PINEROLO – Aubin Sparfel è uno dei migliori prospetti del ciclismo francese per quanto riguarda il ciclocross e la strada. Il passaggio di categoria da juniores a under 23 non sembra averlo messo in difficoltà, soprattutto nella stagione invernale. Nelle prove di Coppa di Francia di categoria ha raccolto sette vittorie, alle quali si aggiungono il secondo posto agli europei nel team relay e il terzo nella gara under 23. Il prodigio francese si è trovato spesso in contrapposizione al nostro Stefano Viezzi, entrambi classe 2006, sia nel cross che su strada.
Il cammino di entrambi i ragazzi ha visto una crescita progressiva grazie alla quale siamo riusciti ad ammirare il loro talento. Tuttavia Sparfel ha avuto una maggiore costanza dato che, da quando è passato tra gli juniores, corre con la Decathlon AG2R La Mondiale, prima nel team U19, ora in quello U23. Al francese non sono mancate le prime esperienze con i professionisti, in una di queste è anche riuscito a vincere: al Tour du Finistère.
Le prove di Coppa di Francia nel ciclocross sono state un ottimo banco di prova per Sparfel, passato dal correre tra gli juniores agli U23Sparfel e Viezzi si sono scontrati durante il loro primo inverno da U23, qui a Hoogerheide dove entrambi sono saliti sul podio (1° Del Grosso, 2° Sparfel, 3° Viezzi)Le prove di Coppa di Francia nel ciclocross sono state un ottimo banco di prova per Sparfel, passato dal correre tra gli juniores agli U23Sparfel e Viezzi si sono scontrati durante il loro primo inverno da U23, qui a Hoogerheide dove entrambi sono saliti sul podio (1° Del Grosso, 2° Sparfel, 3° Viezzi)
Una magra consolazione
Un buon banco di prova per Sparfel è stato il Giro Next Gen appena concluso (in apertura foto Marie Vaning), lo scalatore francese arrivava al via di Rho forte della vittoria finale all’Alpes Isère Tour. La corsa rosa under 23 tuttavia non è andata come si sarebbe aspettato e vedere il suo volto nonostante indossi la maglia rossa, dedicata alla classifica a punti, ci fa capire come questa sia una magra consolazione.
«Non è stato sicuramente il Giro Next Gen dei miei sogni – racconta con addosso il gilet refrigerante prima del via dell’ultima tappa – mi sarebbe piaciuto giocarmi la classifica generale. Purtroppo al primo arrivo in salita, sul Passo del Maniva, non stavo molto bene quindi ho lasciato perdere la classifica e mi sono concentrato sul vincere una tappa (anche questo obiettivo è sfumato, ndr)».
Abbiamo incontrato Sparfel alla partenza dell’ultima tappa del Giro Next Gen, a PineroloAbbiamo incontrato Sparfel alla partenza dell’ultima tappa del Giro Next Gen, a Pinerolo
Com’è stato il salto di categoria da juniores a under 23?
Arrivando dal team Decathlon U19 direi molto bene. La squadra mi conosce e io conosco loro. Ora siamo professionisti e alcuni aspetti della mia vita sono cambiati, sono molto più concentrato sull’allenamento e fare il mio lavoro.
Hai fatto anche alcune gare con i professionisti…
E’ stato molto divertente e avevo anche una buona gamba. Fin da inizio anno, quando ho chiuso la stagione del ciclocross, sentivo di stare bene. Ero davvero in un’ottima forma e ho semplicemente continuato a correre.
Il francese della Decathlon Development Team ha colto come miglior risultato al Giro U23 un secondo posto a Cantù dietro a Vervenne (Marie Vaning)Il francese della Decathlon Development Team ha colto come miglior risultato al Giro U23 un secondo posto a Cantù dietro a Vervenne (Marie Vaning)
Quindi sei un ciclocrossista e un corridore da classifica generale?
Non direi che sono un atleta da classifica generale, sono forte in salita ma non il migliore. Tuttavia sono arrivato a raccogliere ottimi risultati e vincere all’Alpes Isère. Riuscire a fare tutte e due le discipline è molto difficile ma sono concentrato e poi mi piacciono entrambe. Non riuscirei a decidere e la squadra non mi chiede di farlo, anzi mi lascia molta libertà di scelta e mi sostiene parecchio durante l’inverno.
Il ciclocross in quali aspetti ti aiuta a livello atletico?
La mia guida, grazie alle gare nel fuoristrada, è molto tecnica. Inoltre ho grandi prestazioni su sforzi da un minuto o anche meno. Insomma, ho sviluppato qualità importanti per tante gare differenti sia su percorsi mossi che nelle classiche. Sulle salite lunghe no.
Sparfel grazie al cross ha ottimi valori su sforzi brevi, caratteristica utile anche su strada (foto DirectVelo/Michael Gilson)Nel 2025 si è messo alla prova anche sulle pietre della Paris.Roubaix Espoirs, chiusa al 34° posto (foto DirectVelo/Ronan Caroff)Sparfel grazie al cross ha ottimi valori su sforzi brevi, caratteristica utile anche su strada (foto DirectVelo/Michael Gilson)Nel 2025 si è messo alla prova anche sulle pietre della Paris.Roubaix Espoirs, chiusa al 34° posto (foto DirectVelo/Ronan Caroff)
I tuoi allenamenti sono cambiati?
No, sono uguali a quelli di tutti: sprint, sforzi sulle salite sia brevi che di media lunghezza. Cerco di lavorare in ogni aspetto. Il più grande miglioramento dall’anno scorso a ora l’ho visto nel ciclocross, sono rimasto piacevolmente sorpreso di questo. Su strada invece la crescita è più graduale ma c’è tempo.
La vedremo impegnata oggi sulle strade della prova a cronometro valida per il titolo nazionale e poi sarà al via anche della prova in linea sabato 28 giugno. Un doppio impegno che lancerà la seconda parte di stagione per Martina Fidanza, l’atleta bergamasca della Visma Lease a Bike Womenvolerà in Belgio per correre al Baloise Ladies Tour dal 16 al 20 luglio.
Quando abbiamo chiamato la più giovane delle sorelle Fidanza, ieri (mercoledì) nel pomeriggio, stava ricaricando le energie in vista del campionato nazionale a cronometro che correrà con il supporto delle Fiamme Oro.
«E’ un percorso bello anche se non troppo adatto alle mie caratteristiche, sono qui di supporto – dice con una risata – a Vittoria Guazzini. Siamo venute entrambe con le Fiamme Oro e correremo anche su strada sabato».
Martina Fidanza è tornata in gara al Copenaghen Sprint lo scorso 21 giugno dopo tre settimaneMartina Fidanza è tornata in gara al Copenaghen Sprint lo scorso 21 giugno dopo tre settimane
Tripla sessione
I metodi di allenamento per Martina Fidanza sono cambiati da quando è arrivata alla Visma Lease a Bike Women. La cosa che ci ha colpito è una storia su Instagram nella quale la velocista della formazione WorldTour olandese con scritto: “terza sessione completata”.
«E’ stato un po’ un incrocio di fattori – racconta – e una scelta mia presa di comune accordo con la squadra e lo staff. Il giorno prima avrei avuto la sessione in palestra ma coincideva con il giorno di riposo. Ho preferito quindi recuperare totalmente e spostare l’allenamento in palestra al giorno successivo, solamente che questo coincideva con un doppio allenamento su strada. Da quest’anno sto facendo spesso doppia sessione in bici, una al mattino e l’altra al pomeriggio. E’ un metodo che già adopero con la nazionale su pista e mi trovo bene».
Fidanza era già abituata a svolgere doppie sessioni di allenamento, ma di solito lo faceva su pista nei ritiri con la nazionale (foto Instagram)Fidanza era già abituata a svolgere doppie sessioni di allenamento, ma di solito lo faceva su pista nei ritiri con la nazionale (foto Instagram)
Andiamo con ordine e parliamo di come ti trovi con il doppio allenamento su strada?
Bene. Alla fine sono due allenamenti corti ma al termine della giornata il volume fatto è ottimo, intorno alle quattro ore. Poi a seconda dei lavori si può stare in bici una mezz’ora in più o in meno.
Come dividi le sessioni?
Si tratta di fare un allenamento ad alta intensità e uno di endurance. Solitamente sono io a decidere come dividerli preferendo fare la sessione ad alta intensità al mattino e quella legata al fondo al pomeriggio. La doppia sessione serve perché sarebbe impossibile fare un allenamento unico per entrambe, in questo modo si riesce a fare tutto mantenendo un buon volume di lavoro.
La doppia sessione di allenamento permette di fare ottimi volumi di lavoro e variare gli esercizi per avere una giornata completa (foto Instagram)La doppia sessione di allenamento permette di fare ottimi volumi di lavoro e variare gli esercizi per avere una giornata completa (foto Instagram)
Gli allenamenti ad alta intensità in cosa consistono?
Variano spesso nell’arco delle settimane e delle sessioni, ma solitamente faccio gli stessi lavori che facevo anche gli anni precedenti: sprint oppure VO2Max o interval training con ripetute da trenta secondi, un minuto o cinque minuti. Con la Visma direi che la novità maggiore è l’aver inserito più VO2Max.
In queste doppie sessioni inserisci anche la bici da cronometro?
Ultimamente sì. Visto l’impegno al campionato italiano e la doppia prova contro il tempo al Baloise Ladies Tour ho portato a casa la bici dedicata e mi sono allenata anche con quella.
Il recupero e il reintegro sono gestiti con la nutrizionista tramite un’applicazione (foto Instagram)Il recupero e il reintegro sono gestiti con la nutrizionista tramite un’applicazione (foto Instagram)
Come gestisci i tempi di recupero tra le due sessioni?
In inverno le ore di luce sono poche e ho orari “obbligati” mentre adesso che è estate preferisco uscire la mattina e poi il pomeriggio tardi, intorno alle 17 e avere un recupero più lungo. A livello di alimentazione mi affido alla nutrizionista della squadra, usiamo un’applicazione che si chiama Food Coach. Noi troviamo i macronutrienti da assumere in base a quello che consumi in allenamento. Cosa mangiare lo decidiamo noi.
Per la giornata di triplo allenamento come hai diviso gli impegni?
Avevo in programma la doppia uscita in bici e la sessione in palestra. Allora per organizzarmi bene sono partita in bici da casa e sono andata in palestra, mi sono allenata e tornando a casa ho finito i lavori che mi mancavano in bici. Nel pomeriggio ho inserito l’ultimo allenamento su strada. Devo dire che mi piace fare attivazione in palestra, mi trovo bene anche nel pedalare dopo. Poi la sera ero un po’ più stanca. Diciamo che non lo farei sempre ma se capita si fa e si riescono a rispettare bene i tempi di recupero.
BRA – La prima vittoria italiana, tra l’altro l’unica, al Giro Next Gen porta il nome di Filippo Agostinacchio . Il corridore che da quest’anno corre con la Biesse Carrera Premac ha cambiato marcia e si vede, parlano i numeri e i risultati. E’ arrivata la maturazione fisica e mentale che si aspettava ed è arrivato il momento di cogliere i frutti di un lavoro lungo e iniziato quando ancora la strada non era nei suoi pensieri. Il maggiore dei due fratelli, l’altro, Mattia, è al secondo anno juniores, ha trovato un percorso che lo ha portato a trovare un equilibrio ottimo tra ciclocross e strada.
«E dire che sono arrivato su strada – racconta a pochi minuti dal via della settima tappa del Giro Next Gen – perché la squadra di mountain bike con la quale avrei dovuto correre ha “ritirato” l’offerta. Così nell’inverno del 2022 mi sono trovato un po’ spiazzato ed è arrivata la Beltrami a darmi una chance proponendomi di correre anche su strada. Ho iniziato la preparazione in vista della stagione 2023 prendendo un po’ le misure nei due mondi».
Filippo Agostinacchio ha vinto la quinta tappa del Giro Next Gen con un’azione di forza notevole (foto La Presse)Filippo Agostinacchio ha vinto la quinta tappa del Giro Next Gen con un’azione di forza notevole (foto La Presse)
Un progresso rapido considerando che hai saltato il primo anno under 23…
Proprio perché la strada non era nei miei piani, alla fine il 2022 è stata una sliding door importante ma quasi involontaria nella mia carriera.
Come hai trovato l’equilibrio tra strada e cross?
Il 2023 è stato un anno di approccio, dove ho corso meno su strada. Infatti a luglio ci eravamo fermati per non tirare troppo la corda. Quella scorsa è stata la prima stagione intera su strada e sento di aver fatto dei grandi progressi.
Dopo l’arrivo di Acqui Terme Agostinacchio è scoppiato in lacrime, per lui si è chiuso un cerchio (foto La Presse)Dopo l’arrivo di Acqui Terme Agostinacchio è scoppiato in lacrime, per lui si è chiuso un cerchio (foto La Presse)
Quest’anno con la Biesse Carrera come stai lavorando?
Molto bene. Grazie alla squadra sono riuscito anche a stare un po’ più tranquillo. Ho fatto quello che devo fare a casa senza nessun problema, l’ambiente in squadra mi ha permesso di stare sereno e concentrarmi solo su allenamento, alimentazione e riposo. Da un paio d’anni curo la mia preparazione e mi alleno da solo, ho il supporto di Pierantozzi che lavorava con me quando ero alla Beltrami.
Come mai ti alleni da solo?
Sto studiando Scienze Motorie all’università. Fino a due anni fa mi allenava mio padre, poi ho pensato che “emanciparmi” mi potesse fare bene. Alla squadra questa cosa sta bene e i risultati stanno arrivando. Il binomio con il cross funziona bene e non ho intenzione di mollarlo a breve. L’unico problema che ho avuto quest’anno è stato un infortunio alla schiena che mi ha fatto concludere in anticipo la stagione sul fango. Poi sono andato in ritiro con la Biesse a Denia ed è andata meglio.
L’arrivo alla Biesse Carrera Premac ha permesso al più grande dei fratelli Agostinacchio di fare un salto di qualità notevole L’arrivo alla Biesse Carrera Premac ha permesso al più grande dei fratelli Agostinacchio di fare un salto di qualità notevole
Qual è la differenza rispetto agli anni scorsi?
Probabilmente il fatto che gareggio di più su strada. Anche questo dettaglio ha fatto in modo che migliorassi a vista d’occhio.
Hai vinto la tua prima corsa su strada saltando degli step intermedi…
Il successo della quinta tappa, ad Acqui Terme, dà una grande consapevolezza soprattutto se pensiamo al livello degli altri corridori. Adesso vediamo quali potranno essere gli altri obiettivi. Visto che sto andando bene non ho paura di dire che il campionato italiano può essere uno di questi.
I progressi del valdostano si erano già visti in primavera, qui sul podio di San Vendemiano, dove ha conquistato il terzo posto (photors.it)I progressi del valdostano si erano già visti in primavera, qui sul podio di San Vendemiano, dove ha conquistato il terzo posto (photors.it)
E’ solo la tua terza stagione su strada ma sei al quarto anno da under 23, hai mai sentito la pressione?
In generale no, magari quest’anno qualche giorno ci ho pensato a questo fatto di dover dimostrare qualcosa. Ma devo ammettere che la maggior parte del tempo sono rimasto tranquillo, sapevo quello che dovevo fare e come farlo.
GALBIATE – Da inizio stagione i meccanici del team MBH Bank-Ballan-Csb possono contare nello svolgimento del loro lavoro su un prezioso alleato. Si tratta di Sprayke, brand giovane e ambizioso, specializzato nella cura e manutenzione della bicicletta. Per scoprire qualcosa di più di questa nuova collaborazione tecnica abbiamo deciso di fare due chiacchere con Michele Cereda, brand manager di Sprayke. L’abbiamo incontrato a pochi giorni dall’ufficializzazione da parte della stessa MBH Bank-Ballan-Csb del passaggio a team professional che avverrà a partire dal prossimo anno.
Sprayke è accanto agli atleti del team MBH Bank-Ballan-Csb che dal 2026 sarà professionalSprayke è accanto agli atleti del team MBH Bank-Ballan-Csb che dal 2026 sarà professional
Fino ad oggi abbiamo visto Sprayke collaborare esclusivamente con team off road. Ora è arrivato il debutto nel mondo strada.
Come tutti sanno, fino ad oggi siamo sempre stati partner tecnici di team mountain bike. Fra questi figura il Ktm Protek Elettrosystem. Il meccanico della squadra collabora anche con la MBH Bank-Ballan-Csb. Grazie a lui sono entrato in contatto con Antonio Bevilacqua, manager della formazione bergamasca. Ci siamo incontrati a fine dello scorso anno e in breve tempo abbiamo trovato l’accordo grazie al quale oggi siamo loro partner tecnici.
Che cosa vi ha spinto a entrare nel mondo strada?
Lavorando esclusivamente con team off road avevamo interesse nel testarci con la strada. Tra i due mondi ci sono delle analogie e dei punti di contatto, ma anche delle differenze. Volevamo entrare in contatto con un mondo nuovo, particolarmente esigente e che ci potesse in qualche modo permettere di testare i nostri prodotti in contesti e gare per noi nuovi.
Sprayke non fornisce solo prodotti per la cure delle bici ma anche dei mezzi Sprayke non fornisce solo prodotti per la cure delle bici ma anche dei mezzi
Sono passati solo pochi mesi dall’inizio di questa nuova collaborazione tecnica. Siete già in grado di tracciare un primo bilancio?
Posso sicuramente dire che ci troviamo benissimo nel lavorare con tutto il team, a partire naturalmente dai meccanici fino ad arrivare agli atleti. Sono disponibili tanto da averci fatto mettere il nostro logo sulla parte bassa del triangolo posteriore del telaio della bicicletta. E’ una posizione “strategica”. Ogni volta che viene fatto un video sulla pulizia della bici il nostro logo risulta ben visibile. A proposito di video, il team ne ha realizzati diversi in cui si vedono i meccanici in azione con i nostri prodotti.
I vostri prodotti sono lo strumento di lavoro quotidiano dei meccanici. Come è il vostro rapporto con loro?
Direi ottimo. A inizio anno li abbiamo incontrati per una giornata di formazione nel corso della quale gli abbiamo presentato ogni singolo prodotto, spiegandogli il relativo utilizzo e come utilizzarli nella maniera corretta. Mi preme sottolineare che i nostri prodotti sono stati pensati per rendere il loro lavoro il più facile possibile. Si tratta di prodotti che, oltre a pulire e rendere splendente il telaio, non danneggiano in alcun modo la sua componentistica. A proposito di pulizia, posso raccontarvi un aneddoto?
Sprayke nel 2025 ha fatto il suo debutto nelle competizioni su strada proprio con la MBH Bank-Ballan-CsbSprayke nel 2025 ha fatto il suo debutto nelle competizioni su strada proprio con la MBH Bank-Ballan-Csb
Prego…
A inizio stagione abbiamo fornito ai meccanici del team una confezione da 25 litri del nostro detergente sgrassante Super Cleaner. Dopo solo un mese ci hanno chiamato per chiederci una nuova confezione in quanto non ne avevano più. Con sorpresa, abbiamo così scoperto che l’avevano utilizzato anche per la pulizia delle ammiraglie e dei furgoni grazie alla sua capacità di rendere brillanti e protette le superfici trattate. “Non abbiamo mai avuto le ammiraglie così pulite, brillanti e protette…” ci ha riferito il loro Capo Meccanico.
Inoltre, essendo un prodotto biodegradabile può essere usato con tutta tranquillità, senza alcun timore di inquinare. In ogni caso abbiamo spiegato loro che in fase di utilizzo potevano tranquillamente diluirlo e di conseguenza farlo durare di più, senza per questo comprometterne le sue capacità. Una piacevole sorpresa ed una ulteriore soddisfazione per noi di Sprayke!
I prodotti Sprayke sono estremamente efficaci ma con un occhio di riguardo all’ambienteI prodotti Sprayke sono estremamente efficaci ma con un occhio di riguardo all’ambiente
Immagino che lavorare con un team così importante come la MBH Bank-Ballan-Csb sia per voi motivo di orgoglio?
Assolutamente sì. Sapere che una squadra che nel suo recente passato ha avuto fra i suoi atleti campioni del calibro di Ganna, Ciccone e Ayuso non può che riempirci di orgoglio. Abbiamo poi deciso di fornire ai ragazzi che quest’anno sono in forza alla squadra un kit di manutenzione con i nostri prodotti in modo che quando sono a casa possono prendersi personalmente cura della loro bicicletta.
Siamo arrivati alla fine della nostra intervista. C’è qualcosa che l’ha incuriosita in questo “debutto” nel ciclismo su strada?
La cura maniacale della bicicletta. Vengo dal mondo della mountain bike, ho sempre frequentato i campi gara e sono stato accanto ai meccanici dei team. Anche lì si cura il mezzo, ma non ho mai visto la cura, l’attenzione verso la pulizia della bicicletta che ho visto in questi primi mesi di collaborazione con i meccanici della MBH Bank-Ballan-Csb. E’ davvero un altro mondo.
Un bell'incontro con Ganna durante la Vuelta a San Juan. Le vacanze. La ripresa. La fatica. L'ambizione. La strada. La pista. La stagione che lo attende
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Da oltre dieci anni, Spiuk rappresenta un brand ben presente nel panorama ciclistico italiano. Nata in Spagna, e distribuita inizialmente tramite due importatori distinti, l’azienda ha compiuto un importante salto di qualità nel 2019, quando ha deciso di gestire direttamente le vendite sul territorio italiano. Questo cambio di rotta ha segnato una vera e propria svolta, consentendo di accedere al magazzino centrale e di ampliare sensibilmente la gamma di prodotti disponibili, dai caschi alle calzature, fino alle collezioni di abbigliamento tecnico e agli accessori per ogni specialità del ciclismo.
La nuova organizzazione ha reso Spiuk molto più competitiva sul mercato nazionale, grazie a una logistica snella, consegne rapide e una capacità di risposta immediata alle richieste dei rivenditori. L’obiettivo? Offrire un catalogo ampio, aggiornato e di alta qualità, in grado di soddisfare le esigenze dei ciclisti italiani, professionisti e amatori.
Per conoscere più da vicino questa storica realtà dei Paesi Baschi, abbiamo fatto due chiacchiere con Fabrizio Cazzola che di Spiuk è il country manager per l’Italia.
Fabrizio Cazzola, Country Manager Spiuk per l’ItaliaFabrizio Cazzola, Country Manager Spiuk per l’Italia
Da quanti anni Spiuk è presente sul mercato italiano, e come si è evoluta la sua presenza nel tempo?
Spiuk è presente sul mercato italiano da oltre dieci anni. In una prima fase, abbiamo collaborato con due diversi distributori. Dal 2019, invece, gestiamo direttamente la vendita sul territorio, e questo ha segnato una svolta importante. Accedendo direttamente al magazzino centrale di Spiuk, abbiamo potuto ampliare notevolmente la nostra offerta, introducendo collezioni di abbigliamento e nuovi accessori. Questo ci ha permesso di essere molto più competitivi, coprendo in modo completo le esigenze dei negozi italiani con un catalogo ampio e aggiornato.
Qual è la copertura della rete vendita Spiuk in Italia e quali sono i canali di distribuzione principali?
La nostra struttura è estremamente lineare, come se fossimo un’azienda italiana a tutti gli effetti. Lavoriamo con una rete di agenti suddivisi per regioni, che dialogano direttamente sia con la sede in Spagna che con i rivenditori italiani. Ogni punto vendita ha accesso al nostro portale B2B, collegato in tempo reale con il magazzino centrale, e può ordinare anche un singolo pezzo con consegne rapide, spesso in soli tre giorni. Dal 2025, abbiamo lanciato anche la linea di abbigliamento “custom”, prodotta interamente in Spagna: stiamo già riscontrando un buon successo sia tra i negozi che tra i clienti finali. Oggi possiamo dire di offrire un servizio completo al 100% ai nostri partner commerciali.
Spiuk è partner del team professional spagnolo Caja Rural – Seguros RGASpiuk è partner del team professional spagnolo Caja Rural – Seguros RGA
Quali categorie di prodotto registrano il maggiore interesse in Italia? Esistono differenze tra i vari segmenti di ciclisti?
Il nostro prodotto di punta in Italia è sicuramente la scarpa, sia da strada che “off-road”. Grazie alla tecnologia BOA, alla qualità dei materiali e a un prezzo molto competitivo, siamo riusciti a ritagliarci uno spazio importante in un mercato molto affollato. Anche per le eBike offriamo calzature “ad hoc”. Un altro comparto in crescita è quello dei caschi, dove Spiuk vanta una lunga tradizione. Abbiamo un’offerta che va dal modello “entry-level” a quello professionale, con la possibilità di personalizzazione per team e negozi. La grande sfida per il 2025 è affermarci definitivamente anche nel segmento dell’abbigliamento tecnico, sia con le collezioni pronte (come la Capsule Collection) che con il “custom”. In Spagna, Spiuk è legata a un’azienda produttrice interna, garanzia di qualità e controllo diretto della filiera.
Quali sono i principali vantaggi distintivi di un prodotto Spiuk rispetto alla concorrenza?
Il vero valore aggiunto di Spiuk è la possibilità di acquistare da un’azienda solida, trasparente e reattiva, con un ottimo rapporto qualità-prezzo. Collaboriamo con fornitori leader a livello mondiale come BOA, Elastic Interface, Dolomite, Carvico: tutte aziende che elevano il livello tecnico dei nostri prodotti… Puntiamo molto su precisione, affidabilità e rapidità: vogliamo rispondere in modo immediato alle esigenze del mercato e dei negozi. Siamo stati per anni un riferimento in Spagna, ora l’obiettivo è consolidarci anche tra i protagonisti europei.
Il team Soudal Lee Cougal offre ottimi spunti per testare e perfezionare i prodotti nel fuoristradaIl team Soudal Lee Cougal offre ottimi spunti per testare e perfezionare i prodotti nel fuoristrada
Spiuk, presente in ben 22 Paesi nel mondo, ha trovato nei mercati italiano e francese i suoi principali sbocchi esteri, dove opera con vendita diretta. Tra i suoi prodotti, spicca a livello globale la scarpa da gravel Loma – best-seller assoluto – mentre il colore bianco si conferma il più richiesto sia per le scarpe che per i caschi. La linea Anatomic, pensata per ciclisti amatoriali e di livello intermedio, è tra le più apprezzate. Il marchio collabora con team internazionali come la Professional Wagner Bazin WB, attiva in Francia e Belgio, e il Soudal Lee Cougan di Leonardo Paez in Italia, continuando a sostenere numerosi team locali grazie alla propria rete di distributori e agenti.
«In realtà fino a quando ero esordiente secondo anno correvo principalmente su strada, ma a causa della mia corporatura minuta non riuscivo ad esprimermi al meglio. Facevo fatica e non mi divertivo, in quel periodo ho anche pensato di smettere di andare in bici. Così sono passata a correre nel fuoristrada e le cose sono andate sempre meglio. Essere leggera mi ha permesso di primeggiare sia nella mountain bike che nel ciclocross. La vittoria a Gossolengo di settimana scorsa è stata una rivincita personale».
Dall’altra parte del telefono risponde Giorgia Pellizotti, figlia di Franco e anche lei ciclista (in apertura foto stella e Bft burzoni). Chi segue il ciclocross e la mountain bike la conosce sicuramente, lo scorso inverno è stata campionessa europea nel mixed team relay. Nella prova di categoria, tra le juniores, ha fatto vedere grandi cose. La sua stagione sul fango ha attirato l’interesse del TRINX Factory Team che l’ha voluta nel suo roster per il 2025. Con loro ha iniziato esattamente come aveva finito: vincendo. Sia nella mountain bike nelle prove di inizio anno e ora anche su strada.
Giorgia Pellizotti ha vinto la sua prima gara su strada a Gossolengo (foto stella e Bft burzoni)Giorgia Pellizotti ha vinto la sua prima gara su strada a Gossolengo (foto stella e Bft burzoni)
“Colpa” del fratello
Giorgia Pellizotti, a detta del padre Franco che la conosce meglio di chiunque altro, non aveva molte intenzioni di rimettere le ruote sull’asfalto. Poi però il seme della curiosità, che fa parte dei giovani e li spinge a provare e riprovare, si era insinuato in lei.
«Insieme alla squadra – continua a raccontare mentre si gode una passeggiata prima delle vacanze scolastiche – avevamo pensato di inserire qualche corsa su strada in funzione della stagione di mountain bike. Mio fratello che è un grande appassionato di questa disciplina si è messo a cercare qualche gara. Ne aveva trovate alcune ma non era semplice riuscire a incastrare tutti gli impegni. L’occasione si è concretizzata la settimana scorsa e così siamo andati».
Le doti di Giorgia Pellizotti sono emerse durante lo scorso inverno, quando all’europeo di ciclocross ha conquistato il terzo posto nella prova junioresLe doti di Giorgia Pellizotti sono emerse durante lo scorso inverno, quando all’europeo di ciclocross ha conquistato il terzo posto nella prova juniores
Con la squadra o da sola?
Da sola, la squadra era impegnata in un’altra gara. La mia famiglia mi ha seguito, per fortuna il percorso era suddiviso in tre circuiti diversi e passavo davanti a loro più volte. Così riuscivano a passarmi qualche borraccia.
Gara lunga, ti aspettavi di fare così bene?
Erano settantacinque chilometri con qualche salita impegnativa. La distanza un pochino mi preoccupava perché non sono di certo abituata a fare così tanti chilometri. Durante gli allenamenti arrivo a cinquanta, massimo sessanta.
Su strada le qualità del ciclocross e della mountainbike l’hanno aiutata ad emergere (foto stella e Bft burzoni)Su strada le qualità del ciclocross e della mountainbike l’hanno aiutata ad emergere (foto stella e Bft burzoni)
Però li fai fuoristrada, a livello di ore l’impegno è simile…
In effetti sì. La gara è durata due ore e mezza più o meno. Partivo senza aspettative però, questo non lo nego. Alla fine doveva essere un passaggio in preparazione alla mountain bike.
Invece hai vinto…
E’ stato qualcosa di inaspettato. Sinceramente dopo l’arrivo ho avuto anche poco tempo per realizzare tutto, mi sono commossa e basta. Tornare a correre su strada e vincere è stato un modo per scacciare via i brutti pensieri che avevo avuto anni fa. Ho vinto io, in tutti i sensi.
Giorgia Pellizotti nel finale ha vinto con uno sprint lungo, dote che nemmeno lei pensava di avere (foto stella e Bft burzoni)Giorgia Pellizotti nel finale ha vinto con uno sprint lungo, dote che nemmeno lei pensava di avere (foto stella e Bft burzoni)
Quali aspetti del fuoristrada ti hanno aiutata maggiormente?
Direi la capacità di fare sforzi ad alta intensità e per periodi abbastanza lunghi. Dall’inizio dell’ultima salita fino al traguardo avremo fatto una quarantina di minuti davvero a ritmo elevato. Dietro il gruppo stava comunque andando forte. Anche la forza esplosiva del ciclocross mi è tornata utile, in volata avevo ancora gambe per fare il massimo sforzo. Ah, c’è anche un altro aspetto.
Quale?
La dimestichezza nel guidare la bici, in gruppo riuscivo a destreggiarmi molto bene.
Tornerai?
Penso di sì, ma se mi state chiedendo di scegliere vi fermo subito. Per ora mi godo il momento. Mio fratello sta già cercando qualche altra gara, vedremo però.
La differenza fra strada e gravel con il neocampione nazionale, Samuele Zoccarato. Aspetti tecnici e mentali di una specialità bellissima, ma forse non per tutti
E’ stata una delle sorprese del 2024 tra le juniores. Al suo primo anno nella categoria, Erja Giulia Bianchi ha raccolto otto vittorie personali, il tricolore nella cronosquadre con la sua Biesse-Carrera, una miriade di piazzamenti e un bronzo europeo in pista. Il countdown per il debutto è agli sgoccioli e lei è pronta per iniziare la stagione con una consapevolezza maggiore dei suoi mezzi.
Domenica 9 marzo riparte da Nonantola con i favori del pronostico per il semplice fatto che l’anno scorso aveva dominato la volata sotto la pioggia (in apertura foto Ossola). Bianchi però non si scompone più di tanto, tenendo conto di una crescita psicofisica importante come ci ha raccontato lei. E noi ne abbiamo approfittato per conoscerla meglio e scoprire su quali obiettivi ha messo il proprio mirino.
Erja vive a Lonate Pozzolo, vicino a Malpensa, e frequenta il liceo scientifico-sportivo di Gallarate (foto Bicitv)Erja vive a Lonate Pozzolo, vicino a Malpensa, e frequenta il liceo scientifico-sportivo di Gallarate (foto Bicitv)
Iniziamo col capire chi è Erja fuori dalla bici? O preferisci essere chiamata Giulia?
Va benissimo con entrambi i nomi, ma se qualcuno mi chiama Erja sono sicura che intenda me e mi giro per rispondere (dice sorridendo, ndr). Vivo a Lonate Pozzolo, a pochi chilometri dall’aeroporto di Malpensa. Frequento la quarta al liceo scientifico-sportivo di Gallarate e l’anno scorso ho chiuso con la media dell’otto.
Una buonissima votazione al pari della stagione agonistica. Come hai gestito entrambi gli impegni?
A scuola in effetti lo scorso è stato un anno abbastanza difficoltoso in relazione al mio primo anno tra le juniores. Nel secondo quadrimestre ho accumulato tante assenze per le varie gare, però sono stata molto tutelata ed aiutata dalle mie professoresse. Loro capiscono perfettamente la mia situazione e finora sono sempre riuscita a pianificare sia interrogazioni che compiti in classe. Anzi, devo dire che loro mi fanno spesso i complimenti per i miei risultati perché sono consapevoli della mia attività.
A febbraio Bianchi ha svolto un ritiro di 10 giorni in Provenza con le juniores e elite della Baloise-WB LadiesA febbraio Bianchi ha svolto un ritiro di 10 giorni in Provenza con le juniores e elite della Baloise-WB Ladies
Immaginiamo te ne avranno fatti tanti l’anno scorso. Che stagione è stata per te?
E’ stato un 2024 decisamente sopra le aspettative. Non pensavo di poter raccogliere così tante vittorie. Tuttavia come in ogni stagione che si rispetti, ci sono state anche delle delusioni. E forse, col senno di poi, direi anche giustamente perché ti aiutano a crescere.
Quali sono state?
Fino a luglio è andato tutto bene in corrispondenza degli europei in pista a Cottbus. Ad agosto poi sono iniziate le botte morali. Sono andata in ritiro col gruppo pista in vista dei mondiali, ma non sono stata convocata per andare in Cina. A quel punto non sono stata più chiamata per i ritiri col gruppo della strada. Il mondiale era troppo duro per le mie caratteristiche e mi aspettavo di non rientrare nei piani, mentre invece speravo di poter correre l’europeo in Belgio che era adatto a me. Peccato, ci sono rimasta un po’ male, però so che queste decisioni ci possono stare.
Bianchi conquista a Bovolone la seconda delle otto vittorie. Un bottino inaspettato (foto Ossola)Bianchi conquista a Bovolone la seconda delle otto vittorie. Un bottino inaspettato (foto Ossola)
Come hai superato quelle delusioni?
Non nascondo che ho fatto qualche giorno giù di corda perché sapevo di aver dimostrato di essere andata forte. Mi sono accorta però lì per lì di aver reagito bene a quelle esclusioni. E in questo mi ha aiutato molto il ritiro che ho fatto con la Biesse-Carrera. La mia squadra e le mie compagne mi sono state molto vicine e non mi ci hanno fatto più pensare. Tanto che da lì in poi sono tornata a vincere ancora. Ho imparato molto dalle compagne più grandi, sia fuori che dentro la bici.
Le caratteristiche quindi di Erja Giulia Bianchi sono quelle della velocista?
Devo dirvi che non mi piace essere definita velocista (dice ridendo, ndr). E’ vero, sono veloce e mi butto nelle volate di gruppo, però ho dimostrato di saper tenere anche su percorsi più ondulati. Penso alle vittorie ottenute al Lunigiana o al Giro delle Marche, dove l’altimetria era abbastanza mossa. In ogni caso questo inverno ho lavorato per tenere meglio su alcune salite o strappi.
In generale la preparazione com’è andata?
E’ andata bene. Fino a fine gennaio ho pedalato il giusto, poi a febbraio ho recuperato facendo due ritiri. Uno in Liguria con la Biesse-Carrera di cinque giorni e l’altro in Provenza con le juniores ed elite del Baloise-WB Ladies. Col team belga ho fatto dieci giorni in accordo con la mia squadra e sfruttando un’opportunità legata ad una loro conoscenza. E’ stata davvero una bellissima esperienza, sia per conoscere ed adeguarmi alle loro abitudini, sia per dialogare in inglese.
Bianchi assieme a Trevisan e Cenci ha conquistato il bronzo europeo in pista nella Team SprintBianchi assieme a Brillante Romeo, Milesi e Zambelli ha conquistato il tricolore cronosquadre (foto Ossola)Bianchi assieme a Trevisan e Cenci ha conquistato il bronzo europeo in pista nella Team SprintBianchi assieme a Brillante Romeo, Milesi e Zambelli ha conquistato il tricolore cronosquadre (foto Ossola)
Quest’anno sarai una delle più grandi della Biesse-Carrera. Come ti senti in questo ruolo?
Saremo in tre del secondo anno. In effetti abbiamo fatto un bel cambiamento con diverse ragazze nuove nella categoria. Spero di poter essere un riferimento per loro, come lo sono state con me quelle che sono passate elite. Da quello che ho visto finora devo dire che abbiamo ragazze già in gamba e che sembrano pronte a fare bene.
Guardando le classifiche di rendimento del 2024 tu eri una delle prime tre e tutte e tre eravate del primo anno. Sai già chi potrebbe essere la tua avversaria principale?
Onestamente non saprei, ci sono tantissime ragazze che l’anno scorso sono andate fortissimo e faranno altrettanto quest’anno. E non dimentichiamoci quelle che arrivano dalle allieve che possono fare bene. Posso dire che secondo me Chantal Pegolo è quella che parte favorita quest’anno. L’ho vista in corsa e l’ho conosciuta meglio in nazionale. Lei va forte in volata, sui percorsi vallonati e tiene in salita come ha mostrato col terzo posto al campionato italiano.
Anche tu sei una dei nomi più accreditati. Senti un po’ di pressione per questa stagione?
A dire il vero non ne avverto molta. Ho imparato a gestire questo tipo di tensione sviluppando una mentalità diversa. Ho capito che devo correre ed allenarmi cercando di divertirmi senza pensare troppo a certe cose, poi vedremo. Ecco, sono curiosa di vedere come andrò a Cittiglio, che per me è una corsa vicino a casa. Non ci vuole tanto, ma spero di andare meglio dell’anno scorso (dice sorridendo riferendosi al suo piazzamento lontano dalle prime, ndr).
La Biesse-Carrera ha fatto 5 giorni di ritiro in febbraio in Liguria La Biesse-Carrera ha fatto 5 giorni di ritiro in febbraio in Liguria
A parte le vittorie, ti sei data degli obiettivi particolari?
Ripetere la scorsa annata ovviamente mi farebbe piacere, però spererei di fare più esperienza all’estero, dove si cresce tantissimo. Oppure mi piacerebbe fare uno stage con un team continental come ha fatto Milesi alla BePink (sua attuale squadra, ndr), sapendo che me lo devo guadagnare facendo risultati e prestazioni. Anche la nazionale resta un obiettivo. Non penso che farò più parte del reparto velocità perché sono ben coperti ed ero stata chiamata in extremis. Mi metto però a disposizione per il gruppo endurance qualora lo volessero. Anche su strada vorrei guadagnarmi l’azzurro per gli europei (in Ardeche in Francia, ndr) che li vedo adatti alle mie caratteristiche.
Samuele Scappini non ha nemmeno avuto il tempo di appoggiare la bici da ciclocross e metabolizzare quanto fatto nella stagione appena conclusa che già si trova a pedalare su strada in vista della Firenze-Empoli di sabato 22 febbraio. L’ultima corsa sul fango per l’umbro è stato il campionato del mondo under 23 il primo febbraio. Un finale meno dolce rispetto ai risultati ottenuti durante la stagione invernale, che lo ha visto cambiare a correre con la maglia del Team Cingolani.
«Ho fatto un riposo breve – racconta appena rientrato dall’allenamento su strada, siamo a metà pomeriggio – di quattro giorni. Mi sono dedicato al recupero, anche se ho fatto qualche uscita in bici ma solo per divertimento. Nessuna vacanza, quest’anno con il mio preparatore abbiamo deciso di fare così. Vista la condizione con cui arrivavo al mondiale, che era abbastanza buona, ci siamo detti di provare a prendere parte a questa prima gara su strada».
Samuele Scappini per la stagione 2024/2025 di ciclocross si è unito al Team Cingolani (foto Instagram)Samuele Scappini per la stagione 2024/2025 di ciclocross si è unito al Team Cingolani (foto Instagram)
Qualche cambiamento
Per il giovane cresciuto sulle strade della sua Umbria la stagione di ciclocross 2024/2025 ha portato qualche novità. Abbandonato il team Beltrami TSA-Tre Colli si è unito alla Cingolani per il fuoristrada, mentre su strada vestirà la maglia della Work Service (che nel frattempo ha cambiato nome diventando Sam-Vitalcare-Dynatek).
«Per quanto riguarda il ciclocross – analizza con noi Scappini – ho cambiato preparatore, ora lavoro con Matteo Belli, che mi seguirà anche su strada. Insieme abbiamo deciso di partire a correre sul fango fin da subito per sfruttare la condizione favorevole. Infatti al primo appuntamento di Corridonia sono riuscito a vincere. Ci siamo concentrati maggiormente su lavori di forza esplosiva, poi abbiamo deciso settimana per settimana come procedere».
Il confronto con atleti elite gli ha permesso di crescere parecchio e di alzare il suo standard (foto Lele Momoli)Il confronto con atleti elite gli ha permesso di crescere parecchio e di alzare il suo standard (foto Lele Momoli)
Quest’anno nel ciclocross hai ritrovato un “vecchio” rivale: Stefano Viezzi…
Ci avevo corso contro già da junior. Quest’anno al campionato italiano abbiamo avuto un bel testa a testa e ho avuto modo di vedere che è cresciuto parecchio. Posso dire che va davvero forte, lo si è visto anche al mondiale dove è arrivato quarto al suo primo anno nella categoria.
Come lo ha ritrovato?
Con una mentalità diversa. Ricordo che quando eravamo juniores riuscivo a batterlo perché giocavo di più sulla tecnica, visto che allenavo molto quell’aspetto. Lui nel 2024 è migliorato parecchio sulla distanza e nei rettilinei. Ha un fisico importante che gli permette di avere tanta forza.
Nelle gare nazionali ha sempre ben figurato, dando filo da torcere a tutti e ottenendo belle vittorie (foto Instagram)Nelle gare nazionali ha sempre ben figurato, dando filo da torcere a tutti e ottenendo belle vittorie (foto Instagram)
E’ uno di quelli con i quali ti piace confrontarti maggiormente?
In realtà preferisco scontrarmi con gli elite, come ad esempio Gioele Bertolini. A Torino c’è stato un bel duello e ha fatto fatica a staccarmi, solo una foratura nel finale mi ha allontanato da lui. Le gare fatte insieme agli elite mi hanno detto che vado forte, prendo questa cosa come un premio al mio lavoro e al preparatore.
In cosa sei migliorato tanto, anche grazie a Matteo Belli?
Nei lavori in bici ma anche nell’alimentazione, sia prima che durante la gara.
Scappini ha vestito la maglia della nazionale agli europei under 23 a Pontevedra, arrivando 11°Scappini ha vestito la maglia della nazionale agli europei under 23 a Pontevedra, arrivando 11°
Com’è scontrarsi ogni domenica con atleti che poi saranno tuoi compagni di squadra in nazionale?
Da loro nel confronto imparo molto. Bertolini al mondiale di Levin ci ha mostrato bene come affrontare le curve e le canaline, in modo da viaggiare nella maniera più pulita possibile. Per il resto quando metto il numero sulla schiena non ho amici, una volta sceso dalla bici l’atteggiamento cambia, riesco a dividere molto questi due momenti.
E’ un confronto che ti fa alzare l’asticella?
In allenamento penso alle sfide, correre contro di loro diventa un mio obiettivo migliorare per essere competitivo. Così, quando in gara mi ritrovo lì a battagliare, so di aver fatto tutto bene e che qualcosa in me c’è.
La stagione dell’umbro classe 2005 si è conclusa con il mondiale di Levin, pochi giorni dopo era già in sella alla bici da stradaLa stagione dell’umbro classe 2005 si è conclusa con il mondiale di Levin, pochi giorni dopo era già in sella alla bici da strada
E’ stato facile fare subito lo switch tra cross e strada?
Bisogna riuscire a cambiare mentalità perché si passa da allenamenti di una o due ore a uscite da quattro o anche cinque. Si deve curare maggiormente la distanza abbassando l’intensità, sto comunque continuando a tenere i lavori di forza ed esplosività. Cosa che faccio anche in palestra. Sono un corridore dallo spunto veloce, uno sprinter. Qualità nella quale il ciclocross mi dà una mano.
Che obiettivi hai per questa stagione su strada?
Correre con i professionisti e farmi vedere, mostrare che sono migliorato. Se penso a una disciplina sulla quale emergere dico senza dubbio la strada. Il ciclocross è un divertimento che mi dà tanto durante l’inverno, sia per la preparazione sia per la tecnica di guida. Voglio che continui a far parte del mio essere ciclista.
“Non guidare d’istinto, ma distante”: con questo slogan Elastic Interface, azienda italiana specializzata nella produzione di imbottiture innovative e sostenibili per abbigliamento da ciclismo, ha avviato una nuova campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale dei ciclisti. L’iniziativa prevede la circolazione di un furgone aziendale appositamente allestito, che porta il messaggio di attenzione e rispetto per i ciclisti sulle strade della provincia di Treviso.
Dallo scorso 8 gennaio, tutti gli automobilisti della provincia di Treviso possono imbattersi in un veicolo di Elastic Interface con impresso un messaggio chiaro ed essenziale: “Non guidare d’istinto… ma distante. Rispetta la distanza di sicurezza.” Sul retro del furgone, lo slogan è accompagnato da un’immagine illustrativa che evidenzia l’importanza di mantenere almeno 1,5 metri di distanza dai ciclisti, garantendo così di conseguenza la sicurezza di tutti gli utenti della strada. L’obiettivo della campagna è chiaro, ovvero quello di sensibilizzare sia automobilisti che ciclisti sull’importanza di una convivenza rispettosa e sicura, riducendo il numero di incidenti e promuovendo una maggiore consapevolezza sui rischi della strada.
Questo il furgone di Elastic Interface che girerà in provincia di TrevisoQuesto il furgone di Elastic Interface che girerà in provincia di Treviso
Necessità di cambiamento
Le statistiche confermano l’urgenza di un intervento concreto: nel 2024 si sono registrati 195 decessi causati da incidenti che hanno coinvolto ciclisti. La mancanza di infrastrutture adeguate, e la condivisione delle strade con altri veicoli, rendono particolarmente vulnerabili coloro che si spostano in bicicletta, soprattutto durante gli allenamenti. Anche un semplice spostamento d’aria generato da un veicolo può destabilizzare un ciclista, con conseguenze potenzialmente gravi.
Elastic Interface, da sempre attenta al benessere degli atleti su strada, ha inserito la promozione della sicurezza ciclistica tra gli obiettivi di beneficio comune della propria attività. L’iniziativa rientra in un impegno più ampio per favorire una maggiore sicurezza e consapevolezza nella condivisione degli spazi stradali.
Paola Gianotti, ambassador Elastic InterfaceIrene Lucarelli, responsabile marketing e comunicazione Paola Gianotti, ambassador Elastic InterfaceIrene Lucarelli, responsabile marketing e comunicazione
Un impegno condiviso
Tra i sostenitori della campagna c’è Paola Gianotti, ciclista e ambassador del brand, che nel 2014 ha subito un grave incidente stradale durante il suo giro del mondo in bicicletta. Da allora, la stessa Gianotti si è impegnata attivamente nella sensibilizzazione sulla sicurezza dei ciclisti, promuovendo cartelli stradali e sostenendo proposte di legge per rendere obbligatoria la distanza minima di 1,5 metri in fase di sorpasso.
«Questa campagna – ha dichiarato Irene Lucarelli, responsabile marketing e comunicazione di Elastic Interface – è solo un primo passo. Abbiamo grandi aspirazioni e siamo aperti a collaborazioni per far crescere questa iniziativa. Elastic Interface ribadisce che la sicurezza su strada è una responsabilità condivisa: il rispetto delle regole e la consapevolezza reciproca sono difatti fondamentali per una convivenza più sicura tra ciclisti e automobilisti».