Confalonieri ai saluti. E lascia posto a due italiane

12.09.2025
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Per Maria Giulia Confalonieri queste sono le ultime gare. E’ in Francia, per due classiche di prestigio, poi ancora qualche impegno e alla fine di questa stagione chiuderà la sua lunga carriera. Una decisione maturata nel tempo, anche se poco strombazzata, tenendo fede d’altro canto al suo personaggio schivo, preciso, estremamente professionale in qualsiasi frangente.

Al suo terzo anno nella Uno-X, la Confalonieri lascia posto ad altre forze provenienti dall’Italia, come Alessia Vigilia e Laura Tomasi che l’anno prossimo terranno alto il vessillo italiano in terra norvegese. Forse avrebbe potuto esserci anche lei, la carta d’identità e soprattutto le prestazioni dicono che è ancora super competitiva, ma la decisione è stata presa.

L’abbraccio con la polacca Malecki. Nel team norvegese la lombarda ha trovato un ambiente ideale e pieno di fiducia
L’abbraccio con la polacca Malecki. Nel team norvegese la lombarda ha trovato un ambiente ideale e pieno di fiducia

«Sì, praticamente già dall’anno scorso, infatti avevo firmato solo un anno, poi ovviamente andando ancora bene abbiamo parlato con la squadra e avrebbero voluto che continuassi, che restassi. Non avrei preso in considerazione altre soluzioni perché sarei rimasta qua dove ho trovato un bell’ambiente, un gruppo che piano piano sta crescendo. Ma non me la sono sentita di andare avanti, penso che sia anche il momento giusto».

Tu hai avuto una carriera lunga, ma chiudi anche abbastanza presto come età. Come lasci questo mondo, è un ambiente logorante secondo te?

Sicuramente sta diventando tutto più curato. Abbiamo fatto passi da gigante nel ciclismo femminile negli ultimi anni, ma l’impegno che ti richiede è maggiore. Poi sì, forse 32 anni non è chissà che età, ma sono passata dalle junior nel 2011, è stata una carriera molto lunga, credo che sia ora di guardare ad altro e mi piace chiudere vedendo che posso essere ancora protagonista.

Due anni alla Valcar per la ciclista di Giussano, unica sua esperienza nel nostro Paese (foto Valcar)
Due anni alla Valcar per la ciclista di Giussano, unica sua esperienza nel nostro Paese (foto Valcar)
Tu hai girato tante squadre, dov’è che ti sei trovata meglio?

Soprattutto nei primi anni era difficile fare contratti lunghi, quindi mi sono ritrovata in diverse situazioni in giro per il mondo. La stabilità ho iniziato a trovarla alla Valcar, poi la Ceratizit e l’Uno-X sono state altre due bellissime esperienze che hanno rappresentato il cuore della mia carriera, ma a quel biennio italiano sono rimasta legata, perché eravamo tutte italiane, tutte amiche, un gruppo fortissimo, ma fatto di ragazze giovanissime. Lì sono stati due bellissimi anni. Italia a parte, qua in Uno-X ho trovato il mio posto, sono stati anni che mi sono goduta.

Se ti guardi indietro, quali sono state le grandi gioie che hai vissuto nella tua carriera?

A livello personale non sono stata una gran vincente, i miei più grandi risultati li ho tenuti in pista, a partire dai due titoli europei consecutivi nella corsa a punti. Poi però ho avuto la fortuna di partecipare a tutte le più grandi gare e negli ultimi anni ad essere di supporto alle mie compagne. Penso che il giorno più bello in assoluto sia stato quando Elisa Balsamo ha vinto il titolo mondiale. In quella che è stata una giornata perfetta. E’ vero che sul podio non c’ero io, ma quel titolo l’ho sentito anche mio. L’esempio di quando la tua compagna vince perché tu lavori per qualcosa e contribuisci.

L’abbraccio con Elisa Balsamo, pilotata magistralmente verso la conquista del titolo iridato 2021
L’abbraccio con Elisa Balsamo, pilotata magistralmente verso la conquista del titolo iridato 2021
E ciclismo a parte, dal punto di vista personale, tutti questi anni di ciclismo, di attività internazionale, che cosa ti hanno dato?

Questa è una bella domanda. Una cosa che mi porto dietro è sicuramente il fatto che ho fatto amicizia con persone un po’ di tutte le parti del mondo, con culture diverse dalla nostra. Questo mi ha consentito d’imparare a vedere il mondo da più punti di vista.

Le due ragazze che arrivano adesso che cosa si troveranno di fronte?

Laura (la Tomasi, ndr) è già stata in organizzazioni abbastanza strutturate. Qui sia lei che Alessia Vigilia troveranno un ambiente molto ben organizzato, ma anche a livello umano è un bel gruppo, dove non si guarda solo all’atleta, ma anche tanto al benessere della persona. Poi come organizzazione, calendario, materiali, preparazione, parliamo di una squadra a livello WorldTour. Ma visto da dove vengono non credo che troveranno differenze. Io penso però che, come è stato importante per me, sarà importante anche per loro il il valore che danno anche alla persona, per farti sempre sentire considerato.

Apeldoorn 2019, secondo titolo europeo nella corsa a punti. Su pista anche un bronzo europeo e mondiale
Apeldoorn 2019, secondo titolo europeo nella corsa a punti. Su pista anche un bronzo europeo e mondiale
Loro ti hanno contattato, ti hanno chiesto qualche consiglio?

Con Laura non ci conosciamo molto. Con Alessia ogni tanto ci sentiamo, mi ha chiesto un po’ come si sarebbe trovata e le ho detto le stesse cose. Non credo proprio avranno problemi di ambientamento.

Chiudendo adesso la tua carriera, hai già idea di che cosa fare?

Sono da 10 anni all’interno del gruppo sportivo delle Fiamme Oro e mi piacerebbe continuare a farne parte, cercando di dare il mio contributo, rimanendo in questo mondo al quale credo di poter dare ancora qualcosa, anche se non più pedalando…

La stagione (solida) di Balsamo. L’analisi tecnica di Larrazabal

08.09.2025
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Anche ieri al Simac Ladies Tour Elisa Balsamo ha strappato un podio, anzi due. Uno nella generale e uno nella tappa. Rispettivamente è arrivata seconda e terza. Questo ennesimo buon piazzamento, ma non ancora una vittoria, ci porta ad analizzare la sua stagione. Una stagione che non si può non scomporre senza tenere presente un punto cruciale: l’incidente occorsole la passata stagione, quella della terribile caduta che mise in discussione persino le Olimpiadi. Il rientro rapido, il Giro Women e poi Parigi… Ma da lì in avanti non è stato facile. Oggi è comprovato che un atleta di vertice impiega oltre una stagione intera e senza intoppi per tornare al proprio livello.

Altro aspetto che può essere fuorviante: da sempre la carriera di Balsamo è accostata in parallelo a quella di Lorena Wiebes. E il fatto che l’olandese si trovi in stato di grazia può portare a un giudizio distorto. Per questo, per avere il quadro reale della situazione, ne abbiamo parlato con il capo dei coach della Lidl-Trek, Josu Larrazabal.

Josu Larrazabal è il capo dei preparatori in casa Lidl-Trek
Josu Larrazabal è il capo dei preparatori in casa Lidl-Trek
E quindi, Josu, partiamo facendo un quadro generale di Elisa Balsamo…

Alla fine la crescita di Elisa è costante e direi anche più solida. E’ più forte anche in salita. Come avete già accennato voi, non bisogna dimenticare l’incidente della passata stagione, che qualche intoppo poi lo ha portato nel corso dei mesi. No, no… per me la stagione di Elisa è solida.

E ieri ha concluso il Simac Ladies Tour al secondo posto…

Ecco, prendiamo proprio il Simac Ladies Tour: vedendo la classifica e gli ordini d’arrivo delle tappe, vinte quasi tutte dalla Wiebes, può sembrare sia stata una corsa di sole velociste e invece non è stato affatto così. Sì, alcune tappe erano veloci, ma non sono mancati strappi, brevi salite, ventagli, cronometro. Posso dirvi che Elisa non ha sbagliato un ventaglio. E’ sempre stata nel vivo della corsa.

Volendo fare la parte del diavolo, però la vittoria manca da un po’. E siamo abituati a vederla vincere con maggior frequenza…

La stagione è iniziata bene. La Balsamo ha vinto subito un paio di tappe e nella stagione delle classiche è stata bravissima. Ha vinto il Trofeo Binda, che non è affatto una corsa facile. E’ arrivata settima alla Milano-Sanremo, ha fatto podio a De Panne, Gand-Wevelgem e ha vinto la Scheldeprijs. Chiaro, non è a livello di vittorie del 2022, ma quella fu una stagione da record. Nel mezzo c’è stato un incidente importante, è di nuovo caduta al Tour de France Femmes e contestualmente c’è stato un grande salto di livello della Wiebes. E non è tutto.

Al Simac una Balsamo di grande sostanza, competitiva anche a crono
Al Simac una Balsamo di grande sostanza, competitiva anche a crono
A cosa ti riferisci?

Anche in squadra abbiamo avuto cambiamenti importanti, che non sono affatto da trascurare quando devi battere la Wiebes e la sua squadra, che è formidabile. Mi riferisco al fatto che abbiamo un treno nuovo, che deve ancora essere messo a punto. Sta anche a noi riuscire a darle il giusto supporto. Non siamo ancora al massimo sotto questo punto di vista, ma ci stiamo lavorando. Se una sprinter non vince uno sprint sembra sempre che manchi qualcosa, mentre noi tecnici valutiamo tutto anche sotto altri aspetti. Sappiamo che lei può ancora crescere. La Wiebes non so, altrimenti vince il Tour Femmes!

Prima hai accennato al fatto che Balsamo sia più forte anche in salita. C’è in corso una trasformazione fisica dovuta anche al fatto che quest’anno non ha fatto pista?

Dal momento che cambi approccio perché non fai pista è chiaro che qualcosina cambia. Se parliamo di trasformazione fisica nel senso che è più leggera, direi di no: il peso è più o meno quello. Ma con il coach e marito Davide Plebani stiamo facendo un ottimo lavoro. Il problema è che anche la Wiebes è più forte in salita e lo si è visto per come ha superato il Poggio e gli strappi di tante altre classiche.

Chiaro, è riduttivo ormai parlare “solo” di velociste…

In certi momenti diventa uno scontro uno a uno, devi stare al vento ma su questo vedo che Elisa è pronta. Vincere tre volte il Binda, che è una gara dura, non è cosa da semplici sprinter. Lo stesso fare seconda alla Parigi-Roubaix Femmes. Per questo sono convinto che arriverà anche il giorno in cui vincerà la Sanremo. Lo dico perché stiamo andando in quella direzione. Poi ripeto, se parliamo di vittorie aggiungo che in certi sprint non puoi fare tutto da sola: il supporto della squadra è vitale.

Balsamo è sempre più una leader del team e questo contribuisce alla sua crescita (foto Instagram)
Balsamo è sempre più una leader del team e questo contribuisce alla sua crescita (foto Instagram)
E’ previsto un ritorno in pista per Balsamo da qui a breve, a fine anno?

Non ne abbiamo parlato. I piani si fanno a dicembre anche con la federazione. Per quest’anno posso dire che non farà gare. Poi per i prossimi anni ci tornerà sicuramente, anche a noi fa piacere. Siamo abituati anche con altri atleti a stendere programmi misti, sono progetti importanti, ma ci sono certe pause da rispettare. Anche perché non si tratta solo di fare questa o quella gara, ma di programmare tutto: fasi di preparazione, gare su strada e su pista, ritiri, altura, fasi di recupero.

Quindi quale sarà il programma di Elisa Balsamo da qui a fine stagione?

Correrà fino alle ultime gare WorldTour in Cina. Prima farà Stoccarda, GP Wallonie, Tre Valli ed è in lista per il Giro dell’Emilia anche se in ogni caso non sarebbe al via per puntare, ma come avvicinamento alla Tour of Chongming Island che è una corsa a tappe sempre in Cina prima del Tour of Guangxi. Fare tante corse, specie WorldTour, per noi quest’anno è importante, non solo per il ranking a squadre, dove siamo quarte.

Con Copponi (in maglia verde) e Norsgaard un treno valido ma da migliorare ancora secondo Larrazzabal
Con Copponi (in maglia verde) e Norsgaard un treno valido ma da migliorare ancora secondo Larrazzabal
E anche per cos’altro?

Perché come detto siamo in una fase di transizione. Per il treno dobbiamo lavorare su certi automatismi. Emma Norsgaard, Clara Copponi e poi Balsamo. Ma in generale lo scorso anno avevamo due atlete come Gaia Realini, che quest’anno si è dovuta riprendere, e una certa Elisa Longo Borghini che in determinate corse facevano un certo lavoro. Non sono due atlete banali. E per dire quanto sia cresciuta Elisa: a Durango, corsa molto dura, ha aiutato molto il team. Una gara del genere nel 2024 con Longo e Realini l’avremmo controllata più facilmente.

Chiaro…

Elisa è stata la chiave della vittoria anche se personalmente, guardando l’ordine d’arrivo, non era davanti. Una vera donna-squadra. Si staccava, rientrava, tirava… Per questo dico che è solida. Alla fine le vittorie sono le stesse dell’anno scorso ma con tanti secondi posti in più. Basta che tre di quei secondi posti fossero vittorie e già sarebbe cambiato tutto.

Niewiadoma-Vollering e le altre. Borgato fa le carte al Tour Femmes

26.07.2025
8 min
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Un cavalcata di quasi 80 chilometri da bere tutta d’un fiato per conoscere stasera la prima maglia gialla del Tour Femmes all’ora dell’aperitivo. Si apre in Bretagna la quarta edizione della Grande Boucle femminile in un weekend in cui si incastrerà cronologicamente con la corsa maschile seppur a distanza, prima che il menù delle donne da lunedì proceda con una conformazione più tradizionale ed autonoma.

Frizzanti saranno pure le giornate fino alla quinta tappa, anticipando le ultime quattro frazioni alpine nelle quali le montagne potrebbero diventare dure da digerire. Il conto alla rovescia per l’assalto al trono della vincitrice uscente Niewiadoma è finito (in apertura foto Tour de Suisse/UCI WWT). Nove tappe (nessuna cronometro) da oggi a domenica 3 agosto per un totale di 1165 chilometri e 17240 metri di dislivello con 154 atlete al via in rappresentanza di 22 formazioni.

Questi numeri li abbiamo sottoposti a Giada Borgato sovrapponendoli ai nomi delle possibili protagoniste del Tour Femmes, tenendo conto di ciò che hanno espresso il Giro Women due settimane fa e la stagione finora. La commentatrice tecnica di RaiSport apre il ventaglio di soluzioni mantenendo le idee chiare come sempre, senza sottovalutare eventuali evoluzioni tattiche che potrebbero riguardare chi parte a fari spenti.

Qual è la tua impressione sul percorso?

Hanno disegnato un Tour Femmes come il 2024. Prima parte dedicata alle ruote veloci e per chi vuole andare in fuga. La quinta tappa di media montagna fa da spartiacque perché poi ci sarà salita fino alla fine. Insomma, c’è spazio un po’ per tutti, dalle velociste alle attaccanti fino, naturalmente, alle donne di classifica.

C’è una tappa in più rispetto agli altri anni, così come sarà il Giro Women 2026. Pensi che possa incidere questo aspetto nell’economia della gara?

Direi proprio di no, anzi è giusto che siano nove tappe. Per il livello attuale del ciclismo femminile, queste atlete non avrebbero problemi ad una gara a tappe di dieci giorni, come il Giro di qualche anno fa. Detto questo, ce ne sarà abbastanza per le ragazze che dovranno affrontare tre tappe da 160 chilometri, un paio con dislivelli alti, di cui una con l’arrivo al Col de la Madeleine dopo 20 chilometri di salita.

Balsamo (qui vincente al Tour de Suisse) a Plumelec può conquistare la prima maglia gialla
Balsamo (qui vincente al Tour de Suisse) a Plumelec può conquistare la prima maglia gialla
Invece quanto influirà la componente stress, che si preannuncia immancabile?

Quello purtroppo ci sarà fin dalla prima tappa e, anche se spero di sbagliarmi, temo che ci saranno anche cadute dovute alla tanta tensione in gruppo. Vollering l’anno scorso ha perso il Tour per una caduta, non perché le mancassero le gambe. Tutte vorranno e dovranno stare attente e davanti, specialmente le leader per la generale. In questo senso, le prime tappe saranno difficili perché potrebbero non esserci volate scontate.

Buttiamo uno sguardo alle atlete partendo dalle velociste. Wiebes-Balsamo per la maglia verde?

Certo, ma non solo. Innanzitutto loro due potrebbero sfidarsi per la prima maglia gialla. La nostra Balsamo può regalarci questa gioia, tenendoci accese le speranze come è stato con Milan al Tour uomini, magari con un altro esito. Elisa ha fatto una preparazione mirata per il Tour Femmes ed il finale di stagione. In ogni caso oltre a lei e Wiebes, che ha vinto la classifica a punti al Giro, non dobbiamo escludere Kool che ha vinto le prime due frazioni dell’anno scorso o Vos che ha vinto l’ultima maglia verde. Nella lotta inserisco pure Paternoster che potrebbe essere una sorpresa. Tra le velociste sarà una bella sfida.

Apriamo il capitolo invece per la vittoria finale con tanta concorrenza. Vollering parte con i favori del pronostico?

L’anno scorso Niewiadoma si è guadagnata e meritata il successo del Tour Femmes proprio sull’olandese. Kasia sarà molto motivata per confermarsi, visto che ha impostato buona parte della sua stagione su questo appuntamento. La vedo però mezzo gradino sotto Vollering. Entrambe hanno squadre forti, ma dico che Demi è favorita per ciò che ha detto l’annata. Finora ha vinto quasi tutte le gare a tappe a cui ha partecipato: Valenciana, Vuelta, Itzulia e Catalunya, finendo seconda al Tour de Suisse alle spalle di Reusser.

Giada Borgato ha commentato Giro NextGen e Giro Women assieme ad Umberto Martini
Giada Borgato ha commentato Giro NextGen e Giro Women assieme ad Umberto Martini
A proposito, cosa potrebbe fare la svizzera della Movistar?

Reusser ha fatto due mesi favolosi rischiando di vincere anche il Giro. Ha chiuso in calando perché, come ha detto lei, negli ultimi tre giorni era malata. Per come l’abbiamo vista ad Imola, credo che possa avere perso quello smalto e quella adrenalina, però se ha recuperato bene le energie nervose, penso che possa tenere molto bene su tante tappe di montagna.

La SD Worx-Protime come la vedi?

E’ una squadra che può puntare sempre in alto con Kopecky e Van der Breggen. Lotte ha corso il Giro in funzione delle compagne poi si è ritirata per un problema alla schiena per non compromettere il Tour. Vanta già due secondi posti a Giro e Tour e ha mostrato doti indubbie in salita. Sulla carta il percorso sembra un po’ duro per Kopecky, però lei ha un grande carattere e può fare qualsiasi cosa. Per Anna invece bisogna capire come è uscita dal Giro. Potrebbe avere qualcosa in più da spendere. Parliamo comunque di due fenomeni. Attenzione però ad altre atlete…

Gigante ha vinto due tappe al Giro Women. Per Borgato l’australiana della AG Insurance in salita può impensierire tutte le favorite
Gigante ha vinto due tappe al Giro Women. Per Borgato l’australiana della AG Insurance in salita può impensierire tutte le favorite
A chi ti riferisci?

La prima che mi viene in mente è Pauline Ferrand-Prevot. In pratica è tornata a correre su strada perché puntava forte sul Tour Femmes. Per la generale c’è anche lei, nonostante si sia un po’ nascosta. Ad aprile, dopo la vittoria della Roubaix, aveva detto che avrebbe dovuto e voluto perdere un po’ di peso per essere competitiva ad agosto.

Al Giro Women eri stata buona profeta per Gigante nelle tappe che ha vinto. L’altro nome a cui pensi è lei?

Sì, esatto. Vedendola tra le partenti al Tour non posso non inserirla tra le favorite. Al netto del recupero e della preparazione, Gigante in salita ha dimostrato di essere nettamente la più forte e per me è l’unica che può impensierire Vollering. Ha una bella formazione, molto adatta alle tappe mosse, con compagne forti come Ghekiere e Le Court. Spero che impari a correre, tenendo le giuste posizioni in gruppo. Se non perderà tempo nelle tappe iniziali, sarà una cliente scomoda per tutte.

Uscendo dalla zona podio, chi può rientrare nella top 5 o top 10?

Ce ne sono diverse da tenere in considerazione. Malcotti della Human, Rooijakkers e Pieterse della Fenix-Deceuninck, Vallieres e Kerbaol della EF Education-Oatly, Mavi Garcia nonostante l’età (con i suoi 41 anni è la più “grande” al via, ndr). Fisher-Black della Lidl-Trek punta a fare molto bene e infine sono curiosa di vedere Bunel (vincitrice dell’Avenir Femmes 2024, ndr) della Visma | Lease a Bike in coppia con Ferrand-Prevot.

Longo Borghini ha annunciato che al Tour Femmes non curerà la generale, ma giorno dopo giorno può inserirsi nella lotta
Longo Borghini ha annunciato che al Tour Femmes non curerà la generale, ma giorno dopo giorno può inserirsi nella lotta
Cacciatrici di tappa, su chi puntiamo?

E’ una lista di partenti molto ricca, ce n’è per tutte, ma bisognerà capire gli ordini di squadra. Ad esempio la Canyon//Sram zondacrypto ha Bradbury che può fare classifica, quindi c’è da vedere se lasciano spazio a Paladin o Dygert per le fughe. Mentre Ludwig dovrà aiutare in salita, quindi sarà meglio che si risparmi. La EF ha una formazione forte che sa andare all’attacco e penso a Faulkner. La Lidl-Trek potrebbe liberare Brand, Norsgaard o Van Anrooij per azioni da lontano, così come Lippert della Movistar o ancora De Jong e Edwards della Human.

Teniamo apposta per ultima Longo Borghini. A fine Giro ha specificato che in Francia non curerà la generale. Secondo Giada Borgato sarà così?

Per me Elisa ha fatto bene a tenere i piedi per terra, proprio come aveva dichiarato prima del Giro Women. Sa correre, ha una squadra attrezzata e vedrà giorno dopo giorno. Ho visto comunque che ha fatto una bella preparazione, con allenamenti duri e lunghi, quindi penso che sarà pronta. Arriva col morale alto e poi ha un conto aperto col Tour Femmes che vuole saldare.

Integrazione a casa e in gara, la ricetta di Elisa Balsamo

10.06.2025
7 min
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Integrare, lo dice la parola, significa ripianare il bilancio di quello che si è consumato. Nel caso di chi fa sport, spesso il riferimento è al bilancio energetico e ai liquidi. Anche il ciclocomputer più elementare offre una lettura piuttosto precisa delle calorie consumate: va da sé ovviamente che al livello professionistico questo aspetto sia analizzato e codificato perché si è capito che tutto passa di qui. Più che dall’allenamento e dai progressi tecnologici: alla base del rendimento dell’atleta c’è la benzina che riesce a mettere nel serbatoio e la sua capacità di sfruttarla.

Quando il dispendio energetico è molto elevato o non ci sono occasioni per sedersi a tavola, entrano in ballo gli integratori realizzati dalle aziende specializzate, che permettono di ripristinare con porzioni minime di prodotto grandi quantità di nutrienti: siano essi carboidrati, proteine, aminoacidi, sali.

Elisa Balsamo, classe 1998, corre con la Lidl-Trek dal 2022. Il suo contratto arriva al 2026
Elisa Balsamo, classe 1998, corre con la Lidl-Trek dal 2022. Il suo contratto arriva al 2026

A casa oppure in gara

Elisa Balsamo all’alimentazione è sempre stata molto attenta, al punto di aver iniziato sin dai vent’anni una collaborazione con Erica Lombardi e aver dedicato al tema più di un passaggio nel suo blog. E’ stato interessante perciò farsi raccontare dall’atleta della Lidl-Trek, che per contratto utilizza prodotti Enervit, in che modo gestisca questo aspetto della sua vita e della sua professione.

In un’intervista a inizio stagione, la nutrizionista Stephanie Scheirlynck ha spiegato lo schema suggerito agli atleti. Ha parlato del recovery drink al rientro, che contiene 40 grammi di carboidrati e 20 grammi di proteine. Poi del recovery box, in cui viene inserito un pasto personalizzato sulle esigenze nutrizionali di ciascun corridore. E’ interessante però rendersi conto di come l’esperienza e la sensibilità dell’atleta piemontese le permettano di gestire questo aspetto in autonomia.

«Divido il discorso in due parti – spiega Balsamo – quando sono a casa in preparazione come adesso, oppure quando sono alle gare. Nel primo caso cerco di basarmi soprattutto sull’alimentazione più classica, anche se quando rientro dagli allenamenti il passaggio obbligato è assumere amminoacidi. Credo molto nel valore dell’alimentazione».

Se a casa cerchi di integrare con un’alimentazione più classica, quando è necessario invece usare i prodotti più tecnici?

Sicuramente in gara. Mi trovo molto bene con la linea Carbo 2:1. I gel addirittura adesso arrivano a contenere 40 grammi di carboidrati e quello secondo me fa molta differenza. Soprattutto in primavera, quando il clima è un po’ più rigido e si fa più fatica a mangiare, magari sulle strade del Belgio. Sapere che con un solo gel riesci a buttare giù 40 grammi di carboidrati è sicuramente un gran vantaggio. Sapere esattamente le quantità che devo assumere e quelle che effettivamente ho a disposizione è fondamentale per il controllo della dieta.

Restando in ambito integrazione, in che modo gestisci il dopo gara o gli allenamenti più impegnativi?

Come dicevo, sono abituata a prendere gli amminoacidi (i BCAA di Enervit che contengono per ciascuna dose 2,4 g di Leucina, 0,6 g di Iso Leucina, 0,6 g di Valina, ndr) e poi in gara mi trovo bene anche con il Magic Cherry Juice, che ormai bevo sempre dopo gli arrivi. La squadra sta lavorando molto, soprattutto in ottica corse a tappe, a dei pasti pronti e personalizzati, che fanno davvero la differenza.

Si è ormai capito che dopo lo sforzo si deve puntare al reintegro delle proteine, ma anche dei carboidrati. In che modo questi vostri pasti ne tengono conto?

Il recupero dopo gara è una fase decisiva. Troviamo sempre una parte di carboidrati, che è molto spesso garantita da riso o pasta perché è anche la cosa più semplice da preparare. Però mettono dentro anche delle proteine, ad esempio le uova. Io però non le mangio perché non mi piacciono, quindi le sostituisco con del pollo piuttosto che con parmigiano o altri alimenti ricchi di proteine. E poi ci sono sempre anche delle verdure, in modo da offrire un recupero completo di tutto.

Carboidrati e proteine

Ancora Stephanie Scheirlynck entra nello specifico della composizione dei pasti post attività, sottolineando come le abitudini e le valutazioni siano in continua evoluzione. E come ogni valutazione del nutrizionista del team debba tener conto delle preferenze dei corridori. Alla Lidl-Trek non mancano ad esempio atleti vegetariani o vegani.

«La ricerca più recente – dice – conferma l’importanza dei carboidrati per il recupero, ma questo non significa che le proteine siano da escludere. Anzi, entrambi sono cruciali. Non tralasciamo le proteine nel recovery drink, perché spesso passa un lungo lasso di tempo tra l’ultimo pasto completo, come la colazione pre-gara o pre-allenamento, e il primo pasto vero e proprio, che include proteine».

E proprio il pasto vero e proprio, che viene dopo l’integrazione immediata post arrivo, è il tema di cui torniamo a parlare con Elisa Balsamo.

Lucinda Brand e Shirin Van Anrooij sul camion che contiene tutti gli integratori Enervit della Lidl-Trek
Lucinda Brand e Shirin Van Anrooij sul camion che contiene tutti gli integratori Enervit della Lidl-Trek
Quindi lo chef lavora in collaborazione con il nutrizionista e tutto è sotto controllo?

Abbiamo uno chef praticamente in tutte le gare WorldTour e ormai ci conoscono bene. Sanno chi di noi ha delle allergie o delle intolleranze oppure chi non mangia qualche alimento. Quindi fanno molta attenzione da questo punto di vista e la loro bravura sta nel mettere insieme un buon pasto anche a livello di gusto, utilizzando esattamente gli ingredienti e le quantità indicati dal nutrizionista.

Andiamo indietro ai ritiri invernali, che forse sono le fasi dell’anno in cui ci sono le maggiori oscillazioni di peso. In che modo si gestisce quella fase?

L’obiettivo è arrivare al giusto peso curando molto all’alimentazione. Per esperienza personale, il fine stagione è la fase in cui puoi permetterti di non seguire tanto la dieta. Magari per 1-2 settimane, quando si va in vacanza, si mangia quello che si vuole, ovviamente cercando di fare un minimo di attenzione. Penso sia importante anche per l’aspetto mentale che quando uno è in vacanza si possa togliere anche qualche soddisfazione culinaria. Quindi alla fine gli aumenti di peso durante l’inverno sono dovuti anche a questo. Lo si vede anche in chi non fa vita da atleta.

Che cosa?

D’estate si è molto più invogliati a mangiare insalate, cose fresche e più leggere. Mentre d’inverno, anche seguendo la dieta, ci sono piatti più… cucinati. Per cui con il caldo è fisiologico iniziare a perdere peso.

Clara Copponi all’Antwerp Port Epic Ladies con il suo Magic Cherry Juice tutto da bere
Clara Copponi all’Antwerp Port Epic Ladies con il suo Magic Cherry Juice tutto da bere
Si riesce a valutare se dal punto di vista dell’integrazione c’è tanta differenza fra donne e uomini?

No, io penso che sia piuttosto simile. Forse cambiano le quantità, perché tendenzialmente il peso di un uomo, fosse solo per la statura, è maggiore. Quindi è normale che le quantità siano differenti, però ad esempio anche sull’assunzione dei grammi di carboidrati per ora in gara, secondo me siamo molto vicini.

Nelle donne c’è un maggior problema di ritenzione idrica, come la gestisci?

Diciamo che quello è un po’ complicato. Ovviamente ci sono degli alimenti che possono aiutare particolarmente in tutti i casi di gonfiore o ritenzione idrica, però non è sempre facile. Il suggerimento che mi è stato dato e che cerco di seguire è quello di bere tanto, anche tisane cui aggiungo zenzero o altri prodotti che hanno questa funzione. Non sempre si riesce, perché il fisico è sottoposto a molti stress e non sempre reagisce nello stesso modo. Ma l’idratazione è importantissima.

Wiebes fa 100: volata senza storia. Balsamo seconda

30.03.2025
6 min
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Come a Sanremo, come a De Panne, tutto apparentemente facile. Molto facile. Troppo facile. Sprinta, s’invola e quando si alza per festeggiare allargando le braccia si toglie persino gli occhiali. Cose che si fanno quando si arriva da soli. Ma d’altra parte, quando si è la più forte, almeno su certi percorsi, è così. A Ypres, Gand-Wevelgem Women, Lorena Wiebes vince ancora e raggiunge la centesima vittoria in carriera, la terza nelle ultime tre gare. E si conferma regina della primavera.

Potenza, lucidità, velocità. Elisa Balsamo, seconda, era posizionata perfettamente, le è stata a ruota ma non è neanche riuscita ad uscirle di scia. Se non quando Lorena si è rialzata. Se poi a lanciarti è la campionessa del mondo, la compagna Lotte Kopecky, allora tutto si fa ancora più “scontato”. A volte sembrava di rivedere Van der Poel con Philipsen al Tour. Quando vedevano le brutte, VdP si spostava, con Philipsen a ruota. Dava una sgasata sul filo dei 70 all’ora e lo lanciava. Kopecky più o meno ha fatto così, con la differenza che in precedenza tutta la SD Worx-Protime aveva lavorato benissimo.

Confalonieri dixit

Una Gand sorniona? Forse, almeno vista dalla tv. La fuga del mattino, qualche caduta a creare problemi qua e là, anche alla nostra Elisa Longo Borghini, e gli attacchi sui muri. Stavolta il Kemmelberg fa la selezione, ma non è così netta. Altro segnale che il ciclismo femminile sta crescendo. Poi sì, vincono le stesse, ma in tutt’altro modo.

Come ci aveva detto Confalonieri: «Arriva un gruppo di una quarantina di atlete e se dentro c’è Wiebes, vince lei». Amen!

«Dopo il Kemmelberg – ha detto una felicissima, ma sempre composta Wiebes – siamo rimaste in un drappello davanti, ma la collaborazione non è stata così buona, quindi il gruppo ci ha ripreso. A quel punto sapevamo che nessuno avrebbe voluto stare con me fino al traguardo. E lì la squadra è stata bravissima a controllare la gara».

A fine gara Kopecky è parsa sinceramente felice. Probabilmente senza di Vollering si sente più leader e anche felice di aiutare le compagne
A fine gara Kopecky è parsa sinceramente felice. Probabilmente senza di Vollering si sente più leader e anche felice di aiutare le compagne

Wiebes: 100 e chapeau

Un alleato naturale per tenere chiusa la corsa, ma non poteva essere diversamente: a quel punto è stata la Lidl-Trek di Balsamo.

«Sapevo – riprende Wiebes – che Lotte era con me in finale e questo mi ha dato tranquillità. Visto il caos, avevamo scelto di lasciare che solo Lotte guidasse lo sprint, dopo che le altre ragazze avevano fatto un ottimo lavoro portandomi davanti. Certo, Lotte avrebbe fatto un lead-out di quasi un chilometro, un bel po’! Ho anche pensato che fosse davvero presto. Ma sapevo anche che Lotte è molto forte e che avrebbe saputo come fare. Mi sono fidata completamente di lei e ai 250 metri mi sono detta: ora inizio io».

Stupefacente, la differenza tra i campionissimi e gli ottimi corridori. Sentite che lucidità, che calma nel raccontare uno sprint così teso dopo quasi 170 chilometri di gara.

Sul Kemmelbeg Balsamo (con Paternoster a ruota) fa fatica: ma poi rientrerà
Sul Kemmelbeg Balsamo (con Paternoster a ruota) fa fatica: ma poi rientrerà

E Balsamo… fa 32

La magra consolazione per Balsamo è che è stata l’unica a tenere la ruota di Wiebes. Quello dell’olandese è stato uno sprint talmente forte che probabilmente con la vecchia regola del buco, dopo 1” anziché 3”, quindi con uno spazio minore, sarebbero state le uniche due con lo stesso tempo.

Ma è così, alla fine in carriera ognuno ha la sua “bestia nera”. E oggi, da quando sono professioniste entrambe, è la 32ª volta che Wiebes vince e Balsamo è seconda.

«In questo periodo – ha detto Elisa – Wiebes è molto forte, anzi è la più forte ora, ma sono abbastanza soddisfatta del mio sprint. Ovviamente partiamo sempre per vincere, ma anche il podio è un’importante. Non mi ha sorpreso che sia partita così lunga.

«Sono contenta anche per la squadra: siamo state molto aggressive. E per questo ringrazio le ragazze. Spero che un giorno possa vincere per loro. Abbiamo provato a fare anche alcuni ventagli ad un certo punto, ma non ha funzionato».

E ora il Fiandre

La settimana che arriva è quella che porta al Giro delle Fiandre. Mercoledì ci sarà l’antipasto della Dwars door Vlaanderen, e Wiebes non ci sarà. Si arriva così alla Ronde con i valori in campo ben delineati e una Wiebes più forte che mai. Che possa imporre la sua legge anche lì? I numeri non le mancherebbero, la “faccia tosta” forse sì.

Ci spieghiamo. In Sd Worx gli equilibri sono perfetti e c’è armonia. Come a Sanremo, anche oggi la tattica era: se Lotte se ne va sul Kemmelberg fa lei la corsa, altrimenti c’è Lorena. Difficile dunque pensare che Wiebes faccia di testa sua. I muri della Ronde sono tutt’altra cosa.

E infatti, parlando proprio di Fiandre, Wiebes ha detto: «Spero di poter continuare a stare davanti il più a lungo possibile per supportare la squadra nel miglior modo. Non penso che potrò fare troppo di più. Se sarà diverso vedremo. Ma intanto Lotte dimostra di essere molto forte, quindi è bello avere più carte da giocarci».

La speranza però, come abbiamo detto, è che i muri del Fiandre siano un’altra cosa e la campionessa in carica si chiama Elisa Longo Borghini. La volata ad Oudenaarde magari non ci sarà…

Verso Sanremo: i piani di Balsamo per lo sprint in via Roma

20.03.2025
6 min
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Nel bel mezzo della disputa sulle distanze di gara e sul fatto che tanti – Longo Borghini, ma anche Slongo e Pinotti sentiti ieri – si sarebbero aspettati una Milano-Sanremo più lunga, Elisa Balsamo prende una direzione totalmente opposta.

«Io sinceramente non sono tanto d’accordo su questo – dice – perché credo che lo spettacolo non sia legato al fatto di avere gare più lunghe. Non bisogna confondere il fatto che una gara sia interessante e dura, con la lunghezza, perché secondo me sono due cose separate. Una gara può essere durissima anche se è 140, 150, 160 chilometri, alla fine sono gli atleti a fare la differenza. Anzi, secondo me, mettendo gare troppo lunghe si rischia di andare incontro all’attendismo e quindi a perdere anche un po’ di spettacolarità».

La Sanremo delle donne di sabato si correrà sulla distanza di 156 chilometri, da Genova all’arrivo di via Roma, e Balsamo ha gli occhi che scintillano. Il suo direttore sportivo Ina Teutenberg la corse nel 2000 e arrivò seconda dietro Diana Ziliute. Tra l’orgoglio italiano e la voglia tedesca di rifarsi, alla Lidl-Trek l’avvento della Sanremo è vissuto con grande partecipazione. Le ragazze sono in Riviera già da qualche giorno.

A fine dicembre 2024, Sanguineti ha condotto Balsamo nella ricognizione della Sanremo Women
A fine dicembre 2024, Sanguineti ha condotto Balsamo nella ricognizione della Sanremo Women
Che cosa ti aspetti da questo ritorno?

Sono 20 anni che la Sanremo non era più nel calendario delle donne, quindi già questo lo rende speciale. Correre in Italia è sempre bello, in più Sanremo non è lontana dalle mie zone, quindi la famiglia potrà seguirmi. Queste strade mi piacciono, abbiamo visto il percorso e sarà una bella gara. C’ero già stata a dicembre con Ilaria “Yaya” Sanguineti che si allena qui tutti i giorni. In questi ultimi cinque anni ci siamo battute per avere un calendario simile a quello degli uomini, per cui la Sanremo è una conquista importante. Tutte vogliono vincerla, sarà una vera battaglia.

Quali consigli ti ha dato Sanguineti, che purtroppo non sarà in corsa?

Lei conosce benissimo la zona, si allena qui praticamente ogni giorno. Soprattutto mi ha dato consigli per le discese, su ogni singola buca della discesa del Poggio. Suggerimenti su dove fare attenzione, soprattutto in caso di pioggia nei tratti più scivolosi.

Fino allo scorso anno compagne, Elisa Longo Borghini potrebbe trasformarsi nella bestia nera di Balsamo alla Sanremo
Fino allo scorso anno compagne, Elisa Longo Borghini potrebbe trasformarsi nella bestia nera di Balsamo alla Sanremo
Riesci a immaginare lo svolgimento tattico?

Penso che comincerà tutto dai Capi, il Berta è il più lungo, anche se lontano dal finale, però certo potrebbe iniziare a fare selezione. Io mi sento bene, ma in queste corse non sai mai cosa può succedere. Come al Trofeo Binda (da lei vinto domenica, ndr). Non sai se può andare via una fuga, grande o piccola, se si arriverà in gruppo o un’atleta da sola. Penso che sabato sarà lo stesso, anche se il profilo della gara è molto diverso.

Cosa ricordi delle Sanremo viste in tivù?

I miei genitori amano molto il ciclismo, per cui sin da quando ero piccola passavamo il sabato davanti alla televisione. Era una giornata speciale, perché la gara era molto lunga. Quando arrivavano alla Cipressa e al Poggio, era una grande emozione. Ho sempre guardato la Sanremo, sin da quando ero bambina.

Sanremo 2024, fine discesa del Poggio: VdP si volta, vede la maglia azzurra di Philipsen e tira dritto
Sanremo 2024, fine discesa del Poggio: VdP si volta, vede la maglia azzurra di Philipsen e tira dritto
Invece da più grande?

Credo fosse l’anno scorso. Ho chiaro il momento in cui in fondo alla discesa del Poggio, Van der Poel si è messo davanti a tirare a tutta e io non riuscivo a capire perché. Solo dopo ho realizzato che aveva con sé Philipsen, il suo velocista. Nessuno ha dovuto dirgli niente, è andato via dritto e questo mi ha colpito. La Sanremo si può vincere anche per millesimi di secondo. Se in fondo alla discesa ti guardi un attimo, chi è davanti magari prende i 50 metri che poi non si riescono più a chiudere. La sua prontezza mi colpì molto.

Hai detto che ci sarà da combattere, ma la Omloop Het Nieuwsblad ha visto arrivare una fuga senza che dietro il gruppo si sia organizzato. Pensi sia possibile che accada di nuovo?

Non penso, perché quel giorno abbiamo imparato la lezione. Tutti vogliono vincere la Sanremo, quindi sono sicura che ci sarà una fuga, ma i team lavoreranno insieme per non lasciarla arrivare a 10 minuti. Ci sono almeno 5 o 6 squadre interessate a tenere in mano la corsa.

Alla Omloop Het Nieuwsblad il gruppo ha lasciato arrivare una fuga cui inizialmente non si sarebbe dato credito
Alla Omloop Het Nieuwsblad il gruppo ha lasciato arrivare una fuga cui inizialmente non si sarebbe dato credito
Vedi attacchi già dalla Cipressa?

Penso di sì! Ci sono molti team con scalatori e corridori da classiche. Sono quasi sicura che proveranno a fare il forcing da inizio salita, ma penso anche che fra Cipressa e Poggio ci siano tanti chilometri, per cui chi sarà staccato, avrà il tempo di rientrare aiutato dalla squadra. Poi però attaccheranno di nuovo sul Poggio. Il mio scenario ideale è arrivare con un piccolo gruppo, ma so che prima dovrò sopravvivere alle salite e anche alle discese.

Hai vinto per tre volte il Binda, hai indossato la maglia rosa e vinto tappe al Giro: che cosa rappresenterebbe per te la Sanremo?

Un sogno, quindi un grande obiettivo. Sapere che ci sarà ogni anno mi dà un po’ di tranquillità, perché penso che se non riuscirò quest’anno, ci riproverò il prossimo. E’ più di una tappa al Giro, perché a me piacciono tantissimo le classiche. Vincere qui sarebbe una cosa diversa e nuova.

La vittoria nel Trofeo Binda dice che Balsamo è in ottima condizione e regge bene le salite
La vittoria nel Trofeo Binda dice che Balsamo è in ottima condizione e regge bene le salite
Hai provato anche il rettilineo d’arrivo?

Sì, l’ho visto e devo dire che con il traffico è un po’ caotico: non sono riuscita a immaginarmelo vuoto. Per un velocista è troppo importante andare a studiare fino all’ultimo metro. Ho visto che tira un po’ in su, quindi in caso di volata, mi converrà stare al coperto e uscire all’ultimo.

Ultima cosa, non proprio esaltante, si rischia di correre con la pioggia. Cambia molto?

Abbiamo visto che le previsioni potrebbero essere piuttosto brutte. Però non possiamo farci niente, quindi secondo me è anche inutile fasciarsi la testa. Indubbiamente io preferirei correre col sole, però pioverà per tutte. Vorrà dire che ci sarà da combattere ancora più duramente.

Da un’Elisa all’altra: il riscatto della Longo, la freddezza di Balsamo

16.03.2025
6 min
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CITTIGLIO – Ci si aspettava uno spettacolo in grado di dirci cosa ci potremo aspettare settimana prossima alla Sanremo Women e così è stato. Le nuvole grigie che ieri hanno cancellato la presentazione delle squadre a Luino oggi sono state spettatrici minacciose di una corsa bella ed entusiasmante. Sul traguardo del Trofeo Binda fa freddo, con un’aria gelida che scende dalle montagne appena spolverate di neve. La giornata è partita con tanto entusiasmo, il pubblico accorso numeroso alla partenza per abbracciare le atlete ha lasciato loro la consapevolezza che oggi sarebbe servito un grande spettacolo. L’organizzazione, guidata da Mario Minervino, ci ha messo del suo per mettere ancora più pepe. Nonostante tutto, il verdetto finale non cambia rispetto allo scorso anno, il Binda lo vince Elisa Balsamo in volata

Arriviamo in sala stampa, accanto alla stazione di Cittiglio, con le ombre lunghe e il cielo ancora luminoso negli sprazzi liberi da nuvole. Il pensiero che ci rimane in testa è di aver vissuto l’anticipazione di quello che sarà il copione alla Sanremo Women, l’augurio è che possa essere così. Lo stupore però ce lo ha lasciato lo sprint con cui Elisa Balsamo ha messo in fila il terzo successo negli ultimi quattro anni al Binda. Una volata su un rettilineo in leggera salita fatta in controllo e senza far intravedere una smorfia. Le altre pretendenti alla Sanremo sono state avvisate. 

«Sicuramente oggi è stata una conferma del lavoro fatto e della nostra condizione – racconta Balsamo mentre ci guarda dall’alto sul palchetto della conferenza stampa – questo sicuramente mi rende molto felice. Penso però che la Sanremo sarà una gara diversa perché il dislivello è concentrato tutto nel finale».

Tutta la concentrazione della velocista della Lidl-Trek prima del via
Tutta la concentrazione della velocista della Lidl-Trek prima del via

A occhi chiusi

Per la prima volta nella sua storia il Trofeo Binda superava i 150 chilometri, del temibile circuito finale era previsto un giro in più e questo ha cambiato le carte in tavola. Le velociste hanno dovuto resistere a una serie di attacchi e stringere i denti per non perdere terreno da chi ha provato a fare la differenza in salita. 

«Devo dire che abbiamo usato la migliore tattica possibile – continua la campionessa iridata di Leuven 2021 – Lizzie (Deignan, ndr) era nella fuga quindi non abbiamo mai dovuto tirare. Sono sempre stata coperta, le mie compagne mi hanno sempre fatto prendere i punti strategici in una buona posizione per cercare di salvare le energie. Negli ultimi due giri sono semplicemente andata a tutta. Non potevo fare altro».

Antipasto di Sanremo

La bagarre degli ultimi trenta chilometri ha aperto le porte alle idee e al dibattito su quello che sarà lo svolgimento della Sanremo. La salita di Orino, con i suoi 2,5 chilometri al 5 per cento di pendenza media era un bell’assaggio degli scenari che si apriranno sulla Cipressa e sul Poggio. Elisa Longo Borghini e Demi Vollering hanno cercato di fare il vuoto più volte. Mentre in discesa è stata Van Der Breggen ad allungare per un momento. 

«Oggi è stato un ottimo passaggio prima della Sanremo – spiega la velocista della Lidl-Trek – per avere le conferme che cercavo. Il percorso sarà diverso da quello di oggi, però ho capito che la condizione è buona, questo mi incoraggia. Dopo l’esordio al UAE Tour e alla Valenciana (nella quale ha colto due vittorie di tappa, ndr) ho lavorato tanto a casa. Ho concluso un periodo di tre settimane di grandi allenamenti e tutto quello che ho fatto, soffrendo, mi ha ripagata».

«Sapevo di non poter seguire gli attacchi di Vollering e Longo Borghini – dice ancora Balsamo – ma potevo tenere il mio passo e rimanere il più vicina possibile. Poi quando una velocista vede l’arrivo resuscita sempre e su quei 200 metri ho dato tutto».

«Sabato prossimo – conclude Balsamo – ci saranno degli attacchi sulla sua parte del Poggio, sono sicura. Oggi sono state le prove generali però alla Sanremo le salite decisive saranno due, quindi non credo ci sarà tanto attendismo».

Dopo l’arrivo la campionessa italiana si è detta contenta dell’atteggiamento avuto oggi in corsa
Dopo l’arrivo la campionessa italiana si è detta contenta dell’atteggiamento avuto oggi in corsa

L’analisi della Longo

La grande condizione di Elisa Balsamo le ha permesso di rimanere insieme alle migliori, tuttavia il pensiero che sia mancato l’attacco nel momento giusto ci rimane dentro e ci accompagna ancora mentre scriviamo. Vollering e Longo Borghini hanno dato fuoco alle polveri presto e forse è mancata la gamba per fare lo scatto giusto nel giro finale. Elisa Longo Borghini sembrava avere un diavolo per capello, la campionessa italiana non riusciva a stare seduta, sembrava avere la sella che scottasse. A un certo punto abbiamo smesso di contare gli attacchi, ma siamo sicuri che non sarebbero bastate le dita di una mano. 

«Volevamo fare una gara d’attacco – conferma la Longo una volta scesa dal bus – e avevo anche un po’ voglia di riscatto dopo la Strade Bianche. Sapevo di essere in condizione e volevo dimostrarlo. Oggi è stato un ultimo test prima della Sanremo e sono molto soddisfatta. Penso che anche l’atteggiamento in corsa sia stato quello giusto, verrà fuori una corsa dura. Anche se a mio avviso uscirà una gara molto difficile, già oggi nonostante le più forti abbiano provato a fare la differenza siamo comunque arrivate con una volata ristretta. Sarà bella da vedere e molto emozionante».

Binda e poi Sanremo: la settimana santa di Elisa Balsamo

15.03.2025
4 min
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Il 17 marzo del 2024, Elisa Balsamo aveva già vinto due tappe alla Valenciana e la settimana prima era arrivata seconda alla Ronde Van Drenthe. Le era arrivata davanti Lorena Wiebes e l’aveva per giunta staccata. Per questo il Trofeo Binda rappresentava il test finale in vista della campagna del Nord che si sarebbe aperta di lì a quattro giorni a De Panne.

Già due anni prima, la corsa di Cittiglio era diventato il metro di paragone per la carriera della piemontese da quando, passate le Olimpiadi di Tokyo, si era messa con più impegno sulla strada che sulla pista. Il suo diesse Arzeni, nonostante nel frattempo Balsamo avesse cambiato squadra, commentò che avesse ormai le attitudini per vincere proprio quella corsa. Il 2021 era stato amaro per l’esperienza di Tokyo, ma esaltante nel finale con la vittoria del mondiale di Leuven. Per questo, quando Elisa si presentò a braccia alzate sul traguardo di Cittiglio, mostrando a tutti la sua maglia iridata, il senso di aver trovato una campionessa completa si fece largo e non se n’è più andata.

E’ il 20 marzo 2022, la vittoria di Cittiglio dedicata al cugino scomparso nell’autunno precedente
E’ il 20 marzo 2022, la vittoria di Cittiglio dedicata al cugino scomparso nell’autunno precedente

La sfida con Kopecky

Il 17 marzo del 2024, si diceva, su quell’identico arrivo, la maglia iridata la indossava Lotte Kopecky, vincitrice del titolo a Glasgow. La belga del Team SD Worx veniva diretta dalla vittoria alla Strade Bianche e alla Danilith Nokere Koerse. Sembrava che avrebbe fatto un sol boccone anche del Binda, ma non aveva fatto bene i conti. E così quando Elisa Balsamo, aiutata da Shirin Van Anrooij, riuscì a non staccarsi sulla salita di Orino, nella lunghissima volata si scontrarono la troppa sicurezza e la grande esperienza. La belga infatti partì lunghissima, convinta di avere le gambe per quel rettilineo in salita. Balsamo invece le prese la ruota e saltò fuori in tempo per vedere l’altra che chinava il capo.

Il test andò alla perfezione. Di lì a poco avrebbe vinto a De Panne, salvo subire la legge della Wiebes alla Gand e la vendetta di Kopecky nel velodromo di Roubaix. La campionessa del mondo non fece passare troppo tempo per pareggiare i conti.

Trofeo Binda 2024, Balsamo lascia partire Kopecky e poi la salta approfittando del suo calo
Trofeo Binda 2024, Balsamo lascia partire Kopecky e poi la salta approfittando del suo calo

Un giro di troppo?

Alla Strade Bianche, Elisa non c’era. Il Binda sarà questa volta il passo finale che la lancerà verso la Sanremo che a detta di tanti è fatta per lei, ma anche per Lotte Kopecky, Wiebes e tutte le più forti del gruppo. La differenza rispetto al Binda dello scorso anno è il sesto giro del circuito finale che porta i chilometri a 152 e renderà la corsa meno veloce. In ogni caso, nelle ultime tre stagioni, Balsamo ha vinto, è arrivata seconda e poi ha vinto ancora.

«Sono molto contenta di prendere parte al Binda – dice – ormai sono abbastanza affezionata a questa gara, perché negli ultimi anni sono sempre arrivati dei buoni risultati, per me e per la squadra (fra le sue due vittorie, nel 2023 è arrivata quella di Van Anrooij, ndr). Quindi sicuramente sarà una gara importante per la mia stagione. Devo dire che quest’anno hanno aggiunto un giro in più, quindi i metri di dislivello sono aumentati e per me non è proprio una notizia del tutto positiva. Però l’obiettivo è quello di andare con la squadra e cercare di portare a casa il miglior risultato possibile».

La Omloop Het Nieuwsblad è stato il primo assaggio 2025 di muri del Nord: la stagione entra nel vivo
La Omloop Het Nieuwsblad è stato il primo assaggio 2025 di muri del Nord: la stagione entra nel vivo

Il Binda e la Sanremo

La Sanremo è un richiamo troppo ghiotto per distogliere l’attenzione. Non è passato inosservato il sopralluogo fatto con Ilaria Sanguineti (troveremmo singolare non vedere accanto a Balsamo nella Lidl-Trek l’atleta ligure che l’ha pilotata nelle volate più belle). Perciò, allo stesso modo in cui ha corso il mondiale in appoggio a Elisa Longo Borghini, non troveremmo troppo strana una Balsamo al servizio di qualche compagna.

«Sicuramente so che dovrò tenere duro in salita – dice tornando al Binda – perché ci saranno tante atlete forti che vorranno attaccare per non fare arrivare una volata ristretta. Però penso che per me Cittiglio sarà anche un buon banco di prova per la Sanremo, che si correrà la settimana dopo. Per questo penso che sia davvero un’ottima gara. La preparazione sta andando bene e direi che col Binda inizia un periodo con le gare più importanti della prima parte di stagione. Sono contenta di essere arrivata a questo punto e non vedo l’ora di partecipare».

Sanguineti certa: «Balsamo perfetta per la Sanremo e viceversa»

18.02.2025
7 min
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Per una che corre in bici ed è nata a Sanremo come Ilaria Sanguineti, la Milano-Sanremo Women è la gara dei sogni. E quando inizia a parlare delle sue strade, il battito sale, la voce si riempie di emozione e la mente parte verso una fantasia che le fa brillare gli occhi con una nota ilare.

«Tengo duro sul Poggio – racconta “Yaya” con la sua contagiosa simpatia (in apertura foto Getty Sport) – e mentre le big si guardano un secondo, io attacco in quella discesa che conosco a memoria, faccio il vuoto e vado dritta all’arrivo. Taglio il traguardo da sola, esulto e mi arrestano perché scoppia il delirio con tutti i miei amici ad aspettarmi. Ecco, ho sognato dicendovi il finale della mia Sanremo. Ora possiamo parlare seriamente della gara».

Perché a Sanguineti piace esorcizzare il suo rapporto col ciclismo, ma quando sale in bici per un obiettivo non scherza più. Il percorso della prima edizione della classica ligure in programma il 22 marzo non è ancora stato presentato, anche se le informazioni in mano alle squadre parlano di una possibile partenza da Genova ed un arrivo a Sanremo dopo circa 150 chilometri. In attesa di scoprire il reale tragitto, noi però torniamo sulla ricognizione fatta dopo Natale da Sanguineti e Balsamo, anche alla luce delle due vittorie conquistate dalla ex iridata alla Volta Valenciana qualche giorno fa.

Con quali indicazioni siete tornate dalla Spagna?

Come squadra siamo andate molto bene, grazie al solito affiatamento dentro e fuori la corsa. Abbiamo dimostrato di essere sempre concentrate sull’obiettivo, tenendo conto che il ritmo è stato altissimo in ogni tappa. Vi faccio un esempio. Personalmente lavoravo molto ad inizio tappa e nonostante mi staccassi nei tratti di salita, facevo sempre i miei record sul mio Training Peaks. Invece Elisa l’ho vista molto bene, è andata molto forte. Anzi, dopo averla vista in azione nell’ultima tappa che ha vinto e dove c’era pochissima pianura, sono ancora più convinta che sia tagliata a misura per la Sanremo. E viceversa.

Com’era stata la recon di fine dicembre?

Avevamo fatto circa 4 ore e mezza per un totale di 140 chilometri. Abbiamo fatto il Capo Berta, poi due volte la Cipressa e due volte il Poggio prima di andare nella zona dell’arrivo. E’ stato un modo per conoscere bene le discese, ma ho spiegato ad Elisa tutti gli altri punti delicati. Da quelli sull’Aurelia in cui puoi recuperare energie o posizioni in gruppo a quelli in cui ci sono pericoli. E anche l’ultimo punto dopo la Cipressa dove poter mangiare qualcosa prima del finale.

Secondo te i tre Capi potrebbero accendere la corsa?

Non credo, anche se sicuramente non vanno sottovalutati più che altro per la lotta che ci sarà per prenderli davanti. Il Berta è quello più difficile, ma nessuna delle big lo soffrirà. Il caos potrebbe esserci dopo, quando si andrà verso la Cipressa. Probabilmente quando passeremo noi potremmo avere il vento a favore e si andrà ancora più veloci. Ci sarà frenesia.

Come hai spiegato la Cipressa a Balsamo?

Mi sono basata sulla mia esperienza visto che quelle strade le faccio sempre. Sulla Cipressa bisognerà resistere i primi quattro minuti di scalata perché sono quelli più tosti, poi si potrà respirare perché spiana. Prima dello scollinamento però c’è quello che noi qua chiamiamo il “cioccolatino”, ovvero l’ultimo strappo in cui tenere duro cercando di non essere già al limite, perché la successiva discesa va affrontata con tanta lucidità. Ripeto, l’Elisa vista alla Valenciana per me passa via la Cipressa senza problemi.

E prima del Poggio cosa potrebbe succedere?

Secondo me quando torneremo sull’Aurelia dopo la Cipressa, il gruppo o ciò che ne resterà farà la conta per vedere chi c’è, quindi è facile che ci sia un rallentamento. Non credo che ci sarà qualcuna che tenterà un assolo. Arrivare al traguardo è ancora lunga e dura. Io credo che prima del Poggio ci sarà la leader di ogni squadra, che sia la velocista o meno, assieme ad altre due compagne. Potrebbe essere determinante la superiorità numerica in quel tratto.

Sul Poggio prevedi attacchi?

Diventa tutto imprevedibile. Dipende da chi sarà rimasta davanti. Le formazioni che hanno puntato sulla loro velocista cercheranno di proteggerla con un ritmo regolare, ma per me sul Poggio resteranno in pochissime. Anzi, per me arriverà un gruppetto di una decina scarse di atlete, forse anche molte meno.

Durante la ricognizione del finale, hai pensato anche alle soluzioni delle avversarie?

Certo, ho ipotizzato certe situazioni. Quel giorno sarà come Capodanno, tutte vorranno fare un super corsa. Vollering potrebbe far saltare tutto prima di scollinare il Poggio, ma non escludo che qualche atleta possa attaccare in discesa. Penso a Longo Borghini o Niewiadoma che sanno andare forte in quel fondamentale. Reusser invece potrebbe dare la stoccata a fine discesa del Poggio. Ci sarà da fare attenzione anche a Lippert e Wiebes o anche a Gasparrini qualora avesse carta bianca lei, però credo che Balsamo e Kopecky, per caratteristiche, siano quelle che partono favorite se le cose vanno come devono andare. Ovviamente noi speriamo tutte in “Barzi” (il soprannome di Balsamo, ndr).

Amiche avversarie. Per Sanguineti, Longo Borghini potrebbe attaccare in discesa alla Sanremo anticipando lo sprint di Balsamo
Amiche avversarie. Per Sanguineti, Longo Borghini potrebbe attaccare in discesa alla Sanremo anticipando lo sprint di Balsamo
Chi potrebbe essere una alternativa a Balsamo nella Lidl-Trek?

Il piano B ci vuole sempre e sicuramente lo si studierà di conseguenza per essere pronte. Nel finale secondo me per noi ci saranno ancora Markus, Henderson e Brand, altra atleta che potrebbe attaccare in discesa. E chiaramente spero di esserci anch’io (sorride, ndr).

Cosa rappresenta per “Yaya” Sanguineti la Sanremo?

Tantissimo. Pensate che è da quando ho cinque anni che la vedo e da quando ne ho nove che vado sempre sul Poggio a vederla. Quando ho la giornata di scarico, parto da casa mia a Ventimiglia e vado fino al Poggio e torno indietro. Addirittura negli anni con gli amici della zona, facciamo la discesa senza pedalare per vedere chi arriva in fondo meglio. Anche se non ero ancora nata, mi sarebbe piaciuto correre la cronodiscesa del Poggio che fecero al Giro d’Italia del 1987, la mia tappa ideale. Tuttavia non sono in lista per fare la Sanremo Women.

Ad oggi Yaya Sanguineti non ha in programma di correre la “sua” Sanremo, ma vuole conquistarsi il posto nelle prossime gare
Ad oggi Yaya Sanguineti non ha in programma di correre la “sua” Sanremo, ma vuole conquistarsi il posto nelle prossime gare
Non riusciamo ad immaginarti senza il numero sulla schiena quel giorno. C’è la possibilità che tu la possa correre?

Ad oggi a parte Balsamo, la squadra è tutta da fare ed io per ora non ce l’ho in calendario. Mi dispiacerebbe molto non farla perché penso di essere di grande aiuto alle compagne. Conosco ogni singolo tombino della corsa. Sono comunque consapevole che devo guadagnarmi la chiamata. E se non dovesse arrivare non avrei problemi ad accettare la decisione. Se non la correrò, stavolta andrò direttamente al traguardo per essere subito vicina alle compagne. L’obiettivo adesso di fare il meglio possibile nelle prossime corse, per la squadra e per me. Mi attendono Extremadura, Oetingen e Nokere dove voglio meritarmi la convocazione per la Sanremo.