Che sia stato merito di Cassani per aver tirato dentro la Regione Emilia Romagna oppure di Selleri e Pavarini per aver saputo mettere in piedi il mondiale in meno di un mese, la storia racconterà che il successo di Imola 2020 si può ascrivere anche alla gestione del presidente federale Di Rocco. Aver appoggiato l’Autodromo di Imola per la ripresa di fine luglio e aver creduto alla fattibilità di un campionato del mondo ha reso più semplice la parte burocratico/sportiva dell’organizzazione. Tanto più che a Martigny, il 27 settembre la temperatura era di cinque gradi sotto zero e la salita era bloccata dalla neve.
«Prima di fare i complimenti ad Imola – ha detto Di Rocco – voglio ringraziare le località italiane che si erano candidate. Ognuna aveva presentato un progetto valido, per raccontare i propri territori. E’ la conferma che gli eventi di ciclismo hanno una grande capacità di valorizzare e promuovere le eccellenze locali».
Ma alla fine ha prevalso Imola.
Come in ogni gara esiste un solo vincitore. L’Uci ha voluto premiare una proposta concreta e credibile. Mi piace credere che sia stata, prima di tutto, un riconoscimento per tutto il nostro Paese. In questi mesi abbiamo affrontato momenti di grande difficoltà, ma siamo stati in grado di uscirne. e siamo diventati un riferimento per il resto del mondo.
Lo sente anche come un suo successo?
Di sicuro è un riconoscimento anche del lavoro della Federazione ciclistica italiana e di tutto il nostro movimento ciclistico. Abbiamo allestito e applicato un protocollo per la ripresa in sicurezza dell’attività sportiva che è diventato modello anche per altri sport e altri Paesi.
Ha funzionato tutto benissimo?
Credo che il termine usato dal presidente del Cio, Thomas Bach, sia il più appropriato: «Un miracolo olimpico».
Il suo bilancio?
Sono stati dei Mondiali straordinari. Prima di tutto per l’organizzazione, direi perfetta, in grado di assicurare sicurezza, rispetto dei protocolli e delle disposizioni sanitarie. Al contempo si è trattato di un’autentica festa di sport.
E poi?
E poi sono stati straordinari perché hanno offerto un’immagine pulita e vincente del nostro Paese. Le immagini ci hanno permesso di conoscere meglio un territorio ricco di eccellenze e bellezze storico artistiche. La determinazione del presidente Bonaccini nell’investire in grandi eventi di ciclismo è una risorsa e uno stimolo.
Credeva che sarebbe finita così?
Sapevo che non si poteva sbagliare. Per questo abbiamo garantito al comitato organizzatore di Imola il massimo sostegno. Hanno avuto poco tempo a disposizione, la sfida è stata esaltante. E attraverso il ciclismo l’Italia l’ha vinta.