Corone grandi? La catena gira meglio. Parola di Conca

20.10.2022
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In occasione di un incontro con il Team Lotto-Soudal avevamo parlato con il meccanico del team, Nick Mondelaers: ruote, componenti, rapporti… gli argomenti sul tavolo della discussione. In particolare ci aveva detto che molti dei suoi ragazzi, tra cui Filippo Conca, avevano spesso scelto corone più grandi.

Un po’ per l’avvento dei nuovi gruppi Shimano e un po’ per l’aumento delle velocità la tendenza era quella. E proprio a Filippo Conca abbiamo fatto qualche domanda tecnica per saperne di più, per capire come si trovano gli atleti con questi nuovi gruppi.

Filippo Conca in salita: una corona grande dovrebbe “sostenere” di più, specie un atleta della sua stazza
Filippo Conca in salita: una corona grande dovrebbe “sostenere” di più, specie un atleta della sua stazza
Filippo, che rapporti usi?

Con il nuovo Shimano sono passato dal classico 53-39 al 54-40. Il 42 non l’ho usato io, ma lo hanno utilizzato dei miei compagni. Al netto del mio nome, quel che diceva il meccanico era vero pertanto. Non solo, ma alcuni miei compagni hanno anche utilizzato il 46. E lo hanno montato principalmente per le classiche del Nord. C’è chi ha montato un 58-46. Dipende molto dal tipo di corsa che non deve essere troppo dura.

Certo è chiaro…

Quando non servono i rapporti corti, tipo per una Roubaix, si può osare e avere i vantaggi si una guarnitura più grande. Con il 58, o anche con un 57, è possibile mulinare meglio i rapporti centrali al posteriore. E la catena lavora più dritta.

Come ti sei trovato ad utilizzare corone più grandi?

Meglio che in passato, perché essendo grosso e pesante devo spingere tanto. Per me non è un problema ritrovarmi con qualche dente in più. In questo ciclismo dove si va sempre molto forte, il 53 non basta, almeno per me. E posso dire che a volte non basta il 54!

Il set 54-40 è stato quello più utilizzato in stagione da Conca
Il set 54-40 è stato quello più utilizzato in stagione da Conca
Non hai mai pensato ad utilizzare corone ancora maggiori?

No, ma per il semplice fatto – e torniamo al discorso di prima riguardo ai percorsi – che non ho fatto le classiche veloci del Nord. Altrimenti avrei di certo optato per corone più grandi. In media ho fatto gare dure o durissime come i Paesi Baschi o il Delfinato…In quel caso un 42, come per una Liegi per dire che tipo di classiche ho fatto, non è il massimo. “E’ duretto”.

Però Filippo, con i vostri watt e con la scala posteriore che ormai arriva al 34 non va bene lo stesso un 42? La catena dovrebbe fare meno attrito…

Sì, in teoria è sufficiente, ma se vuoi tenere una certa cadenza dovresti usare un 42×34: la catena in quel caso non lavorerebbe dritta. Non è il massimo. Invece con il 40, o ancora di più il 39 visto che parliamo di una corsa molto dura come la Liegi, puoi usare un paio di denti in meno dietro e tenere la catena più dritta. E credetemi non è una cosa banale.

Non hai la sensazione che queste corone più grandi ti “sostengano” meglio? Soprattutto quando ti alzi in piedi?

Personalmente no, non c’è differenza se hai una corona più grande o più piccola. Specialmente quando sei in fuga, se hai la gamba per spingerlo, è chiaro che avere un rapporto grande ti dà una mano. Ma per uno che alto 160-170 centimetri e pesa 50-60 chili queste corone grandi sono difficili da spingere.

Il sistema Leomo per la messa in bici su strada
Il sistema Leomo per la messa in bici su strada
Tu sei molto alto (190 centimetri), che pedivelle usi?

Le 175 millimetri su strada e le 172,5 a crono.

Una volta sarebbe stato il contrario…

Questo perché con angoli “tremendi” per essere aerodinamici siamo sempre più chiusi. Dicono che con delle pedivelle appena più corte si è un po’ agevolati nella pedalata.

E hai mai pensato, anche in virtù di dentature maggiori, di usare le 172,5 anche su strada? Oppure vista la tua statura è un po’ azzardato?

Ci ho pensato eccome. Solo che bisognerebbe fare dei test appositi. Fare allenamenti con entrambe le pedivelle con dei sensori. Ci sono dei sensori di un sistema che si chiama Leomo, li ha messi a punto Adam Hansen. Questi si mettono su varie zone del corpo: piedi, cosce, zona pelvica… per capire come reagisci durante la pedalata su strada, perché c’è una bella differenza che trovare la posizione stando in laboratorio. L’anno scorso ci ho lavorato un po’, per fare appunto delle piccole modifiche sulla posizione.

A crono utilizzare un 58 vuol dire sfruttare meglio l’inerzia della catena che non è costretta a girare sull’11
Cambierai squadra, magari è l’occasione per fare questi test con i nuovi materiali…

Sì, ma vorrei concentrarmi soprattutto sulla cronometro: sia per gli allenamenti specifici che per l’aerodinamica e quindi per i materiali. 

E a crono le corone maggiori le hai usate?

Sì, 58-56 la grande e 42-44 la piccola. Alla fine di crono dure non ce ne sono e ci si trova bene sugli strappi che s’incontrano.

Invece dietro? Con le corone più grandi cercavi l’11-34 o preferivi l’11-30 così da averli un po’ più lineari?

Di base preferisco l’11-30. La cassetta 11-34 l’ho usata solo per le tappe più dure, come alcune frazioni della Vuelta

Il test delle ruote Shimano Dura Ace C50

01.10.2022
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Che ruote! Le Shimano Dura Ace C50 non sono solo da categorizzare come ruote ad alto profilo, ma sono un pacchetto che cambia il carattere della bicicletta, sia essa aero concept, oppure super leggera da scalatore.

Sono parecchio toste, scorrevoli e facili da lanciare anche quando la variazione di ritmo parte da un’andatura bassa. E le salite impegnative? Nessuna paura anzi, le C50 invitano a spingere, a rilanciare e tutto quello che si esprime viene scaricato a terra. Le abbiamo provate.

Il profilo è di quelli che veste la bicicletta
Il profilo è di quelli che veste la bicicletta

Shimano C50 versione tubeless

Nel linguaggio comune sono le C50 e sono un riferimento per la categoria ormai da diversi anni. Eppure, se comparate con la versione precedente, le differenze ci sono e si fanno sentire fin dalle prime pedalate. Sulle ruote Shimano Dura Ace è ben contestualizzato il DNA di questa fascia di prodotti, destinati ad un pubblico di professionisti e agonisti di buon livello.

Scriviamo di un set di ruote che ha un valore alla bilancia (rilevato) di 1.490 grammi (tape tubeless incluso), non male se consideriamo il profilo. Si possono montare anche i copertoncini e la ruota libera supporta solo la cassetta a 12 rapporti. Il prezzo di listino è di 2.350 euro.

Bilanciamento perfetto

Il bilanciamento di questo set è uno dei vantaggi principali, perché la raggiatura è un compromesso ottimale tra rigidità e sostanza, adeguata al profilo del cerchio. I raggi sono in acciaio, hanno il corpo piatto e la zona di innesto nelle flange arrotondata, con la testa dritta. Davanti sono incrociati in seconda da ambo i lati, mentre dietro l’incrocio è differenziato. Dal lato dei pignoni i raggi sono incrociati in doppia, mentre il lato non-drive ha la raggiatura radiale.

Tradotto: la ruota dietro è rigida e distribuisce al meglio le pressioni che si creano sulla campanatura del cerchio. Quando si rilancia, la ruota non si scompone mai.

Quella davanti è maggiormente coinvolta nelle azioni frenanti e di sostegno. Proprio grazie ai raggi doppiamente incrociati sulle flange, mostra un buon effetto di smorzamento. Infatti, anche alle alte velocità sui fondi leggermente sconnessi, la C50 non perde aderenza, a prescindere dalla configurazione/pneumatico.

Il mozzo fa la differenza

Quello delle Shimano Dura-Ace C50 non è un mozzo con i cuscinetti sigillati. Il sistema rotante è composto dalla “vecchia” combinazione cono/sfere, che assicura scorrevolezza, fluidità e contribuisce alla stabilità.

Rispetto a ruote di pari categoria, il vantaggio del cono che appoggia sulle sfere si percepisce in curva e quando si cambia direzione di continuo. La ruota mantiene una velocità costante e la fase di rotazione non dà mai l’impressione di entrare in crisi e sotto pressione.

Quali pneumatici vanno meglio?

Abbiamo provato le C50, che hanno un canale interno da 21 millimetri di larghezza, con tre configurazioni diverse: con un tubeless da 28, copertoncino da 28 (camere d’aria classiche in butile) e tubeless da 26. Stessa tipologia di gomma, ovvero la Pirelli PZero Race. Siamo riusciti a sfruttare il set con riscontri eccellenti e nei diversi contesti ambientali, con il tubeless da 28. Perché:

Con il clincher da 28 è difficile trovare il compromesso ottimale tra comfort e risposte decise. Talvolta, le risposte sono troppo secche, oppure troppo lente.

Il tubeless da 26 è con tutta probabilità la versione più corsaiola, davvero gratificante se si ha la gamba, ma è anche esigente. A prescindere dalle pressioni di esercizio, obbliga a tenere sempre il braccio, senza perdere la concentrazione. Però in salita è tanta roba.

Sono gratificanti anche in salita (foto Matteo Malaspina)
Sono gratificanti anche in salita (foto Matteo Malaspina)

Nella configurazione tubeless 28, si ottiene il compromesso ottimale, per la salita, la discesa e le zone dove si pedala al passo. Si può aumentare il gonfiaggio se si vuole una maggiore secchezza, oppure diminuirlo a favore del comfort, limitando il rischio di forature (se paragonato al clincher).

Ci può stare una combinazione tra 26 e 28 tubeless, per anteriore e posteriore? A nostro parere ci sta alla grande e avremo occasione di provarla in futuro.

In conclusione

Le ruote Shimano Dura Ace C50 tubeless sono un prodotto parecchio sostanzioso, con un giusto peso e un ottimo rapporto tra la qualità, performances e prezzo: 2.350 euro di listino non sono pochi, ma si tratta comunque di un pacchetto top level sotto tanti punti di vista.

Il cerchio è full carbon ed è caratterizzato da un uncino dalla forma importante, senza mezze misure e questo ci piace. Ci piace perché un tubeless si ancora immediatamente fin dal primo gonfiaggio, in modo ermetico. Ci piace perché un copertoncino e la sua camera d’aria fanno lo stesso, anche con pressioni elevate.

Vanno bene un po’ ovunque, sono un bell’abito per la bicicletta e con gli pneumatici giusti non sono così cattive come potrebbero sembrare al solo sguardo. Le Shimano Dura-Ace C50 sono ruote da corridore e non bisogna dimenticarlo.

Cannondale SuperSix Evo Hi-Mod Di2, l’ultima colorazione

23.09.2022
3 min
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All’expo di Misano abbiamo visto anche l’ultima novità del cavallo di battaglia Cannondale, la SuperSix Evo Hi-Mod con trasmissione Shimano Dura Ace Di2.

La bicicletta si basa sul frame-kit già esistente. Accattivante l’abbinamento cromatico che prevede una colorazione gunmetal green brillante. Non è un’edizione limitata come quella del Tour de France. L’abbiamo fotografata e ora vediamo i dettagli.

Le forme e il design sono quelli della Evo che già conosciamo
Le forme e il design sono quelli della Evo che già conosciamo

SuperSix Evo, sempre lei

E’ una bicicletta che nel suo percorso di evoluzione è cambiata parecchio, ma ha mantenuto un fascino particolare. Questa che vediamo è la top di gamma tra le SuperSix Evo Hi-Mod, lo è tecnicamente con il carbonio ad alto modulo e lo è per l’allestimento. Il prezzo di listino è di 11.999 euro.

L’allestimento

Il kit telaio comprende anche il seat-post full carbon e il comparto manubrio con la soluzione semi-integrata Save SystemBar, con piega in carbonio e stem in alluminio. L’angolazione della piega è aggiustabile.

Ci sono le ruote HollowGram 45 SL che, a nostro parere, sono il giusto compromesso tra aggressività e gestione durante la corsa, versatili e anche moderne nell’impatto estetico. Sono panciute, hanno un canale interno da 21 millimetri di larghezza e sono tubeless ready. Vestono la bicicletta e non sono “invadenti”. Hanno i mozzi in alluminio che si basano sul sistema Rachet di DT Swiss.

La bicicletta prevede anche il sensore Cannondale montato alla ruota. Questo si connette alla app e contribuisce a tracciare la vita della bicicletta, oltre a fornire un’infinità di dettagli utili all’utilizzatore.

La sella è la Fizik Tempo Argo R3 con rails in carbonio e gli pneumatici sono i Vittoria Corsa da 25.

Al top con il Dura Ace

La trasmissione è Shimano nella sua totalità, significa che c’è anche la guarnitura. La Cannondale SuperSix Evo necessita di appositi adattatori per supportare l’asse passante con 24 millimetri di diametro, quello della guarnitura Shimano. In questo caso abbiamo due ghiere in alluminio con una finitura cromatica che si abbina alla colorazione della bici. La combinazione del cambio è 52/36 e 11/30.

Le taglie previste sono sette, come vuole la piattaforma SuperSix Evo: 48 e 51, 54, 56 e 58, 60 e 62.

Cannondale

S-Phyre RC903: le scarpe dei mondiali ai piedi dei campioni

23.09.2022
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I giorni che ci separano dal mondiale pro’ di Wollongong scorrono veloci come sabbia che scende da una clessidra. Il 25 settembre si sfideranno i migliori corridori al mondo e per essere al top è necessario avere anche i migliori accessori. Shimano per sostenere i suoi atleti di punta, come Van Der Poel e Roglic, ha disegnato un nuovo paio di scarpe: le S-Phyre RC903. 

Le S-Phyre RC903 hanno due nuovi quadranti BOA Li2 con un sistema di allacciatura incrociata
Le S-Phyre RC903 hanno due nuovi quadranti BOA Li2 con un sistema di allacciatura incrociata

La ricerca della perfezione

I due campioni correranno sul veloce percorso australiano che porterà alla maglia iridata, sarebbe la prima per entrambi. Un tracciato veloce attende i corridori, come confermato da Bettiol e compagni che lo hanno provato pochi giorni fa sotto la guida di Bennati. Tanta tecnica ma poco spazio per frenate e ripartenze, le velocità saranno alte.

E quando tutto viene fatto a forte velocità i dettagli fanno la differenza, così le nuove scarpe S-Phyre RC903 aiutano a dare sempre il massimo in bici, portando ogni goccia di energia sui pedali. Studi che sono stati fatti in laboratorio grazie a Bikefitting.com, uno strumento di analisi che ha permesso di capire dove i ciclisti applicano la pressione durante la pedalata. In Shimano, sulla base dei dati raccolti, hanno ottimizzato la forma ed i materiali della nuova scarpa

La tomaia è leggera e traspirante, studiata attraverso la tecnologia Dynalast per una maggiore vestibilità
La tomaia è leggera e traspirante, studiata attraverso la tecnologia Dynalast

Chiusura BOA

La comodità passa anche, e soprattutto, dalla chiusura. Serve un sistema che sappia fermare bene il piede ma che allo stesso tempo non lo comprima. La S-Phyre 903 utilizza il sistema di chiusura BOA li2: due quadranti leggeri che dispongono di un nuovo sistema di allacciatura incrociata. Il tutto permette di avere micro regolazioni ottimali e completamente personalizzabili anche quando la corsa entra nel vivo. Questa versione inoltre, rispetto alla precedente, ha il supporto dei cavi che si sviluppa in modo diverso, minimale e più leggero. Il torso del piede, nella sezione avanzata non presenta più gli agganci in materiale plastico, ma delle piccole asole in tessuto. I cavi scorrono sotto uno strato di tomaia. Le avevamo già adocchiate al Tour de France.

Shimano dispone, inoltre, della tecnologia proprietaria Dynalast, che fornisce una grandissima vestibilità adattandosi a tutte le forme del piede. Questo si traduce in un nuovo formato del tallone, completamente stabilizzante ed anti-torsione. 

Le S-Phyre RC903W sono la versione femminile delle scarpe Shimano, adattate per vestire al meglio il piede delle donne
Le S-Phyre RC903W sono la versione femminile, adattate per vestire al meglio il piede delle donne

La versione femminile

Shimano non lascia nulla al caso, quindi, insieme al modello S-Phyre Rc903 nasce anche il S-Phyre RC903W, la versione per donna.  Offrono le stesse caratteristiche prestazionali di livello elite della versione RC903 ma sono realizzate con una tomaia progettata per le donne. Hanno un volume minore ed una vestibilità più stretta. Una delle caratteristiche che distinguono le RC903W dalla versione maschile sono i colori e le grafiche uniche. 

Shimano

Exept la bellezza integrata è sinonimo di performance

25.08.2022
6 min
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La vera bicicletta monoscocca su misura. Prestazioni al top e la capacità di assecondare le esigenze del corridore. Componenti a scelta. Dopo aver descritto come nasca il telaio custom al 100%, ecco il nostro test della Exept

E’ fatta su misura ed è l’unica che adotta la tecnologia monoscocca per farlo. Custom e performances, questo è il fil rouge di Exept.

La bicicletta su misura è una sorta di punto di arrivo, l’apice di un progetto e di una passione, ma è importante sottolineare che una bicicletta cucita addosso può anche essere il top in fatto di resa tecnica. Il prezzo? In linea con le biciclette top di gamma presenti sul mercato, anzi, alcuni confronti evidenziano una Exept meno costosa (ed è comunque su misura). L’abbiamo provata.

Ingegnerizzata e prodotta in Italia (foto Matteo Malaspina)
Ingegnerizzata e prodotta in Italia (foto Matteo Malaspina)

Personalizzata in ogni parte

La bicicletta è ingegnerizzata e prodotta in Italia. Le geometrie e le misure sono concordate con l’azienda e se non si è esperti di angoli, proporzioni e numeri in genere, ci si può affidare tranquillamente a chi disegna le biciclette su misura per mestiere.

Sono custom le colorazioni e le livree, così come la componentistica. Non sono personalizzabili le forme dei tubi, perché seguono un processo di test ben preciso, legato all’applicazione delle pelli di carbonio. Un fattore interessante e da non sottovalutare è che ogni parte della bicicletta rispetta perfettamente gli standard di compatibilità imposti dal mercato. Cosa significa: significa che possono utilizzare i normali pezzi di ricambio, senza delle produzioni specifiche e fuori norma per il prezzo. Significa che un meccanico può intervenire sulla bicicletta in ogni momento, in qualsiasi parte del mondo e con le attrezzature comuni. E’ semplice e logico, ma per le bici su misura non è sempre stato così.

Exept è di sicuro un prodotto particolare, lo soprattutto per la fase di costruzione, ma nasce dalla passione di gente che in bicicletta ci va.

La Exept in test

Il telaio e la forcella sono completamente in carbonio. Gli inserti in alluminio sono ridotti al minimo: le filettature dei portaborraccia, la chiusura del reggisella e le zone dove ingaggiano i perni passanti, nulla di più. C’è il reggisella disegnato per questa bicicletta, con una forma anteriore a goccia e con il profilo tronco dietro. C’è l’integrazione del cockpit (il Deda Alanera), con la serie sterzo che sfrutta un incavo tra orizzontale e profilato dello sterzo. Non ci sono cavi e guaine che passano all’esterno.

La trasmissione è la Shimano Dura Ace a 12 rapporti, 52-36 e 11-30. L’impianto frenante è Dura Ace e con i dischi, entrambi da 160 millimetri di diametro.

Le ruote sono le DTSwiss ARC1600 Dicut e sono gommate Vittoria Corsa 2.0 da 25 millimetri. La sella è la Selle Italia Boost Superflow con i rails in carbonio.

Abbiamo rilevato un peso di 7,42 chilogrammi. Il prezzo di listino della Exept descritta è di 12.990 euro (6.290 euro il frame-kit).

Disegnata in base alle richieste

Questa Exept è una bicicletta da usare per il test, ma è stata costruita considerando anche alcune indicazioni fornite, che riprendono il nostro stile di guida. Una lunghezza più contenuta, rispetto a quello che potrebbe essere, per sfruttare meglio la posizione da scalatore con le mani alte sul manubrio.

Un reach più corto e uno stack che limita lo schiacciamento sull’avantreno, per avere un’uscita di sella sempre pronta ed efficiente, perché ci piace pedalare molto in fuori-sella e rilanciare spesso l’andatura. E poi l’obiettivo di sfruttare al meglio le quote geometriche, pensando che non devono essere un limite per la componentistica, a favore di una versatilità pronunciata, uno dei concept di Exept. C’è anche l’abbinamento cromatico, essenzialmente moderno.

Una volta su strada

La Exept è una bicicletta piuttosto veloce, non è estrema per quello che concerne la rigidità ed è difficile trovare un limite di utilizzo. E’ un mezzo prestazionale capace di mostrare i muscoli, ma non ti butta giù di sella quando lo stato di forma è precario ed è meglio fare la classica uscita da cappuccino, piuttosto che gareggiare e/o allenarsi seriamente.

Si adatta bene a diverse tipologie di allestimento e il nostro riferimento è il comparto ruote. Con delle alto profilo, in pianura non fa rimpiangere le bici aero più costose (anzi, la Exept è più gestibile), con delle medie e basse è la bicicletta perfetta per gli scalatori ed i discesisti. Spinge ed invita a farlo, con un retrotreno che non pesa ed è sempre scorrevole. La sezione centrale è tosta, merito della combinazione tra seat-post e piantone, ben strutturati entrambi.

In discesa è un rasoio e come ci piace scrivere “la guidi con il minimo spostamento della testa”. Non è stancante e non esigente, quindi permette di correggere le traiettorie e di ammorbidire le braccia senza perdere il giusto feeling. Attenzione a farsi prendere la mano, perché la semplicità con la quale guadagna velocità in tempi ridotti, obbliga anche a tenere alto il livello di attenzione.

In conclusione

La Exept non è una bicicletta per i ciclisti che sono a fine carriera o per quelli che vedono la bicicletta su misura come l’ultima voglia di una passione sconfinata. Provare per credere; al pari di un prodotto dalla qualità sartoriale, c’è una bici dalle performances eccellenti, che in pochissimi sono in grado di riprodurre. Una Exept non è un compromesso, ma è semplicemente la capacità di far collimare le tecnologie più moderne di lavorazione del composito e renderle fruibili da chi parla la lingua della bici, per lavoro e per passione.

Shimano GRX: ecco la versione artigianale Limited

28.07.2022
3 min
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GRX è il gruppo di Shimano dedicato al mondo gravel, e da ora è disponibile anche in una versione “Limited”. La serie GRX è entrata nel mercato nel 2019, concepito per un pubblico sempre più avvezzo a pedalare su strade e sentieri sconnessi, ma senza rinunciare alla precisione tecnica dei componenti Shimano. 

Tre artigiani di qualità

Shimano ha deciso di collaborare con tre professionisti dell’artigianato telaistico italiano: Sarto, Stebel e Titici, lanciando il GRX Limited. Tutto ciò per entrare ancor più nel vivo del mondo gravel, celebrando  l’eredità che questo nuovo stile di guida lascerà al futuro del ciclismo.

Il cuore del gruppo GRX Limited è l’ormai collaudato sistema meccanico a 11 velocità della serie GRX 800. Quello che fa la differenza sono i dettagli, come la finitura argento spazzolato e lucidato che offre una versione di classe. Che si sposa perfettamente con lo stile e l’unicità dell’artigianato telaistico che celebra la storia, seppur breve, del movimento gravel. 

Tre straordinarie biciclette costruite a mano e progettate in Italia, espressione della qualità e della bravura di marchi rinomati quali Sarto, Stelbel e Titici, che debuttano sulla scena gravel con il nuovo gruppo Shimano GRX Limited.

Varie opzioni di montaggio

La serie GRX Limited è disponibile per tutti i gusti, sono ben 3 le opzioni di montaggio: trasmissione singola 1×11 velocità, trasmissione doppia 2×11 velocità, entrambe per manubri con piega da Strada/Gravel, e una terza opzione a trasmissione singola 1×11 velocità per manubri piatti tipo MTB/Urban.

Il nuovo GRX Limited è disponibile esclusivamente come gruppo di componenti ed è acquistabile solo presso i brand sopra menzionati, Sarto, Stelbel, Titici e relativi rivenditori.

Shimano

Stages Power, il misuratore di potenza si rifà il trucco

27.07.2022
4 min
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Stages Cycling e’ une delle aziende di maggiore successo tra quelle che propongono i power meter. Viene aggiornato il prodotto di punta, lo Stages Power.

C’è un design rivisto, non solo un vezzo d’immagine, ma con l’obiettivo di fornire uno strumento ancor più stabile e longevo. Non cambia la modalità di lettura, così come la facilità di aggiornare il sistema tramite smartphone.

La scatoletta della batteria, diversa per forma e montaggio sulla guarnitura
La scatoletta della batteria, diversa per forma e montaggio sulla guarnitura

Diverse possibilità

Il misuratore di potenza è lo Stages Power, che troviamo nelle versioni L (quello con il sensore alla pedivella non-drive), R (ovvero con il sensore montato sulla guarnitura, tra il braccio e le corone) e LR che combina entrambe le soluzioni. Quest’ultimo permette di analizzare il wattaggio dei singoli arti.

Entrambi i sensori funzionano con le batterie CR2032 (una per sensore) e una volta montati sulla guarnitura completa aggiungono meno di 40 grammi (20 per il lato drive, 15 per la pedivella senza le corone).

La trasmissione dei dati avviene con i due protocolli Ant+ e Bluetooth, quest’ultimo di generazione Smart Ready, per un ridotto consumo della batteria.

Il sensore applicato alla pedivella non-drive
Il sensore applicato alla pedivella non-drive

Cosa cambia

Prima di tutto è compatibile con le nuove guarniture Shimano delle trasmissioni a 12 velocità, Dura-Ace 9200 e Ultegra 8100. Il design del sensore applicato alla pedivella sinistra (senza corone) è pressoché identico, anche se è stata migliorata l’impermeabilità. Questo influisce in modo positivo sulla stabilità della rilevazione, trasmissione e durata. Ha un profilo ridotto che non crea interferenze con i foderi bassi del carro posteriore.

Il sensore posto vicino alle corone invece è tutto diverso. Lo è prima di tutto nelle forme e nel modo di integrazione alla pedivella. Il contenitore dove alloggia la batteria è posizionato più vicino allo spider, in una delle asole tra le corone e il braccio. Il cervello del sensore è interno ed è ancorato alla pedivella con una sorta di tenaglia.

Una fase di test del power meter (@stages)
Una fase di test del power meter (@stages)

Nuovi accelerometri

L’aggiornamento prevede anche dei rinnovati accelerometri, che lavorano meglio e con un range di cadenza ottimale praticamente infinito (da 20 a 220 rpm dichiarate). Al pari di questo su tutti i sensori è stato integrato il giroscopio, che aumenta ulteriormente la precisione della rilevazione della cadenza.

Pacchetto completo

Pur non essendo una novità vera e propria, diventa interessante la possibilità di avere lo Stages Power con la modalità del sensore già applicato, oppure far montare i sensori/il sensore direttamente da Stages. Per quanto concerne la seconda opzione si fornisce la guarnitura della propria bicicletta, dove viene montato il power meter. E’ molto più che una conversione ed è un modo per contrastare anche i ritardi delle forniture dei componenti.

Gestione tramite telefonino

Il misuratore di potenza, a prescindere dalla sua natura e dal modello si aggiorna tramite la app Stages Power del telefonino. Da qui si calibra (operazione possibile anche tramite il device), si controlla lo stato della batteria e si personalizzano alcune funzioni. Sono operazioni ben note e ormai automatiche per gli utenti e per chi mastica il mondo dei power meter, ma è sempre utile rinfrescare alcuni passaggi.

I power meter Stages sono compatibili con le piattaforme esterne di valutazione e analisi dei dati.

Stagescycling

Nuova Cervélo S5, tutto quello che c’è da sapere

26.07.2022
6 min
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L’abbiamo già vista in primavera e durante una delle sue primissime uscite, vittoriosa con Wout Van Aert. La nuova Cervélo S5 arriva in modo ufficiale, dopo aver vinto un numero elevatissimo di gare tra i pro’.

Entriamo nei dettagli di una delle biciclette più vincenti di questo 2022, una versione che prosegue la striscia di successo del progetto Cervélo S5.

La nuova S5 vittoriosa con Van Aert (foto Cervélo)
La nuova S5 vittoriosa con Van Aert (foto Cervélo)

Nuova Cervélo S5, cosa cambia

Già dalla primavera e poi grazie anche al Tour de France l’abbiamo vista, ammirata e utilizzata anche dagli scalatori del Team Jumbo-Visma. Ma cosa è cambiato dalla versione più anziana?

Alcune sezioni del frame sono state aumentate di volume e hanno cambiato il proprio shape. Una parte degli ingombri sono più visibili al colpo d’occhio, altri meno. Ad esempio quello dello sterzo, ridotto all’interno del triangolo principale. Il disegno è una sorta di DNA, ma con curve dai profili affilati, come ad esempio i due stays obliqui del carro, con lo stesso volume dei precedenti, ma ora più affilati.

La bicicletta e’ resa ancora più efficiente in fatto di penetrazione dello spazio, pur rimanendo sempre in linea con le norme UCI. Se dovessimo quantificare in grammi, potremmo scrivere che la resistenza aerodinamica è migliorata di 65 grammi.

Sono state modificate la forcella (che frontalmente è tutta diversa) e la tubazione dello sterzo (più voluminosa); quattro i focus relativi alle modifiche. Il primo è quello di mantenere un’alta efficienza aerodinamica (che rimane il soggetto principale della S5), il secondo è quello di lasciare una maggiore luce per il passaggio dello pneumatico (avantreno e retrotreno supportano gomme fino a 34 millimetri di sezione). Il terzo è rendere l’avantreno più facile da guidare, fattore che si riflette sull’intera performance della bicicletta. L’ultimo focus ha come soggetto la semplificazione e lo sguardo va direttamente al cockpit.

Lo stem sdoppiato e specifico per questo progetto è più facile da montare, con un sistema alleggerito di 53 grammi. Inoltre permette una rotazione di 5° per una adattabilità maggiore.

La scatola del movimento centrale BBright è più grande e muscolosa, squadrata sopra dove l’obliquo e il piantone sembrano toccarsi. Sotto e ai lati i profilati sono sinuosi e arrotondati. Il supporto del deragliatore si può rimuovere. Il forcellino del cambio ha uno shape diverso. La nuova Cervélo S5 è compatibile solo con le trasmissioni elettroniche.

Manubrio e seat-post più connessi

Sono componenti che vediamo agli antipodi, eppure la biomeccanica più moderna li vuole sempre più vicini. Rispetto alla Cervélo S5 precedente è stata cambiata la modalità di fissaggio dello stem e si può regolare l’inclinazione da 0 a 5°. La forma della piega permette una migliore transizione delle mani dall’alto verso il basso e viceversa.

Nel complesso proprio l’avantreno e il cockpit danno modo di sfruttare appieno una posizione avanzata e caricata sull’anteriore. In parallelo c’è un off-set contenuto del reggisella (la nuova S5 ha il seat-post con 15 millimetri di arretramento, contro i 25 del vecchio modello). I “vecchi” reggisella S5 sono compatibili.

La rinnovata sezione e modalità di aggancio dello stem
La rinnovata sezione e modalità di aggancio dello stem

Concetto Turbulent Aero

Segue il protocollo che vede al centro due componenti: le ruote e gli pneumatici sempre più larghi. Si valutano le turbolenze, le situazioni reali di vento e di imbardata che si generano normalmente quando si pedala all’aperto. Il concetto è stato sviluppato utilizzando le ruote Reserve.

Impatto frontale ridotto anche grazie al cockpit
Impatto frontale ridotto anche grazie al cockpit

Grammi, aerodinamica e watt

Facciamo un passo indietro e torniamo al risparmio dei grammi, rispetto alla versione precedente. Il guadagno aerodinamico è stato tradotto in peso. Facendo due esempi: la nuova bicicletta a 30 chilometri orari permette di risparmiare 54 grammi (che sono 4 watt), 54 grammi a 60 chilometri orari diventano 8 watt. In una corsa a tappe, giorno dopo giorno, questo “marginal gain” diventa un’enormità.

Le geometrie

Le taglie disponibili sono 5: 48 e 51, 54, 56 e 68. Tutte le misure hanno in comune la medesima lunghezza del fodero basso del carro, che è di 40,5 centimetri. Per ogni misura è stato mutuato l’angolo del piantone di 73° (per nulla estremo, considerando il livello tecnico della bicicletta). Cambiano completamente l’off-set della forcella e l’angolo anteriore. Ogni taglia ha il suo valore.

Taglia per taglia, se valutiamo il reach e lo stack, la nuova S5 ha un reach piuttosto contenuto; la bici è corta, compatta. Lo stack invece è abbondante, a maggior ragione se consideriamo il DNA race spinto, fattore che non costringe ad una posizione troppo bassa e schiacciata.

Allestimenti e prezzi

Gli allestimenti sono quattro, ma ci sono anche i frame-kit (telaio, forcella e cockpit, serie sterzo, reggisella con relativo blocco di chiusura) con tre combinazioni cromatiche.

L’allestimento con la trasmissione Shimano Dura-Ace adotta di base anche le ruote Reserve nella combinazione 52/63. Ha il movimento centrale CeramicSpeed, le gomme Vittoria TLR e la sella di Selle Italia. La colorazione disponibile è chiamata five black.

Il secondo montaggio al top prevede la trasmissione Sram Red eTap AXS,le ruote Reserve 52/36 e i gli altri componenti mutuati dalla versione Dura-Ace. Questo montaggio è disponibile nella combinazione cromatica sapphire/ice.

Ci sono le due versioni con la trasmissione Shimano Ultegra a 12 velocità e Sram Force eTap AXS. Le ruote rimangono sempre le stesse (come gli altri componenti) e sono tubeless ready. Uguali anche le combinazioni cromatiche, due per ogni allestimento.

Cervélo

Secondo riposo, le cose da vedere non finiscono mai

11.07.2022
9 min
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Nel secondo giorno di riposo, prosegue il nostro percorso tra le curiosità del Tour de France 2022. Biciclette, capi tecnici e soluzioni che vedremo nel prossimo futuro, alcuni di questi prodotti non ancora ufficializzati e già vittoriosi. E poi c’è la conferma che il ciclismo interessa anche alle serie tv (e non è la prima volta), un bello spot promozionale che fa bene al nostro sport.

Altre bici nuove, anche la Propel

La nuova Giant Propel, non ancora presentata ufficialmente e già vittoriosa. E’ la bicicletta aerodinamica di Giant, prodotto massiccio e importante nelle forme. Nel caso della nuova versione, vittoriosa con Groenewegen, si nota una bicicletta sì aero, ma più sfinata e magra, soprattutto nel comparto centrale e posteriore.

Altrettanto interessante è l’aver mantenuto il seat-post integrato, una sorta di marchio di fabbrica Giant, con una forma mutuata dal modello TCR. Dopo averla vista in corsa e poi in mano ai meccanici nel giorno di riposo, la vedremo ufficialmente con tutte le sue specifiche prima della fine dell’estate?

Tra fatica, tecnologia e serie tv

Vista quella scatoletta sul cappellino post gara di Van Aert? L’oggetto in questione è il trasmettitore del microfono, perché l’atleta della Jumbo-Visma è… spiato costantemente. Ma non solo Van Aert, in alcune occasioni i microfoni sono stati montati anche sulle biciclette dei corridori, generalmente agganciati al supporto del computerino. Il Team Jumbo Visma al Tour de France 2022 sarà soggetto di una serie Netflix, come già accaduto per il Movistar Team, che vedremo in futuro.

Magnus Cort, il corridore danese, grande protagonista nella sua terra natale, è l’unico del Team EF-Easypost ad utilizzare la aero Cannondale SystemSix. Il resto degli atleti utilizza la Cannondale SuperSix Evo.

Se analizziamo i capi tecnici, quelli normalmente utilizzati al Tour de France e finalizzati per combattere il caldo, gli spunti d’interesse sono sempre numerosi. Ci ha colpito la maglia Le Col della Bora-Hansgrohe, con un girocollo molto basso, ma con una ribattitura doppia. Una pannellatura frontale fitta e aderente e un tessuto dalla trama a micro-celle sulla parte superiore delle maniche. Il fondo-manica invece è molto sottile ed è una sorta di rete elastica.

Shimano Dura Ace a 11v. Sono due i team che hanno scelto di optare per le trasmissioni ad 11 rapporti: la Total Energies e la Israel-Premier Tech. L’obiettivo è quello di far scendere il più possibile le variabili che si generano nel mix di componenti delle diverse famiglie di prodotti.

La trasmissione Sram usata da Skujins e spiata nel primo riposo
La trasmissione Sram usata da Skujins e spiata nel primo riposo

Una trasmissione Sram Eagle in futuro?

Nessuno vieta di immaginarlo e pensarlo e la trasmissione montata nelle tappe della Super Planche des Belles Filles e Losanna sulla bici di Skujins è una sorta di conferma. L’ultimo pignone (quello nero) non è un 50, come quello utilizzato sulla versione mtb, ma è di sicuro un fuori misura, una sorta di salva-gamba. E poi ci sono i pignoni dorati che appaiono senza grossi salti tra l’uno e l’altro. Staremo a vedere.

Ma che scarpe sono?

Louis Garneau. Sono due gli atleti della Israel-Premier Tech che indossano le calzature del marchio canadese, quasi scomparso e che ora è tornato tra i professionisti di primissima fascia. Micheal Woods e Simon Clarke indossano la costosa versione Course Air Lite XZ.

Q36.5 per Geschke. Sono di colore argento e sono il modello Unique Silver dell’azienda di Bolzano, le calzature indossate dal corridore tedesco ora in forza al Team Cofidis.

Nuove scarpe Giant per Matthews? Già in passato, nel suo trascorso al Team Orica-Green Edge, Michael Matthews è stato uno dei principali artefici nello sviluppo delle Shimano S-Phyre. Il corridore australiano è particolarmente ambito dalle aziende, per le fasi di test dei prodotti. Quelle che indossa al Tour de France hanno tutta l’aria di essere una nuova versione top di gamma delle calzature Giant.

Pogacar e Stuyven, corridori diversi in tutto. Doti atletiche a parte, i due corridori rappresentano anche gli antipodi nel modo di utilizzare le calzature ed i pedali. Pogacar, pedali Look Keo, scarpe DMT KR SL con i lacci e tacchette grige, pedala con le punte verso l’esterno. Stuyven, pedali Shimano (in realtà dovrebbe avere i Look), calzature Bontrager e tacchette Shimano blu, pedala con le punte rivolte all’interno.

Tra caschi e gomme

Un nuovo casco Bollè per Mozzato e per la B&B-KTM. Rispetto al “vecchio” modello top di gamma Furo, il nuovo casco Bollè ha delle feritoie più ampie nella sezione frontale e lateralmente, forse meno votato all’aerodinamica, ma non per questo meno efficiente. C’è sempre la calandra posteriore tronca, ma il casco è meno pronunciato verso il retro ed è maggiormente arrotondato sopra.

S-Works Prevail e Evade. Il primo è quello meno calottato, spesso scelto dagli uomini di montagna e per le giornate da canicola. Lo Specialized Evade è quello “aerodinamico”, più chiuso e tra i caschi più efficienti mai sviluppati. Entrambi adottano anche un nuovo sistema Mips al loro interno.

Tre team in gara, tra tubeless copertoncino. Per le tappe tradizionali (esclusa quella del pavé) tutti i team supportati da Specialized si dividono tra tubeless e copertoncino. E’ necessario ricordare che la Quick Step-Alpha Vinyl è stata coinvolta in modo diretto nello sviluppo dei nuovi pneumatici Turbo di Specialized. Inoltre, le ruote Roval del team belga arrivano anche dalla fornitura del 2021, come si vede da una delle immagini. Nessun riferimento di “inventario” per le ruote TotalEnergies, considerando la sponsorizzazione recente.

Manubri super leggeri e spessori

Interessante la scelta di Patrik Konrad, che utilizza l’attacco manubrio full carbon Vibe Carbon da poco più di 100 grammi e la piega Pro Vibe Carbon SL compact. Il peso di quest’ultima è intorno ai 200 grammi, per un’accoppiata che supera di poco i 300 grammi e con una rigidità complessiva molto elevata.

Ma quanti spessori sulla bici da Gaudu? Oltre al cap in battuta, ci sono ben 3,5 centimetri di spacers (sono sette da 0,5 cadauno) tra lo stem e lo sterzo della bici di Gaudu. Già al Tour of the Alps avevamo documentato i bike fitting “non estremi” del gruppo di scalatori del Team Groupama-FDJ. Osservando con maggiore attenzione la bici del corridore transalpino, vediamo anche un seat-post con un abbondante arretramento.

Facendo la somma dei dettagli, cosa potremmo scrivere? Un telaio piccolo e una posizione non facile da adattare, con la necessità di portare il peso del corpo sulla ruota posteriore e lasciare scaricate le ginocchia. Inoltre il corridore non si schiaccia mai in modo eccessivo verso l’anteriore e verso il basso.

Colnago Prototipo, ruote Bora WTO45, Pirelli TLR da 30 e inserti liner interni
Colnago Prototipo, ruote Bora WTO45, Pirelli TLR da 30 e inserti liner interni

Quel vedo non vedo

Gli inserti dentro le gomme, nel giorno di riposo c’è modo di parlare anche di questo. Torniamo per un attimo alla tappa del pavé di questo Tour de France 2022. Non si vedono perché inseriti dentro i tubeless, ma Pogacar ha utilizzato gli inserti tra gomma (Pirelli TLR da 30 millimetri) e cerchio, una sorta di salsicciotto di schiuma/spugna densa e compatta, non assorbe il liquido anti-foratura ed evita lo stallonamento del tubeless, anche e soprattutto con i colpi proibiti che subiscono le ruote in carbonio. I liner non sono Pirelli, che ad oggi non ha in gamma questa tipologia di accessorio. Inoltre, Pogacar ha corso quella frazione con la Colnago Prototipo, molti suoi compagni hanno utilizzato la “vecchia” V3Rs.