«Higuita continua il suo cammino»: parola di Gasparotto

27.02.2023
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La stagione 2023, anche se un po’ in sordina dal punto di vista mediatico, è iniziata anche per Sergio Higuita. Il colombiano della Bora-Hansgrohe ha iniziato a correre dalla Vuelta a San Juan. Poi si è presentato ai campionati nazionali, dove però non è riuscito a difendere il titolo vinto lo scorso anno. A febbraio il colombiano è arrivato in Europa, più precisamente in Portogallo, dove ha corso la Volta ao Algarve. 

Prima corsa in stagione e primo podio in Argentina per Higuita: terzo dietro Lopez e Ganna
Prima corsa in stagione e primo podio in Argentina per Higuita: terzo dietro Lopez e Ganna

Continuità

Entro la fine del mese il venticinquenne colombiano avrà già messo in saccoccia quindici giorni di corsa, visto che nel fine settimana ha gareggiato in Francia. Non pochi, se si pensa che nel suo calendario ci saranno altre brevi corse a tappe e poi uno dei tre Grandi Giri.

«Higuita – ci spiega Gasparotto, suo diesse di riferimento nel team tedesco – manterrà un calendario simile a quello dello scorso anno. A marzo arriverà in Italia per correre la Strade Bianche e poi si muoverà in Spagna per affrontare la Volta a Catalunya».

Sembra abbiate trovato subito la strada giusta fin dal 2022, suo primo anno in Bora.

La scorsa stagione è stato costante tutto l’anno, lo si è sempre visto davanti nelle varie corse che ha affrontato. Ha accumulato 4 vittorie, tre podi ed undici top 10. Alle quali si devono aggiungere la classifica generale della Volta a Catalunya e due classifiche per il miglior giovane: una sempre al Catalunya e l’altra al Giro di Svizzera. 

L’unica pecca della scorsa stagione è stata la Vuelta, non corsa ai suoi livelli…

Ci eravamo abituati bene per tutto l’anno – dice con un mezzo sorriso Gasparotto – alla Vuelta è arrivato malato e non è riuscito ad esprimersi al meglio

Prima della Vuelta l’anno scorso il colombiano ha corso al Tour de Pologne dove ha vinto la terza tappa
Prima della Vuelta l’anno scorso il colombiano ha corso al Tour de Pologne dove ha vinto la terza tappa
Forse un rischio mandarlo solo alla Vuelta, sarebbe stato meglio fargli correre Giro o Tour con la possibilità, eventualmente, di rimediare?

No. Noi scegliamo le corse in base alle caratteristiche delle tappe ed alle esigenze di ognuno. Sergio l’anno scorso ha detto di voler partecipare alle corse delle Ardenne e quindi era impossibile arrivare pronto al Giro. Il Tour, invece, aveva troppi chilometri a cronometro per lui, ne avrebbe risentito. 

Non cambiare registro vuol dire aver trovato la chiave, con tante corse a tappe brevi per alzare l’asticella poco a poco, giusto?

Le brevi corse a tappe, gestite con un buon periodo di recupero e allenamenti, sono perfette per crescere di condizione. In più, come detto prima, Sergio ha dimostrato di saperle anche vincere, che male non fa.

Rispetto al 2022 è già partito a correre da gennaio…

Il debutto alle corse in Argentina era previsto anche per la scorsa stagione, ma la Vuelta a San Juan è stata cancellata per Covid. Così è rimasto a casa ed ha esordito al campionato nazionale vincendo subito. 

Tra le Ardenne e il Giro di Svizzera tornerà in Colombia per allenarsi e stare con la famiglia
Tra le Ardenne e il Giro di Svizzera tornerà in Colombia per allenarsi e stare con la famiglia
Quest’anno, invece, quale corsa a tappe farà?

E’ stato inserito nella lista dei corridori per il Tour. La Grande Boucle ha pochi chilometri a cronometro ed ha un percorso adatto a lui. Ma vedremo come arriverà a luglio, ora è troppo presto per decidere, al massimo verrà dirottato sulla Vuelta. 

State lavorando anche sulla cronometro?

Certamente, Higuita deve imparare a difendersi a cronometro e deve migliorare molto in questo campo. I margini di crescita sono elevati, dobbiamo anche pensare che si tratta di un corridore di venticinque anni. Non è ancora nel pieno della sua maturazione fisica. 

Dopo la prima parte di stagione cosa farà?

Finite le Ardenne tornerà in Colombia, nel mese di maggio, ad allenarsi e per stare con la famiglia. Per i corridori sudamericani questi sono momenti molto importanti perché si tratta di una breve finestra dove riesce a stare con i propri cari

Niente Giro per Higuita, il gap a cronometro con i grandi è ancora troppo ampio
Niente Giro per Higuita, il gap a cronometro con i grandi è ancora troppo ampio
Come viene gestito quando si trova in Colombia?

Ha un contatto giornaliero con il suo preparatore che lo segue tramite le varie piattaforme di allenamento. Sergio è un ragazzo molto professionale e molte volte siamo noi a frenarlo perché rischia di allenarsi troppo. Io personalmente, essendo il suo diesse di riferimento, lo sento ogni tanto per sapere come sta e per aggiornarci. 

Una volta tornato in Europa dove correrà?

Riprenderà dal Giro di Svizzera, per rimettere la testa sulle corse e capire a che punto è con la preparazione. Poi stileremo il programma per la seconda metà dell’anno

Le star della Bora-Hansgrohe per le corse a tappe

12.01.2023
8 min
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Parlando con Paolo Artuso dei tanti e ottimi corridori che ci sono nelle sua fila, la Bora Hansgrohe era stata definita una “all star”, una squadra composta da “tutte stelle”. Sono in effetti molti i corridori importanti nel team tedesco, specie quelli per le corse a tappe. 

Gasparotto (qui con Benedetti) corridore fino al 2020, è un direttore sportivo della Bora-Hansgrohe dalla passata stagione
Gasparotto (qui con Benedetti) corridore fino al 2020, è un direttore sportivo della Bora-Hansgrohe dalla passata stagione

Enrico Gasparotto, direttore sportivo della Bora, ci dice chi sono queste “star” e come pensano di recuperarle al meglio. Non tutte infatti hanno brillato nella passata stagione.

«Partiamo dal concetto che le corse a tappe sono un’ambizione della nostra squadra dal 2022 – dice Gasparotto – da quando è andato via Sagan. Ci dirigiamo verso i grandi Giri soprattutto. Lo scorso anno doveva essere il primo approccio e tutto è andato oltre ogni più rosea aspettativa… nel vero senso della parola, visto che abbiamo vinto il Giro d’Italia».

Jai Hindley, maglia rosa del Giro 2022, punterà al Tour de France
Jai Hindley, maglia rosa del Giro 2022, punterà al Tour de France

Hindley sul Tour

La prima “star” non può che essere Jai Hindley, il re del Giro d’Italia.

«Jai ha ottenuto un grande risultato e si è confermato alla Vuelta con la sua top 10. Di fatto è l’unico dei nostri che è salito sul podio di un grande Giro, e ci sta che abbia l’aspirazione di andare al Tour».

E qui Gasparotto spiega con chiarezza le volontà di Hindley tra Giro e Tour.

«Inizialmente Jai voleva fare il Giro, voleva difendere il titolo. Ma in Bora abbiamo una comunicazione semplice e genuina. Hindley ha visto che al Tour hanno prediletto le montagne e ha spostato le sue attenzioni in Francia. 

«Sappiamo che sarà difficile e che il Tour negli ultimi anni è stato un monopolio di UAE EmiratesIneos Grenadiers e Jumbo-Visma, ma era arrivato il momento di misurarsi nel gran tour più importante. E’ la prima volta e ci andremo con il massimo rispetto».

Vlasov essendo bravo a crono ha scelto di puntare al Giro
Vlasov essendo bravo a crono ha scelto di puntare al Giro

Vlasov al Giro

«Io passerei a Vlasov – prosegue Gasparotto – Alexander riparte dal quarto posto del Giro 2021 e dal quinto del Tour 2022. Un quinto posto catturato nonostante una caduta in un momento cruciale della corsa. Ha mostrato caparbietà e grande costanza. E’ sempre stato davanti. A parte una tappa (la seconda in volata in Danimarca, ndr) non è mai andato oltre il 31° posto. E siamo felici di questo rendimento perché ha ottenuto quel piazzamento pur senza sviluppare i suoi watt migliori. Non era al top».

«Vlasov a crono si difende bene. Non è all’altezza di Remco o Roglic, ma va. Lui ha fatto il ragionamento opposto a quello di Jai. Punta al Giro pensando ad un podio. In generale la differenza così netta fra i percorsi di Giro e Tour hanno facilitato le scelte dei ragazzi e aiutato noi direttori, che li ascoltiamo e cerchiamo di accontentarli».

«Alex è un ragazzo semplice, concreto. E’ già concentrato sul Giro. Sa che già abbiamo visionato delle tappe e segue questo percorso. Se non ci saranno intoppi la corsa rosa diventa davvero interessante per lui… E poi potrebbe avere il numero uno!».

Emanuel Buchmann (classe 1992) vuole una stagione ad alto livello
Emanuel Buchmann (classe 1992) vuole una stagione ad alto livello

Rilancio Buchmann

Scorrendo la lista delle star ecco Emanuel Buchmann. Il tedesco, scalatore, vanta un quarto posto al Tour 2019 e da lì vuol ripartire.

«Lui ci ha detto di voler fare il Tour, sempre per il discorso delle crono, dove non è super. Arriva da stagioni in cui il suo rendimento è stato più basso dei suoi livelli a causa di cadute e malattie, ma quel settimo posto all’ultimo Giro è stato un bagliore».

Il suo 2022 è stato a doppia velocità. Bene nella prima parte, molto meno nella seconda.

«Però – va avanti Gasparotto – adesso è entusiasta e non era giusto gettare quanto di buono fatto nella prima parte. Riprenderà a correre a Majorca.

«E’ importante farlo correre? Io dico che è importante farlo correre bene. Oggi tutto è super professionale, tutti sono al top. Più che spronarli i corridori devi quasi fermarli. Quindi la differenza può farla la felicità. I ragazzi devono essere contenti di quel che fanno, ci devono credere. E se per caso non si sono allenati per una malattia è inutile mandarli a correre per raccogliere dei feedback negativi. In tal senso mi è piaciuta una massima di Gianluca Vialli di questi giorni: “Nessuno perde. O vince o impara”».

Parigi-Nizza 2021, Schachmann si complimenta con Roglic. Il tedesco è stato secondo per due anni consecutivi
Parigi-Nizza 2021, Schachmann si complimenta con Roglic. Il tedesco è stato secondo per due anni consecutivi

Schachman già in pista

La star successiva è Maximilian Schachman. Il tedesco arriva da un anno non altezza della sua classe.

«E infatti – spiega Enrico – ha chiuso in anticipo la stagione 2022 per recuperare meglio. Lui è in Australia. Il team si aspetta molto nelle corse di una settimana e nelle gare di un giorno, tanto più che per i grandi Giri siamo ben coperti.

«Il suo obiettivo 2023 si chiama continuità di rendimento. Per esempio allo Svizzera ha ottenuto un decimo posto pur non stando bene. Max ha un motore talmente grosso che deve avere questa continuità ad alto livello. Artuso ci sta lavorando. Per lui Parigi-Nizza e Ardenne sono i primi obiettivi».

Sergio Higuita (classe 1997) ha mostrato grandi doti nelle corse a tappe di una settimana. Qui leader, provvisorio, all’ultimo Giro di Polonia
Higuita (classe 1997) ha mostrato grandi doti nelle corse a tappe di una settimana. Qui leader, provvisorio, all’ultimo Giro di Polonia

Higuita: corse più brevi

«Sergio è in Colombia… al caldo! Per lui pensiamo alle corse di una settimana più che ai grandi Giri. Nel 2022 ha vinto il Catalunya, è andato forte allo Svizzera… Ma per me può essere competitivo anche nelle grandi corse di un giorno. Poteva già cogliere il primo podio in un monumento se al Lombardia non avesse preso il Civiglio troppo indietro».

«Higuita potrebbe essere di supporto ad Hindley al Tour. Però non dimentichiamo che è giovane e può migliorare ancora».

Kamna lo scorso anno ha mostrato grande tenuta anche nelle tre settimane. Eccolo con Hindley e Carapaz sulla Marmolada
Kamna lo scorso anno ha mostrato grande tenuta anche nelle tre settimane. Eccolo con Hindley e Carapaz sulla Marmolada

Kamna e la classifica

Lennard Kamna è forse la sorpresa maggiore. Talento indiscusso, lo scorso anno è rifiorito.

«Visto che Lennard si difende bene a crono, è campione nazionale, pensa ai 71 chilometri contro il tempo del Giro. Ha l’ambizione di provare a fare classifica ed è giusto accontentarlo. Per me può essere un outsider.

«Deve maturare e avrà un approccio diverso dal correre con la fantasia e la libertà come ha fatto quest’anno. Sarà alla prima esperienza per capire se potrà puntare alle classifiche. Il suo avvicinamento prevede due corse a tappe, Valenciana e Tirreno. Da lì capiremo come impostare il Giro».

Aleotti ha vinto il Sibiou Tour per due anni consecutivi. E’ arrivato il momento di fare uno step almeno nelle corse di un giorno
Aleotti ha vinto il Sibiou Tour per due anni consecutivi. E’ arrivato il momento di fare uno step almeno nelle corse di un giorno

E Aleotti?

Delle stelle della Bora fa parte anche Giovanni Aleotti. Una delle speranze del nostro ciclismo.

«Giovanni è in Australia – dice “Gaspa” – abbiamo deciso di partire più forte perché rendesse subito bene. Poi anche per lui ci sarà il Giro. Si prevede una stagione dispendiosa tanto più dopo un inverno concentrato per essere subito pronto. Sacrificherà le Ardenne. Volevamo che arrivasse bene al Giro. Lo scorso anno ha avuto troppi intoppi».

Aleotti è quindi già concentrato sul Giro e secondo Gasparotto potrà essere una pedina fondamentale per Vlasov.

«Per Giovanni vale un po’ il discorso fatto per Kamna. O uno nasce come Hindley, che è subito performante, oppure ci arriva per step. Ma io credo che crescere per step sia la cosa migliore. E lo dico sulla mia pelle da corridore che ha vinto subito. In questo modo quando arriveranno le difficoltà saprà come affrontarle.

«Se mi chiedete, nel lungo termine, se Giovanni potrà essere da grandi Giri vi rispondo che non lo so. Se mi chiedete cosa potrà fare nel breve termine, vi dico che può essere competitivo nelle corse di un giorno. Specie quelle nella seconda parte di stagione, come Plouay o il Canada, dove ha mostrato di andare forte». 

Bob Jungels (classe 1992), arrivato questo inverno alla Bora Hansgrohe, fa parte a pieno titolo delle star (foto Instagram)
Jungels (classe 1992), arrivato questo inverno alla Bora Hansgrohe, fa parte a pieno titolo delle star (foto Instagram)

Jungels in appoggio

Gasparotto ci fa notare che all’appello manca Bob Jungels. In teoria ci sarebbero anche Patrick Konrad e Sam Bennett, ma loro hanno fatto più una svolta verso il gregariato.

«Bob, altro corridore super solido – dice Enrico – ritrovare la costanza è un suo obiettivo. Il fatto che sia tornato a vincere al Tour e che sia uscito di poco dalla top 10 significa che è di nuovo ai suoi livelli.

«La sua stagione sarà divisa in due parti principali: Parigi-Nizza e classiche del Nord e poi Tour de France. Alla Parigi-Nizza, potrà fare bene sia per la classifica che per aiutare, specie in ottica cronosquadre. Nelle classiche potrà essere competitivo in alcune di quelle sul pavé e in quelle delle Ardenne. Non dimentichiamo che è stato anche nella Quick Step e sa come lottare per quegli obiettivi.

«Riguardo al Tour invece vorrà esserci per dare supporto. E non per la classifica. E’ stata una sua scelta. Parole sue: “Se tengo duro faccio 9°-10° e non mi posso muovere. Così invece potrò aiutare e magari cercare una vittoria di tappa».

Gasparotto: «Higuita alla Vuelta, un cammino lungo 10 mesi»

11.08.2022
4 min
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Nella strada che portava da Kielce a Cracovia, cioè per tutta la durata del Giro di Polonia di ben 1.209 chilometri, c’è stato un solo arrivo in salita. Nella tappa numero tre, sulle colline di Przemysl Sergio Higuita danza e si porta a casa tappa e maglia. Leadership persa poi nella cronometro di Rusinski per mano di Ethan Hayter. Un buon biglietto da visita per il colombiano, che ha iniziato la sua preparazione alla Vuelta Espana già dall’inverno. 

«Abbiamo messo nel mirino la Vuelta già da novembre con Sergio – dice Gasparotto diesse della Bora Hansgrohel’idea ad inizio stagione era di switchare la squadra da velocisti a scalatori. Lo abbiamo fatto con successo al Giro, portando tre capitani, diventati poi quattro in corso d’opera. Non abbiamo portato nemmeno un velocista nei due Grandi Giri fatti fino ad ora. Inizialmente al Tour avremmo dovuto portare Bennet, ma la grande condizione di Vlasov (poi quinto finale a Parigi, ndr) ci ha convinto a puntare tutto su di lui».

Higuita ha iniziato la stagione vincendo il campionato nazionale su strada a febbraio
Higuita ha iniziato la stagione vincendo il campionato nazionale su strada a febbraio

Annuncio a breve

La squadra per la Vuelta non è ancora stata annunciata dalla Bora, i giorni si contano sulle dita d’una mano. Tuttavia, seguendo il metodo di lavoro usato nelle corse a tappe precedenti, viene da pensare che la squadra sia disegnata tutta intorno allo scalatore colombiano

«Non posso ancora dire nulla sulla squadra che ci sarà alla Vuelta – prosegue Gasparotto – ma che Higuita ci sarà è praticamente fuori discussione. D’altronde abbiamo messo il mirino su questa corsa già dall’inverno, Sergio è colombiano e noi dobbiamo considerare dei periodi nei quali lavora in Colombia e altri in cui è qui per correre. Avevamo già tre leader per il Giro e il Tour ci sembrava troppo impegnativo, così abbiamo mirato sulla Vuelta. Poi lui, ad inizio stagione, aveva espresso il desiderio di correre nelle Ardenne. Allora ci è sembrato naturale fare così. Anche perché se vuoi fare bene nelle Ardenne, è difficile poi fare altrettanto al Giro».

Higuita è andato forte anche al Catalunya, prima, e fino ad ora unica, corsa a tappe vinta in stagione
Higuita è andato forte anche al Catalunya, prima, e fino ad ora unica, corsa a tappe vinta in stagione

Un percorso netto

Se si guarda alle corse fatte da Higuita, si vede un percorso netto, pulito. Condito da periodi di allenamenti intensi, per lo più svolti a casa sua (alcuni seguiti da un nostro inviato laggiù) ed altri di corse, dove ha ottenuto ottimi risultati. 

«Da febbraio ad oggi – riprende Gasparotto – il percorso è stato netto, preciso. Ha iniziato con il campionato colombiano ed ha vinto, poi è andato alla Volta Algarve ed ha vinto una tappa. Poi ha riposato un paio di settimane ed è andato alle Strade Bianche (decimo, ndr) e dopo poco ha vinto il Catalunya. Ci sono stati dei piccoli problemi ad aprile ed è rientrato alle gare alla Liegi, suo obiettivo di inizio stagione e ha fatto quinto. A maggio ha lavorato tanto in Colombia e poi è tornato in Europa a correre il Giro di Svizzera e il Polonia. Dai nostri corridori ci aspettiamo il meglio, non posso dire che non mi sarei aspettato questo percorso da Higuita. La nostra squadra vuole eccellere e diamo tutto ai nostri ragazzi per farlo».

Il colombiano è stato vittima di una caduta nelle fasi finali della quarta tappa del Polonia
Il colombiano è stato vittima di una caduta nelle fasi finali della quarta tappa del Polonia

Le sue salite

Higuita, al termine della terza tappa del Tour de Pologne, ce lo aveva detto: «Queste sono le mie pendenze, qui mi trovo a mio agio, la salita si fa sempre più dura e serve forza per andare avanti». 

«Vero – conferma Gasparotto – al Giro e alla Vuelta troverebbe le sue salite: lunghe ma con pendenze aspre. Al Tour le salite non sono così dure e non hanno grandi pendenze, quindi lui soffre questo rispetto agli altri. Ce l’ho in squadra solo da quest’anno, ma devo ammettere che Sergio è una delle persone più facili con cui lavorare. E’ molto “colombiano” nel modo di fare – dice ridendo – non si lamenta mai. Per lui c’è sempre una soluzione, non si preoccupa troppo delle cose. Vi faccio un esempio: eravamo al Giro di Svizzera e non gli è arrivata la valigia dalla Colombia, quindi non aveva tutto il materiale, non ha fatto una smorfia. Non è una di quelle persone che vede problemi anche dove non ci sono, penso sia un fatto culturale, che aiuta molto la squadra».

Higuita cambia marcia e si gode il panorama… da leader

01.08.2022
4 min
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Quando taglia il traguardo della terza tappa del Tour de Pologne, Sergio Higuita ha una smorfia di dolore e di fatica sul volto. Tappa e maglia, la doppietta più classica del ciclismo. Lo sforzo fatto per arrivare in cima alla collina poco fuori Przemysl è stato brutale. Un chilometro e mezzo con pendenze che si fanno sempre più cattive, metro dopo metro.

Dall’alto di questa verdeggiante collina, situata nel voivodato (antico feudo) dei Precarpazi, si può ammirare tutta la pianura circostante. Le pendenze proibitive fanno emergere gli uomini esplosivi, compatti, con un elevato rapporto peso/potenza.

Breve ma intenso

Ai piedi dello strappo conclusivo arrivano pochi corridori, non più di trenta, a giocarsi la corsa. E’ la BikeExchange a prendere in mano la situazione, ma il loro ritmo dura ben poco perché un attacco velleitario di Teunissen scombina le carte in tavola. Lo scatto cattivo, ma troppo anticipato, dell’olandese crea scompiglio e la Ineos-Grenadiers prende in mano la situazione. Ma dopo qualche metro Carapaz perde le ruote dei compagni, queste non sono le sue salite. 

«Una tappa lunga – racconta Matteo Sobrero, che coglie un incoraggiante quarto posto – tosta con una serie di salite nel finale che hanno tagliato le gambe. Come lo scorso anno la selezione si è fatta sulle salite che anticipavano quella finale.

«Higuita è partito nel momento giusto e si è giocato molto bene le poche chance di portarsi davanti all’ultima curva. Io ho provato a tirare su il 53 per rilanciare l’andatura ma la catena ci ha messo un attimo di troppo a salire e non sono riuscito a fare la volata».

Pendenze familiari

Quando Sergio Huguita arriva in zona mista la smorfia di fatica ha lasciato spazio al solito sorriso. La maglia del leader della classifica generale che gli hanno dato sul podio è enorme. E’ più grande di almeno tre taglie. Le maniche gli si ripiegano su se stesse e il bordo di fine maglia al posto che essere in vita gli arriva a quasi metà cosce. 

«Un bel finale di tappa – dice Higuita – esplosivo come piace a me. In Colombia abbiamo tante salite così, più lunghe chiaramente, sempre con pendenze toste. Sono salite dove sei a tutta dall’inizio alla fine, ma la vera differenza la fai quando la strada spiana.

«In quel momento devi essere bravo a rinforzare il rapporto e a spingere ancora. Sono contento perché una vittoria così dà morale anche per gli appuntamenti successivi. Sappiamo tutti che la vera tappa decisiva sarà la cronoscalata, dove i gap saranno maggiori».

Sergio Higuita (classe 1997) con maglia di leader davvero extra large! Per fortuna è solo quella da podio
Sergio Higuita (classe 1997) con maglia di leader davvero extra large! Per fortuna è solo quella da podio

Rotta sulla Vuelta

Il percorso di Higuita è stato lineare e perfettamente calibrato per arrivare a far bene al suo primo grande Giro in maglia Bora: La Vuelta. 39 giorni di corsa fino ad ora per Higuita, tanti se si pensa che non ha fatto grandi corse a tappe nel frattempo. Un calendario concordato che concilia bene gare e recuperi, con molte corse a tappe di una settimana al massimo. 

«E’ un altro step fondamentale per arrivare con la condizione e la giusta motivazione alla Vuelta. Ho programmato questo obiettivo con la squadra dal giorno zero dell’inverno. Abbiamo deciso insieme il calendario per arrivare al meglio al mio primo grande giro con la Bora. Tanta altura e poi corse per aumentare la condizione grazie al ritmo gara. E’ la mia quarta vittoria stagionale, a cui va aggiunta la classifica generale della Volta a Catalunya e il secondo posto, sempre nella classifica generale, del Giro di Svizzera a inizio giugno».

Domani Higuita ripartirà con la maglia di leader, speriamo della sua misura. E’ vero che una rondine non fa primavera, ma quando il suo volo è aggraziato come l’ondeggiare di Higuita sui pedali non si può che sperare che questa primavera possa sbocciare, come il talento del colombiano.

Uno di noi con Higuita, nel ritiro di Antioquia

20.05.2022
6 min
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Sergio Higuita è un ciclista all’antica: si allena, riposa e mangia a dovere. Non ha segreti, ma ha una mentalità coerente con i suoi obiettivi.

«Perché io salti un allenamento, deve esserci una tempesta molto seria. Per il resto, niente», dice nel bel mezzo di una chiacchierata serena e rilassata nella Casa del Ciclista, luogo paradisiaco fatto costruire da Mauricio Ardila. Come un visionario dei bisogni dell’era moderna, l’ex corridore della Rabobank ha progettato dei villini nel bel mezzo del paesaggio montuoso di Antioquia, situati a 2.200 metri sul livello del mare.

Fuga dalla città

Sono molti gli ospiti che frequentano le sue strutture. Dai ciclisti nazionali ai professionisti colombiani del WorldTour come Harold Tejada e Daniel Arroyave. E anche atleti internazionali che hanno cambiato le loro abitudini europee, come Tom Domoulin e Koen Bouwman, protagonisti della fuga vincente nell’ottava tappa del Giro d’Italia. Entrambi hanno goduto dei benefici di un luogo che è diventato, senza ulteriori indugi, la casa di Sergio Higuita e della sua famiglia.

Il campione nazionale ha ben chiaro che per essere un ciclista di alto livello, deve allontanarsi dalle distrazioni della città e dalle distrazioni che circondano la vita degli atleti che fanno del Paese una meta di fama mondiale.

La maglia di campione colombiano, sudata come dopo ogni allenamento di Higuita
La maglia di campione colombiano, sudata come dopo ogni allenamento di Higuita

Niente per caso

La sua routine è semplice. Si alza, fa una sessione di riscaldamento e controlla i dettagli con Don Leo (Leonardo Higuita, suo padre), fidato assistente e guida stradale. L’uomo che non distoglie lo sguardo da lui e controlla il traffico affinché i suoi allenamenti si svolgano senza intoppi.

Non c’è un dettaglio casuale nella vita professionale dell’ultimo vincitore della Volta Catalunya, che dopo aver avuto un brillante primo semestre all’esordio con la Bora-Hansgrohe, ha iniziato a preparare gli obiettivi per la seconda parte di stagione, che avrà come obiettivo principale la Vuelta a España. Sergio non sarà al Tour de France. Il leader della grande corsa francese sarà infatti il russo Alexandr Vlasov.

Niente Giro né Tour per Higuita, che sarà leader della Bora-Hansgrohe alla Vuelta
Niente Giro né Tour per Higuita, che sarà leader della Bora-Hansgrohe alla Vuelta

Leader alla Vuelta

Sergio, per decisione presa insieme alla squadra, ha disegnato il calendario per essere leader alla Vuelta. E magari, se tutto andrà bene, per disputare il mondiale in Australia.

«Stiamo già facendo altura – dice l’antioqueño, primo colombiano a vestire la maglia della prestigiosa formazione tedesca – la verità è che ho perso questa settimana per via delle vacanze, ma c’è molto tempo per preparare i prossimi obiettivi, cioè il Giro di Svizzera, la Vuelta Burgos e la Vuelta España. Siamo motivati perché la prima parte di stagione è andata molto bene, grazie alla squadra che ha riposto molta fiducia in me.

In Colombia, Higuita si sta allenando con Santiago Mesa, della Fundacion Mauela
In Colombia, Higuita si sta allenando con Santiago Mesa, della Fundacion Mauela

«Lo stile di lavoro – prosegue – è compatibile al cento per cento con me e così anche la mentalità. Sono molto felice di aver fatto così la prima parte della stagione e felice di essere tornato in Colombia con la mia famiglia, concedendomi una pausa per affrontare la seconda parte della stagione con tutta la predisposizione e la voglia.

«Andremo alla Vuelta con un grande obiettivo», rimarca il due volte campione nazionale su strada, che proprio alla Vuelta ha avuto il suo battesimo nei grandi Giri. Lì ha lasciato il segno con una magnifica vittoria a Becerril de la Sierra.

«Speriamo che l’esperienza che ho acquisito partecipando a tre grandi Giri – dice – mi aiuterà per questa occasione. Vado senza pressione e per divertirmi. La Vuelta è una corsa molto bella e interessante», assicura il colombiano, che ha spiegato il motivo per cui non è ai nastri di partenza del Giro d’Italia o del Tour de France.

In questi giorni nell’altura di Antioquia, Higuita alloggia nei bungalow della Casa del Ciclista
In questi giorni nell’altura di Antioquia, Higuita alloggia nei bungalow della Casa del Ciclista

Giro-Tour: perché no…

«Inizialmente non ho scelto il Giro, perché mi piace sempre avere un inizio di stagione molto intenso, facendo tre gare di una settimana e poi le classiche, che per me sono molto importanti. In questo modo arriverei troppo forte al Giro, dove bisogna presentarsi invece a un livello più tranquillo», dice a proposito della Corsa Rosa.

«E quanto al Tour de France, il percorso di quest’anno è molto complicato, soprattutto la tappa sul pavé. Non ho paura, ma credo che la squadra abbia bisogno di un altro tipo di uomo per difendere i leader che porteranno. Non tanto degli scalatori, quanto piuttosto atleti di buona statura come Nils Polit o Jordi Meeus, che sono corridori da Roubaix e che possono assistere molto bene Vlasov, leader al Tour. Il percorso è per uomini che pesano più di 63 chili. Ci sono tappe con molto vento, salite di grande potenza. La squadra mi dà la libertà di scegliere il calendario e per questo ho deciso di escludere il Tour. Di sicuro però l’anno prossimo sarò al Giro, una gara che mi piacerebbe molto fare».

Una settimana di vacanze prima di ricominciare: prossimo obiettivo il Giro di Svizzera
Una settimana di vacanze prima di ricominciare: prossimo obiettivo il Giro di Svizzera

Obiettivo Wollongong

Quanto al mondiale, uno dei suoi sogni da quando era professionista, fa parte dei piani. Ad Harrogate (Inghilterra) è arrivato quarto nella categoria under 23, mentre fra gli elite gli piacerebbe fare una prestazione eccezionale.

«Dobbiamo aspettare la decisione della squadra, ma penso che se avrò l’opportunità di andare, potrò fare bene. E’ un mondiale difficile. Abbiamo uomini molto forti, quindi possiamo anche cercare l’occasione per fare bene. Alla squadra piace che rappresenti la Colombia, gli piace avere molti campioni nazionali e che i loro ciclisti corrano per i loro Paesi».

Nel ciclismo di Higuita, non ci sono porte chiuse

03.04.2022
4 min
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La prima grande vittoria di Sergio Higuita sarà ricordata, più che per il risultato, per il modo in cui l’ha ottenuta. L’epica fuga con Richard Carapaz (130 chilometri all’attacco) risuona ancora nell’atmosfera. E Sergio – nobile, generoso e lucido – la descrive passo dopo passo, con un ampio sorriso, come se la vittoria alla Volta Catalunya fosse stata quella e non la consacrazione nell’ultimo giorno sul circuito del Montjuich.

«E’ stato un attacco pazzesco – dice Sergio – non me lo aspettavo, ma è successo così. In quel momento non pensavo alla classifica generale o al risultato, volevo solo godermi la giornata e dare spettacolo. E’ una tappa che resterà da raccontare ai miei figli, ai miei nipoti, perché molto raramente si fa una fuga come quella. E ancor di più con un campione olimpico, uno forte e aggressivo come Carapaz».

Il Catalunya è la prima vittoria WorldTour di Higuita. Nell’ultima tappa si è difeso da Carapaz
Il Catalunya è la prima vittoria WorldTour di Higuita. Nell’ultima tappa si è difeso da Carapaz

Ordine teutonico

A 24 anni e dopo aver analizzato attentamente diverse offerte, il giovane colombiano ha voluto entrare a far parte della Bora-Hansgrohe, una squadra metodica che non lascia nulla al caso e che gli ha offerto tutto quello che gli serviva per diventare un ciclista completo. Tutti ricorderanno l’episodio del licenziamento poi revocato dalla Ef per l’uso della nuova bici nel Giro de Rigo.

«Sono tedeschi – racconta – hanno tutto pianificato. Sono così. Sono impressionato dall’ordine che hanno. Tanto che a una settimana dalla gara hai già il piano di lavoro pronto e sai già cosa fare. Con loro non fai quello che vuoi, ma quello che dicono. Devi svolgere il tuo ruolo, loro apprezzano molto il lavoro», aggiunge Higuita, una piccola macchina da guerra, pieno di ambizioni senza tuttavia porsi obiettivi specifici.

Fuga di 130 chilometri con Carapaz nella 5ª tappa del Catalunya e volata vincente del venezuelano
Fuga di 130 chilometri con Carapaz nella 5ª tappa del Catalunya e volata vincente del venezuelano

Obiettivo Liegi

Però ha le idee chiare, questo sì. Dopo l’estate sarà leader alla Vuelta a España, ma prima vuole comunque essere una delle rivelazioni della stagione sulle Ardenne.

«Sono entrato in squadra da capitano – spiega – e la vittoria in Catalogna mi ha dato molta fiducia. Sono un corridore a cui piace sempre stare nella mischia, indipendentemente dalla gara. Un obiettivo a breve termine è andare ai Paesi Baschi e provare a fare una buona classifica. Poi nelle Ardenne e al Romandia. In particolare voglio essere protagonista alla Liegi-Bastogne-Liegi, che mi piace molto e ho avuto modo di fare già l’anno scorso»

Alla Strade Bianche ha conquistato il 10° posto. Higuita è alto 1,66 e pesa 57 chili
Decimo alla Strade Bianche. Higuita è alto 1,66 e pesa 57 chili

Su ogni traguardo

Il 2022 del corridore della regione di Antioquia si è aperto con la vittoria ai campionati nazionali di inizio stagione, la top 10 alla Strade Bianche, la vittoria di tappa alla Volta ao Algarve e l’impresa (tappa e maglia) del Catalogna.

«Voglio essere un ciclista che pensa più ai tifosi che ai risultati», ha detto il colombiano, che pensa con la voracità dei talenti precoci del nuovo millennio. «Guarda Pogacar, Van Aaert e Roglic che vincono tutto. Nessuno lascia niente. Oggi i grandi ciclisti lottano su ogni traguardo e questo mi piace».

A febbraio, Higuita ha vinto a Malhao la 5ª tappa dell’Algarve, precedendo Dani Martinez
A febbraio, Higuita ha vinto a Malhao la 5ª tappa dell’Algarve, precedendo Dani Martinez

Vuelta sì, Giro no

Il suo programma prevede il Gran Premio Miguel Indurain, la Vuelta al País Vasco, le Ardenne (Freccia Vallone e Liegi) e il Romandia, prima di concludere il primo semestre e tornare a casa. Poi svolgerà un mese di preparazione in altura in Colombia, per affrontare il rush finale verso la Vuelta, con il Giro di Svizzera, il Giro d’Austria e il Giro di Polonia o la Vuelta Burgos. Ha anche in programma il campionato del mondo in Australia e le classiche autunnali in Italia.

«Mi sento pronto – asserisce – per affrontare la sfida nelle gare di tre settimane. Il mio fisico ha già la maturità per sopportare al massimo questi sforzi, ma voglio fare solo la Vuelta seguendo il calendario che ho programmato con la squadra, che per me è molto buono. Al Giro non ci penso».