A un certo punto qualcuno ha scritto che Egan Bernal abbia saltato il Tour of the Alps a causa del mal di schiena. Sarebbe proprio un duro colpo per il Giro d’Italia (che già trema e trattiene il fiato per l’infortunio di Nibali) e per lo stesso colombiano. Così ci siamo messi a seguire gli allenamenti di Egan su Strava. E al netto del fatto che qualcosa non abbia pubblicato (perché nessuno ti costringe a farlo), la sensazione che si tratti di un atleta frenato dal mal di schiena non è suffragata dai numeri.
Per questo, come dopo la Strade Bianche, si è pensato di chiedere nuovamente aiuto a chi Bernal l’ha portato in Europa: Paolo Alberati. Per studiare il lavoro del suo pupillo e cercare di capire in che condizioni ce lo ritroveremo al Giro. Sarà tutto troppo moderno e basato sui watt, potrà dire qualcuno, ma se non altro offre un punto di vista diverso rispetto alle tante illazioni.
«Ho chiamato Andrea Bianco – esordisce Alberati parlando dell’italiano che laggiù fu il tecnico di Bernal nella nazionale colombiana di Mtb – e mi sono fatto raccontare qualcosa. Anche lui conferma che la sensazione di un Bernal malandato non ce l’abbiano. Nel giro del 2 aprile ha fatto una salita che scollina a 3.355 metri e nella prima parte, la più dura, ha fatto anche il Kom salendo a 329 watt medi. Forse non tutti sanno bene che cosa significhi pedalare forte sopra i 3.000 metri».
Pacho a tutto gas
Inizia così questa ricognizione molto tecnica e un po’ di parte sulle uscite di Bernal. Prima in Colombia, poi a Monaco, Andorra e ancora Monaco, nel suo avvicinamento al Giro d’Italia.
«I suoi valori li conosco – prosegue Alberati – sin da quando da neopro’ lo allenava Bartoli. Da junior fece una salita dalle parti di Michele in cui per 10′ viaggiava a 7 watt/kg. Da junior, capito? E batté il record di Landa, che in quel periodo usciva dal bellissimo 2015 con l’Astana e stava passando a Sky. Il 7 aprile, ha fatto 164 chilometri con un dislivello di 3.432 metri. E sulla salita di Pacho, dove pure non ha fatto il record, è salito per un breve tratto a 7,17 watt/kg. Il particolare della salita di Pacho, un’ora a 300 watt medi da quota 2.000 a quota 3.300 metri. Praticamente dal Rifugio Sapienza al top del Vulcano. Lassù 300 watt medi valgono 350-360 (6 watt/kg in un’ora). Dal grafico si vede la costanza delle RPM e dei watt: uno col mal di schiena non può».
Il riepilogo delle uscite
Nel box che segue sono riassunte le sue uscite a partire dall’11 aprile, quando Egan era ancora in Colombia.
Data | Distanza | Tempo | Dislivello |
11 aprile (Colombia) | km 211 | 7h 01′ | m. 3.439 |
14 aprile (Colombia) | km 38,82 | 1h 19′ | m. 283 |
15 aprile (Colombia) | km 130,17 | 3h 39′ | m. 728 |
16 aprile (Colombia) | km 161,79 | 5h 03′ | m. 1.655 |
17 aprile (Colombia) | km 228,92 | 6h | m. 1.130 |
18 aprile (Colombia) | km 211,98 | 6h 02′ | m. 1.568 |
19 aprile (Colombia) | km 99,8 | 3h 19′ | m. 1.155 |
21 aprile (Monaco) | km 54,55 | 2h | m. 852 |
22 aprile (Monaco) | km 53,04 | 2h | m. 1.071 |
23 aprile (Andorra) | km 86,18 | 3h 37′ | m. 2.497 |
24 aprile (Andorra) | km 142,37 | 5h 26′ | m. 4.227 |
25 aprile (Andorra) | km 148,48 | 6h 03′ | m. 4.772 |
27 aprile (Monaco) | km 135,6 | 5h 03′ | m. 3.274 |
28 aprile (Monaco) | km 147,05 | 5h 21′ | m. 3.629 |
«Ma comunque per capire come sta, basta vedere che da Pasqua fino al 18 aprile ha continuato ad allenarsi facendo delle triplette. Poi ha viaggiato verso l’Europa e nei primi due giorni a Monaco ha fatto due uscite sui 50 chilometri come supercompensazione. Poi è andato ad Andorra, dove si è allenato in alto e dove avrà fatto qualche test, dato che il suo preparatore sta da quelle parti. Fra il 18 e il 19 aprile sono uscite voci che stava male, ma solo perché non aveva caricato i dati. Adesso lo ha fatto e non sembrava tanto malconcio».
Lavori sul Turini
Certi dati bisogna saperli leggere e poi abbinarli all’atleta, per capire che cosa abbia fatto durante quelle distanze, studiando la progressione dei watt.
Andorra, 25 aprile: 4.770 metri dislivello in 6 ore. Spesso scollinando sopra quota 2.000 Qui il giorno di Pasqua, quando si diceva avesse mal di schiena: 7 ore con Pacho (quota 3.300) La salita di Pacho, 1 ora a 300 watt medi da quota 2.000 a quota 3.300 metri
«In questi ultimi due giorni – spiega Alberati – ha ridotto le distanze e si è spostato a Monaco per fare dei lavori di rifinitura. Sul Col de Turini il 28 aprile ha fatto il secondo tempo dietro Porte, che l’aveva fatto a 320 watt medi. Si vede dai parziali che Egan ha fatto dei lavori specifici, probabilmente dei 20-40 e dei 30-30 e lui in quei secondi a tutta ha spinto a 530 watt.
«A me sembra la preparazione di un atleta in linea con il Giro d’Italia. In Colombia ha fatto volumi notevoli e la sensazione rispetto al Tour of the Alps è che abbiano voluto avvicinare i benefici dell’altura al Giro. Conoscendo la biologia dei colombiani, che dopo 4 settimane circa a livello del mare si normalizzano, avranno voluto essere certi di essere al Giro davvero al top. Gli stessi giorni ad Andorra gli hanno permesso di raggiungere delle quote e dei dislivelli che a Monaco non sarebbero stati possibili».
Quel mal di schiena
La perplessità riguarda semmai l’effetto allenante delle corse nell’avvicinamento al Giro, per cui alcuni hanno scelto il Tour of the Alps e altri il Romandia.
«Ma io credo – prosegue Alberati – che fra Strade Bianche e Tirreno-Adriatico, Egan abbia messo in mostra un ottimo livello. Se poi bisogna andare dietro ai ricordi, il suo sogno è sempre stato fare la doppietta Giro-Tour. Se davvero è questo il progetto, vinto il Giro potrebbe tornare in altura e preparare il Tour. Insomma, mi sembra, guardando i numeri, che ad ora la schiena non lo stia condizionando.
«E al riguardo, m’è venuto un ricordo. Anzi, è venuto a Giovanni Stefanìa che al passaggio da junior a professionista, si accorse di un problemino di postura e gli mise uno spessorino sotto la scarpa. Non vorrei che glielo avessero tolto e da lì sia partito il mal di schiena. Sarebbe strano, perché una volta che hai un atleta in equilibrio, non ha senso rimetterlo in ballo. Ma se fosse successo questo, la cura è stata rimetterci quello spessore…».