Nuova Ostro VAM, pronta a tutto, ottima ovunque

13.07.2024
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Il test a lungo termine della rinnovata Ostro VAM di Factor prende forma. L'abbiamo portata alla frusta anche all'interno del nuovo tracciato della Sportful Dolomiti Race, una delle granfondo più esigenti e con tantissimi chilometri di salita, più di 80 spalmati sui 200 del percorso lungo. Vediamo come è andata...

FELTRE – Il nostro test di lunga durata della Factor Ostro VAM si conclude alla Sportful Dolomiti Race (tracciato lungo e inedito), di sicuro una delle granfondo più dure in ambito europeo.

Perché una granfondo con così tanta salita? Perché la nuova Ostro ci ha sorpreso positivamente in questi mesi di prova, soprattutto quando la strada sale e considerando che argomentiamo una bici che nasce aero, il feedback non è banale. Entriamo nel dettaglio della prova.

Il test della nuova Factor Ostro VAM si conclude con la granfondo più dura
Il test della nuova Factor Ostro VAM si conclude con la granfondo più dura

La nostra Factor Ostro VAM

Una taglia 54, con il nuovo cockpit integrato BlackInc. e la trasmissione Sram Red AXS di ultima generazione (50/37 e 10/33, power meter Quarq). Reggisella Factor specifico con arretramento zero (sella di Selle Italia modello SLR) e ruote Zipp 303S gommate con gli pneumatici Zipp specifici per hookless. L’ultimissima parte della prova abbiamo montato le ruote DT Swiss ARC38 1100 Dicut (gommate tubeless Pirelli PZero Race RS), in modo da utilizzare una configurazione maggiormente adatta ai quasi 5000 metri di dislivello positivo della competizione dolomitica (riducendo anche il peso). Il valore alla bilancia rilevato (pedali Time inclusi) è di 7,3 chilogrammi (7,6 con le Zipp).

Da sottolineare alcuni dettagli della Ostro, ad esempio il movimento centrale CeramicSpeed, azienda che firma anche tutto il comparto rotante della serie sterzo con la versione SLT (prodotto a nostro parere eccellente). Difficile dare un prezzo alla bici completa, mentre il kit telaio Premium ha un valore di listino di 5799 euro (telaio, forcella e serie sterzo, reggisella e manubrio BlackInc.)

Un compromesso di alto livello

Molto differente dalla versione precedente, la rinnovata Factor Ostro VAM è una bici che nasce per essere aero che eccelle un po’ ovunque. Se messa a confronto con la versione più anziana è più leggera, guidabile e precisa sull’avantreno ed è maggiormente equilibrata, pur mantenendo quella grossa differenza di elasticità del telaio tra anteriore e posteriore.

Traducendo, abbiamo una bici veloce nei tratti pianeggianti che offre dei vantaggi tangibili quando è necessario fare velocità e watt, ad esempio sui saliscendi continui. Non è una bici da scalatore nel senso più puro del termine, ma ha un peso ridotto e non ha una rigidità estrema che “picchia” sulla schiena. Si adatta parecchio bene a diverse tipologie di allestimenti, anche con le ruote più basse da salitomane.

Tanta progressività, non comune per una bici aero
Tanta progressività, non comune per una bici aero

Briosa, non cattiva

Il carattere da cavallo da corsa si percepisce soprattutto sulla sezione davanti. La forcella è rigida, ma non è un mattone. La zona dello sterzo è un blocco sul quale fare affidamento e tanto sostenuta, eppure insieme alla forcella è la porzione che è cambiata di più nei termini della resa tecnica. L’avantreno è un compasso quando la velocità è alta e la strada obbliga a cambiamenti continui di traiettoria. Una bella sorpresa con un performance decisamente superiore alla media della categoria delle bici aero.

Qui a nostro parere entra in gioco anche un manubrio, ben fatto e certamente rigido, ma non eccessivo nella chiusura/svasatura superiore dei manettini del cambio. La Ostro VAM è una di quelle bici da agonista che permette di correggere la traiettoria ed eventuali errori (non un dettaglio da poco).

Dietro è più morbida

Se l’anteriore è al pari di una lama che entra nel burro, il posteriore è decisamente diverso, più morbido, confortevole e “quasi” elastico. Non è un fattore così comune per questo livello di biciclette, considerando che proprio l’elasticità così come la descriviamo compare a prescindere dalle ruote utilizzate.

Un vantaggio nel lungo periodo e quando si decide di affrontare tanta salita e gli scatti prendono la forma di progressioni. Uno svantaggio sulle accelerazioni perentorie, perché la bici tende a sedersi leggermente, anche se è bene sottolineare che non si scompone minimamente, neppure quando l’asfalto è in condizioni pessime.

L’ultima fase del test con le DT Swiss ARC38
L’ultima fase del test con le DT Swiss ARC38

Geometria a favore della sfruttabilità

Per contestualizzare meglio un retrotreno più morbido ed elastico, che in qualche modo colpisce è necessario dare un occhio anche alla geometria. Un passo complessivo di 98,5 centimetri (nella media), con un angolo di 74° del piantone e un anteriore di 72,5° (e qui prende forma l’ottima precisione e stabilità), con un off-set della forcella di 48 millimetri (perfettamente in linea con l’angolo abbondante dello sterzo). 54,2 centimetri di stack e 38,4 di reach, quindi una bici lunga nella media e non eccessivamente ribassata/schiacciata in avanti.

La comodità arriva anche dalla geometria, che invita a caricare il corpo sul piantone e sull’anteriore, lasciando più scaricato il retrotreno. Se quest’ultimo fosse più rigido, con tutta probabilità avremmo una bici al limite dell’inguidabile nella sezione posteriore.

Una bici stabile, non un semplice dettaglio e molto differente dalla precedente
Una bici stabile, non un semplice dettaglio e molto differente dalla precedente

In conclusione

Una bici unica che racchiude un po’ tutto. Ci si può gratificare in salita, sulle ascese lunghe e dure e anche sulle erte più corte dove si può dare qualche fucilata (quando si hanno le gambe). La nuova Ostro VAM è una bici aero concept con dei valori superiori alla media della categoria quando è portata nelle discese tecniche e veloci, quei contesti dove il “manico” deve essere supportato dal mezzo meccanico.

I tratti vallonati sono il suo pane, perché è veloce, ma leggera, quindi permette di mantenere alta l’andatura risparmiando qualche watt. Rispetto alla “vecchia” Ostro? Una Factor tutta diversa, paragonabile (in parte) solo nel design.

Factor

Nuovo Sram Red, più leggero ed efficiente grazie all’ergonomia

15.05.2024
8 min
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In anteprima ecco il nuovo Sram Red AXS. Il sistema è stato rinnovato in tutte le sue parti, ma un richiamo con il passato e con il gruppo Force AXS è più che lecito, per lo meno in fatto di impatto estetico e di compatibilità di alcuni componenti. Il nuovo Red è più leggero, ma soprattutto ergonomico e proprio l'ergonomia fa una grande differenza nei termini di sfruttabilità e performance, ma anche per quello che concerne la facilità di approccio al sistema e alla sicurezza nelle diverse fasi di frenata. Ecco il nuovo Red AXS nel dettaglio.

Ecco il nuovo Sram Red AXS. Pur adottando il DNA della piattaforma già esistente, il nuovo Red cambia molto con l’obiettivo di essere ancora più facile da usare e sfruttare.

L’ergonomia è parallela ad una cura dimagrante importante e ad una efficienza dell’impianto frenante che può fare la differenza. Entriamo nel dettaglio anche grazie ai primi feedback del test.

Il volume ridotto degli shifters influisce sull’impatto estetico della bici. Qui sulla nuova Factor Ostro VAM
Il volume ridotto degli shifters influisce sull’impatto estetico della bici. Qui sulla nuova Factor Ostro VAM

In supporto del corridore

E’ una sorta di punto di arrivo del percorso iniziato con la piattaforma lanciata nel 2019, fattore molto importante quando si considerano i diversi step di sviluppo. Il Red di ultima generazione punta all’aumento dell’affidabilità nella gestione del prodotto, sulla longevità, ma anche a migliorare quella versatilità di utilizzo che da sempre contraddistingue Sram. Shifters a parte, sotto il profilo dell’estetica c’è un forte richiamo al Red che già conosciamo, anche se la realtà ci dice che Sram ha ridisegnato ogni singolo componente.

«Quando siamo partiti con lo sviluppo del nuovo Red – ci racconta Jason Fowler, Product Manager di Sram – abbiamo pensato di ridurre in modo drastico le decisioni che il rider deve prendere ogni volta sulla bici. Cercando di anticipare il modo di agire una volta che si è sotto stress, aumentano la sicurezza e la possibilità di sfruttare la trasmissione e l’impianto frenante. Abbiamo cercato di dare una continuità al macrosistema Sram Red, questo grazie alla compatibilità con i componenti della generazione precedente».

Come si presenta

L’impatto estetico del nuovo Red si lega molto ai nuovi manettini. Solo in parte richiamano l’ultima versione del Force. Le leve sono completamente in carbonio, sagomate nella parte alta in modo da essere azionate facilmente con un solo dito. Adottano anche una sorta di svasatura verso l’esterno che le rende perfettamente in linea con lo sviluppo dei nuovi manubri con flare pronunciato. Alle spalle della leva c’è un pistone più lungo e posizionato in modo orizzontale (in precedenza era verticale/obliquo e cambia anche il punto pivot dove la leva scarica la forza) che rende facilissimo ed efficiente il “modo di frenare”. In aggiunta c’è la regolazione (separata) delle leve e del punto di contatto tra disco e pastiglie.

La superficie dove si appoggiano i palmi è più ampia rispetto alla precedente e la riduzione dell’altezza della torre frontale rende gli shifter molto più confortevoli.

Non è cambiato il concetto della trasmissione, con un pulsante dietro ogni leva (più ruvido se comparato con l’edizione precedente). Funzionano nello stesso modo del “vecchio” Red. Sono stati invece aggiunti i due pulsanti superiori, utilizzabili per la trasmissione, oppure da associare ad un device gps. L’utilizzo del cambio è customizzabile nelle funzioni tramite la app Sram AXS (arricchita grazie all’aggiunta di alcune funzioni).

Complessivamente il gruppo è più leggero (153 grammi in meno) ed ha un valore alla bilancia dichiarato di 2496 grammi (configurazione 48-35, pignoni 10-28 e dischi del freno da 160 millimetri, viteria, liquido dei freni e batterie inclusi).

Le pinze ed i freni

La cura dimagrante ha coinvolto anche le pinze dei freni. Hanno degli ingombri ridotti e si presentano con due asole passanti per ogni pinza. Non è cambiato il liquido DOT dell’impianto, non è cambiata la tecnologia Bleeding Edge per lo spurgo dell’impianto. L’utilizzo delle pastiglie dei freni è compatibile con le versione più anziana.

E’ diverso il disegno dei dischi del freno. Sono i più leggeri mai prodotti da Sram. E’ cambiato in toto il ragno di supporto, sempre in alluminio, ma più asciutto e con meno materiale. I nuovi dischi sono disponibili in due misure, 160 e 140 millimetri, esclusivamente CenterLock.

Deragliatore, corone e pedivelle

Prima di tutto scriviamo che le batterie della “vecchia” trasmissione sono compatibili con il nuovo Red. Il deragliatore è unico e compatibile con tutte le combinazioni delle corone accoppiate tra loro (46-33, 48-35 e 50-37, 52-39 e 54-41, oltre alla nuova 56-43). E’ cambiata la forma della gabbia (ridotta negli ingombri) per facilitare la regolazione, la cambiata e la deragliata (più veloci e precise). Rimango le due brugole di setting del fine corsa e c’è l’autotrim per la regolazione automatica quando si è in movimento.

Un aspetto importante (anche in chiave futura) è l’aggiunta delle pedivelle da 160 millimetri di lunghezza (le lunghezze disponibili sono 6). Si parte dalla 160, poi 165 e 167,5, 170 e 172,5, fino alla 175 millimetri. Cambiano la laminazione ed il layup del carbonio, per rendere le stesse pedivelle più leggere e più rigide. Non è cambiato il perno passante oversize DUB. La guarnitura è sempre disponibile con o senza power meter Quarq, che non ha cambiato nulla se non il cap che protegge la sede della batteria. Entrano ufficialmente in catalogo anche le corone singole (48 e 50 denti).

Il bilanciere è il cervello del sistema

E’ diverso. Il nuovo Sram Red AXS ha un solo bilanciere, che copre le cassette dei pignoni fino a 36 denti e ovviamente le configurazioni con la doppia e la corona singola anteriore. E’ stato alleggerito nel peso. Da qui parte tutto: la configurazione, l’abbinamento dei componenti e lo smistamento degli impulsi. Ha le pulegge oversize con le sfere ceramiche ed integra (come in passato) la tecnologia Orbit che permette di gestire al meglio la tensione della catena in ogni fase della prestazione.

Oltre alla livrea, variano anche alcuni dettagli della produzione dei pignoni
Oltre alla livrea, variano anche alcuni dettagli della produzione dei pignoni

I pignoni e la catena

La catena, pur mutuando il disegno Flattop, ha delle maglie profondamente scavate ed alleggerite, così come i pin di giunzione. Rimane il fatto che la “vecchia” catena è perfettamente compatibile con il nuovo Red.

Le combinazioni disponibili dei pignoni sono 4: 10-28 e 10-30 (tutta nuova), 10-33 e 10-36 (anche quest’ultima tutta nuova per il sistema Red). Sono un blocco unico in acciaio e necessitano del corpetto della ruota libera XDR.

I primi feedback

Rispetto al “vecchio” Red cambia completamente le performance della frenata e quel feeling immediato che diventa necessario quando si pedala a tutta. I manettini hanno tanto appoggio per le mani. Questo appoggio è sfruttabile e permette di scaricare tanta forza, quando ci si alza in piedi sui pedali, quando si rilancia, o semplicemente quando si pedala per lunghi periodi con le mani alte. Le pressioni che inevitabilmente si generano sono meglio distribuite, a tutto vantaggio di un comfort ottimale che si ripercuote anche sulla parte alta del corpo. La loro sfruttabilità è migliore se il punto di appoggio dei palmi è in linea con l’orizzonte, oppure segue la linea superiore del manubrio.

Allo stesso modo la frenata beneficia dell’ergonomia migliore e più sfruttabile. A prescindere da come si sta in bicicletta e da quanta forza viene scaricata sulla leva, la resa tecnica del freno non cambia ed è anche più modulabile. La regolazione separata della corsa della leva e del contatto pastiglie/disco fa passare in secondo piano quella sensazione di on/off che faceva parte del precedente impianto frenante Sram.

La cambiata e la deragliata anteriore sono perfette e non sbagliano un colpo, neppure quando ci si dimentica di alleggerire la pedalata. Quella posteriore a nostro parere è più veloce, precisa e silenziosa. Con tutta probabilità il merito è della nuova catena combinata con le pulegge maggiorate.

Sram

Cervélo Áspero, più veloce, più comoda e più versatile

30.04.2024
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Dopo essersi presentata al mondo nel 2019 come la gravel più veloce di sempre, ecco che la Áspero si migliora ulteriormente. Cervélo annuncia questo nuovo modello con alcuni miglioramenti: il movimento centrale asimmetrico con filettatura T47a, un passaggio dei cavi più ordinato ed un attacco del deragliatore compatibile con UDH per coloro che vogliono utilizzare le trasmissioni Sram. 

Più aerodinamica

Un altra caratteristica della Áspero è sicuramente l’aerodinamica migliorata. Le prestazioni da questo punto di vista non riguardano tanto la velocità fine a se stessa quanto al risparmio di energia, ottenuto grazie alla riduzione della resistenza. Il risparmio di watt si traduce in un guadagno di potenza che si esprime in modo efficace e misurabile. 

Oltre alla riduzione della resistenza aerodinamica, sono stati abbassati i foderi per dare un po’ più di aderenza al posteriore e ridotta leggermente la rigidità dell’avantreno per rendere il comfort ancora più trasversale. Tra i foderi abbassati è stato ricavato un po’ più di spazio per il fango, facendo tesoro di quanto appreso dalla R5-CX (e dall’Unbound mudfest del 2023). Sono tanti miglioramenti apparentemente piccoli, ma che si sommano fino a mettere insieme vantaggi tangibili. Il risultato è una bicicletta che assomiglia molto all’Áspero originale, ma che di fatto è più veloce, più comoda e più versatile.

Specifiche

Áspero utilizza il movimento centrale asimmetrico con filettatura T47a di cui Cervélo è stata pioniera sull’R5-CX. Si tratta di un’interfaccia semplice e maneggevole che permette di offrire i vantaggi del BBRight in una forma più facile da usare. Áspero condivide le stesse dimensioni dei cuscinetti delle R5, Soloist, R5-CX e Caledonia, il che significa che è possibile utilizzare qualsiasi combinazione di serie sterzo e attacco manubrio.

Con l’introduzione da parte di Sram del 2023 delle nuove trasmissioni per mountain bike. Anche la Áspero utilizza lo standard Universal Derailleur Hanger (UDH), per dare la possibilità di provare tutte le differenti modalità. Una caratteristica che allarga il ventaglio di utilizzo di questo nuovo modello firmato Cervélo.

L’integrazione dei cavi rende l’estetica pulita ed elegante
L’integrazione dei cavi rende l’estetica pulita ed elegante

Prezzi e taglie

La geometria si apre a una versatilità di utilizzo totale. Per uomo e donna, la Áspero si propone come una bici pronta ad assecondare ogni esigenza. L’off-road diventa quindi unisex e le performance vengono assicurate a tutti. La stessa osservazione è doveroso farla per anche per la griglia di taglie proposte. Ci sono infatti tutte le misure per ogni statura: 48, 51, 54, 56, 58 e 61. 

I colori disponibili sono tre: Peaches and Cream, Woodsmoke e Sea Ice. Tonalità selezionabili in base ai modelli proposti che valorizzano le linee sinuose e pulite di questa Cervélo. I prezzi variano in base all’allestimento proposto: Áspero GRX RX600 a 3.399 euro, Áspero Apex XPLR 1 a 3.599 euro, Áspero Rival XPLR AXS 1 a 5.799 euro, Áspero Apex XPLR AXS 1 a 4.899 euro, Áspero GRX RX610 a 3.699 euro, Áspero GRX RX610 1 a 3.699 euro, Áspero GRX RX820 a 4.899 euro e infine Áspero Frameset a 2.799 euro.

Cervélo

La Trek di Milan per il Nord ce la racconta Mauro Adobati

26.02.2024
5 min
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L’opening weekend è ormai alle spalle, la stagione del Nord è appena iniziata e nelle prossime settimane sulle strade di lassù si daranno battaglia tanti nomi importanti. I dettagli contano molto, tutto deve essere curato e niente va lasciato al caso. Se ad ogni cavaliere corrisponde un cavallo, anche i corridori hanno il loro destriero in carbonio: le loro bici. Per vincere il freddo, il pavé, i muri e tutti gli ostacoli delle corse del Nord è necessario avere i materiali giusti

Dalla Omloop Het Nieuwsblad di sabato, fino alla Roubaix e anche oltre: le gare da queste parti sono tante e ognuna ha le sue insidie. Uno dei nomi di spicco per il ciclismo italiano a queste latitudini sarà quello di Jonathan Milan. Intorno a lui girano tante domande, non ultima quella sulle scelte tecniche fatte in ottica classiche del Nord. 

Madone o Domane?

Il gigante friulano, passato dalla Bahrain Victorious alla Lidl-Trek ha cambiato bici. Ora per correre sulle pietre potrà contare sulla Madone e sulla Domane: insieme a Mauro Adobati, capo dei meccanici del team americano, parliamo delle scelte fatte da Milan. Lui stesso ci aveva parlato di alcuni test fatti proprio sulle strade della Roubaix, volti a cercare i materiali migliori. All’inizio della stagione del Nord cerchiamo di capire che scelte sono state effettuate.

«Il test per la Roubaix – ci dice Adobati – Milan lo ha fatto con la Madone. Ormai con la nuova versione di questa bici si può pedalare tranquillamente sulle pietre. Grazie all’inserimento dell’IsoFlow le vibrazioni non sono più un problema. Tutti i ragazzi, Milan compreso, hanno corso l’opening weekend con questo modello. L’unico motivo per cui si potrebbe scegliere di usare la Domane, e si parla solo della Roubaix, è la pioggia. Il passaggio ruote in questa bici è maggiore e si possono montare copertoni da 32 millimetri senza problemi».

Milan per le prime gare Nord ha scelto tubolari da 30 millimetri
Milan per le prime gare Nord ha scelto tubolari da 30 millimetri

Profili alti e tubolari

Le scelte tecniche sono sempre qualcosa di personale, i test servono alle aziende, vero, ma risultano ancora più utili ai corridori. Ogni momento è buono per capire, cambiare e correggere. Nella mattinata di venerdì, Milan ha pedalato sulle strade della Omloop Het Nieuwsblad alla ricerca delle ultime conferme

«In queste gare – continua Adobati – Milan ha scelto di usare ruote a profilo alto, potrebbe optare per un 51 millimetri. Mentre, per quanto riguarda i copertoni, per la Het Nieuwsblad ha optato per dei tubolari da 30 millimetri. Il tubeless è stato accantonato perché con colpi secchi un po’ d’aria esce sempre, rischiando di perdere anche 2 atmosfere tra inizio e fine gara. Questa scelta viene fatta soprattutto da corridori della stazza di Milan.

«Per la Roubaix vedremo cosa si sceglierà, il profilo scelto per le ruote potrebbe alzarsi a 61 millimetri. Si tratta di una corsa piatta, dove servono molta velocità e anche tanta stabilità. Probabilmente, anche per correre all’Inferno del Nord, Milan potrebbe decidere di montare i tubolari». 

Milan utilizza il nastro manubrio da cronometro, più sottile rispetto al classico da strada
Milan utilizza il nastro manubrio da cronometro, più sottile rispetto al classico da strada

Nastro manubrio e sella

I punti di appoggio più delicati per un ciclista sono la sella e il manubrio. Il comfort sulle pietre diventa quasi un’utopia, ma le scelte tecniche devono portare alla migliore soluzione. 

«Milan – ci spiega Adobati – preferisce usare il nastro manubrio più sottile, quello da cronometro. Lo ha usato anche per queste prime gare in Belgio e probabilmente pure per la Roubaix. Dice che un nastro più sottile gli dà una maggiore sensibilità e più sicurezza nel guidare la bici. Come sella utilizza la Aeolus RSL con larghezza da 145 millimetri, ovvero la taglia media».

Milan utilizza all’anteriore le corone da 54 e 41 denti, il pacco pignone ha scala 10-33
Milan utilizza all’anteriore le corone da 54 e 41 denti, alla Roubaix potrebbe optare per il monocorona da 54

Infine il gruppo

Uno dei cambiamenti più importanti per Milan è stato passare da Shimano a SRAM. L’azienda americana utilizza dei pacchi pignoni con corone differenti, spesso dispari, ma a detta di Adobati questo non è stato un grande problema. 

«Alla Omloop Het Nieuwsblad e alla Kuurne – racconta il meccanico – Jonathan ha usato un 54-41 davanti. Mentre al posteriore il pacco pignoni è stato un 10-33. A mio modo di vedere non ha avuto necessità di grandi adattamenti, comunque con Shimano dietro usava il 30. Mettere 3 denti in più dietro permette di avere grande libertà, in futuro potremmo vedere corone sempre più grandi davanti. Con un 54-41 si evitano grandi salti e la catena ha meno probabilità di cadere».

«L’unica modifica per la Roubaix, da questo punto di vista, potrebbe essere la scelta di un monocorona davanti. Si monterebbe un 54, con al posteriore una cassetta 10-33. In una corsa del genere togliere il deragliatore potrebbe tornare utile».

Ufficiale: SRAM nuovo partner della Bora-Hansgrohe

03.01.2024
3 min
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Una notizia che era nell’aria da qualche settimana e che trova oggi la propria ufficialità: SRAM è un nuovo partner, nonché fornitore tecnico, del team tedesco Bora-Hansgrohe. Il gruppo di professionisti capitanati da Primoz Roglic gareggerà nel corso della stagione 2024 con biciclette Specialized equipaggiate con il gruppo completo SRAM RED eTap AXS. La Bora-Hansgrohe si appresta a prendere il via alla personale quattordicesima stagione tra i professionisti, dal 2017 nel gruppo dei team WorldTour, concentrandosi quest’anno in modo particolare sulle vittorie nei Grandi Giri.

Oltre la trasmissione, la squadra sarà inoltre dotata di bike computer Hammerhead, nello specifico il modello Karoo 2: un potente strumento di allenamento che certamente sarà in grado di fornire agli stessi atleti, sia in gara che durante le sessioni di “training”, un vantaggio competitivo e prestazionale decisamente rilevante.

I corridori della Bora-Hansgrohe hanno provato il nuovo gruppo nel ritiro in Spagna
I corridori della Bora-Hansgrohe hanno provato il nuovo gruppo nel ritiro in Spagna

Innovazione e motivazione

«Assieme al nostro partner OE Specialized – ha dichiarato Ken Lousberg, il CEO di SRAM – siamo estremamente entusiasti di correre e competere assieme al team Bora-Hansgrohe, una delle squadre più forti dell’intero circus del WorldTour. Non vediamo davvero l’ora di lavorare assieme a Jai Hindley, con Aleksandr Vlasov, e di continuare il nostro percorso con Primoz Roglic: uno dei migliori ciclisti di questa generazione».

«Per me in modo particolare – ha ribattuto Ralph Denk, il Team Manager della Bora-Hansgrohe – la partnership con SRAM significa un ritorno molto personale all’azienda. Negli anni novanta SRAM mi ha dato l’opportunità di muovere i primi passi della mia carriera professionale. Allora sperimentavo SRAM come un’azienda orientata all’innovazione con una forte mentalità pratica. Ora guardiamo avanti alla nostra partnership con SRAM, e dopo i nostri colloqui iniziali posso già confermare che sia la mentalità quanto quella forte motivazione di allora sono ancora integre».

Jai Hindley con la nuova divisa 2024 realizzata da Sportful
Jai Hindley con la nuova divisa 2024 realizzata da Sportful

«Sono davvero entusiasta di correre con SRAM – ha aggiunto il vincitore del Giro d’Italia 2022 Jai Hindley – ed ho già potuto testare il gruppo RED AXS nel corso dei nostri primi ritiri in Spagna rimanendone estremamente soddisfatto. In modo particolare, la possibilità di utilizzare un assetto a corona singola per alcune gare di un giorno, oppure nel corso di un Giro a tappe, potrà rivelarsi molto vantaggioso per me».

La Bora-hHansgrohe inizierà il proprio calendario gare 2024 in Australia disputando il Santos Tour Down Under.

SRAM

Gravel, forcella ammortizzata e batteria. Si può fare

10.11.2023
6 min
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Forcella ammortizzata e reggisella telescopico: anche questo può essere gravel. Tecnicamente ci spingiamo verso una categoria di prodotti vicini alla mtb, ma di fatto in molti li usano (anche e semplicemente per essere più comodi).

Abbiamo provato il nuovo Sram Apex AXS 1×12, abbinato proprio al telescopico Reverb AXS (quello wireless) e alla forcella RockShox Rudy (con escursione di 30/40 millimetri) specifica per il segmento gravel. Oltre a questi componenti non ci siamo fatti mancare il test delle ruote (dal profilo “bassissimo”) Zipp 101 XPLR, un comparto rotante davvero sorprendente. Entriamo nel dettaglio della prova.

Look minimale, ma la forcella è ammortizzata
Look minimale, ma la forcella è ammortizzata

I limiti (forse) non esistono

Tutto può essere e tutto può diventare gravel. Lo si può praticare con una vecchia bici, con una da ciclocross e con una mtb con le ruote da 26. Lo possiamo fare con una normalissima bici da strada (magari con le gomme più grandi), oppure con una bici all’ultimo grido in fatto di componenti (come nel nostro caso).

«Ho fatto gravel», un’affermazione sempre più ricorrente. Semplicemente percorrendo un sentiero battuto, oppure un argine nei pressi di un contesto metropolitano (come se la parola gravel fosse il sinonimo di evasione).

«Ho fatto gravel», portando la bicicletta su quei sentieri scassati e sassosi che normalmente si affrontano con la mtb full. Una volta di più ci si rende conto che il più delle volte il limite può essere tecnico, legato principalmente al mezzo meccanico e al nostro approccio.

Il divertimento è alla base di tutto
Il divertimento è alla base di tutto

Forcella e telescopico

Una cosa è certa, con due componenti del genere non si parla di compromesso, ma di una pratica gravel che si spinge oltre. Strizza l’occhio ai percorsi tecnici ed esigenti, ma apre uno scenario rivolto al divertimento. Immaginare di percorrere velocemente (con tutta probabilità, ancora più veloce) gli stessi sentieri che si fanno con la mtb non è banale. Ci sono dei limiti, questo è sicuro, perché la bici gravel non può diventare una enduro. Un limite è il valore alla bilancia, che è maggiore (rispetto ad una forcella e ad una reggisella tradizionali). Eppure questi due componenti sono un valido aiuto per chiunque, perché assecondano (non poco) la guida con un’azione di comfort, particolarmente utile quando si è stanchi. Obbligano a spendere di più e alzano il prezzo della bici.

Nell’ottica di un’offerta sempre più ampia, tanto specifica quanto trasversale, è giusto pensare anche ad una sorta di ponte/collegamento, dove proprio una forcella ammortizzata e un telescopico uniscono due mondi differenti. Quello del gravel stradistico e quello che mutua le proprie origini dalla mountain bike. Quanto costa una forcella ammortizzata specifica per il gravel? La RockShox Rudy XPLR ha un prezzo di listino di 917 euro.

Trasmissione entry level

Chi acquista una trasmissione Sram Apex, oppure una bicicletta che porta in dote questo pacchetto lo fa per due motivi principali. Il primo è di sicuro contenere la spesa, cosciente del fatto che il valore alla bilancia non occupa il primo posto nella scala dei valori. Il secondo è avere un’ottima sostanza dei materiali e non curarsi troppo dei colpi proibiti che possono arrivare da un utilizzo (anche) scriteriato.

L’ultima versione AXS ha poco da invidiare al Rival e al Force (da questi mutua anche l’architettura dei manettini). Le modalità di attivazione della cambiata sono le medesime, così come la app Sram AXS di gestione (per aggiornamenti e verifiche del sistema). Ad esempio, le batterie sono le stesse e si possono intercambiare tra i vari gruppi cambio (ma anche con il reggisella Reverb wireless). I tempi di deragliata e di risalita della catena sono gli stessi? Le differenze sono minime, impercettibili e legate principalmente all’utilizzo di materiali differenti.

Una trasmissione che funziona con la batteria non è per i puristi della bicicletta (forse non lo è neppure il gravel), ma è pur vero che l’elettronica con tutte le sue forme ha invaso anche il mondo dello sport e la bicicletta non è esente. L’elettronica ha contribuito ad aprire il mondo della bici a diverse tipologie di utenti e questo è un dato di fatto. Quanto costa una trasmissione Sram Apex 1x AXS (freni a disco compresi)? 1371 euro di listino.

Ruote con il cerchio basso

Una bella sorpresa e dal punto di vista tecnico. Pensando ai vari stili di guida, modo di approcciare la bici e trasversalità di utilizzo, meno male che le ruote basse esistono ancora. E’ oggettivo il fatto che una ruota dall’alto e medio profilo veste meglio la bicicletta, ma comporta anche un impegno maggiore nella guida. Una ruota come la 101 XPLR ha senso e diventa la soluzione perfetta per chi vuole stare “più rilassato” ed essere in grado di “governare” il mezzo in ogni momento e contesto tecnico. Perdona qualsiasi cosa ed indecisione.

Oltre al cerchio in carbonio ed una raggiatura “morbida”, c’è un canale interno da 27 millimetri di larghezza, un’enormità. Cosa significa? Che qui si possono montare coperture tassellate di ogni genere e sezione (con o senza inserto), gestendo la pressione interna in base alle preferenze. Il prezzo di listino di queste Zipp non è basso (1491 euro), ma concettualmente sono un componente di alta gamma.

Nel fango è come giocare e tornare bambini
Nel fango è come giocare e tornare bambini

In conclusione

Massima libertà di interpretare la bicicletta, questo è il gravel. Il ponte che unisce l’offroad alla strada, due mondi sempre più simili tra loro, soprattutto per quanto concerne la tecnica e lo sviluppo del mezzo. Il gravel ha contribuito in maniera importante ad alzare ulteriormente l’asticella nella ricerca delle materie composite applicate alle bici road e, paradossalmente ha dato nuova linfa ad una categoria endurance che ha sofferto tanto nelle ultime stagioni.

Il gravel è anche marketing? Certo, tutto è marketing e tutto contribuisce al business, ma è pur vero che il gravel ha ampliato il numero di utenti/praticanti della bicicletta (così come le e-bike). «Il gravel fa parte di una fase di crescita», una delle affermazioni (che condividiamo a pieno) più utilizzate da diversi professionisti che hanno provato il gravel.

Sram

Scott Foil RC Ultimate, la “belva” aero che va forte in salita

13.07.2023
7 min
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Il test completo della Scott Foil RC Ultimate

L’ultima versione della Scott Foil nasce per essere aerodinamica prima di tutto, ma sorprende per la sua versatilità ed efficienza in ogni situazione. E’ veloce e reattiva, in salita funziona bene come poche altre della sua categoria ed è facile da guidare nei tratti tecnici.

L’abbiamo provata con il medesimo allestimento utilizzato dai corridori del Team Q36.5 (ad eccezione degli pneumatici) e proprio a Filippo Conca e Gianluca Brambilla abbiamo fatto delle domande in merito alla loro bici.

Le sue geometrie non portano a sacrifici eccessivi
Le sue geometrie non portano a sacrifici eccessivi
La prima volta che sei salito sulla Foil, quale è l’aspetto che ti ha colpito maggiormente?

Filippo Conca:«La rigidità insieme all’aerodinamica, soprattutto alle alte andature e nelle curve da affrontare in velocità. E poi in discesa, dove si percepisce la spinta che arriva dal mezzo. Mi ha dato un feeling immediato, nonostante la mia struttura fisica e l’altezza».

Gianluca Brambilla:«A mio parere è bellissima, aggressiva e con un design che parla da solo. E’ veloce, rigida ed è molto facile quando c’è da prendere velocità».

Bici aero e salita, la Foil viene utilizzata anche da molti scalatori veri e propri. Che vantaggi offre questa bici in salita e nelle situazioni tecniche più complicate?

Filippo Conca:«Verissimo, la Foil è una di quelle bici aerodinamiche molto apprezzate anche dal gruppo degli scalatori. Rispetto alla Addict, rimanendo in ambito Scott, paga qualche grammo, ma efficienza aerodinamica e rigidità hanno il sopravvento. Voglio fare un esempio: prima di attaccare una salita si affronta la pianura, tratti vallonati ed eventuali discese. Una bici veloce e leggera come questa può dare un grande aiuto. E poi buona parte delle salite sono pedalabili dove si va a 20/25 all’ora, anche oltre e la bici aerodinamica offre dei vantaggi».

Gianluca Brambilla:«Nel ciclismo di oggi si va a velocità sempre più elevate, credo che una bici come la Scotto Foil è la combinazione perfetta per molti atleti, aerodinamica e leggera. E’ fondamentale arrivare all’attacco della salita senza aver sprecato troppo».

Quando invece c’è da fare velocità, o da rilanciare, una bici con le caratteristiche della Foil, offre dei vantaggi tangibili?

Filippo Conca:«Come detto in precedenza la rigidità è una delle caratteristiche principali, eppure la Foil non risulta mai eccessiva ed è facile da rilanciare. Lo è quando l’andatura è bassa e si scatta, lo è quando la velocità è già alta e si aumenta ancora».

Gianluca Brambilla:«Sotto un punto di vista è una bici che sprinta da sola e tiene la velocità. Personalmente ho notato dei vantaggi anche quando sono in scia a 60 all’ora e oltre, la Foil permette di guadagnare spazio, quasi come se fosse risucchiata da quella davanti».

La Foil RC Ultimate in test

Una taglia media, con il manubrio Syncros Creston SL Aero, integrato e completamente in carbonio. Syncros è anche la sella, modello Belcarra 1.0, una sella corta molto interessante per comfort e sfruttabilità.

La trasmissione è Sram Red eTap AXS (48/35 e 10/33), con il power meter Quarq incluso. Le ruote Zipp sono le 454 NSW gommate Schwalbe Pro One tubeless, 25 davanti e 28 dietro. Abbiamo rilevato un valore alla bilancia di 7,1 chilogrammi (senza pedali). Il prezzo di listino è di 15.999 euro.

Una bici per correre

L’ultima versione della Scott Foil è una bici da agonista, senza se e senza ma. Lo è per l’impatto estetico, importante nelle forme, nei volumi, per quelle linee marcate e decise che tramettono molto del suo carattere. E’ una bici da corridore vero e lo si percepisce quando la si usa per la prima volta, perché è veloce (parecchio veloce) ed invita ad andare a gas aperto, sempre. Anche per questo motivo è una bici esigente: per stare sempre a manetta bisogna essere allenati, preparati ed avere la capacità di essere lucidi, in modo da sfruttare le potenzialità del mezzo.

Rigida in salita

Eppure la Foil RC è una bici facile da guidare. Se consideriamo le quote geometriche taglia per taglia, non ha dei valori estremizzati, dei numeri che una volta tradotti nella posizione in sella, portano ad avere un setting sacrificato, anche se è sempre bene considerare che è una bici nata per gareggiare. Lo sterzo non è corto, fattore che si riflette in uno stack complessivo leggermente più alto della media. In questo modo si limita l’utilizzo degli spessori tra attacco e battuta dello sterzo e si utilizza il manubrio integrato in tutte le sue parti e anche la stabilità dell’avantreno ne guadagna. Invita a tenere una posizione caricata in avanti, facilitando così i rilanci e le uscite di sella, ma anche a spingere di forza.

In discesa, in pianura e in quei contesti dove si può fare velocità, la Scott Foil è un’arma sempre con il colpo in canna. Ha un’eccellente capacità di mantenere la velocità e di riprendere un ritmo elevato, ad esempio nei cambi di ritmo e nelle ripartenze.

In salita colpisce in maniera estremamente positiva. Si percepisce la sua rigidità, ma al contrario di molte bici aero la Foil non diventa pesante quando le pendenze superano la doppia cifra. Quando si esce di sella l’avantreno offre un sostegno molto importante, non si scompone sotto il carico del corpo e anche la forcella non da mai la sensazione di flettere. Tutta la sezione centrale, insieme al carro posteriore non disperdono nulla.

Gratificante da portare in salita
Gratificante da portare in salita

In conclusione

Quando si inizia ad usare in modo sostanzioso la Scott Foil, diventa molto più chiaro il concetto della bicicletta “aerodinamica funzionale alla salita”, espresso anche dai corridori: quelli veri. La Foil RC Ultimate è una bici leggera, particolarmente efficiente quando le andature sono elevate e che proprio per questo motivo permette di risparmiare delle energie prima di aggredire la salita. Una volta che la si porta con il naso all’insù ha ben poco da invidiare alle bici specifiche per gli scalatori. E poi è una bici che, nonostante il suo design, non mette mai in crisi la guida, permette di correggere qualche errore e cambia facilmente direzione, il tutto a vantaggio di un risparmio di energie per nulla banale.

Nelle sue corde c’è anche una buona dose di comfort, fattore che non arriva in modo diretto dai materiali, ma da un pool di fattori messi insieme, che permettono di esprimere un guida fluida e sempre pronta, aggressiva quando lo si vuole e di sentirsi sempre bene in sella.

Scott

La trasmissione Sram AXS è sulla bici in 40 minuti

21.06.2023
5 min
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I passaggi principali del montaggio della nuova trasmissione Sram Force AXS

REGGIO EMILIA – Nell’epoca più moderna delle trasmissioni, non solo quelle con un marcato orientamento racing, Sram ha completamente rimosso i cablaggi della trasmissione. Questo fattore ha contribuito a cambiare quasi completamente le operazioni di montaggio, manutenzione e gestione delle trasmissioni stesse, ma ha cambiato anche il modo di disegnare i telai ed alcuni componenti della bicicletta (ad esempio i manubri).

Siamo stati da Beltrami TSA, che è diventato ufficialmente il distaccamento operativo di Sram in Italia e con Lorenzo Spotti, coordinatore del Servizio Assistenza abbiamo approfondito l’argomento del montaggio di un nuovo gruppo Sram Force AXS, concentrandoci per ora sulla trasmissione vera e propria.

Lorenzo Spotti ci ha spiegato nel dettaglio ogni singolo pezzo
Lorenzo Spotti ci ha spiegato nel dettaglio ogni singolo pezzo

La nuova trasmissione Force AXS

Questa e’ una sorta di prima puntata ed il soggetto principale è il montaggio dell’ultima versione del Force AXS su un kit telaio Factor One. Il nostro obiettivo e’ quello di separare in modo netto le peculiarità della trasmissione, da quelle dell’impianto idraulico dei freni.

Con Lorenzo Spotti abbiamo condiviso una giornata di lavoro, testimoni felici e sorpresi della facilità di montaggio della trasmissione e della semplicità di abbinamento dei diversi componenti in gioco.

Logo “olografico”, distintivo del nuovo Force e le corone mutuate dal Red
Logo “olografico”, distintivo del nuovo Force e le corone mutuate dal Red
Quanto tempo è necessario per il montaggio, sulla bicicletta, di un sistema Sram AXS?

Dai 30 ai 40 minuti per la trasmissione nella sua completezza ed escludendo l’idraulica dei freni a disco, che invece risulta più complessa. Di solito le complicanze arrivano dalla passaggio interno alle tubazioni del telaio stesso e dei manubri, non dall’impianto. Inoltre è doveroso sottolineare che le trasmissioni Sram di natura AXS con scambio dei dati wireless con brevetto Sram, hanno la medesima tempistica e si basano sugli stessi passaggi di associazione dei diversi componenti.

Una fase di associazione “a secco”
Una fase di associazione “a secco”
Ci sono delle differenze tra un Red eTap AXS e un nuovo Force, ovvero tra un top di gamma e quello che consideriamo un gruppo della fascia media?

Le differenze sono solamente due ed in realtà possiamo racchiuderle in una sola. Per il nuovo Sram Force AXS è stata adottata un’architettura delc omando che è simile a quella del Rival, il che ha obbligato a cambiare la porzione superiore del manettino. Rispetto alla versione precedente e al Red attuale, è stato rimosso il registro di contatto delle pastiglie.

L’accoppiamento dei vari componenti può avvenire anche prima che vengano montati sul telaio?

Si certo, anzi è un’operazione che viene consigliata. Inoltre grazie alla app AXS è possibile completare la configurazione dei componenti, con eventuali aggiornamenti, ancor prima di procedere con il montaggio sul telaio.

Dopo neppure un’ora si procedeva con la fase di micro settaggio della trasmissione
Dopo neppure un’ora si procedeva con la fase di micro settaggio della trasmissione
Tra le peculiarità degli Sram AXS c’è la comunicazione Bluetooth, senza cavi per la trasmissione. Esiste un pericolo di disaccoppiamento e di perdita del segnale?

No, non esiste questo pericolo e neppure quello relativo ad interferenze di varia natura. In fase di sviluppo ed elaborazione dei primissimi prototipi, parliamo di diversi anni a dietro, i test condotti sul campo hanno preso in esame queste due problematiche, portando le trasmissioni AXS all’interno di zone militari, note per le interferenze che creano. Questa procedura ha aiutato a creare un protocollo di schermatura molto affidabile.

L’assenza dei cablaggi è un vantaggio non da poco
L’assenza dei cablaggi è un vantaggio non da poco
E’ possibile combinare tra loro i diversi componenti dei vari sistemi, Red con Force, Force con Rival eccetera?

Si ed è uno dei vantaggi delle trasmissioni Sram AXS, anche nell’ottica di una versatilità enorme. Pensiamo ad esempio alle tante combinazioni tra le varie discipline, oppure all’utilizzo del monocorona. Tutti i sistemi sono compatibili tra loro e perfettamente interfacciabili.

Le due corone non sono separate tra loro, abbinate alla pedivella con 8 bulloni in ergal
Le due corone non sono separate tra loro, abbinate alla pedivella con 8 bulloni in ergal
Ci sono delle operazioni che aiutano a preservare l’integrità e la massima efficienza della trasmissione AXS?

Ogni trasmissione Sram AXS, che sia Red, Force oppure Rival, con tutte le diversità e variabili in base alla categoria del prodotto è pensata per durare nel tempo. Ma è pur vero che una trasmissione in generale e ogni singolo pezzo che ne fa parte è soggetta ad un’usura esponenziale. Sostituire la catena prima che raggiunga il massimo grado di usura è un fattore da considerare. Inoltre è fondamentale usare prodotti di pulizia ed ingrassaggio in modo adeguato, di ottima qualità e non aggressivi.

La catena Sram 12v con disegno Flat Top
La catena Sram 12v con disegno Flat Top
E’ possibile quantificare la vita media di una trasmissione Sram Force AXS (oppure AXS in generale) di ultima generazione?

Come accennato in precedenza una trasmissione Sram e’ concepita per durare e per essere efficiente. Per questo è difficile quantificare la vita di una AXS, che a parità di utilizzo con una trasmissione meccanica di pari categoria è più longeva. Ad esempio le nuove catene Flat Top, hanno una vita media superiore a quelle “vecchie” con disegno standard. Dipende dalle condizioni di utilizzo, dalla manutenzione e dal tipo di percorsi che si affrontano. La durata e l’efficienza dipendono dalla stagione, dal modo di pedalare e di cambiare rapporto. Se esaminiamo la catena. Troviamo alcune di queste che a 20.000 chilometri hanno ancora margine di utilizzo, altre che a 10.000 sono finite per via di una manutenzione non adeguata.

Dopo 100 chilometri solo una microregolazione posteriore, molto bene
Dopo 100 chilometri solo una microregolazione posteriore, molto bene
Passando invece al power meter Quarq, c’è una batteria consigliata che permette di sfruttare e pieno le potenzialità dello strumento?

Una regola, ma anche un consiglio che vale per tutti quei dispositivi che funzionano con le batterie a moneta, è di non utilizzare le batterie dotate del dispositivo anti-ingoio. E’ una patina che diventa amara a contatto con la saliva, ma che al tempo stesso limita la massima trasmissione di energia verso alcuni contatti elettrici.

Sram

AXS oppure meccanico, è il nuovo Sram Apex 1×12

15.06.2023
6 min
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Sram lancia la nuova versione del suo sistema entry level per eccellenza, ovvero l’Apex. Rispetto al passato la parte legata alla trasmissione viene completamente stravolta e sarà proposta in due versioni, quella AXS con funzionamento wireless, quella meccanica DoubleTap a filo.

Il nuovo Sram Apex è solo nella combinazione 1×12 e si rivolge ad un’interpretazione gravel, bikepacking e adventure. Entriamo nel dettaglio e lo facciamo con l’aiuto del Product Manager di Sram John Paul McCarthy, che ha contribuito in modo importante allo sviluppo del nuovo Apex.

Quanto tempo ha richiesto lo sviluppo della nuova piattaforma Apex?

Ben 8 anni di lavoro. Nel mezzo c’è stato il Covid e in quel periodo le priorità sono state altre.

Da 8 anni a questa parte i telai sono cambiati molto, o comunque le ultime generazioni di bici sono molto diverse da quelle di 10 anni fa. Il nuovo Apex ha tenuto conto delle tante diversità?

E’ vero, le ultime generazioni di framekit sono molto diverse se paragonate a quelle di 8/10 anni fa. Pensiamo all’integrazione, solo per fare un esempio, ma anche le trasmissioni elettroniche hanno contribuito a modificare alcuni modi di disegnare e costruire. Le stesse trasmissioni AXS wireless non hanno cavi e cablaggi, tan’è vero che qualche costruttore ha disegnato delle bici apposite senza fori per i cavi. Ma è necessario considerare che il nuovo Sram Apex si rivolge ad una categoria ben precisa di prodotti e di utenti, concettualmente è slegata dai top di gamma. Proprio durante il suo sviluppo abbiamo tenuto conto di alcune importanti variabili, come il fatto che ad oggi è più facile montare una trasmissione meccanica su una bici entry level.

Nell’era delle trasmissioni di matrice elettronica è stata sviluppata anche una trasmissione meccanica. Quale è il motivo?

Partendo dal presupposto che il focus del nuovo gruppo Sram è il gravel in tutte le sue forme, con la monocorona e la necessaria versatilità, il nuovo Apex vuole tenere in considerazione anche un prezzo vantaggioso. Al pari di questo, il secondo obiettivo è quello di accontentare una schiera di utilizzatori che mantengono un feeling elevato con le trasmissioni meccaniche.

Il comando meccanico non dedicato alla cambiata (foto Sram)
Il comando meccanico non dedicato alla cambiata (foto Sram)

Il nuovo Sram Apex

Il design dei comandi AXS adotta la stessa architettura dell’ultima versione Force, per un disegno che a tutti gli effetti tende ad accomunare la famiglia delle trasmissioni Sram. Lo vedremo in futuro anche sul Red? Staremo a vedere. Di fatto il nuovo Apex AXS eTap è una trasmissione 1×12 con funzionamento wireless. Le leve dei manettini sono in alluminio e hanno una corsa regolabile, proprio come per il nuovo Force. Cambiano leggermente quelli della versione meccanica, con le leve che hanno un arrotondamento maggiore e hanno il pulsante di cambiate DoubleTap solo sul manettino di destra. Anche le leve del cambio meccanico agiscono sull’impianto idraulico dei freni. Non esiste un impianto frenante a filo.

Il bilanciere posteriore è di matrice XPLR (acronimo di Explorer), ottimizzato per il funzionamento con cassette che arrivano fino a 44 denti (pignone più grande), ed incorpora la frizione di blocco del braccetto. In puro stile mtb. La batteria del cambio posteriore è perfettamente compatibile con le altre trasmissioni Sram della gamma AXS. Le cassette dei pignoni Apex a 12 velocità disponibili sono: 10/44, 10/36 e 11/44.

Il manettino AXS (foto Sram)
Il manettino AXS (foto Sram)

Cambio Eagle AXS

C’è anche il cambio posteriore in versione Eagle AXS, una soluzione che è perfettamente integrata nell’ecosistema Sram AXS e che permette di montare pignoni che arrivano a 52 denti. Discende in modo diretto dalla famiglia Eagle mtb.

I medesimi concetti vengono ripresi anche per la versione meccanica, ovvero con il bilanciere tradizionale (senza batteria e senza parti elettroniche) e quello in versione Eagle.

La guarnitura è in alluminio ed è comune ai due sistemi. Ha il diametro dell’asse maggiorato (DUB, proprio come i fratelli maggiori) e utilizza le corone X-Sync con i denti larghi (38, 40 e 42 denti, 44 e 46). La soluzione è voluta per trattenere la catena, specialmente nelle situazioni di off-road complicato. La linea della catena è stata maggiorata, in modo da non contrastare negativamente gli pneumatici larghi (per quei telai che prevedono gomme particolarmente voluminose). La catena ha il design Flattop utilizzato per gli altri sistemi di ultima generazione Sram, è in acciaio.

E poi l’impianto frenante che si ispira proprio a quello della mtb. Gli impianti sono idraulici e usano il liquido DOT. Le pinze sono in alluminio, non sono un blocco unico, ma due sezioni che si uniscono tra loro. Sono perfettamente compatibili con gli altri sistemi idraulici Sram (così come le pastiglie). Inoltre l’impianto frenante del nuovo Sram Apex è compatibile anche le leve freno adatte ad un utilizzo commuting, per i manubri flat.

C’è anche il power meter

Come per una delle versioni del Rival, anche l’Apex ha il suo misuratore di potenza. E’ integrato nell’asse passante ed esamina la potenza espressa sulla pedivella sinistra (quella senza corone-non drive). Necessita di una batteria stilo AAA per una durata dichiarata di più d 400 ore. Le lunghezze disponibili, così come per tutte le pedivelle Apex sono: 165 e 170, 172,5 e 175 millimetri.

Il power meter della serie Apex (foto Sram)
Il power meter della serie Apex (foto Sram)

Le altre cose da sapere

La nuova trasmissione Sram Apex ha un valore alla bilancia dichiarato di 2.900 grammi nella configurazione AXS XPLR, di 3.190 grammi nella configurazione Eagle. Il pacchetto meccanico ha un peso dichiarato, rispettivamente di 2.882 e 3.072 grammi. I prezzi dei gruppi completi sono diversi, perché è necessario considerare le numerose variabili dei componenti. Solo per fare alcuni esempi si va dai 1.126 euro delle versione XPLR meccanica, ai 1.370 euro dell’Apex AXS XPLR. Nelle versioni Eagle ci vogliono 1.095 euro di listino per la versione meccanica, 1.450 euro per quella AXS.

Il nuovo Apex AXS è compatibile con i pulsanti di funzionamento remoto della trasmissione, ma solo con Blips Wireless.

La disponibilità del sistema AXS è immediata, mentre per la versione meccanica è necessario attendere la fine dell’estate.

Sram