Quanto valgono i Giochi del Mediterraneo? Il Coni risponde

11.07.2022
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Sono stati Giochi a due facce per l’Italia del ciclismo a Orano. Prima di lasciare la città algerina in cui lo scrittore Albert Camus ambientò il suo celeberrimo romanzo “La Peste” abbiamo chiacchierato con il segretario generale del Coni Carlo Mornati e con il capo missione Giampiero Pastore di quanto le due ruote siano importanti nella rassegna che raggruppa i 26 Paesi di cultura mediterranea.

Ciclismo open

In campo femminile è stato un trionfo grazie alle due stoccate d’oro di Vittoria Guazzini nella cronometro e di Barbara Guarischi nella prova in linea. In campo maschile invece, gli azzurri non sono riusciti a graffiare. Nella prova in linea, i ragazzi di Amadori hanno mancato la fuga a 12 che poi ha deciso la corsa, con la tripletta francese. Oro a Paul Penhoet, argento a Ewen Costiou e bronzo per Valentin Retailleau.

«Sul ciclismo non c’erano indicazioni sull’età dei partecipanti ed è una gara open – spiega Pastore – come lo è sempre stata in passato. L’unica limitazione d’età era nel calcio, in cui hanno giocato le Nazionali Under 18, mentre sulle due ruote si poteva portare chiunque, ovviamente limitatamente agli impegni in contemporanea, su tutti il Tour de France e il Giro Donne». 

Un percorso accettabile

Sul percorso, ecco i commenti di Mornati: «Dal punto di vista tecnico, ci siamo dovuti accontentare. Devo dire che l’Uci non era così scontenta, perché rispetto allo standard non c’erano tantissime pecche. Certo, la partenza alla pompa di benzina non era il massimo, però poi l’asfalto era ottimo e il percorso era interessante. Non ci sono state lamentele di sorta, per cui direi che è andata bene».

Vittoria Guazzini ha aperto i Giochi di Orano per le azzurre con la vittoria nella crono (foto Coni/Pagliaricci)
Vittoria Guazzini ha aperto i Giochi di Orano per le azzurre con la vittoria nella crono (foto Coni/Pagliaricci)

Prossima fermata: Taranto 2026

Si lavora già per il futuro anche perché tra quattro anni, la compagine azzurra potrà contare sul fattore campo di Taranto 2026. L’obiettivo è di rinverdire anche la tradizione maschile, visto che l’albo d’oro è ricco di gemme azzurre, basti pensare al successo di Nicola Ruffoni a Mersin 2013 in una rassegna in cui Davide Martinelli fu quinto contro le lancette o alla trionfale edizione di Tarragona 2018 dove ai successi di Elena Cecchini (crono, davanti alla compagna Lisa Morzenti) ed Elisa Longo Borghini (linea, con Erica Magnaldi bronzo) si aggiunsero le tre medaglie maschili grazie alla doppietta in linea firmata Jalel Duranti (oro) e Filippo Tagliani (argento) e alla cavalcata vincente nella prova contro il tempo dell’attuale corridore del Team Jumbo-Visma Edoardo Affini. 

«Taranto è ancora lontana – spiega Mornati – ma quando sarà il momento coinvolgeremo le nostre Federazioni, il vantaggio di avere Davide Tizzano come presidente del Comitato internazionale dei Giochi e quello di giocare in casa vanno sicuramente sfruttati. Saremo a stretto contatto con il Comitato organizzatore pugliese per cercare di scegliere le migliori condizioni per gli sport all’aria aperta, come ad esempio il ciclismo e il canottaggio».

Un problema di date

Le quattro prove si terranno tra il 13 e il 26 giugno 2026, le date già designate per la ventesima edizione dei Giochi.

«Cercheremo di lavorare con le Federazioni internazionali e servirà fare un po’ di lobby – prosegue Mornati – perché è sempre più difficile inserirsi nei calendari che col passare degli anni si affollano di eventi. Quest’anno, ad esempio, i mondiali di nuoto erano stati prima cancellati e, invece, poi sono caduti proprio a ridosso della manifestazione a Orano. Le Federazioni internazionali prevalgono, anche perché poi partecipano all’organizzazione stretta dei Giochi».

A Orano con Barbara Guarischi, il presidente della FCI Dagnoni (foto Coni/Pagliaricci)
A Orano con Barbara Guarischi, il presidente della FCI Dagnoni (foto Coni/Pagliaricci)

Anteprima olimpica

Le contemporaneità degli eventi possono dare la possibilità alle seconde linee di brillare e di lanciarsi nel firmamento, come avvenuto anche nel ciclismo nella storia della rassegna.

«I Giochi del Mediterraneo sono una manifestazione molto importante per noi come Coni – conferma Mornati – soprattutto per prendere le misure in vista delle Olimpiadi. Dal punto di vista organizzativo, non ci sono differenze e ci serve che le squadre e i loro staff inizino a capire quali sono le dinamiche che si hanno nei Giochi multi-sport. Ci fa estremamente piacere che, oltre al ciclismo che l’ha sempre fatto, anche altri sport portino atleti giovani, perché poi questi te li ritrovi alle Olimpiadi, a cui arrivano già conoscendo il meccanismo. Dalla vita al Villaggio al fatto di non essere in una rassegna mono-sport, ma di una in cui la propria gara è inserita nel calendario più vasto di tutta la manifestazione. Altrimenti il rischio è di arrivare alle Olimpiadi senza conoscere le dinamiche e si rischia di fallire sul palcoscenico più prestigioso per delle banalità».

Il Villaggio dei Giochi del Mediterraneo paragonabile a quello olimpico (foto Oran 2022)
Il Villaggio dei Giochi del Mediterraneo paragonabile a quello olimpico (foto Oran 2022)

Donne in crescita

I punti in comune non si fermano qui perché nelle ultime due edizioni a cinque cerchi, l’Italia ha raccolto due bronzi con Elisa Longo Borghini e anche a Orano sono state le donne a fare la voce grossa rispetto agli uomini, almeno per quanto riguarda la strada e senza nulla togliere alle due gemme arrivate nel velodromo di Izu (oro nell’inseguimento a squadre e bronzo di Elia Viviani nell’omnium).

«Il trend delle donne non è soltanto nel ciclismo – risponde Mornati – ma è presente in tutti gli sport. Il ciclismo è figlio di questa tendenza, ma la speranza è che la strada maschile ritorni a essere protagonista, anche se a Tokyo lo è stato in pista».

Obiettivo Parigi 2024

Il 2024 non è così lontano. Mornati lo sa: «Sono stato tanto con il presidente Cordiano Dagnoni, ma non abbiamo ancora approfondito il discorso su Parigi. Ci ritorniamo il prossimo 20 luglio con la Preparazione olimpica e ci sarà un’ispezione generale, per cui cominceremo ad avere qualche idea anche per il percorso della prova in linea di ciclismo. Per quanto riguarda la Federciclismo nazionale, ci sono stati tanti cambiamenti negli ultimi anni, ma per noi è fondamentale perché storicamente è una di quelle che ha portato più medaglie. E’ uno sport che ha un impatto mediatico altissimo e speriamo che arrivino degli ottimi risultati anche in Francia. Tokyo ha alzato di molto l’asticella e generato un volano non indifferente. Vedere al Tour atleti che hanno vinto una medaglia olimpica appena 11 mesi fa è un motivo d’orgoglio anche per noi, perché ora sono professionisti affermati».

Per Guazzini un oro a crono che segue quello agli europei U23 di Trento nel 2021 (foto Coni/Pagliaricci)
Per Guazzini un oro a crono che segue quello agli europei U23 di Trento nel 2021 (foto Coni/Pagliaricci)

Al lavoro per Montichiari

Sul versante pista, Pastore rilancia: «Abbiamo un progetto molto solido sul velodromo di Montichiari e stiamo lavorando con la Federazione su questo. Con la strumentazione adeguata agli standard di adesso, si possono raccogliere tutti i dati necessari per lo staff azzurro e permettere agli atleti di esprimersi al meglio. Tra i nostri collaboratori dell’Istituto di Scienza dello Sport e i collaboratori della Federazione si punta a farlo diventare un centro d’eccellenza».

La nuova Guarischi conquista l’oro e si riprende l’azzurro

03.07.2022
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Le donne azzurre sbancano Orano. Barbara Guarischi taglia il traguardo della prova in linea a braccia alzate e regala alla delegazione italiana il secondo oro in altrettante gare femminili ai Giochi del Mediterraneo, bissando quello che soltanto in serata si è messa al collo anche Vittoria Guazzini (regina della cronometro di giovedì), perché l’organizzazione ha deciso di accorpare le premiazioni. Festa grande a Casa Italia per le ragazze di Paolo Sangalli, grazie allo sprint regale della trentunenne lecchese, che ha bruciato la portoghese Daniela Campos (argento), con la spagnola Sandra Alonso Dominguez che ha completato il podio.

La vittoria di tutti

Prima di sedersi a tavola e stappare lo spumante con il resto del team, Barbara ci ha raccontato della sua giornata perfetta in quella maglia azzurra che le mancava da diverso tempo (la foto di apertura è di Coni/Pagliaricci).

Al brindisi con Sangalli e le sue ragazze, anche il presidente Dagnoni: accanto a lui Barbara Guarischi
Al brindisi con Sangalli e le sue ragazze, anche il presidente Dagnoni: accanto a lui Barbara Guarischi

«E’ una medaglia che abbiamo conquistato tutte insieme – dice – perché senza le mie compagne non avrei potuto raggiungere questo risultato. Abbiamo corso molto bene, siamo partite dall’Italia con l’idea di vincere la medaglia d’oro e così è stato. Abbiamo controllato la situazione fino a metà corsa, poi abbiamo cominciato ad attaccare, perché avevamo più soluzioni da giocare a nostro favore. Nel finale, le ragazze mi hanno tirato una volata perfetta e non potevo che vincere».

Un punto di partenza

Era la prima avventura del nuovo corso, l’Italia correva da favorita e non ha tradito.

«Questa trasferta era importante un po’ per tutti – prosegue Barbara – per questa nuova Italia, per Paolo, per me perché tornavo in nazionale. Abbiamo dato un segnale importante, di unione e di forza. Questo ci farà togliere altre belle soddisfazioni, ne sono sicura».

Lo scorso anno Guarischi, a sinistra, era stata riserva a Leuven, rientrando nel giro azzurro
Nel 2021 Guarischi, a sinistra, era stata riserva a Leuven, rientrando in azzurro

Poi Guarischi ci racconta anche quello che non si è visto: «Il paesaggio era abbastanza bello, così come anche l’asfalto, a parte qualche paese che abbiamo passato con qualche buco qua e là. Pensavo peggio. Il pubblico era molto caldo e sorridente ed è uno dei lati positivi di questa rassegna».

La rinuncia al Giro

Sorride il ct Sangalli, che però ammette: «La volata era l’ultima risorsa, perché anche se hai la velocista più forte, può succedere di tutto. Abbiamo tentato più volte prima e nelle due fughe più significative eravamo riusciti a tenere fuori l’avversaria più ostica, ovvero la spagnola Alonso, ma non sono andate a buon fine».

La Francia, infatti, ha chiuso sia sul tentativo con Guazzini, Eleonora Gasparrini e Maria Giulia Confalonieri, sia su quello con Ilaria Sanguineti e Arianna Fidanza.

«Poi il treno è andato come l’avevamo concordato – dice – e tutte hanno fatto la loro parte. Voglio ringraziarle perché non era semplice rinunciare al Giro per l’azzurro e io di questo terrò sicuramente conto anche in futuro».

Alle spalle di Guarischi che vince, l’esultanza di Yaya Sanguineti. A destra Confalonieri (foto Coni/Pagliaricci)
Alle spalle di Guarischi che vince, l’esultanza di Yaya Sanguineti (foto Coni/Pagliaricci)

La Guarischi ritrovata

Guarischi, ad esempio, si è guadagnata la chiamata per gli europei di Monaco: «Non è ancora ufficiale, però ne abbiamo parlato tanto questa settimana. Non con lo stesso ruolo ovviamente, ma sarò a disposizione e sono fiera di avere un’altra occasione in azzurro».

Poi ci racconta i suoi piani con la Movistar: «Adesso andrò in altura a Livigno per tre settimane e poi vado a correre in Danimarca, Svezia e Norvegia. Poi, dopo gli europei, non ne ho ancora parlato con Marco Villa, ma penso che tornerò in pista. Vorrei fare un mesetto per vedere fino a dove riesco a migliorare in vista dei mondiali».

A Monaco per Balsamo

Sangalli conferma: «Penso proprio che la porterò in Germania. Non c’è dubbio che a Monaco si corra per Elisa Balsamo, grande protagonista al Giro, che ho disegnato con gli organizzatori. Sapevo che lei e Consonni potevano fare bene e magari prendere la maglia rosa e così è successo. Sarà tutto aperto fino a Cesena e poi da lì cambierà la classifica».

Confalonieri, Fidanza, Gasparrini, Sanguineti, Guarischi, Guazzini: ecco le ragazze d’oro di Sangalli
Confalonieri, Fidanza, Gasparrini, Sanguineti, Guarischi, Guazzini: ecco le ragazze d’oro di Sangalli

Ragazzi al buio

Serata in Villaggio, invece, per la compagine maschile, dopo una corsa da dimenticare che ha fatto infuriare lo staff azzurro. L’assenza di italiani nella fuga di dodici uomini che poi ha portato alla tripletta francese (oro a Paul Penhoet, argento a Ewen Costiou e bronzo per Valentin Retailleau) è un errore che Marino Amadori non ha digerito. Un errore da non ripetere a Monaco, dove anche gli uomini vogliono far festa con le donne.

Pronostico rispettato: Balsamo campionessa d’Italia

26.06.2022
6 min
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Se avessimo dovuto scommettere un centesimo sulla vincitrice del campionato italiano donne elite – descritto da tanti come un terno al lotto visto il suo percorso totalmente piatto – probabilmente lo avremmo puntato su di lei. Elisa Balsamo domina la volata tricolore a San Felice sul Panaro, battendo quasi per distacco Rachele Barbieri delle Fiamme Oro e Barbara Guarischi della Movistar. Quinta al traguardo e prima delle U23, Eleonora Camilla Gasparrini della ValcarTravel&Service che vince la maglia di categoria, messa in palio per la prima volta.

Uno sprint dei suoi, quello della 24enne della Trek-Segafredo (in apertura nella foto Isola). Avreste dovuto vedere l’espressione del cittì Paolo Sangalli quando la Balsamo esultava già a venti metri dall’arrivo. Una roba da “mamma mia”, da “senza storia”. La piemontese, che ha corso con la maglia iridata del suo club dopo l’uscita dalle Fiamme Oro, si è vista praticamente solo una volta, oltre a quella al podio firma. Una ma giusta.

Dopo l’arrivo per la neo campionessa italiana, una Coca ghiacciata. Il tricolore resta in Trek-Segafredo
Dopo l’arrivo per la neo campionessa italiana, una Coca ghiacciata. Il tricolore resta in Trek-Segafredo

Tutte contro Balsamo

Infatti proprio il fatto che Balsamo corresse da sola contro formazioni più numerose ed attrezzate era una delle incognite tattiche. L’intento era tagliarla fuori dalla contesa finale con una azione da lontano. Le Fiamme Oro hanno mandato Pirrone in fuga (con Pisciali della Mendelspeck e Monticolo della Top Girls Fassa Bortolo) sperando di usarla come appoggio per un loro contrattacco.

Ci hanno provato alternandosi con le Fiamme Azzurre in una fase agonistica fatta scatti e controscatti mentre le tre fuggitive erano state già riassorbite. Parte Bastianelli, chiude Longo Borghini. Riparte Bertizzolo e risponde Guderzo. A quel punto tutte si mettono l’animo in pace. Tirano anche BePink, Isolmant e Top Girls con i propri treni ed iniziano a comparire le sagome di altre atlete sole. Non c’è più spazio per tentativi disperati, sarà volata.

Sul podio, Balsamo onorata da Barbieri e Guarischi: un bel terzetto di atlete super veloci
Sul podio, Balsamo onorata da Barbieri e Guarischi: un bel terzetto di atlete super veloci

En-plein tricolore

«Ci tenevo molto a questo campionato italiano – racconta Balsamo che con quello elite completa l’en-plein tricolore dopo le vittorie tra le esordienti, allieve e junior – perché è qualcosa di sempre prestigioso. Stamattina sono partita con l’idea di fare il mio meglio. Sapevo che correndo da sola non sarebbe stato semplice. Dovevo guardare le altre squadre cosa volevano fare, ma ho visto che in molte avevano interesse ad arrivare in volata. Per me è stato il miglior scenario possibile».

Non potrà indossare però questa maglia tricolore. «Sicuramente mi dispiace non portarla – prosegue Elisa, giunta alla sesta vittoria stagionale – ma alla fine uno dentro di sé sa di averla vinta e questa è la cosa più importante. Ora mi concentro sul Giro Donne, dove ci sono tante tappe adatte alle mie caratteristiche. Questo successo mi dà morale e spero di arrivarci nelle migliori condizioni possibili. Noi ragazze italiane siamo molto orgogliose di creare interesse attorno a noi, grazie ai tanti nostri risultati».

Rachele Barbieri correva in casa ed era tra le favorite. Il secondo posto resta un grande risultato
Rachele Barbieri correva in casa ed era tra le favorite. Il secondo posto resta un grande risultato

Orgoglio Barbieri

Dietro Balsamo che volata è stata? «Sapevamo che Elisa fosse difficile da battere», spiega Rachele Barbieri, che aveva tutti i suoi tifosi ad attenderla dopo l’arrivo. «Noi abbiamo provato ad attaccare, io compresa cercando di entrare in qualche fuga. Siamo arrivate in volata, le mie compagne sono state splendide, ma Elisa è stata più forte. Ha vinto nettamente. Una come lei si batte se non la porti all’arrivo, ma ogni gara è a sé. Tuttavia i pronostici sono stati abbastanza seguiti.

«Non avevo battezzato nessuna ruota, mi sono fidata di Longo Borghini che mi ha pilotato fino all’arrivo. Era questa la tattica qualora fossimo arrivate allo sprint. Peccato, correvo sulle strade vicino a casa ma sono contenta di questo secondo posto dietro alla campionessa del mondo. E poi sono arrivata davanti a gente fortissima come Barbara e Chiara (rispettivamente Guarischi e Consonni, quest’ultima quarta e delusa, ndr) e tante altre che se la sono giocata. Non mi sento sconfitta, al Giro darò il meglio di me grazie anche al supporto della mia squadra. Penso che in futuro potrò vincere uno sprint di gruppo in una gara importante come il campionato italiano».

Soddisfazione Guarischi

Sorride soddisfatta della sua medaglia di bronzo anche Guarischi, che fa eco alle parole della Barbieri.

«Piazzarsi dietro ad una come la Balsamo – confida la lecchese che sarà impegnata ai Giochi del Mediterraneo – vale come un oro. Sono contenta del mio risultato perché Rachele è molto veloce, aveva il supporto di una grande squadra e lo stimolo di gareggiare nella sua provincia. Questo terzo posto mi dà morale, anche perché anch’io come Elisa correvo da sola e ho saputo muovermi bene, sprecando molto poco. La gara è andata come me l’aspettavo.

«Non ci credevo minimamente che sarebbe arrivata la fuga. Ho agito solo quando sono partite le Fiamme Oro e Azzurre, perché c’erano nomi importanti dentro a quei tentativi, ma me lo sentivo che sarebbe andata così. Ormai credo che sia una dote questa cosa di azzeccare molti pronostici (ride, ndr)».

Guarischi sul podio. I tanti chilometri a tirare per le compagne della Movistar non le hanno tolto lo spunto: grande!
Guarischi sul podio. I tanti chilometri a tirare per le compagne della Movistar non le hanno tolto lo spunto: grande!

«Nel finale mi ero messa a ruota di Rachele Barbieri – chiude la 31enne della Movistar – poi è arrivata Balsamo, ho perso la posizione e mi sono messa a ruota di Elisa. E’ stata una volata concitata. Probabilmente ho sbagliato ad uscire. Sono andata a sinistra, ma dovevo seguire la Balsamo. Ho pensato poi di restare chiusa tra Barbieri e Consonni e così ho continuato forte a sinistra fino alla fine. Adesso vado con la nazionale in Algeria in una formazione molto forte. Ci vado col morale alto. Indossare la maglia azzurra è sempre un onore. Indipendentemente da chi lo farà, l’obiettivo per noi è di portare a casa la vittoria ai Giochi del Mediterraneo».

Orano, inizia l’avventura di Sangalli: obiettivo l’oro

20.06.2022
5 min
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L’appuntamento con i Giochi del Mediterraneo è sempre più vicino e Paolo Sangalli sta progressivamente entrando nel clima della competizione. Gare, quelle di Orano in Algeria (sia in linea che a cronometro) che hanno un valore per molte ragioni. Innanzitutto saranno il primo impegno agonistico ufficiale per lui, dopo aver raccolto la pesante eredità di Salvoldi. Poi perché costruire una squadra azzurra in piena coincidenza con il Giro d’Italia Donne non è cosa semplice, perché significa dover fare i conti con un numero limitato di atlete a disposizione.

Sangalli ha comunque costruito una squadra molto equilibrata, composta da Maria Giulia Confalonieri, Arianna Fidanza, Eleonora Camilla Gasparrini, Barbara Guarischi, Vittoria Guazzini (in apertura durante gli europei vinti a Trento nel 2021) e Ilaria Sanguineti, con due di loro che faranno anche la crono. Una squadra che mixa esperienza e gioventù: «Alla fine è venuta fuori una nazionale di alto livello proprio come volevo, adatta al percorso di Orano».

Paolo Sangalli ha raccolto da quest’anno il testimone azzurro dall’amico Salvoldi, passato agli juniores
Paolo Sangalli ha raccolto da quest’anno il testimone azzurro dall’amico Salvoldi, passato agli juniores
Partiamo allora proprio dal percorso…

E’ un tracciato ondulato di 80 chilometri, adatto a ruote veloci, ma che si presta a molteplici interpretazioni tattiche. Il dislivello è molto contenuto, 500 metri. Con le ragazze ho parlato in maniera chiara del percorso e di che cosa mi aspetto, so che hanno lavorato nelle ultime settimane pensando anche alla gara algerina. Si sa che il Coni tiene molto ai Giochi, ma anch’io tenevo a presentare una squadra di livello assoluto a dispetto delle forzate defezioni. Anche perché una gara non si vince mai prima del via, ogni successo va costruito.

Hai scelto atlete esperte e giovani in perfetto equilibrio numerico.

Abbiamo una squadra che si presta a tutte le scelte che la gara presenterà. Ci sono ruote veloci ma anche atlete capaci di far saltare il banco da lontano. Per la Guazzini vedremo come si evolve la situazione alla ripresa dal leggero infortunio avuto al ginocchio, lei dovrebbe essere una delle due chiamata a fare anche la cronometro di 18 chilometri.

Considerando le caratteristiche del percorso e anche il numero abbastanza contenuto delle partecipanti (basti pensare che la validità della gara è subordinata alla presenza di almeno 20 atlete e non sempre nella storia dei Giochi si è raggiunto questo limite) punterete alla volata generale?

Io per natura considero la volata l’ultima delle possibilità: anche se hai la velocista più forte, non puoi mai sapere che cosa succederà, né puoi impostare una squadra sullo sprint finale, puoi perdere in qualsiasi modo e a me non piace. Ho scelto una squadra con ruote veloci, questo sì, ma non per questo terremo la corsa bloccata, anzi.

Parlando di percorsi, tu sei reduce dalla trasferta in Australia per visionare il tracciato dei mondiali, con quali impressioni sei tornato?

Ho visto un tracciato diviso in tre settori distinti. Il primo è un’introduzione sul lungomare che, quando siamo arrivati noi, era caratterizzato da fortissimo vento, ma quando si gareggerà sarà estate e dicono che allora vento non ci sarà. Il secondo un circuito con una salita di 7 chilometri di cui i primi 2 sono durissimi, poi il passaggio nella foresta e una discesa tecnica. Infine il circuito finale, quello che ospiterà per intero le gare delle categorie giovanili. Ha uno strappo di un chilometro, tutto dritto ma con pendenze al 19 per cento. L’arrivo è sul lungomare in leggera pendenza in discesa. Da considerare che si toccano velocità altissime nel circuito finale.

Che tipo di tracciato è, a chi si adatta?

E’ un percorso per atlete con fondo ed esplosività, diciamo per gente che ha vinto le classiche. Se dovessi fare un nome, mi viene in mente la Kopecki di quest’anno, mentre la Van Vleuten è più abituata a salite lunghe, qui sono strappi dove fatica a fare selezione, non è ideale per le sue caratteristiche. Per quanto riguarda le nostre, abbiamo molte frecce al nostro arco. Le vittorie in serie nel circuito internazionale hanno dato a tutte tranquillità e consapevolezza. Ora dovrò guardare alle prossime settimane per valutare bene chi chiamare e soprattutto che tipo di impalcatura costruire per un percorso così vario.

Vleuten 2022

Van Vleuten in calo? La Guarischi garantisce di no…

16.04.2022
5 min
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Fino allo scorso anno, quando si parlava della Parigi-Roubaix al femminile in procinto di essere inserita nel calendario internazionale, ad Annemiek Van Vleuten si illuminavano gli occhi. La campionessa vincitutto olandese non nascondeva le sue ambizioni sulla classicissima del pavé facendone quasi l’obiettivo primario, pur in una stagione contraddistinta da eventi come Olimpiadi e Mondiali. Oggi però la stella della Movistar non è alla partenza della seconda edizione e la cosa stupisce.

Per capire il perché bisogna tornare indietro, all’edizione passata, disputata a ottobre con un clima autunnale in tutto e per tutto, con la pioggia che rendeva i solchi fra una pietra e l’altra vere fosse piene di fango, con la superficie di quelle stesse pietre simile a saponette. Annemiek è stata tra le tante che hanno pagato dazio, un dazio pesante, con la frattura dell’osso pubico in due punti: «Addio vacanze, addio periodo di ricarica – recitava in un suo post su Instagram – mi è capitato tante volte, ma stavolta le energie sono finite via…».

Vleuten Roubaix 2021
L’olandese teneva molto alla Roubaix, ma l’esperienza è stata traumatica (foto Gomez Sport)
Vleuten Roubaix 2021
L’olandese teneva molto alla Roubaix, ma l’esperienza è stata traumatica (foto Gomez Sport)

Un sogno diventato un incubo

L’olandese ha rivisto le proprie priorità e chissà, forse la ripresa sicuramente difficile da quell’infortunio di fine stagione ha un po’ influito su questo 2022. Che giudicare negativo sarebbe forse eccessivo, ma certamente, per chi conosce la straordinaria potenza e superiorità dimostrate in più occasioni dall’arancione, lascia un po’ interdetti.

Annemiek non ci sarà, Barbara Guarischi invece sì. L’azzurra ha condiviso molte giornate di gara con la sua capitana in questa stagione e può quindi testimoniare validamente su come la stella del ciclismo mondiale se la stia passando: «Annemiek aveva già deciso di non fare la Roubaix e puntare tutto sulle classiche delle Ardenne. Non si era fatta male solo all’osso pubico, ma anche al bacino, è rimasta scottata da quell’esperienza e ha deciso di non riprovarci. Non è una gara semplice anche sull’asciutto, figuriamoci sul bagnato. Noi punteremo sulla Norsgaard, che nel 2021 finì sesta e la francese Biannic che fu 21esima, io correrò in loro supporto».

Vleuten Norsgaard
Senza la Van Vleuten, sarà la Norsgaard (a destra) la punta della squadra
Vleuten Norsgaard
Senza la Van Vleuten, sarà la Norsgaard (a destra) la punta della squadra
Se guardiamo finora alla stagione della Van Vleuten, è vero che ha tre vittorie in carniere, ma la sensazione è che i suoi scatti poderosi non riescano più a fare quella differenza enorme che vedevamo fino allo scorso anno…

Non è del tutto vero. Bisogna capire che il livello è cresciuto tantissimo, i valori medi sono molto più alti, è tutto all’estremo. Sembra strano dirlo da un anno all’altro, ma è davvero così. Sono in tante che vogliono e possono vincere. Guardate l’ultimo Fiandre: su quei muri Annemiek riusciva ancora a staccare tutte, ma invece di scollinare con un vantaggio cospicuo, le altre tenevano 10-15 secondi e potevano riagganciarsi. Su salite brevi non riesce a fare la differenza, ma io sono convinta che su ascese più lunghe riesca ancora a scavare un solco. La Freccia Vallone sarà in tal senso un ottimo test.

La Van Vleuten ha perso due volte dalla Kopecky, alla Strade Bianche e al Fiandre che sono due corse fra le più impegnative. Possono aver lasciato, queste sconfitte, un peso psicologico sulla tua capitana?

Io non credo, non solo per la maturità di Annemiek. La belga è cresciuta in salita, così riesce a tenere meglio e quando te la trovi allo sprint, sai che quella è una che fino a un paio di anni fa vinceva le volate di gruppo. Annemiek allo sprint non è ferma, ma con la Kopecky è difficile che la spunti, per questo doveva spendere di più nel cercare di staccarla e questo ha pesato, sia in Toscana che in Belgio.

Annemiek a parte, come giudichi l’inizio di stagione della vostra squadra?

Siamo andati abbastanza bene. Abbiamo forse vinto qualcosa meno, manca soprattutto il Fiandre, ma siamo comunque sempre protagoniste, abbiamo avuto tre vittorie con Annemiek e Emma Norsgaard ha vinto Le Samyn, se guardate le Top 10 ci siamo sempre. Come dicevo, questo è un ciclismo molto più combattuto e livellato, dov’è difficile vincere.

Vleuten Kopecky 2022
La Van Vleuten ha provato più volte a staccare la Kopecky, sapendo di essere inferiore in volata
Vleuten Kopecky 2022
La Van Vleuten ha provato più volte a staccare la Kopecky, sapendo di essere inferiore in volata
Da che cosa dipende questo cambiamento repentino?

Stiamo vivendo un’evoluzione a 300 all’ora. Il ciclismo femminile si sta evolvendo, è un ciclismo molto più professionale, dove non manca nulla rispetto a quello maschile a livello di preparazione, nutrizione e tutto il resto e questo fa sì che il livello salga. Il problema semmai è che il calendario ci impone di correre quasi sempre.

La differenza con i vostri colleghi è che lì le squadre WorldTour sono composte da 31 corridori, voi da 14: credi che sia tempo di allargare i roster?

Non è così semplice: ingaggiare altre cicliste significa anche aumentare lo staff, le ammiraglie, il materiale tecnico… Bisogna fare investimenti enormi e molti team non sono in grado di farlo a quei livelli. Molti parlano di aumentare il numero di cicliste, ma non si riflette su quel che significa.

E’ pur vero però che ciò vi costringe a veri tour de force…

E’ difficile essere sempre presenti, forse servirebbe rallentare un po’, rivedere il calendario per renderlo più equilibrato.

Guarischi 2022
Per Barbara Guarischi un inizio anno a buoni livelli, anche se senza acuti di classifica
Guarischi 2022
Per Barbara Guarischi un inizio anno a buoni livelli, anche se senza acuti di classifica
Veniamo a Barbara: sei contenta di come stai andando?

Sì, finora ho sempre portato a termine i miei compiti e quando c’è stata la possibilità di mettermi in mostra, l’ho colta. Ora aspetto la Roubaix e poi mi prenderò uno stacco in vista degli impegni successivi, saltando le Ardenne. Andrò in altura e continuerò con la pista: ho fatto almeno un lavoro a settimana e ne ho sempre tratto giovamento.

Ti vedremo al Giro o al Tour?

Non so ancora, la società deve stabilirlo. Mi hanno già detto che sarò al Giro di Danimarca e alla Ride to London, altre due gare a tappe. Poi si vedrà…

L’azzurro ritrovato e morale alle stelle: bentornata Guarischi

22.02.2022
5 min
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Una delle buone notizie del nuovo anno per Barbara Guarischi è il suo ritorno in nazionale. Per ora si parla soltanto del ritiro di gennaio in Spagna, ma è sempre più di quanto per un motivo o per l’altro le è stato concesso negli ultimi tempi. Essendo molto veloce ed esperta e alla vigilia di una stagione che sembrerebbe strizzare l’occhio alle ruote veloci, la sua presenza a Calpe potrebbe essere ben più di un semplice indizio.

«E’ stata una bella cosa esserci – racconta – per almeno due motivi. Uno perché a casa negli stessi giorni c’era cattivo tempo. L’altro è che l’ultimo mondiale l’ho fatto a Doha nel 2016 e poi quasi più niente. L’anno scorso sono stata azzurra per quattro giorni come riserva ai mondiali. Perciò quando Sangalli mi ha chiamata, sono stata ben contenta di accettare. Paolo è sempre stato quello che ci metteva una pezza e faceva da psicologo. Mi piace il suo modo di lavorare. Siamo grandi, veniamo quasi tutte da squadre con allenatori e nutrizionisti e sappiamo come gestirci. Con questo cambio, è stato giusto rendersi disponibile. E alla fine si è creato il giusto clima fra lavoro e serenità».

Lo scorso anno per quattro giorni in azzurro (la prima da sinistra), come riserva a Leuven
Lo scorso anno per quattro giorni in azzurro (la prima da sinistra), come riserva a Leuven

Tre anni in Spagna

Barbara è al terzo anno con il Movistar Team, nello squadrone che si è votato quasi completamente alla causa di Annemiek Van Vleuten e di Emma Norsgaard. Le altre, Guarischi su tutte, avranno le loro chance quando le due leader non ci saranno o non avranno le gambe giuste. Facendo un passo indietro al tema di leader e gregarie, la squadra spagnola si è data una struttura piuttosto verticale, prendendo spunto certamente dal modo in cui è organizzata quella degli uomini.

«Ora si va a Nord – spiega – con l’idea di essere al 100 per cento per Annemiek ed Emma, che puntano al bersaglio grosso. Quando non ci saranno loro, penso ad altre corse in Belgio o magari alla RideLondon Classique, proverò ad avere il mio spazio. La squadra è contenta che prenda in mano la corsa e a me sta bene così».

A gennaio, Guarischi in ritiro con il Movistar Team ad Almeria (foto Instagram)
A gennaio, Guarischi in ritiro con il Movistar Team ad Almeria (foto Instagram)
In che misura l’attività con la nazionale si inserisce in questa stagione così piena?

Gli europei e i Giochi del Mediterraneo potrebbero essere una prospettiva interessante. Non correndo il Giro d’Italia, soprattutto i secondi potrebbero essere un obiettivo, dato che si corrono negli stessi giorni. Quando parlavo a casa del rapporto con la nazionale, i miei dicevano che negli ambienti di lavoro certe cose capitano. Invece forse adesso si può provare a mettere delle scelte, orientando i programmi.

Come mai non sarai al Giro?

Non ho mai dato disponibilità, perché di solito è duro e soffro il caldo. Quest’anno nel mio programma dell’estate ci sono il Women’s Tour e poi il Tour de France. Restando nel tema delle gregarie, non so quante compagne vorrà Van Vleuten. Farà caldo anche in Francia, però magari verso il nord sarà meno asfissiante.

L’impatto con la prima Roubaix non è stato dei migliori, ma l’ha comunque conclusa in 49ª posizione
L’impatto con la prima Roubaix non è stato dei migliori, ma l’ha comunque conclusa in 49ª posizione
Nel frattempo il mondo sta cambiando e le vostre corse stanno diventando sempre più tirate e disordinate…

Il problema grande di quest’ultimo periodo è che si corre come gli uomini, con le grandi squadre e in mezzo le più piccole. La differenza è piuttosto netta, per cui le ragazze delle continental per fare risultato si infilano in ogni varco e con le velocità che abbiamo, basta poco per cadere. Per tutelarci, andiamo per gruppi di squadra, ogni leader col suo treno. Ma se una squadra mette in fila il gruppo e un’altra non riesce a tenere il ritmo, basta un’incertezza e succede un macello.

Hai passato parecchio tempo in Spagna durante l’inverno, come mai?

Sono stata tutto dicembre a Denia, perché la squadra non faceva ritiri e ho organizzato da me. A gennaio siamo andate ad Almeria, ma c’è stato un positivo e verso la fine del ritiro ci hanno rimandato a casa. Poi Calpe con la nazionale, quindi mi sono fermata in una casetta che ho a Barcellona e da qui andrò direttamente in Belgio per la Omloop Het Nieuwsblad.

La Guarischi mascherata al via della Vuelta CV Feminas, debutto stagionale
La Guarischi mascherata al via della Vuelta CV Feminas, debutto stagionale
La Movistar ha trovato un assetto sul fronte dei direttori sportivi?

Fra gli uomini c’è stato un po’ di riassetto, per cui con noi dovrebbero esserci Pablo Lastras e Jorge Sanz. Però credo che Pablo lo manderanno più spesso fra gli uomini, per cui alla fine il nostro referente sarà Sanz.

Cosa hai portato via dal ritiro con la nazionale?

La tranquillità che mancava e un primo contatto con le under 23 che non conoscevo, avendo sempre corso all’estero. E poi c’era una ragazza diversamente giovane, Tatiana Guderzo. Ci ha raccontato il contraccolpo dell’anno scorso, ma abbiamo scoperto che la delusione ha toccato più d’una ragazza. Abbiamo parlato tanto e raccontato aneddoti. E la mattina presto a colazione guardavamo gli highlights delle Olimpiadi Invernali. E’ stato un bel tornare, il modo giusto per riallacciare il filo.

Guarischi: vacanze finite, ricomincia la scuola. Con un sorriso…

17.11.2021
5 min
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«Al primo giorno di scuola, con il sorriso che non ho mai avuto a scuola». Con questa frase sui propri profili social – accompagnata da una foto (immagine di apertura) – Barbara Guarischi ha salutato il primo giorno di preparazione del 2022.

La 31enne lecchese della Movistar – pronta per la sua quattordicesima stagione da elite – è reduce da un lungo periodo di riposo nel quale si è concessa una vacanza con gli amici sul Mar Rosso prima di proiettare mente e fisico sul 2022. Quali sono però le sensazioni in autunno quando si riprende in mano la bici dopo tanto tempo di inattività? Abbiamo preso spunto dal suo post e ce lo siamo fatti dire da lei. Ma i suoi pensieri ci hanno portato a parlare di tanto altro.

Seconda ad Avignone al Tour de l’Ardeche dietro Hosking, 10 settembre: il segno che può benissimo ambire a vincere
Seconda ad Avignone al Tour de l’Ardeche dietro Hosking: è il 10 settembre
Barbara, raccontaci questa tua prima pedalata. Com’è stata?

Sono partita gasatissima. Dopo tre settimane senza bici avevo voglia di ripartire e ho scelto di fare un giro attorno a casa (sul lago di Lecco, ndr). Però dopo mezzora ero già stanca morta (ride, ndr). Alla fine ho fatto un’ora e mezza di pianura. Quando sono rientrata avevo molta fame e mi sono mangiata una bella pizza fatta in casa. Il giorno dopo ho fatto due ore e mezza con uno strappetto e mi sono messa in riga con la dieta.

Durante il primo giro che riflessioni hai fatto?

Pensavo al 2022, più che altro sognavo. E chissà che questi sogni non diventino realtà. Quando salgo in bici entro nel mio mondo, nella mia musica e nei miei pensieri. Se dall’altra parte della strada incrocio un amico talvolta capita che non lo saluti proprio perché sono assorta. Ecco, l’altro giorno non vedevo l’ora di uscire in bici per entrare nel mio mondo.

Per tutta la primavera, ha lavorato per le compagne. Qui al Fiandre vinto appunto dalla Van Vleuten
Per tutta la primavera, ha lavorato per le compagne. Qui al Fiandre vinto appunto dalla Van Vleuten
Come sono state quelle tre settimane di stacco? 

Solitamente mi piace fare tutto quello che non riesco o posso fare durante l’anno. Mi concedo qualche sfizio alimentare benché riesca a farlo anche in stagione, stando sempre nei limiti e nei tempi giusti. Personalmente era dai primi due anni in Canyon Sram (2015-16, ndr) che non staccavo così tanto senza fare nulla. E forse, mi dovesse ricapitare l’anno prossimo, la settimana di vacanza la farei prima perché riuscirei a godermela di più. 

Col ciclismo attuale, che quasi non si ferma mai, non rischiano di essere troppe tre settimane di stop?

Dipende da come si finisce la stagione, che ultimamente è sempre tirata. Se la fai come si deve, e se non ci sono di mezzo degli infortuni pesanti, arrivi alla fine consumata dallo stress psico-fisico. E quindi anche venti giorni di assoluto riposo possono davvero farti bene. Ad esempio l’anno scorso ne avevo fatti quindici senza bici, ma avendo fatto trekking tutti i giorni quando ho ripreso mi sentivo bene.

Il 2021 che stagione è stato per te?

Sono davvero molto contenta, una delle più belle che abbia mai fatto. Ho tratto gioia e soddisfazione nell’aiutare le mie compagne a centrare i loro successi. Ho vissuto bene questa annata perché ho anche riassaporato la sensazione di essere tra quelle che si giocano le corse (due secondi posti e quattro terzi per lei, ndr). Questa estate dal Lotto Belgium Tour ho capito che quando ho un po’ più carta bianca posso sparare le mie cartucce. 

Quando inizierà il 2022?

Faremo un ritiro a Valencia a dicembre, poi a gennaio e febbraio saremo tra Almeria e Sierra Nevada. L’anno prossimo ci saranno tante corse. Anzi, apro una parentesi. Forse ce ne sono troppe se pensiamo che siamo solo 14 atlete e che lo staff di un team femminile deve fare gli straordinari.

Quest’anno per Barbara Guarischi uno stacco di tre settimane, con mare e attività fisica alternativa alla bici (immagine Instagram)
Quest’anno per Barbara Guarischi uno stacco di tre settimane (immagine Instagram)
E cosa ti aspetti dall’anno prossimo?

Fino alle classiche primaverili sarò a disposizione della squadra poi vedrò il calendario. Qualche giorno fa quando mi sono sentita con Pablo (il diesse Lastras, ndr) gli ho detto che il mio obiettivo principale è trovare subito una buona condizione e poi cercare di mantenerla fino alla fine in base agli impegni. E, vi confido, vorrei tornare a correre con la nazionale.

Barbara ci fornisci un assist perfetto per chiudere. Hai sempre avuto un rapporto complicato con la maglia azzurra. Può migliorare?

Non so, spero di sì. A settembre avevo voglia di correre il mondiale, stavo bene e sapevo che avrei potuto essere utile alla causa perché avevo una buona forma. Purtroppo sono stata riserva, ma non mi sentivo tale. Ho vissuto quei giorni con grande entusiasmo, c’era un bel clima fra tutti. In quei giorni ho capito che forse potrei riallacciare il legame. L’anno prossimo ci sono europei, Giochi del Mediterraneo e mondiali piuttosto adatti alle mie caratteristiche e lavorerò per guadagnarmi la convocazione senza patemi.

Consonni-Guarischi, volata e… dispetti

19.04.2021
5 min
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Guardate la gamba nella foto della volata e per una volta lasciate stare la lingua fra i denti, che è il suo marchio di fabbrica. Adesso Chiara Consonni ha la gamba da atleta vincente. E quando ieri le rivali alla Vuelta CV Feminas, che sarebbe la Valenciana della donne, se ne sono rese conto, non è rimasto loro che mettersi in fila. Forse qualcuna lo aveva intuito anche prima, in realtà. Tanto che le ragazze della Movistar hanno fatto le furbe e lasciato alla Valcar-Travel&Service tutto il peso dell’inseguimento. Ma quando ai meno dieci il gruppo è tornato compatto, si è capito che nessuna sarebbe sfuggita alla volata. E a quel punto… prima Consonni, seconda Guarischi, terza Lebail, quarta Bulleri, quinta Alzini.

Margaux Vigie, francese di 25 anni, ha fatto il lavoro pesante in pianura
Margaux Vigie, francese di 25 anni, ha fatto il lavoro pesante in pianura

Furbine di Spagna

Chiara ride sempre, ne abbiamo già parlato: figuratevi se vincere non la metteva di buon umore. Però ci sta, i velocisti devono esser un po’ fuori, sennò come farebbero a cercare certe linee?

«In realtà era cominciata male – inizia – perché quelle della Movistar sono state tutte un po’… Meglio che non ve lo dico. C’era fuori la fuga e non hanno tirato un metro. E’ toccato fare tutto a noi. Le abbiamo riprese ai meno 10 e a quel punto hanno cominciato a scattare per non arrivare in volata…».

Dall’inizio dell’anno, Guarischi non ha fatto altro che tirare
Dall’inizio dell’anno, Guarischi non ha fatto altro che tirare

Valcar nel mirino

In un’ideale intervista doppia con bici.PRO, cui la Conso è ormai abituata, entra ora in scena Barbara Guarischi. E anche lei ride.

«Un secondo posto potrebbe mettere di buon umore – dice – ma per la persona che sono, produce solo grande rodimento. Era da un anno che non facevo volate, ma lo sapevo dal mattino che avrei dovuto provare. Il grosso punto di domanda era sulla Valcar. La Valenciana non è una gara WorldTour, dove quest’anno c’è un livello stellare. E loro ieri avrebbero potuto controllare bene la corsa. Per cui il fatto che non tirassimo e che poi siamo scattate era tutto pianificato. Volevamo che lavorassero di più, anche perché Chiara è comunque più veloce…».

Ilaria Sanguineti ha tirato la volata assieme a Silvia Persico
Ilaria Sanguineti ha tirato la volata assieme a Silvia Persico

La svolta di Mouscron

Chissà se leggendo queste parole Chiara continuerà a ridere, probabilmente sì. «Hanno fatto un gran lavoro – dice – Matilde Bertolini, che era alla prima corsa con noi, poi Silvia Persico e Margaux Vigie. E quando siamo state certe di aver la volata a portata di mano, il capolavoro lo hanno fatto Sanguineti e Alzini. Avete visto che nella foto dell’arrivo, dietro ci sono un sacco di braccia alzate? Sono loro. Era una corsa piatta, appena vallonata, ma partire da favorita ha pro e contro. La vittoria di Mouscron mi ha dato morale e ha confermato che oltre ad allenarmi ho bisogno di correre tanto. Se il Capo (Davide Arzeni, suo diesse alla Valcar, ndr) non mi avesse portato a fare tutte quelle corse in Belgio, ora non avrei questa condizione. Ma da stamattina sarò di nuovo in pista per un ritiro di tre giorni, poi si va a correre in Lussemburgo».

Barbara Guarischi, Movistar Team
Barbara Guarischi, Movistar Team, per un giorno leader della sua squadre
Barbara Guarischi, Movistar Team
Barbara Guarischi, Movistar Team, per un giorno leader

Velocista per caso

Di Guarischi alla Movistar ve l’abbiamo già raccontato. Ma se hai l’indole di quello che si butta dentro, fai fatica a metterla via per limitarti a tirare. Lei non lo dice, ma ieri s’è divertita un mondo.

«Non dovevo neanche correre – dice – ma con il Covid cambiano spesso i programmi e mi sono ritrovata alla partenza. Ho fatto la volata, è stata un’eccezione. Non ho più l’occhio per vedere chi ti entra e ti esce dalle ruote, l’ultima volata l’avevo fatta a ottobre. Quest’anno ho sempre tirato. Di solito quando si arriva all’inizio del casino della volata, mi sfilo. Ma la mia natura è quella di buttarmi, per cui… Sì, mi sono divertita!».

Persico sempre accanto alla capitana, fino al finale
Persico sempre accanto alla capitana, fino al finale

Conso… e adesso?

La Conso guarda al futuro e vede altre opportunità, anche se la squadra è ricca di prime donne e non sarà facile trovare varchi.

«Come ogni anno – dice – ciascuna troverà i suoi spazi. Finalmente ho rotto il ghiaccio  e speriamo di trovare questo stesso livello anche in corse più importanti. Adesso che andiamo in Lussemburgo, ci sarà da stringere i denti, perché i percorsi non sono così veloci. Ma andiamo con la voglia di fare bene e servirà sapersi difendere in salita. Non diventerò mai una scalatrice, ma certi lavori tocca farli anche per andare forte in pista. Non se può fare a meno».

Guarischi… e adesso?

La Guarischi guarda al futuro e vede una sola certezza. Non vuole fare il Giro Rosa. «Mica perché abbia qualcosa contro di loro – ride – ma perché non mi trovo bene con il caldo e poi ci sarà di certo la velocista e mi toccherà tirare. Ho detto così anche negli ultimi due anni e mi è sempre toccato farlo, riproviamo a evitarlo questa volta. Abbiamo un bel gruppo, riusciamo a incastrarci bene anche cambiando ogni volta i nomi. Vincere non è mai semplice, ma fra giugno e luglio potrei avere i miei spazi in un paio di gare a tappe in Belgio…».

Chiara Conso prima, Baby Guarischi seconda: entrambe l’espressione di un movimento italiano che cresce e ha sostanza. A coloro che si chiedono come mai il ciclismo delle ragazze stia venendo su così in fretta, suggeriamo timidamente di conoscerle e frequentarle. Qui si parla di atlete top di gamma, potenziali campionesse e leader già affermate. Fermarsi a guardare le apparenze dando di gomito davanti agli scatti su Instagram, significa come minimo mancare loro di rispetto.

Guarischi, come va alla Movistar con Van Vleuten?

Giada Gambino
22.02.2021
4 min
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L’italiana della Movistar Barbara Guarischi (in apertura con Pablo Lastras) viene da una famiglia di calciatori e proprio mentre stava andando a vedere una partita del fratello si imbatté per caso in un gruppo di bambini in bici da corsa. Aveva dodici anni e venne completamente rapita da questo sport…

Il ciclismo in tre parole ?

Impegno, sofferenza e gioia… se vinci (ride, ndr). E’ una scuola di vita. Il ciclismo dà tanta disciplina ad un ragazzino. E’ una vita di sacrifici e bisogna saperli fare. 

A detta di Guarischi, il Team Movistar è un gruppo di amici, molto unito
Il Team Movistar è un gruppo di amici, molto unito
E il calcio?

Prima di iniziare ad andare in bici giocavo a calcio e, non ti nego, che mi sarebbe piaciuto continuare. C’è uno sport che anche se non l’ho mai praticato mi piace tantissimo e lo seguo molto: il pattinaggio sul ghiaccio di velocità. L’ho scoperto grazie ad Arianna Fontana. 

Qual è il tuo terreno?

Mi piacciono la velocità e i percorsi ondulati. Mi piacciono molto le gare del Nord perché mi danno la sensazione di un ciclismo vero fatto di vento, pioggia, pavè, strade strette; aspetti che tutti odiano e che, invece, io amo (sorride, ndr).

Hai fatto anche pista?

Tanti anni fa. Mi è sempre piaciuta, ma ad oggi se volessi mettermi d’accordo con la squadra per ritornare ad allenarmi in pista sarebbe difficile. Questa disciplina riesce a darti quel qualcosa in più che ti aiuta anche quando sei su strada

Guarischi in azzurro ai mondiali di Doha 2016, in supporto di Bastianelli
Guarischi in azzurro ai mondiali di Doha 2016
Sei l’unica italiana nel tuo team… 

Anche Sofia Bertizzolo doveva far parte della Movistar quest’anno, ma per vari motivi non è stato così. Nonostante sia l’unica italiana mi trovo davvero bene anche perché, fortunatamente, la lingua non è un problema. Con le mie compagne ho un rapporto sia molto professionale che di amicizia. Quando bisogna essere concentrate non scherza nessuna, ma quando possiamo concedercelo ci divertiamo molto. 

Riscontri differenze tra la Movistar maschile e femminile ?

Noi donne abbiamo gli stessi materiali degli uomini, da questo punto di vista siamo super privilegiate rispetto a ragazze che non si trovano in un team ben costruito come il mio. Il ritiro invernale, ad esempio, lo facciamo tutti insieme e questo ci rende un grande gruppo unito. 

Nel 2020, Guarischi ha partecipato ai campionati italiano a crono di Bassano
Nel 2020 ha partecipato ai tricolori crono
Chi definiresti come un idolo?

Ci sono diverse persone che potrei menzionare, una tra tutte è Trixi Worrack. Tutto quello che so adesso è grazie a lei, al suo aiuto e al fatto che avendo avuto l’onore di essere sua compagna di squadra nel 2015 sono riuscita ad apprendere davvero tanto anche solo osservandola

Van Vleuten… 

Il nuovo super ingaggio della squadra! Siamo state insieme nel primo ritiro di stagione. E’ una grandissima atleta, ma è soprattutto umana. Abbiamo scherzato molto e chiacchierato anche per conoscerci meglio. La sua vita ruota attorno al ciclismo, ma giù dalla bici è una ragazza semplice e umile

Dopo il suo arrivo è cambiato qualcosa in squadra? 

Quando arriva un’atleta così forte, è normale che si sia portati a stare più attenti, a dare quel qualcosa in più per essere all’altezza. Il team non ci ha messo pressioni, ma si può dire che ce le siamo auto messe. Questo è, a mio avviso, molto positivo. Così facendo potremo essere motivate al punto giusto e dare il 101%. La squadra è molto completa, ci sono anche molte giovani arrivate quest’anno che sicuramente faranno bene. 

Con l’arrivo di Van Vleuten, dice Guarischi, gruppo più motivato
COn l’arrivo di Van Vleuten, gruppo più motivato
Hai un sogno nel cassetto?

Aprire un agriturismo, piccolino, dove la gente viene e sa di trovare cose buone e genuine. Vengo da una famiglia di campagna e sono sempre stata abituata a questo ambiente. Dove sto io, sul Lago di Lecco, mi piace molto la zona… sarebbe il luogo perfetto. 

Gli obiettivi per la nuova stagione?

Voglio partire bene, con buone sensazioni in modo da avere il morale alto per il prosieguo delle corse. Mi piacerebbe tornare a vincere, davvero. Il ciclismo femminile sta diventando professionale tanto quanto quello maschile e se si vuole essere professionisti a tutti gli effetti bisogna essere consapevoli dei propri limiti ed impegnarsi al massimo nel proprio ruolo. Io, ad esempio, mi trovo meglio nell’essere l’ultima ciclista di fiducia della mia capitana. E’ ciò che mi riesce meglio.