Scusate, Fabbro ha qualcosa da dirci…

13.03.2021
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Quel po’ d’Italia che brilla all’ombra del Gran Sasso porta il nome di Matteo Fabbro. Ce lo aveva detto il suo mentore tra i dilettanti, Roberto Bressan, manager del Cycling Team Friuli: «Vedrete quest’anno che combinerà quel ragazzo. Vedrete come andrà in salita…».

Sulla prima vera scalata della stagione, il friulano ha risposto presente. E’ stato autore di una buona prestazione, restando con il gruppo dei migliori. E precedendo gente come Van Aert, Fuglsang, Bernal, Thomas, Bardet…

A Prati di Tivo Fabbro è arrivato 7° a 42″ da Pogacar
A Prati di Tivo Fabbro è arrivato 7° a 42″ da Pogacar

Che faticaccia

Come da prassi, qualche decina di metri dopo la linea del traguardo i massaggiatori  aspettano i corridori. Fabbro cerca il suo e quando lo trova punta la bici in modo deciso verso di lui. Il massaggiatore gli passa immediatamente un asciugamano da mettere intorno al collo. Matteo gronda di sudore. Ma il fiatone quasi non c’è già più. Primo italiano sull’arrivo di Prati di Tivo.

«Speriamo porti bene – dice – vedremo i prossimi giorni. La Tirreno è ancora lunga e spero di riuscire a mantenere il risultato fatto oggi. Ma che fatica, è stata una dura giornata. Hanno iniziato ad attaccare ad una salita dalla fine (il passo delle Capannelle, ndr) ed io ho sofferto perché era molto pedalabile. E poi correvo in supporto a Konrad e quando mi ha dato il via libera ho dato tutto, ho fatto il meglio che potevo».

La fiducia cresce

Fabbro è uno scalatore puro, almeno se si considera il suo peso, ben al di sotto dei 60 chili. E ci sta che soffra su un certo tipo di salite. Quando si hanno questi numeri quasi, quasi è meglio la pianura che una salita troppo dolce.

La scalata finale era impegnativa sì, ma lo era soprattutto nella prima parte, poi diventava un po’ più pedalabile. Tanto che quando gli chiediamo con che rapporto l’avesse affrontata Matteo fa una smorfia con la bocca, come a dire: “non lo so”. «Però – aggiunge – so che nel finale salivo di 53». E per questo essere tra i grandi conta ancora di più. E’ importante per acquisire sicurezza e fiducia nei propri mezzi. E’ importante per la testa…

«E’ fondamentale direi – conferma Fabbro con tono sicuro – dentro di te c’è una spinta. E’ un qualcosa di unico. Vedo che cresco anno dopo anno. Sono contentissimo».

E quando gli diciamo che sta prendendo le misure ai grandi, con il suo occhietto furbo annuisce e sorride…

Una manciata di caramelle gommose prima di andare al bus
Una manciata di caramelle gommose prima di andare al bus

Fabbro capitano al Giro?

Intanto il vento non manca. Il sole inizia a calare dietro al Gran Sasso innevato e infatti il freddo si fa sentire. Fabbro indossa un giacchino più pesante e chiede al massaggiatore due cose. La prima, è dove sono i bus. E la seconda, sono i mitici orsetti Haribo: ne prende manciata e li manda giù.

«Nel finale di oggi c’era una bella lista di campioni. Chi ho visto bene? Tutti! I primi due sicuramente sono andati molto forte. Da parte mia cercherò di fare il meglio possibile fino alla fine della Tirreno».

Proprio Fabbro ci aveva detto che al Giro avrebbe corso in appoggio ai suoi capitani, tra cui Konrad. Ma andando più forte di loro potranno cambiare le cose in vista della corsa rosa? Potrà avere gradi più importanti? Insomma, prestazioni del genere sono segnali che di certo alla Bora Hansgrohe non passeranno inosservati.

«Non sono sicuro, ma mai dire mai…».

A questo punto Fabbro se ne va verso il bus, 13 chilometri più a valle. Sotto, sotto ci spera.

I due pesi massimi e lo scugnizzo: parla Ballan

13.03.2021
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Senti Ballan, due come Van Aert e Van der Poel li abbiamo mai visti? Possiamo rivedere in loro la rivalità che ci fu di recente fra Boonen e Cancellara? Oppure fra Cancellara e Sagan, se mettiamo sul piatto anche la diversità di carattere? E Alaphilippe che ruolo può svolgere?

Sono i pensieri che ti vengono guidando dopo le tappe della Tirreno-Adriatico, avendo assistito anche ieri a un altro show del belga e dell’olandese. E così l’idea è stata di condividere tutte queste domande con uno che si è trovato a correre in mezzo a Cancellara e Boonen e che magari, vivendola da dentro da corridore e ora con la Rai, può essersi fatto un’idea.

Per Ballan, le sfide fra Boonen e Cancellara ricordano quelle fra Van Aert e VdP
Le sfide fra Boonen e Cancellara ricordano quelle fra Van Aert e VdP
Boonen e Cancellara?

Come rivalità somiglia, ma qui c’è più qualità. Boonen era nettamente più veloce, ma “Cance” era ovviamente superiore a crono. Qui la sensazione è che vadano forte allo stesso modo da tutte le parti. Anche la volata di ieri a Gualdo Tadino (foto di paertura). Ha vinto Van der Poel e Van Aert è arrivato “solo” quinto, ma prima ha dovuto chiudere il buco su Stybar. Se fossero partiti insieme, sarebbero arrivati al fotofinish.

Ti viene in mente un’altra rivalità del genere?

Non ho tutta questa storia sulle spalle. Ci sono stati fenomeni come Merckx o come Saronni, ma c’è sempre stata una differenza fra loro. Anche fra Moser e De Vlaemick.

Sono proprio uguali secondo te?

Non sovrapponibili. Van der Poel forse è più esplosivo e su un arrivo come quello di Siena ha un cambio di ritmo che l’altro non ha. Anche nel ciclocross, se ci fate caso. Van Aert prendeva la corsa in testa e magari la finiva vincendo. Ma al mondiale, mentre faceva così, l’altro da dietro gli ha mangiato terreno giro dopo giro, scattando sul ponte o in punti precisi.

Forse Van Aert va meglio in salita?

Su quelle lunghe, sì, almeno lo ha fatto vedere. Penso a quelle del Tour l’anno scorso, ma è anche vero che finora Van der Poel non lo abbiamo visto farle.

Secondo Ballan, Alaphilippe può infilarsi nel mezzo con le sue invenzioni
Alaphilippe può infilarsi nel mezzo con le sue invenzioni
Come carattere?

Qui la differenza si vede. Van Aert è molto più impulsivo, forse è quello che teme di più l’altro. Magari perché ha perso tante sfide dirette. Penso all’occhiataccia che ha dato a Pidcock quando lo ha passato alla Strade Bianche durante l’inseguimento. Era nervosissimo, non so nemmeno se gli abbia detto qualcosa. Non ho capito come abbia corso a Siena…

Cioè?

Si è staccato in un momento di non particolare selezione. Se avesse pagato il ritmo perché era alla prima corsa, avrebbe sofferto tutto il giorno. Invece ha perso 200 metri e poi è andato forte come quelli davanti. Quasi da pensare a una crisi di fame, qualcosa di passeggero. Quasi abbia voluto farli andare per dare una dimostrazione e poi non sia più riuscito a riprenderli. Forse per questo era così nervoso.

Addirittura?

Anche sullo strappo finale, se li è tolti tutti di ruota. Non lo so, un giorno sicuramente strano. Comunque a occhio, si potrebbe pensare che Van der Poel abbia più classe.

E Alaphilippe che cosa può fare lì in mezzo?

Inventarsi l’attacco a sorpresa che li possa sorprendere, come la volata di Chiusdino. Anche lui è uno che sbaglia parecchio, però è forte e riuscirà a dargli filo da torcere. Ma non nel corpo a corpo, quello con due come loro è vietato.

Tirreno Adriatico 2021

Nibali? Più Tirreno che Sanremo

10.03.2021
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«Voglio vedere l’asfalto schizzare per aria. Pronti a scattare dal chilometro zero»: Luca Guercilena (foto in apertura) general manager della Trek-Segafredo, lancia così la stagione e la Tirreno – Adriatico dei suoi ragazzi e rimanda i discorsi sulla Sanremo. E in qualche modo si riallaccia alle parole che Ciccone e Nibali avevano rilasciato: «Abbiamo una squadra solida, possiamo essere competitivi ogni giorno», aveva detto l’abruzzese. «Abbiamo un obiettivo chiaro come squadra, ovvero dare continuità all’ottimo inizio di stagione», aveva ribadito il siciliano.

La Trek è partita davvero forte ed ora abbiamo capito perché. Hanno vinto Mollema (due corse), Pedersen, Brambilla e quando non hanno alzato le braccia al cielo i suoi ragazzi sono stati protagonisti.

Tirreno Adriatico 2021
Vincenzo Nibali è alla 12ª partecipazione nella corsa dei Due Mari La Sanremo viene dopo
Tirreno Adriatico 2021
Nibali è alla 12ª partecipazione nella corsa dei Due Mari

Si punta sullo Squalo

Che gara sarà quella di Nibali? Può essere più che un semplice passaggio, ma un vero obiettivo.

«Vincere non è mai facile – dice Guercilena – ma siamo qui per Vincenzo che può fare bene. La sua condizione è in continuo crescendo. Ha fatto bene a Laigueglia, è migliorato ancora a Larciano. Poi con il parterre che c’è non dico che possa vincere, ma può fare bene.

«Di certo per Vincenzo più Tirreno che Sanremo. Anche perché per uno scalatore puro, con finisseur come Alaphilippe o Van der Poel, la Sanremo diventa davvero difficile da vincere».

Anche Nibali è dello stesso pensiero di Guercilena. «E’ un momento importante della stagione – ha detto – e la Tirreno è la gara più esigente del mio calendario fino a questo momento. Corsa dopo corsa le sensazioni sono migliorate, sento di essere in linea con le aspettative che avevo per questo periodo».

Con il manager milanese, si parla di quanto sia importante per Nibali correre e avere sensazioni positive. Prima dell’inizio della Parigi-Nizza, Nibali era il corridore con più chilometri di corsa nelle gambe. Ne aveva già oltre 2.000 in 14 giorni di gara. E questo dice il piglio con cui lo Squalo ha preso la stagione. Sa che per tenere testa ai più giovani e soprattutto per stare sui suoi valori ha bisogno di correre, magari meglio un ritiro in meno, ma qualche corsa in più.

La crono di San Benedetto

«Quello della Tirreno è un percorso intrigante e mai banale – ha detto Nibali – Ce n’è per tutti i gusti, dagli arrivi in volata, a quelli misti e imprevedibili dove abbiamo diverse alternative per fare gioco di squadra, come successo a Laigueglia e Larciano. Prati di Tivo delineerà la classifica e, senza la cronosquadre iniziale, la crono di San Benedetto acquisterà ancor più peso».

Nibali parla così della crono e del suo peso nell’economia della corsa, ma nel via vai tra gare, viaggi, trasferte… i ragazzi quando preparano davvero le cronometro? Come fanno a lavorarci su?

«Eh, non è facile – ammette Guercilena – noi nei ritiri ogni tre giorni ci lavoriamo, inoltre i ragazzi usano la bici da crono a casa. Vedo però che i cronoman che stanno emergendo sono quelli che vengono dalla pista. Ganna, ma anche Stefan Bissegger (ieri vincitore della corno alla Parigi-Nizza, ndr) viene da lì. Lavora con la nazionale svizzera da quando era juniores e portano queste attitudini anche su strada».

Tirreno Adriatico 2021
Giulio Ciccone in azione sul Monte Pitoro nella prima tappa della Tirreno.
Tirreno Adriatico 2021
Ciccone in azione sul Monte Pitoro nella prima tappa della Tirreno.

Tirreno in appoggio?

E poi c’è Ciccone. Giulio sembra aver ritrovato la brillantezza che gli compete e con essa lo spirito che lo contraddistingue. Ma se di questo non ci sono dubbi e le sue stories su Instagram lo confermano, sul piano delle gambe non siamo ancora di fronte al miglior Ciccone che, sia chiaro, comunque è in crescita anche anche lui. L’abruzzese ha dichiarato che l’arrivo di Prati di Tivo lo stuzzica non poco e allora ci si chiede se davvero potrà aiutare Nibali corpo ed anima.

«Premesso che l’ambizione personale in un giovane è giusto che ci sia, la programmazione è stata ben definita ad inizio anno. “Cicco” è partito un po’ più tranquillo – dice Guercilena – lui dovrà essere pronto per il Giro e sarà il capitano alla Vuelta, deve arrivare al top a fine stagione. Qui non deve dimostrare nulla. Anche perché è fresco di rinnovo. Per lui è prevista una crescita più graduale».

« Il 2020 è dimenticato – fa eco a Guercilena, Ciccone – e sono già stato vicino a vincere. Alla Tirreno il mio obiettivo è fare un ulteriore step di crescita, dare continuità alle prestazioni fatte finora».

Pogacar, debutto alla Tirreno e voglia di vincere

09.03.2021
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Sembrerà strano, ma Tadej Pogacar non ha mai corso una gara a tappe in Italia. Le ultime sono state quelle da under 23 e semmai prima da junior. Così la Tirreno-Adriatico che lo vedrà da domani al via, sarà a suo modo un debutto. E visto il livello già raggiunto dallo sloveno in questa prima parte di stagione, promette di non essere un esordio banale. La vittoria al Uae Tour e la bella prestazione di sabato alla Strade Bianche dicono che il vincitore del Tour potrebbe avere nelle gambe anche la vittoria nella corsa italiana.

«Mi piace l’Italia – sorride – il cibo è ottimo e i tifosi sono fantastici. Chissà, forse il 2022 potrebbe essere l’occasione di venire finalmente al Giro d’Italia. Per quest’anno si pensa nuovamente al Tour e poi alle Olimpiadi e alla Vuelta».

In salita al Uae Tour ha dimostrato di essere già in grande condizione
In salita al Uae Tour ha dimostrato di essere già in grande condizione

Poche parole

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare osservando il suo aspetto angelico, Pogacar è più simile a Roglic, taciturno e schivo, che a un cherubino. Eviterebbe volentieri le luci della ribalta per starsene nel suo e tempo addietro fu proprio Andrea Agostini, responsabile della comunicazione per il Uae Team Emirates, a raccontarci di essere dovuto intervenire per dettare al giovane le regole base di convivenza con la stampa.

«Quando ottieni dei risultati – dice infatti Pogacar – devi andare in giro per gli sponsor e rispondere a tante domane. E’ una cosa che non mi piace molto, ma fa parte del gioco. E tutto sommato devo esserne contento, per cui lo accetto».

La Strade Bianche ha detto che sei in ottima forma: pensavi di vincere?

Ho provato a farlo, di sicuro ho dato il massimo, in una corsa durissima e tutto il giorno full gas. L’attacco di Van der Poel mi ha sorpreso, lui ha grande potenza. Non so cosa però potrà fare alla Tirreno-Adriatico in termini di classifica.

In realtà ha detto che non ci proverà nemmeno, mentre uno che vuole testarsi è Van Aert: vuole capire se può diventare uomo da classifica.

Anche lui è molto forte e in passato, anche l’anno scorso, lo abbiamo visto andare molto forte in salita. Ha una super condizione, sono curioso di vedere che cosa potrà fare.

Hai rinnovato il contratto fino al 2026, praticamente il futuro è assicurato…

Non è una abitudine frequente nel ciclismo fare contratti così lunghi, ma qui sto bene. Credo nella squadra e loro credono in me. Ed è il modo per vivere le mie stagioni senza stress, mi fa stare molto tranquillo.

Settimo alla Strade Bianche, sorpreso dall’attacco di VdP
Settimo alla Strade Bianche, sorpreso dall’attacco di VdP
Al Uae Tour, magari anche per motivi di sponsor, hai detto che quella corsa era il tuo primo obiettivo: ha dovuto anticipare di tanto la preparazione?

In realtà no, quelle date sono perfette per iniziare. Certo per essere in forma ho dovuto allenarmi un po’ di più, ma non ho sottratto nulla al mio periodo di riposo.

La Tirreno ha tappe nervose, un bell’arrivo in salita e la crono. Pensi di avere una squadra abbastanza forte?

Proprio al Uae Tour abbiamo fatto un super lavoro ogni giorno. Ci sono ragazzi nuovi, ma tutti di qualità. Proveremo a vincere, proveremo come al solito a fare del nostro meglio. Sono curioso, ma ormai c’è rimasto davvero poco da spettare…

Tirreno in vista, Viviani pronto per tornare

07.03.2021
3 min
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Elia Viviani sta tornando e guarda con fiducia alla Tirreno. La sensazione l’aveva sentita forte sulla propria pelle nella volata della penultima tappa del UAE Tour, quando era arrivato a un’incollatura dal dominatore Sam Bennett. E quella sensazione si avverte ancora di più sentendo il tono delle sue parole durante una pausa degli allenamenti che sta svolgendo su pista, perché nella sua mente l’obiettivo principale della stagione ha un solo nome: Tokyo.

La strada giusta

Quella volata nella quale è tornato protagonista ha un sapore dolce, ma chiaramente poteva esserlo di più.

«La vittoria non ha eguali – dice – è un’altra cosa, però è un buon segnale, ma tutta la trasferta negli Emirati Arabi mi ha dato indicazioni positive sin dalla prima tappa, quella dei ventagli dove mi sono ritrovato nel gruppetto davanti. Poi anche nell’altra volata vinta da Bennett, ero andato in progressione chiudendo quarto. La corsa araba mi ha detto che la potenza sta tornando quella del 2019, alla vigilia avrei pensato di essere solo al 70 per cento invece sono più avanti. Discorso diverso per la forma fisica…».

Dall’intesa con Simone Consonni sono nate tante vittorie, fra cui l’europeo 2019
Dall’intesa con Consonni è nato anche l’europeo 2019
In che senso?

Sono ancora un paio di chili sopra il mio peso forma e devo perderli prima della Sanremo. Non posso lamentarmi, in fin dei conti sono già a buon punto a un mese dall’intervento al cuore, anzi posso dire di essere sorpreso per essere a questo livello. Ho fatto 10-12 giorni di recupero e alla fine mi hanno fatto bene, mi sono sentito potente e determinato. Quel che non mi manca è la voglia di riscatto dopo quanto ho passato, probabilmente è quella la molla che mi sta aiutando.

Come va con il team?

Molto meglio, finalmente si lavora in sintonia e i meccanismi cominciano a funzionare. Anche per questo volevo assolutamente esserci al UAE Tour, non potevamo perdere altro tempo dopo le cancellazioni delle prime gare. Stiamo lavorando bene insieme, c’è più dialogo, ognuno si impegna al massimo per il ruolo che deve svolgere. E questo mi dà tanta fiducia, anche se chiaramente manca qualcosa senza Simone Consonni.

A proposito, che notizie hai su di lui?

Ha ripreso ad andare in bici, fa 2-3 ore al giorno, ma il fastidio al ginocchio non è andato via e per questo salterà tutte le classiche. Il lavoro che stiamo facendo dovrà però consentirgli di reinserirsi nel treno in maniera rapida e semplice, senza sussulti. Attualmente i suoi compiti li sta svolgendo Kenneth Vanbilsen che nel lanciare la volata è l’uomo immediatamente davanti a Sabatini e a me, mentre il primo a pilotare il treno è mio fratello Attilio. Si sono tutti adattati e questo è un bel segnale.

Da quest’anno, Elia ha intensificato la presenza in pista
Da quest’anno, Elia ha intensificato la presenza in pista
Sai bene che molti guardano con particolare interesse alla tua intesa con Simone. Anche Villa parlando della madison olimpica accennava all’importanza che fra voi ci sia quella particolare intesa sia tecnica che umana…

Certo, io e Simone ci sentiamo quasi quotidianamente, ho cercato anche di aiutarlo nel trovare qualche soluzione al suo problema fisico. Quando hai un guaio a un ginocchio affronti tante incognite, ma quel che serve è soprattutto la pazienza. Simone farà un programma alternativo per poter rientrare nel nostro gruppo al Giro d’Italia.

In questo anno così particolare quanto ti sta aiutando la pista?

Tantissimo, credo sia parte del mio essere sulla via del ritorno ai valori del 2019. Ho già svolto tre ritiri a Montichiari in questa stagione pur con le difficoltà legate all’inconveniente fisico subìto. Dopo questo blocco di lavori ci rivedremo al termine del periodo delle classiche e conto di fare una preparazione massiccia su pista già prima del Giro. Poi dopo la corsa rosa mente e corpo saranno proiettati su Tokyo. Ora intanto la barra è puntata sulla Tirreno-Adriatico, dove spero di crescere ancora rispetto al UAE Tour, di quel gradino che mancava…

Bettiol, Tirreno crocevia verso le classiche

05.03.2021
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Ancora poche ore e Alberto Bettiol potrà gareggiare sulle sue strade, quelle di casa, quelle che lo hanno visto crescere. Tuttavia l’asso toscano non arriva al meglio a questa edizione della Strade Bianche. Il suo inverno non è stato dei più facili, ma l’ottimismo non manca.

In questa giornata di vigilia il cielo plumbeo e freddo ha scacciato via la primavera. Evidentemente la “Classica del Nord più a Sud d’Europa”, voleva il clima ideale!

Alberto Bettiol (27 anni) è alla sua ottava stagione da pro’
Alberto Bettiol (27 anni) è alla sua ottava stagione da pro’

Inverno complicato

«Quest’inverno – dice il corridore di Castelfiorentino – ho avuto qualche problemino fisico e la condizione è un po’ in ritardo. Ma ne sono consapevole e spero che le prossime gare, soprattutto la Tirreno-Adriatico, mi possano portare a regime.

«Però domani sarà comunque un’emozione. Anche se non sono super pronto correrò con il supporto degli amici, dei familiari. E’ la corsa che vedevo passare da bambino. La Strade Bianche mi piace, quando sto bene è anche adatta alle mie caratteristiche. Conosco le zone e anche qualche strada. Magari sugli sterrati no, ma in allenamento mi è capitato di passarci».

I problemini di cui parla Bettiol riguardano l’aspetto della salute, in particolare dell’intestino. E in qualche modo ci sta ancora combattendo. Nonostante ciò è volato sul Teide, dove ha svolto una buona base e poi ha iniziato a gareggiare all’Etoile de Besseges.

«All’Etoile – dice – sono arrivato davvero con pochi chilometri nelle gambe e infatti ho fatto fatica (foto in apertura, ndr). Teniamo la situazione sotto controllo con il medico che mi sta seguendo e con lo staff della EF Procycling». 

Il sole volge al tramonto, in EF Procyclin ormai tutto è pronto per domani
Il sole volge al tramonto, in EF Procyclin ormai tutto è pronto per domani

Esperienza e speranza

Magari dopo l’anomala stagione del covid questo poteva essere l’inverno per cambiare qualcosina nella preparazione, affinare alcune mancanze, ma ciò non è stato possibile.

«Più che cambiare qualcosa – riprende Bettiol – avrei preferito semplicemente stare bene! Però sul Teide ho passato delle belle settimane: caldo, una buona base di chilometri…».

Il re del Fiandre 2019 resta una delle punte del nostro ciclismo. L’obiettivo è ritrovare una certa costanza di rendimento, l’aspetto che forse più è mancato a Bettiol da quando è professionista. Le sue qualità e i suoi numeri infatti non si discutono, Leonardo Piepoli, che lo segue da anni, ci sta sicuramente lavorando.

Ma quel che conta è che le motivazioni non mancano. E anche se come dice Bettiol stesso, la condizione non è al top, la EF Procycling squadra crede in lui. Sarà che è l’unico italiano del team ma la squadra lo ha supportato alla grande per questa gara esaltando il fatto che si corresse nella sua Toscana. 

«I miei spazi in virtù di questa condizione? Non so ancora di preciso che squadra ci sarà alla Tirreno-Adriatico, se ci sarà qualcuno che vuol far classifica e quindi che andrà aiutato, ma intanto pensiamo a domani che non sarà facile. La Strade Bianche è una gara particolare in cui oltre alle gambe conta avere una buona posizione in gruppo, sapersi muovere con i giusti tempi. Sarà la mia settima partecipazione, pertanto cercherò di limitare i danni con l’esperienza».

E proprio pensando all’esperienza, ieri Bettiol ha scelto il setup definitivo.

«Per la Strade Bianche pochi cambiamenti, ho scelto i tubeless Vittoria da 28 millimetri che danno maggior sicurezza anche per le forature. Altri interventi non se ne fanno. Inoltre la nostra Cannondale Supersix, pur essendo full carbon, è più “morbida” delle altre, più confortevole ed va bene così. Giusto per la Roubaix si fanno interventi più importanti».

Il toscano lo scorso anno fu quarto sull’arrivo di Siena
Il toscano lo scorso anno fu quarto sull’arrivo di Siena

Tirreno fondamentale

Bettiol ha nominato la Roubaix, che seguirà il Fiandre. Sono le due classiche del Nord per eccellenza e lui è uomo da Nord. Non potendo essere al top per la Strade Bianche e, forse, neanche per la Sanremo lavorerà pensando a quelle classiche?

«Sicuramente lavoro per quelle corse – conclude Alberto – E per questo credo molto, come ho accennato, nella Tirreno. Quella la sarà la gara che potrà darmi il giusto ritmo, portarmi in condizione, la voglio sfruttare al massimo, nella speranza che fra un mese possa essere in forma. Io voglio arrivare al top ad Harelbeke. E chissà che questo ritardo iniziale non possa favorirmi in vista di quel periodo…».

Tirreno-Adriatico: dopo Prati di Tivo, la nuova crono

02.02.2021
5 min
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L’ultima volta che la Tirreno-Adriatico fece tappa a Prati di Tivo, in quel 9 marzo del 2013 con la neve sui bordi della strada e sulle piste là in alto, i tifosi sperimentarono per la prima volta in azione l’irruenza di Chris Froome in salita. Il britannico del Team Sky, che al Tour dell’anno precedente aveva svolto a fatica il ruolo di gregario per Wiggins, si accingeva a conquistare la prima maglia gialla della carriera. Quel giorno staccò Santambrogio e Nibali, eppure di lì a due giorni si sarebbe arreso all’inventiva e alla forza di Vincenzo nella tappa di Porto Sant’Elpidio flagellata dalla pioggia. Ugualmente rimanendo fra i cittadino del Regno Unito, l’edizione 2020 è stata vinta da Simon Yates (foto di apertura)

Ecco la planimetria della Tirreno-Adriatico 2021, che parte dal Lido di Camaiore e arriva a San Benedetto
Ecco la planimetria della Tirreno-Adriatico 2021

Lido di Camaiore, si va

La Corsa dei Due Mari ha visto oggi la luce, in un momento della stagione fatto di dita incrociate e lunghe attese. Il prossimo step nel planning Rcs sarà svelare le wild card per il Giro e poi finalmente sollevare il velo sull’edizione 2021 della corsa rosa.

La Tirreno-Adriatico del 2021 partirà il 10 marzo dal Lido di Camaiore, con una tappa veloce come nel 2020, e si concluderà con la più classica delle crono che tuttavia quest’anno cambierà percorso. Niente di troppo clamoroso, rimarrà una prova veloce, ma si allontanerà dal classico avanti e indietro sul lungomare.

Passate le frazioni di Chiusdino, comune della provincia di Siena, e quella di Gualdo Tadino, entrambe con percorsi nervosi che non escludono arrivi in volata, il gruppo prenderà la via della montagna d’Abruzzo.

A Prati di Tivo nel 2013 alza la voce Chris Froome
A Prati di Tivo nel 2013 alza la voce Chris Froome

Terzo giorno in salita

L’arrivo in salita sarà di sabato 13 marzo, a capo di una frazione non lunghissima che parte da Terni e segue il più classico dei tracciati di avvicinamento alle montagne d’Abruzzo. Prima la salita di Forca di Arrone, poi la piana reatina, Sella di Corno da Antrodoco e la lunga discesa verso l’Aquila. Da qui si attacca il Passo Capannelle e da qui, scendendo verso Teramo, si andrà a prendere la salita finale, di 14,5 chilometri, con 22 tornanti: pendenza media del 7 per cento, massima del 12.

1ª tappa: Lido di Camaiore-Lido di Camaiore, km 156
1ª tappa: Lido di Camaiore-Lido di Camaiore, km 156
2ª tappa, Camaiore-Chiusdino, km 226
2ª tappa, Camaiore-Chiusdino, km 226
3ª tappa, Monticiano-Gualdo Tadino: km 189
3ª tappa, Monticiano-Gualdo Tadino: km 189
4ª tappa, Terni-Prati di Tivo: km 148
4ª tappa, Terni-Prati di Tivo: km 148
5ª tappa, Castellalto-Castelfidardo: km 205
5ª tappa, Castellalto-Castelfidardo: km 205
6ª tappa, Castelraimondo-Lido di Fermo: km 169
6ª tappa, Castelraimondo-Lido di Fermo: km 169
7ª tappa, San Benedetto del Tronto, crono individuale:
7ª tappa, San Benedetto del Tronto, crono individuale:

La tappa dei muri

Domenica 14 marzo, ecco la tappa dei muri marchigiani, da Castellalto a Castelfidardo. Dopo il primo passaggio attraverso la Selva della Battaglia, si entra nel circuito di 23 chilometri da ripetere 4 volte, in un susseguirsi di muri (pendenze fino al 18 per cento) e discese con un solo breve tratto pianeggiante. L’ultimo chilometro si snoda nell’abitato di Castelfidardo sempre in salita.

Mathieu Van der Poel, sfinito, conquista di forza il traguardo di Loreto nel 2020
Mathieu Van der Poel, sfinito, conquista di forza il traguardo di Loreto nel 2020

Cambia la crono

L’arrivo al Lido di Fermo sarà l’ultima occasione per i velocisti prima della cronometro di chiusura a San Benedetto del Tronto. Prova individuale di 11,1 chilometri, con partenza dallo Stadio delle Palme e passaggio sotto la ferrovia per portarsi sulle strade del percorso classico, ma in direzione opposta. Si scende verso Porto d’Ascoli per poi giungere in Piazza Salvo d’Acquisto e con un giro di boa risalire il lungomare verso nord. Dopo il porto di San Benedetto, si risale ancora verso Grottammare per girare attorno al vecchio stadio Ballarini e dirigersi a sud per raggiungere l’arrivo.

Altimetria generale Tirreno Adriatico 2021
Ecco l’altimetria generale Tirreno Adriatico 2021
Altimetria generale Tirreno Adriatico 2021
Ecco l’altimetria generale Tirreno Adriatico 2021

Sport e spettacolo

Visibilmente soddisfatto Stefano Allocchio, direttore di corsa di Rcs Sport, che ha commentato il tracciato.

«Abbiamo costruito un percorso sulla falsa riga di quello dello scorso anno – ha detto – con tappe adatte a ogni tipo di corridore. Crediamo che questa formula sia vincente perché ci permette di mostrare al mondo, oltre ad uno spettacolo sportivo di altissimo livello, anche territori unici con scenari che cambiano e vanno dalle località di mare a quelle dell’entroterra fino a quelle di montagna. Un ringraziamento particolare va a tutte le istituzioni coinvolte che, anche in un periodo così complicato, si sono adoperate per far si che la Tirreno-Adriatico si possa svolgere regolarmente e in tutta sicurezza».