«La Sanremo è stata bella – dice Bettini – perché finalmente abbiamo visto, su un percorso sicuramente non perfetto per le sue qualità, che il numero uno del ciclismo attuale si può battere. Ci portiamo a casa questa sensazione. La parte veramente emozionante, parlo da italiano, è stato vedere Ganna che non è saltato di testa. Si è staccato due/tre volte. A ogni azione andava in difficoltà, ma con la testa era già all’arrivo, nel senso che sapeva quello che doveva fare. Peccato che non sia abituato a trovarsi troppo spesso in una volata del genere, credo che questa contro Van der Poel sia stata la prima volta…».
Paolo Bettini è in giro per l’Italia con la compagna Marianella Bargilli, lavorando dietro le quinte del Giro d’Italia. Sembra un gioco di parole, ma non lo è. Per il quarto anno consecutivo, RCS Sport sta realizzando i video di Giro Express, in cui si raccontano le località toccate dalla corsa rosa. Sono già stati in Albania, martedì quando ci siamo sentiti erano a Roma. Il viaggio dura 45 giorni e così il finale della Sanremo, Paolo l’ha visto nel cellulare durante uno degli spostamenti. E noi non potevamo esimerci dall’interpellarlo. Un po’ perché anche lui nel 2003 vinse la Sanremo con una volata a tre, anche se uno degli altri due era il suo amico e luogotenente Paolini. E un po’ perché la sua lettura di uno sprint come quello di via Roma è di quelle che ti lasciano senza dubbi, perché ti porta nella mente dei tre protagonisti.
Si diceva di Ganna e la volata.
Si vede che era la prima di un certo livello. Magari il risultato non cambiava, però parla uno che s’inventava l’impossibile per battere gli avversari più forti. So che ho perso, per cui mi dimentico di avere Pogacar a ruota e Van Der Poel da solo dalla parte della strada non ce lo mando neanche morto. Piuttosto gli entro in tasca. La volata affiancato a Van der Poel, uno a destra e uno a sinistra, non si fa.
Perché?
Prendiamo vento tutti e due, ma io ho speso di più perché sono rientrato già tre volte. E parto a fare la volata con te che sei più forte di me, col vento in faccia e via Roma che un po’ tira all’insu? Neanche morto, ma un Ganna così forte lo giustifichiamo, gli diamo una grandissima giustificazione come si faceva a scuola. Perché ha fatto un numero solo ad essere lì con i due fenomeni attuali del ciclismo. Possiamo dire che Ganna c’è e ci apprestiamo a un mese di aprile molto interessante, perché un Ganna così alla Roubaix me lo voglio proprio gustare.
E’ Ganna che ha sbagliato o è stato più furbo Van der Poel a partire così lungo?
Vi spiego la psicologia di una volata così. Van der Poel è il più forte, però si trova in testa, quindi nella posizione sbagliata. E’ anche giusto, perché è il più veloce e gli avversari lo hanno fregato. Ganna che è rientrato va a cercare proprio lui e si trova nella posizione migliore. E Van Der Poel cosa fa? Si sposta tutta a destra, guardandoli, come per dire: che si fa? E loro lo lasciano fare. Ganna non l’ha seguito, Pogacar è stato a ruota di Ganna e Van Der Poel si è trovato solo.
Cosa poteva fare Ganna?
Guardate, via Roma, quando è tutta pulita dalle macchine e transennata a destra e a sinistra, è larga quasi 9 metri. Se sono Ganna e siamo pari – ma non lo erano perché Van der Poel era leggermente più avanti – per compensare e venire a cercarti, posso fare la mia volata, sapendo di avere Pogacar a ruota. Oppure parto lungo, però Van der Poel mi vede dato che siamo paralleli. Ma lui è più veloce e mi batte. E sicuramente mi salta anche Pogacar. Se non gli sto a ruota da subito, ho perso la volata.
Infatti Van der Poel ha anticipato tutti…
E’ il più veloce e ha fatto quello che non nessuno si aspettava: finché ci pensi, io ti anticipo e poi vienimi a prendere se sei capace…. Mathieu è molto più esplosivo, quando è partito gli ha preso 3 metri e come fai a chiudere? Anche perché non è uno qualunque, è il più forte della volata, non lo rimonti più. E poi un’altra cosa: quante volate di questo tipo, vinte e perse, ha fatto Van der Poel? E quante volate di quel tipo, vinte e perse, ha fatto Ganna? Secondo me era la prima vera volata che si trovava a gestire.
Invece Pogacar?
Ha fatto il tutto per tutto per staccarli e ha speso anche tanto. E’ veloce, ma non ai livelli di Van der Poel. In più si è un po’ perso nella volata, come quando perse il primo Fiandre sempre con Van der Poel, ma perché non è un velocista. Non ha l’occhio per gestire due avversari in una volata di quel tipo, un po’ come Ganna, forse qualcosina di più.
La tua volata del 2003 fu diversa, non ci fu rallentamento, ma uno degli altri due era Paolini…
Fu completamente diversa. Non avevo con me un gregario, ma l’altro capitano che ha gestito tutto. E’ stato facile, tra virgolette. Giù dal Poggio e toccata l’Aurelia, Paolini non mollò un metro. Nelle ultime due curve entrammo a tutta e il Gerva non smise mai di tirare. Tenne l’andatura a 50 all’ora finché io non partii con la volata.
Si può dire che per Ganna sia stata una grande esperienza?
Enorme, come lo sarebbe andare al Fiandre e prendere le misure al percorso e agli avversari. Vedrete che se l’anno prossimo arriva in via Roma allo stesso modo, chiunque si sposti dall’altro lato della strada, lui lo segue. Abbiamo un Ganna di tutto rispetto, per cui gli perdoniamo quella volata e lo aspettiamo alla Roubaix.