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Adam Yates, Caruso, Bernal: verdetti dal Romandia

30.04.2023
6 min
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Con una volata lunga, potente e intelligente Fernando Gaviria si è aggiudicato l’ultima tappa del Giro di Romandia. La corsa svizzera arrivava sulle sponde del Lago di Ginevra, dove il gigantesco zampillo schizzava nell’aria centinaia di litri di acqua al minuto. Una potenza pari a quella del colombiano che in questa stagione ha firmato così il suo secondo successo.

«E’ stata una giornata difficile – ha detto Gaviria – mi sono staccato sulle salite (molte nella parte centrale, ndr) ma la squadra mi è stata vicino. Nel finale però stavo bene. All’ultimo chilometro ero ben piazzato e sono partito lungo. Questo successo è molto importante per me in vista del Giro perché mi sono allenato tanto e bene».

Ma questa bella corsa nel nord ovest della Svizzera ci ha detto molto di più. Sono emersi verdetti interessanti sui quali è bene fare delle considerazioni, a partire dal vincitore della corsa, Adam Yates, e della sua squadra.

Prima però, tanto per restare in casa Movistar, un appunto di merito va a Matteo Jorgenson. Lo spilungone californiano è arrivato secondo nella generale. Continua ad essere costante nel rendimento e se oggi Gaviria ha potuto vincere, una grossa mano gliel’ha data lui. Nei chilometri finali è stato grazie alle sue trenate se il vantaggio della fuga è letteralmente crollato. Occhio dunque a questo classe 1999.

In casa UAE

Ma torniamo ad Adam Yates. La prima di queste riflessioni riguarda proprio la UAE Emirates. La squadra di Mauro Gianetti conferma il suo trend di crescita. In questa stagione Adam ha preso parte a tre corse a tappe da capitano, ne ha vinte due e in una è caduto.

Matxin – come sempre – era stato di parola: «Ayuso andrà al Romandia in supporto di Adam Yates. Ma se starà bene come fermarlo?». E ancora: «Juan sa aiutare i compagni». Dopo la prestazione a crono e la maglia di leader finita sulle spalle del giovane spagnolo si è verificato tutto alla lettera. Verso Thyon 2000 Ayuso ha capito di non essere al meglio e ha dato via libera a Yates. Morale: tappa, maglia e corsa ad Adam.

«Sono contento per me e per la squadra – ha detto Yates – era giusto ieri stare vicino ad Ayuso, perché lui è un talento. Ma poi non era al meglio e mi ha detto di andare. Oggi abbiamo controllato la gara con tranquillità. Siamo una squadra forte e compatta. E’ una vittoria di tutti noi».

Questo certifica che la UAE sta lavorando bene e che per questo ciclismo di livello siderale servono dei gregari di extra lusso. Adam Yates aveva questo spazio del Romandia per sé. Lo ha sfruttato al meglio e ora lavorerà in ottica Tour per Pogacar. E lo farà con convinzione nei propri mezzi, con la tranquillità di chi ha vinto e potrà così dare il 101 per cento per lo sloveno.

Capitolo Ayuso: siamo di fronte ad un nuovo fenomeno. Lo sapevamo, sì, ma stare lontano dalle corse per tanti mesi, rientrare mentre gli altri sono a pieno regime e ottenere un successo a crono, un secondo posto in un’altra tappa e dare una grossa mano ai compagni non è da tutti. Specie se hai appena 20 anni.

Al Romandia visto un ottimo Caruso. Bene in salita, ma bene anche a crono (sesto). Ottimi segnali in vista del Giro
Al Romandia visto un ottimo Caruso. Bene in salita, ma bene anche a crono (sesto). Ottimi segnali in vista del Giro

Caruso c’è

Damiano Caruso: zitto, zitto “Damianuzzo” esce sempre. Nel tappone di Thyon arriva terzo a 19” da un super Yates. E’ in forma Giro d’Italia. Al Giro di Sicilia era palesemente ingolfato dal tanto lavoro. Che sia ancora una volta lui il salvatore della Patria? E’ probabile.

Damiano non ama troppo sentir parlare di ruolo da capitano, leader, classifica… però è lì. Queste prestazioni danno consapevolezza. La salita di Thyon era una scalata vera. Lunga. Dura. Adesso il siciliano della Bahrain-Victorious sa che ha lavorato bene. E che si è scontrato con gente che faceva del Romandia un obiettivo primario.

«Conoscevo molto bene l’ultima salita” – ha detto Caruso – era lunga quindi era fondamentale gestire al meglio lo sforzo. E io l’ho gestito bene. Nel finale ho avuto la forza di aumentare e agguantare il terzo posto.

«Questo podio nella classifica generale mi dà soddisfazione perché dopo Il Giro di Sicilia volevo dimostrare che la mia condizione è buona. Inoltre mi dà morale e più fiducia in vista del Giro».

Ai 2090 metri di Thyon 2000 Bernal è giunto ottavo a 54″ da Adam Yates
Ai 2090 metri di Thyon 2000 Bernal è giunto ottavo a 54″ da Adam Yates

Toh, Bernal

Un altro corridore che può uscire col sorriso dalla Svizzera Romanda è Egan Bernal. Il colombiano della Ineos Grenadiers batte un colpo… non in terra, finalmente. Ottavo nell’arrivo in salita, ottavo nelle generale. Per la prima volta dall’inizio dell’anno, ma se vogliamo dal suo ritorno alle corse, Bernal riesce a concludere una gara senza intoppi

E questo è un bel segnale non solo per Egan, ma per il ciclismo intero che potrebbe ritrovare un altro protagonista sopraffino. In attesa di sfide epocali con Pogacar, Evenepoel, Vingegaard… le poche parole di Egan dicono tutto: «Non si tratta di numeri, ma di carattere. Una top dieci nella generale per me è una piccola grande vittoria. Ora torniamo a casa e continuiamo ad allenarci».

Ayuso torna in corsa. Matxin illustra la strategia per Juan

25.04.2023
4 min
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Finalmente Juan Ayuso. Il talento spagnolo è pronto ad iniziare il suo 2023 agonistico. Dopo 225 giorni dalla sua ultima gara gara, la tappa finale della Vuelta, il campioncino della UAE Emirates torna in corsa al Tour de Romandie, che parte oggi da Port Valais e si chiude il 30 aprile a Ginevra.

Come mai Ayuso non aveva più gareggiato? Una forte tendinite lo ha tenuto lontano dalle gare, ma anche dalla bici. Sembrava aver iniziato alla grandissima. Addirittura aveva messo alla frusta Tadej Pogacar durante i ritiri invernali. Poi qualcosa si è inceppato. La tendinite stava degenerando. 

Joxean Matxin, tecnico della UAE Emirates, ci spiega come sono andate le cose e cosa dobbiamo aspettarci da Juan… corridore storicamente (anche se è un 2002) famelico.

Joxean Matxin è uno dei tecnici della UEA Emirates, molto vicino ad Ayuso
Joxean Matxin è uno dei tecnici della UEA Emirates, molto vicino ad Ayuso
Joxean, finalmente Ayuso inizia la sua stagione…

Abbiamo passato dei momenti complicati. Juan è un corridore giovane, vorrebbe gareggiare sempre e ha sofferto vedendo i compagni che corrono, che vincono, che si aiutano… Deve essere stato complicato per lui. Però la squadra non ha mai fatto pressioni perché corresse. Piuttosto abbiamo pensato che per lui fosse meglio stare tranquillo, riposare… Il recupero totale della salute era al primo posto. Il momento del suo ritorno doveva essere un momento naturale in seguito alla guarigione.

Come mai questa tendinite è stata così grave? C’è stato qualcosa che ha sbagliato, magari nel fare gli esercizi in palestra durante l’inverno, problemi con le tacchette, per dire…

Queste cose succedono. La sua tendinite non è stata provocata da una caduta, una posizione sbagliata o altro. Gli è venuto questo dolore e sull’origine possiamo fare mille ipotesi… Ci fosse stata una caduta, una posizione errata come dite voi, okay. Però non ho una riposta precisa. E poi non vorrei entrare troppo in meriti medici. Non è compito mio, ma dei dottori.

Ultima apparizione “ufficiali” per Ayuso, un Criterium a Madrid nell’autunno scorso
Ultima apparizione “ufficiali” per Ayuso, un Criterium a Madrid nell’autunno scorso

Quando vi siete accorti di questo problema?

Prima della Valenciana. Ha accusato un dolore, anzi all’inizio era un fastidio più che un dolore. Poi è aumentato e allora abbiamo deciso di fermarci subito e non correre la Valenciana appunto. Juan è stato a riposo ed ha subito avuto un miglioramento. Così è risalito in bici, ma il dolore è emerso nuovamente. A quel punto abbiamo coinvolto i dottori per capire cosa avesse ed è emersa questa tendinite molto forte. Speriamo che non ritorni.

Juan è un “animale da gara”, lo conosciamo, tu hai detto che ha una gran voglia di correre. Al Romandia sarà subito pronto?

Lui ha classe e da uno che ha la classe, secondo me, possiamo aspettarci di tutto, no? Però non è questo il piano. L’idea iniziale è che si metta a disposizione di Adam Yates. Ma la cosa ancora più importante è che inizi a correre. Poi vediamo giorno per giorno come va. Senza pressione e con la nostra piena fiducia. Juan non deve fare per forza risultato. E anche se lui è forte, ha voglia di correre, ha classe e se vogliamo è anche fresco, non ha il ritmo di gara, che comunque hanno gli altri. Per questo dico che adesso l’obiettivo non è quello di essere il solito “killer”, ma di godersi la prima gara dell’anno. Deve sentirsi ciclista, stare con i compagni e cercare di migliorare giorno per giorno.

Ayuso ha chiuso la Vuelta 2022 al 3° posto (doveva ancora compiere 20 anni). C’è chi dice che questa tendinite sia legata a quegli sforzi
Ayuso ha chiuso la Vuelta 2022 al 3° posto (doveva ancora compiere 20 anni). C’è chi dice che questa tendinite sia legata a quegli sforzi
Può anche essere un’occasione per imparare ad aiutare i compagni…

Ma quello già lo sa fare, anche se ovviamente è un campione… Cosa gli dici? «Aiuta un altro», quando magari restano davanti in dieci? Comunque ripeto, lui sa anche aiutare. Parliamo ogni giorno: sarà pronto per aiutare Yates. Anche perché quando tutti i corridori che hai sono buoni davvero, anche i compagni devono esserlo. Anche i campioni a volte si mettono a disposizione dei compagni, che un giorno dimostreranno sul campo la loro gratitudine.

Dopo il Romandia quali saranno i programmi di Ayuso?

Manterremmo il programma originario, come se non ci fosse stata la tendinite. Intanto vediamo come sta e come reagisce. L’idea è quella di farlo crescere progressivamente.

Quindi anche se dovesse stare bene a maggio, non farà delle corse in più per recuperare un po’?

No, manteniamo il programma fatto questo inverno. Come ho detto, adesso valutiamo come va e poi decidiamo quali gare fare. Si fermerà poi comunque a luglio, per preparare bene la Vuelta.