Alle azzurre l’abbraccio di una nuova Guderzo: sarà mamma!

23.09.2022
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Tatiana non corre dal campionato italiano e non ha corse nel programma. Tatiana risponde nervosa ai messaggi. C’è qualcosa di insolito. Così quando il 24 agosto le Fiamme Azzurre danno il via libera per l’intervista alla Guderzo, perché questo prevede la prassi, basta una domanda per capire tutto.

«Il mio programma è semplice – dice – mi sto prendendo una pausa. Sto procedendo con la mia carriera di donna e non più di sportiva. Aspetto un bambino. Ho avvisato le Fiamme Azzurre e la Top Girls. Le persone più vicine l’hanno capito perché ho cominciato a rifiutare il bicchiere di vino. Devo avere la fama di alcolizzata (ride, ndr). E quando ieri mi hai mandato quel messaggio, ho detto al mio compagno: “Mi ha sgamato!”. Se possibile, cerchiamo di non dirlo subito, vorrei essere sicura. Però ecco come stanno le cose…».

Una strana sensazione

In effetti la sensazione c’era. Un misto di intuito e il ricordo delle ultime parole dopo il Giro d’Italia del 2021, quando mise la maternità al primo posto. Poi la scelta di correre ancora un anno con Lucio Rigato e di colpo il lungo silenzio. Al punto di chiedersi se a un certo punto se ne fosse pentita.

«Sono sempre stata abbastanza onesta con me stessa – dice – e l’anno scorso è terminata la mia carriera di atleta al 100 per cento con obiettivi ben delineati. I sacrifici hanno iniziato a farsi sentire, ma la passione per la bici c’è sempre stata e mi andava di insegnare quel che ho imparato nei miei anni, pensando che le soddisfazioni magari arrivano quando meno te le aspetti. Così ho accettato di stare un altro anno con Lucio, senza lo stress delle stagioni precedenti. Le gare e le preparazioni sono diventate sempre più dure e io non ho più vent’anni».

Guderzo 2021
Andando a casa dopo il Giro Donne 2021, parlò subito di maternità
Guderzo 2021
Andando a casa dopo il Giro Donne 2021, parlò subito di maternità
Puntavi alla maglia tricolore?

Volevo alzare le braccia, ma ho trovato un percorso fuori dalle mie caratteristiche. Volevo andare al Giro, ma la salute ci ha messo lo zampino e non volevo averne un brutto ricordo. Già l’inizio di stagione era stato travagliato, con un po’ di problemini fisici e altri in famiglia che mi hanno distolto. Insomma, avevo promesso a Lucio che avrei trasmesso alle ragazze il mio ciclismo. E da quello che leggo e che dicono, ci sono riuscita. Questo mi rende orgogliosa. E’ stato un anno emozionante sul piano umano, sotto tono su quello atletico.

E adesso diventi mamma.

Avevo detto e dichiarato più volte quale fosse il mio più grande obiettivo e così è stato. Sono anche contenta di aver fatto l’ultima corsa, il campionato italiano, con la maglia delle Fiamme Azzurre, che in questi anni mi hanno dato la possibilità di vivere di ciclismo. Oggi è tutto diverso, ma non dimentico chi mi è stato vicino.

Quando hai scoperto di essere incinta?

In realtà me lo sentivo. Ero in ritiro con la squadra a Livigno. La mattina come sempre ho misurato i battiti e nonostante venissi da due giorni di recupero, erano insolitamente alti. Non volevo che le altre capissero, perché non sarei riuscita a nascondere la mia gioia. Così ho aspettato di tornare a casa e ho fatto un test, che ha confermato quello che già sapevo.

La reazione?

Io non ho mai pianto per una vittoria, neanche al mondiale che ho vinto. Ridevo tanto, forse ebbi l’occhio lucido sul podio con l’Inno di Mameli. Questa volta invece ho pianto in casa da sola. Eh, se ho pianto! Poi l’ho tenuto segreto. Qualche giorno dopo c’era l’anniversario e ho aspettato per dirlo al mio compagno Maurizio. Quando è tornato, gli ho fatto la sorpresa. Ho fatto i salti mortali per non dirglielo prima…

Tatiana Guderzo, Noemi Cantele, Mendrisio 2009
Ancora Guderzo e Cantele, ma sul podio di Mendrisio 2009, il 26 settembre: lunedì saranno 13 anni
Tatiana Guderzo, Noemi Cantele, Mendrisio 2009
Ancora Guderzo e Cantele, ma sul podio di Mendrisio 2009, il 26 settembre: lunedì saranno 13 anni
Un desiderio che c’era da tanto?

L’avevo provato tante volte, ma ogni volta si posticipava. Un anno ho vinto il mondiale, un altro c’era qualcosa. La vita mi ha dato la possibilità di andare avanti con la mia carriera, si vede che non era tempo o non ero pronta, ma di fatto è arrivato molto più tardi di quello che avevo programmato da bambina. Avrei voluto avere un figlio a vent’anni, come mia mamma, per essere una madre giovane. Due giorni fa (il 22 agosto, ndr), ho compiuto gli anni e giuro che faccio fatica a pensare di averne 38. Questa notizia me ne ha tolti 10 buoni…

Come la vivi?

Come ogni futura madre, passo dal non voler comprare nulla a guardare i siti per comprare il mondo. Come lo vestirò? Sarò una buona mamma? Passo dalle emozioni alle paure più grandi, che non ho mai avuto andando in bici. Le sensazioni di una vita completamente diversa. Sto riducendo gli allenamenti in base a come mi sento, ma qualche giretto lo faccio, proprio per non smettere di colpo e avere un doppio trauma. Certe volte ho paura che andare bici sia pericoloso, per le auto, una caduta… Esco a ore improbabili, perché nessuno si renda conto. Un po’ di pancetta infatti c’è già.

Il 2022 si è riaperto a sorpresa con la Top Girls. Alla Itzulia Women, Guderzo in fuga con Carbonari
Il 2022 si è riaperto a sorpresa con la Top Girls. Alla Itzulia Women, Guderzo in fuga con Carbonari
Maschio o femmina?

La mamma è curiosa, avrei voluto scoprirlo dal giorno in cui ho saputo di essere incinta. Il papà vorrebbe saperlo alla fine. Ma visto che ai primi di settembre dovremmo saperlo, bisognerà concordare una linea comune.

Perché sei sparita?

Sto cullando questa cosa con molta gelosia, come se dicendolo al mondo, il segreto smettesse di essere mio. Non pubblico cose sui social, non mi piace. Anzi, davvero se si potesse aspettare un po’ per dirlo…

Nessun problema, ci aggiorniamo più avanti, congratulazioni e grazie per la fiducia.

Grazie a voi per la pazienza.

Questo il post di Tatiana con cui oggi ha annunciato la maternità e spinto le azzurre
Questo il post di Tatiana con cui oggi ha annunciato la maternità e spinto le azzurre

Oggi alla vigilia del mondiale donne a Wollongong e 13 anni dopo la sua vittoria di Mendrisio 2009, Tatiana ha deciso di dare la splendida notizia al mondo. Questo pezzo è tale e quale lo scrivemmo quando ci raccontò tutta la storia un mese fa ed è il nostro pegno all’amicizia e alla fiducia che ci ha regalato quel giorno. Tanti auguri, mamma Tatiana! E in bocca al lupo alle azzurre d’Australia…

Marturano pronta per il WorldTour malgrado la sfortuna

15.08.2022
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E’ una ragazza che sa quello che vuole. Sa anche che per fare un ulteriore step non deve lasciare nulla al caso. Anche lei è finita nei taccuini degli osservatori delle formazioni WorldTour. Adesso però è alle prese con una frattura composta della clavicola, frutto di una caduta ieri nella gara open di Vittorio Veneto. Malgrado tutto, quest’anno Greta Marturano ha comunque alzato la propria asticella ed è pronta per compiere il salto in avanti (in apertura foto Ossola).

«Devo stare ferma immobile col tutore per cinque giorni – ci aggiorna la 24enne della Top Girls Fassa Bortolo – poi rifarò le lastre per vedere che la frattura sia rimasta ferma. Se invece sarà scomposta, mi dovranno operare. Adesso cambiano un po’ di obiettivi. Speriamo bene però sono fiduciosa».

Greta Marturano nella quinta e ultima tappa del Tour de Bretagna ha ottenuto un buon terzo posto
Greta Marturano nella quinta e ultima tappa del Tour de Bretagna ha ottenuto un buon terzo posto

Un vero peccato questo stop perché la scalatrice di Mariano Comense arrivava da un buon momento di forma, a conferma della continua crescita fatta vedere soprattutto nelle ultime due stagioni. Era reduce da una serie di piazzamenti ottenuti al Tour Féminin des Pyrénées ad inizio agosto in cui ha chiuso quarta nella generale a soli due secondi da un podio tutto composto da atlete di team WT. Non è certo questo minimo scarto a sminuire le sue prestazioni. Noi l’abbiamo voluta sentire per farci raccontare cosa c’è stato finora – infortunio a parte – e cosa ci sarà nel suo futuro.

Greta in Francia sei andata forte sul tuo terreno.

Sì, direi proprio di sì. Ci tenevo a fare bene perché erano percorsi adatti a me. Naturalmente c’è il rammarico per quel terzo posto finale sfuggito per un niente. Ho ripensato tanto a dove ho perso quei due secondi o dove potevo guadagnarli. Ma va bene così, perché so di aver corso bene. Avevo buone sensazioni. Inizialmente noi eravamo partite con due punte. Alessia Vigilia ed io. Poi nella seconda semitappa del primo giorno ho centrato la fuga giusta. Eravamo in cinque e la classifica in pratica si è delineata subito. Grazie alla squadra, sono riuscita a mantenere le posizioni di vertice fino alla fine.

Della tua annata cosa ci dici?

E’ una stagione tutta positiva nonostante la caduta. Sono cresciuta mese dopo mese. Risultato dopo risultato ho preso fiducia. Luglio e agosto sono stati due mesi molto buoni finora. Sono uscita dal Giro Donne con buone gambe e con un buon recupero che mi hanno consentito di infilare una serie di risultati. Ho fatto anche due terzi posti nelle gare open di Levada e Tarzo. Mi è mancata la vittoria, però onestamente non pensavo di fare questo salto mentale e fisico.

A cosa è dovuto questo salto?

Due anni fa ho iniziato un percorso con un mental coach. Marino Rosti che collabora con l’Astana. Mi segue molto bene. Avevo bisogno di sbloccarmi mentalmente. Non credevo più in me stessa e facevo fatica in corsa naturalmente. Grazie a lui ora ho più autostima anche se dobbiamo finire il nostro percorso. Da allora ho deciso di fare le cose più seriamente. Ho pensato che corro da quando sono G1, che ho dedicato la mia vita al ciclismo. E così mi sono affidata anche ad altri specialisti.

Parlacene pure.

A livello fisico mi prepara Fabio Baronti del CTF Lab. Mi ha aiutata tanto dal punto di vista atletico. Ero già metodica negli allenamenti, ma con lui ho capito come esserlo, ottimizzando i lavori. Dal punto di vista alimentare invece mi segue Laura Martinelli, che lavora con la BikeExchange-Jayco. Anche con lei mi trovo benissimo, ho imparato molto. Naturalmente ringrazio tutti e tre perché tutti assieme mi hanno fatto fare un salto psico-fisico importante. Se si vuole diventare veramente dei corridori bisogna fare qualche sacrificio.

In cosa devi migliorare ancora?

Nelle discese e nelle posizioni di testa. Talvolta in gara sprecavo troppe energie per andare davanti prima di una salita. Però ho fatto grandi progressi. In questo mi è stata di enorme aiuto Tatiana Guderzo. Mi ha dato tantissimi consigli. Come ha già detto Alessia (Vigilia, ndr), lei è stata davvero disponibile e preziosa per noi giovani.

Con queste prestazioni hai mai pensato alla nazionale?

Ovviamente l’obiettivo di tutte le italiane è quello di poter indossare la maglia azzurra. Non ho mai parlato col cittì Sangalli, ma spero che mi abbia notata. Io finora ho sempre cercato di mettermi in luce e dove mi era possibile. So che si può sempre fare qualcosa di più e lavorerò per migliorarmi.

Vuelta Valenciana, febbraio 2020. Greta Marturano vince la classifica delle giovani
Vuelta Valenciana, febbraio 2020. Greta Marturano vince la classifica delle giovani
Si dice che tu sia in procinto di passare nel WorldTour. Ti senti pronta?

Al momento c’è la possibilità nel 2023 di andare in qualche team straniero. Ho avuto dei contatti con una squadra, ma stiamo valutando, perché nel frattempo al mio procuratore (Lorenzo Carera, ndr) sono arrivate nuove richieste dopo la gara sui Pirenei e ne stiamo ragionando. Naturalmente mi piacerebbe andare nel WorldTour. Ci entrerei in punta di piedi, disponibile a imparare e mettermi al servizio della squadra e delle leader. Ora in Top Girls non ho troppe pressioni. Lucio (Rigato, il team manager, ndr) è al corrente di tutto ed è contento se riuscissi a trovare un ingaggio nella categoria superiore. Lui mi ha aiutato molto e dopo quattro anni posso ritenermi pronta anche per lo stress che ruota attorno alle formazioni più grandi. Speriamo bene. Intanto però vorrei guarire subito da questo infortunio alla spalla.

Maglia azzurra agli europei: la rinascita di Alessia Vigilia

12.08.2022
6 min
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Cinque anni per tornare a vestire la maglia della nazionale sono tanto tempo. Nel ciclismo di adesso poi sembrano quasi un’eternità, anche se hai ancora solo ventitré anni. Alessia Vigilia indosserà nuovamente il body azzurro nella crono dell’europeo. Il cittì Paolo Sangalli l’ha convocata assieme ad Arianna Fidanza per la prova di Monaco di Baviera in programma il pomeriggio di mercoledì 17 agosto.

L’ultima volta che la bolzanina della Top Girls Fassa Bortolo gareggiò con la nazionale fu a Bergen in Norvegia nel 2017 nella crono iridata juniores. Conquistò un bellissimo argento dietro alla sua concittadina e compagna (anche di club alla Mendelspeck) Elena Pirrone. In quel periodo le due amiche sbaragliavano spesso la concorrenza nelle prove contro il tempo. Vigilia nel 2016 aveva vinto il tricolore di categoria e ottenuto il secondo posto nella crono della rassegna continentale in Francia.

Da allora sono trascorsi un po’ di anni opachi fino a questo 2022 che le sta riservando nuovamente delle gioie. Per raccontare questa sua rinascita, abbiamo così contattato Alessia che ci risponde da Verona, dove ormai vive da tre anni studiando Scienze Motorie all’Università.

Iniziamo subito dalla convocazione. Che effetto ti fa?

Non me l’aspettavo sinceramente. Sapevo che c’era questo appuntamento, ma sapevo anche che c’erano atlete più importanti di me nonostante molte azzurre non avrebbero partecipato per un motivo o l’altro. Dopo il Giro avevo staccato per qualche giorno per recuperare, poi è arrivata la chiamata e mi ha dato nuove motivazioni. E’ una disciplina che mi piace molto, non era così scontato che Sangalli mi chiamasse. Sono contenta che abbia pensato a me e che mi dia questa opportunità.

Sangalli quando te lo ha comunicato? E cosa ti ha detto?

L’ho saputo attorno al 20 luglio. Inizialmente Paolo mi ha detto che avrei potuto correre la crono degli europei. Poi me lo ha confermato due settimane fa. Mi ha anche detto che vuole guardare lungo, che ha fiducia in me. Mi ha lasciata tranquilla, dicendomi di lavorare come ho fatto finora, ora che ho imboccato la strada giusta. So che è adatta alle mie caratteristiche perché ha un percorso un po’ mosso. Io cercherò di arrivarci il più pronta possibile. Sarà difficile ottenere un risultato, ma voglio fare una buona prestazione.

Ultimamente hai fatto lavori specifici?

A dire il vero no, perché comunque nell’ultimo periodo ho continuato a correre, ultimamente in Francia sui Pirenei. Ecco, lì c’è stata una cronosquadre e per me è stato un test. Io poi ho bisogno di continuare a correre per stare bene. Diciamo che il lavoro necessario l’avevo fatto già in precedenza nelle varie gare, specie al Giro, anche se di cronometro ne abbiamo fatte poche. Una in provincia di Parma a inizio giugno, poi il campionato italiano e il prologo del Giro. Ora userò la bici da crono per curare i dettagli, poi faremo la ricognizione a Monaco con l’assetto da gara per le ultime cose.

Prima hai detto che hai imboccato la strada giusta. Cosa intendi?

Nei primi due anni da elite in Valcar non ho fatto tanti risultati, ma ho corso tanto. D’altronde erano anni di apprendistato. Poi nel 2020 sono passata in una formazione spagnola (la Cronos Casa Dorada, ndr) che sembrava avere un bel progetto, ma non si è rivelata una scelta fortunata. Il lockdown ha complicato tutto. Sia per me che ho corso pochissimo anche l’anno successivo, solo 28 giorni in due stagioni. Sia per la società che ha perso molti sponsor e non poteva portarci a correre. Facevo tanti giorni in Spagna e l’unica era venire in Italia per le gare open, ma non era così comodo e semplice.

Il ritorno in Italia com’è nato?

Dopo gli ultimi due anni ho riflettuto. Mi ero un po’ persa. Dovevo capire cosa volessi fare da grande. Continuare ad andare in bici o continuare a correre? Ho contattato Lucio (Rigato, il team manager e diesse della Top Girls Fassa Bortolo, ndr) e lui era disponibile a prendermi. Tutto è cambiato per me, ho visto una luce. Qui non ci manca nulla. Sono tornata a fare quello che mi è sempre piaciuto fare. E’ vero che faccio la stessa fatica di sempre e che la fanno tutti, ma almeno adesso arrivano le soddisfazioni che te la fanno sentire meno. Anzi, devo ringraziare una persona in particolare…

Chi?

Tatiana Guderzo. Mi ha trasmesso, come a tutta la squadra, tanti consigli e tante motivazioni. Ci ha seguito giocando un ruolo molto importante. Le riesce bene mettersi a disposizione se pensiamo che campionessa è e che palmares ha. E’ stata la nostra mamma, pardon sorella maggiore che poi si arrabbia se la chiamiamo così (ride, ndr). Era contenta per la mia convocazione e mi ha già dato qualche suggerimento in più.

Finora la stagione è andata bene, hai colto due vittorie…

Sì, esatto in corse open. Una a Monselice e l’altra a Tarzo. Quest’ultima il 31 luglio frutto del gioco di squadra con la mia compagna Greta Marturano (terza, ndr) e frutto anche della motivazione della convocazione appena ricevuta. Sono soddisfatta finora, anche al Giro dove ho fatto tanti chilometri di fuga. Sia Lucio che il cittì volevano vedere il mio processo di crescita e al momento sto cercando di accontentarli.

Da junior eri tra le più promettenti in circolazione. Adesso che stai tornando su quei livelli, hai pensato a cambiare squadra per l’anno prossimo?

No assolutamente, a meno che non arrivi una proposta davvero irrinunciabile. Devo parlare ancora con Lucio, ma la mia intenzione è di restare almeno un altro anno per proseguire la mia ripresa e crescere ancora. Intanto però penso alla crono europea e magari a qualche altro risultato nel finale. Se si lavora bene, poi le cose vengono da sé.

Mentre le azzurre vincono, riparte la Guderzo

22.04.2022
5 min
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Domenica scorsa Tatiana Guderzo è tornata ad assaggiare il sapore inebriante della corsa. Lo ha fatto al GP Feminin de Chambéry, facendo così il suo esordio alla Top Girls Fassa Bortolo, la squadra dei suoi esordi, dov’è tornata dopo ben 16 anni. C’è voluto tempo per rivederla in carovana: erano oltre 6 mesi che non attaccava il numero sulla bici.

«Sei mesi difficili – dice la vicentina, in apertura assieme a Letizia Paternoster dopo il ritiro di Calpe con la nazionale – tra problemi fisici e anche personali che mi hanno più volte arrestato nella preparazione. Io non vado mai alle corse solo per far figura, ma certo tutti questi stop non sono un toccasana per un motore come il mio: quando hai alle spalle tanti anni di attività, ogni volta ripartire è dura».

In terra francese la Guderzo ha potuto finalmente interpretare quel ruolo di “regista in corsa” che l’aveva convinta a insistere, mettendo da parte i propositi di ritiro almeno per un po’. Può sembrare strano parlando di un’atleta che frequenta il ciclismo ai massimi livelli dal 2005, che ha vinto titoli mondiali e medaglie olimpiche, eppure l’esperienza transalpina le ha regalato grandi emozioni come solo il ciclismo sa dare.

Top Girls 2022
Il team Fassa Bortolo a Chambery, la Guderzo è la prima a sinistra
Top Girls 2022
Il team Fassa Bortolo a Chambery, la Guderzo è la prima a sinistra

Un ritorno al passato

«Stando in mezzo a tante ragazze così giovani, ho fatto un tuffo nel passato – racconta la vicentina – ho rivisto quel modo d’interpretare l‘attività in maniera giocosa, meno focalizzata al risultato a tutti i costi di com’ero io negli ultimi anni. Ho rivisto con tenerezza quell’insicurezza tipica delle prime esperienze, ma non parlo solo della gara perché è stato il contorno che mi ha colpito in maniera forte».

In che misura?

Tutta la trasferta è stata bellissima, ad esempio raccontare aneddoti e avventure di quasi vent’anni di attività a ragazzine che ascoltavano con grande attenzione, con occhi quasi rapiti, oppure spiegare loro qualche trucchetto in corsa, in gruppo. Le vedevo entusiaste e mi sono fatta contagiare anch’io. Il problema è che la condizione chiaramente non c’è, per quella serve tempo.

Guderzo Donostia 2021
L’ultimo podio della vicentina, terza lo scorso anno alla Clasica San Sebastian
Guderzo Donostia 2021
L’ultimo podio della vicentina, terza lo scorso anno alla Clasica San Sebastian
Parlavi dell’approccio delle ragazze, rispetto a quando avevi tu la loro età, che differenze hai notato?

Premetto che spesso ci siamo allenate insieme, abbiamo passato alcune domeniche con Lucio (il team manager Rigato, ndr) che ci chiamava per allenamenti collettivi per “fare squadra”. In corsa però, prima durante e dopo, è tutto diverso. Un paio di loro già le conoscevo ed erano quelle che erano per questo un pochino più disinvolte, le altre erano un po’ intimidite e profondamente rispettose. Soprattutto vedevo che guardavano incuriosite il fregio che ho sulla maglia, che ricorda la mia vittoria mondiale. Pian piano poi hanno capito che sono uguale a loro e si sono sciolte. Soprattutto a tavola e qui voglio raccontarvi un particolare…

Prego…

Lucio è rimasto quello dei miei esordi: a tavola i telefonini sono proibiti. Io me n’ero dimenticata e distrattamente lo stavo prendendo, mi sono sentita arrivare una gomitata dalla compagna: «Mettilo da parte, sennò ti multa!». L’ho ringraziata e mi sono accorta che alla fine il tempo passava e non avevamo l’esigenza di fissare sempre e comunque quello schermo. Siamo rimaste due ore e mezza a parlare, ridere, condividere storie e speranze. E’ stato bellissimo, per me quasi miracoloso.

Tonetti Chambery 2022
Bravissima Cristina Tonetti, terza a Chambery a 49″ dall’australiana Chapman (foto Zoe Soullard)
Tonetti Chambery 2022
Bravissima Cristina Tonetti, terza a Chambery a 49″ dall’australiana Chapman (foto Zoe Soullard)
E in gara?

Le ragazze hanno capito subito che c’è un tempo per ridere e uno per fare le cose sul serio. Quando metti il numero, non si scherza più, si lavora. In corsa abbiamo lavorato bene, favorito la fuga con la giovanissima Tonetti che si è ritrovata a giocarsi un podio che alla sua età è tanta roba. Io sono arrivata al traguardo 53ª e nelle mie condizioni attuali è già tanto, non era certo la gara che per caratteristiche tecniche era ideale per rompere il ghiaccio.

Intanto poco lontano Elisa Longo Borghini conquistava la Parigi-Roubaix, non la prima né l’ultima classica vinta dal ciclismo italiano femminile quest’anno. Un dominio assoluto che schiaccia le olandesi, rimaste ancora a bocca asciutta. Come ti spieghi questo cambio ai vertici?

Lo sport è una ruota che gira. Prima le olandesi avevano talenti in serie, ora li abbiamo noi. Non è un caso: quando passai io, venivamo da anni di buco dopo le imprese della Luperini, poi però c’è stata continuità, con me c’era la Bronzini, la Cantele e le ragazze di oggi hanno potuto crescere con calma, senza pressioni. Io feci il mio primo mondiale assoluto a 19 anni e ricordo bene la pressione che mi sentivo addosso, neanche proveniente dagli altri, ero io stessa che sentivo la responsabilità e volevo chissà cosa. Poi non dimentichiamo che rispetto ad allora è cambiato tutto, dalle metodologie ai materiali alla professionalità delle squadre. Ma attenzione: vincere una Roubaix come ha fatto Elisa o la Freccia di Marta non lo fai se non hai talento e gambe. I 200 metri finali della Cavalli sono stati impressionanti.

Guderzo Fiamme Azzurre 2021
Per la Guderzo uno dei segreti del boom italiano femminile è nel sostegno dei gruppi militari
Guderzo Fiamme Azzurre 2021
Per la Guderzo uno dei segreti del boom italiano femminile è nel sostegno dei gruppi militari
Quanto conta nell’affermazione del ciclismo italiano avere squadre come la vostra? La sensazione è che la situazione sia opposta a quella maschile, quindi l’assenza di un team WorldTour italiano non pesi così tanto, ma a fronte di ciò ci siano squadre che fungono da vere e proprie scuole che sfornano talenti…

E’ vero in parte. Io vedo la nostra realtà: è incredibile vedere Lucio che dopo 50 anni non ha perso un’oncia della sua passione e del suo occhio, sa ancora cogliere al volo doti e pecche di ogni ragazza. Di team così ce ne sono, ma io penso che una squadra italiana nel WorldTour ci debba essere e la sua assenza resta una fonte di preoccupazione. Poi non dimentichiamo l’importanza dei corpi militari che danno a tante ragazze quella sicurezza fondamentale per crescere con calma.

Quanto tempo ci vorrà per rivedere la Guderzo che conosciamo?

Ci vuole pazienza, alla mia età servono gare su gare, crescere pian piano. Ora farò il Giro del Lussemburgo e il Giro di Bretagna, due prove a tappe che saranno utilissime in tal senso. Aspetto con ansia l’arrivo del caldo, io credo che a giugno la mia situazione sarà un po’ diversa, ma incrociamo le dita…

Tonetti 2003

Tonetti, due volte pro’, ora si rivede nella figlia

12.03.2022
5 min
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La storia di Gianluca Tonetti, persa nei meandri della fine del secolo scorso, ha qualcosa di originale ed è tornata di attualità vedendo che in campo femminile agisce sua figlia Cristina, under 23 attualmente in forza alla Top Girls Fassa Bortolo. Ripercorrendo velocemente la sua carriera, si scopre che ha fatto avanti e indietro fra dilettanti e professionisti: passato una prima volta nel 1989, la sua prima parte di carriera è durata fino al 1993, poi è tornato indietro fino al 1999. Quando ha ritrovato un contratto, questo è durato fino al 2005.

Una cosa del genere, nel ciclismo d’oggi è da considerare pressoché impossibile, ma la sua testimonianza, unita al racconto del rapporto con la figlia, è un be contraltare al ciclismo odierno: «Inizialmente non ero andato neanche male, anche una vittoria al Trofeo dello Scalatore nel 1990, ma alla Mapei nel 1993 non mi trovai bene e alla fine non mi confermarono, così mi ritrovai a dover fare un passo indietro. Non era andata come speravo e non mi misi neanche a cercare un altro contratto, avevo perso entusiasmo».

Tonetti 2022
Gianluca Tonetti è nato a Erba (LC) il 21 aprile 1967. E’ stato professionista per 12 stagioni
Tonetti 2022
Gianluca Tonetti è nato a Erba (LC) il 21 aprile 1967. E’ stato professionista per 12 stagioni
E poi?

Pian piano, nel mondo dei dilettanti lo ritrovai, ripresi gusto ad allenarmi, a gareggiare, ad andare in cerca della vittoria. Dal 1994 al ’99 ottenni una decina di vittorie tra cui anche alcune importanti, come la classifica generale del Giro della Brianza e una tappa al Giro della Valle d’Aosta nel 1996. Così nel 1999 si presentarono quelli della Selle Italia chiedendomi se mi andava di ritentare. Avevo 32 anni e molta esperienza in più, infatti i risultati furono molto migliori.

Un caso del genere oggi sarebbe possibile?

Non credo proprio… Le differenze con quei tempi sono enormi. Allora c’erano più corridori e più team, c’erano molti sbocchi nel professionismo perché tante aziende vi investivano e creavano squadre, composte però da molti meno corridori di oggi, dove i team veramente forti sono pochi e nessuno in Italia. La differenza principale era che allora passava davvero chi meritava e se non ne avevi, finivi presto fuori, come successe a me.

Ti piace il sistema attuale?

Non molto. C’è troppo stress dettato dal fatto che non si dà tempo ai corridori di crescere, di imparare e quindi migliorare. Il sistema dei punti allora ti dava l’opportunità di farti le ossa, oggi conta solo vincere subito. Ci sono fenomeni, sì, ma gli altri si perdono e questa ricerca ossessiva del talento giovanile, pescando continuamente fra gli juniores non fa bene.

Tonetti 1991
Un giovanissimo Tonetti in maglia ZG Mobili, nel 1991, seguito da Max Sciandri
Tonetti 1991
Un giovanissimo Tonetti in maglia ZG Mobili, nel 1991, seguito da Max Sciandri
Tu passasti a 21 anni, a conti fatti a un’età oggi normale. Fu una scelta giusta?

No. Mi avevano consigliato di aspettare, ma io non diedi retta a chi ne sapeva più di me. Avrei imparato di più, mi sarei trovato meglio e forse la mia carriera avrebbe avuto un’altra piega.

La differenza fra i due mondi, dilettantistico e professionistico, è sostanziale oggi come allora?

Sì, forse ancora di più oggi. Il ciclismo è sempre stato uno sport esigente, se passi con aspettative ma non sei pronto, prendi legnate e ti arrendi, a molti è capitato così. Io ho avuto la fortuna di continuare e ritrovare la spinta per emergere, alla fine posso dire che non ero certo un campione ma la mia carriera l’ho fatta.

Tua figlia come ha seguito il tuo esempio?

A dir la verità neanche lo ricordo, però sinceramente posso dire che all’inizio non ero molto propenso, correva con i maschi, era una ragazzina. Col tempo ho visto che ha continuato con passione sempre crescente, senza esasperazione ma facendo grandi sacrifici. Ci crede davvero e io la sostengo.

Tonetti Agostoni 2001
Coppa Agostoni 2001, Tonetti in fuga con Ullrich e Casagrande, che vincerà
Tonetti Agostoni 2001
Coppa Agostoni 2001, Tonetti in fuga con Ullrich e Casagrande, che vincerà
Le tue perplessità iniziali erano legate anche al diverso valore del ciclismo femminile ai tuoi tempi?

Probabilmente sì, io neanche mi ricordo chi correva allora… Il ciclismo femminile ha fatto passi da gigante, anche troppo, nel senso che sono stati saltati passaggi importanti. Io ad esempio sono convinto che serva una categoria di mezzo fra le juniores e l’Elite, non solo come riconoscimento da parte delle federazioni internazionali, ma anche come calendario a sé stante, per permettere alle ragazze di crescere con il giusto tempo.

Tua figlia ti chiede consigli?

Ogni tanto sì, ma io non voglio invadere il campo del direttore sportivo. Per un certo tempo, dopo che avevo finito la mia carriera da corridore ho fatto il dirigente di società e non gradivo per niente le ingerenze di genitori che in forza del loro passato da corridore si mettevano in mezzo fra me e l’atleta, quindi cerco di evitarlo.

Cristina Tonetti 2019
Cristina Tonetti vittoriosa da junior al Tr.Bussolati Asfalti (foto Soncini)
Cristina Tonetti 2019
Cristina Tonetti vittoriosa da junior al Tr.Bussolati Asfalti (foto Soncini)
Come caratteristiche siete simili?

Non tanto. Lei è una perfetta passista, che se la cava bene sulle salite brevi e che soprattutto è molto più veloce di me. Io ero il classico scalatore, infatti emergevo soprattutto nelle gare a tappe dove riuscivo a fare classifica proprio grazie alle montagne.

Che cosa sogni per lei?

Io le dico sempre che il ciclismo deve essere per lei divertimento e che non deve trascurare gli studi. E’ iscritta al primo anno di biotecnologia alla Bicocca e per fortuna i primi esami sono andati molto bene, per questo dico che si sacrifica tanto. Se nel ciclismo riuscirà a trovare spazio tanto di guadagnato, sicuramente le lascerà bei ricordi, ma senza dimenticare che trovare un posto in un team WorldTour è davvero complicato, quasi un terno al lotto. Se questo è il suo sogno, io sarò al suo fianco.

Guderzo, come mai? «Per chiudere col sorriso…»

16.01.2022
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L’undici luglio dello scorso anno è il giorno in cui Tatiana Guderzo decise di smettere. Il Giro d’Italia alle spalle, una stagione di tensioni dopo quella del Covid e la vicentina di Marostica decise di averne abbastanza. Salutandoci sulla piazza di Cormons, sede dell’ultima tappa, non era neppure chiaro se avrebbe finito la stagione o l’avrebbe piantata lì. Disse basta invece dopo la Tre Valli Varesine del 5 ottobre, con le lacrime agli occhi, dopo aver corso anche la Roubaix e gli europei di Trento. Ce ne andammo con qualche dubbio, come conferma il titolo di allora, ma la decisione era presa.

«Quel giorno di luglio – dice – fu il momento in cui dentro di me sentii di aver terminato il percorso da atleta. Il 2021 è stato un anno molto duro, con momenti di tristezza e amarezza che l’hanno reso una stagione da non ricordare e che invece rimarrà ben impressa. Le lacrime di Varese furono lo sfogo per gli errori che potevo evitare».

A distanza di tre mesi, nei quali si è isolata dal mondo, Tatiana ha deciso di tornare sui suoi passi e un po’ per scherzo e un po’ cercando altro ha accettato la proposta di Lucio Rigato con cui nel 2002 passò elite.

E’ andata davvero come ha raccontato lui?

Con Lucio ho sempre avuto un buonissimo rapporto. Tutti gli anni ci sentiamo per gli auguri di Natale e quando questa volta mi ha chiesto come andasse, gli ho risposto di sentirmi mezza e mezza. Quando ci vedevamo alle corse, il suo ritornello di sempre era “Ritornerai da me prima di finire”. E così un po’ per gioco è nato questo pensiero che poi è diventato una decisione. Non credo però che sia stata la telefonata a spingermi, ma un’idea che evidentemente già c’era…

Quale idea?

A me la bici piace, ma col tempo sto apprezzando sempre di più quello che c’è oltre l’agonismo. Avevo già smesso, ma pensavo che il solo modo per continuare fosse cambiare qualcosa. E forse la chiave per tornare a sorridere era ripartire dalla squadra da cui tutto è cominciato.

Tricolore crono 2004, eccola a 20 anni sul podio della crono tricolore, in maglia Top Girls, con Troldi e Zugno
Tricolore crono 2004, a 20 anni sul podio della crono tricolore in maglia Top Girls
Come si fa a rientrare nella testa da atleta dopo averla persa?

Ogni hanno ha un percorso diverso. La mia scelta non prevede obiettivi grandissimi, come nelle squadre WorldTour. Avrò un ruolo diverso, da mamma chioccia, non vivrò nella continua ed estenuante ricerca della prestazione. Posso aiutare le altre ragazze. Trasmettere l’amore per questo sport ad atlete che hanno il futuro in mano. Il mio, sportivamente parlando, ha un orizzonte limitato.

Limitato a cosa?

Avrò la possibilità di prendermi le mie soddisfazioni, chiaramente se avrò il livello che serve. C’è sempre il campionato italiano su strada, che non ho mai vinto (nel 2021 è stata seconda dietro Elisa Longo Borghini, ndr). Sarebbe bello provare a vincerlo con la maglia delle Fiamme Azzurre. E poi si potrebbe pensare a riconquistare una maglia azzurra, perché no, con lo spirito di sempre.

Hai corso con la Alé-BTC-Ljubliana che ora non c’è più, ma indosserai ancora una maglia Alé…

Alessia Piccolo non sapeva che avrei ripreso, ma è stata contenta della mia scelta. Fra noi si è creato un bel rapporto ed è vero che avrò ancora una sua maglia. Chissà che non possa nascere altro…

Venti giorni dopo il Giro d’Italia, Guderzo ha conquistato il terzo posto nella Clasica San Sebastian in maglia Alé-BTC-Ljubljana
Venti giorni dopo il Giro, Guderzo 3ª a San Sebastian
Avevi già iniziato a pensare a un futuro giù dalla bici?

Il futuro è aperto a tante possibilità, ma sono sempre stata ciclista e vorrei capire cosa mi piacerebbe fare. Ho seguito tutti i corsi federali e ho anche il tesserino da direttore sportivo Uci. Ma per ora resto atleta e vediamo se riesco a togliermi di dosso il riposo mentale degli ultimi 2-3 mesi.

Hai mai avuto paura di quello che verrà dopo la bici?

L’ho avuta e ce l’ho ancora. In questo anno mi troverò con i capi delle Fiamme Azzurre e si strutturerà un percorso per capire cosa fare. Sono la loro atleta più longeva e ho sempre creduto in questa esperienza. Mi ricordo com’era prima di entrarci e sebbene siamo nel momento in cui anche fra le donne iniziano a girare dei bei soldi, so che senza le Fiamme Azzurre non avrei potuto fare quel che ho fatto. Quando smetterò, avrò un lavoro e questo resta una bella tranquillità.

Come pensi che sarà accolta questa tua decisione?

Non lo so. Sinceramente in questi ultimi tre mesi mi sono isolata dai social. I commenti fanno ancora più male quando sei in difficoltà. Tanto ho notato che la gente pensa e scrive quello che vuole a prescindere da ciò che uno dice o fa. Quel che mi resta di quest’ultimo periodo sono gli amici veri, che saranno pure pochi, ma ci saranno sempre. Sicuramente ci saranno osservazioni e pensieri più critici di quanto io stessa mi aspetti. Qualcuno dirà che non sono stata in grado di smettere.

Guderzo è probabilmente l’atleta più longeva delle Fiamme Azzurre: un rapporto cui tiene molto
E’ probabilmente l’atleta più longeva delle Fiamme Azzurre: un rapporto cui tiene molto
E’ così?

Il 2021 è stato troppo brutto per essere il mio ultimo anno, ho capito di voler terminare col sorriso di quella bambina che nel 1992 agganciò per la prima volta il pedale di una bici e nel 2002 passò elite proprio con Rigato. Forse il 2022 può essere l’anno giusto per smettere, il 2 mi ha sempre portato fortuna.

Salutandoci a Cormons, mimasti il gesto di un pancione…

In ogni donna c’è il desiderio di avere figli e io non posso più aspettare tanto. Si sta parlando anche di quello. Sarebbe bello prendersi qualche ultima soddisfazione in bici e poi avere un’altra “fiammetta” in gruppo, no?

Dove comincerai?

La squadra inizia a fine febbraio, ma io sono indietro. A dicembre ho pure avuto una bruttissima influenza, da pensare che fosse un secondo Covid e invece non lo era. Vediamo per quando riuscirò a recuperare. Ho sempre pensato che la Strade Bianche sia la corsa più bella, sarebbe bello per il 5 marzo avere una condizione alla sua altezza.

Top Girls: il ritorno della Guderzo, il WorldTour e la Fci

12.01.2022
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La parabola del figliol prodigo ha contraddistinto le ultime ore della Top Girls Fassa Bortolo. Una storia nata in un periodo denso di allegorie. Il presidente Lucio Rigato che riabbraccia il ritorno a casa di Tatiana Guderzo, l’iridata del 2008 che aveva iniziato la carriera nella società trevigiana nel 2005 e che vivrà nel 2022 la 18ª stagione da elite.

«E’ nato tutto per scherzo – spiega Rigato, che ha iniziato la sua attività nel ciclismo femminile nel 1974 con la Ceramiche Zanette – quando ho chiamato Tatiana per gli auguri di Natale come faccio ogni anno. Tra le nostre famiglie c’è ancora un grande rapporto a distanza di anni. E così mia moglie ed io le abbiamo domandato tra il serio e il faceto se voleva tornare e chiudere la carriera da noi. Ecco, sono solo certo che ritorna, ma non se chiuderà da noi, questo lo deciderà lei».

Così sui social la Top Girls ha annunciato il ritorno di Tatiana Guderzo
Così sui social la Top Girls ha annunciato il ritorno di Tatiana Guderzo

Acqua in bocca

La telefonata con Rigato (che in apertura è con la sua squadra al Giro d’Italia Donne 2021, foto Facebook) l’avevamo concordata da qualche giorno per proseguire il giro di opinioni che stiamo facendo sulle formazioni continental femminili. Via messaggio non si era lasciato scappare nulla sulla Guderzo. Lo contattiamo in due momenti diversi, nello spazio di un paio di ore, a cavallo di impegni di lavoro già presi precedentemente. Lui è un tipo diretto. La prima parte della nostra chiacchierata fila via liscia parlando dei temi del suo mondo, ma qualcosa sta per sfuggirgli di bocca. La seconda si apre proprio con l’ufficialità di questo colpo di mercato last minute.

Lucio iniziamo da qua. Che ruolo avrà la Guderzo?

Abbiamo una squadra molto giovane e lei farà da chioccia. La sua esperienza sarà al servizio delle altre ragazze perché può insegnare davvero tanto. Tatiana è come una figlia per me. Non l’ho presa per i risultati che vuole fare, ma per la persona che è. Poi se li otterrà, tanto meglio per tutti. Probabilmente qualcuno mi criticherà per questo ingaggio, ma non mi interessa. Anzi, mi sembra di essere tornato indietro di 17 anni quando le feci firmare il suo primo contratto da elite. All’epoca non la voleva nessuno, l’ho scoperta io. Sono vecchio e all’antica, oggi sono molto soddisfatto del suo ritorno.

Qui la squadra al Giro Donne 2021: al via con Balducci, Bariani, Dalla Valle, Marturano, Silvestri e Vettorello
La squadra al Giro 2021 con Balducci, Bariani, Dalla Valle, Marturano, Silvestri e Vettorello
Con lei in squadra dovreste disputare più gare…

Sì, mi auguro che il suo arrivo possa servire per ricevere ulteriori inviti, specie all’estero. Una bozza di calendario l’abbiamo già fatta e il nostro esordio, salvo imprevisti o cancellazioni dovute al Covid, sarà il 27 febbraio in Belgio con la Omloop van het Hageland. Resta però il problema della partecipazione a tutte le gare che un paio di anni fa erano sicure ed invece ora con la riforma WorldTour è diventata un punto di domanda.

Anche tu non sei contento di questo cambiamento?

No, anch’io dico che è stato troppo rapido. L’inizio della fine. Per me è come essere su un dirupo. Le realtà come le nostre, che erano il vivaio per le squadre più grandi, sono penalizzate. Negli anni ho passato tante mie ragazze ai team più forti e, ad esempio, sono contento di aver mandato l’anno scorso nel WorldTour la Tomasi in quello che ora è il Team UAE o la Masetti in Olanda in una formazione che ha grandi ambizioni di salire di categoria (al NXTG by Experza, ndr). Però se le migliori giovani ce le portano via subito e restiamo con ragazze inesperte, facciamo fatica a correre certe gare in Europa in cui serve un punteggio minimo. E facciamo fatica a crescere e trovare risorse. E’ tutto collegato.

Sei nel mondo femminile da quasi cinquant’anni. Questo non ti ha facilitato nel cercare sponsor?

Non basta più avere tanta storia o vittorie alle spalle, non a tutte le aziende interessa. Ne ho interpellate tante, ma molte non mi hanno nemmeno ascoltato forse perché non vedevano nel ciclismo femminile un ritorno mediatico. Le grosse aziende vanno dalle grosse squadre. E poi in Italia le nostre continental stanno pagando la situazione economica degli ultimi dieci anni. Finora sono sempre andato avanti grazie ad amici sponsor che mi hanno sempre aiutato tanto e creduto in me. E per questo non smetterò mai di ringraziarli.

Qualche gara internazionale in più la stanno mettendo in Italia.

Meno male. Erano già tanti anni che noi società lo richiedevamo restando inascoltati. Stavolta però la Federciclismo in questo senso ha rotto le scatole agli organizzatori pretendendo un calendario più corposo. Vi dirò che sembra che stia cambiando qualcosa, spero che sia così. Non solo per le gare ma anche per la nazionale…

Greta Marturano è del 1998, è arrivata 7ª all’Emilia. Qui alla Strade Bianche
Greta Marturano è del 1998, è arrivata 7ª all’Emilia. Qui alla Strade Bianche

Spiegaci pure…

Col nuovo cittì al momento c’è molto dialogo e ne sono contento. Prima no. Salvoldi aveva il suo giro chiuso di atlete. Ti chiamava solo se avevi una ragazza che andava forte o che gli poteva interessare, altrimenti non parlava mai con squadre tipo la nostra. Ora, ripeto, sembra tutto diverso. Sangalli mi aveva contattato per portare in ritiro in Spagna sia Bariani che Silvestri. Purtroppo le mie due ragazze hanno dovuto rinunciare per problemi col Covid. Spero che le chiami al prossimo ritiro. Perché oltre alle parole e la teoria, ci vuole anche la pratica.

Lucio torniamo alla tua squadra: da chi ti aspetti qualcosa?

Con Tatiana le ragazze saranno undici e da tutte voglio vedere qualcosa, ma faccio cinque nomi. Marturano, Michieletto, Vettorello, Bariani e Silvestri. Queste ultime due, come ho detto prima, mi auguro che possano entrare nel giro azzurro. Da loro mi attendo un ulteriore salto di qualità. E magari anche un pizzico di fortuna in più.

Gaia Masetti: un’emiliana alla corte di Lefevere

10.12.2021
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Si sente dalla voce, che Gaia Masetti non sta nella pelle. E’ una delle tante italiane che quest’anno hanno trovato un ingaggio all’estero, ma il suo è un caso speciale, perché la millennial di Sassuolo (è nata nel 2001) è parte integrante del nuovo progetto di Patrick Lefevere.

Ripercorriamo rapidamente le tappe: il patron della Quick Step-Alpha Vynil ha deciso di investire, come molte altre realtà del WorldTour, nel ciclismo femminile, ma lo ha fatto a modo suo, associandosi non a un team già affermato nel WorldTour femminile, bensì a una formazione completamente under 23, la NXTG Racing di stanza in Olanda, con l’obiettivo di far crescere una serie di prospetti e arrivare al suo grande target, una vittoria al Tour de France attraverso ragazze fatte crescere direttamente sotto il suo controllo. Tra le 16 prescelte, c’è anche un’italiana, Gaia Masetti.

L’emiliana (che nella foto di apertura presa da Instagram è ritratta alla Valenciana 2021) aveva contatti per lasciare la Fassa Bortolo e approdare in un’altra squadra italiana, ma a ottobre è arrivata la chiamata dall’Olanda e Gaia si è messa subito al lavoro: «Diciamo che non mi sono mai fermata del tutto, anche se solo da una settimana comincio a fare le cose un po’ più seriamente».

Masetti strada
Fra Valcar, Inpa San Vincenzo e Fassa Bortolo, la Masetti ha girato l’Italia come team. Ora si va in Olanda…
Masetti strada
Fra Valcar, Inpa San Vincenzo e Fassa Bortolo, la Masetti ha girato l’Italia come team. Ora si va in Olanda…
Chi conosci del team olandese?

So che quest’anno ci sarà Jolien D’Hoore sull’ammiraglia, l’ho vista spesso in corsa e l’ammiro molto per i suoi risultati, per il resto sono tutte sconosciute, ma non è un problema. So che la squadra olandese mi seguiva da tempo, sin da quando ero junior e feci bene a Cittiglio al Trofeo Binda (seconda nel 2019, ndr). Al Tour de l‘Ardeche, dove sono stata sesta fra le giovani, abbiamo avuto i primi contatti, poi quando hanno saputo che cercavo squadra si sono fatti avanti e a fine ottobre abbiamo messo tutto nero su bianco.

Sarai l’unica italiana in un team multinazionale…

Sì, so che ci sono atlete da Australia, Nuova Zelanda, Inghilterra, Svezia, ma lo zoccolo duro è olandese e belga. Occasione migliore per crescere non c’è…

Masetti ciclocross
Gaia Masetti ha praticato anche il ciclocross, finendo terza ai Tricolori 2016 da Esordiente 2° anno
Masetti ciclocross
Gaia Masetti ha praticato anche il ciclocross, finendo terza ai Tricolori 2016 da Esordiente 2° anno
Conosci Lefevere?

Non di persona, ma so bene chi sia e quel che ha fatto nel mondo del ciclismo. Sapevo che cercava un team femminile e quando ho visto che entrava nel team è stata davvero una bella cosa. Una persona con la sua storia che ci mette la faccia in un progetto simile è ben più che una garanzia. Sappiamo che in un paio d’anni vuole portare il nostro team nel WorldTour facendolo crescere, puntando su ragazze giovani, ora sta a noi far sì che il progetto si realizzi e io ce la metterò tutta.

Dove pensi di poter emergere?

Io sono una ciclista da classiche, da gare d’un giorno. Reggo bene gli strappi brevi e anche nelle volate di gruppi ristretti posso dire la mia, penso di essere abbastanza completa da questo punto di vista e il fatto che con la NXTG potrò fare le Classiche del Nord mi dà un’enorme carica. In quel corposo mazzo di corse non ci sono solo le gare WorldTour, tra tanti eventi posso trovare quello giusto per me. Anche perché adoro quelle strade e quel clima.

Masetti Fassa 2021
L’emiliana ha corso due anni al Top Girls Fassa Bortolo: qui è alla Vuelta Comunitat Valenciana
Masetti Fassa 2021
L’emiliana ha corso due anni al Top Girls Fassa Bortolo: qui è alla Vuelta Comunitat Valenciana
Pensi quindi di trasferirti?

Non in pianta stabile. Farò un po’ la spola, con il team siamo però d’accordo che nel periodo di attività intensa al Nord starò lì, con base a Oudenaarde. Certamente vivrò più là che a casa mia…

E come l’hanno presa i tuoi genitori?

Sono felicissimi, dicono che è un premio per i miei sacrifici. Io ho investito tutta me stessa sul ciclismo, voglio che diventi una professione e loro mi hanno detto che potrò imparare molto più in un anno lì che 10 in Italia. E’ chiaro che gli mancherò come loro a me, ma è importante fare questo passo.

Masetti bambina
Gaia ha iniziato a 6 anni. Ha corso anche nel team Bikedynamics, fondato da suo padre insieme a Paolo Slongo
Masetti bambina
Gaia ha iniziato a 6 anni. Ha corso anche nel team Bikedynamics, fondato da suo padre insieme a Paolo Slongo
Da quello che dici sembri una ragazza molto inquadrata sul ciclismo: non ti pesa rinunciare a qualcosa più legato alla tua giovane età?

Quando sei contenta di quello che fai non sono veri sacrifici. Io voglio un futuro in questo mondo, piangere e lamentarmi perché manca qualcosa non è nella mia indole, per questo rinunciare a qualche uscita non mi pesa, poi naturalmente ho anch’io i miei momenti di svago.

Questa passione quando è nata?

Se devo dire, da che mi ricordo. Mio padre ha corso da dilettante e poi da amatore, poi ha coinvolto mio fratello, alla fine sono arrivata io. Da piccola pensavo che il ciclismo fosse uno sport maschile, poi mi hanno messo su una bici, portato a una gara, mi sono ritrovata con i fiori in mano e non ho più smesso…

Silvestri: ottimo Toscana e adesso gli europei

02.09.2021
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Il Giro di Toscana ci consegna in rampa di lancio un’emergente Debora Silvestri. L’atleta veronese classe 1998 che corre per il team Top Girls Fassa Bortolo ha colto un ottimo terzo posto nella classifica finale del Giro di Toscana dietro alla scatenata cubana Arlenis Sierra (vincitrice del Giro) in forza al team AR Monex Women’s e alla lituana Rasa Leleivyte dell’Aromitalia Basso Bikes Vaiano. Vi basti pensare che Debora Silvestri è arrivata prima delle italiane, nonostante la sua giovane età. La stagione 2021 è iniziata alla grande per la veronese, che ha raccolto sin da subito piazzamenti importanti come Il terzo posto al Grand Prix Féminin de Chambery e il quarto posto alla classifica finale della Vuelta Comunitat Valenciana, dimostrando nel corso della stagione di mantenere un livello stabile della propria condizione atletica. Come ci dimostrano il settimo posto nella prova dei campionati italiani in linea e il nono posto nella prova contro il tempo. Sembra un’atleta completa e in grado di potersi esprimere su qualsiasi terreno. Sentiamo cosa ha da dirci.

Dotata di un ottimo spunto veloce, la veronese nel 2021 ha già colto importanti risultati
Dotata di un ottimo spunto veloce, la veronese nel 2021 ha già colto importanti risultati
Come hai preparato il Giro di Toscana?

L’obiettivo sinceramente è tutto il mese di settembre, dato che ci sono corse importanti come il Giro dell’Emilia o le Tre Valli Varesine. Dopo il Giro d’Italia ho staccato per recuperare un po’ di energie. Anche perché finora la stagione è stata intensa.

Che tipo di allenamento hai svolto per raggiungere questa condizione?

In realtà nessuno in particolare, perché più o meno il programma è stato lo stesso per tutta la stagione.

Ci racconti brevemente il tuo Giro della Toscana?

La prima tappa l’ho corsa d’istinto perché avevo la consapevolezza di poter ottenere un buon risultato. E’ stato facile, non essendoci ancora nessuna classifica cui dover tenere conto. Il secondo giorno invece abbiamo corso con la massima attenzione, cercando di mantenere sia la maglia da migliore italiana che indossavo io, che il piazzamento nella classifica generale. Sempre nella seconda tappa abbiamo giocato il nostro “jolly” Giorgia Bariani facendola attaccare da lontano. Ci è andata bene perché lei ha vinto la tappa ed io ho mantenuto la maglia e il terzo posto nella classifica finale

Atleta completa che riesce a dire la sua anche in salita. Qui la vediamo in azione alle Strade Bianche Donne
Atleta completa che riesce a dire la sua anche in salita. Qui la vediamo in azione alle Strade Bianche Donne
In generale sei un’atleta che corre più d’istinto o di ragione?

No, più d’istinto.

Quali sono le tue caratteristiche?

Personalmente mi reputo una passista veloce. Però sono in grado di reggere anche sulla salite, se non sono troppo lunghe.

Una volta finita la corsa eri più contenta del terzo posto o più rammaricata per aver sfiorato la vittoria?

No ero contenta perché ho avuto sempre ottime sensazioni in corsa.

Sei molto giovane, dove pensi di poter arrivare?

Sono Cresciuta molto grazie al mio direttore sportivo Lucio Rigato e a tutto lo staff della squadra. Mi sento migliorata sia sul punto di vista atletico che umano e questo lo devo a tutto il team e in parte anche a Patrizia Zanette, la presidente del team nonché moglie di Lucio. Non so precisamente dove potrò arrivare, punto ad arrivare in alto, questo si.

Debora Silvestri in azione durante il prologo al Giro di Toscana che chiuderà in sedicesima posizione (foto Instagtam)
Debora Silvestri in azione durante il prologo al Giro di Toscana che chiuderà in sedicesima posizione (foto Instagram)
Qual è il tuo più grande desiderio da atleta?

Mi piacerebbe vincere qualche classica o una tappa al Giro d’Italia.

Cosa conta davvero nel ciclismo per ottenere risultati di rilievo?

Secondo me contano tanto la costanza, la determinazione e i sacrifici, anche se alla fine quest’ultimi non mi pesano. Aggiungo anche la forza di volontà, il livello è sempre crescente e non bisogna mai mollare.

Cosa ti piace del ciclismo?

Il “gruppo”, mi piace condividere con le mie compagne di squadra ritiri, allenamenti e corse con le conseguenti sconfitte o vittorie.

Una tua passione oltre il ciclismo?

Nel tempo libero esco con gli amici. Poi mi piace leggere e ascoltare la musica. Non ho preferenze e ascolto un po’ di tutto, musica commerciale, pop.