Dal Romandia a Pescara, la settimana di Zana

06.05.2023
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Come ci si alimenta tra Romandia e Giro d’Italia? A guidarci in questo “viaggio” è Filippo Zana (in apertura foto Pizzorni, ndr) che ci parla della sua esperienza. Il corridore della Jayco-AlUla da quest’anno lavora con Laura Martinelli, nutrizionista che spesso chiamiamo in causa.

Il campione italiano si appresta dunque ad affrontare il Giro. La settimana che precede una grande corsa a tappe è sempre particolare, dal punto di vista sia della preparazione che dell’alimentazione. C’è chi è ancora un po’ indietro col peso, chi non è la top con la forma. Ma di base quel che è fatto è fatto e quindi non si possono improvvisare né diete, né chissà quali allenamenti.

Il campione italiano in azione al Romandia. Per lui, che veniva direttamente dall’altura, un buon 17° posto
Il campione italiano in azione al Romandia. Per lui, che veniva direttamente dall’altura, un buon 17° posto
Filippo, raccontaci come è andata e come sta andando questa settimana dal punto di vista alimentare. Cosa hai mangiato subito dopo il Romandia?

Domenica sera sono tornato a casa, tra l’altro all’una di notte perché dopo la tappa sono rientrato da Ginevra al Veneto in macchina. Quindi ho mangiato sul bus la pasta che aveva preparato la squadra, poi strada facendo mi sono fermato a prendere un panino. Non il massimo, ma era chiaramente una necessità.

Dal lunedì come hai iniziato a regolarti?

Ho cercato di tenermi basso con le calorie e con i carboidrati soprattutto. Quindi ho dovuto mangiare poco.

Problemi di peso?

No, no… perché facendo poco bisognava mangiare poco. Ho cercato di aumentare un po’ le proteine e di affiancarci delle verdure. Però i carboidrati non li ho tolti del tutto perché bisognava anche recuperare tra una corsa a tappe ed l’altra. E non è facile, perché dopo una gara si ha sempre fame, ma bisogna mantenere il buon peso raggiunto.

Quindi rispetto alla tua colazione standard, per dire, cosa è cambiato?

A colazione direi non molto, semmai a pranzo. Come ho detto ho ridotto i carboidrati. Quindi ho tolto un po’ di pasta ed eliminato il pane.

Soprattutto nella prima parte della settimana, Zana ha aumentato l’introito di verdure
Soprattutto nella prima parte della settimana, Zana ha aumentato l’introito di verdure
Pasta in bianco o condita?

Con pomodoro semplice.

E in bici cosa hai fatto?

Lunedì ho fatto un’ora e mezza, super tranquilla. Martedì invece riposo totale. E per questo ho cercato di mangiare ancora un po’ meno. Mercoledì ho fatto due ore e mezza e poi sono partito per il Giro. A pranzo ho mangiato del salmone e delle gallette e anche in serata mi sono concesso un secondo.

E a quel punto dal giovedì ti sei affidato alle cure del team, sia per gli allenamenti che per il il cibo…

Esatto. E abbiamo ripreso a mangiare anche dei carboidrati. In pratica, fino al mercoledì c’è stato uno scarico di carboidrati, mentre da giovedì si è invertita la rotta. Anche perché giovedì abbiamo fatto tre ore abbondanti con dei piccoli lavori sui 5′ più intensi. Giusto per risvegliare l’organismo dopo tre giorni tranquilli.

Come è stato  questo aumento di carboidrati?

E’ un po’ particolare in questo caso perché il ritorno in corsa è una crono e alla fine si tratta di uno sforzo sì intenso, ma anche breve. Non è che si spreca chissà quanto. E anche le prime tappe non sono difficili e non essendoci un consumo esagerato non si esagera poi tanto con i carboidrati.

Zana e i suoi compagni quando prendono la pasta dal buffet della squadra la pesano già cotta
Zana e i suoi compagni quando prendono la pasta dal buffet della squadra la pesano già cotta
Facciamo allora un esempio concreto. Se di solito mangi 120 grammi di pasta, in questi casi quanta ne mangi?

Di solito per il peso quando siamo in squadra ci basiamo sulla pasta già cotta, perché quando ci arriva sul buffet chiaramente la troviamo così. Quindi prendo circa 300 grammi… e spero che non sia condita così significa che è di più!

Quanto varia questo apporto di carboidrati, tra la fase di scarico e quella di carico e ancora nei giorni in cui si inizia a correre?

Nella fase di scarico l’apporto dei carbo si riduce di un terzo (cosa che ribadisce anche la nutrizionista Martinelli, ndr). Durante le tappe molto dipende dalla lunghezza e dalla durezza della tappa. Perché anche se è corta ma ci sono 4.500 metri di dislivello è chiaro che il dispendio energetico varia. Per questo è difficile stabilire una quantità precisa. Bisogna mangiare per recuperare bene. L’obiettivo è avere le energie per il giorno successivo.

A livello di integratori invece, questa settimana come è stata gestita?

Classici aminoacidi e proteine e anche vitamina C e multivitaminici che vanno sempre bene.

Se quindi dovessi dire una cosa differente di questa particolare settimana pre-Giro d’Italia, che cosa diresti?

Che ho mangiato poco! E’ stata duretta, ma ho visto che in generale questi sacrifici fatti ne sono valsi la pena. L’ho visto anche in altura. Ho ottenuto dei miglioramenti. Quindi sono contento e lo faccio volentieri.

Volchem, un tris di integratori 100% made in Italy

03.05.2023
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Volchem è un’azienda italiana che produce in Italia. La sede di produzione è in provincia di Padova. Questo non è un semplice valore aggiunto, ma un tassello importantissimo che permette di controllare il prodotto in tutta la sua filiera.

La categorie degli integratori Volchem sono diverse e formano un pool di supplementi che strizzano l’occhio a chi fa sport quotidianamente, rivolgendosi anche ai ciclisti. Entriamo nel dettaglio di alcuni integratori particolarmente sfruttabili da chi va in bicicletta.

Un tris perfetto per le medie distanze che abbina il solido ai carboidrati liquidi
Un tris perfetto per le medie distanze che abbina il solido ai carboidrati liquidi

Promeal Energy Fruit

E’ una barretta energetica composta dal 70% di frutta, è senza glutine ed è adatta a chi segue un regime alimentare vegetariano e vegano. Contiene ben 13 vitamine e tutte quelle del gruppo B, in modo da favorire l’efficienza del metabolismo energetico. E’ facilmente digeribile, grazie anche ad un valore di proteine non eccessivo. Le proteine sono solo quelle contenute naturalmente negli ingredienti, non ci sono zuccheri aggiunti, lattosio e grassi idrogenati. Ogni barretta ha un peso di 38 grammi ed è disponibile in tre gusti differenti, fruit, nuts e muesli. L’apporto calorico varia in base alla composizione. La fruit è la più “leggera”, con 180 chilo-calorie ogni due barrette, mentre la muesli ne fornisce circa 300 (ogni due barrette). La più sostenuta in fatto di calorie e’ la Energy Fruit al gusto nuts con 380 chilo-calorie ogni due barrette.

Promeal di Volchem è una barretta di altissima qualità che si adatta a molte discipline, richieste energetiche e accontenta un vasto pubblico di utilizzatori. L’elevato contenuto di vitamine aiuta a combattere lo stress ossidativo e a sfruttare meglio l’energia. La consistenza delle barrette Promeal è ottima, giustamente morbida e con pezzi di frutta non eccessivamente grandi, limitando così la masticazione e facendo in modo che ogni ingrediente si ammorbidisca in tempi brevi grazie alla saliva.

Energen

Si tratta degli integratori energetici in gel, particolarmente cari ai ciclisti e a chi pratica sport con delle forti componenti aerobiche e anaerobiche (il ciclismo fa parte di entrambe le categorie). Volchem Energen è disponibile nei formati da 30, 40 (entrambi nella confezione morbida monouso) e 125 millilitri. Quest’ultima versione ha il flacone rigido con tappo a valvola richiudibile.

Energen 30 è un concentrato di carboidrati provenienti da maltodestrine e destrosio, con un’elevata percentuale complessi provenienti dai polimeri di glucosio. Questa soluzione agevola un assorbimento rapido. La presenza di sodio, in una quantità specifica, agevola l’assorbimento ottimale degli zuccheri. Inoltre, il giusto quantitativo di aminoacidi ramificati e carnitina contribuisce all’efficienza del metabolismo energetico sotto sforzo. Energen contiene caffeina ed è senza glutine. Ha un apporto calorico dichiarato di 88 chilo-calorie, con 22 grammi di carboidrati.

Energen 40 e 125 sono maltodestrine liquide, ottenute dal mais, senza caffeina e senza glutine. La sua formula è differente da quella dell’Energen 30 ed è adatto anche nelle fasi di recupero post attività. Una delle sue particolarità è la doppia disponibilità della confezione, con l’involucro morbido (versione 40), oppure rigido con il tappo a valvola (versione 125). Ogni 100 grammi di prodotto sono fornite 155 chilocalorie con 38 grammi di carboidrati. Ma un grande vantaggio arriva da una bassissima osmolarità, che corrisponde ad una elevata idratazione. Un fattore che contrasta l’insorgenza della fatica, dei crampi e favorisce un apporto di energia costante.

Maltovis è un composto molto fine e particolarmente facile da sciogliere
Maltovis è un composto molto fine e particolarmente facile da sciogliere

Volchem Maltovis

Come Energen, anche Maltovis rientra nella categoria degli energetici-carboidrati. E’ una polvere solubile purissima ottenuta dal mais e di fatto è una miscela di polimeri di glucosio. Tra le caratteristiche principali c’è l’elevata digeribilità ed il sapore neutro. Non avendo gusti e aromi, la polvere di Maltovis può anche essere mescolata ad altre bevande. Fornisce 400 chilo-calorie ogni 100 grammi, ha un elevato indice glicemico, ma al contrario dello zucchero semplice ha un picco di glicemia contenuto. E’ un integratore di energia molto adatto anche nelle fasi di recupero.

L’elevata digeribilità di un prodotto come Maltovis porta dei vantaggi non solo nell’attività fisica, ma anche in quella mentale, inevitabilmente legata allo sforzo. Il gusto neutro non influenza la salivazione e neppure alcuni aspetti soggettivi legati alla valutazione del gusto.

Volchem

Germani e l’educazione alimentare che ti cambia il motore

22.02.2023
7 min
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Dopo il debutto al Tour Down Under in Australia e due corse in Spagna nel weekend 11-12 febbraio, Lorenzo Germani è tornato a casa a Roccasecca, mettendo in fila una serie di allenamenti con la maiuscola. Incuriositi dal lavoro e dal debutto, lo abbiamo raggiunto, scoprendo che le ultime settimane hanno portato dei notevoli cambiamenti nel metodo di lavoro. Soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione. Niente di nuovo probabilmente per gli atleti più maturi, ma il primo passo per il ventenne della Groupama-FDJ verso il livello superiore.

«Il debutto nel WorldTour – dice – è stato duro. Le prime tre tappe sono andate bene. Nelle ultime due però… Niente, finito, morto. Nell’ultima in realtà mi ero ripreso un po’, solo che a 20 chilometri all’arrivo Molard, che era il nostro uomo di classifica e che puntava a entrare nei 10, ha forato. Gli ho chiesto alla radio se volesse la ruota o la bici e lui ha detto la bici. Così mi sono fermato e gliel’ho data, poi ho continuato tranquillo. E’ andata così, però diciamo che il mio gesto è stato apprezzato.

Nell’ultima tappa del Tour Down Under, Germani ha ceduto la bici a Rudy Molard, che faceva classifica
Nell’ultima tappa del Tour Down Under, Germani ha ceduto la bici a Molard, che faceva classifica
Qual è stata la difficoltà principale?

Il ritmo, ma soprattutto i cambi repentini. Dal mortorio ad avere la sella in punta ai 60 all’ora, neanche te ne accorgevi. In un momento passi dal ridere e scherzare a sputare l’anima. E poi anche il nervosismo, la maggior parte delle volte per niente.

Un altro stile di corsa, insomma…

Prima tappa, prima corsa da professionista. Partiamo e penso che qualcuno proverà ad andare in fuga, invece niente. Allora il direttore sportivo alla radio si mette a scherzare: «Benvenuti nel World Tour…». E allora rispondo io e chiedo: «Ma quando finisce il trasferimento?». E giù tutti a ridere, poi però il trasferimento è finito e non rideva più nessuno…

Recuperato subito tutto?

Mica tanto. Sono arrivato in Australia che stavo bene. Siamo andati due settimane prima e abbiamo fatto 25 ore di lavoro tosto per settimana. Quando sono tornato a casa avevo una sensazione strana. A livello di jet lag e cose legate non ho avuto nessun problema. Però in bici non mi sentivo per niente bene, in più mi vedevo gonfio e ho preso peso. Finché una settimana dopo il rientro, ho avuto un virus intestinale. Quindi praticamente ho passato una settimana a non fare niente per via del recupero post Australia e un’altra a non fare niente perché stavo male. Nei giorni successivi mi allenavo però non andavo avanti e questa cosa l’ho pagata in Spagna nelle corse di due settimane fa: Murcia e Almeria.

E adesso?

Insieme all’allenatore ci siamo messi a studiare. A me piace analizzare e capire. E visto che ci sentiamo quasi ogni giorno, abbiamo fatto il punto della situazione. Abbiamo visto che in 8 giorni di allenamento, ne ho fatti 3 di vero lavoro. E a questi livelli, se sei anche al 75-80 per cento prendi delle belle sventagliate…

Adesso va meglio?

Mi sono allenato e sinceramente mi sento bene. Ho approfittato dell’ultima settimana per rimettermi a posto. Sono tornato lunedì e abbiamo pianificato di fare martedì tranquillo, poi mercoledì e giovedì un po’ di più, venerdì recupero e poi una bella tripletta sabato, domenica e lunedì. Inoltre in questa settimana di carico, anche con il nutrizionista abbiamo impostato bene il piano alimentare. Alla fine sono riusciti ad inculcarmi il fatto di mangiare e bere bene in bicicletta. In effetti mi sono sentito per tutto il tempo con la gamba piena.

Vedendo la tua attività sui social, hai fatto anche parecchia salita…

Sì, stavo bene e ho fatto un sacco di dislivello. Solo questa settimana ho fatto 20 ore e 9.000 metri di dislivello, con un giorno di riposo. Ieri ho fatto 4 ore scarse con 1.800 metri di dislivello e ho preso i KOM sulle tre salite principali della zona.

In questa settimana, per Germani finora 20 ore di allenamento e 9.000 metri di dislivello (foto Instagram)
In questa settimana, per Germani finora 20 ore di allenamento e 9.000 metri di dislivello (foto Instagram)
Rientri nel weekend a L’Ardeche, ma quando è previsto che tu vada forte davvero?

Tra circa un mese, diciamo da fine marzo a fine aprile. Avrò il Catalunya, le tre classiche francesi a Besancon, poi il Romandia. In quel periodo dovrò essere davvero in condizione. Avrò due settimane e mezzo per prepararmi. Per metà faremo un blocco di lavoro, per metà assimilazione.

Che cosa intendevi dicendo che ti hanno convinto a mangiare bene in bicicletta?

Quando ero a casa, partivo con una borraccia d’acqua e mangiavo una barretta. Poi magari mi fermavo per un caffè e semmai un cornetto. Adesso invece mi hanno fatto entrare in testa che se alla macchina metti la benzina dopo che l’hai finita, devi portarcela a piedi in una tanichetta. Se invece la metti mentre ancora vai, ti risparmi di camminare fino al distributore.

Quindi adesso come mangi?

Dipende dal tipo di lavoro. Per questa settimana il nutrizionista mi ha fatto proprio il piano perfetto. L’allenatore gli ha dato gli allenamenti di tutti i giorni e lui ha elaborato il piano alimentare. Sono nello stesso ufficio in sede a Besancon, hanno le scrivanie attaccate. Lavorano sempre in sintonia.

La sosta al bar ci può anche stare, conferma Germani, ma solo se inserita in una pianificazione attenta (foto Instagram)
La sosta al bar ci può anche stare, ma solo se inserita in una pianificazione attenta (foto Instagram)
Che cosa è cambiato?

Soprattutto il conto dei carboidrati per ogni ora. Oggi che dovevo fare 3 ore e mezza di endurance, avevo 75 grammi di carboidrati per ora, fra borracce e barrette. Un altro giorno avevo 4 ore, ancora di endurance, e abbiamo fatto 60 grammi. Quando si è trattato di fare 4 ore con lavori intensi, siamo saliti a 120 grammi per ora, come in corsa, ma solo nell’ora in cui raggiungevo le intensità più alte. Nelle ore restanti, sono ritornato a 60 grammi l’ora, perché ne avevo meno bisogno. Devo dire che c’è stato un cambio netto. Anche ieri ho dovuto fare dei lavori di soglia e praticamente con il piano che mi aveva fatto, erano previsti 80 grammi l’ora. E ho notato che dal primo al terzo dei lavori ho avuto sempre le stesse sensazioni. Come in gara, perché in gara ho sempre mangiato come diceva lui. Bisogna allenarsi anche a mangiare.

In che modo?

Mi dice Lucas Papillon, il nutrizionista, che se l’intestino non lo abitui già in allenamento, in gara puoi mangiare pure 200 grammi di carboidrati l’ora, ma non li assimili perché l’intestino non è capace. In gara c’è lui che ti fa trovare le borracce e le barrette pronte. A casa te le devi preparare da solo e quindi se uno non ci sta con la testa al 100 per cento, si perde qualche pezzo. Io con questo piano così preciso, mi sono trovato davvero bene. Perché mangiando così in bici, anche fuori dalla bici non c’è bisogno di tanto. Insomma, al rientro a casa non avevo neanche troppa fame. Perché non arrivi in debito, la glicemia è sempre costante e alla fine mi sono anche asciugato.

I 120 grammi l’ora di carboidrati li raggiungi con le barrette o anche le borracce?

Quasi solo con le borracce. Ieri ne avevo due da un litro ciascuna. Avevo da fare quattro ore con il lavoro specifico nella prima. Perciò per la prima ora ho usato la prima borraccia con 120 grammi di carboidrati. Nella seconda borraccia c’era quel che serviva per finire il lavoro.

Allenarsi vicino casa, scrive su Instagram, non ha paragoni. Germani è del 2002, vive a Roccasecca (Frosinone)
Allenarsi vicino casa, scrive su Instagram, non ha paragoni. Germani è del 2002, vive a Roccasecca (Frosinone)
E per i cibi solidi?

Ha fatto il piano anche con quelli e sta tutto nel timing in cui prenderli. Nel momento in cui devi fare un certo lavoro, sai di dover prendere il gel tot minuti prima. La barretta invece tot minuti dopo. Fatto questo, non serve altro. Anzi, una volta che hai questa disciplina, puoi anche fare la sosta al bar. Tanto che nella tabella di ieri c’era scritto che dopo le prime tre ore potevo fermarmi in una boulangerie.

Tutti i corridori della squadra vengono seguiti in questo modo?

Lo fanno con tutti. Magari una settimana glielo chiede un corridore. La settimana dopo arriva un altro. Una settimana lavorano con la glicemia di uno, la settimana dopo con la glicemia di un altro. Sono quelle cose che ti fanno fare il salto di qualità. Insomma, penso che ho appena fatto tre giorni di carico e non me li sento per niente. 

Race Fuel: arriva la giusta dose di carboidrati

21.02.2023
2 min
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NAMEDSPORT ha creato una nuova miscela dedicata a chi pratica sport di lunga durata ed alta intensità: la Race Fuel. Si tratta di un’esclusiva miscela pro-energetica, studiata selezionando il miglior mix di ciclodestrine Cluster Dextrin, maltodestrine e fruttosio. 

NAMEDSPORT Talks: in questo video Laura Martinelli parla delle ciclodestrine

Prestazione ottimizzata

La scelta della giusta integrazione è fondamentale per avere una prestazione atletica costante e di alto livello. La Race Fuel permette, una volta raggiunta la saturazione recettoriale intestinale per un determinato zucchero, di utilizzare un altro trasportatore. Questo permette di ottimizzare la copertura, l’assorbimento e l’ossidazione dei carboidrati. 

La novità più importante arriva dal rapporto 1:0,8 che risulta ottimale per gli sport di endurance. Questo perché sfrutta l’ossidazione dei carboidrati al massimo, fornendo così l’energia necessaria per sostenere prestazioni intense e ridurre il senso di fatica. 

Come e quando usarla

La miscela Race Fuel deve essere assunta in porzioni di 40 grammi (pari a due misurini), sciolte in una dose di 500 ml d’acqua. In una porzione sono contenuti 40 grammi di carboidrati, di cui 18 grammi di zucchero. L’assunzione è consigliata prima e durante l’attività sportiva. 

Gli ingredienti contenuti sono: destrine cicliche altamente ramificate Cluster Dextrin (47,5%), fruttosio (45%), maltodestrine da mais D.E.19* (6,5%), agente antiagglomerante: biossido di silicio.

Il Race Fuel è venduto in confezioni da 400 grammi, equivalenti a dieci dosi. Il prezzo al pubblico di 22,90 euro.

NAMEDSPORT

Santa Madre Sweet bar: carboidrati e un gusto unico

23.11.2022
2 min
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Santa Madre è un marchio sempre all’avanguardia tra i riferimenti per l’alimentazione sportiva. Vanta infatti una lunga esperienza nel campo della produzione di prodotti innovativi, che aiutano a migliorare a fornire il giusto apporto durante i vostri allenamenti, anche quelli più impegnativi. Il ramo dell’alimentazione va curato sempre, anche d’inverno, ed è così che vi presentiamo le Sweet bar. 

Il marchio spagnolo ha un’esperienza decennale nel campo dell’alimentazione sportiva
Il marchio spagnolo ha un’esperienza decennale nel campo dell’alimentazione sportiva

Tanti carboidrati

La Sweet bar è una barretta d’avena, dal peso di 60 grammi, senza glutine e con un elevato apporto di carboidrati. Utile e di grande supporto alla prestazione dell’atleta è da assumere durante l’attività fisica oppure tra i pasti

Durante l’attività sportiva si devono assumere altissime quantità di carboidrati, grazie alla Sweet bar Santa Madre facilita questo processo. I carboidrati forniscono un costante apporto di energia che ci permette di farci trovare pronti in ogni situazione, che sia in corsa o in allenamento. Sui 60 grammi di peso della Sweet bar ben 36 grammi sono carboidrati, di cui 20 di zuccheri.

Tutti i gusti delle Sweet bar: ce ne sono per tutti, salati e dolci
Tutti i gusti delle Sweet bar: ce ne sono per tutti, salati e dolci

Apporto energetico

La Sweet bar di Santa Madre fornisce un apporto calorico importante: ben 274 chilocalorie. Il marchio spagnolo è famoso per produrre integratori alimentari progettati utilizzando alimenti funzionali. Per questo la quantità di proteine contenute nella barretta è di solamente 3,3 grammi, questo perché si tratta,come detto in precedenza, di un prodotto da assumere durante l’attività.

La composizione della Sweet bar è calibrata alla perfezione, infatti, nel pieno dell’allenamento il nostro corpo non necessita di proteine, Santa Madre ne ha così ridotto la quantità per non appesantire lo stomaco quando ci troviamo nel pieno dello sforzo sportivo. 

I gusti disponibili sono: caramello salato, banana, cioccolato e bianco e mirtilli. Il prezzo di una barretta è di 3 euro. 

Beltrami TSA

Santa Madre

Barrette, mandorle e benessere: Dinamo sostiene lo sforzo

24.06.2022
5 min
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Dopo aver parlato dei prodotti da assumere prima dello sforzo, proseguiamo la serie di approfondimenti su Dinamo, affrontando con due articoli, gli integratori (prima le barrette e poi i gel) da consumare durante l’attività. A spiegarcene le proprietà e il corretto utilizzo è sempre il dottor Alessandro Bonetti, nutrizionista del team Eolo-Kometa.

L’offerta solida di Dinamo per la gara e l’allenamento consta di due barrette e le mandorle
L’offerta solida di Dinamo per la gara e l’allenamento consta di due barrette e le mandorle

Mangiare è importante

Mangiare durante l’attività fisica è fondamentale, contrariamente a ciò che sosteneva la “vecchia scuola del ciclismo”. Innanzitutto migliora la performance e poi garantisce un recupero più rapido, prevenendo gli stati di crisi e l’accumulo di tossine varie.

«Ogni corridore del team Eolo-Kometa – spiega Bonetti – ha un suo schema alimentare e di integrazione, diverso a seconda della gara, del periodo e della sua condizione. Questi fattori influenzano la quantità di carboidrati consumati per ora dall’atleta, specialmente nel ciclismo, in cui l’intensità varia molto da tappa a tappa. Per cui può essere necessario integrare da 35 fino a 120 grammi di carboidrati all’ora».

Barrette, 100% naturali

Facili e pratiche da portare con sé, ma spesso ricche di ingredienti complessi, che hanno subìto diversi trattamenti perdendo il loro sapore naturale, le barrette sono quella cosa a cui un atleta non può proprio rinunciare. Dinamo dice NO alla chimica di laboratorio e offre delle barrette completamente artigianali, senza conservanti, emulsionanti né zuccheri aggiunti. Adatte anche a diete vegane e prive di lattosio.

«In una delle barrette – prosegue Bonetti – abbiamo scelto di usare le fave di cacao insieme ai datteri. Abbiamo ottenuto un integratore con tutti gli zuccheri necessari, sia semplici che complessi, ma con anche potere antiossidante e stimolante. Per tutti i benefici che danno, le fave di cacao si possono considerare dei “super-food”. L’altro gusto disponibile è albicocche e uvetta, una barretta più ricca di potassio, ma con meno potere antiossidante».

Fatta eccezione per i professionisti, spesso capita di allenarsi in pausa pranzo o dopo il lavoro, trascurando purtroppo la dieta. Il dottor Bonetti ha però un interessante consiglio per questi casi

«Circa un’ora e mezza prima di iniziare l’allenamento – dice – potremmo mangiare un pezzetto di Parmigiano con un frutto, evitando così di consumare solamente zuccheri. In alternativa una barretta Dinamo, quarantacinque minuti prima circa».

La barretta è morbida, resiste bene alle temperature elevate ed è altamente palatabile
La barretta è morbida, resiste bene alle temperature elevate ed è altamente palatabile

Non solo barrette

Simile a una barretta, Mandorle e Masala, è composta da mandorle intere del Piemonte, rivestite con spezie. La sua naturalezza è garanzia di benessere e buona digestione, utile come supporto nelle prove di ultra-endurance e non solo.

«Mandorle e Masala – confessa Bonetti – è il mio snack preferito. E’ uno spuntino quotidiano ideale, da inserire nella dieta anche per chi deve controllare il colesterolo. Grazie alle proteine facilmente assimilabili e ai grassi contenuti naturalmente nelle mandorle, questo integratore è stato pensato per attività prolungate a media-bassa intensità. Il mix di spezie indiano (masala) lavora in sinergia come antiossidante, vasodilatatore, stimolante, tonificante e digestivo».

L’unguento lenitivo

Infine nella gamma di prodotti Dinamo per lo sport, troviamo un unguento lenitivo con proprietà balsamiche, il Nardura Balsamo Cedro, che si presta ad un utilizzo piuttosto vario.

«Nardura Balsamo Cedro – sottolinea subito – non è commestibile. Si deve spalmare in prossimità della gola, sul petto o sotti i piedi, in quanto favorisce la microcircolazione, la respirazione e attenua i dolori. Nella linea di integratori per il benessere di Dinamo, esiste anche sotto forma di crema. In questo caso se ne assume un cucchiaino per contrastare i malanni di stagione o se ci apprestiamo ad uno sforzo particolarmente intenso, come potrebbe essere quello di una cronometro».

Per scoprire tutti gli integratori della linea Dinamo “Durante”, vi invitiamo a leggere il prossimo articolo, in cui lo stesso Alessandro Bonetti rivelerà anche uno schema di integrazione ideale, da seguire per ottimizzare la propria performance e la propria salute, continuando a sfidare se stessi.

Strade Bianche, ripassiamo con Zana la strategia alimentare

07.03.2022
4 min
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La Strade Bianche è una gara che include delle variabili non comuni alle competizioni che si svolgono nel Sud dell’Europa. Il percorso non concede un attimo di respiro, con lo sterrato e la polvere, ma anche il clima e il forte vento. Abbiamo chiesto a Filippo Zana della Bardiani-CSF come abbia approcciato la manifestazione toscana in fatto di strategia alimentare: prima, durante e post gara. Nella foto di apertura è evidente come il corridore veneto si fosse appuntato sul manubrio i vari passaggi anche in relazione all’alimentazione.

Filippo Zana poco prima della partenza
Filippo Zana poco prima della partenza
Dal punto di vista alimentare una gara come la Strade Bianche va preparata in modo particolare?

Di sicuro è una gara diversa, molto più simile ad una del Nord e come tale va gestita. Molto dipende da cosa si è fatto e come si è corso nelle giornate precedenti. Io ad esempio ho fatto la corsa a tappe Gran Camino e il Trofeo Laigueglia subito dopo. Dopo quest’ultima ho cercato di recuperare e fare scorta di glicogeno dando la precedenza ai carboidrati. Questo anche la sera precedente la Strade Bianche, dove si è mangiato soprattutto pasta e patate. Un po’ di pollo, ma in quantità ridotta.

Ci sono delle variabili che prendete in considerazione in base alle previsioni meteo?

Quando si prevede una giornata fredda si cerca di mangiare qualcosa in più, ma senza esagerare, prima e durante la competizione. Il corpo consuma di più e questo consumo aggiuntivo, quando sei sempre a testa bassa si fa sentire. La Strade Bianche di quest’anno è stata fredda e ventosa e l’obiettivo è stato quello di non rimanere mai vuoti. Inoltre si cerca di stare coperti, soprattutto all’inizio, cercando di risparmiare qualcosa.

Il vento gelido di questa edizione 2022, uno dei protagonisti di giornata (foto Sara Carena)
Il vento gelido di questa edizione 2022, uno dei protagonisti di giornata (foto Sara Carena)
E invece la colazione del sabato?

Abbiamo fatto colazione alle 8,30. Mi sono alimentato con del porridge e un’omelette fatta con 4 albumi d’uovo e un solo tuorlo, ma con un po’ di prosciutto. E poi un po’ di caffé.

Cosa hai mangiato durante la corsa?

La Strade Bianche è molto complicata, davvero difficile da gestire per quanto concerne i rifornimenti e poi sei sempre a tutta. E’ dura anche avvicinarsi alle ammiraglie. Avevamo studiato di integrare 100 grammi all’ora, tra zuccheri e carboidrati in genere. Principalmente gel e maltodestrine nelle borracce, sono partito con le tasche piene di gel. Io ad esempio non ho mangiato alimenti solidi, ma ho continuato a bere e ad assumere 1 gel o 2 ogni ora. Ogni borraccia aveva al suo interno circa 80 grammi di carboidrati. Non ho bevuto bevande gasate, cosa che di solito faccio, quando c’è il rifornimento principale.

La tavola della Bardiani nella colazione prima della Strade Bianche
La tavola della Bardiani nella colazione prima della Strade Bianche
Come ti sei alimentato dopo la gara e nelle ore successive?

Appena sceso di sella ho preso uno shaker di recupero, glutammina e proteine, il tutto preparato dai massaggiatori. Poi man mano abbiamo iniziato a mangiare dell’insalata di riso con del tonno. Alla sera mi sono concesso una bella fiorentina.

Quanto tempo ci mette il tuo corpo a recuperare una Strade Bianche come l’ultima?

Una Strade Bianche il giorno dopo si fa sentire, perché ti rimane nelle gambe e sei stanco. Infatti la domenica, mi sono preso una giornata di riposo. Secondo me ci vogliono 48 ore, anche se a distanza di una giornata il fisico inizia a metabolizzare e stare meglio. Oggi ad esempio ho fatto un’uscita tranquilla di un paio d’ore e mezzo e da domani inizio di nuovo ad allenarmi. Un po’ di palestra per non perdere forza e un’uscita in bicicletta.

Santa Madre: gli integratori entrano in un’altra era

12.02.2022
3 min
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Parola d’ordine carboidrati. Santa Madre, azienda spagnola che opera nel settore degli integratori, qualche giorno fa ha indetto un webinar destinato principalmente ai suoi rivenditori, non solo per “spiegare” i suoi prodotti, ma anche per capire il perché di un loro determinato sviluppo.

La direttrice di questo sviluppo? Aumentare il consumo di zuccheri, la “benzina nobile” dello sportivo, nell’unità di tempo.

Se il corpo umano può assumere 30-60 grammi di zuccheri/ora, con i mix di Santa Madre si arriva ben oltre i 100 grammi
Se il corpo umano può assumere 30-60 grammi di zuccheri/ora, con i mix di Santa Madre si arriva ben oltre i 100 grammi

Più zuccheri…

Santa Madre, che quest’anno è distribuita da Beltrami TSA, si è resa protagonista di alcuni interessantissimi studi i quali evidenziano come negli sport di endurance, tra cui anche il ciclismo, sia notevolmente aumentata la richiesta di carboidrati.

Abbiamo parlato di questo argomento anche con Giacomo Garabello, nutrizionista dell’Astana Qazaqstan. , che ci ha spiegato perché si vada alla ricerca di prodotti che diano più zuccheri ai muscoli sul momento. Chiedendosi se fosse possibile arrivare a consumare 120 grammi carboidrati/ora.  

«Questo è possibile – dicono in Santa Madre – con dei mix degli zuccheri stessi. Abbiamo creato alcuni prodotti che rispondono a queste esigenze. E li abbiamo previsti in diversi pack: più o meno grandi, con o senza caffeina».

L’Unusual 60, uno dei gel più apprezzati dagli sportivi di endurance di alto livello

L’Unusual 30

Come tutti i prodotti di Santa Madre ci si rifà a nutrienti biologici e naturali, persino nelle proteine. E l’Unusual 60 non è esente da questo dogma. E’ forse il gel energetico con il più alto apporto di carboidrati sul mercato senza sciroppo, formulato solo con un’attenta selezione delle materie prime. Garantisce un apporto energetico prossimo agli 80 minuti (merito anche del pack relativamente grande).

E’ un gel a bassa densità prodotto e a tecnologia liquida, ma al tempo stesso ha un’alta carica energetica, unico sul mercato, privo di stimolanti, da assumere durante l’esercizio. Contiene 60 grammi di carboidrati e combina tre tipi di carbo (maltodestrine, isomaltulosio e fruttosio) in modo da garantire un apporto energetico duraturo.

Da non sottovalutare la tecnologia “Refresh” per aiutare il corpo nella sua termoregolazione, grazie alla sensazione di fresco che lascia sul palato.

L’Energy Jelly, gelatina facile da ingerire. Qui nelle versione con e senza caffeina

Energy Jelly

Tornano in questo periodo molto “di moda” le gelatine. Uno zucchero più denso e in teoria a rilascio più lento. Anche questa gelatina va presa durante l’attività fisica. Energy Jelly è molto facile da deglutire, cosa affatto scontata quando si è sotto sforzo e il fiatone impedisce appunto di masticare o mandare giù gli alimenti. La gelatina proposta da Santa Madre invece si scioglie facilmente in bocca.

La base del prodotto è l‘agar-agar, un’alga che ha diversi benefici per l’organismo in termini di prestazioni e recupero. È un prodotto totalmente vegano, senza lattosio e senza glutine.

Santa Madre

Beltrami TSA

Paladin: «Ora assaporo il cibo e non mi sento in colpa»

13.11.2021
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«Nel tempo il mio rapporto col cibo è cambiato molto. Anni fa durante i ritiri in altura, ricordo che facevamo distanze a digiuno e al ritorno mangiavamo un’insalata, mentre alcune ragazze anche solo un frutto. Ci hanno sempre detto che per dimagrire bisogna togliere i carboidrati».

E’ un’altra maglia azzurra a parlare: Soraya Paladin, classe 93’, che negli ultimi anni è riuscita a distinguersi in gare importantissime ed ha rappresentato l’Italia alle Olimpiadi di Tokyo. Le vincenti carriere delle azzurre del ciclismo italiano hanno celato per anni grosse lacune in materia di nutrizione, che hanno costretto le nostre atlete a superare grossi ostacoli per potersi giocare la maglia azzurra. Soraya è cresciuta senza un’educazione alimentare e confessa che ora, pur capendo l’importanza dei carboidrati, fatica ad accettarli.

«Dal 2019 – racconta – con l’aiuto del nutrizionista che collaborava col preparatore del mio team, al tempo correvo per l’Alé Cipollini, ho capito che per avere energia avevo bisogno dei carboidrati. Tuttavia, mi rendo conto che ancora adesso alcune volte diffido dal suo consiglio. Temo di ingrassare mangiando tutti i carboidrati che ho nella dieta. Essendo cresciuta con questa convinzione, seppur segua le sue indicazioni, mi accorgo che ho difficoltà nel mangiare il carboidrato senza avere rimorsi».

Come tanti corridori, anche Soraya Paladin aveva la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare
Come tanti corridori, anche Soraya Paladin aveva la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare

Dal digiuno al ristorante

Quando si parla di disturbi alimentari, non bisogna stupirsi se un atleta migliora o peggiora tanto in poco tempo. Al passaggio tra le elite, Soraya aveva preso un anno sabbatico dal ciclismo, proprio per il carico di stress a causa degli eccessivi sacrifici della vita dell’atleta-studente. Ritornata col numero sulla schiena, senza alcun consiglio nutrizionale professionale, per anni ha trascurato la dieta. La svolta è arrivata proprio dal 2019.

«Sono sempre stata una buona forchetta – sorride – e mi è sempre piaciuto mangiare. Dovendo però mantenere il peso più basso possibile, credevo di dover rinunciare a quasi tutto, come facevano le altre. La svolta è stata il consiglio del nutrizionista nel 2019 e il confronto con le atlete straniere. Ho imparato ad accettare ed apprezzare il carboidrato e ho capito che potevo concedermi molto di più, anche piatti sfiziosi. Ho preso l’abitudine, qualche volta all’anno, di mangiare in ristoranti di qualità (foto di apertura tratta dal suo profilo Instagram, ndr). E’ davvero appagante. E’ un piacere assaporare le prelibatezze dei menù e il giorno dopo non ho alcun senso di colpa».

Soraya Paladin ha iniziato a lavorare con un nutrizionista nel 2019 quando era alla Alé Cycling
Soraya Paladin ha iniziato a lavorare con un nutrizionista nel 2019 quando era alla Alé Cycling

Mangiare con consapevolezza

Nell’intervista di qualche settimana fa, Elisabetta Borgia ci aveva parlato del mindful eating, una pratica molto efficace nella rieducazione alimentare in soggetti anoressici o bulimici e non solo. Concentrandosi sul qui ed ora, questa tecnica insegna al soggetto a mangiare con consapevolezza. Ad ascoltare il senso di fame e sazietà. Ad assaporare il cibo, concentrandosi sull’identificazione dei gusti, degli aromi e delle consistenze, riuscendo così a trarre piacere anche da piccole quantità. Un allenamento che può fare ciascuno di noi e che porta a rivalutare il proprio rapporto col cibo. Soraya, seppur ignara di tutto ciò, grazie ai suoi incontri e alla ricerca di piatti di qualità al ristorante ha fatto un percorso simile e ce l’ha riassunto con semplicità in una frase.

«Vedo che molti ciclisti, sia maschi che femmine, si allenano per mangiare. Anche io una volta lo facevo e mi sentivo in colpa se mangiavo un po’ di più. Spesso, quando segui una dieta troppo restrittiva o digiuni, arrivi al punto che non ce la fai più. Mangi qualsiasi cosa in quantità,  poi ti senti in colpa. In quei casi il cibo è uno sfogo. Ora, invece, provo davvero piacere nel degustare i piatti. Perché mi rendo conto che sono sazia e gratificata con le giuste quantità, senza inutili abbuffate».

Dopo le Olimpiadi di Tokyo, Soraya Paladin è stata azzurra agli europei di Trento
Dopo le Olimpiadi di Tokyo, Soraya Paladin è stata azzurra agli europei di Trento

A dieta con piatti sfiziosi

Soraya ci ha anche raccontato che ha imparato a concedersi il piacere di mangiare quotidianamente, mettendosi alla prova in cucina, così da scegliere il cibo più sano per le sue ricette sfiziose. Effettivamente, non c’è motivo per privarsi di una buona pasta al ragù o col pesce, siano sarde o vongole. O una vellutata di zucca coi crostini di pane, soprattutto dopo le fredde pedalate d’inverno. Se si segue lo standard della dieta mediterranea, rispettando le frequenze degli alimenti che troviamo nella piramide ed adattiamo le porzioni al fabbisogno energetico, riusciamo a concederci diversi piatti della tradizione. E recuperiamo il piacere del mangiare e della convivialità a tavola.

«Tanti ancora credono – sorride – che si debba per forza mangiare pasta in bianco e petto di pollo. Io che amo mangiare, non sopporterei mai tutto ciò. E’ anche inutile, perché ho imparato col nutrizionista, che ci sono diverse ricette sfiziose che rispettano i canoni per il bilanciamento della dieta. Oltre a vari primi, mi piace anche preparare delle torte, che poi mangio in allenamento al posto delle barrette. Quelle altrimenti mi annoiano e comunque non mi soddisfano».

Giro d’Italia Donne 2021, Soraya con la madre Carmen, il padre Lucio e il cane Blue
Giro d’Italia Donne 2021, Soraya con la madre Carmen, il padre Lucio e il cane Blue

Confronto e consapevolezza

Soraya ha una sorella di nome Asja, anche lei ciclista fino allo scorso anno, ma completamente diversa fisicamente.

«Asja è la classica scalatrice – dice – mangia per due e non mette su un etto. Io sono l’opposto e quando eravamo più giovani entrambe subivamo il confronto. Per i motivi opposti, ognuna invidiava l’altra. Io non sopportavo di ingrassare mangiando come lei. Asja invece, nonostante gli sforzi, non riusciva invece a mettere su massa. Con gli anni abbiamo imparato ad accettarci per come siamo e ad adattare la nostra dieta al nostro fisico. Bisogna stare bene con se stessi prima di pretendere una performance di livello».

La passione per le torte viene da lontano. Qui quella del primo anno, pubblicata su Instagram per festeggiare i 28
La passione per le torte viene da lontano. Qui quella del primo anno, pubblicata su Instagram per festeggiare i 28

Educazione alimentare

Infine, abbiamo chiesto a Soraya che cosa consiglierebbe per aiutare il movimento a colmare queste lacune.

«Il problema – dice – è che manca un’educazione alimentare nelle categorie giovanili. In Italia, alle junior difficilmente viene data una barretta per allenamento. All’estero invece contano quello che mangi e, se non hai usato tutte le barrette che avresti dovuto, il giorno dopo ne devi mangiare una in più. La Fci ha inserito la figura dello psicologo in nazionale. Sinceramente sono stupita dal fatto che ancora non abbia pensato ad introdurre quella del nutrizionista (il coinvolgimento è allo studio, ndr). Queste figure sono le uniche che possono davvero aiutarti se ti seguono costantemente. La dieta deve essere adattata ai vari cambiamenti del fisico e ai diversi carichi di allenamento. Per i professionisti invece l’ideale sarebbe il cuoco-nutrizionista, così si riuscirebbe a mangiare qualcosa di appagante e adatto alla dieta anche alle gare».

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