Pellizotti, un oro, un bronzo e quel sorriso strappato al padre

05.11.2024
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La fantastica spedizione azzurra a Pontevedra, culminata con l’inedito primato nel medagliere degli europei di ciclocross, ha avuto anche la protagonista che non ti aspetti. Giorgia Pellizotti è tornata a casa con un oro nel team relay e il bronzo nella prova individuale junior e forse è proprio questa la medaglia più inattesa dell’intera spedizione azzurra. L’andamento della stagione aveva indicato la punta azzurra in Elisa Ferri (alla fine onorevole quinta), invece la figlia d’arte ha tirato fuori il classico coniglio dal cilindro.

Il podio finale con la Pellizotti al fianco della Bukovska e della vincitrice Grossmann
Il podio finale con la Pellizotti al fianco della Bukovska e della vincitrice Grossmann

Tornata a casa, Giorgia si è subito reimmersa nella routine quotidiana fatta di studio e allenamenti: «Il primo giorno ho preferito però saltare la scuola per rimettermi in pari con lo studio avendo saltato qualche giorno, e poi non nascondo che lì in Spagna ci si svegliava sempre molto presto e tra stanchezza ed emozioni ero veramente spossata».

Ti aspettavi risultati simili?

Decisamente no, quest’anno non avevo mai corso all’estero salvo l’esordio in Svizzera. Non sapevo che cosa attendermi, mi dicevo che anche una Top 10 sarebbe stata un buon risultato per me che sono primo anno.

Un pezzo del percorso, affrontato dall’azzurra anche nel team relay, una prova fondamentale
Un pezzo del percorso, affrontato dall’azzurra anche nel team relay, una prova fondamentale
Tu eri stata scelta per il Team Relay del sabato, quanto è stato utile partecipare in funzione della gara domenicale?

Tantissimo, direi che è stato fondamentale per molti aspetti. Intanto ho potuto provare il percorso ad alte velocità, il che non è la stessa cosa che farlo per allenamento. Vedi le traiettorie anche in base alla fatica, alla spinta che dai alla bici. Poi la vittoria ha dato a tutti una carica enorme, direi che ha fatto davvero la differenza.

C’è un segreto, qualcosa che ti ha dato la spinta giusta per il podio?

Io direi la lucidità nell’affrontare ogni frangente di una gara difficile. Soprattutto nei momenti iniziali, nei quali non ero messa benissimo. Ho avuto anche aiuto dalla fortuna, trovandomi al posto giusto nel momento giusto, ad esempio quando ho seguito l’azione di svizzera e ceka che alla fine si è rivelata decisiva.

Lo sprint di Giorgia, battuta di un’incollatura dalla ceka Bukovska, sfuggitale sull’ultima curva (Photopress.be)
Lo sprint di Giorgia, battuta di un’incollatura dalla ceka Bukovska, sfuggitale sull’ultima curva (Photopress.be)
Eppure in un primo momento eri anche un po’ rammaricata per il secondo posto sfuggito…

Ero felicissima, sia chiaro, però quando ho visto che avevamo fatto il buco mi sono leggermente rilassata ed è stato un errore perché non ho lottato sul rettilineo finale come avrei dovuto, ma la Bukowska era ormai sfuggita e sul rettilineo finale non potevo più rimontarla. Sarebbe stato importante rimanerle incollata.

Tu sei entrata nel team azzurro lo scorso anno pur essendo ancora allieva. Quanto è servito anticipare i tempi?

Moltissimo perché si è formato un gruppo coeso, anche con lo staff, c’era già una conoscenza consolidata. Diciamo che non siamo partiti da zero quest’anno, eravamo tutti pronti ad affrontare la trasferta nel bene come nel male. Io credo che sia stato importante, infatti non mi sono sentita come una novizia in un evento pur così importante.

Titolo junior all’elvetica Anja Grossmann, già titolata nella mountain bike
Titolo junior all’elvetica Anja Grossmann, già titolata nella mountain bike
La svizzera Grossmann era davvero imbattibile?

Io l’avevo affrontata già alla prima prova stagionale e mi ero accorta della sua superiorità, ma la conosco bene. Negli ultimi due anni è stata campionessa europea di mtb nella categoria allieve. Poi ha un fisico completamente diverso dal mio, infatti a dir la verità su un percorso come quello iberico non mi aspettavo di arrivarle così vicino.

Che cosa ti ha detto tuo padre all’arrivo?

Papà non è un uomo di tante parole. Io poi ero con la nazionale, ci siamo potuti vedere poco, ma si vedeva che era contento, molto contento. Avremo modo di confrontarci e di parlarne, una cosa però me l’ha detta: di pensare subito alle prossime gare e non cullarmi sugli allori perché l’appuntamento che conta è sempre davanti a noi. Io punto alle maglie nelle categorie superiori, quando conterà davvero. Questa è una tappa importante, ma pur sempre una tappa.

Con l’oro della staffetta insieme alla famiglia e a papà Franco, diesse della Bahrain Victorious
Con l’oro della staffetta insieme alla famiglia e a papà Franco, diesse della Bahrain Victorious
Sei sempre convinta a non seguire le sue orme e quindi dedicarti all’offroad?

Sì, la mountain bike resta la mia opzione per l’estate mentre il ciclocross è sempre la disciplina che preferisco. Non nascondo poi che l’idea che questa disciplina possa entrare nel programma olimpico mi esalta moltissimo e mi fa prendere questa attività con un altro spirito. Infatti ora che sono a casa già non vedo l’ora che arrivi il fine settimana con le nuove prove internazionali, tra il Giro delle Regioni a Cantoira e la prova di Torino.