Con la vittoria della tappa finale e della classifica del UAE Tour, Lennert Van Eetvelt ha sollevato lo sguardo sul ciclismo belga. Ora il ragazzino è in marcia sull’Italia: terreno di caccia che ama molto. Al confronto col debutto stagionale dello scorso anno, sembra proprio un altro mondo. Anche nel 2023 era partito forte a Mallorca. E quando faceva ormai rotta sulla prima Liegi, accadde quello che nessuno sportivo vorrebbe sperimentare.
L’autorità antidoping francese si fece avanti con una domanda su un prodotto a restrizione d’uso trovato nelle urine al Tour des Alpes Maritimes. La Lotto Dstny ovviamente lo fermò subito e il mese di tempo dedicato alla burocrazia per dimostrare che si trattava di uno spray nasale autorizzato e regolarmente indicato prima del controllo, fece perdere al belga il debutto nella classica di casa.
«Alla fine ne sono uscito più forte – racconta adesso – ha solo alimentato la mia voglia di correre. Mi ha fatto capire quanto sia speciale aver potuto fare del ciclismo la mia professione. Ho passato tutto l’inverno in Spagna ad allenarmi. Non è super economico, ma mi pagano per farlo. Pedalare sotto il sole è tutto ciò di cui ho bisogno per essere felice. Giuro che non mi vedrete mai alla partenza senza un sorriso».
Primi lampi in Italia
Lennert Van Eetvelt, alto 1,76 per 63 chili di peso forma, compirà 23 anni il prossimo giugno ed è noto in Italia per aver vinto la tappa della Fauniera al Giro d’Italia U23 del 2022, chiudendo al secondo posto finale dietro Leo Hayter. Quello stesso anno si portò a casa la Corsa della Pace, mentre nella prima stagione da professionista ha vinto l’Alpes Isere Tour e una tappa al Sibiu Cycling Tour. Alla Vuelta, primo grande Giro a 22 anni, è partito in sordina per qualche malanno, ma ha ottenuto un terzo posto in montagna nel finale della gara.
«Ho potuto mettermi in mostra nelle competizioni a livello World Tour – spiega – e ho gareggiato per fare risultato nelle gare più piccole. Questo era l’obiettivo dichiarato in anticipo, quindi non posso che essere contento del mio primo anno da professionista. Mentre alla Vuelta ho ricevuto la conferma che posso gestire una gara di tre settimane. Ho intenzione di basarmi su questo per continuare a crescere».
Svolta alla Vuelta
Come accade spesso, la Vuelta lo ha fatto crescere nel motore e nella convinzione. La vittoria in cima a Jebel Hafeet lo ha mandato di filato in un elenco piuttosto nobile, popolato dei nomi di Tadej Pogarar, Adam Yates e Alejandro Valverde.
«Sto ancora scoprendo me stesso – dice – ma provare a diventare un corridore da Tour è un bel traguardo. Quest’inverno ho iniziato a concentrarmi maggiormente sulle salite lunghe e meno sull’esplosività. Sono cresciuto nel Brabante Fiammingo e da quelle parti tendi rapidamente a diventare uno scattista. Ora sto cercando di cambiare un po’ la situazione e vedere fino a che punto posso arrivare in salita. Sapevo che il livello degli scalatori del WorldTour sarebbe stato alto, ma ho dimostrato a me stesso che posso farcela».
Euforia Lotto Dstny
La squadra ovviamente si frega le mani, avendo aggiunto una carta vincente a quella già scintillante di Arnaud De Lie e con Segaert in rampa di lancio. Nonostante ciò, il piano non prevede per Van Eetvelt che partecipi al Tour de France.
«Forse è troppo presto – prosegue – mi serve tempo. Solo se riuscirò a mettermi alla prova in gare a tappe più brevi di alto livello, deciderò se è possibile puntare alla classifica della Vuelta già quest’anno. Anche una vittoria di tappa non sarebbe male».
Il direttore generale del team è Stephane Heulot e si capisce dalle sue parole che rimarrebbe volentieri fedele al programma, ma lascia aperta una porticina sulla Francia.
«Ci atterremo a questo piano – dice – a meno che lo stesso Lennert non indichi di voler assolutamente partecipare al Tour. Ma non penso che sia una buona idea. Credo che possa arrivare tra i primi dieci alla Vuelta. Alcuni hanno riso quando l’ho detto alla presentazione della squadra, io lo ripeto e ora ne sono ancora più convinto. Non avrei pensato che potesse vincere il UAE Tour, ma ero certo sarebbe salito sul podio finale».
Strade Bianche, arrivo…
Van Eetvelt ha costruito la sua condizione a Tenerife, ma non dormendo sul Teide oltre i 2.000 metri, bensì restando al livello del mare, e ora punta alle classiche, a partire dalla Strade Bianche.
«Ho affittato una casa con William Lecerf Junior (neoprofessionista di Soudal Quick-Step, ndr) – ha detto a Het Nieuwsblad – così posso anche dormire nella tenda e simulare l’altura per tutto l’anno. In questo modo sono migliorato tanto e spero di potermi ripetere, pur consapevole che diventerà sempre più difficile. Ora aspetto Freccia e Liegi, ma anche la Strade Bianche. Non vedo l’ora di partecipare. L’anno scorso ero a casa per un infortunio, quest’anno ci sarò. E’ una corsa dura per tutto il giorno, mi piacerà certamente».