cui sarà fondamentale tenere le posizioni. A Trento sono state bravissime, supplendo con il gioco di squadra la differenza di individualità. Per come corrono, potrà esserci indistintamente un arrivo solitario, un gruppetto di 3-5 ragazze come pure il gruppo compatto.

Le junior puntano su Basilico e Ciabocco
Le junior puntano su Basilico e Ciabocco
E noi con chi ce la giochiamo?

Con Basilico e in seconda battuta con Ciabocco, seguendo con attenzione alcune ragazze. Linda Riedmann, la tedesca che ha vinto l’europeo. Ivanchenko, la russa che ha vinto la crono qui a Bruges. E forse la Backstedt, anche se il percorso non le si addice molto. Noi ci saremo, vedrete che ci faremo valere…

Balsamo alla Trek, sentiamo “Capo” Arzeni

09.09.2021
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Come quando se ne va una figlia. Alla Valcar la partenza di Elisa Balsamo verso la Trek-Segafredo ha prodotto le stesse emozioni dello scorso anno quando ad andarsene fu Marta Cavalli (in apertura, Elisa e la squadra sul podio del tricolore juniores 2016). A quanto ci ha raccontato Elisa, sarà allenata ancora da Davide Arzeni e proprio al “Capo” ci siamo rivolti per descrivere l’atleta che ai prossimi mondiali potrebbe essere la leader azzurra. Magari iniziando dalla prima volta che la vide.

Arzeni e patron Villa sono la spina dorsale della Valcar
Arzeni e patron Villa sono la spina dorsale della Valcar

Con Covi negli esordienti

Arzeni pianta subito una risata e la memoria torna indietro ad anni lontani, quando Elisa era esordiente e Davide aveva in squadra con sé Alessandro Covi, oggi professionista al UAE Team Emirates.

«Andammo a fare una gara in Piemonte – ricorda – e ne uscimmo con le ossa rotte, battuti una donna. L’ho preso in giro a lungo. Per coincidenza, accadde il 14 ottobre, lo stesso giorno in cui Elisa vinse il mondiale juniores a Doha. Quel giorno su Facebook uscì il ricordo di quella corsa e io lo mandai ad Alessandro. Ci ha battuto, gli dissi, ma almeno è una forte…».

A Doha 2016 la conoscevi già?

La conobbi prima di quel mondiale, a giugno 2015. Passava da junior di primo anno a junior di secondo. Io sapevo già che avrei preso in mano la Valcar e la osservavo. Abbiamo cominciato a lavorare insieme nell’autunno del 2015.

Si intuiva già che avesse un potenziale così grande?

Era chiaro e sono convinto che non lo abbia ancora espresso. E’ ancora giovane. Tenete conto che lei già nel 2015 fece i quartetti per qualificare l’Italia a Rio.

A Darfo Boario Terme, nel 2016 arriva il tricolore donne junior
A Darfo Boario Terme, nel 2016 arriva il tricolore donne junior
E’ sempre stata così meticolosa?

Non ha mai avuto dubbi, anche quando c’era da fare avanti e indietro tre volte a settimana da Cuneo a Montichiari. Il fatto che rimanga suo allenatore dipende da quello che succederà alla Trek, io non ho ancora parlato con nessuno.

Credi che per puntare forte su strada dovrà un po’ mollare la pista?

Bisogna capire che cosa succederà a livello di programmi della Trek per lei. Sicuramente ha tanti margini. L’ho sempre paragonata a Valverde, una che in salita si difende, ha uno scatto micidiale ed è veloce. Di quegli atleti che possono vincere tutte le gare. Mollare la pista del tutto però no, perché le piace. E’ chiaro che poi se la Trek ha dei programmi sul Giro o il Tour de France, non li prepari facendo i quartetti.

Pensi che possa far bene nelle corse a tappe?

Diciamo che noi l’abbiamo preservata e adesso ne beneficerà qualcun altro. Alla Vuelta, togliete le primissime, lei sulle salite ha sempre scollinato con le prime. Anche su salite di 15 chilometri. Quest’anno, pur con i lavori delle Olimpiadi da maggio a luglio fra palestra e pista, su strada si è mossa bene.

Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo, Letizia Paternoster, Doha 2016
Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo, Letizia Paternoster, Doha 2016. Arzeni lavorava già con il team Valcar
Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo, Letizia Paternoster, Doha 2016
Martina Fidanza, Chiara Consonni, Elisa Balsamo, Letizia Paternoster, Doha 2016. Arzeni lavorava già con il team Valcar
Quando hai saputo che sarebbe andata alla Trek?

Io non ho saputo niente fino all’annuncio. Non ho voluto sapere. Erano uscite notizie sulla Jumbo, ma era una sua scelta. Giusto che abbia deciso in autonomia.

E’ una dura?

Alle donne scappa sempre la lacrimuccia, ma è dura. Se pensate a quello che le è successo a Tokyo, che le sono passate sopra con la bici… Se la pedivella era messa in altro modo, si faceva male davvero. Il fatto che sia ripartita, vuol dire che è una dura. Con l’età aumenterà anche il carattere. E’ un’altra delle cose che può migliorare.

Di quale risultato ottenuto con lei vai più fiero?

Bisogna tornare indietro molti anni. Però direi la prima vittoria nel WorldTour, a Pasadena nel California del 2019. Abbiamo lavorato per lei e non ha sbagliato. Non era un percorso facile, salita ce n’era e ce n’era tanta. E la Arlenis Sierra è una dura da battere.

Nel 2018 a Monteveglio batte in volata Marta Bastianelli, campionessa d’Europa
Nel 2018 a Monteveglio batte in volata Marta Bastianelli, campionessa d’Europa
Salvoldi ha detto che sarà leader al mondiale…

Voglio godermela ancora un po’ in questo mese e mezzo, ci sono tante corse. Il mondiale è sicuramente un obiettivo. Poi ci sarà sicuramente la Roubaix, che è una cosa nuova per tutte. Ci stiamo preparando insieme.

E lei come sta vivendo il distacco?

Si muove e ragiona ancora come un’atleta della Valcar. Le ragazze alla Vuelta si sono messe a disposizione senza problemi. La viviamo come l’anno scorso con Marta, due bandiere della squadra. Negli ultimi sei anni, Elisa ci ha dato grandi soddisfazioni. Noi le abbiamo dato e lei ha restituito. Non ricordo più quanti mondiali ha vinto, mi pare cinque. Gli europei neppure li conto.

Tokyo 2020, la caduta che le poteva costare molto caro e secondo Arzeni dimostra che ha grinta da vendere
Tokyo 2020, la caduta che le poteva costare molto caro e secondo Arzeni dimostra che ha grinta da vendere
Hai parlato di Marta Cavalli, che ha cambiato pelle, migliorando tanto in salita e perdendo spunto…

Dipende dagli obiettivi che ha la squadra, ma Elisa non deve perdere il suo spunto veloce. Marta evidentemente ritiene di voler puntare a certe corse. Però adesso voglio pensare alle prossime corse, per gli addii ci sarà tempo dopo.

Longo Borghini leader e torna Guderzo. Salvoldi spiega

03.09.2021
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Niente di facile per il tecnico delle donne Salvoldi, che di ritorno dalle sfide olimpiche e gli europei U23 su pista, si è trovato ad allestire le squadre per gli europei di Trento. In un movimento che mischia spesso le elite con le under 23, dover comporre due squadre diverse potrebbe e in effetti è risultato complesso. Un solo dato è parso certo: a Trento avremo in Longo Borghini una leader fortissima.

«Alcune under – conferma il milanese – potrebbero correre con le grandi e farebbero anche bella figura. Soprattutto trovare otto ragazze adatte a quel tipo di percorso non è stato facile e alla fine si è riproposto comunque il tema di chi lasciare fuori».

Balsamo è rientrata dopo Tokyo al Simac, facendo fatica. Poi si è piazzata 5ª in avvio della Vuelta. Sarà leader ai mondiali
Balsamo è rientrata dopo Tokyo al Simac, facendo fatica. Poi si è piazzata 5ª in avvio della Vuelta. Sarà leader ai mondiali
Tolti i professionisti che hanno il tratto in linea, le altre categorie gireranno nel circuito. Qual è una valutazione tecnica per le donne?

Un percorso breve. Circuito di 13 chilometri diviso piuttosto nettamente in tre settori. Salita di 4 chilometri, discesa di 5 e tratto di pianura di 4. Da fine salita all’inizio della successiva ci sono poco più di 10 minuti. Come squadra puoi organizzarti per fare qualcosa in salita, ma vedrete che alla fine il tratto decisivo sarà il falsopiano in cima, il vero trampolino. Non vedo l’arrivo di una volata numerosa, quattro o cinque ragazze al massimo.

Parlando di under 23 che sarebbero state bene fra le elite, hai valutato anche Gaia Realini?

Non credo, parlando di elite, che avrebbe potuto trarre vantaggio da quel percorso. Mentre fra le under 23 la salita potrebbe essere più incisiva.

Gaia Realini correrà a Trento fra le under 23: sulla salita di Povo potrebbe fare la differenza
Gaia Realini correrà a Trento fra le under 23: sulla salita di Povo potrebbe fare la differenza
Abbiamo da considerare anche le junior…

In cui ogni anno c’è una ragazza fortissima con cui fare i conti. Quest’anno pare si tratti della tedesca Linda Riedman, classe 2003, che al Tour du Gévaudan Occitanie ha battuto la nostra Francesca Barale. Ma forse stavolta su quel circuito l’asso nella manica potremmo averlo anche noi con Eleonora Ciabocco. Non la conoscono, sanno che è campionessa italiana e potrebbe essere una bella sorpresa.

Fra le under 23 chi può farci paura?

Forse le francesi, ma come collettivo credo che siamo superiori noi.

Guazzini correrà la crono U23 di Trento: qui in quella del Simac Ladies Tour, chiusa in 11ª posizione
Guazzini correrà la crono U23 di Trento: qui in quella del Simac Ladies Tour, chiusa in 11ª posizione
Veniamo alle grandi…

Vedo sopra tutte la Van Vleuten e la Voss sul fronte olandese, Lizzie Deignan per la Gran Bretagna e la nostra Longo Borghini. Elisa ha avuto una bellissima svolta. Parlavo con lei prima di Plouay, che per lei era il rientro dopo lo stage in altura. Ci dicevamo che quella è sempre stata una corsa molto indicativa per il mondiale, per tipo di percorso e partecipazione. E lei l’ha corsa e dominata, mostrando di averne più delle avversarie (Elisa Longo Borghini è l’atleta nella foto di apertura, ndr).

Tokyo ha segnalato anche Marta Cavalli, che poi ha avuto qualche intoppo…

Marta è molto attenta e professionale. Mi pare abbia avuto qualche difficoltà a gestire i carichi di lavoro, quasi che per la voglia di migliorare si alleni troppo. Adesso sta bene e si aspetta di uscire con una buona gamba dalla Vuelta.

Ciabocco darfo 2021
Oltre a Francesca Barale, tra le junior puntiamo su Eleonora Ciabocco, tricolore strada, molto forte in salita. Possibile leader fra le junior
Ciabocco darfo 2021
Oltre a Francesca Barale, tra le junior puntiamo su Eleonora Ciabocco, tricolore strada. Possibile leader fra le junior
La sorpresa, se così si può dire, è la presenza di Tatiana Guderzo. Non si aveva la sensazione di un rapporto più tanto idilliaco fra voi…

Non abbiamo litigato, ci siamo parlati e ci siamo detti quello che andava detto. Dopo la Norvegia ha avuto qualche acciacco, per cui siamo rimasti di aggiornarci dopo la Vuelta per valutare bene la sua situazione.

Nella crono non correrà Elisa Longo Borghini, tricolore in carica, perché?

E’ stata una scelta condivisa. Perché il percorso è piatto ed è meglio con lei concentrarci forte sulla strada. Mentre farà il Team Relay, in cui potrà essere di grande aiuto. Invece fra le under 23 la crono la farà Vittoria Guazzini, che su quel percorso può fare bene.

Pensi che le reduci della pista di Tokyo possano avere qualche vantaggio da tutto il lavoro svolto, come Viviani, Ganna e Consonni?

Le ragazze hanno finito tardi le Olimpiadi, poi hanno staccato per una settimana e hanno ripreso al Simac Ladies Tour in Olanda. Da lì in poi hanno detto di aver iniziato ad avere buone sensazioni, per cui direi che il lavoro tornerà utile, quando sarà stato trasformato del tutto.

Marta Cavalli è rientrata da poco alle corse, dopo aver smaltito un affaticamento. E’ una delle più in vista per Trento
Marta Cavalli è rientrata da poco alle corse, dopo aver smaltito un affaticamento. E’ una delle più in vista per Trento
In ballo c’è anche il mondiale, si parla dello stesso gruppo di ragazze?

Non esattamente, ma domenica sera dopo la Vuelta vorrei dare anche i nomi per Leuven. E credo che la nostra leader sarà Elisa Balsamo, su un percorso molto adatto a lei. Non è duro come si vuol far credere, si fa un solo giro sul muro in pavé e poi ci saranno altri 40 chilometri sul circuito che ricorda molto quello di Glasgow vinto dalla Bastianelli.

Quando partirete per Trento?

Il 6 settembre con le ragazze della crono e poi arriveranno le stradiste. Alloggeremo sulla cima del Bondone, come logistica non è comodissima, ma se non altro non patiremo il caldo…

Le convocate per Trento

A seguire le ragazze convocate da Salvoldi per le sfide europee di Trento. Il cittì lombardo gestisce con Paolo Sangalli tutto il bacino del ciclismo femminile: un numero molto elevato di atlete, un ruolo niente affatto semplice, che però finora ha svolto in modo tecnicamente ineccepibile.

ELITE TEAM RELAY
Marta CavalliFiamme Oro /FDJ Nouvelle Aquitaine
Elena CecchiniFiamme Azzurre/Team SD Worx
Elisa Longo BorghiniFiamme Oro/Trek-Segafredo
CRONO JUNIORES
Francesca BaraleAsd VO2 Team Pink
Carlotta CipressiAsd VO2 Team Pink
CRONO ELITE
Vittoria BussiOpen Cycling Team
Elena CecchiniFiamme Azzurre/Team SD Worx
CRONO U23
Vittoria GuazziniFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
(una da definire)
STRADA JUNIORES
Francesca BaraleAsd VO2 Team Pink
Monica CastagnaTeam Wilier Chiara PIerobon
Matilde CerielloRacconigi Cycling Team
Eleonora CiaboccoTeam Di federico
Carlotta CipressiAsd VO2 Team Pink
Francesca PellegriniValcar-Travel&Services
STRADA U23
Camilla AlessioBePink
Giorgia BarianiTop Girls-Fassa Bortolo
Vittoria GuazziniFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
Barbara MalcottiValcar-Travel&Services
Gaia RealiniIsolmant-Premac-Vittoria
Silvia ZanardiBePink
STRADA ELITE
Elisa BalsamoFiamme Oro/Valcar-Travel&Services
Sofia BertizzoloFiamme Oro/LIV Racing
Marta CavalliFiamme Oro/FDJ Nouvelle Auitaine
Tatiana GuderzoFiamme Azzurre/Ale BTV Ljubljana
Elisa Longo BorghiniFiamme Oro/Trek-Segafredo
Erica MagnaldiTea Ceratizit-WNT
Soraya PaladinLIV Racing
Debora SilvestriTop Girls-Fassa Bortolo

Si ricompone alla Trek la coppia olimpica. Parla Bronzini

01.09.2021
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La notizia, come tante altre in questo periodo, circolava nell’aria già da qualche tempo e su bici.PRO a metà agosto c’era stata una mezza anticipazione data dalla diretta interessata sul proprio futuro lontano dalla Valcar Travel&Service. Si erano scatenate alcune ipotesi, ora è ufficiale: Elisa Balsamo ha firmato per la Trek-Segafredo un contratto triennale a partire dal 2022. La 23enne atleta piemontese nel team WorldTour troverà le sue compagne di nazionale Elisa Longo Borghini e Letizia Paternoster (le due fanno coppia nella madison olimpica nella foto di apertura) e si porterà in dote non solo diversi importanti successi da elite (al momento sono otto totali compreso quello agli europei U23 a Plouay l’anno scorso), ma anche tanto potenziale ancora da sviluppare.

Anche Bronzini ha corso su pista e vinto un mondiale
Anche Bronzini ha corso su pista e vinto un mondiale

Parla Bronzini

Una delle grandi estimatrici della Balsamo è da sempre Giorgia Bronzini, diesse della Trek-Segafredo, reduce con la sua squadra dal Simac Ladies Tour in Olanda in cui ha raccolto un terzo posto finale con Ellen Van Dijk e dove ha vissuto uno spavento per la brutta caduta della Paternoster nella terza tappa.
«Anche nelle corse femminili – ci racconta la piacentina mentre le facciamo compagnia al telefono durante il suo trasferimento in auto verso le gare in Spagna della Challenge by LaVuelta – c’è sempre più tensione, con tanti battibecchi. Letizia ha dato una bella botta, per fortuna ha solo qualche costola incrinata ed il casco le ha salvato la vita, ma forse sarebbe stato meglio che qualcuno fosse venuto a chiederci scusa o comunque chiarire la situazione».

Torniamo però sul colpo di mercato fatto dalla Trek-Segafredo – al termine di un lungo interessamento – provando a fare un discorso in proiezione futura sulla Balsamo.

Elisa Balsamo ha dimostrato di essere a suo agio anche sui percorsi del Nord: obiettivo Fiandre e… mondiale di Leuven
Elisa Balsamo ha dimostrato di essere a suo agio anche sui percorsi del Nord: obiettivo Fiandre e… mondiale di Leuven
Giorgia, un’altra giovane italiana che va all’estero, cosa ne pensi?

Credo che sia giusto così. Al momento se le nostre migliori ragazze vogliono fare uno step successivo devono andare in formazioni WorldTour fuori dall’Italia. Hanno fatto una scelta giusta sia lei che le altre.

Quali sono le migliori qualità di Elisa tu che la conosci bene?

E’ professionale innanzitutto. Sin da quando era junior, aveva ben chiaro cosa dovesse fare per essere corridore. Ha dedizione e spirito di sacrificio. Poi chiaramente ha talento e lo sa allenare. E’ forte sia su strada sia in pista. Può crescere ancora tanto.

Anche tu ti sei divisa con grandi risultati tra strada e pista. Possiamo dire che potrebbe diventare la tua erede?

Assolutamente sì, non solo per il suo spunto molto veloce. Anzi credo che lei in più rispetto a me abbia anche la sparata o la progressione, date dal lavoro in pista col quartetto. Ad esempio, se io fossi partita a 2 chilometri dall’arrivo, mi avrebbero ripresa dopo cinquecento metri. Mentre Elisa, se vuole, ha anche il colpo da finisseur. Diciamo che con le doti tecnico-fisiche che ha, può far convivere molto bene sia strada che pista, specialmente con un calendario adeguato.

Balsamo lascia la Valcar dopo cinque anni in cui è cresciuta in modo importante
Balsamo lascia la Valcar dopo cinque anni in cui è cresciuta in modo importante
Balsamo ha dimostrato di trovarsi particolarmente a suo agio nelle corse del Nord, specialmente quest’anno dove ha vinto una gara e ha ottenuto ottimi piazzamenti. Può essere la prossima italiana a vincere il Giro delle Fiandre dopo Longo Borghini e Bastianelli?

Sì, è una gara che è certamente nelle sue corde e che maturerà con l’esperienza.

Alle Olimpiadi di Tokyo è stata particolarmente sfortunata sia nella madison che nell’omnium, però lei ha già dato appuntamento a Parigi. Quindi prendendo spunto dalle tue parole potrebbe essere la punta azzurra in pista e in strada?

Certo, secondo me sì. Magari già in Giappone avrebbe potuto correre in entrambe le discipline, ma credo che sia stato giusto così. Elisa è in crescita sia da una parte che dall’altra e se riuscirà a far incastrare tutte le date dei maggiori appuntamenti di pista e strada potrà raccogliere buoni risultati. Nel 2024 se dovessero disegnare un percorso simile a quello di Londra 2012 potrebbe davvero tentare la coppia strada-pista o comunque andarci molto vicino. 

Il 14 marzo ha vinto in Belgio il Gp Oetingen, battendo in volata Marianne Vos, bestia nera di Bronzini
Il 14 marzo ha vinto il Gp Oetingen, battendo in volata Vos, bestia nera di Bronzini
Chiudiamo con una battuta. Finora la Balsamo ha battuto quattro volte la Wiebes ed un paio di volte in più ha fatto l’olandese sull’azzurra. Può nascere una nuova sfida Italia-Olanda come è stata tra te e la Vos?

La Wiebes è molto forte, ma spero di no per Elisa, una Vos basta e avanza (ride, ndr). Marianne è ancora incredibile, è stata la mia bestia nera, anche se poi tante volte la sono stata io per lei e questo dualismo credo che abbia fatto crescere entrambe. Elisa sta già correndo contro la Vos e le è capitato anche di batterla in volata (il 14 marzo nel Gp Oetingen in Belgio vinto dalla Balsamo, dove l’olandese ha chiuso al terzo posto, ndr). Non so quanto correrà e vincerà ancora, però diciamo che intanto Elisa potrebbe anche prendere spunto da lei visto che per certi aspetti le trovo simili.

La nuova Longo scende dall’altura e le suona tutte a Plouay

31.08.2021
4 min
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L’avevamo lasciata con il racconto del bronzo di Tokyo sulle strade di Sestriere e difficilmente si poteva pensare che alla prima gara dopo l’altura, Elisa Longo Borghini graffiasse già con tanta potenza. Invece la campionessa italiana è andata a Plouay e mostrando una freschezza da prima della classe ha staccato le avversarie su un percorso che solitamente chiama la volata. La Trek-Segafredo voleva difendere la vittoria di Lizzie Deignan del 2020 e l’operazione è riuscita alla grande.

«L’idea poteva essere di arrivare in volata con Audrey Ragot che è bretone – racconta Elisa – ma quando mi hanno ordinato di attaccare, io l’ho fatto. E onestamente è stato bello. Mi sono allenata tanto a fare le volate al cartello, ma arrivare da sola dà tutta un’altra serenità».

Si correva per la volata, ma la caduta di Audrey Ragot ha spinto la Trek ad attaccare
Si correva per la volata, ma la caduta di Audrey Ragot ha spinto la Trek ad attaccare

Forte. Calma. Sicura. E’ come se i mille discorsi fatti negli ultimi anni con chi la seguiva stiano arrivando a compimento tutti insieme. E ti rendi conto che sta accadendo tutto perché qualcosa è scattato nella sua testa. Nulla altrimenti sarebbe stato possibile.

Pensavi di essere così brillante dopo il lavoro in altura?

Di solito soffro un po’, ma dopo i primi tre giri di rodaggio sul percorso, mi sono sentita bene. Sono contenta. Perché a Sestriere ho lavorato bene e con la testa libera. E a Plouay sono partita felice di correre.

La testa libera?

Ad agosto finalmente ho potuto dedicarmi agli affetti e questo ha fatto la differenza. Ho affrontato i giorni di Sestriere con un bel piglio, ma in modo tranquillo, senza concentrarmi troppo ad esempio su quello che mangiavo. Un bel periodo di lavoro tosto, ma sereno. Credo che la parola giusta sia serenità. Ho fatto le mie sei ore, i 40-20 e ho lavorato anche per le volate… Non sono andata a fare melina, altrimenti a Plouay non sarei andata così bene.

Arrivo solitario per Elisa che lo scorso anno aveva aiutato Deignan. Battute Verhulst e Faulkner
Arrivo solitario per Elisa che lo scorso anno aveva aiutato Deignan. Battute Verhulst e Faulkner
Adesso la Vuelta?

Che servirà per fare ritmo e prepararmi bene per gli europei. Quella della nazionale non è una maglia qualunque. Penso di averlo dimostrato. E con il fatto che si corre in Italia, davvero vorrei ben figurare.

A proposito di azzurro, arriva in Trek un’altra azzurra come Elisa Balsamo. Che effetto fa?

Sono sempre stata a favore di questo ingaggio, ho spinto tanto. Elisa ha grandi potenzialità e talento da vendere. La vedo vincere corse come il Fiandre, per intenderci. Ha già ottenuto vittorie di classe e ha uno spunto veloce notevole. Non è impossibile neppure che possa vincere una corsa come il Trofeo Binda, perché sulle salite brevi può dire la sua e poi in volata le secca tutte.

Dal 2022 alla Trek arriverà Elisa Balsamo. Eccole insieme ai mondiali 2019: Longo 5ª , Balsamo 47ª
Dal 2022 alla Trek arriverà Elisa Balsamo. Eccole insieme ai mondiali 2019: Longo 5ª , Balsamo 47ª
Europei a Trento e mondiali in Belgio: quale preferisci?

Forse Trento ha un percorso che mi si addice di più e, correndo in Italia, la sento di più. Il mondiale sulla carta è più una corsa per gente veloce, ma voglio ugualmente arrivarci in forma.

Non lo dice, ma anche Plouay passava per essere una corsa per gente veloce e abbiamo visto come sia finita. La nuova Elisa 2021, che corre serena e spesso col sorriso, ha imparato che non esistono imprese impossibili se si attacca il numero con la testa sgombra. La corsa di domenica insegna più di mille parole. 

Balsamo, operazione strada per sorridere e superare Tokyo

15.08.2021
5 min
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Quando anche i lividi sono spariti, Elisa Balsamo si è accorta che il pensiero delle Olimpiadi faceva ancora male e ha capito che superare quella caduta richiederà altro tempo. Sono passati sette giorni, improvvisamente Tokyo sembra lontanissima, eppure è accaduto tutto domenica scorsa. E ieri, come anche Vittoria Guazzini, Elisa ha ricominciato ad allenarsi dopo 4-5 giorni di stacco da tutto. Anche da terra, dato che una foto su Instagram l’ha mostrata appesa alla vela di un parapendio con il lago di Piano sullo sfondo.

«Di Tokyo e di quello che è successo – sorride con pudore – sto cercando di parlarne il meno possibile. Non è una cosa semplice da superare, una delusione veramente grande. Fortunatamente, per quello che è stata la caduta, non mi sono fatta niente ed è un mistero come sia stato possibile. Il dolore all’addome è andato avanti per qualche giorno. Ma quando mi sono rialzata, mi sono resa conto che era stata una caduta letale, soprattutto mentalmente. Non ci voleva, perché fisicamente stavo bene, lo avevo capito dai quartetti».

Prima di riprendere e per superare i cattivi pensieri ha staccato da tutto: battesimo sul parapendio (foto Instagram)
Prima di riprendere e per superare i cattivi pensieri ha staccato da tutto: battesimo sul parapendio (foto Instagram)

Modalità strada

Ti senti un po’ in colpa ad averle fatto ricordare e glielo dici, ma lei sorride ancora, dice tutto d’un fiato e poi voltiamo la pagina.

«Voglio pensare alla squadra – ammette – neanche mi va di guardare troppo lontano, parlare di Parigi. La stagione è ancora lunghissima, ci sono tanti appuntamenti importanti. Perciò il primo passo sarà ripartire dal Boels e non certo per fare risultato, ma per trovare la gamba, con il pensiero del mondiale su strada che mi stimola e mi fa stare serena. Non ne ho parlato con Dino, ma ce l’ho in testa da quando alla Freccia del Brabante andammo a vedere il percorso. Se fossi la Elisa di questa primavera, di certo lo vedrei in un certo modo. Ma non prendo la bici da strada per fare salite praticamente da un mese. Ho fatto carichi di lavoro pesanti, quindi devo rimettermi in modalità strada. E se ci riesco, so di non essere una velocista pura e di potermela cavare su certi percorsi».

Atleta completa

Su un punto, il cittì Salvoldi e il suo diesse Arzeni concordano: Elisa può andare molto forte anche su percorsi più duri. Al punto che il primo per un solo secondo, arrestandosi poi davanti agli impegni della pista, aveva annotato il suo nome per la prova su strada di Tokyo nell’eventualità della volata. Mentre il secondo, in primavera disse che presto o tardi la ragazza potrà correre per vincere anche il Trofeo Binda. E i tempi per capirlo sono ormai prossimi, perché a partire dal 2022, Elisa lascerà la Valcar e farà il salto verso il WorldTour.

«Sicuramente non sarà facile lasciare la Valcar – dice – perché per sei anni è stata la mia famiglia. Davide (Arzeni, ndr) rimarrà il mio preparatore e le persone che mi seguono da vicino rimarranno le stesse. Ma mi sono resa conto che per crescere devo fare altre esperienze, correre con ragazze che possano insegnarmi qualcosa di più grande. Mettermi a loro disposizione, sperando che un giorno, quando starò bene, aiutino me. Potevo andare via anche prima, ma ho creduto nel progetto ed è stata una scelta vincente. Ogni anno ho cercato di migliorare poco per volta. E devo dire grazie a loro per quello che sono diventata».

Per i mondiali di Leuven serviranno le gambe di primavera per superare gli strappi del percorso fiammingo
Per i mondiali di Leuven serviranno le gambe di primavera per superare gli strappi del percorso fiammingo

Nuovo team

Per lei si è parlato di un signor contratto, ma al di là delle cifre è significativo che la svolta ci sia stata e anche una ragazza possa ormai puntare sul professionismo senza essere guardata con sufficienza. Com’era nel 2016, appena cinque anni fa, quando vincendo la volata di Doha si segnalò al grande mondo con la sua maglia iridata.

«Il ciclismo femminile è davvero in crescita – dice – nel giro di un paio di stagioni le cose saranno al pari con gli uomini. E non parlo di soldi, ma anche di squadre e organizzazione. Si potrà essere ciclista senza la preoccupazione che un domani ti ritroverai senza un soldo e senza un mestiere. Non è stato facile individuare la squadra giusta, sono stata a lungo indecisa fra tre o quattro. Alla fine la discriminante è stata la serenità dell’ambiente, che mi permette di rendere al meglio. Abbiamo iniziato a sentirci e fare i primi passi. Mi hanno lasciato carta bianca con il preparatore, dicendo che se mi trovo bene e ci sarà relazione con quelli della squadra, non c’è motivo di interrompere la collaborazione. Presto sarà fatto il comunicato per ufficializzare il passaggio. Però intanto si lavora. Al Boels mancano dieci giorni e ho tanti chilometri da fare. Perciò, buon Ferragosto a tutti, ci vediamo presto».

Salvoldi lancia la volata su Parigi 2024: tre anni a tutta

12.08.2021
4 min
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Una medaglia su strada e tanto rammarico in pista, con un occhio su Parigi 2024. Così si può sintetizzare in poche parole l’Olimpiade di Tokyo per le ragazze azzurre che ancora una volta hanno fatto affidamento sulla donna dei grandi appuntamenti, Elisa Longo Borghini, che proprio come a Rio 2016 si è messa al collo il bronzo nella prova in linea conclusasi all’autodromo del Monte Fuji, arricchendo la già vasta collezione di perle raccolte nelle tre grandi rassegne internazionali (Olimpiadi, mondiali ed europei). 

Al velodromo di Izu, invece, la fortuna non ha girato dalla parte delle nostre portacolori e, dopo un convincente sesto posto nell’inseguimento a squadre, due cadute di cui è stata vittima Elisa Balsamo hanno compromesso i sogni di gloria sia nella madison (con Letizia Paternoster) sia nell’omnium.

Secondo Salvoldi, in vista di Parigi 2024 ci sarà da ragionare sul lancio del quartetto: qui tocca a Rachele Barbieri
Secondo Salvoldi, in vista di Parigi 2024 ci sarà da ragionare sul lancio del quartetto: qui tocca a Rachele Barbieri

Punti deboli e soluzioni

Il ct Dino Salvoldi guarda già avanti, ripartendo dal quartetto che aveva aperto le danze: «Nell’inseguimento a squadre, da un punto di visto cronometrico e dal gap con le avversarie di alto livello, l’analisi finale è positiva. Sappiamo benissimo quali sono i nostri punti deboli e ci lavoreremo. Sicuramente, dobbiamo migliorare il ruolo e l’attitudine dell’atleta che fa la partenza, ma soprattutto la seconda tirata di chi fa la partenza, perché quel momento lì è cruciale». Ai Giochi, il compito di lanciare il quartetto è toccato in due occasioni a Rachele Barbieri e in una a Martina Alzini.

Non solo pista

«Questo gruppo è giovanissimo, nato dopo l’Olimpiade di Rio 2016, dove ci eravamo presentati con un quartetto completamente diverso. Le conosco tutte da quando hanno 15-16 anni e qualcuna di loro avrebbe attitudini più mirate verso la pista, come Barbieri e Fidanza. Però è un discorso più ampio e non è nella nostra cultura quello di copiare altre situazioni. Le risorse per potersi concentrare solo sulla pista ci sarebbero, ma non fa parte della nostra tradizione», precisa il ct del settore femminile azzurro.

Due cadute hanno condizionato e falsato le Olimpiadi di Elisa Balsamo
Due cadute hanno condizionato e falsato le Olimpiadi di Elisa Balsamo

Verso Parigi 2024

Chissà che qualcosa non cambi dopo l’Olimpiade di Tokyo, con tante ragazze che comincino a guardare la pista non come piano B, ma come alternativa di prima classe alla strada.

«In ambito femminile, si è visto che strada e pista possono convivere senza problemi in modo indifferenziato – prosegue Salvoldi – poi però, ad altissimo livello, in alcuni momenti e in occasione di un certo tipo di eventi, ci vuole una specializzazione e un lavoro più mirato per la pista, trovando un compromesso con l’attività su strada».

L’avvicinamento per Parigi 2024 è già partito: «Il nostro settore funziona e ha dato risultati in continuità. Ci sono grandi prospettive, anche se abbiamo nell’immediato il problema di Montichiari che ci obbligherà a riadattare i programmi nell’inverno e a fare dei mini raduni in Svizzera, preferibilmente a Grenchen, in alternativa a Aigle».

Piste e velocisti

La speranza per il futuro è che in Italia, visti i risultati della pista, non ci sia più soltanto un velodromo su cui fare affidamento. C’è ancora tanto da fare, a riguardo, come conferma il presidente della Federciclismo italiana, Cordiano Dagnoni.

Salvoldi con Amadio e Villa: i settori pista endurance lavorano bene, i tecnici saranno confermati?
Salvoldi con Amadio e Villa: i settori pista endurance lavorano bene, i tecnici saranno confermati?

«Dobbiamo lavorare sulle strutture – dice – potenziare le piste, soprattutto quelle coperte perché abbiamo solo Montichiari che è part-time. Di velodromi ne abbiamo tanti, come San Francesco al Campo o San Giovanni al Natisone dove abbiamo fatto di recenti i campionati italiani. Poi, in Lombardia, ci sono Dalmine che funziona benissimo o Busto Garolfo, in aggiunta, sono iniziati i lavori di ristrutturazione di quello di Crema. In giro per l’Italia ce ne sono diversi, anche al Sud e si parla, ad esempio, di mettere a posto quello di Monteroni di Lecce. Però, servono anche le piste coperte per l’attività invernale. Poi bisognerà creare da capo il movimento per le discipline veloci della pista, in cui a Tokyo non c’era nessuno».

In tre anni

Mancano soltanto tre anni alla prossima avventura olimpica di Parigi 2024 e l’Italia della pista vuol farsi trovar pronta, per raccogliere un bottino ancor più ricco in termini di medaglie, con le donne pronte a dare il loro contribuito ai colleghi maschi, mattatori a Tokyo con l’oro storico dell’inseguimento a squadre (61 anni dopo Roma 1960) e la zampata di bronzo del portabandiera Elia Viviani nell’omnium.

Balsamo, ancora sfortuna. E stavolta che paura…

08.08.2021
4 min
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Elisa Balsamo non porterà certo nel cuore l’Olimpiade di Tokyo. La sfortuna e due cadute hanno negato alla piemontese la possibilità di esprimere il suo enorme potenziale, che aveva convinto il ct azzurro Dino Salvoldi a darle fiducia non soltanto per la madison con Letizia Paternoster, ma anche per l’omnium odierno, in cui la cuneese poteva inserirsi per la lotta per le medaglie.

Ultimo oro del ciclismo per Jennifer Valente (USA), su Yumi Kajihara (Giappone) e Kirsten Wild (Olanda)
Ultimo oro del ciclismo per Jennifer Valente (USA), su Yumi Kajihara (Giappone) e Kirsten Wild (Olanda)

Scratch e stop

I sogni si sono però infranti a tre giri dalla fine dello scratch, la prima fatica delle quattro previste dal nuovo format olimpico dell’omnium che, fino a Rio, ne prevedeva sei spalmate su due giorni. Un volo pazzesco, che ha fatto tenere il fiato anche per il momento in cui l’egiziana Ebtissam Ahmed Zayed le è praticamente passata sopra con la sua bicicletta. Doppio colpo fisico e psicologico: la guerriera Elisa ha tenuto duro, ma era difficile chiederle l’impresa dopo quanto successo e il quattordicesimo posto finale ne è stata la conseguenza, mentre sui tre gradini più ambiti al velodromo di Izu sono salite la statunitense Jennifer Valente (oro), la giapponese Yumi Kajihara (argento) e l’olandese Kirsten Wild (bronzo).

«Non potevo ritirarmi perché siamo a un’Olimpiade e ho provato a risalire in pista – ha raccontato ancora frastornata Elisa appena terminata la gara – la caduta non ci voleva né dal punto di vista fisico né da quello mentale. L’idea che una persona ti passi sopra allo stomaco con la sua bicicletta mette i brividi, per fortuna non mi ha colpito coi pedali. Sono stata sfortunata».

Doppia caduta

Non una spedizione fortunata sulla pista per le ragazze di Dino Salvoldi. Dopo il sesto posto nell’inseguimento a squadre, infatti, due cadute di fatto ci hanno tolto di mezzo dalla lotta per le medaglie.

«Purtroppo gli episodi ci hanno penalizzato – ha commentato il ct azzurro – il rammarico è stato di non poter dimostrare quello che valiamo a causa di questi episodi che possono succedere. Quando è caduta, Elisa era messa molto bene. E’ stata una brutta caduta e dopo aveva dolore all’addome e alla schiena, abbiamo valutato se continuare o meno e, a ogni gara, siamo partiti senza sapere se l’avrebbe completata. La caduta nella madison non aveva lasciato strascichi fisici, probabilmente l’ha condizionata un po’ a livello mentale. Però è partita per fare l’omnium al meglio possibilità ed ha avuto sfortuna. Dopo i quartetti avevamo fatto di nuovo tutte le valutazioni e secondo noi era la più in condizione delle nostre e con grandi attitudini per questa prova, purtroppo è andata così».

Garanzia “Longo”

Per il settore femminile così, l’unica splendida, gioia è il bronzo su strada della “solita” Elisa Longo Borghini, una garanzia in quanto a medaglie nei grandi appuntamenti.

Medaglia d’oro all’americana Valente, bel souvenir dal Giappone
Medaglia d’oro all’americana Valente, bel souvenir dal Giappone

Il bilancio di Salvoldi: «Quando si vince una medaglia olimpica, il bilancio è sempre positivo perché tutti sono per quell’obiettivo. Elisa è stata superlativa ad andare a conquistarsi questo bronzo, poi rimangono le buone prestazioni cronometriche del quartetto in tutte le prove che ha disputato. C’è il rammarico, come dicevo, della sfortuna e di non aver potuto correre le altre due gare al meglio per gli episodi che conosciamo».

Madison nata male, ma “Pater” e Balsamo sono già a Parigi

06.08.2021
3 min
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Una madison nata male. Al velodromo di Izu le ambizioni di medaglia di Letizia Paternoster ed Elisa Balsamo sono durate pochi giri. Un sorpasso azzardato di una rivale ha fatto terminare giù la piemontese e a quel punto è stato impossibile tornare in corsa per salire sul primo podio tutto al femminile della disciplina che domani (ore 9,55 italiane, sincronizzate gli orologi) vedrà impegnati Elia Viviani e Simone Consonni, a caccia della seconda medaglia per ciascuno all’Olimpiade di Tokyo.

Inglesi, danesi e russe (con la sigla ROC): il podio della Madison di Tokyo 2020
Inglesi, danesi e russe (con la sigla ROC): il podio della Madison di Tokyo 2020

Podio tutto europeo

Chiaramente deluse le due azzurre perché la medaglia se la sentivano nelle gambe e, invece, hanno dovuto vederle al collo delle colleghe britanniche (oro) Laura Kenny e Katie Archibald, insieme alle danesi (argento) Amalie Dideriksen e Julie Leth e alle russe (bronzo) Gulnaz Khantuntseva e Mariia Novolodskaia.

Prende la parola Letizia, che non nasconde il rammarico: «Siamo state molto sfortunate, l’importante è che Elisa non si sia fatta male. Oggi fin dall’inizio mi sentivo molto bene a livello fisico e ci credevo più che nell’inseguimento a squadre. Speravo in qualcosa di più grande e la sognavo davvero questa medaglia, seppur sapevo che sarebbe stato difficile».

Elisa è sconsolata: «L’irlandese è passata sotto il cambio e mi ha buttato a terra. Ho preso una bella botta, ma per fortuna sto abbastanza bene. Difficile trovare la freddezza per provare a ripartire, purtroppo la gara era già esplosa. Ho battuto la testa sulla nuca e ho strisciato un po’ sulla pista perché non riuscivo a fermarmi. Non fa piacere che qualcuno sbagliando abbia compromesso la nostra gara. E direi che la caduta è successa in un momento in cui non ci voleva e non è stata nemmeno colpa nostra. È stata una madison completamente diversa dalle solite perché è stata tiratissima dal primo metro, è stata un’esperienza anche questa».

Letizia Paternoster dà il cambio ad Elisa Balsamo, alla fine le azzurre hanno chiuso all’8° posto
Letizia Paternoster dà il cambio ad Elisa Balsamo, alla fine le azzurre hanno chiuso all’8° posto

Pensando a Parigi

Letizia guarda avanti verso il futuro più lontano: «L’unico spiraglio che vediamo in questo momento è che fra tre anni a Parigi ritorneremo sicuramente con più voglia e più arrabbiate. Per Tokyo è stato un avvicinamento dopo un anno difficilissimo e se l’Olimpiade fosse stata l’anno scorso, non ci sarei stata. Comunque, per fortuna a Parigi non manca tanto per la rivincita».

Per la rivincita di Elisa, invece, basta aspettare domenica con l’omnium: «Salirò in pista per dare il massimo e l’obiettivo è di uscire dalla pista senza recriminazioni. Vediamo cosa verrà».