Nella primavera delle classiche, Mozzato sarà cacciatore

21.02.2024
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Luca Mozzato è tornato ieri da Gran Canaria. C’è rimasto per due settimane. Finita l’Etoile de Besseges ha trascorso la notte a Marsiglia, poi si è imbarcato per l’isola spagnola, che si trova alla stessa latitudine del Marocco. Ha diviso chilometri e giornate con due ex compagni della B&B: Heidemann e Shonberger, poi lo ha raggiunto la compagna Giorgia, che non ha saputo resistere al richiamo di quel sole. Con la primavera delle classiche che sta per iniziare, il prossimo mese del corridore di Arzignano sarà decisamente ad alta intensità.

Ventisei anni compiuti il 15 febbraio, proprio durante le due settimane al caldo, Mozzato è reduce dal 2023 delle due vittorie (ghiaccio rotto al Limousin e poi Binche) che hanno fugato tanti dubbi ed è pronto per tuffarsi nella nuova stagione con le maniche rimboccate ancor prima di partire.

Mozzato, classe 1998, è pro’ dal 2020. Qui all’Etoile de Besseges
Mozzato, classe 1998, è pro’ dal 2020. Qui all’Etoile de Besseges
Come è cominciata la stagione?

Abbastanza bene a Valencia (8° nella corsa del debutto, ndr), invece a Besseges ho fatto più fatica del previsto. Spero che nelle ultime due settimane sono riuscito a mettermi a posto e di essere pronto per il Belgio. La prima parte di stagione è incentrata tutta su quelle corse, non farò gare a tappe: né Parigi-Nizza, né Tirreno e tantomeno il Catalunya. Solo corse di un giorno e il 90 per cento lassù. Si comincia con Het Nieuwsblad, che non è il Fiandre, però il livello sarà altissimo. Poi farò altre corse come Le Samyn, GP Criquielion e Monseré, in cui invece si parte per fare risultato.

Quattro corse in dieci giorni, insomma.

Poi dovrei avere una settimana per tirare il fiato e da lì si va dritti fino alla Roubaix. Si riparte da Nokere, poi Gand, Waregem e Fiandre, sempre che tutto vada come deve. Il Belgio è pieno di imprevisti. La discriminante più grande saranno la condizione e il fatto di essere in salute. 

Sapendo che non farai corse a tappe, la tua preparazione è cambiata?

Sicuramente non dovrò fare grandi salite, probabilmente la più lunga sarà il Vecchio Qwaremont, che dura 5 minuti. Però comunque, per come sono fatto, le salite mi servono e un bel dislivello l’ho fatto comunque. Anche se non è direttamente connesso al percorso delle gare, mi aiuta a lavorare. In questo caso specifico, mi ha permesso di fare dei lavori abbastanza lunghi, di 40′-60′. Li ho fatti a un ritmo non impossibile, ma quando ti ritrovi a fare un’ora di salita, è un lavoro che assomiglia all’ultima ora di una classica. Perché anche se le prossime corse saranno tutte a strappi, l’idea era di simulare la durezza di un’ultima ora comunque impegnativa.

Mozzato con il diesse Arnaud Gérard. Il 2024 per Luca sarà un anno da cacciatore (foto Arkea-B&B)
Mozzato con il diesse Arnaud Gérard. Il 2024 per Luca sarà un anno da cacciatore (foto Arkea-B&B)
Hai fatto anche lavori sull’esplosività?

Abbiamo fatto volate e anche lavori sul breve, tipo di 3-4 minuti, che sono la durata dei muri che dovremo superare. Oltre a questi allenamenti un po’ più lunghi e vagamente di fondo, ho fatto anche tanti lavori esplosivi, puntando anche sulle ripetizioni. Una di uno dietro l’altra, tanto da arrivare all’ultimo con la fatica nelle gambe.

Quanto sono importanti per Arkea queste corse del Nord?

Sicuramente tanto, anche perché quest’anno abbiamo una squadra incentrata soprattutto sulle corse di un giorno. Penso che tutto sia dovuto al fatto che la situazione dei punti per i prossimi due anni va seguita con attenzione e comunque abbiamo bisogno di risultati. L’indicazione della squadra è questa, tanto più che non abbiamo più grandi uomini da classifica per i Giri. In compenso a metà della stagione è arrivato Demare e con lui gli obiettivi sono certe classiche e vincere una tappa al Tour.

Questo significa che avrai più libertà?

Ci siamo parlati e siamo stati d’accordo nel dire che alla squadra torna comodo che io non venga inserito nel treno, ma vada a cercare i miei risultati. Al Tour, ad esempio, non andrò per lasciare spazio a quelli che lo aiuteranno. Sicuramente mi capiterà di fare qualche corsa con Arnaud, però l’idea è quella di non essere nel suo gruppo.

La vittoria di Binche dello scorso 3 ottobre ha mandato Mozzato in vacanza con l’animo leggero
La vittoria di Binche del 3 ottobre ha mandato Mozzato in vacanza con l’animo leggero
Quanto è stato importante aver vinto lo scorso anno?

Sono uscito benissimo dal Tour e ho portato avanti a lungo quella condizione. Per un corridore come me, che non vinceva da parecchio, è stato decisivo. Non era ancora diventata un’ossessione, ma da un paio d’anni la domanda era sempre quella: quando si vince? C’ero andato vicino diverse volte, però era mancato lo scatto che invece c’è stato l’anno scorso.

Quest’anno niente Tour, quindi Giro?

Quindi Vuelta. Per fare bene al Giro, per finire le tappe, ho bisogno di un periodo di lavoro che, facendo la Roubaix, non avrei. Un po’ dispiace, perché non l’ho mai fatto. Ma abbiamo optato per la Vuelta, anche se tappe veloci ce ne saranno poche.

Alla Het Nieuwsblad ci saranno tutti i più forti, con quale spirito si va al via?

Uno spirito diverso rispetto a quello che avrò a Le Samyn. Dipende sempre dalla corsa. A Le Samyn si può pensare di aspettare il finale e vedere come sto per giocarmela. Invece all’Het Nieuwsblad, l’idea è quella di aspettare il finale e non buttar via energie a caso durante la corsa. Altrimenti, vista la presenza di certi campioni, se non si vuole partire battuti, si deve pensare a una soluzione alternativa per arrivare davanti. Magari anticipare fra due muri o trovare il momento giusto per saltarne uno nella posizione perfetta e prendere vantaggio.

Dopo il lavoro a Gran Canaria, Mozzato è pronto per le sfide del Nord (foto Arkea-B&B Hotels)
Dopo il lavoro a Gran Canaria, Mozzato è pronto per le sfide del Nord (foto Arkea-B&B Hotels)
Con quale modello di Bianchi correrai le prossime corse?

Continuo con la Oltre. L’anno scorso l’ho usata tutto l’anno e mi sono sempre trovato bene. Per cui, dato che grandi salite non dovrei farne, ho deciso di restare sul modello più aero e più veloce, quantomeno nel 90 per cento delle corse. Alla Roubaix probabilmente cambierò, ma perché la Oltre è troppo rigida per il pavé vero.

Ruote e gomme?

Si può giocare un po’ sul profilo, ma penso che si parlerà il più delle volte di ruote da 60, anche se per Het Nieuwsblad stiamo valutando di usare le 45. Invece a livello di copertone, giochiamo tanto di più con le larghezze. I primi giorni in Belgio serviranno anche per fare gli ultimi test. Però in linea di massima si utilizzerà il tubeless normale per il 90 per cento delle corse, mentre sarà da valutare, almeno per me, quello più rinforzato per la Roubaix. Sono tutti test da fare appena troveremo il pavé per provarci. Fra due giorni si parte, non dovremo aspettare tanto…