Se tanti atleti sono ancora in vacanza, c’è invece chi ha già ripreso a pedalare. Per Damiano Caruso il 2022 è già iniziato. Della sua sosta più o meno lunga ne avevamo parlato anche con Paolo Slongo. Nella sua Sicilia, il portacolori della Bahrain Victorious ha ripreso ad accumulare i chilometri che lo porteranno al ritiro di dicembre. O quantomeno sta facendo quel tanto per farsi trovare pronto prima di andare ad Altea (Spagna).
Per Damiano si tratta della 14ª stagione da professionista, ma la voglia e la passione di pedalare, come vedremo, sono sempre le stesse. Quando lo raggiungiamo sta per prepararsi ad uscire. Dice che andrà con degli amatori e che gli tireranno anche il collo. Ma aggiunge anche che di questi periodi glielo concede!
Damiano ci siamo lasciati alla Vuelta. Poi che cosa hai fatto? Come è andato il tuo riposo?
E’ andato meglio del previsto. Sto bene, mi sono riposato. Dopo la Vuelta non mi sono fermato subito, ma ho continuato a pedalare fino ai primi di ottobre. Ho fatto una sorta di de-training. E vi posso assicurare che mi è servito per testa e gambe (una sosta troppo lunga comporterebbe problemi col peso, ndr). Dopo una stagione così lunga e intensa sentivo proprio il bisogno di mollare un po’.
E quindi poi ti sei fermato del tutto?
Sì, una decina di giorni completamente fermo. Poi ho ripreso. Lo senti quando è il momento di ripartire. Lo capisci dalle semplici cose. Ti svegli al mattino e hai voglia di allenarti. Vedi la bici e hai voglia di farti un giretto. Per fortuna il desiderio di far fatica è tornato anche quest’anno!
Abbiamo visto che ti sei dato da fare, sei andato anche in mountain bike. Hai fatto una gara…
Eh sì. In realtà di gare dovevo farne due, una delle quali era l’Etna Marathon (una delle marathon più importanti d’Italia, ndr). Solo che pochi giorni prima del via sono caduto e avevo una spalla dolorante. Così la settimana successiva ho preso parte ad una piccola gara amatoriale non lontano da casa. Mi sono buttato nel mezzo. In generale comunque ho fatto parecchi giretti con persone e tifosi che mi chiedono di uscire durante l’anno, ma che per gare o di allenamenti non posso accontentare.
E come hai ripreso? Cosa stai facendo?
Esco in bici. Non faccio chissà quali salite e neanche tutti questi chilometri. Piuttosto cerco di avere buone sensazioni in vista dei carichi di lavoro che verranno. Inoltre ne approfitto per fare esercizi di stretching, lavori a corpo libero, un po’ di palestra, uscite in Mtb. Ho ripreso a mangiare da atleta. Insomma ho ripreso con le buone abitudini. L’obiettivo per il momento è arrivare bene a fine novembre quando inizierò la preparazione vera e propria.
E questi allenamenti già li trasmetti alla squadra?
Metto tutto ciò che faccio sulla piattaforma del team: uscite, peso, sedute in palestra. Tengo così un mio diario e qualora volessi andare a rivedere qualcosa, posso farlo.
Ti capita mai di farlo?
Ogni tanto sì. Rivedo quel che avevo fatto nello stesso periodo degli anni precedenti, cerco di ricordare come mi ero trovato ed eventualmente aggiusto il tiro.
Questo per te, Damiano, è un inverno un po’ diverso: hai vinto una tappa alla Vuelta e sei salito sul podio del Giro. E’ cambiato qualcosa?
Cambia che adesso ho qualche impegno in più. C’è più gente che mi vuole parlare, ho più inviti ad eventi… Sono impegni, è vero, ma fanno anche piacere. Certo, sono tanti e qualche no lo devo dire. Ma questa è anche la gente che mi ha spronato a dare di più durante l’anno.
E dal punto di vista della preparazione, cambierai qualcosa?
Ora ciò che è importante è capire che calendario farò. Se oggi mi chiedeste: «Fai Giro o Tour?», non saprei rispondere. Dovremo trovare un punto di accordo tra quello che vorrei fare io e quello che vuole la squadra. E a quel punto valutare la preparazione adatta. Se non dovessi venire al Giro avrei una primavera più impegnata e già a dicembre inizierei in un certo modo. Se invece dovessi avere un picco a maggio me la prenderei un po’ più comoda.
La vittoria sull’Alpe Motta al Giro… E quella di Alto de Velefique alla Vuelta. All’appello ora manca una frazione del Tour
E tu hai qualche sfizio che vorresti toglierti? Cosa vorresti fare l’anno prossimo?
Vorrei chiudere un cerchio. Vorrei vincere una tappa al Tour per entrare in quel famoso club di corridori che hanno vinto tappe in tutti e tre i grandi Giri. Qualora decidessi di fare il Tour punterei ad una tappa, non penserei alla classifica. Insomma, credo che una frazione alla mia portata possa esserci.
Ma scherzi! Tanto più nel Tour del 2022 che sembra lasciare spazio agli attaccanti…
Il percorso si presta, è vero. Lo spazio poi secondo me c’è sempre. Basta arrivarci bene, motivato e convinto. Certe corse, certe tappe, anche se su carta non lo sono, possono diventare dure ed essere adatte a me.
Prima di lasciarti alla tua uscita, Damiano, toglici una curiosità: hai detto che ti sei allenato abbastanza regolarmente, ma col meteo come hai fatto? Abbiamo visto dei nubifragi in Sicilia, si è addirittura parlato di uragano nel Mediterraneo al largo della tua isola…
I danni ci sono stati, ma più nel catanese. A casa mia, nella zona di Ragusa, è stato tutto più tranquillo. In quelle giornate di maltempo sono uscito in Mtb e piovigginava appena. Era tutto sotto controllo.