Ha fatto bene Van Aert a non correre prima?

07.03.2021
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Dopo l’arrivo di ieri alla Strade Bianche, finito di correre e rincorrere, Van Aert è rimasto fermo per dieci minuti con il sedere sull’orizzontale e la schiena alla piazza, facendo imbufalire il tipo del servizio d’ordine che avrebbe voluto la corsia libera per far defluire i corridori. Quando poi ha ritenuto di aver messo ordine nei pensieri e ha trovato la voglia di togliersi di lì, il gigante belga si è voltato verso i giornalisti che lo aspettavano. Qualche istante prima di farlo, come in un salto indietro di qualche settimana, una battuta a denti stretti con Pidcock, che a sua volta aveva ripreso fiato e vita, li ha riportati entrambi a quando erano convinti di essere al top e Van der Poel li bastonava con i suoi attacchi devastanti anche nel cross.

Il lato A della foto di apertura. In basso a sinistra, l’autore di quella foto
Il lato A della foto di apertura. In basso a sinistra, l’autore di quella foto

Primo a cedere

Le sue parole, arrivando in Italia senza correre prima, hanno un po’ spiazzato l’ambiente: verrò per fare classifica alla Tirreno-Adriatico, per cui immaginando che possa aver lavorato su salite più lunghe del solito, magari potrebbe aver trascurato l’esplosività necessaria sugli strappi di corse come questa?

«Come ogni anno – ha detto il capitano della Jumbo Vismac’è chi comincia prima ed è più difficile fare la differenza. Io avevo la stessa condizione dello scorso anno, più o meno. In ritiro ho lavorato bene, ma mi sono accorto di non riuscire a fare la differenza. Sono stato il primo in difficoltà nel gruppo di testa e questo probabilmente perché ero alla prima corsa. Avrei avuto bisogno di correre prima? In ogni caso mi sono ripreso e ho fatto un bel finale. Alla fine andavo come quelli davanti, c’è stato un momento che sembrava di toccarli da quanto erano vicini, ma purtroppo non tutti ci hanno creduto allo stesso modo. E’ stato diverso dallo scorso anno e devo fare i complimenti a Mathieu Van der Poel e a chi è andato più forte di me».

Pidcock è rimasto a ruota per proteggere Bernal in fuga
Pidcock è rimasto a ruota per proteggere Bernal in fuga

Vento a favore

Una sua interpretazione della corsa va contro corrente rispetto a quanto hanno raccontato alcuni suoi colleghi.

«Il vento non è stato un problema – ha spiegato – tutt’altro. Ha reso la corsa più facile, almeno nella prima parte. Si stava benissimo a ruota ed è questo il solo motivo per cui ai piedi delle Sante Marie è arrivato un gruppo così numeroso. Poi la corsa è esplosa e si sono visti i valori in campo. Certo ero il vincitore uscente, per cui non avreste accettato alcun risultato al di sotto della vittoria. Però sono arrivato quarto, il primo degli inseguitori, a 30 secondi dal podio. La mia squadra ha lavorato benissimo, facendo un grande lavoro. Sono in netta crescita. C’ero nei momenti importanti e non sono sprofondato. Questo basta».

Sulla salita di Santa Caterina si è scrollato di dosso i compagni di viaggio, arrivando 4°
Sulla salita di Santa Caterina il suo ultimo scatto

Preparazione ok?

Poi Wout ha fatto il punto di cosa gli sia mancato in corsa per essere al livello dei primi tre e si è capito che con un paio di corse nelle gambe, probabilmente saremmo stati lì a raccontare un’altra storia.

«La vera accelerazione non c’è ancora – ha detto – mi è mancato il cambio di ritmo. Sono in buona forma, ovviamente volevo vincere la gara, ma oggi non è stato possibile. Ho pagato le pendenze più accentuate e gli scatti di Alaphilippe e Van der Poel proprio in quei tratti (sono gap che forse derivano dal non aver corso prima, ndr). Ma questa rimane una delle gare più belle dell’anno e l’ha vinta il migliore. Quanto a me, sono in tabella per quello che voglio fare quest’anno. Sono certo che al Nord vedremo un altro correre e parleremo in altro modo».