Roodhooft su Viezzi: «Grandi potenzialità… anche a crono»

13.12.2024
4 min
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L’argomento Stefano Viezzi resta caldo. E come potrebbe essere diversamente? Siamo in piena stagione di ciclocross, lui è il campione del mondo juniores in carica e, fra tre settimane, Stefano passerà all’Alpecin-Deceuninck, nel Development Team della squadra.

Viezzi è il nostro crossista con più ampie prospettive e, grazie a questo passaggio di squadra, tali opportunità si faranno ancora più concrete. In quel team il ciclocross non è considerato una disciplina secondaria, ma è messo sullo stesso piano della strada. Mathieu Van Der Poel ne è l’esempio massimo.

Di questo passaggio abbiamo parlato direttamente con i vertici della Alpecin-Deceuninck, in particolare con Philip Roodhooft, team manager della squadra belga.

Philip Roodhooft, team manager della Alpecin-Deceuninck
Philip Roodhooft, team manager della Alpecin-Deceuninck

Parla Roodhooft

È noto che i fratelli Roodhooft, Philip e Christoph, gestiscono con grande attenzione la transizione dei talenti dalle categorie giovanili al professionismo. Il loro scouting è sempre molto mirato, con pochi acquisti ma di grande qualità. L’acquisizione di Viezzi rientra nella loro strategia di sviluppo di giovani corridori con potenziale, in questo caso sia nel ciclocross che nelle gare su strada.

«Cosa ci ha convinto a portare Viezzi all’Alpecin? Il fatto che l’anno scorso sia stato così forte in Coppa del Mondo e ai Mondiali – dice Roodhooft. Noi crediamo che Stefano possa essere un atleta di alto livello non solo nel ciclocross, ma anche su strada e nelle cronometro».

Una dichiarazione che evidenzia quanto interesse ci sia attorno al ragazzo e quanto il team sia disposto a investire su di lui. Parlando di cronometro, è significativo sottolineare che in Italia pochi team, anche tra i più importanti, lavorano su questa specialità. Tuttavia, le prove contro il tempo non sono così distanti dal ciclocross in termini di sforzo metabolico, e a Viezzi le cronometro non dispiacciono affatto.

Stefano è molto forte anche su strada anche se quest’anno, in virtù dell’infortunio all’Eroica Juniores, ha faticato un po’ più del previsto (foto Instagram)
Stefano è molto forte anche su strada anche se quest’anno, in virtù dell’infortunio all’Eroica Juniores, ha faticato un po’ più del previsto (foto Instagram)

Primi contatti

Come lo stesso Viezzi ci ha raccontato qualche giorno fa, tra pochi giorni cambieranno molte cose e inizierà a lavorare a stretto contatto con il team. Il momento cruciale sarà in Spagna, dove gli atleti dei Roodhooft parteciperanno a un campo di allenamento specifico in vista dei Mondiali, che quest’anno si terranno proprio in Spagna.

«Viezzi – riprende Roodhooft – sarà con noi da gennaio. Continuerà a vivere in Italia, ma trascorrerà alcuni periodi in Belgio. Per lui ci saranno cambiamenti significativi, soprattutto per quanto riguarda la preparazione: in Belgio si lavora in modo molto diverso rispetto all’Italia. Tuttavia, visto che resterà con la sua squadra attuale fino al 31 dicembre, il vero cambiamento per Stefano arriverà con la stagione 2025-2026».

Sin qui Viezzi ha messo nel sacco 9 gare di cross. E’ al primo anno elite (foto Billiani)
Sin qui Viezzi ha messo nel sacco 9 gare di cross. E’ al primo anno elite (foto Billiani)

Obiettivo integrazione

Philip Roodhooft guarda al futuro con un approccio ponderato, senza fretta. Questo fa ben sperare, suggerendo che il team ha in mente un progetto a lungo termine per Viezzi.

La chiave di questo approdo è il connubio tra ciclocross e strada, una novità per un atleta italiano che punta all’eccellenza in entrambe le discipline. In tempi recenti, ci aveva provato Lorenzo Masciarelli, ma l’abruzzese non ha avuto troppa fortuna.

«Abbiamo già un’idea di come integrare Viezzi – spiega Roodhooft – ma è troppo presto per condividerla nei dettagli. Dobbiamo ancora conoscere meglio Stefano. Seguire il percorso di Van der Poel? Non sarebbe un confronto realistico, ma sarà un successo se Stefano diventerà un buon crossista e un buon stradista. Noi crediamo che sia possibile. Intanto, sapete cosa voglio? Che Stefano lavori sodo per imparare l’inglese, così potrà integrarsi meglio con la nostra struttura. Il resto verrà da sé».