FELTRE – Il nostro test di lunga durata della Factor Ostro VAM si conclude alla Sportful Dolomiti Race (tracciato lungo e inedito), di sicuro una delle granfondo più dure in ambito europeo.
Perché una granfondo con così tanta salita? Perché la nuova Ostro ci ha sorpreso positivamente in questi mesi di prova, soprattutto quando la strada sale e considerando che argomentiamo una bici che nasce aero, il feedback non è banale. Entriamo nel dettaglio della prova.
La nostra Factor Ostro VAM
Una taglia 54, con il nuovo cockpit integrato BlackInc. e la trasmissione Sram Red AXS di ultima generazione (50/37 e 10/33, power meter Quarq). Reggisella Factor specifico con arretramento zero (sella di Selle Italia modello SLR) e ruote Zipp 303S gommate con gli pneumatici Zipp specifici per hookless. L’ultimissima parte della prova abbiamo montato le ruote DT Swiss ARC38 1100 Dicut (gommate tubeless Pirelli PZero Race RS), in modo da utilizzare una configurazione maggiormente adatta ai quasi 5000 metri di dislivello positivo della competizione dolomitica (riducendo anche il peso). Il valore alla bilancia rilevato (pedali Time inclusi) è di 7,3 chilogrammi (7,6 con le Zipp).
Da sottolineare alcuni dettagli della Ostro, ad esempio il movimento centrale CeramicSpeed, azienda che firma anche tutto il comparto rotante della serie sterzo con la versione SLT (prodotto a nostro parere eccellente). Difficile dare un prezzo alla bici completa, mentre il kit telaio Premium ha un valore di listino di 5799 euro (telaio, forcella e serie sterzo, reggisella e manubrio BlackInc.)
Un compromesso di alto livello
Molto differente dalla versione precedente, la rinnovata Factor Ostro VAM è una bici che nasce per essere aero che eccelle un po’ ovunque. Se messa a confronto con la versione più anziana è più leggera, guidabile e precisa sull’avantreno ed è maggiormente equilibrata, pur mantenendo quella grossa differenza di elasticità del telaio tra anteriore e posteriore.
Traducendo, abbiamo una bici veloce nei tratti pianeggianti che offre dei vantaggi tangibili quando è necessario fare velocità e watt, ad esempio sui saliscendi continui. Non è una bici da scalatore nel senso più puro del termine, ma ha un peso ridotto e non ha una rigidità estrema che “picchia” sulla schiena. Si adatta parecchio bene a diverse tipologie di allestimenti, anche con le ruote più basse da salitomane.
Briosa, non cattiva
Il carattere da cavallo da corsa si percepisce soprattutto sulla sezione davanti. La forcella è rigida, ma non è un mattone. La zona dello sterzo è un blocco sul quale fare affidamento e tanto sostenuta, eppure insieme alla forcella è la porzione che è cambiata di più nei termini della resa tecnica. L’avantreno è un compasso quando la velocità è alta e la strada obbliga a cambiamenti continui di traiettoria. Una bella sorpresa con un performance decisamente superiore alla media della categoria delle bici aero.
Qui a nostro parere entra in gioco anche un manubrio, ben fatto e certamente rigido, ma non eccessivo nella chiusura/svasatura superiore dei manettini del cambio. La Ostro VAM è una di quelle bici da agonista che permette di correggere la traiettoria ed eventuali errori (non un dettaglio da poco).
Dietro è più morbida
Se l’anteriore è al pari di una lama che entra nel burro, il posteriore è decisamente diverso, più morbido, confortevole e “quasi” elastico. Non è un fattore così comune per questo livello di biciclette, considerando che proprio l’elasticità così come la descriviamo compare a prescindere dalle ruote utilizzate.
Un vantaggio nel lungo periodo e quando si decide di affrontare tanta salita e gli scatti prendono la forma di progressioni. Uno svantaggio sulle accelerazioni perentorie, perché la bici tende a sedersi leggermente, anche se è bene sottolineare che non si scompone minimamente, neppure quando l’asfalto è in condizioni pessime.
Geometria a favore della sfruttabilità
Per contestualizzare meglio un retrotreno più morbido ed elastico, che in qualche modo colpisce è necessario dare un occhio anche alla geometria. Un passo complessivo di 98,5 centimetri (nella media), con un angolo di 74° del piantone e un anteriore di 72,5° (e qui prende forma l’ottima precisione e stabilità), con un off-set della forcella di 48 millimetri (perfettamente in linea con l’angolo abbondante dello sterzo). 54,2 centimetri di stack e 38,4 di reach, quindi una bici lunga nella media e non eccessivamente ribassata/schiacciata in avanti.
La comodità arriva anche dalla geometria, che invita a caricare il corpo sul piantone e sull’anteriore, lasciando più scaricato il retrotreno. Se quest’ultimo fosse più rigido, con tutta probabilità avremmo una bici al limite dell’inguidabile nella sezione posteriore.
In conclusione
Una bici unica che racchiude un po’ tutto. Ci si può gratificare in salita, sulle ascese lunghe e dure e anche sulle erte più corte dove si può dare qualche fucilata (quando si hanno le gambe). La nuova Ostro VAM è una bici aero concept con dei valori superiori alla media della categoria quando è portata nelle discese tecniche e veloci, quei contesti dove il “manico” deve essere supportato dal mezzo meccanico.
I tratti vallonati sono il suo pane, perché è veloce, ma leggera, quindi permette di mantenere alta l’andatura risparmiando qualche watt. Rispetto alla “vecchia” Ostro? Una Factor tutta diversa, paragonabile (in parte) solo nel design.