A Van Aert è mancato poco. E forse quel 52…

19.03.2023
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Un po’ come Pogacar ieri, anche Wout Van Aert sembra fare “buon viso a cattivo gioco”. Si dichiara non dispiaciuto di come è andata la sua Milano-Sanremo e si complimenta con l’eterno rivale Van der Poel.

La verità è che la Classicissima della Jumbo-Visma, la squadra più attesa, non è stata affatto facile. Più volte hanno avuto qualche incidente di percorso, ma tutto sommato sono sempre rimasti dove volevano. E alla fine la differenza l’hanno fatta le gambe. E poi c’è quel quid che riguarda il monocorona da 52 denti che tanto fa discutere.

Van Aert e Pogacar stanchi dopo l’arrivo di Sanremo. Hanno dato tutto
Van Aert e Pogacar stanchi dopo l’arrivo di Sanremo. Hanno dato tutto

Nessun rimpianto

«Non ho nessun rimpianto – ha detto Van Aert dopo l’arrivo – Mathieu ha dimostrato a tutti di essere stato fortissimo. E’ stata una Sanremo velocissima, anche se la Cipressa è stata più facile del previsto, quindi sul Poggio c’erano più persone. E la corsa alla fine si è fatta tutta lì».

«Siamo rimasti in quattro, tutti corridori molto forti e tutti abbiamo corso per vincere. Ed è quello che ha fatto anche Mathieu. Lui è stato intelligente. Bisognava chiudere subito quel buco, ma io ero ero a tutta quando ha attaccato Pogacar.

«Semmai sono rimasto sorpreso dal fatto che Mathieu avesse ancora qualcosa nelle gambe. In discesa ho provato a chiudere, ma sapevo che al massimo saremmo potuti scendere alla stessa velocità. Poi una volta entrati a Sanremo, all’ultimo chilometro, ci siamo giocati il secondo posto. Ma si sapeva, è normale. E’ stata una bella gara, una bella battaglia».

Wout dice di non essere deluso, ma poi aggiunge anche: «Mathieu è andato via al momento giusto. Io non mi pento di come ho corso – quasi a giustificarsi – Questa gara mi piace. È la quinta volta che la faccio e sono sempre stato nella top 10. Devo provare a rivincerla».

Richard Plugge, grande capo della Jumbo-Visma
Richard Plugge, grande capo della Jumbo-Visma

Parla Plugge

E di tattica in qualche modo ci ha parlato anche il grande capo della Jumbo-Visma, Richard Plugge. Nella zona dei bus il general manager ha detto: «Erano rimasti in quattro, i più forti di oggi ed era più o meno quello che ci aspettavamo. Van der Poel è stato molto intelligente.

«Si sapeva in anticipo che qualcuno sarebbe scattato lì, ma servivano le gambe. Non è facile e Wout aveva speso tanto per chiudere su Pogacar… con Van der Poel a ruota».

«Siamo stati anche un po’ sfortunati. Abbiamo avuto qualche guaio di troppo. Avremmo potuto utilizzare meglio Jan Tratnik nel finale, ma è caduto (prima della Cipressa, ndr). Alla fine per me ottenere un podio in una classica monumento va bene».

E il fatto di spingere di più sulla Cipressa lo ha confermato anche il diesse, Grischa Niermann. L’assenza di Tratnik non ha scombussolato del tutto i piani, ma ha inciso.

E se fosse stata questa scelta, il monocorona, ad aver deciso la Sanremo di Van Aert?
E se fosse stata questa scelta, il monocorona, ad aver deciso la Sanremo di Van Aert?

Persa in partenza?

E così la corsa dei giallo-neri è stata molto meno semplice di quel che si possa pensare. Però è anche vero che Van der Poel nel finale non aveva tutti questi compagni e anche la UAE Emirates non aveva lavorato al meglio sulla Cipressa. Pertanto la domanda, e le riflessioni, da farsi riguardano proprio il famoso monocorona da 52 denti che ha utilizzato Van Aert.

Che quel rapporto lo abbia “cotto a fuoco lento”? Che lo abbia logorato nei quasi 300 chilometri da Milano a Sanremo? O, analisi ancora più tecnica, che il 52 sul Poggio a quelle velocità forse è “poco” per rispondere a certi attacchi? Non che in una corsa del genere si utilizzi così spesso il 39 o il 40, ma va da sé che con il 52 quando si va forte, e alla Sanremo capita praticamente per 270 chilometri, per forza di cosa si va a cercare un pignone posteriore più duro. A rafforzare questa ipotesi, consideriamo anche che Van Aert, il quale a volte si getta persino nelle volate di gruppo, ha perso lo sprint con Ganna.

Dubbi che lo stesso Plugge non smentisce. Con la tipica lucidità di chi lavora con i numeri, alla domanda se Van Aert rifarebbe questa scelta lui replica così: «Bisognerebbe chiederlo a Wout, ma come vedete sono appena sceso dalla macchina e ancora ci devo parlare. E’ una cosa che analizzeremo».