BFT Burzoni rivoluzionata, ma sempre con la stessa filosofia

23.01.2025
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Cambiare pelle conservando il medesimo spirito. Nel suo decimo anno di vita, la BFT Burzoni ha appena varcato la soglia del 2025 con una formazione largamente rinnovata. Una scelta dettata da tanti fattori tenendo conto dell’evoluzione della categoria juniores.

Un anticipo di questo cambiamento lo abbiamo fatto parlando due giorni fa con Linda Sanarini, una delle due confermate e promossa leader della squadra piacentina sul campo. Le dieci nuove ragazze arrivano dalle allieve portandosi in dote fior di risultati e alcune scommesse da vincere. Di loro, delle atlete che sono passate elite quest’anno e di tutto il resto, compreso l’accordo con la Picnic-PostNL, ne abbiamo parlato col team manager Stefano Solari al termine dell’ultimo weekend di allenamenti a Riva del Garda (in apertura foto Frantz Piva).

Per chi vi conosceva bene, avete fatto una corposa metamorfosi.

La definirei una piccola rivoluzione poiché ci sono state tante variazioni. E’ arrivata Krizia Corradetti come diesse che affiancherà Vittorio Affaticati. Ma la rivoluzione più importante riguarda la preparazione atletica della squadra. Abbiamo deciso di affidarci a Silvia Epis, che reputo una della migliori allenatrici in assoluto. Con noi ci saranno anche due ragazzi che avranno il compito di prendere i dati delle nostra atlete e analizzarli con Silvia per poi fare le tabelle di allenamento in modo approfondito. Abbiamo voluto provare a fare un lavoro d’equipe come succede nei team WorldTour, fatte ovviamente le debite proporzioni. Per le juniores è una novità, speriamo possa portare dei frutti.

Come nasce la volontà di cambiare tanto dell’organico della BFT Burzoni?

Abbiamo fatto diverse valutazioni, anche col presidente Andrina. Camilla Bezzone veniva da un infortunio e meritava di restare con noi per giocarsi bene le proprie carte. Per il resto abbiamo visto che nelle ultime stagioni tra le juniores non c’era una grande differenza tra le atlete del primo anno e quelle del secondo. Basti vedere le classifiche di punti e vittorie del 2024 dove le prime tre sono Chantal Pegolo, Erja Giulia Bianchi e Giada Silo. E l’anno prima la nostra La Bella era stata la seconda in questa graduatoria. Pertanto non siamo andati a prendere nuove atlete del secondo anno, anche perché possiamo lavorare con calma in vista del 2026.

Cosa puoi dirci delle nuove arrivate?

Abbiamo preso dieci allieve che sono già abbastanza pronte per la categoria. Sempre guardando le classifiche finali di rendimento, la metà di loro sono tra le prime otto a livello nazionale. Tuttavia, guardando i test, non state spremute fortunatamente. Crediamo che tutte abbiano ampi margini di miglioramento, che è la condizione migliore per lavorare come dicevo prima. Allo stesso tempo ho già potuto vedere che hanno grinta e voglia di imparare. Dai primi ritiri ho capito che sta nascendo un bel gruppo, soprattutto ben assortito.

In che modo?

Ci sono velociste pure, velociste che tengono bene in salita e scalatrici che hanno un bello spunto veloce per vincere volate ristrette. Abbiamo messo in conto che faranno fatica nei primi mesi, ma sono certo che usciranno poco alla volta. Hanno davanti a loro una capitana come Sanarini che l’anno scorso ha fatto tanta esperienza nel bene e nel male. Poi ovvio che dovranno ascoltare solo ciò che gli diranno i nostri diesse. Comunque sarà la strada ad emettere il proprio giudizio, come sempre.

Ti senti di spendere qualche parola in particolare per una delle nuove arrivate?

Non mi piace mai fare dei nomi. Forse l’unica curiosità è rappresentata da Elisa Bianchi (che arriva dalla Flandres Love, ndr), la campionessa italiana allieve che ha sempre corsa da sola nelle varie categorie giovanili, con i relativi pro e contro del caso. Per lei sarà la prima volta in un team e dovrà imparare le dinamiche tattiche in corsa di una squadra. Sotto quel punto di vista è tutta da scoprire, ma so che è quasi una soldatessa nel seguire i lavori assegnati. Ora è impegnata col ciclocross tra Coppa del Mondo e mondiali, la aspettiamo presto.

Un nome lo facciamo noi e ti chiediamo una considerazione su Sanarini.

Abbiamo avuto tante atlete forti che sono ora nel WorldTour, ma forse come lei non l’ho mai vista. Linda ha un gran motore e tutti i mezzi per fare grandi cose, ma deve diventarne consapevole. E’ una questione di testa, perché tende sempre a sentirsi inadeguata o pensare sempre che le avversarie siano più forti di lei. Quando è con noi vediamo una Linda tanto socievole e serena con le compagne, quanto seria e determinata in bici. Ha tanto potenziale, ma non vogliamo metterle troppe pressioni addosso. Linda deve restare tranquilla, avere pazienza. non farsi condizionare da fattori esterni.

Riguardando all’anno scorso, in tanti si aspettavano che La Bella e Baima andassero nel WorldTour. Cosa è successo invece?

Ce lo hanno chiesto in tanti con sorpresa. A fine stagione molte formazioni continental sono rimaste alla finestra per la riforma dei ProTeam, quindi molti movimenti sono arrivati tardi. Purtroppo non solo Eleonora ed Anita hanno avuto problemi in quel senso, ma anche tante altre juniores che avevano fatto meglio di loro due. Entrambe poi hanno avuto piccoli intoppi fisici e l’anno scorso non sono riuscite a confermare il bel 2023 pur arrivando davanti e correndo con la nazionale. Sono comunque andate in buone squadre (rispettivamente Vaiano e Horizons, ndr) dove potranno esprimersi al meglio. E siamo soddisfatti per avere fatto passare altre tre ragazze.

Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Linda Ferrari è cresciuta nella BFT Burzoni. E’ passata alla BePink dopo lo stage del 2024 dove ha fatto un’ottima impressione
Continua pure.

Asia Sgaravato, che aveva avuto un gran finale di stagione, e Giorgia Tagliavini sono andate alla Mendelspeck, mentre Linda Ferrari è stata confermata alla BePink-Bongioanni dopo lo stage da agosto a ottobre. Lei è quella che è migliorata più di tutte da quando è arrivata da noi da esordiente. Non ha mai vinto, ma ha tutto quello che serve per andare bene tra le elite. Vede la corsa, sa andare in fuga, stare bene in gruppo e lavorare per le compagne. Walter Zini (il team manager della BePink, ndr) infatti mi diceva che con loro ha corso bene e gli aveva fatto una grande impressione.

L’accordo tra BFT Burzoni e Picnic-PostNL resta attivo?

Anche quest’anno saremo un loro devo team, più o meno con le stesse condizioni del 2024. Siamo felici di sapere che hanno un occhio di riguardo per noi. Devono ancora stabilire se ripeteranno quei giorni di test come a febbraio di un anno fa, però chiaramente se ci dovessero chiedere qualche ragazza da mandare in Olanda, lo faremmo volentieri. Ormai sanno come lavoriamo.

Vincere una gara all’estero e continuare a fare esperienza internazionale, sono due degli obiettivi stagionali (foto BFT Burzoni)
Che obiettivi vi siete dati quest’anno?

Forse è sempre il solito. Ci piacerebbe vincere una gara all’estero, sarebbe una soddisfazione enorme. Abbiamo già ricevuto l’invito per il Tour du Gévaudan Occitanie in Francia e per la Bizkaikoloreak nei Paesi Baschi. Stiamo valutando anche l’invito di un’altra gara di due giorni in Francia che però non è valevole per la Coppa delle Nazioni come le altre due. In questo senso restiamo fedeli alla nostra filosofia, quella di far fare esperienza internazionale alle nostre ragazze.

La Bella, il bicchiere mezzo pieno di un 2024 difficile

13.11.2024
7 min
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In una stagione più difficile del previsto, ci vuole ben altro per scoraggiare una filosofa. Eleonora La Bella dal suo 2024 è riuscita ad estrarre le luci in mezzo a tante ombre dando fondo alla sua materia preferita. Adesso è già proiettata al salto nelle elite con l’Aromitalia 3T Vaiano.

In questi giorni sta sfruttando il sole che splende attorno alla sua Anagni per i primi lavori di preparazione dopo le vacanze e sentiamo Eleonora particolarmente motivata, grazie ad alcune novità. Sicuramente questa annata le è servita per capire qualcosa in più di sé e dello stesso ciclismo. La Bella mette in archivio il periodo juniores, dove è stata una delle migliori interpreti del panorama nazionale (in apertura foto Franz Piva). Ha preso il bello e il brutto, ma soprattutto traendo il massimo insegnamento. Le idee sono chiare, come sempre.

Eleonora passa elite nell’Aromitalia 3T Vaiano, ma resta sotto osservazione dai team WorldTour (foto Ossola)
Eleonora passa elite nell’Aromitalia 3T Vaiano, ma resta sotto osservazione dai team WorldTour (foto Ossola)

Il mancato WorldTour

Qualcuno si aspettava un passaggio della 18enne laziale nel WorldTour come si era vociferato e a tale riguardo va fatto un briciolo di chiarezza. Avevamo già trattato l‘accordo tra la BFT Burzoni e la DSM Firmenich PostNL, nel quale la formazione juniores piacentina era diventata un devo team di quella olandese, tuttavia senza vincoli od obblighi di passaggi di atlete.

Lo scorso febbraio La Bella è stata una delle tre ragazze italiane a salire nel quartier generale della DSM per una serie di test. Sembrava destinata alla squadra olandese, ma è presumibile che non sia stato trovato il giusto accordo. Anche in questo caso si può parlare di operazione rimandata, anche se Eleonora non è affatto scontenta della sistemazione trovata. Anzi, lo reputa decisamente più formativo.

«La proposta del Vaiano – racconta La Bella – è arrivata dopo il mondiale di Zurigo. Si sono fatti avanti dicendomi che gli interessavo da tempo e che avevano apprezzato la mia prova in Svizzera. Dopo aver accettato e fatto qualche video-chiamata, mi sono vista con Paolo Baldi (il team manager, ndr) e il resto della squadra al Giro dell’Emilia.

«Anche dal vivo – prosegue Eleonora – ho avuto la stessa buona impressione delle settimane prima. A dire il vero mi ha proprio colpita il suo discorso: “Eleonora, visto che il 2024 è andato così così, l’anno prossimo partiamo subito forte per recuperare il terreno perso e far vedere le tue potenzialità”. Mi sono sentita subito ben stimolata e considerata. Ho già visto una bozza del programma gare e mi piace tanto, con diverse trasferte all’estero. Poi troverò Virginia Iaccarino, amica e compagna di nazionale, oltre a Valentina Zanzi, mia ex compagna alla BFT. Sono molto contenta».

Hai un po’ di rammarico per non essere andata alla DSM o in un altro team WorldTour?

Inizialmente, devo essere sincera, ci sono un po’ rimasta male. Poi però riflettendo sulla mia stagione ho capito che devo fare step by step. Faccio un esempio pratico. Se quest’anno avessi vinto o fatto ancora meglio dell’anno scorso, probabilmente non avrei compreso appieno come comportarmi davanti ai problemi. Nel ciclismo e in generale nella vita di tutti i giorni, moltissime persone sottovalutano la crescita graduale che dobbiamo avere noi giovani. Quindi, se devo contestualizzare il tutto, meglio aver preso delle mazzate morali quest’anno ed aver imparato come affrontarle, anziché andare avanti vincendo e non saper come fare.

Ti conosciamo come una ragazza sensibile, cos’hai sofferto di questa stagione?

Venivo da un 2023 molto buono, forse oltre alle mie aspettative e che per forza aveva creato ulteriori aspettative in tanta gente attorno a me. So che quando non vedevano il mio nome in un ordine d’arrivo e tra le prime cinque, si chiedevano che fine avessi fatto, cosa avessi o cosa mi stava succedendo. Ho ricevuto molte critiche soprattutto per la prima parte dell’annata, anche su gare non adatte a me. Questa situazione l’ho subita particolarmente. Poi ho realizzato, forse un po’ tardi, che non ero io che dovevo rincorrere, ma io che dovevo dettarmi i tempi per ritrovarmi.

Cos’era che ti turbava?

Mi rendevo conto che non ero al top, infatti non sono mai veramente entrata in forma. Avevo troppe preoccupazioni per una serie di impegni a cui tenevo tanto e che volevo fare bene. A scuola avevo la maturità e non volevo restare indietro con lo studio. Naturalmente avevo il calendario delle gare con la squadra. Ed infine avevo anche scuola guida per la patente. Nessuno mi ha mai messo pressioni, però volevo far conciliare tutto al meglio. Devo ringraziare la mia famiglia che ha fatto molti sacrifici per aiutarmi, specie in questi frangenti.

Il sorriso però non l’hai mai perso e i bei momenti sono arrivati.

Sì, è vero, ho sempre cercato di trovare i lati positivi nelle situazioni più complicate. Quest’anno ho fatto un buon finale di stagione. A parte il secondo posto al campionato italiano cronosquadre, avevo vissuto una esperienza pazzesca al Tour de l’Avenir Femmes. In quella corsa ho capito il ciclismo del piano superiore, dove nessuna molla mai. Ha vinto un’atleta come Bunel che ha fatto dei numeri incredibili. Anche tante altre giovani sono andate fortissime ed io ero lì a vederle da vicino, cercando di aiutare le mie compagne. Ero l’unica junior e mi ha fatto enormemente piacere essere stata chiamata dal cittì Sangalli. Lo ringrazio perché mi ha dato fiducia non nel mio momento migliore. E questo mi è servito per ritrovare morale.

La BFT Burzoni per La Bella ha rappresentato una seconda famiglia nel biennio juniores (foto Franz Piva)
La BFT Burzoni per La Bella ha rappresentato una seconda famiglia nel biennio juniores (foto Franz Piva)
Come sono stati i due anni con la BFT Burzoni?

Sono davvero triste di lasciare questa squadra. Per me la BFT Burzoni ha rappresentato moltissimo. L’ho scritto anche in un post social per ringraziarli, compagne e staff. Mi hanno fatto crescere tantissimo sia come persona che come atleta. Loro mi hanno aperto ad un mondo nuovo. Se io fossi rimasta a correre nelle formazioni della mia zona, avrei corso quasi sempre qua attorno e non avrei scoperto tante cose di me oppure non avrei viaggiato così tanto. L’anno scorso è andata bene perché ho sempre corso prendendo tutto ciò che veniva come di guadagnato. Quest’anno ve l’ho già descritto e ripeto che ne esco molto maturata. I due anni con la BFT me li sono goduti totalmente.

Nel mentre come hai impiegato il tempo nella off-season?

Ho fatto circa un mese di stacco, come mi hanno consigliato i tecnici del Vaiano. Siccome quest’anno sono stata molto in giro tra Italia ed estero per le gare, non avevo una grande voglia di andare lontano. Mi sono concessa una piccola vacanza tra Roma e Napoli con la mia compagna di squadra Linda Ferrari. Però non so stare ferma del tutto, quindi occupavo le giornate con qualche corsa a piedi, seguendo delle lezioni di inglese visto che sono un po’ carente e seguendo anche le faccende di casa. Poi, con l’iscrizione alla facoltà di Filosofia all’Università di Roma Tor Vergata, ho iniziato a studiare e leggere alcuni testi.

Cosa si aspetta Eleonora La Bella dalla nuova avventura da elite?

Voglio andare per gradi. Ho ricominciato la preparazione da qualche giorno col mio nuovo allenatore Matteo Azzolini. Ho iniziato a lavorare con lui da poco e il 22 novembre avrò un primo test. Sto facendo queste settimane di adattamento. Gli serve avere informazioni su di me, deve avere dei punti di riferimento per impostare il piano di lavoro. Obiettivi ce ne sono, ma non saprei dire quali privilegiare. Sicuramente cercherò di migliorare l’esplosività, lo spunto veloce nelle volate ristrette e l’atteggiamento mentale con cui mi sono presentata quest’anno alle corse. Questi possono essere già degli ottimi punti di partenza, poi vedremo strada facendo. Sono motivata.

Avenir Femmes, il cittì Sangalli al via con una nazionale d’attacco

19.08.2024
6 min
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«Sarà un Avenir importante per… l’avvenire delle atlete». E’ con un sottile gioco di parole che il cittì Paolo Sangalli prova a riassumere la spedizione della nazionale U23 al Tour de l’Avenir Femmes.

Prima di sistemare le ultime cose per la partenza per la Francia di domani, il tecnico azzurro è ancora gasato dal finale incerto del Tour Femmes, che fa il paio con quello del Giro Women, e si concede un piccolo excursus. «Che spettacolo! Niewidoma contro Vollering e prima ancora Longo Borghini contro Kopecky sempre sul filo dei secondi fino alla fine. Il ciclismo femminile è diventato davvero grande». Come non essere d’accordo con lui.

Tornando a monte, l’appuntamento della seconda edizione della piccola Grande Boucle femminile è fissato fra due giorni (dal 21 al 24 agosto: in apertura, una foto della passata edizione). Cronoprologo e tre tappe in linea per un totale di 321,2 chilometri infarciti di salita. Il gran finale, proprio come la gara maschile, sarà in vetta al Colle delle Finestre. E chissà se il totem delle Alpi Cozie stuzzicherà la fantasia delle più audaci come ci ha insegnato la storia o se sarà solo il teatro di una sfida ad eliminazione? Le azzurre dovranno difendere, e possibilmente migliorare, il terzo posto ottenuto da Realini l’anno scorso con una formazione quasi tutta nuova. Le scelte di Sangalli sono un mix tra l’obbligato e lo sperimentale, ma all’Avenir non mancherà uno spirito intrepido. Abbiamo cercato di capire che gara vedremo e quali saranno le rivali principali.

Paolo ricordiamo le convocate intanto.

Ho chiamato Ciabocco, Giada Borghesi, Valtulini, Segato, Cipressi e La Bella. Diciamo che come ogni anno ho dovuto aspettare un po’ per confermare le convocazioni. Ultimamente è diventata una costante tra le tre nazionali. Per un motivo o l’altro, principalmente fisico, ho sempre qualche ragazza in dubbio. Ad esempio, la mia intenzione sarebbe stata quella di chiamare Venturelli, ma agli europei di categoria in pista a Cottbus si è rotta il radio e ho fatto altre scelte. Mi lamento solo della sfortuna, non delle alternative a disposizione.

In un certo senso pensi di aver dovuto fare delle scelte forzate?

No, però mi vengono da fare delle considerazioni in generale. Considerando tutta la salita che c’è, più dell’anno scorso, è ovvio che mi dispiaccia non poter portare Realini che non è più U23. Mi spiace anche non aver chiamato Barale perché ha corso il Tour Femmes, ma è stato meglio così, anche se mi sarebbe piaciuta vederla da vicino in prospettiva mondiale. Quelle che porto all’Avenir sono tutte ragazze che hanno fatto un certo tipo percorso da juniores. Andremo avanti nel senso della continuità.

Che tipo di formazione sarà?

Faremo una gara all’attacco. Borghesi è una ragazza che non ha paura in questo tipo di azioni. Valtulini e Segato sono due scalatrici interessanti che hanno fatto un bel Giro Women. Dopo un buon Thuringen, Cipressi ha fatto altura a Tignes con le sue compagne che sono andate al Tour Femmes e quindi arriverà preparata. Viene dall’altura anche La Bella.

Non è ancora una junior?

Con le autorizzazioni delle varie federazioni, le juniores possono correre tra le U23, come se fosse uno stage. Infine c’è Ciabocco che aveva corso l’Avenir 2023. Ha un anno di esperienza in più nel WorldTour dove lavora tanto e bene per le compagne. Col cronoprologo del primo giorno capiremo chi curerà la generale, anche se sulla carta dovrebbero essere Ciabocco e Valtulini.

Chi saranno le rivali principali?

Ce ne saranno tante. Ho segnato alcuni nomi sul taccuino, ma credo sia più giusto ragionare più per Nazioni che per nomi. La prima che mi viene in mente è la Francia con Bego e Rayer, ma attenzione alla Germania (Riedmann e Czapla le capitane, ndr), alla Spagna (con Eraso, ndr), al Canada con le gemelle Holmgren, alla Gran Bretagna (Backstedt e Nelson, ndr) e naturalmente all’Olanda (guidata da Vinke, Reijnhout e Oudeman, ndr). Poi occhi puntati anche su quelle nazionali che conosciamo meno e che possono stravolgere i piani. Noi possiamo mantenere il podio che abbiamo conquistato con Realini l’anno scorso, però bisognerà vedere come andrà la corsa.

Podio 2023. Van Anrooij ha corso il Tour Femmes e non difenderà il titolo. Shackley si è dovuta ritirare per problemi al cuore e Realini non è più U23 (foto twitter)
Podio 2023. Van Anrooij ha corso il Tour Femmes e non difenderà il titolo. Shackley si è dovuta ritirare per problemi al cuore e Realini non è più U23 (foto twitter)
Cosa si aspetta Paolo Sangalli da questo Avenir Femmes?

Uno degli obiettivi sarà quello di crescere con questa squadra di giovani. Ad esempio Cipressi la voglio testare in vista dell’europeo, mentre La Bella per il mondiale. Portarla è forse un azzardo e non credo che altre nazionali porteranno una juniores. ma è anche un buon modo per farla crescere ulteriormente. Lo scontro all’Avenir con le pari età serve per capire cosa è successo nel percorso dalle juniores ad oggi. Capiremo a che punto siamo col nostro movimento.

L’eredità di Venturelli, il settore junior donne è ripartito

28.05.2024
5 min
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L’impegno del cittì Sangalli per comporre composizione del quartetto delle stradiste per Parigi 2024 è particolarmente complesso, ma i compiti riservati alla categoria juniores non sono tanto da meno. Le prime uscite della nazionale nelle prove di Nations Cup sono state avare di soddisfazioni, anche se le presenze in top 10 di Iaccarino all’EZP Omloop van Borsele e di Silo, La Bella e Milesi nel Tour du Gevaudan dicono che comunque siamo sempre lì, nei quartieri alti.

Piazzamenti che però a Sangalli dicono che la base c’è, ma che bisogna lavorare tanto: «Soffriamo per due ragioni ben distinte – ammette il cittì – la prima è strutturale ed è data dalla contemporaneità con gli impegni scolastici, come d’altronde si vede anche tra i pari età. All’estero hanno un’altra struttura per lo studio delle giovani generazioni, hanno più attenzione e possibilità per fare sport, per noi cambia tutto da giugno in poi, quando gli impegni scolastici vengono meno e le ragazze possono allenarsi di più e meglio, anche mentalmente»

Paolo Sangalli si divide fra l’impegno nella nazionale maggiore e quello per le juniores
Paolo Sangalli si divide fra l’impegno nella nazionale maggiore e quello per le juniores
E la seconda?

La seconda è più contingente al momento storico ed è legata al cambio di categoria di Venturelli, che per due anni è stata un riferimento assoluto ergendosi fra le leader internazionali. I suoi risultati erano il fiore all’occhiello del movimento che ora non ha più un simile riferimento. Si è visto proprio in queste uscite internazionali dove pure abbiamo fatto bene.

La prova francese era più adatta dell’altra alle nostre caratteristiche, considerando che almeno numericamente siamo stati in prima vista?

Era una corsa per scalatrici. La gara si è costruita nella prima frazione dove c’era uno strappo duro, di 3 chilometri con pendenze al 10 per cento. Non è un caso se a vincere è stata Cat Ferguson, la britannica già avversaria della Venturelli nel 2023 e che è già nell’orbita della Movistar, dove approderà dall’1 agosto. Lei è già forte di suo, si vedeva però che aveva qualcosa in più, è già proiettata verso la categoria superiore.

Ferguson ha sbancato entrambe le prove di Nations Cup. Ad agosto passerà alla Movistar
Ferguson ha sbancato entrambe le prove di Nations Cup. Ad agosto passerà alla Movistar
I risultati delle ragazze che cosa ti hanno detto?

Il 6° posto finale di Giada Silo è un buon risultato, conferma quel che pensavo di lei, è venuta fuori nell’occasione che conta su un percorso che a lei si confaceva. Mi aspettavo un po’ di più da Eleonora La Bella, che aveva fatto molto bene lo scorso anno, ma il suo discorso rispecchia quanto detto prima. Mi aspetto un salto di qualità dall’estate in poi.

Trovi differenze tra le ragazze di primo e secondo anno?

Dipende dalle gare. Le due prove di Nations Cup in questione erano molto diverse: quella olandese richiedeva un alto grado di preparazione, le differenze si contavano, tanto per intenderci, in forma di watt… In Francia era un percorso per specialiste, per scalatrici e lì sono emerse le caratteristiche personali. In quest’ultimo caso sì, le ragazze di secondo anno erano un po’ avvantaggiate, in salita si vedeva che avevano qualcosa in più dato dall’età in costante evoluzione.

Iaccarino prima al Trofeo Bussolati Asfalti (foto Flaviano Ossola)
Iaccarino prima al Trofeo Bussolati Asfalti (foto Flaviano Ossola)
Sono gare che ti sono servite per le prove titolate future?

Delle indicazioni me le hanno date. Iaccarino ad esempio ha fatto bene in Olanda e la vedo molto importante per una gara piatta come dovrebbe essere quella dell’europeo. Lei si era messa in evidenza con un ottimo inizio stagione anche lo scorso anno, poi si era un po’ persa. Vedremo che non accada lo stesso in questa stagione.

E per i mondiali?

Quello sarà un percorso davvero duro. Io confido molto in La Bella, se raggiungerà i picchi di forma che mi aspetto sarà un bell’elemento in quell’occasione. Deve ritrovarsi, raggiungere i livelli che mi aspetto da lei, può riuscirci.

Eleonora La Bella nel 2023 ha vinto il Team Relay agli europei. Sangalli punta su di lei per i mondiali
Eleonora La Bella nel 2023 ha vinto il Team Relay agli europei. Sangalli punta su di lei per i mondiali
Abbiamo detto della perdita, sempre relativamente alla categoria, di Venturelli. Spostando l’attenzione alle ragazze arrivate dalla categoria allievi, come Sanarini vincitrice degli Eyof?

In questo caso bisogna stare molto attenti a dare il giusto valore a quei risultati. Quando si passa junior, si azzera tutto. Sanarini e Pegolo che erano le nostre portacolori nella rassegna omnisportiva sono ottimi elementi, ma scontano il passaggio di categoria, soprattutto la prima. Bisogna cambiare approccio, mentalità. Bisogna aiutarle in questo. Non sono abituate ad esempio a partire a tutta e ritrovarsi subito in fila indiana, a lottare per la posizione, a tenere ritmi subito forsennati.

Un problema del quale hai investito i direttori sportivi?

Sì, trovando terreno fertile, grande comprensione. Ad esempio insisto molto che nelle trasferte con la nazionale ci sia al fianco anche una squadra di club, per allargare il più possibile l’esperienza di queste ragazze. A giugno sarà più semplice anche da questo punto di vista.

Giada Silo, talento della Breganze Millennium in evidenza anche in Francia
Giada Silo, talento della Breganze Millennium in evidenza anche in Francia
Tornando a Giada Silo, che impressione ne hai tratto?

Non mi baso solamente sulla nostra trasferta, guardo un po’ tutta l’attività dove cerco di essere presente per quanto possibile. Ho trovato una ragazza determinata, con la mentalità giusta e inserita in un team, la Breganze Millennium che lavora bene. Non deve avere premura, faccia il suo corso, ma è un bel prospetto.

Bft Burzoni, tre giorni in Olanda a casa della DSM

29.02.2024
8 min
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Un migliaio di chilometri da Piacenza verso il Limburgo, dove nella strozzatura della provincia olandese compresa tra Belgio e Germania c’è Sittard, la città del quartier generale del Team DSM-Firmenich PostNL. Le protagoniste di questo viaggio verso il proprio futuro sono tre juniores della BFT Burzoni VO2 Team Pink, società femminile emiliana che da quest’anno è diventata un development team della formazione WorldTour.

Per Eleonora La Bella, Linda Ferrari e Linda Sanarini (accompagnate dal team manager Stefano Solari) la destinazione finale del navigatore è stata l’Aqua-Step Keep Challenging Center, il campus in cui vivono tutti gli atleti della DSM e nel quale loro hanno soggiornato dal 21 al 24 febbraio insieme a ragazze di altri devo team esteri. Un mini-collegiale di tre giorni voluto da Hans Timmermans, capo dello scouting della squadra olandese (in apertura con le ragazze), per svolgere qualche test ed introdurre al mondo del professionismo i giovani talenti. L’esperienza però non si è limitata a questo e così ci siamo fatti raccontare dai diretti interessati le impressioni di questa trasferta.

Diario del giorno

L’evoluzione dell’accordo con la DSM l’abbiamo seguita fin dall’inizio, tenendo conto che a sua volta la BFT Burzoni è il riferimento per altre tre società giovanili (Gioco in Bici Oglio Po, Vangi Ladies e Valvasone) in una filiera ad ampio raggio nazionale. Pertanto quando abbiamo saputo della trasferta in Olanda, Solari si è proposto come una sorta di inviato speciale. Il diario del giorno era corredato da foto, informazioni e messaggi.

«All’andata abbiamo spezzato la trasferta a Digione – racconta il team manager piacentino – e l’accoglienza è stata subito molto calorosa. Ci hanno dato una delle casette del loro centro, ma le ragazze sono state subite divise e messe in camere con altre juniores, in modo da favorire l’integrazione e la conoscenza fra loro. E’ uno dei loro punti fermi. Alla sera del nostro arrivo abbiamo cenato con Francesca (Barale, ex junior della BFT Burzoni, ndr) che ha parlato molto chiaramente alle nostre atlete, dicendo loro che in DSM sta bene e quali obblighi ci sono quando sei una pro’. Le cose belle e quelle brutte».

Impressioni d’Olanda

Forse l’aspetto che ha colpito maggiormente il team manager Solari è di natura culturale. Per forza, dice lui, che saltino fuori tanti corridori. In Olanda c’è una fitta rete di piste ciclabili e tutti pedalano nella vita di tutti i giorni per andare a scuola, al lavoro o a fare la spesa. Proprio come Barale, che si è sistemata una vecchia bici che aveva a casa ed ora la usa quando è lassù. Ma l’impatto con la realtà olandese è stato formativo in modo trasversale.

«In questi tre giorni le ragazze hanno svolto dei test – prosegue Solari – mentre io ho potuto vedere da vicino come lavora la DSM. Innanzitutto mi ha impressionato il fatto di quanto siano persone di grande umanità, oltre che di professionalità, che non si atteggiano minimamente. Con Hans abbiamo instaurato un bel rapporto fin da subito. Durante le prove ha guardato sfaccettature poco tecniche. Tutte le ragazze si sono lavate da sole sia le bici che il vestiario. Si sono arrangiate con la cena. Voleva vedere come si comportavano.

«O ancora ad esempio – va avanti – Hans ha apprezzato quando in una simulazione di gara, Sanarini ha aiutato una canadese, a cui era scesa la catena, a rientrare in gruppo. Oppure quando durante la merenda le nostre ragazze hanno diviso i rimanenti pezzi di torta per tutte le altre ragazze. Lui lo ha fatto presente davanti a tutte nelle riunioni come una grande dote per il gruppo. Ci ha fatto i complimenti per come le stiamo facendo crescere e tutto ciò ci riempie di orgoglio e soddisfazione».

Esperienza di vita

Tutte e tre le atlete avevano già vissuto gare all’estero. Linda Sanarini, classe 2007 e l’anno scorso oro nella prova in linea ai Giochi della Gioventù Europea a Maribor, a Sittard era una delle juniores più giovani, anche se erano presenti alcune allieve olandesi (addirittura una del 2009).

«E’ stata una esperienza che mi ha arricchito – spiega la padovana – specie con l’inglese, che ho dovuto parlare con la mia compagna di stanza, una ragazza olandese che verrà a correre a Cittiglio. Devo dire che prima dei test ero piuttosto agitata, poi pedalando assieme alle altre mi sono distesa. E’ stato bello conoscere i tecnici della DSM che ci hanno spiegato tante cose. Ma più di tutto, sono felice che la mia squadra abbia voluto portare me. La ringrazio per questa opportunità. Per me è un bel segnale, molto stimolante».

Linda Sanarini alle prese con le faccende in cucina. I tecnici della DSM hanno voluto che le ragazze fossero il più possibile indipendenti
Sanarini alle prese con la cucina. I tecnici DSM hanno voluto che le ragazze fossero il più possibile indipendenti

Sotto con i test

Uno degli obiettivi di questo collegiale della DSM era reperire riscontri e valori da una serie di test. Per quello in salita ci si è dovuti spostare a Bèvercè, nel sud del Belgio, ad un’ora di auto da Sittard, in una zona lambita dalla Liegi-Bastogne-Liegi. Gli altri test invece sono stati fatti nell’ambito di un’uscita di quattro ore sulle strade della Amstel Gold Race partendo proprio dal campus della squadra.

«Prima di andare in Olanda – dice Linda Ferrari – avevamo ricevuto il programma che ci avrebbe atteso. Il nostro preparatore non ha stravolto gli allenamenti, abbiamo seguito il solito piano di lavoro. Anche perché credo che i tecnici olandesi preferissero valutarci per come siamo davvero. Lassù invece prima di uscire in bici, Timmermans ci ha spiegato tutto con riunioni in PowerPoint e particolare cura del dettaglio. Sono stati test che mai avevamo fatto prima.

Linda Ferrari ha fatto tutta la trafila nella BFT Burzoni fin da esordiente. Non aveva mai fatto test come quelli svolti in Olanda
Linda Ferrari ha fatto tutta la trafila nella BFT Burzoni. Non aveva mai fatto test come quelli svolti in Olanda

«Quello in salita – continua Ferrari al sesto anno tra le giovanili della BFT Burzoni – prevedeva un riscaldamento di circa mezzora sulla stessa strada per conoscerla, poi tornate indietro dovevamo fare venti minuti a tutta. Il giorno successivo abbiamo fatto una serie di piccoli test. Più sprint da dieci secondi, poi allunghi da uno e tre minuti, alcuni dei quali su strappetti in salita. Infine avevamo le simulazioni di gara dove eravamo tutte contro tutte. Ne abbiamo fatte sei da circa due minuti l’una. Sapevamo già dove era il traguardo virtuale e dovevamo giocarci le nostre carte. Alla fine ci hanno chiesto di poter accedere ai nostri dati su Training Peaks per una valutazione complessiva. In generale tutto il contesto è stato bellissimo».

Verso l’avvio di stagione

Per Eleonora La Bella è stato un ritorno a Sittard, dove lo scorso settembre aveva corso con la nazionale il Watersley Ladies Challenge in preparazione all’europeo, chiuso con l’oro nel Mixed Relay. Quelle emozioni sono riaffiorate, però stavolta ha respirato aria di professionismo. Lei sarà una delle capitane della BFT Burzoni ed è chiamata a confermare un 2023 davvero ottimo con entrambe le maglie.

«L’esperienza che abbiamo vissuto noi tre – commenta la 18enne scalatrice di Anagni – la riporteremo e condivideremo assolutamente con le altre nostre compagne. Oltre ad Hans abbiamo conosciuto anche Kelvin Dekker, uno dei diesse della DSM, e sono stati entrambi disponibili e alla mano. Ogni tanto ci dicevano qualche frase in italiano che hanno imparato da Barale, Ciabocco e Barbieri. Durante una riunione ci hanno coinvolto anche in una sorta di gioco a domande con le altre juniores per farci conoscere meglio.

Per La Bella è stato un ritorno a Sittard dopo averci corso al Watersley Ladies con la nazionale prima dell’europeo 2023
Per La Bella è stato un ritorno a Sittard dopo averci corso al Watersley Ladies 2023 con la nazionale

«Essere il devo team di una squadra importante come la DSM può portare delle pressioni – conclude La Bella – però credo che siamo attrezzate per affrontare la stagione. Abbiamo lavorato molto bene nei ritiri. Siamo una formazione abbastanza completa, in cui si è formata tanta chimica fra noi. Poi siamo supportate da uno staff molto preparato. Ringrazio Stefano che ci ha sopportate in questi giorni in Olanda (dice ridendo, ndr), ma ora siamo pronte per esordire domenica a Volta Mantovana».

Venturelli e La Bella, la festa dopo l’oro di Federica

20.09.2023
5 min
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Ci sono vittorie che fanno particolarmente bene al morale, a tutto il gruppo. Quella di Federica Venturelli nella crono degli europei, la gara junior che ha inaugurato la rassegna continentale in programma fino a domenica è fra queste e lo si coglie da un semplice episodio. Al pomeriggio avevamo già preso un appuntamento telefonico con Eleonora La Bella, anche lei in gara nella crono per parlare di tutta la settimana di avvicinamento alla rassegna, ma ecco che dall’altra parte del telefono si palesano entrambe: compagne di nazionale e grandi amiche, per condividere ogni singolo passo del post medaglia d’oro.

L’arrivo della Venturelli, prima con 24″ su Kagevi (SWE) e 33″ su Kunz (GER). Toniolli ottava, La bella 15esima
L’arrivo della Venturelli, prima con 24″ su Kagevi (SWE) e 33″ su Kunz (GER). Toniolli ottava, La bella 15esima

L’importanza dell’amicizia

Lo spiega bene la stessa La Bella, anche lei capace di un’ottima prestazione nella sfida contro il tempo a Emmen, quindicesima a 2’13 dalla vincitrice/amica: «Quando c’è un rapporto stretto come si è formato fra noi, ne benefici anche in gara. Noi portiamo la nostra amicizia sulla strada, significa darsi una mano, sostenersi, mentre fuori basta una battuta, la parola al momento giusto per stemperare la tensione».

La voce delle due ragazze è squillante, si sente che l’adrenalina circola ancora nelle vene: «E’ una medaglia d’oro speciale – afferma la Venturelli – io ne avevo vinte tante su pista, ma su strada ha un sapore speciale perché nel velodromo hai più possibilità. Se va male una gara, ne hai subito un’altra per rifarti. Su strada le occasioni non sono poi così tante e io ne ho vista sfuggire qualcuna di troppo. A questa ci tenevo particolarmente».

Eleonora La Bella in gara. Al suo primo anno l’atleta di Anagni sta progredendo a vista d’occhio
Eleonora La Bella in gara. Al suo primo anno l’atleta di Anagni sta progredendo a vista d’occhio

Diverso da Glasgow

Il percorso ha esaltato le sue caratteristiche: «Non era certamente facile. La distanza di 20 chilometri non è abituale per noi, ma essendo il percorso lo stesso delle Under 23 sapevamo che i valori potevano cambiare. Io l’ho interpretata in maniera diversa rispetto ai mondiali, lì nel finale avevo pagato lo sforzo. Questa volta sapevo che la parte finale era la più dura, anche per il vento, quindi mi sono gestita, infatti ho ottenuto il miglior parziale in ogni settore».

Torniamo però al sodalizio fra le due ragazze. Sangalli aveva fatto alla vigilia una scelta precisa, formare un gruppo unito da cementarsi alla Watersley Ladies Challenge, la gara a tappe in Olanda valida per la Nations Cup disputata proprio sul finire della scorsa settimana.

«Erano tre tappe – spiega la La Bella – un prologo da 2,8 chilometri a cronometro e poi due tappe in linea con qualche strappetto e soprattutto il vento che metteva molto in difficoltà. Lì abbiamo lavorato molto di squadra con risultati che definire confortanti è poco».

Il gruppo azzurro in Olanda, con le due anche Bulegato, Grassi, Milesi e Pavesi (foto Instagram)
Il gruppo azzurro in Olanda, con le due anche Bulegato, Grassi, Milesi e Pavesi (foto Instagram)

Un sestetto di leader

Infatti Venturelli, già prima nel cronoprologo, ha conquistato anche la seconda tappa. «Lo ha fatto in volata, quasi non ci credevamo– afferma ridendo la compagna di squadra – poi nella terza dovevamo solo amministrare, ma stando attente alla seconda in classifica. Se avesse vinto, infatti, poteva ribaltare la classifica. Noi abbiamo corso per lei, a me è dispiaciuto solo non riuscire a conquistare la classifica di miglior scalatore, essendo finita terza».

A questo proposito Federica ha qualcosa da dire e per certi versi è sorprendente: «Abbiamo trovato davvero la giusta amalgama, si è formato il team giusto per esaltare ognuna di noi. Loro hanno lavorato per me, ma in questa nazionale ci possono essere occasioni per tutte. Infatti domenica vedremo come si mette la gara, ma io sono convinta che ognuna di noi, io ed Eleonora ma anche Bulegato, Grassi, Milesi, Pavesi potrà avere la sua chance. Dobbiamo essere tutte leader, poi la corsa deciderà chi lo sarà veramente».

Al Watersley Junior Challenge Federica ha vinto le prime due tappe ed è stata seconda nell’ultima (foto Instagram)
Al Watersley Junior Challenge Federica ha vinto le prime due tappe ed è stata seconda nell’ultima (foto Instagram)

Il dolce come premio…

«E’ comunque un percorso per lei – ribatte la La Bella – ha uno strappo finale non lungo, di 250 metri sul quale Federica può sfruttare la sua esplosività scaturita dal ciclocross. O almeno così ci hanno detto, già perché noi dovendoci concentrare sulla crono non abbiamo ancora potuto vedere il percorso della gara in linea…».

Ora è tempo di festeggiare: «Magari si potesse, qui le gare sono una dietro l’altra – afferma Venturelli – però a pranzo un dolcettino ce lo siamo concesso… La cosa che mi dispiace di più? Che non ci hanno messo nella stessa camera, ma tanto siamo sempre insieme lo stesso».

«E’ vero – ribatte la La Bella, che corre per la Vo2 Team Pink – anche perché lo stare insieme permette di imparare tanto. Io sono al primo anno e certe volte penso a quanto in pochi mesi ho imparato, proprio stando a contatto con campionesse come Federica».

La fatica della crono era tanta: 20,8 chilometri non sono usuali fra le junior
La fatica della crono era tanta: 20,8 chilometri non sono usuali fra le junior

E ora il team relay

D’altronde le ragazze hanno ragione, domani già si torna a gareggiare, c’è il team relay per la prima volta con la gara junior affiancata a quella degli elite.

«E’ una grande opportunità – sottolinea Venturelli che sarà in gara nella sua frazione proprio con La Bella e Toniolli, finita alle porte della Top 10 nella gara individuale – mi piace questa formula perché non tutte le Nazioni hanno egualmente un forte team al maschile e al femminile. Noi ce l’abbiamo e faremo di tutto per sfruttare la situazione». La sensazione è che ci sia ancora tanta voglia di far festa, magari unendo due medaglie uguali e poco importa se non si sarà nella stessa camera…

La Bella, la junior filosofa all’esame del mondiale

04.08.2023
5 min
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Se dodici mesi fa qualcuno avesse detto ad Eleonora La Bella che quest’anno al primo anno da junior avrebbe corso il mondiale, probabilmente lo avrebbe preso per visionario. Invece no, domani sarà una delle azzurre che il cittì Paolo Sangalli schiererà nella prova iridata di Glasgow.

L’annata della 17enne della BFT Burzoni finora è stata al di sopra delle aspettative, anche se i suoi attuali tecnici ne avevano già intravisto il potenziale da allieva. La Bella era riuscita ugualmente a sorprenderli con i primi test invernali. Non solo, aveva rilanciato centrando la vittoria in solitaria a Ceriale all’esordio stagionale. Poi è arrivato il bis in Friuli alla quarta gara nella categoria fino al terzo centro ottenuto a metà luglio a Breganze. Nel mezzo c’è stato tanto altro. Piazzamenti, convocazioni in nazionale, due secondi posti ai campionati italiani sia a crono che in linea ed una crescita costante. Eleonora ha appena concluso il ritiro azzurro a Livigno, ne valeva la pena quindi sentire come sta vivendo questo periodo.

Iniziamo dagli ultimi giorni. Cos’hai provato quando hai saputo che correrai il mondiale?

E’ un sogno che si avvera. Già lo era la stagione che stavo facendo, ma così ancora di più. Paolo (il cittì Sangalli, ndr) ci ha anticipato qualcosa durante gli allenamenti a Livigno. Poi un giorno di brutto tempo stavamo facendo i rulli ed è passato da ognuna di noi per comunicare la sua scelta. Quando è stato da me e mi ha detto che avrei corso per poco cado dai rulli (sorride, ndr). In quel momento mi sono sentita subito più energica. Resto concentrata, ma non sento tensione. Domani partiremo con compiti ben precisi.

Avete già parlato di tattica?

Qualcosa sì, anche se è ancora tutta da vedere. Ne parleremo ancora prima della gara. Sappiamo però che correremo per Venturelli, che è il gioiello da proteggere. La capitana è lei, è giusto così ed io sono ben contenta di poterle essere d’aiuto. Ovvio che voglio farmi trovare pronta qualora si dovesse aprire spazio per me ma ora non è nei miei pensieri.

Il podio del tricolore in linea. Dopo l’argento a crono, La Bella ancora seconda, stavolta tra Venturelli e Cagnazzo (foto Franz Piva)
Il podio del tricolore in linea. Dopo l’argento a crono, La Bella ancora seconda, stavolta tra Venturelli e Cagnazzo (foto Franz Piva)
Com’è il rapporto con la nazionale in generale?

Molto buono benché abbia fatto poche corse. La Omloop Van Borsele, dove mi sono dovuta ritirare per una caduta, e il Fiandre dove invece sono riuscita a fare un buon nono posto. Al Nord si impara a correre. Il ritmo è alto e tutte vanno sempre all’attacco. Tra i tecnici ho trovato persone che mi stanno insegnando molto. Anche con le compagne va molto bene. Ad esempio con Federica (Venturelli, ndr) siamo diventate molto amiche. A Livigno siamo state compagne di stanza e ci siamo conosciute meglio. Lei è molto più matura della sua età e di me. Mi dà consigli su tutto e poi è molto precisa, come lo sono io e forse anche di più.

Secondo te perché sei riuscita ad entrare nel giro azzurro?

Eh (sospira e sorride, ndr) forse perché me lo sono meritata. Naturalmente contano le vittorie e i risultati, ma in realtà è per altri motivi. Uno è il coraggio. Quest’anno ho osato di più e ogni tanto sono stata premiata dalla fortuna. Ma principalmente il merito è del buon lavoro che sto facendo grazie alla mia squadra, la BFT Burzoni. Sono cresciuta a livello psicofisico. Siamo un gruppo molto unito. I diesse e lo staff tecnico mi danno sempre tanti suggerimenti e mi chiamano spesso.

Avversarie e amiche. La Bella ha stretto un bel rapporto con Venturelli grazie ai ritiri azzurri
Avversarie e amiche. La Bella ha stretto un bel rapporto con Venturelli grazie ai ritiri azzurri
Che cosa ti dicono?

Le loro telefonate abbattono la lunga distanza che ci divide. L’ambientamento è stato ottimo anche se io sono timida e ci metto un po’ a sciogliermi. In squadra siamo tutte di regioni diverse e il mio accento laziale mi ha aiutato (ride, ndr). Le gare poi hanno rafforzato il nostro legame.

Vista la tua stagione avverti un po’ di pressione?

Assolutamente no. Non mi aspettavo di fare un 2023 del genere, ma non mi monto la testa. So che devo crescere e migliorare ancora. Prendo tutto quello che viene, sia le cose positive che le negative. Sono al primo anno da junior e non sono preoccupata dalla differenza fisica o anagrafica. Ogni domenica faccio un reset dimenticando tutto quello che ho fatto prima. Parto per fare la corsa se mi si addice, altrimenti mi metto al servizio delle compagne ben volentieri o comunque seguo quello che mi dicono i diesse.

Completiamo la tua descrizione. Chi è Eleonora La Bella?

Sono una ragazza che vive ad Anagni, in provincia di Frosinone. Ho corso con il Punto Bici di Aprilia da esordiente e da primo anno allieva. L’anno scorso invece ero con Il Pirata Vangi tra Toscana e Lazio. Frequento il liceo classico Alighieri della mia città e l’anno prossimo affronterò la maturità visto che ho fatto la “primina”. La media dei voti è alta e vorrei continuare facendo l’Università, magari Lettere o Psicologia. A scuola stiamo studiando filosofia con i testi di latino e greco. Sono affascinata da queste materie, mi hanno aiutato a crescere, anche in gara. Carpe diem, “cogli l’attimo”, o Pàthei màthos, “apprendimento attraverso la sofferenza” sono frasi precise per noi ciclisti.

Le donne junior della BFT Burzoni, tra presente e futuro

26.04.2023
6 min
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Numeri alla mano, a oggi la BFT-Burzoni guida le classifiche nazionali delle donne junior. Probabilmente nemmeno loro si aspettavano risultati simili, pur essendo una formazione di riferimento del panorama giovanile femminile.

Fin dalla sua nascita nel 2016 (solo con esordienti e allieve), la società piacentina si è progressivamente inserita ai vertici tra le juniores (dal 2018), ma non tutte le annate sono uguali. Il futuro della BFT-Burzoni è ancora tutto da scrivere, ma il passato può dare più di uno spunto. Tante ragazze elite attuali sono passate da loro. Del presente della ex VO2 Team Pink abbiamo parlato invece col team manager Stefano Solari e col presidente Gianluca Andrina.

Trionfo Bft Burzoni. Al debutto di Ceriale trionfa in solitaria Eleonora La Bella, junior primo anno (foto Franz Piva)
Trionfo Bft Burzoni. Al debutto di Ceriale trionfa in solitaria Eleonora La Bella, junior primo anno (foto Franz Piva)
Stefano ti aspettavi un inizio di stagione così?

Devo essere onesto e dico di no. Soprattutto perché tre delle quattro vittorie che abbiamo ottenuto finora sono arrivate da atlete del primo anno. Una con Anita Baima, che forse pensavamo potesse essere già pronta per il salto di categoria. Due con Eleonora La Bella che è stata una sorpresa. Molti non la conoscevano, ma noi sapevamo del suo valore. Anzi, da alcuni test aveva dati che non vedevamo dai tempi di Francesca Barale. In gara cambia tutto, lo sappiamo, però lei non ha avuto paura e non credevamo che si ambientasse così presto tra le junior. Non a caso entrambe sono state convocate in nazionale da Sangalli per la Omloop Van Borsele che si è conclusa il 23 aprile. Per noi è sempre un orgoglio quando le nostre ragazze vestono l’azzurro.

Non sono le uniche da quello che ci risulta.

Esattamente. Abbiamo anche altre nostre atlete che sono nel giro della nazionale della pista di Marco Villa. In primis c’è Vezzosi che è nel gruppo della velocità di Ivan Quaranta. Lei fa prevalentemente pista, ma spesso la portiamo in ritiro e alle gare con noi perché è giusto che stia insieme alle sue compagne e che corra anche su strada. Poi ci sono Grassi, Sgaravato, Dalla Pietà, Locatelli, Zanzi e la stessa Baima che cureranno la doppia attività. Non dimentichiamo che Zanzi e Grassi l’anno scorso hanno vinto ori europei e argenti mondiali su pista.

A Gossolengo vince in volata Anita Baima, anch’essa al primo anno nella categoria (foto Franz Piva)
A Gossolengo vince in volata Anita Baima, anch’essa al primo anno nella categoria (foto Franz Piva)
Avete anche corso all’estero negli ultimi anni. Che esperienze sono state?

Intanto posso dire che non si finisce mai di imparare e devo dire che ci piace crescere sia come società che come gruppo di persone. Le gare straniere aiutano a crescere sia le ragazze che la nostra visibilità. La Gand-Wevelgem, dove abbiamo conquistato un bell’ottavo posto con Baima, è stata l’occasione per capire tanti particolari. Avevamo scelto un bellissimo hotel vicino alla partenza, che però non aveva un garage comodo per i nostri meccanici. Oppure abbiamo visto come il cibo della cena non andava bene a tutte le ragazze, che forse non hanno ancora sviluppato un grande spirito di adattamento per altri tipi di cucina. Per la trasferta che faremo in Francia il 6 e 7 maggio ci siamo organizzati diversamente.

In che modo?

Conosciamo bene il Tour du Gevaudan Occitaine, perché vi abbiamo già partecipato. Stavolta abbiamo prenotato delle casette, così possiamo portarci il cibo da casa e fare da mangiare alle ragazze quello che vogliono loro. Poi speriamo di fare bene come nel 2021. Arrivammo secondi con Barale e fu proprio lì che gli osservatori del Team DSM si interessarono a lei. Siamo orgogliosi anche di essere stati il primo team junior italiano che ha dato una propria atleta ad una formazione WorldTour.

Qual è la ricetta per mantenere sempre un certo livello di lavoro?

La crescita della BFT Burzoni è dovuta ai mezzi che ci vengono messi a disposizione. Io assieme ai due diesse Stefano Peiretti e Vittorio Affaticati cerchiamo di utilizzare queste risorse nel miglior modo possibile. Certe conferme ci sono arrivate anche da alcuni tecnici federali. Fra di noi c’è armonia, anche se non nascondo che talvolta ci siano visioni diverse. Credo che faccia parte del gioco e che sia così ovunque. Stefano e Vittorio curano di più l’aspetto tecnico, tattico e degli allenamenti, mentre io seguo il lato umano delle questioni. Poi abbiamo sempre anche il parere e l’appoggio del nostro presidente Gianluca Andrina che fa bene a tutto l’ambiente. Lui è una persona che sa riconoscere il lavoro degli altri.

Quest’anno siete un gruppo numeroso. Come lo gestite?

Non è semplice perché abbiamo ragazze da sette regioni (Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto, Lazio e Abruzzo, ndr) però siamo riusciti a responsabilizzarle nel seguire i programmi di allenamento preparati da Peiretti. Abbiamo tutti i loro dati e vediamo come lavorano. Non possono più nascondersi (sorride, ndr). Diciamo che quando vengono da noi, le ragazze sanno cosa le aspetta e che sosteniamo costi importanti per farle crescere e correre.

Che effetto fa invece vedere che molte ragazze che oggi si sono affermate fra le elite sono passate da voi?

E’ una grande soddisfazione. Significa che abbiamo fatto un buon lavoro, sia tecnico che umano. Infatti tante di loro sono ancora in contatto con noi e quando ci incontriamo si fanno sempre due chiacchiere volentieri. Zanardi, Tonetti, Collinelli, Gasparrini, Barale e Cipressi, solo per citarne alcune, sono tutte ragazze che faranno bene. Speriamo che le ragazze che abbiamo adesso possano seguire lo stesso percorso. Noi ci sentiamo pronti per farle crescere a dovere.

Anita Baima e Eleonora La Bella si sono guadagnate la convocazione per la Omloop Van Borsele (foto Bft Burzoni)
Anita Baima e Eleonora La Bella si sono guadagnate la convocazione per la Omloop Van Borsele (foto Bft Burzoni)

Parola al presidente

Il presidente Gianluca Andrina non è solo un appassionato di ciclismo ma anche un ex dilettante degli anni 80/90. Uno che è rimasto al passo dei tempi grazie alle sue ragazze. Nella vita di tutti i giorni è direttore commerciale di BFT Burzoni, importante azienda e distributore a marchio privato di utensili per lavorazioni meccaniche con sede a Piacenza. Da quest’anno la scelta di cambiare denominazione ha una ragione precisa.

«Dopo tanti anni – spiega – era giusto che la ditta per cui lavoro avesse un riconoscimento maggiore. Sia per la azienda stessa sia per noi come squadra. Alberto Burzoni, il titolare che purtroppo è venuto a mancare qualche mese fa, mi ha sostenuto subito nel progetto nato nel 2016. In accordo con sua figlia Arianna (amministratrice delegata, ndr) ho ritenuto che il marchio dovesse avere più lustro, considerando che avremmo corso di più all’estero».

«Nel ciclismo – conclude Andrina – ci sono tante ditte di metalmeccanica che sponsorizzano anche ad alti livelli, oltre a lavorare nelle macchine utensili tanti componenti di biciclette. Il nostro piccolo sogno sarebbe fare una squadra elite con licenza UCI e diventare “devo team” di qualche realtà maggiore, pur mantenendo il nostro nome attuale. Naturalmente dobbiamo trovare le necessarie risorse economiche perché non siamo abituati a fare il passo più lungo della gamba. Per fare un esempio, Ceratizit è uno dei marchi ed un nostro competitor che opera nel nostro stesso ambito e sarebbe bello se magari loro potessero accorgersi della nostra squadra juniores».