La Francia porta bene: Brambilla tappa e maglia

22.02.2021
4 min
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La fortuna in certi giorni devi andartela a prendere, pensa Brambilla in Francia infilandosi nel primo gruppo in fuga. La terza tappa del Tour des Alpes Maritimes et du Var ha sette colli e neanche un metro di pianura. Strade che Gianluca conosce benissimo, dato che vive a Monaco e nei suoi allenamenti le percorre quasi tutti i giorni. La Trek-Segafredo sa che il giorno può essere decisivo. Mollema, vincitore della prima tappa, in partenza confida a un giornalista che oggi correranno per Ciccone e per Brambilla, che ha il compito di infilarsi nella prima fuga. E Brambilla la fuga la prende e va via.

Era partito per la Francia in supporto a Ciccone
Era partito per la Francia in supporto a Ciccone

Strade di casa

«Giorno duro – racconta Brambilla – per fortuna conoscevo le strade. Mi sono infilato nella prima fuga e all’inizio sono stato furbo. Ho giocato bene le mie carte, approfittando del fatto che quelli della Groupama stavano facendo un lavoro enorme. Il guaio è stato che ho avuto problemi con la radio e alla fine non sentivo niente. Per fortuna a un certo puto è venuto Gregory Rast con l’ammiraglia e mi ha detto che per vincere la tappa, avrei dovuto provare a staccarli. E forse a quel punto c’erano anche possibilità per la classifica. Ma io pensavo alla tappa, se devo essere onesto…».

Il Col de la Madone, punto spettacolare della terza tappa
Il Col de la Madone, punto spettacolare della terza tappa

Un anno duro

Il 2020 e tutto il periodo del lockdown non sono stati semplici da gestire, ce lo aveva raccontato proprio lui qualche settimana fa.

«Non è stato un bel periodo – ci aveva detto – e per fortuna il lockdown l’abbiamo passato in Italia, altrimenti in appartamento a Monaco saremmo impazziti. Io ne ho approfittato per togliere una ciste che mi ha fatto perdere 10 giorni prima di andare al primo ritiro a San Pellegrino. Ho ripreso a correre un po’ indietro, ma dalla Tirreno ero a posto. Non so come abbiano fatto gli altri ad avere la testa per stare tutto quel tempo sui rulli…».

Nell’ultima tappa per Ciccone una giornata dura: quasi 9 minuti di passivo
Nell’ultima tappa per Ciccone quasi 9 minuti di passivo

Missione compiuta

A cinque chilometri dall’arrivo, Brambilla capisce che ce la può fare. Per la tappa e anche per la maglia, che è gialla come in tante altre corse francesi (come se in Italia la dessero rosa ogni volta!). Il suo ritardo da Woods in partenza era di 13″ e ora il canadese viaggia intorno ai 20″. Il Col de la Madone e le sue spire sono alle spalle. La discesa del Col de Nice la pennella come uno di casa. E alla fine quando piomba sul traguardo, i distacchi sono minimi, ma bastano a riscrivere la storia. Tao Geoghegan Hart e il suo gruppetto arrivano a 13″. Fuglsang guida il drappello a 18″ in cui è rimasto imbrigliato Woods (alle prese con non meglio precisati problemi meccanici) con Gaudu, Mollema che ha fatto buona guardia e Quintana. Lo sguardo di Brambilla è quello di un bambino contento. «Se ci saranno Nibali e Ciccone in classifica – aveva detto anche questo – correrò per loro, altrimenti ogni corsa sarà buona anche per me». E così è andata.

Maglia gialla in terra di Francia, la vittoria è sua
Maglia gialla in terra di Francia, la vittoria è sua

A Laigueglia

«Voglio ringraziare John Burke di Trek e Luca Guercilena – dice fra le prime parole – che hanno creduto in me anche se nel 2020 ci sono stati momenti difficili. Ma io ci ho sempre creduto e ho fatto il mio lavoro al 100 per cento e credo che questo sia il modo migliore per ripagarli. Adesso ci riposiamo un po’ e poi torniamo per Laigueglia, un po’ più vicino a casa. E’ bello aver cominciato la stagione in questo modo».