Shimano 2 / Nuovo anche l’Ultegra: veloce, fluido e potente

31.08.2021
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L’azienda giapponese, che ha da poco compiuto cent’anni, alza ancora il livello dei propri componenti e assieme al Dura Ace presenta l’Ultegra r8100, che condivide le stesse caratteristiche del fratello maggiore e trasporta nella realtà di tutti i giorni la tecnologia Shimano.

Nella guarnitura è previsto in partenza il misuratore di potenza
Nella guarnitura è previsto in partenza il misuratore di potenza

Piattaforma Di2 Wireless

Design migliorato per garantire una velocità di cambiata più rapida del 58 per cento al deragliatore posteriore e del 45 per cento al deragliatore anteriore.

I cavi che collegano la batteria Di2 ai deragliatori SD-300 sono più sottili e offrono una connessione stabile ed un’alta tensione tra i componenti. Test di laboratorio stimano la durata della batteria intorno a 1000 chilometri, mentre le batterie a moneta contenute nei comandi del cambio hanno una durata stimata di 18 mesi (un anno e mezzo).

Il deragliatore lavora bene con le due guarniture previste: 50-34 e 52-36
Il deragliatore lavora bene con le due guarniture previste: 50-34 e 52-36

I comandi del nuovo Ultegra

Shimano ha innovato le leve dei comandi con freno a disco idraulico. Ebbene sì, Ultegra ha rinnovato anche l’impianto frenante e le ruote. Una maggiore distanza tra le leve ed il manubrio garantisce migliori livelli di guidabilità e comfort. Questo accorgimento offre la migliore presa dell’indice e del pollice sui cappucci e una migliore presa a 3 dita della leva del freno.

La casa giapponese ha pensato di aiutare ancor di più i ciclisti, aggiungendo una differenziazione tattile tra il pulsante di salita e di discesa, pensata per condizioni climatiche estreme (freddo e pioggia).

I comandi rinnovati tengono conto del fatto che i freni sono idraulici
I comandi rinnovati tengono conto del fatto che i freni sono idraulici

Hyperglide+ 12 V

Nuova cassetta disponibile in due versioni, 11-30 e 11-34, la prima, quella dedicata ai ciclisti più competitivi, è stata migliorata nella spaziatura tra sesta, settima e ottava corona. Shimano ha pensato bene di rendere il passaggio della catena tra queste corone fluido e performante, per consentire all’atleta di pensare solo alla fase di spinta, senza preoccupazioni.

Le nuove cassette Ultegra sono dotate di un nuovo corpetto scanalato, retrocompatibile con i corpi ruota libera Shimano a 11 velocità.

Misuratore di potenza

Le guarniture sono disponibili in due dentature differenti, 50-34 e 52-36, lunghezza delle pedivelle da 160, 165, 170, 172.5 e 175 millimetri. Per la prima volta Shimano offre compreso nella guarnitura un misuratore di potenza, con i dati forniti dagli estensimetri posizionati sulle pedivelle. Per la trasmissione degli stessi vengono utilizzate le tecnologie Bluetooth e ANT+.

Freni silenziosi ed efficaci

Grazie allo studio dei sistemi frenanti di MTB e Gravel, Shimano ha studiato un impianto più preciso e con una migliore connessione tra pastiglie dei freni e dischi. Uno spazio maggiorato di circa il 10 per cento tra la pastiglia e il rotore e il passaggio ai rotori di serie RT-MT800 rende la frenata più silenziosa. 

Ricarica e sincronizzazione

Il nuovo deragliatore posteriore Ultegra è ora il punto da cui il sistema viene ricaricato (in sostituzione del caricatore SM-BCR2 di Shimano). Esso fornisce la connessione wireless ai comandi STI e ad altri dispositivi di terze parti. Il suo design integrato gli permette di essere il centro di controllo per modificare le operazioni Di2 e le modalità di cambio sincronizzato.

L’applicazione E-TUBE offre possibilità di sincronizzazione e controllo, consente di impostare preferenze come cambio sincronizzato o semi-sincronizzato, Multi-Shift, velocità di cambio e mappatura dei pulsanti.

Route full carbon, per disco e tubeless

Le ruote sono disponibili con tre diversi profili.

C36, sono ruote a basso profilo focalizzate sulla salita, con un peso ridotto sono le più leggere disponibili: solamente 1.488 grammi la coppia.

C50, offrono un’ottima e performante via di mezzo, con un rapporto tra leggerezza e una rigidità laterale davvero ottimo: peso della coppia, 1.570 grammi.

C60, le più aerodinamiche, concentrate sulla rigidità laterale, sulla rigidità di guida e sulla resistenza. Peso di 1.649 grammi il paio.

I componenti Ultegra R8100 saranno disponibili nei negozi a partire da ottobre 2021.

shimano.com

Shimano 1 / Dura Ace, una rivoluzione. La velocità nel Dna

31.08.2021
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Finalmente è arrivato. Ci ha messo un po’, ma eccolo eccome il nuovo gruppo Shimano Dura-Ace (serie 9200). Il Covid, il mercato in tilt, le catene di distribuzione nel caos, l’improvvisa difficoltà nel reperire le materie prime… il brand giapponese ha fatto attendere gli appassionati, ma di questa attesa, possiamo anticiparlo, è valsa la pena.

Ci si aspettava di vederlo almeno al Tour de France, ma nulla da fare. Lo hanno segretamente utilizzato per alcune tappe alcuni corridori della Dsm, ma giusto per dare gli ultimissimi feedback alla casa del Sol Levante prima del lancio, tra l’altro avvenuto nell’anno del centenario della sua fondazione.

Nato con la velocità dentro

Il nuovo Dura Ace è rivoluzionario: ha 12 velocità (l’anticipazione più “spoilerata” e bramata), c’è sia nella versione freno a disco che caliper, è wireless ed è esclusivamente elettronico, cioè con la tecnologia Di2 dell’azienda di Sakai (Osaka, a Sud del Giappone).

In Shimano si è parlato di “scienza della velocità”. Velocità in tutto: aerodinamica, di “pensiero della cambiata” (più veloce, affidabile e intuitiva), della trasmissione… Scopriamolo meglio.

Integrazione, affidabilità e tanto altro

Partiamo dal cambio, il fulcro di questo nuovo progetto Shimano. La casa giapponese ha completamente rivisto la sua piattaforma Di2. L’obiettivo era migliorarne la velocità di cambiata pur con un comando wireless, cosa non così scontata. Il tutto senza compromettere la proverbiale affidabilità “made in Shimano”.

Come si è potuto realizzare tutto ciò? A prescindere dalle particolari frequenze che inviano gli impulsi dai comandi alle periferiche (i due deragliatori, anteriore e posteriore), si è agito sul motore dei deragliatori stessi. Questi riducono la velocità di elaborazione, ovvero il tempo di movimento tra il motore e i meccanismi degli ingranaggi. Di quanto? Le cambiate sono più rapide del 58% al posteriore e del 45% all’anteriore.

Per fare tutto ciò una grande importanza l’hanno avuta anche i cavi dell’alimentazione. I nuovi fili SD-300 hanno un diametro più piccolo dei precedenti e collegano la batteria ai due deragliatori. Prima si è accennato a “frequenze” e connessioni: queste sono affidate ad un circuito di microchip ad alta sicurezza completamente realizzato da Shimano. Tali chip garantiscono un’elaborazione veloce e a basso consumo energetico, che riduce significativamente la possibilità di interferenze da dispositivi esterni. Piccola curiosità: sembra che alla base di questa lunga attesa ci sia la carenza di questi particolari chip. Anche altre multinazionali, vedi Toyota, Mercedes, Dyson… hanno avuto le loro belle difficoltà in tal senso.

Il cervello nel cambio

Il vero gioiello del nuovo Dura Ace è il deragliatore posteriore. Questo componente è anche il cervello dell’intero gruppo. E’ da qui che si ricarica il gruppo (c’è una porta Usb nascosta), fornisce la connessione ai comandi, la connessione ANT+ ad altri dispositivi (anche di terze parti) e va a sostituire l’elemento Junction-A che prima era posizionato nel manubrio o nel telaio. Rivisto anche il deragliatore anteriore: ha un’area frontale più piccola del 33% rispetto al modello precedente, un peso inferiore di 5 grammi e un range d’azione più ampio (per corone da 50 a 55 denti).

Ergonomia sviluppata coi pro’

Shimano ha lavorato in collaborazione con molti professionisti per ottimizzare i comandi e la loro ergonomia in base alle nuove posizioni e alle nuove esigenze di guida (dettate soprattutto dal freno a disco). Per la salita (vedi il comando da remoto al manubrio), per lo sprint o per le prove a cronometro…

Guarnitura disponibile in tre diverse dentature, con o senza potenziometro
Guarnitura disponibile in tre diverse dentature, con o senza potenziometro

Le nuove leve sono dotate di una parte della testa rialzata con una leggera curva verso l’interno e offrono una maggiore distanza tra i comandi stessi, riducendo il margine d’errore nel loro azionamento, pensando magari a quando si è a tutta: in volata, in salita… Si possono avere infatti anche i comandi da remoto sulla piega: sulla curva e sul manubrio (vicino all’attacco).

Trasmissione: i nuovi rapporti

Non solo elettronica, anche la meccanica è stata rivista. Una delle novità maggiori del Dura Ace è la 12ª velocità. Non è “solo” stato aggiunto un pignone ma è stata rifatta l’intera cassetta, la Dura-Ace Hyperglide. E’ stata rivista la scala con un passaggio molto più graduale nei pignoni centrali, pur partendo sempre dall’11. Questa revisione delle dentature consente di cambiare anche con la catena in pieno sforzo, senza “mollare” neanche un po’. Le cassette proposte sono due: 11-30 e 11-34 e la bella notizia è che sono installabili sui “vecchi” corpetti dell’11 velocità.

E cambiano anche le guarniture, decisamente al passo con le tendenze dei pro’ e con le velocità medie crescenti. La soluzione che spicca è il 54-40, tra l’altro un ingranaggio dal diametro maggiore fluidifica molto la cambiata. Le altre dentature disponibili sono 50-34 e 52-36. La lunghezza delle pedivelle va da 160 a 177,5 millimetri. Le stesse guarniture sono disponibili sia con il potenziometro integrato che senza.

Freni potenti e affidabili

Si è parlato di velocità, ma questa senza controllo è inutile, pertanto in Shimano hanno lavorato anche sul fronte della frenata. Grazie alla tecnologia Servo Wave, ripresa dai sistemi frenanti Shimano per Mtb e gravel, la corsa della leva diminuisce, pur senza perdere la sua modulabilità, caratteristica sempre più richiesta dai pro’. E anche più necessaria vista la potenza di tali freni.

I nuovi freni Dura-Ace sono anche più silenziosi grazie ad uno spazio maggiorato di circa il 10% tra l’alloggiamento della pastiglia e il rotore e grazie ai nuovi dischi (serie RT-MT900) i quali prevedono una lavorazione diversa, che tra l’altro dissipa meglio il calore riducendo il rischio di surriscaldamento.

Il nuovo impianto frenante strizza l’occhio anche ai meccanici. Ora, infatti, è possibile eseguire lo spurgo senza rimuovere la pinza dal telaio. Tutto ciò è possibile grazie a una bocca di spurgo e a una vite della valvola separata.

Ruote più leggere e più rigide

Shimano ha rivisto anche le ruote. Avendo la velocità come scopo e nel Dna, per il nuovo Dura Ace si è investito molto anche sulle ruote, a cominciare dall’aerodinamica, ma senza dimenticare rigidità e leggerezza. La gamma è stata ridisegnato bilanciando tre fattori: riduzione della resistenza all’avanzamento, rigidità della forza motrice e leggerezza. In particolare per la rigidità si è intervenuti sul mozzo, ora ad “ingaggio diretto” (due facce ad incastro anziché un sistema di nottolino e cricchetto).

Sono tre i profili di altezza del cerchio: C36 (profilo da 36 millimetri) pensate per la salita e le più leggere in gamma. Le C50 (profilo da 50 millimetri) sono le più versatili per peso, aerodinamica e guidabilità. Infine ci sono le C60 (profilo da 60 millimetri), il set più aero e anche più rigido.

Pesi a confronto fra il precedente Dura-Ace (9100) e il nuovo (9200). Le foto sono di
Keizer/Dobslaff – Shimano
Pesi a confronto fra il precedente Dura-Ace (9100) e il nuovo (9200). Le foto sono di
Keizer/Dobslaff – Shimano

Particolare la raggiatura per raggiungere questi livelli di rigidità. Le anteriori di C36 e C50 hanno una raggiatura standard 1:1 con raggi a spessore variabile più stretti al centro (2,0-1,5-2,0 millimetri), mentre al posteriore la raggiatura è 2:1 ed è la Optbal. Le C60 High Rigidity hanno la raggiatura 2:1 sia all’anteriore che al posteriore con raggi più spessi (2,0-1,8-2,0 millimetri). La riduzione della resistenza aerodinamica ha rappresentato un grande obiettivo nella realizzazione della nuova gamma di ruote. Le nuove C50 consentono un guadagno di 5,1W rispetto alla “vecchia” parente Dura Ace C40, entrambe nella versione tubeless.

Quelle ruote tutte nere che hanno invaso il gruppo

20.08.2021
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Succedeva negli anni Novanta ed era un po’ uno spasso e un po’ una condanna al silenzio. Sui telai c’era scritto un nome, ma li producevano altri. C’è chi ha vinto il mondiale con un telaio mascherato e chi il Giro d’Italia. Si sapeva, si chiudeva un occhio e la storia andava avanti. Poi la musica è cambiata. Gli sponsor sono diventati più severi e soprattutto hanno alzato lo standard dei loro prodotti, almeno fino al Covid. Dallo scorso anno è stato come tornare indietro. Alcune grandi aziende infatti non sono state in grado di garantire la fornitura di ruote e l’aggiornamento di quanto concordato. E le squadre, il cui fine ultimo è vincere e non mostrare marchi, hanno messo le mani al portafogli e hanno cominciato a comprarsi quel che gli serviva.

Ruote tutte nere

Ha fatto sorridere la storia rocambolesca del viaggio per consegnare le ruote da crono a Van der Poel al Tour. Roglic e tutti i corridori Jumbo Visma hanno corso le crono dal Tour in avanti con ruote anteriori Aero Coach. Hanno fatto scalpore le Vision senza scritte mostrate da Yates all’Alpe di Mera al Giro. E a ben vedere non sono poche le squadre che, nel momento del bisogno, hanno attinto al catalogo Vision, cancellando scritte e staccando adesivi. Quello che si faceva una volta, con l’accortezza di non metterci sopra scritte contraffatte. Ma cosa pensano in casa Vision di questa situazione? Lo abbiamo chiesto a Claudio Marra, vicepresidente mondiale di Fsa, cui fa riferimento per l’Italia anche il marchio americano Vision, cui rubiamo 10 minuti di chiacchiere durante le meritate ferie.

Tour de France 2021, per la 5ª tappa a cronometro di Laval, Van der Poel con ruote non ufficiali
Tour 2021, per la cronometro di Laval, Van der Poel con ruote non ufficiali
Che cosa succede?

Succede che Shimano ha eliminato provvisoriamente il blocco che di solito impone ai team sponsorizzati, che hanno potuto guardarsi intorno. Immagino che avessero concordato degli aggiornamenti su alcuni prodotti, che il Covid ha rinviato e le squadre hanno iniziato a premere. Così alcune si sono rivolte a noi, soprattutto per le tappe di montagna. Ruote in carbonio per freni a disco. Le hanno prese. Le hanno provate su strada e in galleria del vento. Hanno visto che magari le Lightweight pesano meno, ma le nostre in discesa si guidano più facilmente. E alla fine hanno scelto.

State svolgendo un ruolo… socialmente utile, oppure si tratta di affari?

A dirla tutta, vedere che tolgono le scritte ci lascia un po’ di amaro in bocca, ma capiamo la situazione. Del resto le comprano e possono farne ciò che vogliono. Se si rompono gli diamo assistenza gratuita e anche il prezzo è di favore. Certo se decidessero di lasciare i loghi, gliele daremmo gratis.

Parliamo di tanti casi?

Più di quelli che siamo in grado di fronteggiare. Al punto che se ci mettessimo ad andare dietro a tutti, non riusciremmo ad accontentare i team che invece sponsorizziamo ufficialmente.

E poi comunque la notizia passa lo stesso, no?

Diciamo che quando escono sui social, piacciono tantissimo. Sono scoop che per noi sono anche un buon battage. E insieme sono il riconoscimento da parte di altre squadre della bontà del nostro prodotto.

Al Giro d’Italia, Bardet ha utilizzato delle misteriose ruote nere in fibra di carbonio
Al Giro d’Italia, Bardet ha utilizzato delle misteriose ruote nere in fibra di carbonio
Sembra davvero di essere tornati a quegli anni…

E’ vero (ride, ndr), ma per i telai ormai non si può più, anche perché il loro sviluppo è ormai pazzesco e tutte le grandi case sono in grado di dare ottimi prodotti. Ma il telaio non è tutto. E ora che la frontiera sta nella leggerezza e nella aerodinamicità, poter sceglier tra ruote, manubri e altri componenti fa una bella differenza. Evidentemente Shimano aveva altri progetti che per vari motivi sono saltati, ma sono certo che si metteranno in pari. E anche noi…

E anche voi?

Non abbiamo capacità illimitata di fornitura. Il mercato durante il lockdown è stato impegnativo per tutti…

Pro apre la finestra sul 2022 con il nuovo Vibe Evo

27.07.2021
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Oggi, martedì 27 luglio, PRO presenta il suo nuovo manubrio, il Vibe Evo ed essendo il centro di controllo del mezzo e al centro di continue evoluzioni, è immediato capire che i ciclisti prestino una particolare attenzione a questa parte della bici.

Bisogna aggiungere, inoltre, che l’aerodinamica la gioca da padrona nello sviluppo dei componenti. Il manubrio, in particolare, essendo situato nella parte frontale della bici, diventa un punto di studi e sviluppo proprio da questo punto di vista.

Nuovo livello di stile e aerodinamica

L’azienda, che fa parte della galassia Shimano, che produce ogni genere di componenti e ha la sede operativa in Olanda (Eindhoven), ha posto l’accento sullo sviluppo dell’attacco manubrio e del passaggio cavi. Hanno portato infatti il punto di attacco e di passaggio cavi ad una sezione superiore, così da renderlo più scorrevole e perfettamente adattato alle leve.

Il nuovo manubrio prevede una regolazione di +/- 2 gradi rispetto al punto di attacco precedente, con uno spessore di 1 1/8. Il montaggio di tubi sterzo da 1-1/4 è possibile con la rimozione dello spessore. Il Vibe Evo è disponibile in larghezze di 38, 40 e 42 centimetri con lunghezze dell’attacco manubrio di 105, 115 e 125 millimetri.

Esperienza di guida migliorata

Il nuovo manubrio è realizzato in carbonio T700, che fornisce una leggerezza incredibile, il peso è di soli 390 grammi. Il tutto unito ad una resistenza mai vista su un componente di questo tipo: i test di laboratorio dicono che è adatto anche alla potenza impressa negli sprint.

PRO ha ben cinque comode opzioni di impugnatura (sulla parte superiore, in posizione di inseguimento, presa d’angolo, presa alta sulle leve e presa bassa sulle estremità).

Meno nastro, più grip

La piega del manubrio può essere avvolta dal nuovo Ergonomic Drop Grip, un nastro progettato da PRO che fornisce un grip maggiore, per offrire un ottimo controllo della bici in tutte le condizioni meteo.

L’innovazione è sulla parte superiore del manubrio, dove la possibilità di cambiare le impugnature permette di non adoperare più il nastro in quella zona. Un concetto nuovo, derivante dal fatto che i manubri aero rendono difficile l’uso del nastro per ricoprire i tubi tagliati.

Posto l’accento sullo sviluppo dell’attacco manubrio e del passaggio cavi
Posto l’accento sullo sviluppo dell’attacco manubrio e del passaggio cavi

Nuovo attacco per il ciclocomputer

Sta diventando sempre più importante, anche dal punto di vista aerodinamico, il punto di attacco del ciclocomputer, PRO Vibe Evo, nella parte inferiore del manubrio, ha messo due viti per attaccare il supporto del computer o eventualmente anche borse o altri accessori

www.pro-bikegear.com/it

Un viaggio di 10 ore per portare le ruote a Van der Poel

01.07.2021
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Sui media olandesi da ieri sera gli eroi sono due: Mathieu Van der Poel che ha conservato la maglia gialla e un certo Mark Putter che si è sciroppato un viaggio di 10 ore per consegnargli le ruote necessarie e che assieme a sua moglie Elma gestisce un lodge sui Pirenei, dal nome Les Deux Velos. Questa è la storia di un viaggio incredibile, per come si è potuto ricostruirla sommando quello che abbiamo saputo di prima mano al contributo de L’Equipe e di Het Nieuwsblad.

Prima telefonata

Il team manager della Alpecin-Fenix si chiama Christoph Roodhooft e lo scorso anno durante una sorta di reality organizzato da Alpecin, ha conosciuto Meindert Klem, rappresentante di Princeton CarbonWorks, le stesse ruote usate da Ganna e la Ineos, di cui vi parlammo lo scorso anno al Giro.

Klem è pure lui olandese, molto noto in patria per essere stato canottiere alle Olimpiadi di Pechino e con Alpecin si è allenato per partecipare all’Oetztaler. Roodhooft lo chiama quando Van der Poel prende la maglia gialla. Gli dice che Shimano è d’accordo perché si faccia uno strappo alla regola e gli chiede di trovare una coppia di ruote per la crono della quinta tappa.

«La chiamata – ricorda Klem – è arrivata lunedì mattina. Mi chiede se ho da fornirgli un set di ruote Princeton Blur 6560, perché anche Canyon che fornisce le bici è d’accordo che Mathieu provi a difendere il primato».

Le ruote di Ganna

Il guaio è che quel set di ruote non esiste e così si accordano per assortire una combinazione fra la Wake 6560 da 60 millimetri per l’anteriore e la Blur 633 Disc per il posteriore. Entrambe le ruote nascono per l’uso con copertoncino e si punta sui Vittoria Corsa Speed.

Il problema, come avevamo raccontato, è che la ruota Blur è prodotta in quantità davvero limitata e la possibilità di trovarla in Europa in epoca Covid è prossima allo zero. Il modo migliore, suggerisce Klem, è farsi dare una coppia da un corridore della Ineos, ma figurati se la squadra britannica darebbe mai un vantaggio del genere a un rivale. Senza considerare il fatto che anche loro si trovano al Tour con materiali limitati e che soprattutto a Van der Poel serve una ruota per freni a disco e Ineos al Tour le ha soltanto con freni normali.

Si mette così in moto la solidarietà fra canottieri. Infatti Klem pensa subito a Cameron Wurf, a sua volta canottiere prima di diventare ciclista. L’australiano vive ad Andorra e ha le ruote che servono (già, un corridore della Ineos ha ruote con i dischi: ne riparleremo), si tratta solo di portarle a Rennes. E qui entra in scena Mark Putter: vi ricordate di lui? Ne abbiamo parlato in apertura…

Doppio freno a disco: le aveva Wurf, la Ineos si prepara al passaggio?
Doppio freno a disco: le aveva Wurf, la Ineos si prepara al passaggio?

Seconda telefonata

Lunedì sera, sua moglie Elma riceve una telefonata “strana”. L’uomo al telefono è, neanche a dirlo, Meindert Klem, che per una serie di strani incroci ha alloggiato nel loro lodge cinque anni prima. 

«Mi chiede se possiamo prendere le ruote da un corridore che vive in Andorra – ricorda Mark – e portarle a Rennes da Van der Poel. Io sono pazzo per il ciclismo e quello che ha fatto Mathieu nei giorni precedenti è incredibile. Sarebbe grande se potessi aiutarlo a tenere la maglia portandogli quelle ruote, per cui dico di sì e martedì mattina alle 8 sono già alla porta di Cameron Wurf».

Le ruote viaggiano nell’abitacolo e dopo quasi 900 chilometri e 10 ore di strada, ecco l’hotel della Alpecin-Fenix.

Di corsa a casa

Mark dorme nell’hotel dei meccanici e visto che quello di famiglia è strapieno, avendo peraltro riaperto da poco, si rimette subito in viaggio verso casa. Non riesce a seguire la cronometro e non sa che mentre lui guida immaginando di raccontare la straordinaria avventura ai suoi amici, chiedendosi se gli crederanno, la radio e la stampa olandesi stanno facendo di lui l’eroe della gloriosa difesa di Van der Poel.

Van der Poel ha affrontato la crono con l’impeto del cacciatore di classiche
Van der Poel ha affrontato la crono con l’impeto del cacciatore di classiche

Senza allenamento

Alla vigilia della crono, sul tema viene chiamato in causa anche Adrie Van der Poel, padre della maglia gialla. Il vecchio olandese sa bene che Mathieu non ha fatto alcun tipo di preparazione sulla bici da crono: pare che nemmeno ce l’abbia a casa e l’abbia usata in gara soltanto alla Tirreno-Adriatico e due volte al Giro di Svizzera. 

«Non ha tempo di allenarsi per quello – dice Adrie e non si sa se ne sia contento – se potesse dedicare il tempo trascorso in mountain bike alla bici da cronometro, sarebbe diverso. Ma sono curioso come chiunque altro. Non sarebbe la prima volta che ci sorprende…».

Alla Tirreno aveva ancora la bici 2020: la nuova Canyon Speedmax CFR Disc ha debuttato al Giro
Alla tirreno sulla bici 2020: la nuova Canyon Speedmax CFR Disc ha debuttato al Giro

Un giorno in più

E la sorpresa arriva. Dopo aver tagliato il traguardo, Van der Poel corre verso l’ammiraglia per abbracciare Christoph Roodhooft che non sta nella pelle.

«E’ stato davvero incredibile. Dice alla televisione francese – martedì sera abbiamo lavorato sulla bici fino a mezzanotte per la posizione ed essere aerodinamici. E’ stato uno dei giorni più belli della mia carriera ciclistica. E’ incredibile con questa maglia in Francia, con il pubblico che mi ha davvero supportato, è stato enorme. Quando ho detto che non sarei stato in grado di mantenere la maglia, era davvero quello che pensavo. Stamattina, quando ho fatto la ricognizione, ho capito invece che il percorso mi andava bene. Sono molto felice di tenere la maglia per un giorno in più. In montagna chiaramente non ci riuscirò. Quello che ha fatto Pogacar è enorme, tanto di cappello per lui».

Dopo l’arrivo, sfinito, Van der Poel ha tenuto la maglia gialla per 8″
Dopo l’arrivo, sfinito, Van der Poel ha tenuto la maglia gialla per 8″

Tecnologia e passione

In realtà delle due ruote alla fine è stata utilizzata soltanto la posteriore, la Blur. Ma questa è la dimostrazione di come il ciclismo diventi magico quando la tecnologia si unisce alla passione degli uomini. Non abbiamo capito se a capo di quel suo viaggio così folle, Mark Putter abbia incontrato Van der Poel oppure no. In ogni caso, l’olandese ha un enorme debito di riconoscenza nei suoi confronti e siamo certi che lo salderà. E forse questo bagno di passione lo aiuterà dopo Tokyo nella sua scelta di campo fra strada e mountain bike.

Shimano Tenku+PRO Stealth: fondello e sella integrati

21.06.2021
4 min
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Si pensa tanto alle scarpe e al posizionamento in sella, ma come nasce un fondello davvero su misura? Il tema è troppo spesso sottovalutato, perciò Shimano, nell’ambito della rinnovata attenzione per le sue linee dell’abbigliamento, è scesa in campo con i test di mappatura della pressione bikefitting.com, condotti in laboratorio e in scenari reali, grazie ai quali si è arrivati allo sviluppo di nuovi fondelli per i pantaloncini Tenku che si abbinano perfettamente alla sella Stealth di PRO. Un lavoro strettamente legato alla produzione dell’azienda giapponese, dunque, che però non manca di spunti interessanti a livello più universale.

La valutazione dei punti di pressione porta alla personalizzazione del fondello
La valutazione dei punti di pressione porta alla personalizzazione del fondello

Tutto online

Mettendo insieme l’intera gamma di calzoncini, Shimano ha anche creato un esclusivo selettore, il Bib Short Selector, cioè una piattaforma che step by step aiuta i ciclisti a trovare la loro vestibilità perfetta. Pensateci bene: quante volte un fondello sbagliato, che mal aderiva al corpo o mal si integrava con la sella, ha rovinato l’uscita e l’esperienza ciclistica più in generale?

Il fondello per i calzoncini Tenku di Shimano
Il fondello per i calzoncini Tenku di Shimano

Una sella da corsa

«Abbiamo iniziato a concentrarci sulla sella PRO Stealth  – spiega Giovanna Dominicus, product manager Shimano – che è un modello a naso corto per una guida veloce e intensa. Questa tipologia di sella stressa in modo particolare il fondello al trascorrere del tempo in bici, soprattutto dopo giorni di pedalate consecutive. Essendo altamente specifici sulle dimensioni, la forma e il materiale esatti della sella, abbiamo realizzato un pantaloncino decisamente ottimizzato». 

Il risultato è un calzoncino complementare alla sella PRO Stealth
Il risultato è un calzoncino complemantare alla sella PRO Stealth

Igiene e comfort

Per l’impiego che se ne fa e la posizione che impone al corridore, una sella come questa ha riflessi molto importanti anche sui punti di pressione ed è per questo che il fondello è stato rimodellato e sviluppato con nuovi materiali antibatterici in microfibra con struttura a nido d’ape, realizzati appositamente per le uscite lunghe e a ritmo gara. Questa tecnologia assorbe meglio il sudore e crea una micro ventilazione nel fondello in corrispondenza del taglio anatomico della sella Stealth, riducendo gli sfregamenti e creando una vestibilità perfetta.

Tre fasce

Nell’impostare la sua guida alla scelta, Shimano ha suddiviso il pubblico in tre fasce. Easy , per i quali si indicanoi i pantaloncini entry-level: Kodama per gli uomini e Mizuki o Mizuki 3⁄4 per le donne. Medium level riding, con i modelli Hikari, Nozomi ed Evolve per gli uomini e la gamma Sumire per le donne. Professional level riding, cioè per i corridori d’élite, cui si adattano gli S-PHYRE Leggera, S-PHYRE Flash e Tenku per gli uomini e i pantaloncini Flash Yuri per le donne.

www.shimano.com

Romain Bardet ruote nuove Shimano

Le ruote misteriose di Romain Bardet al Giro d’Italia

05.06.2021
4 min
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In una nostra recente intervista a Nicolas Roche, il corridore irlandese ci aveva rivelato che invidiava le ruote che il suo compagno di squadra Romain Bardet stava utilizzando al Giro d’Italia. Partendo da questa affermazione abbiamo cercato di capirne qualcosa in più.

Ruote eccezionali

Il Team DSM è molto legato a Shimano, tanto da montare gruppi, ruote, scarpe e caschi Lazer che sono sempre del marchio giapponese. Lo stesso Nicolas Roche ha parlato di ruote Shimano dalle prestazioni eccezionali, tanto da essere contate e riservate a capitan Bardet in occasione della Corsa Rosa. Sempre il corridore irlandese ci ha parlato di Shimano 650 con un profilo intermedio.

Nicolas Roche al Giro d'Italia con le ruote Dura Ace di serie
Nicolas Roche al Giro d’Italia con i cerchi Dura Ace di serie
Nicolas Roche al Giro d'Italia con le ruote Dura Ace di serie
Nicolas Roche al Giro d’Italia con i cerchi Dura Ace di serie che si trovano in commercio

Ruote nere senza scritte per Bardet

Non è un mistero che quest’anno Shimano è pronta per presentare i nuovi gruppi, Dura Ace su tutti, ma probabilmente ci sarà anche il nuovo Ultegra. Su questo non ci sbilanciamo, ma certamente è un indizio che ci porta a collegare le nuove ruote viste al Giro d’Italia al nuovo Dura Ace. Infatti, come da buona tradizione Shimano, insieme al gruppo vengono presentate anche le nuove ruote.
Per capirci qualcosa di più abbiamo analizzato le foto di Romain Bardet e del Team DSM all’ultimo Giro d’Italia. Dalle immagini che abbiamo visto si possono tranquillamente notare le ruote tutte nere, senza scritte usate dal campione francese.

Jai Hindley ruote Shimano nuove
Jai Hindley al Giro d’Italia con le nuove ruote Shimano
Jai Hindley al Giro d'Italia con le nuove ruote Shimano
Jai Hindley al Giro d’Italia con le nuove ruote Shimano. Si nota la differenza con il compagno di squadra con le Dura Ace di serie

Le aveva anche Hindley

Dalla nostra analisi abbiamo visto che anche Jay Hindley, finché è rimasto in corsa, era equipaggiato con le stesse ruote, mentre gli altri corridori della squadra olandese montavano ruote Dura Ace attualmente in commercio con tanto di scritte in evidenza.

Michael Storer nella tappa dell'alpe di Motta con Romain Bardet e le sue stesse ruote
Michael Storer nella tappa dell’Alpe di Motta con Romain Bardet e le sue stesse ruote
Michael Storer nella tappa dell'alpe di Motta con Romain Bardet e le sue stesse ruote
Michael Storer nella tappa dell’Alpe di Motta con Romain Bardet e le sue stesse ruote

E nell’attacco finale…

Questo però è vero fino a un certo punto, perché nella tappa con arrivo all’Alpe di Motta, quella in cui il Team DSM ha attaccato in discesa dal San Bernardino, c’era anche un altro corridore con le stesse ruote di Bardet, vale a dire il compagno di squadra Michael Storer. Si tratta del compagno che è rimasto più vicino al capitano della DSM, tirando sia in discesa che in salita. Sempre Nicolas Roche ci aveva detto che c’erano solo due coppie disponibili di queste ruote. Evidentemente il Team DSM ha optato per equipaggiare anche Storer con quelle ruote in modo che in caso di incidente meccanico o foratura di Bardet ci fosse un compagno pronto a dargli lo stesso tipo di ruota. Oppure un’altra ipotesi è che dopo il ritiro di Hindley si sia “liberato” un paio di ruote in più. Su questo non abbiamo certezza, ma le foto ci confermano che nella penultima tappa del Giro anche il corridore australiano aveva le nuove ruote.

Romain Bardet Giro d'Italia ruote nuove Shimano
Si nota come la gomma lavora bene in ampiezza
Romain Bardet Giro d'Italia ruote nuove Shimano
Dalla visuale frontale si nota come il pneumatico sia parallelo al cerchio, segno di un canale interno molto largo

Larghe e con profilo da 50 millimetri

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche non possiamo dire molto al momento, in quanto non c’è stata ancora nessuna comunicazione da parte di Shimano. Da quel che si vede dalle foto, sembrano ruote con un profilo da 50 millimetri, che in effetti è molto usato dai corridori anche in salita. Guardandole frontalmente si nota che il penumatico da 25 millimetri lavora nella sua massima ampiezza, senza fare l’effetto mongolfiera che di solito è indice di un cerchio stretto. Questo ci fa presupporre che la larghezza del canale del cerchio sia ampia da 21 o addirittura da 23 millimetri interni.
Per quanto riguarda il tipo di tipo di pneumatico Vittoria montato da Bardet, possiamo dire che si tratta di un tubolare visto il colore Para tipico di questo tipo di copertura.
A questo punto non ci resta che aspettare qualche settimana per vedere cosa presenterà Shimano e se le nostre supposizioni sono state corrette!

Shimano, assistenza al Giro. Poche forature, cala il lavoro

03.06.2021
4 min
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C’erano una volta le forature e le auto dell’assistenza meccanica che intervenivano quando l’ammiraglia non faceva in tempo con la necessaria tempestività. Oggi quasi non si buca più, alle squadre è stata concessa ormai dovunque la seconda ammiraglia e così il lavoro dell’assistenza ufficiale, anche al Giro, cambia faccia. Durante i giorni della corsa rosa, vedendo alla partenza le auto blu di Shimano con le Bianchi ufficiali sul tetto, ci è capitato più di una volta di chiederci quali e quanti interventi facessero. Così, dando a tutti il tempo di tirare un po’ il fiato, abbiamo chiesto lumi a Massimo Rava, che del team Shimano è uno dei responsabili.

«Il report vero e proprio post Giro – dice – non è stato ancora completato, ma non serve stilare troppo elenchi per renderci conto che gli interventi come cambio ruote sono diminuiti, mentre si sta ampliando la gamma degli interventi come assistenza tecnica vera e propria. Le squadre ci chiedono come fare tante cose connesse a elettronica e freni a disco, per cui il supporto avviene anche fuori corsa. A cose normali, dovrebbero pensarci i ragazzi di Shimano Europa, ma con il Covid si può girare meno e spesso siamo intervenuti noi a copertura».

Sulle Toyota blu, le bici Bianchi: quelle ufficiali del Giro
Sulle Toyota blu, le bici Bianchi: quelle ufficiali del Giro

E qui il discorso si fa interessante, perché pensi che i meccanici dei grandi team siano ferratissimi e invece scopri che in qualche leggerezza capita a tutti di incorrere.

Di cosa stiamo parlando?

Alcuni hanno avuto problemi con i freni, perché hanno usato materiali non originali. Non facciamo il nome del team, ma una squadra ha usato pinze Shimano, con dischi e pastiglie ricevute in sponsorizzazione. Hanno avuto seri problemi dovuti al surriscaldamento e questo non solo diminuisce l’efficienza della frenata, ma compromette le guarnizione e la consistenza dell’olio. Ho parlato con i meccanici e il direttore sportivo. Magari prendere 30-40.000 euro di sponsorizzazione fa comodo, ma che almeno vi diano materiale di qualità.

Il cambio bici è sempre più raro, ma dovete essere pronti per tutto.

Abbiamo messo a punto un database su cui inseriamo le misure e le dotazioni squadra per squadra, corridore per corridore. Per cui capita che i meccanici che hanno l’uomo in classifica chiamino per sincerarsi che siamo pronti per ogni eventualità. Ma la verità è che, nonostante ciò, siamo molto meno presenti, perché la seconda ammiraglia copre bene la fuga. Ma se ci sono situazioni critiche, come un barrage, gli unici a poter ancora intervenire siamo noi.

Avete cambiato tante ruote?

Il dato ufficiale, come dicevo, non c’è ancora. Però quando negli anni scorsi seguivo il Giro con Vittoria, ricordo una media di 15 forature per tappa, con certi giorni che si arrivava anche a 60. Ora le gomme sono cambiate e sono più larghe. I cerchi sono più larghi. Si usano i tubeless e obiettivamente si buca molto meno. A Montalcino mi aspettavo l’ecatombe, al punto che avevamo delle postazioni fisse con l’autorizzazione dell’Uci a dare bici da fermi, che non sarebbe possibile. E invece niente da fare. I materiali sono migliorati tantissimo. E tranne qualche rara eccezione, sono gli stessi che si trovano in commercio.

In che modo avviene l’assistenza fuori corsa alle squadre?

Di solito basta una telefonata, altrimenti si va negli hotel.

A parte quel problema ai freni, che tipo di problematiche si riscontrano?

A volte capita che il Di2 vada in crash-mode, cioè che si blocchi per un utilizzo improprio, come un incrocio eccessivo di ingranaggi fra anteriore e posteriore. In realtà basterebbe che spiegassero ai corridori come usare il Synchro Shifting e si accorgerebbero che con la cambiata assistita non avrebbero di questi problemi. Invece preferiscono usarlo in manuale e sotto sforzo a volte il cambio si blocca.

Lo scorso anno Shimano ha assistito anche i mondiali di Imola
Lo scorso anno Shimano ha assistito anche i mondiali di Imola
Cos’altro fanno che proprio non va?

A volte abbiamo riscontrato problemi con la batteria, ma non per problemi tecnici, quanto piuttosto per il tipo di montaggio, dato che la lasciano a mollo nell’acqua. Quest’anno ha piovuto tanto e comunque le bici vengono lavate ogni giorno. La batteria magari viene montata bene nel reggisella, ma la gomma in cui viene avvolta trattiene l’acqua proprio nel punto in cui avviene l’innesto col cavo. L’acqua entra e non riesce a uscire…

Diciamo che il Giro sta diventando meno oneroso per voi?

Interveniamo meno e abbiamo meno visibilità, ma alla fine il lavoro di pulizia e sistemazione devi farlo comunque. Una volta diedi personalmente una bici ad Antonio Nibali per la rottura del manubrio e una a Froome alla Tirreno-Adriatico. Adesso sono più assistiti dai loro meccanici e il nostro lavoro si sposta non più tanto sull’assistenza in corsa, ma sull’assistenza ai team.