Si fa presto a dire che vai al Giro per fare classifica. Se poi lo dicono e lo ripetono in televisione giorno dopo giorno, la gente potrebbe pensare che sia facile. Ecco perché spesso tanti si sono scottati: si era creata così tanta attesa, che l’insuccesso è diventato una sentenza inappellabile. Nello sport è così, nel ciclismo che cerca con assillo un nuovo Nibali è anche peggio. Per questo sentir dire in continuazione che se Ciccone non farà classifica quest’anno non potrà farlo mai più, inizialmente è parso un suono stonato. Poi però, volendo vederci chiaro, abbiamo intercettato Luca Guercilena che di Ciccone è il datore di lavoro e, da preparatore e direttore sportivo di lungo corso, è in grado di andare oltre i facili entusiasmi.
Ciccone farà classifica al Giro: adesso o mai più?
Secondo me, facendo un’analisi molto fredda, da ottobre a oggi Giulio ha dimostrato di essere molto competitivo nelle tappe e nelle corse di un giorno. Sappiamo tutti che vincere tappe o portare a casa la maglia della montagna per noi ha un valore importante. E’ anche chiaro che con questa conformazione di Giro, con delle belle tappe già all’inizio, nella nostra testa e anche nel cuore l’idea di riuscire a fare qualcosa in classifica c’è. Però è ovvio che stiamo parlando di una classifica da top 5, sennò non ha alcun senso. Le tappe sono molto più importanti e per come sta andando Giulio, per la condizione che ha, secondo me è fondamentale che come prima attenzione guardi a quelle.
Il podio del Lombardia dello scorso anno ha cambiato la sua dimensione?
Purtroppo ha avuto degli infortuni e delle malattie piuttosto pesantucce, che hanno sempre minato la preparazione dei Grandi Giri. Quest’anno invece Giulio è riuscito a fare un avvicinamento molto lineare e sicuramente ha una stabilità personale importante. Per questo è riuscito a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati. E’ chiaro che il Giro è tutto un altro discorso. Da ottobre scorso ha dato una certa solidità a tutte le prestazioni, per cui sappiamo che siamo arrivati al Giro nella condizione giusta. Detto questo, lo vivremo tappa per tappa.
La squadra è forte, ma non sembra disegnata unicamente per supportare un leader.
E’ chiaro che, senza ipocrisia, andiamo con un occhio principale per le tappe. Questo è abbastanza evidente, però abbiamo cercato di pareggiare nel modo opportuno le opportunità per le tappe miste piuttosto che per le tappe di salita. Per cui abbiamo la possibilità che la squadra lo supporti, sia che punti alle tappe, sia che si trovi in classifica. Anche un corridore come Mads Pedersen al Tour ha dimostrato di essere importante quando c’era in ballo la maglia a pois e lo stesso Giulio ha lavorato per lui quando è servito. Come sempre siamo abbastanza bilanciati e compatti nell’aiutarci, credo al Giro ci sarà la stessa situazione.
Apriamo una parentesi italiana sull’assenza di Milan, che in questa squadra sarebbe stato bene, non trovi?
A livello di performance pura, probabilmente avrebbe potuto fare anche il Giro. Ma essendo partiti con l’idea del Tour, abbiamo preferito focalizzarci nel modo migliore. Dobbiamo arrivarci preparati nel modo giusto, anche perché non sarà un tentativo di vedere come andrà in Francia. Dobbiamo andare e fare risultato, quindi la preparazione dovrà essere assolutamente mirata. Al Giro ci sarà Pedersen, è giusto che ci sia un bilanciamento. Se vogliamo essere competitivi davvero, dobbiamo esserlo su tutti i fronti, quindi concentrare tutti nella stessa corsa sarebbe un rischio.
Con il tuo passato da allenatore, pensi che Ciccone arrivi al Giro con una condizione troppo avanzata o c’è ancora margine?
Vi dirò, se facciamo una valutazione attenta della performance, Giulio al Tour of the Alps è andato bene, ma era evidente che non avesse una condizione al 100 per cento. Alla Liegi ha fatto un altro passo, ma siamo consapevoli che la gara di un giorno e un’altra cosa. Siamo convinti che al Giro possa mantenere la condizione, perché si sta seguendo un avvicinamento molto mirato.
Come vivrete le due cronometro del programma?
Quest’anno nelle cronometro che ha fatto, Giulio è andato in modo molto solido. Chiaramente non è un cronoman rispetto a certi altri uomini di classifica, magari pagherà qualcosina. Però diciamo che il suo trend di miglioramento nella cronometro è abbastanza solido, per cui ci aspettiamo che sarà più competitivo e meno fragile degli anni passati.
Ciccone è l’uomo degli attacchi imprevisti: credi che l’assenza di un faro come Pogacar renderà la corsa più aperta?
Credo che sarà una corsa lineare, controllata da un paio di squadroni che ne hanno l’interesse. Penso alla Red Bull e anche la UAE Emirates, che ha il gruppo giusto per controllare i colpi di mano. Queste due squadre la faranno da padrone. Sulla strategia generale di gara, essendo in un ciclismo dove le sorprese arrivano abbastanza di frequente, proprio perché parecchi corridori hanno come unica chance quella di attaccare, bisognerà stare molto attenti.
Quindi, riepilogando, si parte per vincere le tappe e se poi la classifica dovesse venire di conseguenza, si proverà a difenderla?
Esatto, non sarebbe corretto dichiarare che partiamo per fare una top 5 e poi per puntare alle tappe. A mio parere in questo momento abbiamo la dimostrazione chiara e lampante che su un certo tipo di percorsi Ciccone può far bene. Dopodiché la classifica può anche diventare la conseguenza di giornate positive in serie. Il nostro approccio sarà questo qui.