In cucina con Mirko nel ritiro degli azzurri in Giappone

23.07.2021
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La crisi di fame fa perdere mondiali o Giri d’Italia: per informazioni chiedere a Mathieu Van der Poel (Yorkshire 2019) o a Cadel Evans (Giro 2002). Spesso le condizioni atmosferiche contribuiscono a far cadere i corridori in questa infima trappola e proprio caldo e umidità, che in questo periodo soffocano Tokyo, saranno due avversari in più dei corridori che si contenderanno le medaglie olimpiche all’ombra del Fuji.

La nutrizionista Laura Martinelli, ha parlato dell’acclimatazione, necessaria per i corridori per rendere al meglio e che comprendeva anche una dieta mirata. Gli azzurri la seguiranno e il cuoco della federazione, Mirko Sut direttamente dal Giappone, ci svela qualche segreto, aprendoci le porte della cucina dell’albergo esclusivo in cui alloggiano ragazzi e ragazze delle prove in linea e a cronometro.

Azzurri pronti per il primo allenamento in terra giapponese
Azzurri pronti per il primo allenamento in terra giapponese
Clima soffocante, 234 chilometri da percorrere, 4.865 metri di dislivello. Come si prepara a tavola una corsa così?

Bisogna bere e mangiare frutta e verdura. Tanta. La pre-idratazione è fondamentale. Gli italiani hanno il vantaggio di venire da un Paese caldo che abitua a correre ed allenarsi a certe temperature.

State seguendo una dieta particolare per combattere il fuso orario?

Iniziamo un po’ prima la colazione per quei corridori che riescono a dormire meno, alle 6,15 sono già in cucina. Per il resto il ritmo è sempre quello: colazione, allenamento, pranzo in hotel, massaggi, cena.

Quante calorie si spenderanno durante le 7 ore di corsa?

Dipende da corridore a corridore e dal suo ruolo. In media si bruceranno 5-6mila calorie. L’importante sarà bere acqua, maltodestrine e sali minerali: la regola è che bisogna integrare tutto quello che si perde e non è affatto facile durante una corsa stressante.

Il Fuji visto dal’hotel azzurro: sembra l’Etna, ma è alto 400 metri di più
Il Fuji visto dal’hotel azzurro: sembra l’Etna, ma è alto 400 metri di più
Quante calorie si dovranno assumere a colazione?

Un migliaio che deriveranno dalla fonte principale di carboidrati (riso, pasta, crostata senza burro) e dalle proteine per cui propongo omelette, pancake, porridge di avena. 

E’ stato difficile reperire frutta e verdura in Giappone?

L’albergo in cui alloggiamo ci ha fatto trovare frutta e verdura di qualità, sana, gustosa, biologica, italiana insieme a pasta, bresaola, prosciutti. Per noi italiani è fondamentale trovare cibi uguali a quelli che assumiamo durante l’anno, è un aiuto a sentirsi a casa e a correre meglio. 

Durante la gara cosa mangeranno i corridori?

Alimentazione standard con un aumento di liquidi per contrastare l’alta sudorazione. Quindi: barrette, gel, panini dolci e salati. A Tokyo, grazie a Roberto Amadio, abbiamo trovato una panetteria gestita da una ragazza che ha lavorato in un panificio italiano. Ci ha preparato i classici “paninetti” al latte, da ciclista seguendo la ricetta italiana.

Prove di Monte Fuji per Moscon e Caruso, la corsa sarà durissima
Prove di Monte Fuji per Moscon e Caruso, la corsa sarà durissima
E le rice cake che hai contribuito a far diventare famose in gruppo…

Sono composte dal riso che si usa per il sushi, viene fatto cuocere tantissimo fino a diventare colloso. A quel punto viene impastato con banana schiacciata o miele e messo in frigo a raffreddare; una volta pronto lo si taglia in tante barrette.

Sappiamo che cerchi di inventare sempre qualcosa che appaghi il palato dei corridori. Il Giappone ti ha ispirato?

Sto cercando di proporre piatti che richiamano la cucina orientale. Preparerò ad esempio del tonno giapponese, buonissimo. Non esagero però con la fantasia perché i corridori sono molto fedeli alla loro dieta.

E’ difficile gestire gusti diversi?

Non lo è perché sono tutti molto preparati e perché li conosco bene. Amano i piatti classici come la pasta e la crostata e se hanno esigenze li assecondo cercando anche di anticiparli.

A che cosa non può rinunciare Vincenzo Nibali?

Alla crostata che preparo con marmellate diverse. Non c’è tutti i giorni e la propongo solo a colazione, ma quando c’è gli piace molto.

Il cittì Davide Cassani segue l’alimentazione?

E’ molto attento, gli piace chiedere e conoscere. Lo staff ha lo stesso menu dei corridori, quindi sa tutto.

Vedendoli a tavola ogni giorno riesci a capire come stanno le gambe?

Posso solo dire che il clima nel gruppo è positivo.

Carboidrati e falsi miti: sfatiamoli con il nutrizionista di Padun

18.06.2021
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Il racconto di Padun sulla gestione dei carboidrati, sull’intervento da parte del suo nutrizionista e sul dimagrimento ci ha incuriosito. I corridori parlano fra loro e, soprattutto i giovani e quelli che pensano di trovare tutto su internet, si formano spesso convinzioni sballate. Come ad esempio quella di eliminare i carboidrati per restare magri. Il guaio è che ci si accorge del pasticcio quando è tardi e magari per qualche convinzione strampalata si è buttata la stagione.

«La bravura di Mark – spiega Nicola Moschetti, nutrizionista del Team Bahrain Victorious – è stata proprio andare contro queste sue idee, affidandosi a dei professionisti. E’ stato bravo e il risultato è che adesso va alla grande».

E allora entriamo nella vicenda Padun, prendendo scherzosamente in apertura l’immagine di Alberto Sordi e la celebre frase tratta da Un americano a Roma – «Macaroni… m’hai provocato e io te distruggo, maccaroni! Io me te magno!» – per capire che i carboidrati in realtà non vadano affatto evitati. E che la carriera dell’ucraino sia cambiata grazie alla loro corretta assunzione, iniziata con un lavoro di educazione nutrizionale, affinché capisse che la periodizzazione li rende più funzionali ed efficaci.

Fra corridori c’è la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare
Fra corridori c’è la credenza sballata che i carboidrati facciano solo ingrassare
Caro Moschetti, in che modo è iniziato il lavoro con Padun?

Dall’analisi delle sue abitudini. Era capace di fare un carico enorme di carboidrati prima di partire, poi li eliminava completamente, sia durante sia dopo l’allenamento o la gara. I corridori hanno il falso mito che per dimagrire si debba non mangiare in allenamento. E Mark era uno di questi, ma non sapeva che i grassi bruciano alla fiamma dei carboidrati. Per cui può starci qualche allenamento senza usarli per migliorare la definizione corporale, ma il dimagrimento di cui è stato protagonista è derivato proprio dall’uso giusto dei carboidrati.

Che cosa lo rende giusto?

Li assumi quando servono, li riduci quando non servono. In questo modo si dà uno stimolo al metabolismo. Unito al fatto che in altura si brucia di più, ecco spiegati quei 4,5 chili in meno che erano il nostro obiettivo. Ma non si dimagrisce smettendo di mangiare, lo si fa seguendo un piano nutrizionale, per cui perdi peso mantenendo la potenza.

Il calo di peso di Padun è avvenuto durante 25 giorni in altura, mangiando nel modo giusto
Il calo di peso di Padun è avvenuto durante 25 giorni in altura, mangiando nel modo giusto
Cosa è cambiato rispetto al Padun che mangiava grandi quantità di pasta in partenza e poi non mangiava più?

E’ cambiato che a colazione ora mangia i carboidrati attraverso pane integrale, oppure 70-80 grammi di porridge. A questi somma un apporto proteico scegliendo fra latte, oppure yogurt, prosciutto, uova. Poi grassi buoni tramite frutta secca, noci e mandorle.

Durante l’allenamento?

I carboidrati arrivano tramite barrette specifiche, oppure banana o paninetti, altrimenti borracce con maltodestrine o gel. In questo modo, quando rientra, il suo pranzo sarà un piatto di pasta o carboidrati a basso indice glicemico, in modo da scongiurare l’aumento di massa grassa. E anche a cena ci sarà una quota di carboidrati, anche in funzione del lavoro del giorno successivo.

A colazione, per Padun carboidrati attraverso il porridge
A colazione, per Padun carboidrati attraverso il porridge
Una bella differenza…

Se fai il pieno di carboidrati a colazione, vai incontro di sicuro a un calo glicemico, per cui ti ritrovi in allenamento o in corsa svuotato di energie. Quel senso di pedalare a sfinimento non è il segnale che si sta dimagrendo, ma che si sta perdendo capacita di prestazione. La colazione è un pasto importante, ma senza sfondarsi. Perché poi in allenamento puoi dare da 60 a 90 grammi di carboidrati per ora e sei più che a posto.

Confermi che purtroppo una delle brutte abitudini dei corridori sia il sentito dire?

E’ molto diffuso e per questo si deve partire da una buona educazione alimentare di base. E’ vero che i carboidrati in eccesso fanno salire di peso e aumentare la massa grassa, ma è anche vero che sono la sola benzina del nostro corpo. Se li elimini o li riduci troppo, infici la prestazione e il recupero che inizia la sera dopo la tappa o dopo l’allenamento che dir si voglia. Stare troppo leggeri a cena riduce il recupero.

I grassi a colazione li assume anche attraverso frutta secca
I grassi a colazione li assume anche attraverso frutta secca
Padun è stato bravo ad andare contro le sue convinzioni, ma come fate a scongiurare il rischio che ci ricada?

Lo seguo giornalmente. Ci sentiamo, lui ha una tabella e la nutrizione è basata sui suoi feedback dopo il lavoro che ha fatto e quello che deve fare. Perché è vero che ci sono i nutrienti, le quantità e la strategia nell’assumerli, ma alla base c’è comunque il rapporto umano. E’ il solo modo per sgretolare il muro di convinzioni frutto di poca informazioni o di ricerche sbagliate su internet.

I famosi integratori contaminati che hanno rovinato più di una carriera?

Anche quelli. Oppure prodotti miracolosi che fanno perdere peso senza alcuna evidenza scientifica che lo attesti. E poi comunque si parla di integratori, non di alimenti sostitutivi. E l’integratore in quanto tale ha bisogno di poggiarsi su qualcosa di più sostanzioso. Ma credo che la risposta migliore sia stato aver visto Mark vincere in quel modo al Delfinato. Tante teorie senza la prova dei fatti rischiano di rimanere tali.

Dai numeri alle sensazioni. Battistella “replica” a Mazzoleni

13.06.2021
4 min
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E dopo aver ascoltato Maurizio Mazzoleni sulla gestione degli atleti dal punto di vista medico-sanitario chiamiamo in causa Samuele Battistella, per affiancare ai numeri del preparatore le sensazioni del corridore.

Il corridore dell’Astana-PremierTech era alla sua prima partecipazione al Giro d’Italia. Per lui era tutto nuovo. Il “protocollo Astana” ha pertanto lasciato impressioni indelebili.

L’importanza di alimentarsi in corsa: Battistella è sempre stato molto attento durante il Giro
L’importanza di alimentarsi in corsa: Battistella è sempre stato molto attento durante il Giro
Samuele, allora come è andato questo Giro dal punto di vista dei controlli imposti dallo staff medico?

Eh, diciamo che fare tutti quei controlli mattina e sera è stato impegnativo. Però i dati che ha raccolto Maurizio mi serviranno per il futuro. Saranno utili per conoscermi. Devo dire però che per me soprattutto l’inizio del Giro non è stato facile perché ho avuto una gastrite, stavo curando delle intolleranze alimentare e all’inizio è stato destabilizzante.

Sensazioni e numeri andavano di pari passo?

Alla fine la gamba girava meglio di giorno in giorno e sono rimasto stupito da queste sensazioni. Il giorno della vittoria di Bettiol abbiamo fatto una tappa lunghissima e le salite finali dopo quei 231 chilometri non era così scontato tenerle. Sono rimasto sorpreso da queste buone sensazioni.

E anche sui famosi watt le sensazioni corrispondevano ai valori?

Diciamo che computerino e gambe andavano d’accordo. Nella prima settimana ho battuto record su record: ho fatto i miei best sui 5′, sui 10′ e così via. E anche nella seconda settimana le cose non sono cambiate troppo. Nella terza invece ci si è calmati un po’.

E la sorpresa negativa?

Non ho mai avuto di quelle crisi cattive che ti chiedi: «E adesso come la porto all’arrivo?». Quindi direi che non ho avuto sorprese negative. Merito della gestione alimentare e della dietista, Erica Lombardi, che ci seguiva prima, dopo e durante le tappe.

Patate lesse, riso, pasta: erano mangiati (a rotazione) già nel bus subito dopo la doccia
Patate lesse, riso, pasta: erano mangiati (a rotazione) già nel bus subito dopo la doccia
Durante?

Sì, il lavoro del nutrizionista non si limita solo al pre e post gara. Erica fa anche uno studio della gara e ti dice cosa mangiare di ora in ora. Poi dipende dall’intensità del momento. Se la prima ora è passata tranquillamente magari mangi meno, se si è andati forte mangi un po’ di più. Ma è molto sottile il limite tra il mangiare troppo o troppo poco. E’ importante azzeccare le quantità perché se mangi molto richiami troppo sangue dalle gambe per la digestione, se mangi poco poi resti a secco. Quando infatti riesci a seguire quelle indicazioni alla lettera, non vai mai in crisi.

Qual è stato il giorno più duro per te?

Quello del Giau. Ero caduto a Gorizia, mi ero fatto male ad un ginocchio e con il freddo è stato difficile finire la tappa, avevo dolore. Ma superato quel giorno poi è stato tutto più facile.

Mazzoleni ci ha detto che dopo la tappa di Ascoli, con arrivo in salita a San Giacomo, si sono accessi alcuni “allarmi rossi” nel software Astana. Tu facevi parte di quei corridori andati in “zona rossa”?

Quella tappa è stata molto dura. Il freddo nella discesa da Forca di Presta è stato inaspettato. Eravamo vestiti con le divise estive, non avevamo un abbigliamento adatto, inoltre siamo andati molto forte e non sono riuscito ad alimentarmi bene. A fine tappa in effetti ero un po’ sottopeso, ma sono riuscito a recuperare bene. Quel giorno oltre ai 170 grammi di carboidrati mi hanno fatto mangiare di più nel pasto del pomeriggio cioè in quell’ora, ora e mezza tra il massaggio e la cena.

Battistella in fuga nella tappa di Stradella che con i 231 chilometri è stata la più lunga del Giro
Battistella in fuga nella tappa di Stradella, la più lunga del Giro
E cosa si mangia per esempio?

Muesli e latte vegetale o qualche zucchero più semplice, magari anche una barretta.

E delle pulsazioni al mattino? Sentivi questa differenza di battiti tra Torino e Milano?

Eh sì, avevo dieci pulsazioni in più a fine Giro, ma è normale dopo 21 tappe. Ma anche se erano più alte, non ero finito. E questo è buono.

Con il riposo? E’ vero che si fa più fatica svegliarsi man mano che si va avanti con le tappe?

In generale nell’ultima settimana si tende a dormire meno perché si è più stanchi, meno rilassati. La mattina era poi difficile tirarsi su e quando appunto mi misuravo le pulsazioni sul letto avvertivo che i battiti erano più alti, che il cuore doveva pompare di più.

I parametri fisici in un grande Giro e l’esempio di Battistella

09.06.2021
6 min
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Affrontare una corsa di tre settimane non è cosa da poco dal punto di vista fisico. Lo sforzo è talmente grande che il corpo ne esce trasformato. O almeno era così fino a qualche anno fa. Si modificava la muscolatura, per i più giovani si diceva che aumentava la cilindrata, si perdeva peso. Ebbene come variano i parametri di un corridore in un grande Giro?

Mazzoleni Dorelan
Mazzoleni segue l’Astana da molti anni
Mazzoleni Dorelan
Mazzoleni segue l’Astana da molti anni

I test prima del Giro

Ad aprirci le porte di questo delicato settore è Maurizio Mazzoleni, preparatore dell’Astana-PremierTech che ci spiega prima di tutto come e quando vengono stabiliti i parametri di riferimento.

«Noi abbiamo svolto una prova funzionale sul Teide, già prima del Tour of the Alps. In quell’occasione abbiamo svolto due test sul lattato in salita: uno più sulla distanza e uno più sul breve. Da lì abbiamo estrapolato i parametri di riferimento per il Giro. Fra Tour of the Alps e Giro abbiamo fatto un’analisi delle le Ftp (Functional Threshold Power, potenza alla soglia funzionale), con le variazioni e gli adattamenti che abbiamo verificato sul campo.

«A Torino (partenza del Giro, ndr) abbiamo fatto la plicometria agli atleti per verificarne la percentuale di massa grassa e di massa magra. I nostri ragazzi venivano pesati due volte al giorno: una prima della colazione e una sul bus appena conclusa la tappa, prima della doccia. Questa seconda “pesa” è molto importante in quanto ci fornisce uno dei dati più delicati: la disidratazione. Se il peso è calato dell’1,5% rispetto al mattino si accende un campanello di allarme». 

Ogni sera venivano calibrate (o ricalibrate) le quantità di cibo per i singoli atleti
Ogni sera venivano calibrate (o ricalibrate) le quantità di cibo per i singoli atleti

I controlli pre-gara 

A questo punto Mazzoleni nella sua spiegazione divide il monitoraggio in due fasi: quella pre-gara e quella post-gara.

«Sempre la mattina prima del via, oltre al peso veniva eseguito il controllo delle urine (Usg) per verificarne la densità e se questa era acida o basica. Un altro parametro del nostro protocollo in Astana è la variabilità cardiaca. Il corridore restava 5′ sdraiato sul letto con la fascia cardio prima di andare a colazione. Tutti questi dati erano poi inseriti in un software sviluppato da noi preparatori, insieme ai medici, che ci permette di capire se il ragazzo ha recuperato o no dal giorno prima.

«A questo punto, una volta raccolti tutti i dati venivano visualizzati da noi preparatori e dallo staff medico. Se nella scheda di ogni singolo atleta appariva una luce verde, tutto okay, gialla si accendeva un preallarme, rosso c’era una situazione di allarme. I dati e i colori ci permettevano di dare, praticamente in tempo reale, delle indicazioni ai diesse sulle eventuali tattiche da attuare, gli uomini da poter far lavorare di più e quelli da tenere un po’ più tranquilli. Poi non è detto che questo software decideva le tattiche, ma era un’informazione ulteriore che si dava ai diesse. E devo dire che a volte è accaduto che qualche modifica sia stata fatta».

Il freddo, la pioggia e gli alti ritmi della 6ª tappa hanno portato ad un dispendio energetico più elevato del previsto
Il freddo, la pioggia e gli alti ritmi della 6ª tappa hanno portato ad un dispendio energetico più elevato del previsto

Dopo la tappa

Al termine delle tappe ricominciava poi il lavoro di preparatori, medici e anche del nutrizionista.

«La prima cosa che si fa – dice Mazzoleni – è quella di prendere i computerini dei ragazzi e analizzare i file. I dati più immediati che ci servono sono il battito massimo, quelle medio, la percentuale del battito medio rispetto a quello massimo e il consumo calorico. Tutto ciò serve soprattutto al nutrizionista (in questo caso la dietista, Erica Lombardi, ndr) per sapere quanto ha consumato il corridore. Il nutrizionista immediatamente ricalibra le quantità di cibo da ingerire. Dico ri-calibrare perché comunque già il giorno precedente si fa una stima del dispendio energetico a cui si va incontro, ma poi andamento della gara, variazioni atmosferiche come vento e temperatura possono incidere. E tutto ciò è importante per la salvaguardia del peso».

Gli atleti erano pesati due volte al giorno
Gli atleti erano pesati due volte al giorno

Peso costante

Ecco questo è un passaggio importante: la salvaguardia del peso. Fino a qualche tempo fa si iniziava un Giro con un certo peso e poi si scendeva di diversi chili, anche tre o quattro. E per certi aspetti qualcuno ne era contento. Oggi non è più così.

«Questi controlli – riprende Mazzoleni – servono per non sottostimare quel che bisogna mangiare, non per mettere gli atleti a dieta. Si presuppone che al via di una gara importante come il Giro si abbia un peso ottimale.

«In pratica non si accende la “casella rossa” che vorrebbe dire che per un giorno o due quel corridore, ammesso che non sia un uomo di classifica, dovrebbe starsene più tranquillo. Se sono capitati “allarmi rossi”? Sì, nella tappa con arrivo a San Giacomo, sopra ad Ascoli. Quella frazione è stata molto intensa, inoltre dopo il passaggio a Castelluccio di Norcia la temperatura è scesa moltissimo e questo ha richiesto un consumo energetico più elevato per mantenere costante la temperatura corporea, quindi abbiamo dovuto ricalibrare il reintegro post tappa».

Battistella ha finito bene il suo primo grande Giro, sia come parametri fisici che come prestazioni
Battistella ha finito bene il suo primo grande Giro, sia come parametri fisici che come prestazioni

L’esempio di Battistella

Per tradurre tutto questo lavoro in qualcosa di più concreto, Mazzoleni ci riporta di dati di Samuele Battistella, mostrandoci quanto siano variati i suoi valori da Torino a Milano.

«Nel complesso direi che è andata bene per tutti – spiega il preparatore lombardo – abbiamo avuto un solo ritiro, Felline, ma perché è diventato papà!

«Veniamo a Battistella. A Torino il suo peso era di 67,2 chili a Milano di 67: in pratica identico. Nell’arco del Giro ha avuto un’oscillazione tra peso massimo e minimo di 800 grammi. La plicometria ha evidenziato un calo dell1% di massa grassa, ma questo è un dato che va preso con le molle in quanto ci sono molti modi per prenderlo. Il suo battito basale, cioè quello del mattino a riposo, era di 51 pulsazioni al minuto a Torino e di 61 a Milano. Dieci pulsazioni in più, segno che la stanchezza si è fatta sentire. Si riabbassava un battito o due, dopo i giorni di riposo».

E i famosi watt sono calati?

«Diciamo – conclude Mazzoleni – che Battistella è stato molto costante in tutte e tre le settimane, non abbiamo evidenziato cali prestativi in lui. Magari ad inizio Giro erano migliori, ma non ha avuto cali degni di nota. E questo dice che lui è stato bravo e che anche noi abbiamo lavorato bene».

Lo zampino del riposo nella crisi di Bernal

02.06.2021
4 min
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Per Egan Bernal la tappa di Sega di Ala ha segnato un momento chiave del suo Giro d’Italia, nel bene e nel male. Bene perché si è salvato, male perché ha perso alcune certezze. Quel giorno il colombiano ha vissuto il momento più difficile della sua corsa e quella “botta” ne ha poi caratterizzato anche il resto, con determinati atteggiamenti tattici (più difensivi) adottati nelle frazioni successive.

Bernal nei giorni a venire continuava a dire di aver mangiato, di aver bevuto… come se la piccola defaillance a Sega di Ala fosse dipesa da  una “crisi di fame” e non dal mal di schiena a cui tutti pensavano. Dario David Cioni però non la pensa così.

Dario David Cioni preparatore e diesse della Ineos-Grenadiers
Dario David Cioni preparatore e diesse della Ineos-Grenadiers

Una giornata no

La Canazei-Sega di Ala veniva dopo il giorno di riposo, prevedeva un’altimetria particolare (molta discesa all’inizio e salite alla fine) ed è stata corsa ad una velocità folle: la frazione pertanto nascondeva molte insidie.

«Io non credo si possa far riferimento ad una questione di alimentazione – dice Cioni – per me si è trattato di una normale “giornata di traverso”. Come si sa nelle gare di tre settimane un giorno storto capita a tutti. Io ero nell’ammiraglia che stava sulla fuga quel giorno dietro Moscon, ma da quello che mi risulta non ci sono state comunicazioni sul fatto che Bernal non si sia alimentato bene. Tutto è filato nella norma».

Alimentazione nella norma

La maglia rosa è seguita da Ainoha Prieto, nutrizionista spagnola della Ineos-Greandiers. Lei calibra quantità e qualità dei cibi a seconda dello sforzo fatto e quello da fare e anche in questo caso tutto è filato secondo la norma. Anche nel dopo tappa e nel giorno successivo, la frazione verso Stradella.

Fino a qualche tempo fa il giorno di riposo era uno dei più duri dal punto di vista dell’alimentazione. Tanti corridori ci dicevano che non era facile mangiare pochissimo e al tempo stesso avere meno impegni durante la giornata e lo stomaco che brontola per la fatica fatta nei giorni precedenti. Adesso però molto è cambiato. Magari, ma è una supposizione, Bernal ha tirato un po’ la cinghia per paura di ripartire con quel “chiletto” di troppo (che poi è soprattutto di liquidi). Gli scalatori hanno queste “fissazioni” legate al peso, tanto più prima di una tappa di salita.

Tanta discesa dalla Val di Fiemme alla valle dell’Adige. Per la prima volta fa anche caldo
Tanta discesa dalla Val di Fiemme alla valle dell’Adige. Per la prima volta fa anche caldo

Riposo anomalo…

Ma allora cosa può essersi inceppato quel giorno?

«Piuttosto – riprende Cioni – se proprio dovessi trovare una spiegazione oltre alla classica giornata no, punterei più il dito sul giorno di riposo. Quello potrebbe aver influito. E’ stato un giorno di riposo un po’ strano: faceva freddo, c’era maltempo e i ragazzi, Egan incluso, non sono riusciti a fare molto. E infatti Bernal ha fatto i rulli, 45′ un’ora al massimo. Senza contare che quel giorno è stato il primo un po’ più caldo e i corridori venivano dal gelo della tappa di Cortina».

A questo punto la prima cosa che ci viene in mente è la “disidratazione”, ma con due virgolette grosse così. Primo perché ha fatto un’ora scarsa di rulli, secondo perché comunque li ha fatti il giorno prima e terzo perché non possiamo neanche lontanamente immaginare che la Ineos, o comunque una squadra di professionisti, commetta un simile errore.

E infatti sempre Cioni aggiunge: «Non credo. Bernal consuma 2-3 borracce ogni ora. Una bella quantità, tra l’altro lui alterna molto acqua e maltodestrine». Ed è stato così anche verso Sega di Ala.

La sala da pranzo (con cucina) mobile della Israel Start-Up

25.05.2021
4 min
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Marginal gains, restrizioni del Covid, aumento della qualità della vita nelle settimane di gara: la sala pranzo mobile ne è una conseguenza. Di cosa parliamo? Del “motorhome” (cucina e sala da pranzo appunto) che usano alcune squadre. I primi ad adottare questa soluzione furono gli Sky, ora Ineos-Grenadiers, ma adesso non sono più soli. Anche la Israel StartUp Nation ne ha uno e il suo “padrone” è Gianpaolo Cabassi, lo chef. Con lui scopriamo questo mezzo.

Fino a dieci posti a sedere, una tv maxischermo, una macchina del caffè, fornelli, forno… Leonilde Tresca, che con la sua ditta (Tresca Transformer) allestisce anche i bus del circus del ciclismo, l’ha dotato di ogni utilità. Ufficialmente questo mezzo si chiama Cellar&Bistrot Restaurant on Tour.

Paolo, parlaci di te prima di tutto. Da quanto tempo segui le gare dei professionisti?

Vengo da Paderno Franciacorta, Brescia, e questo è il mio 34° grande Giro consecutivo: Giro, Tour e Vuelta, uno dietro l’altro, oltre alle altre gare. Ho iniziato ai tempi della Katusha. Ci arrivai tramite un amico, stavano cercando un cuoco. Era il 2010 e da allora non ho più smesso. Ho cucinato per Freire, “Purito” Rodriguez, Paolini…

Gianpaolo Cabassi, chef della Israel Start-Up Nation
Gianpaolo Cabassi, chef della Israel Start-Up Nation
Come è nata l’idea di questo mezzo?

Dal nostro sponsor Vini Fantini, quindi da Valentino Sciotti. E’ lui che ha voluto investire nel motorhome, sia per il discorso del Covid che per una crescita in generale del team. Per me è molto meglio perché c’è più privacy e perché con la pandemia, la bolla e tutto il resto, era sempre più difficile cucinare negli hotel.

E per te quindi è più facile?

E’ più semplice da una parte perché ho tutto a portata di mano, spesa e tutto il resto, ma certo devo avere un occhio di riguardo per la pulizia della cucina e della sala da pranzo.

Come è strutturato?

In due aree principali, la cucina e la sala da pranzo, dove c’è il tavolo per mangiare e il piano del buffet. E’ un camion grande e c’è un autista che lo conduce, mentre io guido il mio furgone dispensa.

Il motorhome: dietro la la sala da pranzo, al centro la cucina, davanti la motrice
Il motorhome: dietro la la sala da pranzo, al centro la cucina, davanti la motrice
Paolo, cosa cucini ai ragazzi?

Non c’è una dieta specifica perché cambia di giorno in giorno, ma trasformo il cibo in piatti gourmet, per alleggerire la testa dei ragazzi. Se devono mangiare barbabietole io gli preparo un tortino di barbabietole. L’occhio vuole la sua parte.

Lavori a stretto giro con il nutrizionista?

Sì, ne ho due con cui mi interfaccio. Ci troviamo e traiamo insieme degli spunti. Loro sono la teoria, io la pratica. In più sul tavolo del buffet c’è una bilancia nel caso in cui i corridori vogliano pesare i loro cibi, ma ormai devo dire che quasi tutti si conoscono e la usano molto poco.

Stilate il menù di tappa in tappa…

In realtà ho già pronto il menù per tutto il Giro da prima del via. Ne abbiamo parlato già a gennaio nel primo ritiro e poi lo abbiamo perfezionato in base ai corridori tra marzo e aprile. Il menù è rapportato a quello che prevede la tappa il giorno dopo. A partire dall’integrazione post gara che va fatta subito. Per esempio dopo la frazione di Gorizia sul bus hanno mangiato straccetti di tacchino.

La tavola è pronta e aspetta i corridori
La tavola è pronta e aspetta i corridori
E poi immaginiamo i soliti riso e pasta…

Sì, ma quelle sono anche scelte individuali. Per esempio al mattino tra coloro che ho qui al Giro solo Cimolai mangia la pasta, mentre Daniel Martin manda giù solo porridge e se c’è una frazione impegnativa ci aggiunge del riso in bianco condito con frutti rossi freschi. Froome invece mangia tanto riso: a pranzo, a cena e a colazione. Riso ed omelette.

E nel tuo motorhome è previsto lo “sgarro” o il dolcetto a fine cena?

Quella è la priorità assoluta. Deve essere diverso tutti i giorni e lo cucino con alimenti non troppo grassi. Preparo mousse, budino di riso, crostata… Si sgarra la sera prima del giorno di riposo. Un pizza e una birretta o un hamburgher. Quello è il solo momento in cui ci si “lascia” andare, anche perché sono pietanze che preparo io con ingredienti meno pesanti e di qualità. La carne, per esempio, la prendo dal mio macellaio di fiducia prima di partire, per il pesce invece mando un’e-mail in hotel e per quel giorno faccio in modo di averlo fresco.

Cabassi delizia i corridori con i suoi piatti gourmet
Cabassi delizia i corridori con i suoi piatti gourmet
I ragazzi cosa dicono di questo loro “angolo”?

Questo è il primo Giro che ci facciamo e sono molto contenti. Possono parlare con più serenità, c’è maggiore tranquillità. Froome invece ci era abituato. E’ un ambiente importante per loro.

Anche lo staff può mangiarci?

No, il motorhome è esclusivamente per i corridori. Il resto del team mangia in hotel.

Dallo Zoncolan a Sega di Ala, a tavola con l’Astana

22.05.2021
5 min
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Sono magrissimi, così in condizione da risultare fragili. I corridori del Giro, quelli che sono qui a giocarsela, vanno seguiti in ogni dettaglio, sapendo che basta un colpo di freddo per mandare tutto in malora. Puoi pianificare quello che ti pare, ma il ciclismo è uno sport di situazioni e le situazioni, per quanto bravo, non potrai mai prevederle. Figurarsi oggi sullo Zoncolan.

Erica Lombardi è la dietista dell’Astana-Premier Tech al Giro, la squadra di Alex Vlasov. Già con lei in passato avevamo parlato della necessità di gestire con equilibrio l’alimentazione durante il Giro. Ma oggi, con la tappa che si arrampica sul Mostro friulano e lo sguardo sulle montagne dei prossimi giorni, il ragionamento si fa più specifico, molto interessante, ancorché complesso.

«Il Giro non è il Tour – comincia – dove la stagione è ben definita e non ci sono clamorosi sbalzi climatici. Qui invece è tutto un cambiare, per cui la programmazione presenta delle criticità. Ieri verso Verona era una tappa tranquilla, ma in ogni caso c’era da stare attenti sin dalla vigilia a cosa mangiare, per scongiurare il rischio di trovarsi vuoti a 48 ore dalla tappa dello Zoncolan».

Al Tour dello scorso anno, Erica Lombardi con la squadra ai Campi Elisi
Al Tour dello scorso anno, Erica Lombardi con la squadra ai Campi Elisi
Quale è l’attenzione primaria?

Che abbiano energie e siano leggeri, tenendo però conto che la troppa leggerezza la paghi per altri aspetti. Il glicogeno ha un tempo di ricostruzione di 48 ore, per cui si è cominciato da ieri a ragionare del fatto che oggi si farà lo Zoncolan e che nei prossimi giorni ci saranno altre tappe dure. Non si può andare per compartimenti stagni.

Quindi?

Quindi non si può calcolare tutto alla perfezione, ma non puoi dargli meno di quello che necessitano. Non sono macchine. Il calcolo dei macronutrienti, ma più segnatamente dei carboidrati, si fa in base ai watt. Un calcolo che però viene aggiornato in base a come si sente il corridore. Per questo avere il dietista allo stesso tavolo aiuta a prendere le misure.

Come funziona il calcolo dei carboidrati in base ai watt?

Si fa gioco di squadra. Dopo la tappa, io li peso e il dottore fa il punto sull’idratazione. Il peso così raccolto lo giro al preparatore che mi manda in risposta la situazione dei watt in rapporto al peso. Ci stiamo avvicinando alla perfezione, ma il ciclismo resta sempre uno sport empirico. In un grande Giro è sempre meglio avere qualcosa in più, che trovarsi scoperti. Pesare poco significa perdere potenza.

Quindi da ieri è iniziato il recupero per la tappa di oggi?

Esatto, si parte con alimenti funzionali nel dopo tappa. Le linee guida generali dicono che bisogna ridurre al minimo se non eliminare totalmente le fibre, per favorire l’assorbimento dei carboidrati.

Si comincia mangiando cibi solidi, si finisce passando a gel borracce di maltodestrine
Si comincia mangiando cibi solidi, si finisce passando a gel borracce di maltodestrine
Carboidrati quindi sempre pasta?

Pasta, oppure riso, patate americane, verdure non verdi come le barbabietole rosse, il cui contenuto in nitrati, in un quadro più articolato, aiuta il corpo a ossigenarsi.

In una tappa come quella di oggi, come mangeranno in corsa?

La regola è che si vada in progressione, mangiando cibi solidi nelle prime fasi, passando poi ai gel e le maltodestrine. Molto dipende dal ruolo del corridore in corsa.

Lo Zoncolan di quest’anno ha 3 chilometri finali durissimi, ma prima non è irresistibile…

Prima del tratto duro, è indicato mangiare un gel a rapido rilascio, sempre che si riescano a staccare le mani dal manubrio. Esiste una pratica molto diffusa nel calcio, il mouth rinsing, che consiste nel risciacquarsi la bocca con liquidi a base di carboidrati, come i calciatori che bevono e poi sputano prima di ingerire. Tramite questo sistema, dai stimoli all’organismo che sta già assorbendo i carboidrati ingeriti in precedenza. Per cui può essere utile fare un sorso dalla borraccia salendo sullo Zoncolan. Un sorso e si rimette a posto, perché adesso non si può più buttarle ai tifosi sulla strada.

Hai parlato di riuscire a staccare le mani dal manubrio…

Se c’è un’azione, un attacco… puoi aver programmato quello che vuoi, ma nella fase concitata, non riesci a prendere il gel, per cui è il corridore a dover reinterpretare la strategia. Per cui pensate a quante attenzioni debbano avere questi ragazzi, dai watt al momento in cui mangiare.

La tappa di Verona ha richiesto un dispendio inferiore, ma non si poteva farli mangiare meno alla vigilia dello Zoncolan
La tappa di Verona ha richiesto un dispendio inferiore, ma non si poteva farli mangiare meno
E poi c’è il meteo.

La pioggia complica tutto, il freddo anche, perché magari non riescono a prendere gli zuccheri con le mani congelate o in situazioni al limite.

Stasera dopo l’arrivo cosa mangeranno?

C’è una finestra di un’ora in cui si va a ripristinare il livello di glicogeno, ingerendo solo carboidrati. Si gioca tutto in quel breve tempo, a prescindere che sia stato caldo o freddo. Gli studi più recenti hanno stabilito che si possono integrare 120 grammi di carboidrati per ora, contro i 90 che si riteneva in precedenza. Oltre questo limite, non si assimila più. Come se, dovendo fare un lungo viaggio in auto, si volessero mettere 100 litri di benzina in un serbatoio che ne contiene 60. La capienza è quella. Ma se hanno preso freddo, si deve anche lavorare sui grassi, sia dopo corsa che nelle ore successive.

Quando li pesi?

La mattina e dopo la tappa. Se si perde un chilo di liquidi se ne deve integrare il 150% per cui si dovrà bere un litro e mezzo. L’obiettivo è mantenere il pezzo più regolare possibile.

Quindi il tanto raccontato calo di peso a fine corsa ormai è superato?

Dipende dai corridori e dalla loro esperienza. I giovani hanno più sbalzi, un corridore come Fuglsang sa gestirsi bene anche da solo.

Non solo pasta per introdurre carboidrati, anche le patate americane
Non solo pasta per introdurre carboidrati, anche le patate americane
Vlasov è esperto?

Con Vlasov lavoro dai tempi della Gazprom, ma di fatto ha corso solo la Vuelta del 2020 e questo è il primo Giro da capitano. L’ideale è finire in crescendo, stando attenti a non gonfiarsi di liquidi, per cui il medico ricorre alla biompedeziometria per valutare la ritenzione idrica.

Quanto è difficile il tuo lavoro?

Bisogna lavorare per avvicinarsi il più possibile alla ricetta migliore, sapendo che si può sbagliare e che magari non si riceveranno complimenti, ma di certo non mancheranno le critiche se dovesse andar male. Il ciclismo non è il calcio, che si gioca in uno spazio controllato con atleti abbastanza omogenei. Noi siamo sulla strada, in condizioni meteo sempre diverse, con atleti di forme e caratteristiche diverse. Insomma, si può dire che sia tutto, ma non certo facile.

Pozzovivo Dorelan

Pozzovivo: «Sempre meglio mangiare prima della salita»

13.05.2021
2 min
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Abbiamo già avuto modo di trattare l’argomento dell’alimentazione in corsa, ma che cosa cambia quando c’è da affrontare un arrivo in salita? Anche in epoca recente ci sono stati casi di atleti costretti ad alzare bandiera bianca proprio a causa di problemi gastrici e quando ci si trova di fronte alle tappe più impegnative, i rischi in tal senso sono maggiori. Domenico Pozzovivo, uomo di grande esperienza, ha qualche piccola regola da seguire nella sua alimentazione.

«Io solitamente faccio fatica a ingerire cibi solidi naturali quando si tratta di ascese impegnative, cerco quindi di utilizzare le barrette, mangiandone una almeno 15’ prima che la salita inizi. Quando però la salita durerà oltre 30’, è necessario ingerirne una seconda ad almeno 20 minuti di distanza dalla prima».

In base ai tempi, sembra di capire che preferisci non mangiare quando la strada si rizza sotto le ruote…

E’ quasi impossibile farlo, anche il gel va preso al momento giusto, controllando la situazione perché se sei fortemente impegnato, è controproducente. Va considerato poi che quando sei oltre i 1.600 metri di altezza e hai il fiato corto, ingerire qualcosa di pastoso è difficile. Bisogna cercare un momento in cui la salita spiana, per questo è meglio provvedere prima.

Capecchi rifornimento Dorelan
Con il freddo intenso, anche un gesto simile può diventare difficile e pericoloso
Capecchi rifornimento Dorelan
Con il freddo intenso, anche un gesto simile può diventare difficile e pericoloso
L’alimentazione in salita non può diventare una discriminante tattica, osservando gli avversari, quel che fanno, se sono alle porte di una crisi di fame?

Difficile dirlo – risponde il corridore della Qhubeka Assos – non sapendo quel che c’è nelle borracce, molti usano maltodestrine e fruttosio a concentrazione elevata. Certo se vedi che negli ultimi 5 chilometri ingerisce del gel, significa che qualcosa non va. A me comunque la borraccia molto zuccherata non piace, preferisco altre soluzioni.

Il clima influisce?

Molto. Con il caldo non ci sono grandi problemi, bastano i gel isotonici, col freddo si consuma di più e hai problemi anche nella manualità: io ad esempio con temperature molto basse perdo sensibilità alle dita – afferma Pozzovivo – e diventa arduo anche prendere la barretta dalle tasche… L’ultimo caso di Thomas, caduto al Romandia proprio perché non aveva più sensibilità nelle mani è esemplare. Per questo molti danno al rifornimento le borracce con il gel attaccato.

Veniamo a Pozzovivo: come arrivi a questo Giro?

Se avessi dovuto rispondere a inizio maggio sarei stato pessimista, ma negli ultimi giorni prima della partenza ho risentito le gambe girare al punto giusto, gli ultimi allenamenti sull’Etna mi hanno dato coraggio. Le mie carte voglio giocarmele tutte…

Alimentazione in gara, un tema molto complesso

10.05.2021
2 min
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L’alimentazione durante una tappa del Giro è un aspetto delicato, che può influire fortemente sul rendimento del corridore, praticamente costretto a seguire una precisa tabella oraria, per far sì che il serbatoio di energie non vada mai in rosso… Con la nutrizionista Erica Lombardi proviamo a studiare come è strutturata l’alimentazione dei “girini” sin dal mattino.

«Gli studi di fisiologia hanno stabilito da tempo un timing di riferimento che prevede la colazione 3 ore rima della partenza, anche se poi i tempi di digestione sono qualcosa di profondamente individuale. Nel ciclismo però può capitare, considerando gli spostamenti dall’hotel alla sede del via, che i tempi si allunghino, quindi si inserisce un altro minipasto».

Com’è strutturata la colazione?

Normalmente si prevede una colazione dolce e a distanza di un’ora riso o pasta, ma ultimamente si tende a unificare i due pasti facendo una colazione rinforzata, inoltre l’utilizzo della pasta va scemando proprio perché il riso viene ritenuto più abbinabile per gusto alla colazione dolce.

Prima della partenza i corridori sono soliti assumere qualcosa?

Dipende dai loro compiti: se saranno impegnati sin dall’inizio, ad esempio andando in fuga, avranno bisogno di un’integrazione di zuccheri, altrimenti vengono date proteine. Vanno privilegiati alimenti naturali: panini, banane, cercando sempre di variare, anche in corsa.

Alimentazione 2021
I ciclisti in una tappa mangiano spesso, il quando è determinato da come va la gara
Alimentazione 2021
I ciclisti in una tappa mangiano spesso, ma il quando è determinato da come va la gara
Durante la tappa com’è articolata l’alimentazione?

Si tende a rispettare un timing di cibi solidi ogni 30’ e liquidi ogni 15’, sempre in piccole quantità. Gli studi hanno dimostrato che l’assimilazione è fino a 120 grammi di carboidrati l’ora, considerate che un panino in media è di 25 grammi, quindi rientriamo abbondantemente. Il resto viene assunto tramite gel o maltodestrine in borraccia, ma il problema è che non sempre si può stabilire quando e dove mangiare, è l’evoluzione della corsa che lo prevede…

Dopo la tappa?

E’ una fase delicata, quella del recupero glicogeno recettivo. Inizialmente si reintegra con bevande zuccherine, anche sciroppi di frutta piuttosto che reintegratori, ma questo dipende anche dagli accordi di sponsorizzazione che ogni squadra ha. Poi si passa a 20 grammi di proteine in polvere che aiutano l’assorbimento dei carboidrati. Successivamente si passa alla Food room.

Che cos’è?

E’ un passaggio tra la gara e la cena per restituire quel che si è perso: sono piccoli pasti a base di carboidrati (riso, patate) e di proteine (prosciutto, yogurt). Un aspetto importante nella cena è l’assunzione di verdure il meno possibile fibrose, che potrebbero provocare problemi gastrointestinali anche in base al clima o allo stesso stress imposto dall’evoluzione della corsa.