Trek e Pirelli, una partnership sempre più vincente

31.03.2022
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Il rapporto tra Trek e Pirelli si arricchisce di un nuovo importante capitolo. Da oggi i pneumatici Pirelli sono infatti disponibili presso tutta la rete nazionale dei rivenditori Trek. Stiamo parlando di pneumatici da strada, da mountain bike, da e-mountain bike e da gravel. Si tratta di una grande opportunità per entrambe le aziende. Pirelli potrà godere della rete capillare dei negozi Trek presenti in tutta Italia. Contemporaneamente i rivenditori Trek avranno l’opportunità di offrire alla propria clientela prodotti di grande qualità a partire dal nuovo P Zero Race 4s, presentato solo pochi giorni fa.

Dettaglio sui copertoni Pirelli P Zero Race TLR
Dettaglio sui copertoni Pirelli P Zero Race TLR

Un rapporto forte

Quello tra Trek e Pirelli è un rapporto giovane ma che fin da subito si è dimostrato estremamente forte. L’accordo tra le due aziende risale al 2020 e in soli due anni sono stati ottenuti risultati di grande prestigio. Tra questi va sicuramente ricordata la Parigi-Roubaix femminile che ha fatto il suo debutto lo scorso anno e che ha visto trionfare Lizzie Deignan. Nel successo dell’atleta britannica un ruolo fondamentale l’ha sicuramente svolto il mix perfetto che si è venuto a creare tra bicicletta e pneumatico.

Non va poi dimenticato il fatto che dagli stessi atleti arrivano a Pirelli feedback estremamente importanti sulla resa dei prodotti a loro in uso. Si tratta di riscontri che permettono all’azienda di lavorare costantemente al miglioramento di ogni singola copertura che verrà utilizzata non solo dal team maschile e femminile, ma soprattutto dall’utente finale. Un ruolo fondamentale potrà averlo sicuramente la rinnovata sede Pirelli di Bollate destinata ad ospitare le linee produttive dei prodotti ciclo alto gamma.

La sede produttiva di Bollate è oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione
La sede produttiva di Bollate è oggetto di un processo di modernizzazione e riorganizzazione

Partnership da Formula 1

La conferma del fatto che Pirelli e Trek credano fortemente nella loro partnership si è avuta lo scorso anno alla vigilia del Gran Premio di Formula 1 degli Stati Uniti ad Austin in Texas. Nell’occasione l’ex campione del mondo Mads Pedersen e la campionessa d’Italia Elisa Longo Borghini hanno avuto l’opportunità di effettuare un giro d’onore sul Circuit of The America, lo stesso tracciato che ha visto poi Max Verstappen trionfare su Lewis Hamilton.

Con questo gesto simbolico Trek e Pirelli hanno infatti voluto sottolineare la forza della loro partnership attraverso una chiave di lettura sempre più racing. 

Elisa Longo Borghini e Mads Pedersen in visita durante il Gran Premio di Austin
Elisa Longo Borghini e Mads Pedersen in visita durante il Gran Premio di Austin

L’occasione è però soprattutto servita per mostrare in anteprima la divisa 2022 della squadra con il logo Pirelli in posizione di rilievo sui kit ufficiali sia della formazione maschile che di quella femminile. 

Con l’accordo recentemente raggiunto la partnership tra Trek e Pirelli si arricchisce oggi di un tassello estremamente importante a tutto vantaggio dell’utente finale.

Trek

Pirelli

Balsamo lascia la Polizia: primi effetti del WorldTour?

24.02.2022
6 min
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E’ diventato evidente ieri, leggendo le convocazioni della pista: accanto al nome di Elisa Balsamo è indicato quello della Trek-Segafredo e non più quello delle Fiamme Oro. La campionessa del mondo si è dimessa dalla Polizia di Stato, probabilmente alla luce del contratto e per coerenza con lo status di professionista, dando seguito alle parole profetiche di Rubens Bertogliati a proposito di team WorldTour e gruppi sportivi militari.

«Le trattiamo come professioniste – aveva detto lo svizzero a proposito del suo UAE Team Adq – anche se in Italia questa figura non è contemplata, per cui tante ragazze sono inserite nei corpi militari. Sono professioniste al top e con quei gruppi sportivi si riesce a lavorare, ma occorrerà mettere dei paletti per risolvere la cosa nell’interesse delle ragazze. Spero che dal 2023-2024 l’UCI risolva questa anomalia, il professionismo dovrà essere uguale per tutti».

La notizia era nell’aria da un po’, ma per una sorta di riguardo si era deciso di non parlarne. La stessa scelta a suo tempo fu di Giorgia Bronzini, quando la Forestale venne assorbita dai Carabinieri e per continuare a correre da professionista, la piacentina dovette lasciare l’Arma.

Assuntore, assieme a Confalonieri e Balsamo, dopo i tricolori della madison del 2018 al Vigorelli
Assuntore, assieme a Confalonieri e Balsamo, dopo i tricolori della madison del 2018 al Vigorelli

Che cosa sta succedendo? La svolta WorldTour minerà uno dei capisaldi dello sport italiano? E in che modo all’interno della Polizia di Stato è stata accolta la decisione di Elisa? Da quel che si capisce parlando con Nicola Assuntore, responsabile dello sport e tecnico del team di ciclismo, il fatto che se ne parli non suscita grossi entusiasmi. E proprio questo fa pensare che il colpo non sia stato lieve.

Che cosa è successo?

Elisa era nelle condizioni di rimanere e, parlando a titolo personale dato che la seguivo dall’inizio, mi è dispiaciuto molto. Ha fatto la sua scelta e ovviamente le auguriamo una grande carriera e di guadagnare molto bene. Ci siamo sentiti, ma visto che non c’erano margini di trattativa, alla fine non c’è ancora stato un incontro. Un vero fulmine a ciel sereno.

Cambia qualcosa nella vostra politica?

Abbiamo iniziato nel 2015, quando il ciclismo femminile era in una nicchia. Le ragazze percepivano rimborsi di 600-700 euro e solo le più forti guadagnavano meglio. Entrare in Polizia era il modo per avere una prospettiva futura di lavoro: diventando un giorno agenti o tecnici nel gruppo sportivo che è cresciuto molto. Per cui iniziammo con la pista e poi la strada, puntando su una serie di ragazze che sono cresciute come Longo Borghini e altre che magari sono state al di sotto delle attese. Ma è lo sport, fa parte del gioco. Con noi corrono ancora Barbieri, Bertizzolo, Cavalli, Confalonieri, Fidanza, Guazzini e Longo Borghini.

L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai tricolori 2021 di Castellana Grotte (foto Ossola)
L’arrivo di Elisa Longo Borghini ai tricolori 2021 di Castellana Grotte (foto Ossola)
Adesso però c’è il WorldTour…

Le ragazze stanno vivendo questa equiparazione con gli uomini per gli stipendi e qualche tempo fa abbiamo iniziato a pensare che lo status di professionista fosse in conflitto con l’appartenenza a un corpo di Polizia. Per cui intervenne il presidente Di Rocco che fece un accordo con l’UCI per consentire il doppio tesseramento. Una particolarità dello sport italiano, questo è vero.

Il sistema funziona?

Alle Olimpiadi di Tokyo, le Fiamme Oro hanno vinto 20 medaglie con 21 atleti (qui il report della Polizia di Stato, ndr). Circa il 50 per cento delle medaglie dell’Italia. Se fossimo una Nazione, nel medagliere mondiale saremmo stati al 17° posto, prima di Spagna e Ungheria. Non abbiamo problemi a seguire atleti di altissimo livello, ma quell’accordo finisce nel 2022 e ora dovremo parlare con il presidente Dagnoni e il segretario generale Tolu per capire se sia rinnovabile. La scelta spetta a loro, non nascondo che a noi piacerebbe arrivare a Parigi 2024.

Il vostro focus sono i Giochi?

Nell’ordine: Olimpiadi, mondiali ed europei. Abbiamo sempre invogliato le nostre atlete a fare la doppia attività su strada e pista. Anzi, per le pistard la strada è comunque una necessità tecnica. Per un po’ avevamo pensato anche di fare un gruppo sportivo autonomo, ma c’erano troppi impedimenti. In ogni caso il nostro logo è un leone stilizzato che tiene in mano una fiaccola olimpica e sotto ha i cinque cerchi. Con l’avvento del WorldTour ci sarà da fare qualche valutazione.

Sul casco di Elisa Balsamo, nel giorno di Leuven, il leone stilizzato della Polizia di Stato
Sul casco di Elisa Balsamo, nel giorno di Leuven, il leone stilizzato della Polizia di Stato
Quali impegni hanno con voi le atlete?

Quello di utilizzare la nostra divisa ai campionati italiani e partecipare al ritiro in altura che di solito facciamo all’inizio dell’estate. Nasciamo per dare supporto all’attività della nazionale e facciamo in modo di non andare mai a sovrapporci a quella dei team.

Come è stata accolta dai vertici più alti l’uscita di Elisa Balsamo?

Ho parlato con il Dirigente Superiore Francesco Montini, il presidente dei Gruppi Sportivi delle Fiamme Oro. Lui è sempre stato lungimirante, ha portato le Fiamme Oro a essere la prima polisportiva in Italia, se non del mondo, con 24 medaglie olimpiche in 7 mesi. Per una sua intuizione abbiamo preso con noi anche Stefania Costantini del curling femminile, tesserata e poi arruolata. Speravamo in una medaglia alle Olimpiadi Invernali di Pechino, non pensavamo addirittura all’oro. E abbiamo parlato molto anche del ciclismo femminile, davanti alla decisione di Elisa, che per ovvi motivi abbiamo preferito non pubblicizzare troppo. Qualunque agente di Polizia può restituire l’uniforme, mettere le tre firme necessarie, prendere la liquidazione e uscire. Ma siamo la Polizia di Stato, non vogliamo diventare la squadra di passaggio fra juniores ed elite, per poi vederle andare se un altro team offre di più.

Cambierà qualcosa?

Investire diventa difficile, se le supporti per anni, diventano forti e te le portano via. Mi dispiace per le nuove leve che non avranno le possibilità avute da altre ragazze in passato. Ci siamo un po’ raffreddati. Gli ultimi ingressi sono stati quelli di Guazzini e Fidanza, ma già un paio di anni fa. Sono cambiate anche altre cose.

Ai tricolori crono del 2020, prima Longo Borghini e seconda Guazzini, qui con Assuntore
Ai tricolori crono del 2020, prima Longo Borghini e seconda Guazzini, qui con Assuntore
Quali cose?

Anche l’uscita di Salvoldi andrà capita. Con lui si era iniziato un bel progetto che ha dato ottimi frutti. Dino è un grande talent scout, un ottimo allenatore e un… pessimo gestore del gruppo. Siamo amici, ci sentiamo spesso e non sapete quante volte gliel’ho detto in faccia. Le ragazze erano arrivate al punto che le Olimpiadi e il mondiale per loro si svolgevano a Montichiari per guadagnarsi il posto. Hanno saputo i nomi per la madison di Tokyo a mezzanotte del giorno prima. La Guazzini doveva esserci. Vittoria sarà il futuro della pista e deve essere secondo me il punto di forza della madison: nessun’altra è in grado di preparare gli sprint come lei. Come Wiggins con Cavendish.

Dovrete parlare con Villa, niente di troppo difficile insomma…

Infatti ci andrò presto. Per noi non cambia nulla, salvo che accanto al nome di Elisa Balsamo non ci sarà più il nostro. Per fortuna sappiamo che le altre ragazze, da Longo Borghini a Confalonieri, passando per Marta Cavalli e Rachele Barbieri, sono intenzionate a restare. Anche Vittoria Guazzini, che di recente ha cambiato procuratori. Alla Trek-Segafredo abbiamo ancora Elisa Longo Borghini e Luca Guercilena tiene a questo rapporto, tanto da mettere il logo della Polizia sulla maglia del club. Allo stesso modo speravamo di arrivare con Elisa Balsamo a Parigi 2024, purtroppo però non sarà così.

Paternoster 2022

Paternoster, un sorriso per cancellare il passato

26.01.2022
4 min
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Le giornate di Letizia Paternoster (nella foto di apertura dal suo profilo Instagram con la nuova maglia Trek Segafredo) sembrano non finire mai, tanto sono piene di impegni. Tutto è rivolto alla preparazione della nuova stagione e per la campionessa mondiale dell’eliminazione, questa ha un sapore particolare, quella che deve cancellare del tutto i mille problemi e difficoltà che ha vissuto in questi ultimi due anni. Parlare allora di un evento un po’ più lontano nel tempo le dà ulteriore allegria, quasi a esorcizzare quel che è avvenuto.

L’occasione è il Gran Premio Liberazione. Quest’anno la classicissima romana per Under 23 avrà un importante prologo riservato alle donne, riesumando quell’esperienza messa in scena solamente per tre anni, dal 2016 al 2018. Nelle prime due occasioni vinse Marta Bastianelli davanti ai suoi corregionali, ma nel 2018 non ce ne fu per nessuno, trionfò Letizia e quella vittoria aveva un sapore speciale: «Non potrebbe essere altrimenti, è stata la mia prima vittoria da professionista. Quello poi era un anno particolare, dovevo conciliare l’attività ciclistica con la preparazione degli esami di maturità, è stato un periodo lungo e tortuoso».

Paternoster Liberazione 2018
La volata vincente della trentina nel 2018, alle sue spalle finirono Confalonieri e Leleivyte (LTU)
Paternoster Liberazione 2018
La volata vincente della trentina nel 2018, alle sue spalle finirono Confalonieri e Leleivyte (LTU)
Ricordi ancora quella gara?

Fin nei minimi particolari. Soprattutto il finale, sull’ultimo strappo ci fu un attacco e io fui lesta a seguirlo, così all’imbocco del rettilineo conclusivo ce la giocammo in 5 e la volata fu nettamente mia. Fu un’emozione indescrivibile, ero pazza di gioia.

Tornerai a Roma il prossimo 25 aprile?

Io lo vorrei tanto, perché quel percorso mi si addice molto e il passaggio vicino alla Piramide, con quel saliscendi preso in velocità è qualcosa di molto originale, paesaggisticamente e anche tecnicamente. Dipende molto dai programmi che verranno decisi in squadra, cosa che avverrà di qui a breve. Io comunque chiederò di esserci.

A che punto sei?

Nel pieno del lavoro, tra allenamenti, controlli al Centro Mapei, studio dell’assetto in bici. Non vogliamo tralasciare nulla, questa stagione è troppo importante. Ho una voglia matta di tornare a correre (il primo impegno sarà il 28 febbraio in Spagna, ndr), per riprendermi quello che ho lasciato per strada in questi due anni, tra infortunio e Covid.

Paternoster FFAA 2022
Letizia in allenamento con la tenuta delle Fiamme Azzurre (foto Instagram)
Paternoster FFAA 2022
Letizia in allenamento con la tenuta delle Fiamme Azzurre (foto Instagram)
Pensi mai a com’eri e dove eri dodici mesi fa?

Spesso ed è proprio questo pensiero che mi dà la forza, anche nei momenti nei quali mi assale la stanchezza. Ricordo i miei 40 giorni con la febbre che non andava via, lo stop di sei mesi, ne ho passate tante ma questo mi dà una carica enorme.

E’ cambiato qualcosa nella tua preparazione, pensando anche che la tua stagione passa per due direzioni distinte, strada e pista?

No, abbiamo continuato sulla stessa falsariga con Broccardo. Molti pensano che continuare con questa differenziazione sia un danno, io invece sono fermamente convinta che abbiamo tutti, io e i tecnici, la maturità mentale per gestirlo, anche perché il calendario è strutturato in modo che c‘è tempo per preparare i principali appuntamenti di entrambe le specialità. Comunque è un tema che affronteremo in seguito se necessario.

Paternoster Mondiali 2021
Un successo che chiude una brutta lunga parentesi: l’oro di Roubaix 2021
Paternoster Mondiali 2021
Un successo che chiude una brutta lunga parentesi: l’oro di Roubaix 2021
Dici che il calendario deve ancora essere sviluppato in casa Trek Segafredo. Tu dove vorresti gareggiare?

Intanto va detto che in squadra siamo in tante a poter recitare un ruolo importante ed è quindi giusto che i responsabili facciano le loro valutazioni, anche sulla base dei nostri allenamenti e di quanto faremo da oggi fino alla prima gara. Io vorrei tanto emergere nelle classiche del Nord, quelle che più si adattano alle mie caratteristiche, poi vedremo anche sulla base della primavera come andare avanti.

Questo è l’anno de primo Tour de France, vorresti esserci?

Sicuramente perché è qualcosa di sconosciuto. Non ho mai preso parte a una grande corsa a tappe e nel giro di poche settimane ci saranno sia Giro d’Italia che Tour de France. Sarà una bella esperienza a prescindere dalla scelta che faranno, a dir la verità non so che cosa aspettarmi, che cosa significa gareggiare ininterrottamente per tanti giorni di seguito. Sono molto curiosa, come lo sono per tutto quel che mi attende quest’anno.

Dal nutrizionista al menu: come si fa? Sentiamo chef Sut

30.12.2021
6 min
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Il cibo è il carburante che mettiamo nel nostro serbatoio per affrontare ogni sfida. I ciclisti sono arrivati a conoscere al meglio il proprio fisico riuscendo a ottimizzare tutti gli alimenti che assumono. Dietro a questo ci sono anni di esperienza e indicazioni preziose da parte dei biologi nutrizionisti dei team o privati. Tutti questi studi e accortezze vanno però tradotte e declinate nei menu. Il come viene fatto, ce lo spiega Mirko Sut, chef della nazionale e della Trek-Segafredo. Il cuoco di Portogruaro vanta un’esperienza decennale nell’ambito delle due ruote, ha servito piatti agli atleti azzurri, alla Cannondale, BMC, CCC e ora al team statunitense. 

Mirko Sut è stato lo chef della nazionale alle Olimpiadi di Tokyo 2020. In apertura con il quartetto azzurro
Mirko Sut è stato chef della nazionale a Tokyo 2020 In apertura con il quartetto
Quali sono le figure all’interno della squadra che si occupano dell’alimentazione?

In Trek abbiamo una nutrizionista, Stephanie Scheirlynck. Io ho fatto un master in nutrizione dello sport.

Come funziona il menu della tua squadra?

Per quanto riguarda i menu abbiamo stilato un programma per semplificare le cose e anche per dare una sorta di insegnamento per i corridori, in modo da non renderli dei robot che pesano le cose e basta. Diamo anche noi un’educazione alimentare e abbiamo fatto un programma a colori.

Che cosa significa?

I colori sono tre: verde, giallo e rosso. Tradotto vuol dire. Verde sono i giorni che precedono un grande Giro, quindi quando escono fanno pochi chilometri, una sgambata di un’ora e mezza. In questo caso si cerca di stare più bassi con i carboidrati. Poi abbiamo i giorni gialli, che sono quelli intermedi. Possono essere prima di una tappa di trasferimento piana di 150 chilometri.  Non particolarmente impegnativa sulla carta. Poi ci sono le giornate rosse che chiamiamo High Carb. Dove si cerca di caricare in funzione delle tappe più impegnative, l’assunzione di carboidrati

Ogni tappa ha un suo colore?

Si, anche se sono tutte cose che vengono poi condizionate dal meteo e dalla tattica della squadra. Se per esempio viene pianificato di mandare un corridore in fuga o se un corridore punta alla tale tappa, allora la strategia cambia. 

Nella foto con Liam Bertazzo (a sinistra) e Simone Consonni al mondiale di Roubaix
Nella foto con Liam Bertazzo (a sinistra) e Simone Consonni al mondiale di Roubaix
Quindi la strategia passa anche dal piatto?

Esatto. Se c’è una tappa piana dove c’è lo scalatore di turno, il suo obiettivo è stare in gruppo coperto e arrivare all’arrivo. Però ci può essere l’attaccante o il velocista. Allora la dieta si differenzia. Sulla carta è la stessa giornata, ma l’interpretazione è completamente diversa come lo è il menù per loro

Come vengono declinate le indicazioni della nutrizionista in un menu?

La nutrizionista ci dà delle indicazioni, dice per esempio che una giornata è rossa e quindi gli atleti devono mangiare “tanto”. Lei dà a me solo un’indicazione, per stilare il menu e cosa mettere abbiamo carta bianca. Ovvio, sappiamo che ci sono determinati alimenti da utilizzare. L’hamburger del fast food non lo vedrai mai nel menu.

Facci un esempio di una giornata rossa…

Tanta pasta, tanto riso e/o patate. Con pasta e riso gli atleti italiani vanno a nozze. Agli australiani piacciono di più le patate, dalle classiche alle dolci, in ogni forma. Una cosa bella e stimolante è che ci sono tante nazionalità diverse e tante abitudini diverse. Ci si può sbizzarrire.  Dall’italiano che non può rinunciare alla pasta, all’americano che preferisce il riso. Si cerca di assecondare tutti i gusti e farli sentire a proprio agio

Qui Sut in una pedalata al Giro d’Italia con Giulio Ciccone (a sinistra), Gianluca Brambilla e Jacopo Mosca
In una pedalata al Giro con (da sinistra) Ciccone, Brambilla e Mosca
Dal menu si riesce a distinguere la disciplina?

Si assolutamente. Più che dal menu, dalle quantità. Ovviamente uno scalatore che tendenzialmente non supera i 50/60 chili, ha un apporto calorico diverso rispetto a un Filippo Ganna che è quasi 80 chili. In base alla gara cambia anche l’apporto di fibre. Prima di una corsa di alta montagna cerchiamo di evitare le fibre e per quanto riguarda anche le crono cerchiamo di dare cibi alcalinizzanti

Che funzioni hanno fibre e cibi alcalinizzanti?

Le fibre rallentano la digestione e tendono a trattenere un po’ di acqua, quindi per certe situazioni non sono funzionali allo sforzo. I cibi alcalini servono prima di una tappa dura o una cronometro,  perché hanno proprietà antinfiammatorie, disintossicanti, antiossidanti ed energizzanti. Cerchiamo quindi di evitare la carne rossa e preferire la bianca. Per scempio il tacchino è più alcalinizzante rispetto al pollo. Oppure pesce bianco e branzino.

Cuoco anche di Filippo Ganna, campione del mondo su pista e a cronometro
Cuoco anche di Filippo Ganna, campione del mondo su pista e a cronometro
Ti capita di ricevere richieste particolari?

I più “fanatici” del cibo, sono gli italiani. Noi siamo abituati mangiare bene. Ma allo stesso tempo è più facile farli stare bene. In Trek per esempio, riesco a procurare della pasta artigianale italiana di ottima qualità. Uno spaghetto cotto giusto al dente con una bella salsa ben mantecata e l’atleta lo vedi felice. Per esempio a Stuyven piace mangiare bene e ne capisce, lui una pasta al dente l’apprezza. Mi è capitato di fargli un risotto allo zafferano al profumo di fava tonca ed è impazzito. Mi ha chiesto la ricetta. E’ innamorato per la cucina italiana. 

Giulio Ciccone cosa preferisce?

Grande spaghettata al pomodoro, ha una passione per l’aglio, olio e peperoncino, ma quella va dosata in base alla tappe del giorno dopo, soprattuto per la digestione e per fargli passare una notte tranquilla. 

Gli atleti non italiani invece?

Skujins è ghiotto di patate. A colazione pranzo o cena, lui le mangerebbe sempre. L’americano Quinn Simmons adora la pasta. Quella al pesto in particolare, oppure gli piace molto quando gli preparo la pasta al pesto di rucola e limone. 

Al fianco di Elisa Longo Borghini che tiene in mano il bronzo olimpico di Tokyo
Con Elisa Longo Borghini dopo il bronzo di Tokyo
Alcuni corridori hanno nutrizionisti personali, come ti rapporti con loro?

Soprattutto in nazionale è molto comune. Mi capita di sentirmi con il nutrizionista e seguire le indicazioni che mi dà in riferimento all’atleta. Per esempio se prima di una gara è abituato a mangiare in un certo modo. Si cerca sempre di non sconvolgere l’abitudine di un corridore. Se è solito gestirsi in un certo modo, quando si è a ridosso di un evento la peggior cosa che si può fare è cambiare un’abitudine. Sa come reagisce a quegli alimenti e quale sia la digestione. Diventa quasi un rito propiziatorio per molti

Lo chef deve quindi tradurre le indicazioni di nutrizionisti e atleti?

Il dialogo con loro è sempre aperto. Per gli atleti il mio obiettivo è dargli quello che vogliono e cercare di regalargli la gioia della tavola. Soprattutto in un grande Giro, dove hanno giornate lunghe e faticose. In quei casi la cena è un momento di relax. Si cerca di soddisfare il palato e farli stare bene. Conoscendo i corridori, dopo anni che ci passi insieme, sai cosa gli piace di più o di meno e cerchi di mutare il menu in base alle loro preferenze. 

Madone SLR sviluppata da Pedersen & C: una vera lama affilata

25.06.2021
4 min
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Era il 2019 quando la Trek Madone di Mads Pedersen conquistò il titolo iridato nello Yorkshire, primo mondiale per un atleta danese e primo anche per il marchio americano.  Trek ha deciso ora di rendere ancora più competitiva la sua bicicletta Aero, la nuova Madone SLR, che si appoggia al meglio della tecnologia e della tecnica disponibile in casa Trek. 

Vista frontale, come una lama: una vera bici aero
Vista frontale, come una lama: una vera bici aero

Carbonio OCLV 800 

Il telaio della Trek Madone SLR è costruito con l’innovativo carbonio OCLV 800, il quale è del 30 per cento più resistente del precedente. Questo permette ai tecnici Trek di usare meno materiale nei punti in cui il telaio subisce più sollecitazioni, garantendo un risparmio di peso di ben 80 grammi

La scelta dei pro’

La base di ogni progresso tecnologico e tecnico è lo studio: in Trek hanno studiato e accoppiato più di 50 tipologie di fibre di carbonio prima di trovare il nuovo Carbon OCLV 800.  

I tecnici americani avevano selezionato 3 tipologie diverse di telaio, è stata fondamentale la prova su strada effettuata dagli atleti che alla fine hanno selezionato il migliore secondo le loro esigenze di comfort, maneggevolezza e prestazione. 

Disco anteriore da 160. De resto è una bici che ha bisogno di potenza anche in frenata
Disco anteriore da 160. De resto è una bici che ha bisogno di potenza anche in frenata

C’è l’IsoSpeed

Il progresso non è nulla se non è accostato alla tecnica e alla performance, in questo campo Trek ha fatto un enorme passo avanti, infatti anche Madone SLR è stata fornita di un nuovo disaccoppiatore, l’IsoSpeed, totalmente integrato in grado di assorbire al meglio le asperità della strada. Tale soluzione permette all’atleta di pedalare più a lungo mantenendo sempre la prestazione elevata. 

Questo tipo di disaccoppiatore era presente nel modello Domane, la bici Endurance che gli atleti utilizzano per la Parigi-Roubaix, dove assorbire i colpi dovuti alle asperità della strada è fondamentale ed è stato poi traferito anche alla Madone.  Il disaccoppiatore IsoSpeed è regolabile, come si può notare dalle linee sotto al tubo orizzontale: portandolo verso il centro si rende la bici più morbida, viceversa se lo si porta verso il tubo sella la bici diventa più rigida. 

I foderi orizzontali formano un carro reattivo e rigido
I foderi orizzontali formano un carro reattivo e rigido

Veloce e leggera

Ormai si sa, la galleria del vento è diventata fondamentale per lo sviluppo e lo studio del telaio. La casa americana ha ideato grazie ad essa una nuova tipologia di tubi, i Kammantail Virtual Foil, che rendono la Madone SLR una delle bici più aerodinamiche al mondo. 

Come tutti i modelli aero, la Madone è molto rigida, l’implementazione dell’IsoSpeed abbinata al nuovo carbonio OCLV 800 le consente di essere più leggera, il guadagno di peso rispetto al modello precedente è di quasi 500 grammi, ma allo stesso tempo la bici è più “elastica”. All’incredibile guadagno di peso concorre anche alla sella, infatti Bontranger ha presentato la Aeolus Pro, una sella ultraleggera ed aerodinamica. 

Bici aero 2.0

Insomma, Pedersen e compagni hanno a disposizione uno dei mezzi migliori in gruppo, secondo le parole di Hans Eckholm, Road Industrial Design Manager di Trek: la nuova Madone SLR rientra in una speciale categoria di biciclette, quelle di seconda generazione.  

Il progetto di questa nuova tipologia di bici ha richiesto più di un anno di lavoro, coordinato tra l’analisi dei dati e l’incrocio di quest’ultimi al fine di ottenere il miglior prodotto possibile.

Segafredo Zanetti

Segafredo Zanetti Grandi Eventi per vincere anche nello sport

09.06.2021
3 min
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Segafredo Zanetti è un marchio conosciuto da tutti gli appassionati di ciclismo e non solo. Massimo Zanetti è il creatore di questo marchio che si è sviluppato inizialmente in Italia, dove ben presto è diventato leader nel mercato del consumo di caffè fuori casa e della grande distribuzione. Successivamente ha conquistato i mercati internazionali.

Diffondere il gusto italiano nel mondo

Oggi Segafredo Zanetti è leader dell’Espresso in Italia e nel mondo, con una missione precisa: diffondere in tutto il mondo il gusto, la cultura e la preparazione del vero Espresso italiano offrendo un prodotto di qualità assoluta e garantita dalla piantina alla tazzina, come solo Segafredo Zanetti può fare.

Peter Sagan sul podio finale del Giro d'Italia dove fra gli sponsor era presente anche Segafredo Zanetti
Peter Sagan sul podio finale del Giro d’Italia dove fra gli sponsor era presente anche Segafredo Zanetti
Peter Sagan sul podio finale del Giro d'Italia dove fra gli sponsor era presente anche Segafredo Zanetti
Peter Sagan sul podio finale del Giro d’Italia dove fra gli sponsor era presente anche Segafredo Zanetti

Da sempre nel mondo dello sport

Segafredo Zanetti appartiene al Massimo Zanetti Beverage Group. Da sempre Segafredo Zanetti si impegna a sostenere il mondo della cultura e dello sport.
Dalle numerose mostre d’arte ai premi letterari, dalle sponsorizzazioni delle più importanti squadre calcistiche italiane alla nascita di Trek-Segafredo, squadra ciclistica che partecipa all’UCI WorldTour, e Virtus-Segafredo, società che ha scritto pagine memorabili della pallacanestro italiana, l’impegno di Segafredo Zanetti è sempre in crescita.

Segafredo Zanetti Grandi Eventi

Proprio per questo Segafredo Zanetti ha deciso di creare una società ad hoc, Segafredo Zanetti Grandi Eventi, la cui mission è sviluppare tutte le attività nelle quali Segafredo riveste un ruolo di grande importanza e visibilità.
Il marchio Segafredo Zanetti Grandi Eventi riunisce infatti i più importanti eventi che l’azienda ha recentemente sostenuto e nei quali è attualmente impegnata, progetti che hanno un respiro di caratura internazionale e che sono di assoluto prestigio.

segafredo.it

Tiberi Ungheria 2021

Tiberi, un terzo posto per cominciare…

26.05.2021
3 min
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Un po’ nascosto nel calendario, oscurato dal can can mediatico del Giro d’Italia, è arrivato un risultato importante per il ciclismo italiano, soprattutto in prospettiva. Certo, il Giro d’Ungheria non è tra le prove più ambite, ma molte squadre del WorldTour si sono presentate al via della gara a tappe divisa in 5 giorni e vedere alla fine Antonio Tiberi al terzo posto della classifica generale (sul podio nella foto d’apertura) un certo effetto lo fa.

Al suo primo anno effettivo alla Trek Segafredo, l’ex campione del mondo juniores a cronometro sta facendo le sue esperienze, ma già in questi primi mesi non è passato inosservato e bastano pochi minuti di chiacchierata per comprendere la sua determinazione, sin da quando sottolinea, a proposito della corsa magiara, che «l’esperienza è stata positiva, il terzo posto finale vale molto proprio perché l’ho conquistato nella tappa principale, con le salite, ma se ci fosse stata una cronometro magari potevo fare anche di più».

Tiberi 2021
Tiberi, terzo in Ungheria dietro Howson (Bike Exchange) e Hermans (Israel Start-Up)
Tiberi 2021
Tiberi, terzo in Ungheria dietro Howson (Bike Exchange) e Hermans (Israel Start-Up)
Che corsa è stata?

Sicuramente un bel Giro, allestito molto bene, in maniera professionale. In Ungheria non puoi certamente trovare le grandi salite, ma la penultima tappa era dura, con un’ascesa di 10 chilometri dei quali gli ultimi 3 con pendenze pronunciate.

Nel team sono rimasti sorpresi dalla tua prestazione?

Non direi sorpresi, sapevano che potevo fare classifica, ma io ho lavorato anche per la squadra, per le volate di Theuns che infatti ha vinto l’ultima tappa. Nella penultima tutti si sono messi a mia disposizione e questo per me ha rappresentato tanto.

Tiberi 2019
Il frusinate Tiberi è stato iridato junior a cronometro nel 2019 nello Yorkshire
Tiberi 2019
Il frusinate Tiberi è stato iridato junior a cronometro nel 2019 nello Yorkshire
Considerando la tua età, gare medio-brevi come questa sono al momento la giusta proiezione per farti crescere: come ti trovi?

Sono la mia dimensione ideale in questo momento, ma attendo con molta curiosità il Giro di Svizzera perché è una prova di 8 giorni, dove già la mia resistenza sarà messa alla prova. E’ chiaro che i grandi Giri sono ancora qualcosa di off limits, spero in un paio d’anni di acquisire la necessaria esperienza per affrontarli. Io sono al primo anno, gare come quella magiara sono importanti per crescere e fare esperienza, sicuramente sono il format che in questo momento gradisco di più.

In Svizzera che cosa ti aspetti?

Non lo so, è una competizione molto diversa, la qualità dei corridori presenti sarà molto più alta che in Ungheria. Ci sono due cronometro e lì cercherò di dire la mia, per il resto vedremo a che livello sono arrivato, anche perché su quelle salite ci sarà da soffrire.

Tiberi Alps 2021
E’ raro che un italiano emerga in una breve prova a tappe. Per Tiberi è un primo passo…
Tiberi Alps 2021
E’ raro che un italiano emerga in una breve prova a tappe. Per Tiberi è un primo passo…
Stai seguendo il Giro d’Italia?

Sì, se non sono fuori per allenarmi. Guardo i miei compagni e la mente sogna, non lo nascondo, spero di essere lì un giorno a competere per la vittoria. Non voglio peccare di presunzione, ma quando guardo in Tv le sfide rosa, cerco di studiare tutti i campioni e imparare da loro, ma anche di capire se hanno punti deboli. Magari un giorno saranno gli altri a guardare e studiare me…

Pallini Nibali Dorelan

Quando le gambe parlano al massaggiatore…

25.05.2021
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L’appuntamento con il massaggiatore è un aspetto irrinunciabile nella giornata di un corridore al Giro d’Italia. Ogni giorno ci si ritrova al pomeriggio affidando alle altrui mani esperte il proprio fisico, per rimetterlo a posto dopo le fatiche della tappa del giorno e prepararlo per quella successiva. Ogni giorno la stessa storia, ogni giorno una storia diversa, come spiega il massaggiatore della Trek Segafredo Michele Pallini: «Dipende da com’è andata la tappa, che cosa prevedeva, quanto è stata impegnativa per il singolo soggetto. Non si può mai dire prima che cosa ci troveremo sotto le mani…».

Quanto dura una seduta di massaggi?

Può variare da 45 minuti fino anche a un’ora e mezza, dipende molto dall’affaticamento muscolare e dai problemi che il corridore lamenta soprattutto nelle zone della schiena e del collo, ad esempio con Vincenzo Nibali (nella foto d’apertura, ndr) c’è la necessità di un lavoro specifico sul polso infortunato che richiede tempo e delicatezza.

Quanto massaggiatori agiscono in seno alla squadra?

Dipende, normalmente si prevedono un massaggiatore ogni due corridori, ma per il capitano c’è a volte una persona specifica. Comunque più di un paio di corridori al giorno è difficile farne, anche perché a comandare sono i tempi: calcolando che si arriva alle 17, i massaggi iniziano in albergo almeno due ore dopo e quindi tocca dividere i corridori in due gruppi.

Massaggi dorelan
I massaggi sono una fase fondamentale del dopo tappa, qualche volta anche prima del via
Massaggi dorelan
I massaggi sono una fase fondamentale del dopo tappa, qualche volta anche prima del via
A quel punto come gestite i tempi?

Un primo gruppo andrà ai massaggi mentre gli altri ceneranno, poi si invertiranno le parti. Non si finisce di regola prima delle 22 quando va bene e questo incide per il recupero dei corridori. Per noi è ordinaria amministrazione, le nostre giornate non hanno soste…

Durante i massaggi si parla?

Dipende dal corridore e soprattutto da com’è andata la giornata. A me piace avere un feedback dai corridori, sapere che cosa è successo da loro, ma a dir la verità a me parlano le gambe, massaggiando i muscoli ho la percezione di com’è andata, di come sta il corridore. Se la dolenzia non è eccessiva significa che il ragazzo sta bene ed è in forma, poi molto dipende dal collo e dalla schiena. Vista qual è la situazione si consulta se necessario il medio o l’osteopata per verificare il da farsi.

Al mattino prima della tappa si procede con un massaggio supplementare?

Può capitare, in base alle condizioni del corridore, ma spesso è più necessaria l’azione dell’osteopata e l’applicazione di bende e di quei particolari cerotti del kinesio taping. L’importante è essere sempre disponibili per le più piccole esigenze dell’atleta.

Daniele Brambilla Dorelan

Daniele e la vita di un medico al Giro d’Italia

16.05.2021
2 min
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Quest’anno Nino Daniele, medico della TrekSegafredo, non è al Giro, lasciando spazio a un suo collega, ma presto tornerà in carovana, magari per il Tour. Da tanti anni ormai è chiamato a girare il mondo al seguito delle squadre ciclistiche e nel corso della sua carriera ne ha viste davvero di tutti i colori.

Daniele soprattutto conosce bene quale sia la vita del medico al Giro: «C’è da lavorare tutti i giorni h24, è una faticaccia vera perché sai di avere una grande responsabilità: molti pensano che dobbiamo seguire solo gli 8 corridori ma non è così, un team al Giro è un gruppo composito, che vanta almeno 30 persone e tutti si rivolgono a te per qualsiasi problema, non ci sono solo gli eventuali incidenti…».

Il medico è chiamato a gestire il lavoro di massaggiatori, osteopati e delle altre figure?

La loro routine è già stabilita in precedenza e sanno bene quel che devono fare. E’ chiaro che per qualsiasi necessità dobbiamo essere pronti, anche solo per un consulto, per coordinare tutti gli interventi.

Daniele Nizzolo 2018
Nino Daniele insieme a Giacomo Nizzolo ai tempi della sua permanenza alla Trek, anno 2018
Daniele Nizzolo 2018
Nino Daniele insieme a Nizzolo ai temi della Trek, anno 2018
Qual è stato il Giro più difficile che hai affrontato?

Difficile dirlo perché ogni edizione ha avuto le sue peculiarità, ogni giornata può riservare belle o brutte sorprese. Pensandoci mi viene in mente l’edizione del 2005: eravamo alla Discovery Channel con Savoldelli capitano, che poi vinse, ma non parlava inglese. Quindi feci tutto il Giro sull’ammiraglia a fare da interprete. Lavorai più da traduttore che da medico…

Le condizioni peggiori nelle quali hai lavorato?

Ricordo un anno che ci fu pioggia e cattivo tempo per quasi tutta la corsa e col passare dei giorni insorsero malattie respiratorie nei corridori. Con il clima freddo che si prolunga per più giornate, c’è il rischio che si ammali qualcuno e diventa difficile andare avanti. Eppure sapendo gestire la situazione riuscimmo ad evitare l’insorgere di bronchiti. Non dimentichiamo che siamo in presenza di ragazzi giovani, sani.

Il timore maggiore?

Risposta semplice: le cadute. Siamo in ansia tutti i giorni che succeda l’imponderabile, basta un nonnulla e possono accadere guai seri, anche gravissimi. Quando Weylandt è caduto io c’ero, il primo corridore a seguirlo era uno della mia squadra, sarebbe bastato un attimo e il destino avrebbe potuto colpire lui. Infatti fu subito sentito come testimone e ricordo che dovetti scrivere la sua testimonianza sul mio Pc. Oppure una vicenda ben più recente, la rovinosa caduta di Jakobsen in Polonia, uno dei 7 che lo seguivano era della Trek. Le cadute sono la cosa peggiore che possa avvenire, ogni volta abbiamo un sussulto al cuore.