Solitamente quando si dice che una bici è comoda come prima caratteristica per definirla, è perché probabilmente o le manca qualcosa o si tratta di una bici poco reattiva, almeno inquadrandola da un punto di vista della prestazione. Ebbene, questa massima non va bene per la nuova Giant Defy Advanced, bici sì endurance, ma dalle performance importanti.
Endurance e performance
Abbiamo avuto il piacere di provarla per un certo periodo, testandola su percorsi differenti e spesso dissestati. Questo mettere sotto torchio la Defy ci ha però dato un quadro completo di questa bici. Una bici importante sotto ogni punto di vista. Una bici performante.
La versione da noi provata tra l’altro non era neanche la top di gamma, vale a dire la Sl, bensì la Pro 0. Stesse geometrie, stesse misure, unica differenza il carbonio del telaio. Quello della Sl un po’ più pregiato e un paio di etti più “magro”.
Superato l’impatto visivo, la seconda cosa che si fa quando si ha di fronte una nuova bici è quella di prenderla in mano e sollevarla per saggiarne subito il peso. Quando lo abbiamo fatto con la Defy siamo rimasti stupiti.
«Ma come – ci siamo chiesti – una endurance, tra l’altro neanche nella versione del telaio più leggera, che pesa così poco?». Eravamo sul filo degli 8 chili, con gomme da 32 millimetri e pedali inclusi.
Come va?
Già questo ci ha colpito. La prova su strada ha fatto il resto. La prima sensazione avuta è stata quella di una bici molto scorrevole, fluida e neanche così lenta a fronte dei 420 millimetri di carro.
La Defy Pro 0 dà sempre una bella risposta nel suo insieme: sia nelle accelerazioni da seduti, sia nei più classici rilanci in piedi. E, aspetto non trascurabile, specie per una bici endurance, è che non si spendono troppe energie per mantenere le alte velocità quando si viaggia regolari in pianura.
Anche l’handling, la manegevolezza, in salita ci è parsa molto buona. La Defy resta leggera sempre e asseconda molto i movimenti del ciclista. Probabilmente anche in virtù di un buon setup e di un’ottima componentistica.
Infine la discesa. Lo abbiamo detto nel video, lo ribadiamo nell’articolo: la Defy è mostruosa. Ti perdona tutto, soprattutto in discesa. Con questa bici si ha talmente tanto margine che ci vuole un po’ prima di capire che si può osare di più.
Noi per esempio l’abbiamo provata su strade che conosciamo a menadito, ebbene a metà curva ci rendevamo conto che potevamo mollare di più. Merito delle geometrie? Molto probabile. Merito delle gomme da 32 millimetri? Sicuro. Merito del passo abbondante? Senza dubbio.
D-Fuse, vibrazioni addio
Ma entriamo nei dettagli tecnici. A dominare la Defy 2024 è la tecnologia D-Fuse, che forse sarebbe meglio definire una filosofia, visto che la si ritrova sia sul tubo di sterzo, che su reggisella, manubrio… E infatti in Giant stessa dicono: “I nuovi componenti D-Fuse lavorano insieme”: definizione affatto banale.
In pratica i tubi non sono dritti. La loro sezione forma una sorta di “D”, che serve ad attutire le vibrazioni. E funziona…
Quando trovavamo tratti di strada rovinata, non ci perdevamo nei meandri di quelle stesse buche, ma ne uscivamo con un certo comfort e anche una buona velocità. Ma in tal senso una grossa fetta del merito, a nostro avviso andava dato al set delle ruote: i cerchi Giant SLR 1 36 Carbon Disc e le gomme Giant Gavia Fondo 0, tubeless chiaramente.
Avantreno curato
Una delle maggiori chicche della Giant Defy Advanced 2024 è il set manubrio. Si tratta della piega
Giant Contact SLR D-Fuse e dell’attacco manubrio Giant Contact SL Aero Light. Quest’ultimo in particolare è nuovissimo. Due pezzi che fanno perfettamente pendant con sé stessi, ma anche con il resto della bici.
E lo fanno sia per il discorso delle vibrazioni, che delle performance come dicevamo prima: leggerezza, prese comode e aerodinamica. E’ da dettagli come questi che si fa fatica a capire che la Defy non è una “race bike”, ma una endurance. Senza parlare della pulizia estetica.
Buon prezzo
Per il resto, ci si è affidati alla certezza che dà il gruppo Shimano Ultegra Di2 e alla sella Giant Fleet SL.
Solo un appunto a cui prestare attenzione. Giant, come molti altri brand, tende a fornire per questo tipo di bici attacchi manubrio piuttosto corti. La nostra per taglia, una S, aveva l’attacco da 90 millimetri. Questo perché si pensa che essendo la Defy una bici endurance si tenda a stare più dritti, il che è anche vero. Però occhio, perché è facile ritrovarsi “troppo corti”. Soprattutto in presa bassa può esserci qualche problema, andando a sovraccaricare polsi, avambracci e spalle. In fase di ordinazione pertanto valutate bene questo aspetto.
Il prezzo della versione da noi provata, Giant Defy Advanced Pro 0, è di 6.399 euro. La colorazione è unica per ogni versione. Ci sono anche la Pro 1 e la Pro 2, entrambe con gruppo Shimano 105. La prima è bianca e nera, la seconda nera e rossa.