E’ certo che Ganna correrà la crono con il coltello fra i denti, ma Evenepoel non sarà da meno. Il campione del mondo correrà per la vittoria di tappa e per mettere quanto più tempo possibile fra sé e gli altri uomini di classifica. Pippo partirà alle 15,09, Remco alle 16,56 e questa volta l’ordine di partenza è dettato dalla classifica e non da tattiche o sorteggi.
Il giorno di riposo è ormai alle spalle, ma è servito per fare qualche domanda più approfondita al belga che per disposizione della squadra in queste occasioni incontra i media unicamente attraverso conferenze stampa virtuali. Il Covid ha spalancato le porte a questa possibilità e tanti hanno pensato bene di farne una tradizione.
Ciao Remco, come stai?
Sto bene. Le sensazioni rispetto alla vigilia della crono dei mondiali sono diverse, perché abbiamo avuto nove giorni di tappe difficili, quindi in tutti c’è un po’ di stanchezza. Penso che sia un approccio diverso, ma comunque è un giorno che mi piace.
L’anno scorso ad Alicante rifilasti 48 secondi a Roglic, cosa possiamo aspettarci da Valladolid?
Non ho fatto ricognizioni, prima di tutto perché il percorso non sembra essere molto tecnico, in secondo luogo perché era piuttosto difficile arrivarci. Dovevi prima volare a Madrid e poi prendere un volo o guidare fin qui. Mi sono fatto un’idea. I primi 5 chilometri sono in città, poi c’è una piccola salita di 6-700 metri, quindi una discesa e poi andremo su e giù quasi sempre sulla stessa strada nazionale verso il traguardo. Sarà una crono veloce, che ha bisogno di ritmo perché durerà circa mezz’ora, 27-28 minuti. Penso che possano esserci alcune differenze interessanti. Non è previsto vento, mi aspetto che vinca uno specialista.
Per te sarà la tappa più importante?
Non necessariamente, ma mi piacerebbe vincere, soprattutto in maglia iridata. E’ una tappa che abbiamo preparato bene e non vediamo l’ora di fare. Non penso che il risultato sarà cruciale per le tre settimane, ma resta una giornata molto importante per la classifica generale.
Pensi che Kuss possa restare un rivale per la classifica?
E’ considerato uno dei migliori scalatori al mondo e se riesce a fare una buona crono, sarà un cliente piuttosto difficile e decisamente importante. Però lo abbiamo già visto in lieve difficoltà nelle ultime due tappe di montagna, quindi lo considero un outsider, soprattutto visti gli altri leader del Team Jumbo-Visma. Ovviamente non è facile correre contro tre scalatori così forti. Non è facile escogitare sempre dei piani diversi, soprattutto se lavorano bene insieme come hanno fatto sinora.
Nella classifica ci sono ancora nomi di outsider: cosa ti pare ad esempio di Lenny Martinez?
Penso che per lui e gli altri giovani sia una delle prime volte che fanno una gara di 9 giorni consecutivi. Ora hanno approfittato del riposo, ma se ne annunciano altri 5-6 veramente duri. E’ giusto che provino a scoprire i loro limiti. Lenny ha preso la maglia rossa e per poco non vinceva una tappa, sembra che sappia davvero cosa fare. Ma la Vuelta dura tre settimane, bisognerà vedere come recupererà giorno dopo giorno fino alla 21ª tappa.
E’ prevedibile che farai fronte comune con Ayuso e Mas per contrastare i corridori della Jumbo?
Di sicuro possono diventare molto importanti nelle prossime due settimane, perché è sempre un po’ più facile lavorare insieme che risolvere tutti i problemi da solo. La Jumbo ha ancora tre punte, quindi dobbiamo trovare un modo per lavorare contro di loro. Dovremo vedere giorno per giorno e poi vedere come sarà la classifica dopo la crono e soprattutto dopo le tappe 13 e 14 (arrivi pirenaici sul Tourmalet e Belagua, ndr).
Si può fare un paragone fra la tua forma del Giro e qui alla Vuelta?
E’ molto difficile, perché sono momenti diversi della stagione. Però penso che la forma sia più o meno la stessa. Prima del Giro stavo benissimo e ho vinto la Liegi. Questa volta ho vinto il mondiale della cronometro. Sto bene, sono nella forma che volevo.
Nella tappa di domenica Cattaneo ti ha tenuto davanti nella fase dei ventagli e poi in salita. Che cosa pensi di lui?
Mattia è una persona molto importante per me. Può andare molto forte in pianura e ha una grande potenza in salita. Nelle ultime due tappe ha messo sotto pressione e portato al limite tutti gli altri scalatori. Sono super felice che abbia prolungato il contratto, lo vorrei avere con me per tutta la mia carriera.
Il Covid ti ha impedito di finire il Giro e di provarti su salite lunghe. Che cosa ti aspetti dalle tappe sui Pirenei?
Le montagne molto lunghe sono ancora un punto interrogativo. Penso che la settimana scorsa ho dimostrato di andare bene nelle salite di 30 minuti. Nella tappa in cui ho perso un po’ di tempo, all’Observatorio Astrofísico de Javalambre, ho espresso un’ottima potenza, ma ho avuto 5 minuti in cui non riuscivo a fare velocità, nel momento in cui Roglic ha attaccato. Nelle ultime due tappe di montagna, ci sono state salite di circa 15-20 minuti e sono andato abbastanza bene. Il prossimo test sarà su salite di 45 minuti-un’ora.
Che cosa ti aspetti?
Normalmente sono sforzi cui dovrei adattarmi abbastanza bene, perché ad esempio il campionato del mondo crono è durato 55 minuti e ho espresso un’ottima potenza. Ad Andorra durante l’ultimo ritiro ci ho lavorato, ma la corsa è un’altra cosa. Rimane la domanda su come risponderò quando le montagne saranno una dietro l’altra. Non resta che aspettare e vedere…