Un’uscita quasi inaspettata e tanto divertimento. Per Gianluca Brambilla l’ultimo allenamento fatto a Livigno non è stato solo un giorno di lavoro. Il corridore della Trek-Segafredo ha incontrato Fausto Masnada e insieme sono partiti alla volta del “giro della morte”.
Tra ironia e aspetti tecnici, “Brambi” ci racconta questo giorno di… ordinaria amministrazione ad alta quota. Un racconto che lascia magari anche qualche spunto su come un pro’ di alto livello imposta la distanza.
Toh, c’è Fausto
Brambilla è tornato a casa proprio ad inizio settimana. Per lui si è trattato quasi più di una “vacanza ad alta quota” (vacanza con due virgolette grosse così), più che di un’altura vera e propria. E proprio per questo, forse, questa storia forse assume più valore.
«Qualche giorno in montagna con la famiglia – racconta Brambilla – per sfuggire al caldo e anche per questo non avevo in programma nessun lavoro specifico.
«Il giorno che abbiamo fatto quella distanza è andata così. Dovevo fare 4 ore tranquille. Avevo in programma il giro con Bernina e Albula, di circa 120 chilometri. E visto che ero da solo sono uscito alle 9, che per gli orari di Livigno è anche presto.
«Ma 200 metri dopo essere partito incontro Masnada, che usciva dal garage del suo appartamento. Mi fermo a salutarlo e Fausto mi fa: vieni con me. Devo fare sei ore».
«Mi spiega il suo percorso: Forcola, Bernina, Stelvio e Foscagno. E’ quello che io chiamo il giro della morte Soprattutto adesso che non si può più fare la galleria di rientro dalla Svizzera in bici, ma serve la navetta. Quindi bisogna per forza scalare lo Stelvio da Santa Maria, che è la mia salita preferita.
«Un bel giro, ma tosto. Allora dico a Fausto: se nel piano di Saint Moritz non c’è vento contro vengo te. Il vento non c’era e… ho proseguito con lui!».
Regolari sì, ma da pro’!
Brambilla e Masnada vanno regolari. Procedono di buon passo. Il corridore della Quick Step-Alpha Vinyl deve fare anche dei lavori specifici, mentre Brambilla, come detto, deve andare “easy”. E infatti sta più spesso a ruota e nelle salite magari si stacca anche, salvo poi ricompattarsi in cima.
«Siamo andati con un buon ritmo – racconta Brambilla – ci siamo coordinati bene. In cima ci si fermava giusto per mettere la mantellina e poi via in discesa. Abbiamo fatto qualche sosta alle fontane per riempire la borraccia, anche lassù faceva caldo».
Da come parla Brambilla, sembra più un appassionato che un pro’. Anche se i ritmi sono da campioni. Alla fine si sono sciroppati oltre 170 chilometri e quasi 4.000 metri di dislivello in meno di sei ore!
«Non che sia stata tanto diversa da una distanza che si fa in un vero ritiro in quota, almeno per me – spiega Brambilla – non ci siamo fermati a fare le foto al panorama… per dire.
«Di solito in questi casi le salite si fanno al medio, stavolta le ho fatto al medio basso. Quindi se solitamente nel mio medio oscillo tra i 270 e i 310 watt, stavolta mi attestavo sui 270-280 che, visto il mio peso di 58-59 chili, è circa 5 watt/chilo, poco meno.
«Cercavo di essere agile, molto agile. Salivo sempre sulle 90 anche 95 pedalate. Stimolare la cadenza in quota è importante. I rapporti? Dipendeva dalla pendenza chiaramente, ma credo di aver usato soprattutto il 39×24-27 e il 30 in qualche passaggio».
Incontri e racconti
Però “la sosta Coca Cola” non è mancata. «Assolutamente no. Non può mancare in una vera distanza – continua Brambilla – e l’abbiamo fatta a Valdidentro, scendendo dallo Stelvio. Siamo stati lì una ventina di minuti abbondanti. Una Coca per entrambi e un panino con formaggio e bresaola, per me, senza formaggio per Fausto».
Gianluca e Fausto in quel bar hanno anche incontrato Annemiek Van Vleuten, che aveva appena vinto il Giro Donne. Qualche battuta con lei prima di ripartire per il Foscagno e risbucare a Livigno.
Come si passa il tempo in sei ore? Beh, parlando! Anche per i corridori, le migliori chiacchierate sono quelle che si fanno in bici. E anche se Fausto e Gianluca sono stati compagni solo in azzurro, gli argomenti e il feeling non sono mancati.
«Ho parlato “da vecchio” ormai!», scherza Brambilla. «“Mi hai fatto passare bene la giornata”, mi ha detto Fausto a fine giro. Di cosa si parlava? Del Tour, discorsi generali, di quanto è cambiato il ciclismo… Per esempio, l’altro giorno ho acceso la tv e Soler era staccato. Vedete, oggi è un attimo a prendere una “botta”. Questo sport è sempre duro. E non è mancato qualche aneddoto di corse passate. Proprio Fausto mi ha detto di quanto avessi spinto forte su una salita dello Svizzera.
«Dai, abbiamo portato a termine un’ottima giornata di lavoro. E ci siamo divertiti! E anche se ho sforato di due ore rispetto al mio programma è andata bene lo stesso».